Sta iniziando dicembre, e quindi andiamo verso la chiusura della stagione delle castagne. Ma se siete fortunate, fino alla fine del mese potrete trovare questo buonissimo ingrediente, che finalmente, dopo svariati anni (a causa di una malattia diffusa delle piante), sta tornando nei cestini dei mercati!
Le si trova in ricci che cadono dalla pianta: le castagne sono un frutto, ma in realtà sono ricchissime di carboidrati complessi proprio come i cereali (ma senza glutine!), e per questo possono considerarsi “strane”. La stranezza però non si ferma qui, poiché il riccio che le contiene è responsabile di un’altra (piacevole) curiosità: questo guscio, infatti, protegge così bene la castagna da rendere la sua produzione praticamente sempre biologica, poiché agisce da strato protettivo potentissimo contro ogni trattamento chimico.
Come accennato, le castagne contengono moltissimi carboidrati, che rappresentano l’84% della loro composizione. La parte restante è costituita da lipidi (9%) e proteine (7%). Oltre ad essere ricche di carboidrati, le castagne si caratterizzano per l’elevata quantità di sali minerali: fosofo, calcio, ferro e potassio sono presenti in elevate quantità, così come le fibre (perfette per stimolare l’attività intestinale) e le calorie (165 ogni 100 grammi: per questo le castagne sono così energetiche).
Sono anche ricchissime di acido folico, quindi sono fortunate quelle future mamme che avranno il pancione in autunno! E il fosforo contenuto aiuta moltissimo il sistema nervoso.
L’importante è mangiare sempre le castagne ben cotte. I metodi sono diversi, e ognuno può scegliere quello preferito in base al gusto e agli strumenti che si hanno in cucina. Le castagne infatti possono essere sia bollite sia arrostite (in questo caso si parla di caldarroste), ma per quest’ultima cottura è necessario avere l’apposita pentola bucata.
Per preparare le castagne bollite è necessario lavare bene le castagne e praticare sulla buccia un bel taglio netto, lungo e profondo (altrimenti esplodono!) con un coltellino a punta. Mettetele quindi in una pentola con abbondante acqua e accendete il fuoco. Il tempo di cottura varia a seconda della dimensione delle castagne, ma potete calcolare circa 30-40 minuti dall’ebollizione per quelle più piccole sino all’ora per quelle più grosse. Sbucciatele e mangiatele così, come spuntino, oppure frullatele con un filo d’olio e pochissima acqua di cottura per un ripieno alternativo per i vostri tortelli e ravioli!
Se possedete la pentola bucherellata tipica per preparare le caldarroste, la preparazione non sarà difficile: come per le bollite, praticate un bel taglio sulla buccia delle vostre castagne, quindi versatele nella padella bucata e accendete il gas a fiamma media. Cuocete per 30-40 minuti, avendo cura di rigirarle molto spesso, in modo da cuocerle uniformemente (altrimenti, se cotte male, risulteranno meno digeribili!). Servite ben calde sono ottime, sembra di mangiare quelle dei baracchini natalizi per strada! Ma vi dureranno anche un paio di giorni, e saranno ottime come spuntino freddo.
Se non avete a disposizione la pentola bucata, tuttavia, potete preparare le caldarroste alternative in forno: basterà tagliarle come al solito e sparpagliarle su una teglia coperta da carta da forno. Accendete il forno a 220 gradi e cuocetele per circa 30-40 minuti (controllando verso fine cottura: devono sbucciarsi facilmente). Come per le caldarroste, sono ottime calde ma si conservano bene in un sacchetto di carta ben chiuso.
Tuttavia le ricette con le castagne non finiscono qui. Se quelle che vi avevamo proposto erano le tradizionali maniere di cuocere questi frutti per mangiarli al naturale, quelle che andiamo ora ad elencarvi sono le ricette che prevedono il loro utilizzo come ingrediente base.
La maniera più semplice e immediata per preparare un ottimo primo piatto con le castagne è sicuramente optare per una vellutata: dopo aver messo a soffriggere una cipolla, un gambo di sedano e una carota tritati grossolanamente in un filo d’olio, unite 250 grammi di castagne ancora crude e sbucciate. Fatele rosolare un attimo dopodiché coprite con del brodo vegetale e lasciate sobbollire a fuoco lento per un’oretta. Alla fine della cottura basterà frullare tutto (aggiungendo eventualmente un altro goccio di brodo per regolare la consistenza) servendo poi con dei crostini di pane integrale.
(foto 1 http://www.saison.ch/it/ricette/vellutata-di-castagne/detail/)
Con le castagne già bollite che vi sono invece rimaste potete preparare un’ottima torta salata di erbette e castagne: prendete 600 grammi di biete con le loro coste e lessatele. Una volta cotte, fatele saltare in padella con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio per dieci minuti. Nel frattempo tritate le castagne bollite, e aggiungete alla farina così ottenuta quattro cucchiai di acqua, due uova sbattute e una spolverata di parmigiano. Unite le bietole e versate il composto in una pirofila tonda foderata con della pasta sfoglia. Infornate la torta a 200 gradi e cuocete per circa 45 minuti.
(foto 2 http://www.salepepe.it/ricette/torte-salate-souffle/torte-salate/torta-erbe-castagne/)
Utilissima e di semplice utilizzo è poi la farina di castagne. Prendetela integrale, e utilizzatela per la vostra classica ricetta per la pasta fresca, sostituendo un terzo della farina di grano con questa (in modo che rimanga comunque la consistenza data dalla solita farina). Il sapore sarà davvero intrigante!
Altra ricetta con la farina di castagne è invece la torta cioccolato e castagne. Mischiate in una ciotola 100 grammi di farina di farro e 100 di farina di castagne, quindi unite una bustina di lievito in polvere e 50 grammi di cacao amaro. Intanto, scattate due uova con 150 grammi di zucchero di canna a aggiungete 70 grammi di olio di girasole, vanillina e un pizzico di sale. Unite le farine con la crema e versate il composto in una tortiera imburrata: cuocete in forno a 180 gradi per circa 35/40 minuti e la vostra torta è pronta per colazione e merenda!
(foto 3 http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/torta-al-cacao-e-castagne/47439/)
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Videogame, giocattoli di ultima generazione, device alla moda, smartphone… Certamente le letterine di Babbo Natale di questi ultimi anni saranno zeppe di richieste del genere. Ma siamo sicuri che regalare uno smartphone (o compagnia bella) vada a beneficio dei nostri bambini?
Ok, qualcuno potrà sentirsi escluso dalla cerchia degli amichetti “avanti”, se non riceve quel regalo tanto agognato. Ma alla lunga bisogna riconoscere che essere “avanti” non è sto gran ché, e che soprattutto regali più ragionati e intelligenti hanno benefici più a lungo termine!
Ecco perché siamo dell’idea che bisognerebbe tornare su passi più tradizionali, decidendo di regalare ai bambini qualcosa di davvero utile eppure creativo. Su tutto? Uno strumento musicale. Ce ne sono di tutti i tipi, più classici e soft (il violino, il flauto, l’oboe, l’ukulele…) oppure più rock per bimbi più agitati (la batteria, la chitarra elettrica…): cercate di capire le inclinazioni dei piccoli e sicuramente farete loro una bella sorpresa.
Sara Polotti
L’olio di cocco spesso è utilizzato in cucina: effettivamente è un buonissimo sostituto dei grassi di origine animale, poiché interamente naturale e ricco di benefici e di grassi saturi importantissimi per la salute.
Tuttavia il suo uso non si ferma qui, ma si allarga anche al mondo cosmetico, poiché la sua composizione lo rende davvero ottimo per la bellezza! Oltre alle proprietà antivirali e antibatteriche, l’olio di cocco è antifungino ed è ricchissimo di antiossidanti, fondamentali per la pelle.
Quelle che vi proponiamo sono modalità di utilizzo che prevedono l’uso dell’olio di cocco direttamente sulla zona da trattare: non comprate creme o maschere, basta l’olio puro!
Una delle sue potenzialità più note è la capacità di contrastare il crespo dei capelli (lisci o ricci che siano). Spalmatene una piccola quantità tra le dita, quindi applicate l’olio di cocco direttamente sulle punte dei vostri capelli, per contrastare l’effetto crespo per tutto il giorno! Non solo: questo gesto oltre ad assicurare liscezza dona ai capelli lucentezza e morbidezza.
Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/mealmakeovermoms/7099855287
Noi occidentali stiamo un po’ perdendo i rituali delle tradizioni. Rimangono il battesimo, la circoncisione, e ne nascono nuove e più commerciali (come la baby shower), ma il momento della nascita è segnato praticamente in tutto il mondo da riti e celebrazioni per accompagnare il nuovo essere umano nel mondo.
Dall’Asia all’Africa, dall’Oceania alle Americhe, ogni paese, ogni religione e ogni popolo ha le sue tradizioni, ed è giusto conoscerle per far sì che non si perdano e non si spengano con l’avanzare dei secoli!
Partiamo da noi, e cioè dal rito più diffuso in Occidente: quello del Battesimo. E’ il rito al quale si affidano le famiglie cattoliche e cristiane qualche mese dopo la nascita (anche se in passato era eseguito solo dopo qualche giorno!), e simboleggia la cancellazione del peccato originale e l’entrata del bambino nella comunità cristiana della famiglia. Oggi è vista quasi come un qualcosa “da fare” perché lo si vede come un passaggio obbligato, ma lo bisognerebbe guardare come qualcosa di davvero importante per un credente, e quindi da prendere nuovamente sul serio. Lo stesso vale per i padrini e le madrine: per un cattolico, queste persone saranno coloro che aiuteranno i genitori nella crescita spirituale del bambino.
Altrettanto conosciuto è il rito ebraico al quale sono sottoposti i bambini maschi poco tempo dopo la nascita (8 giorni), e cioè la circoncisione, obbligatoria per gli ebrei ma praticata a volte anche dai cristiani e dai musulmani. Si tratta di una vera e propria operazione chirurgica eseguita durante una cerimonia, e prevede il taglio del prepuzio del bambino. Questo passaggio risponde al comandamento di Dio ad Abramo: secondo le scritture, ogni maschio ebreo deve essere circonciso, e la pelle presa dal prepuzio sta a simboleggiare l’impegno e il legame dell’uomo nei confronti di Dio.
I musulmani hanno poi una bellissima e dolcissima tradizione: per loro, le prime parole che l’orecchio del bambino appena nato devono sentire sono una preghiera a Dio. “Dio è grande, non c’è dio all’infuori di Allah. Maometto è il messaggero di Allah. Prega”: una sorta di iniziazione alla religione, sussurrata all’orecchio destro del bambino dal suo papà.
Ma c’è anche un’altra tradizione dolce che riguarda i musulmani, e anche molti induisti: secondo loro, il bimbo appena nato dovrebbe assaggiare qualcosa di dolce (come del miele) in modo che le sue parole, una volta cresciuto, siano altrettanto dolci.
Nuovamente condiviso da hindu e musulmani è il rito del taglio dei capelli: dopo qualche giorno dalla nascita (oppure prima del compimento dei tre anni) i bambini vengono sottoposti ad un rituale che vede la loro testa venire completamente rasata. Per i musulmani significa mostrare ad Allah che il bambino è divenuto suo servo, mentre per gli induisti ha una valenza più purificatrice (si ritiene che in questo modo vengano spazzate via le negatività della vita precedente e che vengano puliti corpo e anima).
Rito stavolta prettamente induista è quello del buco alle orecchie, un’operazione eseguita durante la cerimonia del Karnavedha quando il bimbo o la bimba hanno da 1 a 3 anni. Il significato dietro al gesto è duplice: da un lato gli orecchini allontanano il maligno, dall’altro si ritiene che il lobo sia un punto speciale dell’agopuntura.
Nelle comunità Sikh, invece, il rituale più diffuso è la celebrazione in pompa magna dell’accoglienza del nuovo bambino nel tempio, il gurdwara. Prima del compimento dei quaranta giorni, quindi, i genitori accompagnano il bambino al tempio, luogo nel quale un sacerdote apre per il nuovo arrivato il sacro libro del loro credo, il Guru Granth Sahib. I genitori scelgono quindi un nome partendo dalla prima lettera della pagina aperta e lo annunciano alla comunità, che si unisce ai festeggiamenti e al banchetto.
Quella della scelta del nome è tuttavia una ritualità diffusa praticamente in tutto il mondo, poiché si ritiene che il nome rappresenti la strada che il bimbo prenderà nella vita. Pensiamo solo agli ebrei, che scelgono sia un nome tradizionalmente ebraico sia uno più comune. Oppure agli spagnoli, che danno al primogenito il nome del padre o di un parente ancora in vita. Insomma, ogni popolo ha le sue tradizioni, non solo celebrative ma anche riguardanti la scelta del nome: bellissimi gesti che bisognerebbe mantenere in vita.
Le nostre case sono piene di giocattoli, è vero. Ma è anche vero che basterebbe ingegnarsi solo un pochino di più per scoprire come in realtà siano piene anche di materiali gratuiti, di riciclo e creativi che possono facilmente trasformarsi in giochi.
Perché quindi ostinarsi a comprare tutti i giocattoli di ultima generazione, costosi, plasticosi e assolutamente poco creativi, quando è possibile guardarsi intorno e trasformare gli oggetti quotidiani in attività ludiche?
(foto 1 http://laughingkidslearn.com/sticky-tape-challenge-for-babies/)
(foto 2 http://fun-a-day.com/snowball-names-fine-motor-literacy-activity/)
(foto 3 http://www.kokokokids.ru/2011/10/fall-art.html#more)
(foto 4 http://www.inspirefusion.com/media/2014/paper_dress_by_mayhem15.jpg)
(foto 5 https://www.babble.com/home/25-more-educational-activities-for-kids/)
Sara Polotti
Derivato dalla soia, il tofu è un alimento ricchissimo di proteine ed è perfetto per sostituire in maniera sana la carne, oppure semplicemente per cucinare nuove ricette dai sapori diversi. Se non sapete mai come cucinarlo per renderlo gustoso e versatile, ecco le ricette perfette da provare: siamo sicure che questo alimento diventerà un must nella vostra cucina!
per preparare i pomodorini confit, basta disporli su un teglia coperta con carta da forno tagliati a metà, spolverarli con sale, pepe e aromi e versare un filo di olio sopra essi. Mettete in forno e cuocete per un’ora e mezza a 150 gradi, fino a quando non doreranno un pochino. Teneteli da parte e nel frattempo cuocete la vostra pasta integrale o di cereali preferita. Intanto, frullate 150 grammi di tofu al naturale con 10 grammi di yogurt di soia, un cucchiaio di olio e un pizzico di sale. Se volete, tostate anche qualche pinolo. Una volta cotta la pasta, conditela con la crema di tofu, i pomodorini e i pinoli.
(http://www.vegolosi.it/ricette/fusilli-con-crema-tofu/)
etti a bollire il tuo riso (il basmati è perfetto, ma anche il tris di riso, farro e orzo). Intanto, metti a soffriggere una cipolla in un filo d’olio e unisci una zucchina e una carota a dadini, lasciando cuocere fino a che non dorano un po’. In un’altra padella cuoci invece con un filo d’olio 100 grammi di tofu a dadi e verso fine cottura alza la fiamma e aggiungi un filo di salsa di soia. Quando il riso è pronto condisci tutto insieme e fai saltare ancora un attimo in padella.
( http://www.salepepe.it/ricette/primi/riso/riso-saltato-verdure-tofu/)
Se adorate la cucina indiana ma siete vegetariani, potete provare il nostro tofu alla menta alla indiana: http://www.mammapretaporter.it/food/secondi-fo/tofu-alla-menta-all-indiana?highlight=WyJ0b2Z1Il0=. E’ davvero delizioso e rimanda a sapori orientali che piacciono ai grandi e anche ai piccoli.
Se ieri sera vi è rimasta della polenta, tenetela da parte! Cuocete del tofu a tocchetti in padella con dell’olio e nel frattempo preparate il così cous e in una ciotola preparate la pastella che vi servirà per le palline (mescolando 300 ml di acqua a 200 grammi di farina e un pizzico di sale). Create con dei colapasta dei medaglioni di polenta, e fate al centro un piccolo buco, nel quale infilerete il tofu. Predente poi i medaglioni e passateli in pastella, quindi, dopo averli passati nel couscous, tuffateli in olio di semi di arachide bollente per friggerli. Scolateli bene una volta dorati e servite non troppo bollenti.
(http://www.vegolosi.it/ricette/medaglioni-di-polenta-con-cuore-di-tofu-e-cous-cous/)
Semplicissime, basta spalmare la crema di tofu (da realizzare frullando del tofu con dell’erba cipollina, dell’olio di sesamo e un pizzico di sale) su del pane integrale tostato e adagiarvi sopra delle fettine di salmone affumicato. Perfette per le feste o per l’antipasto veloce!
(http://www.petitchef.it/ricette/antipasto/tartine-di-tofu-e-salmone-affumicato-fid-367739)
Da novembre ad aprile: eccolo il periodo dei carciofi, che arrivano sulle nostre tavole proprio nei mesi più freddi, riempiendo le nostre pance di gusto e benefici. In Italia è molto coltivato, soprattutto al Sud, ed è conosciuto sin dai tempi più antichi. Già i greci e i romani, infatti, lo coltivavano, e l'Italia con il passare dei secoli ne è diventata uno dei maggiori produttori. Approfittiamone, no?
Cinarina, coleretina e inulina: sono queste le tre sostanze che rendono il carciofo particolarmente benefico. La loro funzione è estremamente diuretica e soprattutto sanno aumentare il flusso biliare (soprattutto la cinarina, che fa sì che il carciofo, consumato soprattutto crudo, sia molto indicato nei casi in cui ci siano problemi del fegato). In particolare, la cinarina è davvero importantissima anche poiché aiuta ad abbassare notevolmente i livelli del colesterolo cattivo.
Ciò di cui è ricco il carciofo sono ferro, magnesio, potassio, zinco e rame, e per quanto riguarda le vitamine questo ortaggio aiuta a soddisfare il bisogno di vitamina A, B, C, E, K (importante per il cervello e per contrastare le malattie neuro degenerative), e J: è quindi davvero molto completo!
Beta carotene, luteina e zeaxanthina lo rendono inoltre uno dei migliori antiossidanti, insieme alla ricca presenza di polifenoli (quecetina e rutina) e di acido clorogenico, dalle proprietà antiossidanti ma soprattutto protettive del sistema cardiovascolare. Questo suo essere antiossidante lo rende non solo alleato dell'organismo in generale, ma anche antitumorale, poiché aiuta a prevenire il deperimento cellulare che può causare diversi tipi di cancro.
A noi piace moltissimo consumarlo nella maniera più semplice, e cioè bollito e gustato staccandone le foglie, da spolpare con i denti magari accompagnandole con un pinzimonio di olio e sale aromatizzato alle erbe. Tuttavia sono moltissime le ricette invernali che prevedono il carciofo. Eccone alcune (che prevedono i carciofi freschi; ma se non avete tempo di pulirli andranno bene anche i curi di carciofo surgelati).
La prima ricetta perfetta per l'inverno è la vellutata di carciofi. Mettete a soffriggere con un filo d'olio una cipolla rossa, quindi una volta rosolata aggiungete una patata piccola a tocchetti e 7 cuori di carciofo. Coprite con del brodo vegetale (circa 800 ml) e lasciate cuocere per mezz'ora. Dopodiché frullate tutto con il frullatore a immersione e servite con qualche crostino fatto in casa.
(foto 1 http://ricette.giallozafferano.it/Vellutata-di-carciofi-e-porri.html)
Con i carciofi romaneschi freschi, invece, è indicata questa ricetta al forno. Pulitene dodici e fateli rosolare un attimo in padella con dell'olio e dell'aglio. Trasferiteli poi in una pirofila e irrorateli con olio evo e acqua fino a coprirli. Metteteli in forno a 170 gradi coprendoli con un coperchio e cuocete per un'oretta.
(foto 2 http://www.lacucinaitaliana.it/ricetta/secondi/carciofi-al-forno-alla-romana/)
Infine, buonissimo è il risotto ai carciofi. Rosolate in padella una cipolla tagliata fine, quindi aggiungete 12 cuori di carciofo a listarelle. Aggiungete il riso a tostare e coprite con il brodo vegetale, lasciandolo assorbire. Mantecate con una grattugiata di parmigiano et voilà!
(foto 3 http://www.holyfood.it/wordpress/risotto-con-carciofi-e-curcuma/)
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Ciao a tutti! Eccoci con una nuova recensione. Questo bellissimo libro di cui vi parlerò oggi è stato scritto da Enza Minniti e edito da La Rondine. Inizialmente l’ho sfogliato molto frettolosamente, pensando erroneamente che fosse un “semplice” libro di ricettine per bimbi (senza nulla togliere ai libri in tal senso) e mi ero ripromessa di lasciarlo in cucina per farmi venire qualche idea per i pasti dei miei bimbi. Poi però mia figlia lo ha preso per guardarlo, ed è stata lei ad accorgersi che no…non erano semplici ricette.
Il libro è una raccolta di foodtales e nella presentazione iniziale curata dalla psicoterapeuta familiare Carla Cosco possiamo capire meglio di che si tratta. Non solo filastrocche che accompagnano un piatto curato nei minimi dettagli, gioia per il palato ma anche per la vista e per le nostre emozioni, ma foodtale come un momento in cui il cibo diventa il motore della fantasia. Un momento in cui tra genitori e figli si instaura un rapporto che va oltre il concetto di nutrimento del corpo, ma diventa nutrimento della creatività. Enza Minniti, dopo la diagnosi di celiachia della figlia, trasforma il pasto in un momento per comunicare in una nuova maniera. E i personaggi dei suoi foodtales si animano per ricordarci tanti valori importanti.
Porta in tavola gli alimenti dando loro una nuova dimensione, una nuova vita, stimolando l’immaginazione dei bambini. Che magari assaggeranno e mangeranno più volentieri o magari no…ma a prescindere dal risultato finale (mangerà o non mangerà) ciò che conta è che il cibo sarà arrivato in tavola con una nuova e meravigliosa valenza. Ecco allora che La famiglia Piantagrassa (fatta con polettine di ricotta e spinaci, pane e carote) ci ricorderà l’importanza dell’avere una famiglia su cui poter contare nei momenti bui e Gelsomino il ragnetto (fatto con hamburger di carne e decorato con patatine salatini e formaggio) saprà farsi amare dalla sua mamma anche se è dispettoso e capriccioso. I bimbi mangiando si rivedranno nei personaggi che hanno sul piatto, o vi rivedranno l’amichetto di scuola…si potranno immedesimare, emozionare, sviluppando maggiormente la loro empatia.
Il cibo diventerà un compagno di giochi, che strapperà un sorriso a tutta la famiglia. E dalla sua preparazione (che potrebbe e dovrebbe coinvolgere anche i bimbi) alla sua consumazione, sarà un momento fondamentale di comunicazione amore e condivisione. È un libro che a mio avviso va bene per tutte le età. Mio figlio non ha ancora tre anni e adora farselo leggere. Le filastrocche sono brevi e scorrevoli e affiancate ovviamente d bellissime foto! E le ricette davvero semplici, ma deliziose! Provare per credere!
“Mamma mi piace questa –magia magia lenticchia vai via!- secondo me funziona davvero la formula magica, ma solo se facciamo la civetta perfetta! Deve essere uguale mamma e giuro che me la divoro in un attimo!”
Il risotto è un piatto completo, grazie all'apporto di fibre e di proteine del cereale alla base del piatto e grazie alle proprietà nutritive che gli si aggiungono a seconda degli ingredienti scelti. Soprattutto, è un piatto molto sano quando lo si sceglie alle verdure, ed essendo cremoso e versatile il bello è che piace molto anche ai bambini.
Pensate quindi alle vostre verdure preferite, e sappiate che è possibile cucinare un buon risotto praticamente con tutti gli ingredienti immaginabili. Il procedimento sarà sempre lo stesso: un buon soffritto con cipolla, la tostatura del riso in padella e l'aggiunta a poco a poco del brodo vegetale fino a farlo assorbire, aggiungendo gli ingredienti scelti e, alla fine, una spolverata di parmigiano (o di lievito alimentare in polvere per le ricette vegan) in modo da mantecare e rendere morbido.
- Il primo risotto che vi proponiamo è quello verde alle erbette, il nostro preferito poiché contiene moltissimi sapori e poiché le proprietà sono tante, grazie alla quantità di erbe contenute. Noi abbiamo scelto bietole, spinacini, malva, borraggine e basilico, ma potete scegliere quelle che più vi aggradano.
- Soffritto con del porro, riso integrale, broccoli già bolliti e curcuma: ecco il buonissimo risotto broccoli e curcuma, delizioso e super benefico. Basterà, rispetto alla ricetta del risotto base, aggiungere due cucchiai di curcuma nel brodo e completare con i broccoli solo dopo la mantecatura finale.
(foto 2 http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/risotto-integrale-con-broccoli-e-curcuma/32371/?refresh_ce)
- Ricchissimi di minerali e quindi davvero sani e benefici sono gli spinaci, verdissimi e davvero buoni. Ecco allora che vi suggeriamo il nostro sugo nel quale protagonisti sono proprio gli spinaci, da utilizzare sulla pasta o sul risotto (mescolandolo alla fine in padella con il risotto giù pronto).
- Frullate due barbabietole bollite: saranno perfette per rendere il riso coloratissimo e, non ultimo, davvero gustoso! Aggiungete il frullato durante la mantecatura e lasciate saltare in padella per un minuto buono.
- Coloratissimo è anche il risotto al cavolo viola (che oltretutto in questo momento è di stagione). Basterà tagliare a listarelle un cavolo viola di circa 300 grammi e metterlo a soffriggere insieme alla cipolla, aggiungendo poi il riso e il brodo.
(foto 5 http://blog.cookaround.com/ledeliziedierika/risotto-con-cavolo-viola/)
- Amarognolo ma delizioso è il risotto al radicchio rosso. La ricetta prevede l'aggiunta del radicchio rosso tagliato grossolanamente nella padella del riso a circa cinque minuti dal termine della cottura, in modo da non rovinare il sapore e il colore del radicchio (a cui basta una cottura veloce).
(foto 6 http://www.lospicchiodaglio.it/ricetta/risotto-radicchio-rosso)
- Autunnale e colorato è invece il nordico risotto alla zucca. Tagliatene 500 grammi a cubetti e mettetela a rosolare insieme alla cipolla a inizio cottura, prima del riso e del brodo. Si stuferà insieme agli altri ingredienti, quindi non c'è bisogno di cuocerla prima!
(foto 7 http://www.misya.info/ricetta/risotto-alla-zucca.htm)
- Ai bambini piacciono moltissimo i fagiolini, vero? Approfittatene e preparate un risotto ricco di verdure. Nel soffritto aggiungete oltre alla cipolla della carota e del sedano, e prima di aggiungere il brodo mettete in padella anche 300 grammi di fagiolini puliti.
(foto 8 http://www.amando.it/ricette/risotti/risotto-fagiolini.html)
- Più "adulto" ma buonissimo è il risotto limone e avocado. Dopo aver fatto soffriggere la cipolla in padella, aggiungete il riso e il brodo e a metà cottura grattugiatevi dentro la scorza di un limone. Intanto, preparate una crema di avocado frullandone uno insieme a un filo d'olio e al succo di un limone. Utilizzate poi questa crema a fine cottura per mantecare il risotto.
(foto 9 http://blog.giallozafferano.it/ricettesfiziosedirosaria/risotto-limone-e-avocado/)
- E infine un'altra ricetta con uno degli alimenti più amati dai bambini: i piselli. Tradizionalmente il risotto ai piselli si chiama risi e bisi, e lo si prepara semplicemente lasciando cuocere i piselli da subito insieme alla cipolla, aggiungendo poi il riso e il brodo.
(foto 10 http://mangiarebuono.it/sui-colli-berici-per-risi-e-bisi-baccala-e-scorzone/)
Siamo già a fine novembre. C’è chi si stupisce delle città già addobbate a festa, ma manca esattamente un mese a Natale! E moltissimi villaggi di Natale sparsi in tutta Italia hanno aperto i battenti, in attesa di riempirsi di bambini e famiglie desiderosi di immergersi completamente nell’atmosfera natalizia.
Non parliamo dei mercatini (anche se ci piacciono moltissimo anche quelli e a breve arriveranno i consigli sui migliori!), ma dei veri e propri villaggi che riproducono le casette nordiche, le abitazioni di Babbo Natale e le fabbriche di giocattoli, in un ambiente magico e sognante che farà impazzire grandi e piccoli.
Come ogni anno torna il Villaggio di Natale di Montepulciano, che ha aperto i battenti lo scorso 19 novembre e che rimarrà aperto fino all’8 gennaio. Montepulciano, cittadina senese già suggestiva di per sé, si tinge così dei colori del Natale, portando in città un grande mercatino caratteristico, una pista di pattinaggio su ghiaccio e una mostra tutta dedicata ai giocattoli, ma soprattutto il Castello di Babbo Natale, ospitato nell’antica fortezza medievale addobbata con luci, colori, alberi e decorazioni a tema. Qui i bambini potranno conoscere Babbo Natale e partecipare a tantissimi laboratori e attività organizzati lungo tutto il periodo di apertura. Qui trovate tutto il programma: http://www.nataleamontepulciano.it/il-programma-e-gli-eventi-di-natale-a-montepulciano.html
Per le famiglie torinesi il meglio del meglio è certamente Christmas Dream, il villaggio di Babbo Natale e dei suoi Elfi che dal 26 novembre 2016 fino all’8 gennaio 2017 (aperto lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle 9.30 alle 22.30 e venerdì e sabato dalle 9.30 a mezzanotte e mezza) sarà ospitato in Piazza d’Armi all’interno di una suggestiva struttura completamente in legno. Un villaggio con tutti i crismi nel quale l’atmosfera fatata si respira in ogni angolo, dalla stanza del riposo di Babbo Natale a quella dove gli Elfi costruiscono i regali, dal Circo all’Ufficio Postale che accoglie le letterine dei bambini di tutto il mondo.
Sempre in Piemonte è il Villaggio di Natale di Monticello d’Alba (villaggiobabbonatale.com). “Nel cuore del Roero c’è un luogo speciale che da fine Ottobre fino alle festività natalizie s’illumina di una luce unica, quella del Natale. Tra pini, luminarie, addobbi, presepi, scenografie spettacolari, mercatini ed eventi, gli ultimi due mesi dell’anno sono l’occasione per una visita tra atmosfere magiche e gioiose. Chi pensa che Babbo Natale abiti in Lapponia dovrà ricredersi!”: recita così il sito internet della manifestazione, e siamo sicuri che i visitatori non verranno delusi! Fino al prossimo 6 gennaio sarà quindi possibile immergersi nel paese di Babbo Natale anche nel cuneese, a due passi da casa.
(foto 3 http://www.villaggiobabbonatale.com/it/villaggio-natale.php)
A Bussolengo si trova invece il villaggio di Natale per le famiglie veronesi e venete (ma non solo). Fino all’8 gennaio 2017 sarà possibile quindi visitare questo villaggio che dal 1996 tinge di colori natalizi la cittadina, grazie al piccolo borgo medievale ricostruito: dalle mura fortificate al bosco incantato (nel quale abitano i Nove Gnomi di cui faranno la conoscenza tutti i bambini!), il Villaggio di Natale Flover è davvero completo e lascia immergere grandi e piccini in un ambiente assolutamente magico e irripetibile, che ogni anno si rinnova.
(foto 4 http://www.viaggi-lowcost.info/eventi/il-villaggio-di-natale-flover-a-bussolengo-verona/)
Bellissima è poi la Grotta di Babbo Natale sul Lago Maggiore: una vera grotta sotterranea con una galleria che nel periodo natalizio si anima con musiche, luci e incontri con Babbo Natale e i suoi elfi, che donano ai bambini un piccolo presente in ricordo della giornata. Una visita di venti minuti che potrà essere corredata anche dalla giornata nell’adiacente parco con presepi, mercatini e spettacoli. In questo caso la prenotazione è vivamente consigliata (su http://www.grottadibabbonatale.it/prenota), poiché le visite sono davvero tantissime!
(foto 5 http://www.grottadibabbonatale.it/it/grotta)
Scendendo più a sud molto suggestivo è il Paese di Babbo Natale di Chianciano, ospitato nel Parco Acquasanta delle Terme, così come quello “più a Sud d’Italia”, il Salento Santa Claus Village: aperto dal 27 novembre a Santo Stefano, ospita la cucina e il laboratorio di Babbo Natale, ma anche il suo ufficio, l’ufficio postale, la banca, la sua camera e lo studio fotografico degli Elfi. Una vera città completa di tutto, nordica e festiva!
(foto 6 http://www.salentosantaclaus.com/il-villaggio/)
Sara Polotti