Lo svezzamento non può partire prima dei sei mesi

La zia Ignazia dice che secondo lei il mio bambino è pronto per provare un po’ di mela cotta. La zia Ignazia dice che i cibi solidi sono molto più nutrienti del latte materno o formulato. La zia Ignazia dice che... Abbiamo tutte quella zia Ignazia che ci dà consigli non richiesti. Ma sapete quanto sono deleteri questi consigli? Soprattutto quando si tratta della maternità e dell’alimentazione dei nostri figli. Come se non fossimo già attentissime, seppur piene di dubbi! Non credete?

Bene. Uno dei miti e dei consigli più frequenti che una neo mamma si sente dire ogni giorno, riguarda il tema dello svezzamento. Sembrano tutti esperti. E sembrano tutti prendere alla leggera i dettami dell’OMS, soprattutto quello riguardante l’età dalla quale iniziare a dare ai nostri bambini cibi più solidi, lasciando l’esclusività del latte materno: se gli esperti, i pediatri e l’Organizzazione Mondiale della Sanità concordano con il fatto che prima dei sei mesi sia meglio evitare, un motivo c’è. E noi ve lo spieghiamo subito.

Lo svezzamento non può partire prima dei sei mesi: perché sarebbe bene seguire gli esperti quando dicono di dare ai bambini solo latte per i primi sei mesi del bambino

Che voi scegliate di seguire l’approccio dello svezzamento naturale (qui una lettura che vi può essere davvero utile!) o quello dell’autosvezzamento (e in questo caso questo è il libro che fa al caso vostro), dovete sapere che è davvero importante non iniziare a togliere il latte formulato o materno come principale fonte d’alimentazione ai bambini prima dei sei mesi di vita. A dirlo non sono le zie Ignazie, stavolta, ma le più importanti organizzazioni sanitarie del mondo, dall’OMS al Fondo per l’Infanzia delle Nazioni Unite (l’Unicef).

Ciò che sta portando alla tendenza dello svezzare i bambini prima del tempo, già attorno ai quattro o cinque mesi, è sicuramente l’ansia che vivono i genitori, unita al fatto che avere una regola apparentemente così rigida a volte porta le mamme e i papà ad avere l’impressione di non avere sotto (loro) controllo la vita del bambino, decidendo così di seguire il loro istinto (che negli altri casi, naturalmente, è fondamentale e alla base dell’educazione dei figli).

Tuttavia lo svezzamento, tappa delicata e importantissima della vita di un bambino, sarebbe da considerare in maniera più seria, tenendo sempre in considerazione questi sei mesi discriminatori. Prima dei sei mesi? Assolutamente solo latte. Dopo i sei mesi? Con i tempi del bambino, ecco i primi cibi solidi.

Esatto, “con i tempi del bambino”: perché superare i sei mesi non significa necessariamente cominciare con le pappe solide immediatamente. Non tutti i bambini sono pronti, ognuno ci arriva con i suoi tempi, e basta osservare i segnali di interesse che proprio loro mostrano nei confronti del cibo. Ci sarà il bambino che a sei mesi appena compiuti già mostra di voler masticare il pane, e chi per altri due mesi non mostra per nulla curiosità. Rispettiamo quindi i tempi. Sono fondamentali! Perché?

Perché prima dei sei mesi il bambino, anche se mostra interesse, non ha ancora raggiunto certe tappe del suo sviluppo naturale necessarie quando si tratta di alimentazione, e non è fisiologicamente pronto per assumere cibi solidi! Non è in grado di deglutire cibi non liquidi, non apre la bocca quando gli si dà il cucchiaino...

I genitori devono essere dunque molto attenti ad osservare i segnali. A livello anatomico, infatti, i bambini devono essere in grado di masticare e di muovere il cibo in bocca; devono avere iniziato la dentizione; e devono essere capaci di chiudere le labbra sul cucchiaino o sul margine della tazza. In secondo luogo, per lo svezzamento sono fondamentali le funzioni neurologiche base quali il riflesso di spingere in faringe (o, al contrario, fuori dalla bocca) il cibo solido che ricevono o la perdita del riflesso unidirezionale di estrusione dei solidi. E, infine, devono mostrare capacità relazionale, e cioè lo stimolo ad osservare l’altro (in questo caso l’adulto) e a imitare ciò che fa.

Non abbiate quindi fretta. Non spingete, anche se i bambini mostrano queste capacità prima del sesto mese. E al compimento di questo, non affrettatevi, finché non noterete i veri segni dell’interesse e le vere capacità di cui vi parlavamo! Iniziare lo svezzamento prima dei sei mesi è deleterio, aspettare un attimo dopo il compimento di questo (quando doveroso) è buon senso.

Perché come dice la dottoressa Elena Uga di Uppa (Un pediatra per amico) parlando di allattamento al seno prolungato: “Il latte materno e l’allattamento al seno costituiscono la norma biologica della nostra specie; raramente ci chiediamo perché abbiamo i polmoni per respirare, ma spesso ci chiediamo perché i bambini vengono allattati dalle loro madri. La natura ha creato meraviglioso meccanismo grazie al quale tutti i mammiferi si nutrono, per un periodo della loro vita variabile a seconda della specie, con un alimento unico, completo, ecologico, e formulato specificamente per le necessità di crescita del piccolo. Solo dopo, e gradualmente, tutti i piccoli mammiferi iniziano a nutrirsi di altri cibi e diventano autonomi, abbandonando il latte della mamma. Per la specie umana quando arriva questo momento? Per quanto tempo un bambino ha veramente bisogno del latte materno?”. La domanda è lecita. Ma è lecito anche rallentare e non affrettare un passo naturale e delicato come quello dello svezzamento!

 

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