Storie di adozioni e di amori infiniti

Lunedì, 30 Giugno 2014 20:46

Ed ecco il racconto di un'altra mamma del mondo! Rita, un donna italiana che ci racconta la sua bellissima storia con le sue due figlie brasiliane.

Sono la mamma di Jessica e di Beatriz incontrate nel mio cuore nel 1999, quando avevano solo 7 anni e mezzo e 5 anni, ma con già tanta sofferenza nei loro occhi.

Le abbiamo incontrate in Brasile, a Sorocaba, il 2 dicembre, in una giornata di estate. Il ricordo del loro primo abbraccio rimarrà indelebile nella mia mente e va a cancellare la delusione avuta nell'apprendere che non eravamo idonei ad adottare un bimbo straniero con le sue difficoltà e specificità secondo il Tribunale dei Minori di Milano.

Siamo andati avanti facendo ricorso, sicuri che il nostro cuore non mentiva. A metà novembre del 1999, l 'Aibi, l'associazione alla quale ci eravamo rivolti e che ci aveva preparato ad affrontare l'incontro con dei bimbi "soli", ci avvisò che entro il 1 dicembre si doveva partire per il Brasile dove ci aspettavano due sorelline.

Il poco tempo a disposizione per l'organizzazione non ci diede il tempo per avere paura. E partimmo con le valigie colme di vestitini estivi, giochi e colori per le bimbe e tanto desiderio di iniziare una nuova storia. Rimanemmo in Brasile per 48 giorni nei quali iniziammo ad annusarci, a tastarci, a conoscerci ad entrarci nei rispettivi cuori.

Arrivammo in Italia il 18 gennaio del 2000, dopo aver festeggiato l'inizio del nuovo millennio in una "fazenda brasileira" immersa in una vegetazione rigogliosa. Ho goduto della "maternità" , perché comunque si tratta di questo, obbligatoria e facoltativa.

Ho seguito passo passo il crescere delle mie bimbe con tante difficoltà, ma anche con immense gioie. Il "tu non sei la mia mamma" gridato da Jessica durante le sue crisi, lasciò il posto alla domanda, ripetuta decine di volte durante la giornata, a " Mamma mi vuoi bene? " , per poi passare nel corso dell'adolescenza a momenti più bui nei quali bisognava contenere la sua rabbia.

La piccola Beatriz cresceva anche lei, ma più spensierata e gioiosa.

Jessica ha scritto un libro per dipanare le sue nebbie. Si intitola "Le nuvole non sono poi così lontane" ed. Acar. Aver messo su carta, le sue paure, le sue ansie, il suo perdono verso i genitori biologici, l'ha aiutata a "rinascere".

"Tutto il mondo mi passa davanti, ognuno prende il suo treno e le proprie opportunità, ma due persone si fermano con me. Le stesse che non mi giudicano, ma che lasciano nell'aria consigli, dicendomi che tocca a me scegliere; che mi dettano perle di saggezza; che cercano di ricomporre la mia vita quando non ci credo più ; che tengono a galla i miei sogni ; le stesse persone che 10 anni fa hanno percorso un nuovo sentiero per conoscermi. Grazie mamma e papà, che mi importa se non mi assomigliate.
Voi mi prendete per mano e mi fate raggiungere le nuvole.
Il vero sogno siete voi. Vi voglio bene! "

Questa è la parte finale del suo libro!

L'hanno scorso Beatriz ha manifestato il suo bisogno di conoscere le sue origini. Desiderava sapere se i suoi genitori pensavano ancora a loro. Pensieri legittimi per un'adolescente alla ricerca del suo vero sé e del proprio futuro.
L'abbiamo aiutata e supportata e abbiamo ricontattato Aibi nella figura della dott.ssa Susani. Ora Beatriz si sta preparando alla maturità e la sua video tesina si intitola : My roots, le mie radici. Alla ricerca delle sue origini.
Anche per Bea, questa ricerca rappresenta una "rinascita".

Ed io sono immensamente grata a Jessica e a Beatriz di avermi "scelto" come madre per il loro cammino di vita.

Ora Jessica ha 22 anni e Beatriz 19. Sono ormai due giovani donne che guardano al futuro con la consapevolezza di essere amate!

Rita Piazza

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La festa dei fidanzati

Lunedì, 30 Giugno 2014 20:31

 

L' altro giorno ho letto una frase che mi è piaciuta molto: "Un bacio tira l'altro e si finisce in sala parto." E siccome siamo a giugno e una cosa tira l'altra, per associazione di idee vorrei raccontarvi la Festa dei Fidanzati in Brasile.

In Brasile, la Festa dei Fidanzati è celebrata il 12 giugno, vigilia del giorno di S. Antonio, Santo portoghese che per tradizione è riconosciuto come il "Santo casamenteiro" cioè il Santo che favorisce i matrimoni.

In Italia, ma anche nel resto dell'Europa e negli Stati Uniti il giorno degli innamorati viene celebrato a S.Valentino - 14 febbraio. Celebrazione la cui storia risale all'Impero Romano dove ad un vescovo cattolico, San Valentino, viene vietato dall'imperatore romano Claudio II di celebrare matrimoni. Tuttavia, il vescovo, non rispettando l'ordine imperiale, continua in segreto la celebrazione dei matrimoni, e per questa disobbedienza viene arrestato dai soldati e condannato a morte. Mentre era in prigione, riceve diversi biglietti e lettere, da giovani amanti, che esaltano la passione, l'amore e il matrimonio. Il vescovo Valentino fu decapitato il 14 febbraio dell'anno 270. In suo onore, questa data è stata designata per festeggiare le coppie e l'amore.

In Brasile, però, questa festa ha una storia molto diversa, legata al frate portoghese Fernando de Bulhões (Santo Antonio). Il frate nella sua predicazione religiosa ha sempre sottolineato l'importanza dell'amore e dei matrimoni. Grazie al valore dei suoi messaggi e delle sue prediche, viene canonizzato, guadagnando la fama di "Santo casamenteiro". E così, il Brasile ha scelto la data del 12 giugno, la vigilia di S. Antonio (13 giugno). Per essere la data di commemorazione dell'amore. Come in molti paesi del mondo, anche i Brasiliani hanno la tradizione di scambiarsi regali, fiori e dei bigliettini tra le coppie innamorati.

E poiché stiamo parlando della Festa dei Fidanzati, è appropriato parlare del santo del giorno dopo, Sant'Antonio, il quale è considerato il "Santo casamenteiro". Nel suo giorno sono comuni le pratiche di piccoli incantesimi fatti dalle donne single che vogliono sposarsi. Così, il 13 giugno, le chiese cattoliche distribuiscono il pane di Sant'Antonio, che secondo la tradizione deve essere messo insieme agli alimenti di casa, in modo da scongiurare la mancanza di cibo. Esiste anche la tradizione della torta benedetta di Sant'Antonio che deve essere mangiata dalle donne che vogliono sposarsi, per trovare "l'uomo giusto" in quell'anno; la più fortunata delle commensali sarà quella che troverà in mezzo alla torta anche la medaglietta con l'immagine del Santo.

In Brasile i giorni 12 e 13 di giugno sono giorni di festa per tutti l'innamorati, quelli che hanno già trovato la loro anima gemella e quelli che ancora devono trovarla....

Sposati, ricordate questo modo di dire Brasiliano: "Os casados são eternos namorados" – Gli sposati sono eterni fidanzati....

 

Vuoi raccontarci la tua esperienza di mamme nel mondo? Scrivici attraverso la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Immagine tratta da love4humtum.blogspot.com

 

Tutti noi vorremmo mangiare solo bio ma... i costi sono proibitivi! Nasce allora a Padova un'iniziativa davvero fantastica nata da tre realtà venete: consorzio Sefea (Società europea Finanza etica e alternativa), gruppo EcorNaturaSì spa (la più importante azienda di distribuzione prodotti biologici in Italia) e la società agricola Kilometri Zero. Ultimo minuto bio è un negozio di alimenti biologici e naturali a prezzi bassi (sconti fino al 70%)ma prossimi alla scadenza, per cui è necessario consumarli in fretta. Infatti i prodotti di EcorNaturaSì rimasti invenduti o con scadenza ravvicinata vengono selezionati e venduti nel negozio Ultimo Minuto Bio.
«Il nostro obiettivo» spiegano il direttore generale di Sefea Fabio Salviato, il presidente di EcorNaturaSì spa Fabio Brescacin e Francesco Carraro, socio fondatore di Kilometri Zero «è quello di promuovere il consumo dei prodotti biologici e i valori dell'alimentazione sana, ma anche di agire concretamente nella lotta allo spreco e di ridurre i costi della spesa quotidiana per le famiglie, ora più che mai attente ai consumi».
Nel caso avanzi qualcosa le rimanenze saranno donate alle mense popolari e ad associazioni del territorio.
Ottima iniziativa davvero, non solo per rendere accessibile il mondo del biologico a tutti ma anche per evitare inutili sprechi di cibi davvero preziosi.
Giulia Mandrino

In questa ricetta, essendoci le mandorle, abbiamo un'ottima fonte proteica oltre che di calcio senza parlare del ferro dalle spezie! Anche le varianti proposte mantengono una buona base proteica. 

 
 

Questa è una ricetta fantastica! Ho provato questa deliziosa cremina al mio aperitivo preferito all'Hafa Cafè di Torino, nel quale propongono sfiziosissime salsine vegan tra cui una alle carote, una alle zucchine e una ai ceci, l'hummus appunto! I benefici dei ceci e in generale dei legumi sono moltissimi e sempre più fonti autorevoli nel campo scientifico consigliano di diminuire in maniera consistente la quantità di proteine animali a favore di quelle vegetali, in particolare con i legumi.  

 

Ho utilizzato come titolo di questo post "la scoperta della farinata" perchè per noi mamme la farinata è davvero una cosa spaziale! I bambini normalmente la adorano, fa un gran bene in quanto è fatta di ceci e acqua, con gli amici si fa sempre una bella figura e si presta a tantissime personalizzazioni, sia a livello di ingredienti, sia a livello di forme (basta utilizzare delle formine sulla farinata cotta per ottenere magnifiche stelline o animali). 

 

Domenica sera sono andata con un'amica a vedere la presentazione del libro Las Vegans di Paola Maugeri; lei bravissima a intrattenere il pubblico ma sopratutto davvero preparata in temi di alimentazione naturale e benessere. Alle sue spalle c'era la chef Karin Ranzani, naturopata, allieva dello chef vegano stellato Simone Salvini,specializzata in alimentazione naturale ed energetica, titolare con la dott.ssa Raffaella Ravasso di Vegusto.it, azienda che produce e vede meravigliosi formaggi veg e molti altri sfizietti naturali.Ma torniamo a noi. Durante la presentazione Karin ha preparato numerosi assaggini tra cui una crema di tofu e rape rosse che ci ha servito spalmata su crostini decorati con erba cipollina. Deliziosa, tanto che oggi ho deciso di provarla, modificandola un po' per renderla più gradevole al mio palato super goloso: gli ingredienti base sono comunque Tofu sbollentato e poi frullato con sale, rapa rossa cotta (barbabetola) e decorata con erba copollina. Nella mia variante invece gli ingredienti sono:

- 2 pezzi di tofu al naturale

- 2/3 di rapa rossa (le trovate già cotte al supermercato)

- 1 cucchiaio di acidulato di umeboshi (varietà di albicocca giapponese molto benefica)

- 3 cucchiai di yogurt di soia

- due cucchiai di formaggio No-muh crema http://vegusto.it/shop/it/no-muh-formaggio-vegetale-fomaggio-vegan/8-no-moo-sauce-7640144054090.html

-erba cipollina fresca

 

Sbollento il tofu e poi lo frullo con tutti gli altri ingredienti ad eccezione dell'erba cipollina: travaso il composto e aggiusto di sale. Trito finemente l'erba cipollina e la metto sopra la cremina.

Ottima abbinata ai crostini ma anche con verdura cruda. Le bimbe adorano questo rosa intenso (e anche le loro mamme)!

Enjoy

 

Giulia Mandrino

 

 

Non avevo mai sentito parlare delle bambole empatiche, così quando mi è stata svelata la loro esistenza sono subito andata ad informarmi ed, ovviamente, me ne sono innamorata!
Sono giocattoli? Sì e no. Sono strumenti per imparare a relazionarsi con gli altri, oggetti morbidi a cui affezionarsi ed anche cura per chi ha bisogno di rimanere agganciato ad una piccola porzione di sé.
Cosa vuol dire?
Facciamo un passo indietro, negli anni 90, in Svezia. La terapista Britt-Marie Egedius-Jakobsson capisce che la terapia della bambola o "dolltherapy", aiuta a migliorare il benessere delle persone che hanno difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno, affette ad esempio da autismo, demenza senile o da alcune gravi patologie psichiatriche.
L'accettazione e l'accudimento di queste bambole, portava i suoi pazienti a migliorare il loro stato di salute, a gestire meglio i loro stati di stress ed a diminuire sensibilmente il ricorso ai farmaci.
Per questo motivo Britt-Marie Egedius-Jakobsson contribuì ad ideare la linea Joyk, costituita da bambole di diverse misure ma tutte con le medesime caratteristiche di base. Una lunghezza tra i 34 ed i 50 cm, un peso che varia dai 700 ai 1000 grammi, ben bilanciato su tutto il corpo, tanto da permettere alle bambole di stare sedute senza sostegno, una morbidezza che richiama quella della pelle di un bambino, tratti aperti e guance paffutelle, gambe morbide ed un po' arcuate che non intralcino in fase di abbraccio, capelli morbidi da accarezzare, mani con cinque dita che le bambole possono mettersi in bocca e organi genitali rispondenti al vero, nonché, nella versione "neonato" una testolina che necessita di essere sorretta. Il tutto fatto a mano, così che, pur nel medesimo modello, non ci siano due bambole perfettamente identiche, al contrario di quanto succede con le classiche bambole provenienti dalle catene di produzione.

            

 

Alcuni modelli di Joyk hanno anche una taschina nel pancino nella quale inserire erbe aromatiche od un accessorio che riproduce il suono del battito cardiaco, per aumentare la sensazione di benessere che si percepisce tenendole in braccio e renderle ancora più simili a dei bambini veri.

 

Oltre alle Joyk, con le medesime caratteristiche possiamo trovare le bambole Rubens Barn, sempre svedesi e forse create più rivolte ai bambini che pensate per essere usate come bambole terapeutiche. Sembrano anche più “modaiole”, nel senso che dal loro sito emerge una maggior ricerca sull’abbigliamento delle bambole proposte nonché la disponibilità di vestiti di ricambio, ma il concetto è il medesimo, anche qui abbiamo neonati e bimbi più grandicelli. Sul loro sito, per ogni modello è possibile vedere “l’effetto che fa” la bambola in braccio ad un bimbo vero, così da poter percepire le reali dimensioni dell’oggetto che stiamo andando ad acquistare. Trovo che sia molto utile!


I prezzi sono abbastanza allineati tra le due aziende, si parte da un minimo di circa 40 euro per le bambole più piccole fino ad un massimo di 65 euro per le più grandi e pesanti. Non pochissimi, ma non distanti dai vari Cicciobello & co.

In che cosa può fare la differenza un giocattolo del genere in mano alle nostre bambine ed ai nostri bambini? Perchè dovremmo preferirlo ad altre tipologie di bambole?
Perché sembrano vere, mettono allegria, sono morbide e, soprattutto, aiutano i nostri piccoli ed esternare le proprie emozionied a meglio gestirei propri sentimenti. E questo è tanto utile in quei passaggi della vita già per loro complicati per via di un grande cambiamento, come l'arrivo di un fratellino, o nelle fasi come i "terribletwo", i difficili due anni (sia per loro che per noi genitori!). I piccoli si immedesimano nelle bambole più grandi e si prendono cura di quelle che rappresentano un neonato, arrivando istintivamente a capire concetti complicati da spiegare a parole.
Si tratta di una bambola pensata realmente per tutti, senza limiti di età né di sesso. Viene utilizzata sia dai piccolissimi che dagli anziani, da maschietti e femminucce, così come da donne o da uomini e tutti ne traggono beneficio, ciascuno a seconda della propria necessità del momento. Ci sono anche in Italia molti centri geriatrici che ne fanno uso con successo per i propri pazienti, così come migliaia di bambini che ci giocano quotidianamente e questa transgenerazionalità, così come la sua adattabilità alle esigenze del suo utilizzatore, rendono queste bambole uniche nel loro genere.
Ecco perché me ne sono innamorata e vi consiglio di pensare a questa alternativa la prossima volta che i vostri figli vi chiederanno una bambola.

So Mummy

 

 

Per le nostre serate con pochi o zero caroidrati le nostre polpettine di ceci sono una vera delizia!

Ecco la mia ricetta per una meravigliosa bevanda di ispirazione indiana da abbinare al nostro menu etnico. Quando la faccio è davvero un successone!

Ingredienti:

1 rametto di menta
1 cucchiaino di zucchero integrale di canna o due cucchiaini di scirippo d'acero
1 cucchiaino abbondante di cardamomo
1 cucchiaino abbondante di cumino 
1 lime (succo ottenuto dalla spremitura) oppure 4 fettine sottili di zenzero
1 litro d'acqua

Procedimento:

Spremiamo il succo di un lime (anche il limone va bene) oppure tagliamo le fettine di zenzero.  Inseriamo tutti gli ingredienti all'interno di una caraffa d'acqua o di una bottiglia possibilmente di vetro; lasciamo macerare per almeno 4 ore, poi coliamo e ri-travasiamo in una bottiglia in vetro o in una caraffa. In estate possiamo aggiungere qualche cubetto di ghiaccio, senza esagerare. E' possibile modificare le dosi a seconda dei propri gusti, ricordiamoci solo di non esagerare con lo zucchero!

Giulia Mandrino

 

 

Sara

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Cecilia

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