Vorrei ma non posso...

Martedì, 11 Ottobre 2016 12:55

Prima di diventare mamma, ero la donna delle to do list. Qualunque cosa dovessi organizzare, io la mettevo in una lista, e il momento in cui potevo finalmente depennarla era quasi idilliaco. Quella sensazione di aver adempiuto ad un compito, che fosse comprare la carne per la cena o dare l’esame di marketing entro la fine del semestre, mi metteva una gioia immensa. Sono sempre stata metodica, ordinata fino alla nausea, tutto doveva essere sistemato e al suo posto, incasellato nel grande schedario della mia vita. La mia casa era una piccola bomboniera splendente, minimal ma confortevole. I cassetti avevano divisori, gli armadi spolverati tutte le settimane, i vetri puliti anche nei giorni di pioggia e i panni sempre lavati e stirati. Facevo piccole liste e tutto funzionava alla grande. Avevo capacità organizzative veramente notevoli. Vabbè dai fatemi fare un po’ la sborona!

Poi ho partorito la prima figlia, e come vi ho già raccontato, mezz’ora dopo essere rientrata dalla clinica, la mia casa era un delirio. E tutto il gran casino che sentivo dentro di me, c’era anche intorno a me. Gli oggetti della mia casa erano come i miei ormoni: in  un subbuglio totale, spostati da mani davvero indelicate che toccavano e sistemavano le MIE cose senza nemmeno chiedermi dove andassero messe. Ma ovviamente la priorità era la mia meravigliosa bimba, e quindi dovevo soprassedere e resistere alla tentazione di infilarmi i guanti, buttare tutti fuori e mettermi a pulire e sistemare secondo il MIO ordine, con il mio metodo. Il primo figlio ti sconvolge la vita, si sa. Perché ovviamente tu non sai cosa ti aspetta, puoi solo immaginarlo leggendo e ascoltando le esperienze di chi ci è passato prima di te. E non sto qui a elencare nuovamente in che modo cambia la nostra routine…tanto lo sappiamo per bene che non si dorme, non ci si lava, si pranza in piedi in 30 secondi…tutto già visto, già detto mille volte.

E tutto si supera, perché i figli crescono, i ritmi cambiano ma ci si abitua, perché l’essere umano se lo vuole ha una capacità di adattamento formidabile. Non per niente Darwin ce lo ha spiegato per benino che da plancton semo riusciti a arrivà sulla luna. Cioè porca miseria, ci siamo evoluti in un modo incredibile…certo ci sono voluti milioni di anni per arrivare dove siamo…ma perché dovrebbe essere così difficile passare dalla vita da donna a quella da mamma?

Eppure…lo è. Difficile intendo. Si supera eh, lo ribadisco, ma noi lo sappiamo quanto è complicato. Perché secondo me non dipende nemmeno tanto dal fatto che non si dorme, non si tromba, non si esce e se si esce lo si fa con un tir di roba da portarsi dietro, si ingrassa, fanno male le tette, gli ormoni ci pugnalano alle spalle, i capelli cascano e ricrescono bianchi. No. Non è questo. Secondo me tutto sta nel riuscire ad accettare che se un figlio entra nella tua vita, tantissime cose non le riesci a fare. Badate bene. Non è che noi madri non le vorremmo fare, ma non le possiamo proprio fare. Perché dentro di noi scatta quella cosa meravigliosa che si chiama istinto materno che accidenti a lui, reimposta il nostro sistema operativo da donna 2.0 a madre 5.0

Che dire, un salto notevole non vi pare? Tutti gli upgrade li saltiamo a piè pari, si disinstalla da solo, senza nemmeno chiederlo e parte un autorun che porca miseria tu stai lì e vedi le finestrelle che si colorano…e vorresti schiacciare annulla, posticipa, installa più tardi…ma niente da fare. Il sistema si riavvia e sei fottuta!

Whatsapp trilla “ciao! Vieni a prendere un caffè con noi, dai molla il nano per due ore”.

Tu prendi il telefono in mano, mentre attaccato alla tetta hai quel miracolo stupendo tutto profumato e grinzoso, e scrivi “ma certo…dove ci vediamo?”’…e poi lo cancelli…perché pensi che mentre stai via, quel fagottino che è stato dentro te per 9 mesi, potrebbe svegliarsi e tu non sarai lì a coccolarlo, e baciarlo, e cullarlo. E senti che devi stare lì, con lui. Ma una parte di te Dio solo sa se vorrebbe andare a bere quel caffè con le amiche…eppure resti a casa.

Ma poi, ad un certo punto, proprio perché siamo meravigliose macchine, trovi la forza per iniziare a staccarti…e inizi quel processo che darà a entrambi una nuova individualità. Quel bimbetto la cui mamma è l’intero universo, inizia a guardarsi attorno e si accorge che può iniziare ad andare da solo…i primi passi sono l’inizio di un cammino verso la scoperta del mondo, e da lì in un battito di ciglia li ritrovi già grandi. E sapete qual è la cosa meravigliosa? Che ho scoperto che ogni età è affascinante, e mi levo dal coro di quei genitori che dicono “figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi”. Che modo orribile di etichettare un bimbo. I figli non sono un problema, non dovrebbero mai esserlo. E se a 2 anni ci fanno disperare coi capricci e sciogliere con quella vocina di miele che farfuglia ragionamenti strambi, a 7 si sentono già grandi e sbuffano e sbattono i piedi, e poi la sera si sdraiano vicino a te e mentre prendono sonno ti raccontano dell’esperimento scientifico di cui hanno parlato a scuola. E tu chiudi gli occhi, e li immagini grandi…così belli…pieni di voglia di vivere.

Le mie giornate adesso sono lunghe, e ho ricominciato a stilare to do list. Per 8 ore sto lontana dai miei bimbi, quindi posso garantirvi che spunto davvero tante delle cose che metto in lista. Ma loro stanno nella mia testa in continuazione, ci penso ogni istante, e so che sarà sempre così. Avranno 40 anni e io penserò “speriamo che abbiano messo il giaccone stamattina…”. Ma ovviamente mi guarderò bene dal chiamarli per ricordarglielo…spero…

Quindi sono passata da “faccio ciò che voglio quando voglio” a “vorrei ma non posso”, per poi arrivare a “ricomincio a prendermi un po’ della mia vecchia vita”. Che dire. Non è poi così male.

Cinzia Derosas

www.pazzamentemamma.com

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8 ricette con il Seitan

Martedì, 11 Ottobre 2016 12:22

Se anche voi amate il seitan e volete sfruttarne i benefici utilizzandolo al posto della carne, saprete che è davvero buono. Se però spesso rinunciate a cucinare perché non avete idee o perché vi sembra di proporre sempre gli stessi piatti sappiate che di ricette con il seitan ne esistono davvero moltissime, e in tutti i casi i risultati sono davvero gustosi.

Ma innanzitutto, cos'è il seitan? Il seitan altro non è che un alimento di origine vegetale ricco di proteine e con pochi grassi, un impasto ricavato dal glutine del grano di tipo tenero o farro o khorasan (e quindi non adatto a chi soffre di celiachia o a chi è intollerante al glutine). La sua consistenza lo rende parecchio versatile ed è ottimo in cucina per sostituire la carne e i derivati di origine animale in caso di dieta vegana o vegetariana.

Ecco 8 ricette con il Seitan: dal classico ragù alle “costolette” barbecue, i modi per cucinare questo alimento super proteico derivato dal glutine del grano tenero e dei cereali.

Il ragù di seitan 

Questa ricetta è tratta dal nostro libro “The family food”, e come tutte le ricette è davvero semplice, gustosa e adatta alle famiglie moderne e sempre di corsa come la nostra. Preparate 400 grammi di passata di pomodoro, 250 grammi di seitan al naturale, 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 spicchio d’aglio, 1 rametto di timo, 1 foglia di alloro, 4 cucchiai di olio evo e un cucchiaino di sale. Fate soffriggere in padella il seitan tritato fine con due cucchiai di olio e lasciate dorare. Intanto frullate cipolla, carota e sedano e fateli soffriggere in un’altra padella con due cucchiai d’olio e il sale, aggiungendo poi un cucchiaio di acqua, lo spicchio d’aglio schiacciato e le erbe aromatiche. Lasciate cuocere per cinque minuti lasciando asciugare l’acqua, quindi unite il seitan e cuocete a fuoco medio. Unite il pomodoro, abbassate il fioco e lasciate cuocere almeno mezz’ora.

Spiedini di seitan

Veloci, buoni e graditissimi dai bambini, gli spiedini di seitan sanno davvero di carne e sono quindi degli ottimi sostituti nelle grigliate. Gli ingredienti sono l’istant seitan, il mix di spezie per arrosto, la salsa di soia, 1 cipolla, 1 carota, l’alga kombu, il rosmarino, olio e sale. E qui trovate la ricetta completa.

Seitan mandarino e zenzero

A volte il seitan basta cucinarlo come fosse un hamburger, ma se vi annoia potete provare a energizzarne il sapore. Come ad esempio aggiungendo al seitan un po’ di zenzero fresco, dei mandarini, del sesamo e del timo. Fate marinare il seitan nel succo di due mandarini insieme a un centimetro di zenzero a fette sottili, quindi, dopo un’oretta, versate in padella un filo d’olio e mettete a cuocere le fette di seitan: fatelo dorare bene aggiungendo in padella tre o quattro cucchiai del succo di mandarino e zenzero e servite con dei semi di sesamo.

“Costolette” di seitan

Altra ricetta da provare nelle vostre grigliate sono le costolette barbecue di seitan. Realizzate prima una salsa da spennellare sul seitan: mischiate della polvere di chipotle con un cucchiaino di pepe, 1 cucchiaino di cipolla in polvere, 2 cucchiai di tahina, 1 tazza di acqua e due cucchiai di salsa di soia. Spennellate il seitan tagliato a fette (come fossero costolette) e cuocete sulla griglia.

https://delightfuldeliciousdelovelyblog.wordpress.com/2014/06/02/vegan-bbq-ribs-seitan-with-spicy-korean-or-spicy-traditional-bbq-sauce/

Spezzatino di seitan

Seitan, carote, sedano, cipolla, olio, vino bianco, sale, salsa di soia e prezzemolo sono gli ingredienti del nostro spezzatino. Proprio come fosse quello di carne, tritate le verdure e mettetele a soffriggere in padella con olio evo e lasciate stufare, quindi aggiungete del seitan a pezzetti, sfumate con il vino bianco, aggiungete la salsa di soia e il prezzemolo e lasciate cuocere per un quarto d’ora.

Cotolette di seitan e sesamo

Come fossero tradizionali milanesi, impanate con il pan grattato (con l’aggiunta di sesamo) le vostre fette di seitan, quindi fatele dorare in padella con abbondante olio di semi di arachide.

http://www.salepepe.it/ricette/secondi/verdure/cotolette-seitan-sesamo-rosmarino/

Burger di seitan

Tenendo presente la ricetta precedente, preparate delle cotolette di seitan (lasciandole un pochino più spesse) e servitele in panini da burger condendo con insalata, cipolle caramellate e maionese vegan! Un modo diverso e completo per proporre questo alimento.

http://www.theedgyveg.com/2014/03/17/vegan-mcdonalds-series-mcchicken-sandwich/

Seitan alla soia con riso basmati

Completissimo, questo piatto dal sapore orientale. Fate saltare in padella del seitan a cubetti impanato nel sesamo e passato nella farina, facendolo dorare su olio di oliva. Verso fine cottura sfumate con la salsa di soia, facendo formare una bella crosticina. Servite adagiando il seitan su del riso basmati in una ciotola, spolverando con del porro tagliato a fettine sottili e un altro filo di salsa di soia.

http://girlandthekitchen.com/pf-changs-vegan-mongolian-beef/

Lo diciamo sempre e lo ribadiremo all’infinito: i bambini devono passare il maggior tempo possibile all’aria aperta e in libertà, sperimentando il gioco libero e di ruolo. Non solo per la vitamina D che li rende forti, ma anche e soprattutto per la loro natura e per il loro bisogno innato di esplorare, divertirsi e imparare senza limiti di spazio.

Oggigiorno i bambini sono però sempre più chiusi tra quattro mura: a casa, a scuola, durante le attività extrascolastiche che tolgono tempo alla libertà e al gioco. Tuttavia c’è un modo semplicissimo per invertire questa tendenza: basta ripensare alla nostra infanzia e ripercorrere i ricordi passati capendo nel profondo che i momenti migliori e memorabili sono quelli passati all’aria aperta.

Senza paura, crescere in una società avversa al rischio : il libro di Tim Gill apre gli occhi sul passato per invertire la rotta del futuro del gioco all’aria aperta

Il libro a cui facciamo riferimento nel titolo è “No fear - Growing up in a risk averse society”. Tim Gill l’ha scritto nel 2007: il nuovo millennio porta a fare queste considerazioni sulle tendenze del gioco dei bambini. Le cose sono infatti cambiate moltissimo rispetto al secolo scorso, e sembrano sempre più precipitare. 

Basta pensare che noi genitori siamo cresciuti negli anni Settanta e Ottanta: un periodo non così lontano, eppure completamente differente dal punto di vista ludico ed educativo. Oggi i bambini sono sempre più impegnati, non hanno momenti abbastanza lunghi per essere liberi di fare ciò che gli pare e di giocare senza regole.

L’esercizio che Tim Gill chiede di fare è quello di ricordare i momenti migliori della propria infanzia. Provateci: il risultato differirà di poco, e la tendenza comune sarà quella di ricordare momenti molto simili tra loro. Quali? Le giornate passate all’aperto, i giochi avventurosi e soprattutto i momenti passati senza la supervisione degli adulti, e cioè quei giochi inventati con i propri amici e portati avanti senza gli occhi dei genitori sempre puntati addosso.

Viene quindi spontaneo pensare alle giornate dei nostri bambini: non è colpa nostra, è un po’ la società che detta regole non scritte, ma se ci fate caso vi accorgerete che i bambini tra casa, scuola, sport e corsi non hanno molto tempo per il gioco libero. E soprattutto non ce l’hanno per quello all’aperto.

Cosa ancora più pesante è poi la supervisione dei grandi: siamo ormai abituati a pensare che lasciare liberi i bambini sia pericoloso e mortale. Certo che è pericoloso, ma prima di tutto senza il pericolo i bambini non imparano il rischio e, non ultimo, quando supervisionati e controllati non esprimono loro stessi, non sperimentano l’indipendenza e rischiano di crescere con molti, moltissimi limiti.

Il pensiero di Tim Gill si rivolge poi agli aspetti più profondi: se la società ha effettivamente mutato il tempo che i bambini passano all’aria aperta ciò che non è cambiato e che non cambierà mai è il loro bisogno naturale di passare il tempo fuori. Questo desiderio innato è dato da sue semplici motivi: per i bambini stare all’aria aperta significa sperimentare la loro autonomia e al contempo nutrire la loro curiosità e il loro bisogno di sapere

Noi genitori degli anni Duemila siamo troppo abituati ad adottare il metodo zero-rischi. Avvolgiamo i bimbi nel cotone per non fargli male, li riempiamo metaforicamente di pluriball per proteggerli. Ma proteggerli dal rischio ha i suoi rischi! A volte la troppa protezione li mette davvero in serio pericolo.

Più gli anni passano e più ai bambini viene negata la possibilità di avere libertà lontano dalla famiglia, e il risultato è l’abbassamento di indipendenza e di autonomia, di problem solving e di crescita armonica. La supervisione, insomma, li sta soffocando.

Ciò di cui ci sarebbe bisogno è un po’ di “sano trascurare”. Non significa lasciare i bimbi a loro stessi ignorando i loro bisogni, ma al contrario rispondere al loro bisogno naturale di indipendenza, di libertà, di gioco libero e di esperienza diretta dei pericoli.

In questo modo la libertà sarà a doppio senso: noi genitori ci libereremmo finalmente dell’oppressione data da una società che ci vuole totali supervisori, dittatori e agenti di polizia della vita dei figli; dall’oppressione di dover essere sempre perfetti, insomma. Dall’altro i bambini farebbero davvero esperienza della libertà, dell’autonomia e della vita vera.

Proprio ieri vi abbiamo parlato delle qualità dello yoga per bambini, una pratica che porta con sé tantissimi benefici se esercitata dalla tenera età. Siamo quindi contentissime quando in giro per l’Italia spuntano iniziative per sensibilizzare e portare al pubblico lo yoga, soprattutto quello per l’infanzia.

Vi presentiamo l’imperdibile Yoga Festival a Milano: tre giorni per bambini per scoprire e praticare questa disciplina dalle molteplici sfumature benefiche

Lo Yoga Festival è un’iniziativa giunta ormai alla sua undicesima edizione che porta al pubblico delle grandi città (Milano, Firenze e Roma) lo yoga, proponendo workshop, conferenze e incontri per scoprirlo con i propri occhi, per avvicinare chi lo approccia per la prima volta e per stimolare ancora di più chi già ne è appassionato.

Si terrà al Superstudio Più di via Tortona 27 (nella zona più cool di Milano!) e per tre giorni (14, 15 e 16 ottobre) riempirà le giornate degli appassionati di yoga (qui il programma completo).

Il bello è che ci saranno davvero tantissimi appuntamenti dedicati proprio ai bambini e allo yoga declinato in maniera ludica e divertente, per appassionarli fin da piccoli. L’intento dello Yoga Festival è infatti anche quello di coinvolgere sempre di più i bimbi in questa pratica, in modo da renderli consapevoli del proprio corpo e del mondo per farli crescere adulti migliori. Tutto questo grazie al fatto che nello yoga il corpo + lo strumento principe per apprendere, stabilire relazioni ed esprimere se stessi e la propria creatività.

Il programma è stato pensati dall’Associazione Italiana Pedagogia Yoga (AIPY), Balyayoga, Il Castello Editore, Spera Hot Yoga e The Milk Bar e tutte le attività si terranno presso lo Spazio Bimbi dalle 9.30 alle 18.30 (con una pausa pranzo) durante i tre giorni. Yoga e favole, arte, meditazione, danze, asana, gioco e tantissimo divertimento per i bimbi dai 3 agli 11 anni (aperto anche ai genitori dei più piccini).

Si parte quindi venerdì 14 ottobre dopo la scuola, alle 17, con l’ora dedicata a “Si balla con mamma natura”, un esercizio di yoga e danza con le insegnanti di AIPY. Dalle 18, invece, sarà la volta di “Aspettando la pioggia”, con yoga e favole.

Sabato mattina dalle 10.30 alle 12 i bimbi dai 6 ai 10 anni parteciperanno a “Guardare lontano nel gran lontano”, per imparare il metodo Balyayoga apposta per loro: verrà stimolata la vista attraverso il gioco di coppia e di gruppo, osservando gli oggetti colorati nello spazio e visualizzando una favola.

Dalle 12 alle 13 un altro appuntamento di yoga e favole con “L’ape generosa e il popolo dei fiori”. Dalle 14 alle 15.30, invece, toccherà a un esercizio di yoga e arte, “Universi, così uniti così diversi”. Yoga e arte sarà di nuovo protagonista dalle 15.30 alle 17 (“Emozioni a colori”), mentre dalle 17 alle 18 verrà proposta una pratica di Balyayoga che ruota attorno alla stagione autunnale (per bimbi dai 4 ai 6 anni).

Domenica dalle 9.45 alle 10.30 è il turno di Yoga per la Famiglia, proposto da The Milk Bar, nel quale mamme e papà potranno condividere l’esperienza dello yoga con i bimbi. Si continuerà con yoga e favole e yoga e arte, con “La voce della foresta” (alle 10.30), “Buongiorno Yoga” (alle 12), “Cuore che danza” (alle 14) e “Anghingo’Yoga” (alle 16, per bambini dai 5 ai 9 anni, durante il quale i bimbi interpreteranno le asana ballando e creando meravigliosi mandala).

Giocare all’aperto è fondamentale durante l’infanzia. Ma accanto a questo imprescindibile principio ne stanno altri, come l’amicizia e la socialità, che possono essere sperimentate attraverso i luoghi di aggregazione. Parliamo quindi dei parchi giochi, certo, ma anche di un altro luogo frequentissimo e sfruttato da moltissimi bambini italiani: il giardino condominiale.

Se ci pensate, in passato era normale il gioco nelle corti, spazi nel centro delle case nei quali i bambini si divertivano con la sicurezza di un luogo vicino alla famiglia sorvegliato e sicuro. I giardini condominiali, dunque, possono essere letti come moderne corti, luoghi perfetti per passare il tempo all’aria aperta e in compagnia anche in città.

I bambini possono giocare nei giardini condominiale? Un luogo da fare proprio per sfruttare l’aria aperta e abituarsi alla socialità.

Questo concetto si basa fondamentalmente su due principi. Il primo è quello che ribadiamo sempre, e cioè che i bambini hanno estremo bisogno di passare il loro tempo all’aria aperta e di giocare liberi. Il secondo è giuridico, ed è quello che sancisce prima il diritto del bambino al riposo, al tempo libero e alle attività ricreative (la Convenzione dei Diritti del Fanciullo dice proprio: “Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”) e in secondo luogo la legittimità dell’utilizzo degli spazi comuni, spiegato molto bene nel Codice Civile all’articolo 1102 C.C.

Questo articolo parla chiaro: “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il migliore godimento della cosa”.

Si parla di “cosa comune”, ed è una definizione che si applica anche agli spazi comuni condominiali. Se questi sono quindi, in linea generale, destinati all’occupazione da parte dei condomini, allora i bambini hanno il diritto, tanto quanto gli adulti, di utilizzare i cortili e i giardini, rendendoli luogo dei loro giochi insieme.

Non solo: l’articolo parla chiaramente di “godimento della cosa”, e quale godimento supera il benessere del gioco? Ecco perché i bambini non solo dovrebbero giocare più spesso negli ambienti comuni, ma le famiglie dovrebbero renderli sempre più piacevoli, attrezzati e attrattivi. E anche quando si tratta di giardini o porzioni di condominio verdi, il gioco non contrasta con la destinazione degli spazi, ma anzi valorizza questo giardino!

In questo senso si stanno muovendo molti comuni italiani, come ad esempio quelli di Milano e Torino, che per le loro aree di competenza hanno deciso di riconoscere il Diritto al Gioco del bambino come fondamentale anche all’interno dei condomini.Il Comune di Milano riconosce il diritto dei bambini al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età. Nei cortili, nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private deve essere favorito il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali”: queste le parole del regolamento.

Si noterà che il diritto del bambino non dovrà ledere quello degli altri condomini: come sempre, la libertà va intesa come limitata al rispetto della libertà altrui, e in effetti essendo gli spazi comuni ognuno deve utilizzare il buonsenso. Lo si legge ancora più apertamente nel regolamento del Comune di Torino, che sottolinea come “acclarato il diritto dei bambini, rimane da tutelare però anche quello degli altri condomini”.

Questo rispetto non è impossibile: basta rispettare certe fasce orarie nelle quali virerà la regola del silenzio. Per il resto, i bambini che giocano liberi con i loro amichetti impareranno presto la socialità, e sapranno rispettare senza dubbio gli altri condomini.

Se nel vostro condominio non c’è nessun regolamento (e se gli altri si lamentano) sarà bene chiedere un’assemblea condominiale, oppure agire in sede legale. Se invece è già presente un divieto di gioco, potrete studiare  capire se non è valido (nel caso in cui sia una decisione assembleare approvata a maggioranza: in quel caso comprime senza giustificazione il diritto anche di un singolo condomino e pertanto è nulla) oppure se è da contratto (in quel caso è valido, ma comunque impugnabile per una modifica).

Detto questo, seguite sempre le regole basilari del gioco: chi rompe paga, ogni tanto vigilate e accertatevi che tutto sia ok, educateli sempre al rispetto. Insomma: cresceteli come ritenete giusto, e siamo certe che i vostri bambini sapranno trarre dal gioco in condominio moltissimi stimoli, sempre nel rispetto delle regole e della libertà altrui.

Chi è andato in una città dove è presente Starbucks in autunno ha di certo provato il meraviglioso Pumpkin Spice Latte: un gusto incredibile e inconfondibile, che rimande davvero nella testa per molto tempo. 

Ecco allora la ricetta sana del pumpkin spice latte: una merenda o una coccola perfetta per l'autunno 

 

 

10 benefici dello yoga per bambini

Martedì, 11 Ottobre 2016 08:36

Lo yoga non è solo uno sport per adulti. Anzi! I benefici sulla respirazione, sulla postura, sull’organismo e sulla consapevolezza del proprio corpo giungono a tutti quando si pratica yoga. Anche sui bambini. Che, secondo noi, dovrebbero iniziare fin da subito a sperimentare questa pratica, in maniera ludica, divertente e anche profonda. A partire dai 3 anni, quindi, il bambino (che ha già raggiunto una certa autonomia nel muoversi e nell’esprimere le proprie emozioni) potrà iniziare a giocare con lo yoga.

Ma anche da piccolissimi i bambini possono riceverne i benefici! Avete già provato a evitare le coliche e le stipsi con la nostra guida? 

I 10 benefici dello yoga per bambini: dalla respirazione al movimento, ciò che di buono fa lo yoga sul corpo e sulla mente dei nostri figli

1. La crescita può beneficiarne tantissimo: passando attraverso il corpo la mente ne uscirà rafforzata, in quanto conoscere a fondo il proprio corpo (come insegna lo yoga) aiuta a sentirsi a proprio agio nella propria fisicità, sfruttandone da subito le potenzialità e trattando l’organismo come merita.

2. Fare yoga significa movimentare il corpo in maniera armonica ma soprattutto respirare bene, sfruttando il respiro in tutte le sue potenzialità. Se imparano da piccoli, i bambini sapranno riconoscere i momenti di stress e utilizzare le tecniche per calmarsi, concentrarsi e respirare superando così i momenti di difficoltà.

3. Anche le emozioni sono sempre in primo piano nello yoga: giocando con questo sport ai bambini verranno insegnati anche i principi fondanti della vita, quali il rispetto, le emozioni, l’altruismo e l’accontentarsi, così come l’apprezzamento di ciò che si è e di ciò che si ha. L’empatia, quindi, passa anche dallo yoga.

4. I bambini più attivi e irrequieti beneficeranno senza ombra di dubbio della calma dello yoga: aggressività, iperattività, ansia, paura e disturbi dell’attenzione possono venire contrastati attraverso la meditazione e gli asana (le posizioni yoga). Con costanza, in questo modo, i bambini torneranno ad uno stato mentale e fisico ideale.

5. Praticare lo yoga con regolarità sin da piccoli ha effetti positivi sulle articolazioni, sulla colonna vertebrale, sulla postura, sulla muscolatura. Anche l’equilibrio ne esce rafforzato, e idem la coordinazione dei movimenti.

6. Il fatto che nello yoga non ci sia agonismo ha effetti benefici sulla mente dei bambini, che imparano a praticare una disciplina solo per il proprio benessere e non per la competizione.

7. Allo stesso tempo, lo yoga è una disciplina che si pratica in gruppo. Ma essendo, appunto, senza competizione, il senso di amicizia e di empatia cresce ogni giorno di più, rendendo i bambini socialmente più forti e altruisti.

8. Il movimento dello yoga è calmo, preciso e tranquillo, ma è anche super completo e coinvolge il corpo in tutta la sua essenza. Ecco perché è importantissimo: aiuta i bambini a sfruttare tutti i muscoli, tutte le ossa e tutto l’organismo, contrastando così la costrizione ambientale a cui sono obbligati stando seduti a scuola e passando troppo tempo al chiuso.

9. Essendo così armonico lo yoga è praticamente l’unico sport che si adatta di anno in anno ai movimenti e al corpo dei bambini, al loro sviluppo, inserendosi alla perfezione nel processo di crescita fisica (fatto non scontato per la maggior parte degli sport).

10. Ultimo ma non per importanza (soprattutto perché stiamo parlando di uno sport per l’infanzia) lo yoga per i bambini è davvero divertente. Ai momenti di calma si intrecciano quelli ludici. Per i bambini è bellissimo sperimentare le posizioni più strane, gli intrecci, le espansioni del corpo. Pensate solo quando si gioca a Twister in famiglia!

Il cioccolato, fa bene o fa male?

Lunedì, 10 Ottobre 2016 18:16

Luogo comune: la cioccolata fa male, fa ingrassare, alimenta i brufoli, non è salutare. Ma avete presente il benessere che si prova quando si manda giù un cubetto di fondente? Non è un caso. Perché ora sfatiamo i miti: la cioccolata in realtà fa benissimo. Basta solo conoscerla e sceglierla nelle forme davvero salutari.

Il cioccolato, fa bene o fa male? Le sue proprietà e la forma migliore nella quale assumerlo per goderne tutti i benefici

Innanzitutto, ciò che comunemente chiamiamo “cioccolato” è in realtà il derivato primario della lavorazione dei semi di cacao, semi che si colgono da tre piante principali: il Cacao Forastero (il più diffuso ma anche il meno pregiato), il Cacao Trinitario (più aromatico e fine) e il Cacao Criollo (quello migliore in termini aromatici e qualitativi e quindi anche molto costoso).

Presi singolarmente e non lavorati, questi semi di cacao sono altamente benefici. Contengono al 50% la polvere di cacao e al 50% il burro di cacao, spesso utilizzati singolarmente per ottenere le polveri, le creme o le barrette.

Ciò che fa male sono in realtà i prodotti a cui siamo abituati: le merendine, le tavolette di cioccolata che contengono in realtà più zucchero che cacao, i gelati confezionati, le creme di cacao grasse e pesanti. Ciò di cui parleremo, quindi, non è il cioccolato tradizionale e industriale, ma quello più naturale, da preferire sempre.

Le qualità del cacao derivano dal fatto di contenere moltissimi polifenoli e flavonoidi e di essere così un potente antiossidante naturale e un alleato del cuore: ne beneficiano il sistema cardiovascolare, la lotta al colesterolo.

Un’altra caratteristica, più conosciuta, è la sua capacità di riportare il sorriso: è vero, il cioccolato contiene feniletilamina, che è un naturale stimolante della serotonina, un neurotrasmettitore che influenza in maniera positiva l’umore e la concentrazione. Niente di meglio di 3 cubetti di cioccolata per merenda a scuola!

Ma facciamo una carrellata sulle altre qualità meno conosciute. La teobromina contenuta, ad esempio, aiuta a calmare la tosse; le sue calorie lo rendono un perfetto energetico per bambini e sportivi; la feniletilamina calma la fame; le metilxantine eccitano la mente e tengono svegli diminuendo il senso di fatica. E ancora: il cacao contiene moltissimo fosforo (e quindi è un alleato della memoria).

Insomma, i benefici sono davvero molti, e consumarne con moderazione un pochino al giorno è davvero consigliabile. Ma (sì, c’è un “ma”) solo se la scelta ricade su prodotti buoni, sani e non troppo modificati.

L’insalubrità del cioccolato così come siamo abituati a pensarlo è infatti verissima. Ma non per il cioccolato in sé (come abbiamo visto), quanto per i prodotti che ci vengono venduti, zeppi di zuccheri raffinati, oli, grassi e quant’altro.

Pensiamo solo all’acne: si pensa che il cacao lo alimenti, che ne sia addirittura causa. Quante volte ce lo siamo sentiti dire durante l’adolescenza? Eppure è sbagliatissimo pensarlo, è un’informazione falsa. Così come è falso che il cioccolato sia causa di carie. Ciò che causa questi disagi sono tutti gli altri ingredienti presenti nei prodotti che siamo abituati ad assumere.

Tuttavia il cioccolato non lo si può gustare solo così, solo attraverso i prodotti dolciari industriali. Ci sono tantissimi alimenti e prodotti più sani che permettono di deliziare il palato con il cibo degli dei senza incorrere nei pericoli dei da zuccheri bianchi e grassi a non finire.

Vi suggeriamo quindi tre modalità attraverso le quali assumere il cioccolato in assoluta tranquillità, assicurandovi di riceverne i benefici senza pensare all’insalubrità di contorno.

Innanzitutto, quando comprate il vostro cioccolato potete anche scegliere le barrette e le tavolette; l’importante è che leggiate sempre l’etichetta alimentare. Il cioccolato dovrà essere senza zucchero, e, se zuccherato, optate sempre per una barretta contenente zucchero di canna integrale e mai raffinato.

In secondo luogo preparate sempre con le vostre mani i dolci e le merende. Sono buonissimi i muffin, le torte e le sfiziosità al cioccolato, e saranno ancora più buoni e sani se sceglierete tra gli ingredienti il cacao in polvere, rigorosamente amaro. Lo zucchero di canna (o il miele, o il malto) presente negli impasti basterà a dolcificare il prodotto, e il sapore del cacao (così come la sua qualità) sarà esaltato.

Terza modalità per assicurarvi i benefici del cioccolato è quello di masticare il cacao crudo in semi, come fosse uno snack per la merenda veloce, gustoso e davvero salutare.

 

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Appena dopo i primi passi arriva il momento di raggiungere l’equilibrio perfetto. I bimbi, imparando a camminare in maniera sempre più precisa, raggiungono pian piano la loro indipendenza (che sappiamo essere fondamentale), prendono confidenza con il loro corpo e crescono in maniera armonica.

Per farlo non basta però camminare di qua e di là per casa o in giardino. O meglio, basta, ma sfidare i bimbi a fare ancora qualcosina in più non può che rivelarsi vincente. 

Basta poco: una striscia disegnata sul pavimento da seguire con i piedini, una passeggiata su un terreno differente. Oppure, ancora meglio, una balance board, e cioè una semplice asse divertente e giocosa che allo stesso tempo stimola il movimento più fine e l’equilibrio.

Ecco come realizzare la balance board per i bimbi più piccoli: con delle semplici assi, il gioco divertente per stimolare equilibrio e precisione fisica

Correte quindi in falegnameria: chiedete al vostro artigiano di fiducia un’asse di almeno un metro di lunghezza e due piccoli ciocchi dello stesso spessore ma lunghi circa quaranta/cinquanta centimetri. Fate attenzione: le assi devono essere già ben levigate e pitturate con gli appositi prodotti del falegname, in modo da non presentare schegge.

Dopodiché fissate i due ciocchi perpendicolarmente all’asse più lunga, alle estremità, in modo che l’asse rimanga sollevata e ben stabile.

(foto 1)

I bimbi su questa balance board potranno in tutta sicurezza sperimentare i propri movimenti, coinvolgendo tanto le gambe e i piedini quanto il busto e le braccia, coinvolti appieno nel movimento di ricerca dell’equilibrio.

Potete iniziare sistemando la vostra asse per l’equilibrio accanto ad una parete o ad un appoggio all’altezza dei bambini: appoggiandosi i piccoli prenderanno confidenza con la nuova dimensione e pian piano potrete spostare la balance board all’interno della stanza, su di un tappeto, in modo da portare all’equilibrio perfetto passo passo.

(foto 2)

Dopodiché, una volta che il gioco è stato fatto loro e l’equilibrio si è fatto più stabile, potete proporre altre sfide. Sempre con l’aiuto del vostro falegname di fiducia, costruite un’asse curva: i bambini si divertiranno nel lasciarsi cullare dal movimento delle curve e al contempo acquisiranno ancora più equilibrio.

(foto 3)

Lo stesso discorso vale per la terza sfida, e cioè l’asse appoggiata ad un cilindro: qui i bambini dovranno provare a stare in equilibrio perfetto sull’asse (stavolta molto più corta), appoggiando i piedi ad una distanza esatta in modo da stare in piedi.

(foto 4)

Vicino a Viterbo esiste un Parco che renderebbe orgogliosissima Maria Montessori e piacerebbe a tutti i pedagogisti più all’avanguardia. Parliamo del Parco Cinque Sensi, il percorso perfetto per bambini e adulti per risvegliare la propria sensorialità immergendosi nella natura e passando una giornata all’aria aperta.

Il Parco Cinque Sensi, paradiso della sensorialità: vicino a Viterbo il percorso a piedi nudi per rimettersi in contatto con il proprio corpo e la propria mente

L’apprendimento passa prima di tutto dai cinque sensi: lo sapeva Maria Montessori e noi ne siamo convinti. Sperimentare il mondo attraverso tatto, gusto, udito, olfatto e vista è la base della vita, la prima forma di comunicazione del bambino, che sempre attraverso questi cinque sensi di anno in anno acquisisce la sua indipendenza. 

Ecco perché il Parco Cinque Sensi è davvero prezioso e ognuno dovrebbe farne esperienza: affrettatevi, però, perché il parco è aperto solo nei mesi più caldi e quindi il 31 ottobre chiuderà, per riaprire i battenti la prossima primavera.

Questo Parco Cinque Sensi si trova in centro Italia. Appena arrivati vi chiederanno di togliervi le scarpe: per fare davvero un’esperienza sensoriale, infatti, bisogna essere in contatto profondo con la terra. 

Camminare a piedi scalzi, non a caso, è il modo più naturale e sano di spostarsi. Si prevengono i raffreddori (con un po’ di freddo ai piedi il corpo produce naturalmente calore!), migliora la circolazione e rafforza tutto l’organismo. Quello di muoversi scalzi è un gesto tipico dell’infanzia (che gli adulti troppo spesso mettono da parte), l’unico che permette di provare vibrazioni e sensazioni davvero genuine.

Ed ecco che inizierete il percorso. In un attimo i vostri piedi si abitueranno alla ruvidità e alla fine del percorso sentirete davvero un senso di rinvigorimento, sia fisico che mentale.

Tra vasche umide (di fango cretoso, torba o piccoli sassolini bagnati), vasche asciutte (riempite di tappi di sughero, sabbia o lavanda a seconda della stagione), coppi, pneumatici riciclati, pigne, fango, conifere e sorprese i grandi e bambini passeggeranno immergendosi completamente nella natura. Sul percorso si troveranno quindi i più diversi tipi di terreno, uno stratagemma che è un toccasana per i piedi e un momento divertentissimo per la famiglia.

Il bello del percorso è che è adatto davvero a tutti: grandi, piccoli, piccolissimi, anziani, diversamente abili… 

(foto 1 www.parcocinquesensi.it)

Se deciderete di passare una giornata nel Parco Cinque Sensi dovrete anche mettere in conto che spesso sono previsti laboratori e attività ludiche pensate per stimolare ancora di più la sensorialità e la curiosità di grandi e piccini! Da non perdere, insomma.

E per chi viene da lontano l’ideale sarà fermarsi a riposare e dormire in questo bellissimo parco di conifere, per assaporare fino in fondo l’esperienza: nel Parco dei Cimini sono presenti bellissimi alloggi in stile montano per tutta la famiglia, e siamo sicuri che il riposo sarà davvero ristoratore. Così come il cibo che potrete mangiare: il pane cotto sul bastone sarà un’esperienza che non dimenticherete mai!

(foto 2 www.parcocinquesensi.it)

Sara

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Cecilia

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