Storie di parto

Giovedì, 26 Giugno 2014 19:09

Pur non amando particolarmente parlare di fatti strettamente intimi e personali voglio dedicare
queste mie storie alle altre donne che per mille motivi diversi decidono di prendere in mano il loro
corpo, la loro anima e la loro vita....
Son le storie dei miei bambini, della loro venuta nel mondo e del mio diventare mamma.
Storie di sofferenza, amore e riscatto..
La nascita di Sirio
Sirio nasce il 16 novembre, ora ha quasi cinque anni.
Un parto rapido, sterile, indolore... a livello fisico... la cui ferita sul mio addome rispecchia quella che ha bruciato nell´intimo della mia anima.
Il 15 novembre mi accorgo che "qualcosa" stava cambiando: dolori, "tiramenti", una strana ilarità e, perlomeno, la soddisfazione che il mio piccolino avrebbe deciso da solo la data in cui venire al mondo. Mi stringo a Leo iniziando ad accennargli che: "mi conviene mangiare, mi sa che poi per un po´..", "non andiamo a danzare, rilassiamoci, gustiamoci questi ultimi momenti da soli..."
Dopo cena ci mettiamo a letto accompagnati dalle prime contrazioni... Il sonno tarda ad arrivare e mi accorgo che i movimenti di Sirio si fanno sempre più rarefatti, decidiamo di andare in ospedale per una rassicurazione.
Inizialmente mi sento accolta, la ginecologa (quella che aveva "scoperto" Sirio podalico quindici giorni prima e che mi era stata molto vicina durante la fallita manovra di capovolgimento) è in turno quella notte. Mi attacca al monitoraggio e dice che Sirio sta bene e che le contrazioni sono regolari ogni 9 minuti! Mi rilasso e le dico che sarei andata a casa per farmi una doccia e prepararmi! Lì tutto cambia, la donna che mi aveva inizialmente rassicurato assume un ruolo più formale... Sono le 2 di notte..
La dottoressa Silvia afferma che bisognava prepararmi per un cesareo prima che le contrazioni aumentassero ed il tutto prendesse la "figura d´urgenza". Leo va a prendere la mia borsa e poi mi rimane vicino... Il terrore s´impossessa di me: inizio a piangere ed a battere furiosamente i denti, non è solo freddo, è terrore. Un´operazione per far nascere il mio piccolo, un ospedale (che nella
mia vita mi aveva visto solo come visitatrice) che mi priva della mia capacità decisionale ed il personale che non comprende: "la maggior parte delle mamme avrebbe pagato per avere un cesareo e non soffrire!". Io avrei pagato per il contrario.. La prima idea per far nascere Sirio era stato il parto a domicilio ed ora mi trovavo cateterizzata e rasata. Mi preparano ed alle 6 mi portano in sala operatoria, Leo non può entrare: "non è nella prassi dell´ospedale!". Io sono terrorizzata, mi chiedono se voglio qualcosa per rilassarmi. "No grazie, la spinale mi sembra più che sufficiente...". Posizione innaturale, ago da flebo, antibiotico, puntura in zona lombare e camice verde... una tenda tra me ed il mio bimbo, che avrei voluto vedere nascere.. Ossigeno, anestesista sgarbata, ginecologi che parlano di dettagli tecnici e cercano, maldestramente, di consolarmi per il mio parto non avuto: "il prossimo lo blocchiamo cefalico alla 28 settimana!", "che bacino stretto" o "e guarda come si era incanalato bene, fosse stato cefalico lo facevi in un attimo!".
Non ho il controllo di me, io e Sirio siamo nelle mani altrui per quello che dovrebbe essere l´evento più naturale del mondo.
Sento che tagliano, che cercano e tirano nel mio utero, credo che con un "aspirapolvere" assorbono il liquido amniotico.. Tirano.. Sirio è incanalato col culetto e la sua testa è incastrata nelle mie costole, mi salgono sopra con un braccio e spingono, il mio amore
scivola fuori e piange. "Piange, sta bene!", penso.. Tutto per un attimo si blocca, sento il calore e l´amore che sopraggiungono... L'ostetrica mi fa vedere Sirio: tutto il suo papà, è piegato a metà a causa della posizione.. Riesco a dargli un bacio: "Benvenuto amore!" e poi lo portano via....Sono stanca che mi tocchino, "Avete finito?". Sto bene ma non sento le gambe, Leo è a fianco a me, è l´effetto dell´anestesia, passerà.. Io non sento il mio corpo e questa cosa mi manda in bestia...
Il reparto è sovraffollato, entro in camera alle 16.00, esigo di vedere subito Sirio che si attacca al seno e ciuccia il suo latte.
Lo riconosco perchè in lui vedo mio marito.. Ma siamo stati lontani molto tempo... Impareremo ad amarci, col tempo.. La sera stessa Sirio è stato accolto dalle braccia del suo papà che adagiandolo tra le sue gambe e sopraffatto dall´emozione si è sfogato in un lungo e singhiozzante pianto.. Da lì ho iniziato a percepirmi strana.. Ero capacissima nell´accudimento materiale, nessuno doveva dirmi come e quando, veniva da sé.. ma non riuscivo a capire dov'era quest´amore tanto narrato. Per tutti i primi mesi mi sono sentita una mamma efficiente ma emotivamente poco coinvolta. Fino a poco tempo fa pensavo d´aver preteso troppo dal mio corpo e dal mio bambino sentendomi in colpa anche per questo. Da una parte ero quasi arrabbiata con questo piccolo che aveva deciso di sedersi lì e complicare un po´ la sua nascita, dall´altra mi chiedevo come avevo fatto a non sentire che lui si era girato e perchè non avevo interpretato i segnali che questa gravidanza mi aveva dato e che potevano condurmi, perlomeno a pensare, che la nascita di Sirio sarebbe stata diversa da quella sognata.
Per Sirio avevamo immaginato un parto in casa, avevamo contattato le ostetriche e fatto dei colloqui; poi piccoli problemi, prima di logistica e poi di salute avevano scoraggiato la nostra scelta ma questi incontri erano stati per noi una grossa presa di coscienza che ci conducevano ad un parto in una struttura pubblica con una grossa consapevolezza ed un animo battagliero! Poi Sirio podalico, alla 36 settimana ed un taglio cesareo alla 38 dopo moxa e manovra fallite..
Ad ora mi dico: un parto pieno di adrenalina. Dettato dalla paura e dallo strapparmi via il mio piccolo appena venuto al mondo... Forse l´essere efficiente nell´accudimento era un non pensare alla paura che mi stava travolgendo.. Io mi sono sentita solo impotente, sopraffatta da altro, non capita, privata di uno dei momenti che dovevano essere, di diritto, come io desideravo ed incapace di gridarlo.
La disperazione per un intervento che non volevo ed il tempo così repentino fra il capire cosa stava succedendo e l´arrivo delle prime contrazioni non mi ha permesso, nel marasma di sentimenti, di attuare o perlomeno di pensare ad un piano B. Fortunatamente, di fianco a chi pensava alla mia possibile scelta di far nascere Sirio in casa come "folle ed avventata", dicendo poi: "vedi il bambino ha scelto lui, menomale!", ho ed ho avuto accanto un compagno eccezionale (che mai si è trincerato dietro al non ti capisco), la mia mamma con la sua frase: "sarà un amore che che crescerà giorno dopo giorno, non ti preoccupare!", e donne, incontrate sulla mia strada con cui condividiamo pezzi di vita.
Ho iniziato un nuovo percorso di crescita stringendo mio figlio al petto ed iniziando a ringhiare a chi, senza ragioni, si metteva fra me e lui! Indubbiamente, da poco tempo a questa parte, sono più forte, ho capito di più di me e di lui.. ci siamo innamorati (o forse sto capendo che già prima lo amavo ma che non lo sapevo, che non me lo permettevo) passando da un amore tra me e Sirio ad un amore, ultimamente, che ci coinvolge tutti e tre e ci rende molto più potenti.. Sirio mi ha dato la forza per iniziare ad occuparmi di me e dei pezzi che rimanevano più bui della mia anima e notavo che più facevo pace con me stessa più quella brutta cicatrice
rossa ed in rilievo, si schiariva ed appiattiva. Ora so che noi tre cercheremo di accogliere altri piccoli e che, in ogni caso sarà diverso... Di sicuro saremo più pronti, l´ipotesi B sarà pensata e ripensata ma soprattutto sarà valutata a fondo la possibilità di un parto con rispetto dove il volere ma soprattutto il "sentire" della mamma e del papà vengano ascoltati non solo se gridati quasi a soffocare ma anche se solo sussurrati.
...Credo che trovare quest´attenzione alla persona sia raro ma incredibilmente indispensabile, per agire prima, per creare le basi di un innamoramento fra la mamma ed il suo piccolo, perchè io sono stata fortunata: avevo le capacità, le forze e dei buoni sostegni.. Non per tutte è così...
... Credo che la maternità vada sempre più tutelata non solo a livello tecnico ma anche a livello materiale e psico-emotivo...
...Credo che le donne vadano considerate e che vada loro data la possibilità di scelta...
...Credo, ora sempre di più, di poter fare qualcosa anch´io..

La nascita di Nevia Gaia
Guardo la piccola Nevia che sonnecchia serena e sorride alla vita che l´ha accolta con tanta generosità.. Una benedizione la piccola Nevia Gaia... perchè è nata in casa, più o meno nel punto dove son seduta io ora.. perchè ha potuto scegliere da sola quando separarsi dalla sua placenta.. perchè ha aperto e chiuso porte di altri mondi..e perchè giunge come bimba nata naturalmente dopo il suo fratellino venuto alla luce tramite un taglio sul mio ventre.. Con il mio compagno spesso sorridiamo: sono convinta che i bimbi arrivino dalla Luna scegliendo la coppia di genitori da cui atterrare..
Sirio, il nostro primo, ci ha portato delle sfide capaci di aprirci a quell´amore incondizionato di una
mamma ed un papà.. Nevia Gaia è giunta per regalarci grazia ed equilibrio.. E chissà cosa ci regalerà ancora la Vita tramite questi due cuccioli.. Imparo ad amare Sirio più o meno ai suoi due anni d´età grazie ad una psicoterapia ed alla formazione come doula... Non vuol dire che prima non volessi bene al mio piccolo ma di sicuro non era ancora quell´amore che, come fra gli animali, muove mamma lupa ad annusare in continuazione i suoi cuccioli ed ad ululare loro il suo amore..
In concomitanza con la scoperta di questo nuovo sentimento la cicatrice sul mio ventre si appiana e
schiarisce ed il mio utero, da lì a qualche mese, si prepara a far fiorire una nuova vita: Nevia Gaia...
Qui inizia l´avventura dettata dal sentirsi e dall´ascoltarsi: la consapevolezza di dare il giusto peso aisegnali che la mia pancia e la mia bimba mi donano e cercare di armonizzarmi con essi.
Sono un lungo percorso questi nove mesi: si aprono porte e se ne chiudono altre cercando di
arrivare alla venuta sulla terra di Nevia Gaia il più pronti possibili; un lungo, e spesso sofferto,
lavoro mio, di Leo (il mio compagno), di Sirio, degli avi, di alcuni rari amici e delle tre fattucchiere
che han condiviso con noi il momento della nascita: le ostetriche Annamaria e Rosa e la mia doula
Nathalie.
Sono sempre stata ansiosa di entrare in travaglio: sapevo che avrei fatto per due, che la venuta di
Nevia mi avrebbe permesso di vivere la venuta di Sirio. La traduzione concreta è stata un travaglio
sereno, a tratti difficile e lungo con podromi già partiti qualche tempo prima ed una mamma doula
decisa a seguire tutti i consigli della buona Ina May. La mattina del 16 ottobre sento di non sbagliare più: tutto si sta preparando.. Andiamo a camminare noi tre in attesa che le contrazioni divengano più regolari e ritmiche, siamo sereni ed una piccola anima sta preparando i bagagli per l´arrivo sulla terra..
Anche il pomeriggio lo passiamo camminando nel tiepido sole d´ottobre accolti dal bosco e dalle sue acque in compagnia della mia cara amica Elisa.. Scurendosi il cielo il tutto diviene più ritmico ed intenso, mettiamo Sirio a dormire ed attendiamo la venuta delle nostre tre fattucchiere.
La casa è magica: candele, erbe, presenze di altri mondi..
Tutto procede magicamente e serenamente: una grossa palla accoglie con me le onde del travaglio e Leo fa da contropeso dall´altra parte, sono tranquilla, serena, esco sul balcone e rimiro le stelle, loro
e la Luna ammirano per l´ultima volta la pienezza del mio ventre.
Chiedo a Rosa ed Annamaria di visitarmi e mi assale lo sconforto: un dato concreto contrasta con la
mia voglia che il travaglio procedesse e che la mia bimba potesse nascere con le luci dell´alba...
E´ notte fonda. La dilatazione è di 2/3 centimetri ed io ho paura dell´enorme stanchezza che si sta
prendendo parte di me. Se tutto deve procedere così voglio l´ospedale ed un altro cesareo..
Annamaria mi rafforza raccontandomi ancora che i 3 ed i 4 centimetri son la dilatazione più dura
per il mio utero lesionato.. Che tutto poi andrà meglio e partirà da sé.. Mi offrono di riposare un po´
tra le contrazioni che pian piano si distanziano per permettermi di riprendere forze..
Con le dolci parole di Rosa e il sostegno della mia doula ricomincio la mattina con nuova forza e
piena d´ottimismo.. Sirio va dalla nonna e rimarrà con lei tutta la giornata ascoltando la nascita della sorellina dal piano di sotto.. Anche la mattinata procede serenamente, Annamaria dona al mio compagno burro di karitè per agevolare l´ammorbidimento del canale vaginale.. Accompagno le onde fra la palla ed il water.. Il parto estatico esiste.
Verso mezzogiorno vengo incitata a camminare, io preferirei stare accovacciata.. Andiamo avanti così per un po´ ma Nevia ancora non nasce.. Il clima si fa più teso e la mia stanchezza aumenta, Rosa ed Annamaria mi incitano a tenere la posizione eretta per sfruttare la forza di gravità, vorrei stare inginocchiata e vivo la cosa come una forzatura.. Mi sento veramente esausta e si capisce che c´è dell´altro.. Leo inizia ad avere paura e Nathalie lo sostiene.. Il collo del mio utero incapuccia la testina della mia piccola e delle aderenze sulla cicatrice pare la trattengano.. Si usa la voce, da una lettera O che mi accompagnava nelle onde precedenti subentra una A: devo aprirmi, devo stare in piedi e non ne ho le forze.
Non basta.. Devo fare pace col mio utero.. So che tutti sono preoccupati, che mia madre sta ascoltando la sua bambina gridare per dar la vita.. L´idea che il mio piccolo Sirio sta vivendo il travaglio della sua mamma al piano di sotto mi fa trovare la forza per lottare contro la possibilità che si debba finire in ospedale: sarebbe una bruttissima delusione..
Mamma lupa che prima che per se stessa lotta per i suoi cuccioli: da mio copione..
Che lavoro! Mai avrei immaginato una costellazione familiare durante il travaglio.. Grazie alle
ostetriche fattucchiere faccio pace con quella parte di me ferita: non è una parte a sé stante, sono io
ferita, il mio utero sono io ed ho paura, forse, d´accogliere quell´essere che tanto ha esaudito i miei
desideri..
Le ostetriche ai miei piedi, Leo e Nati che mi sostengono ed io mi abbandono, non mi pare neppure
di spingere: lei sa e sembra far tutto da sola.. Sguscia fuori la testina rompendo il sacco, poi il
corpicino.
Nevia Gaia nasce alle 18.00 con le luci del tramonto. Mi siedo e l´accolgo fra le mie braccia.. Voglio Sirio.. Lui estasiato vede la sorellina: "Ciao Nevia!", vede anche il sangue che accompagna la vita e vede avi che a noi è permesso solo di sentire.. Dopo mezz´ora nasce anche la placenta di Nevia, non infliggiamo una ferita e la lasciamo alla sua proprietaria.. Si staccherà da sola, al quarto giorno permettendo alla piccola d´atterrare e conquistare serenità.

Amo i miei figli e quel grand´uomo del loro papà, senza il cui completo appoggio sarebbe stato molto più complesso.. Oggi Nevia Gaia ha un anno e mezzo.. Ho fatto due travagli e due puerperi; il mio corpo sedato col cesareo, ha qui dato il peggio (o meglio?) di sé: piccoli problemi che mi hanno permesso di "buttare fuori" e ripulirmi.. Nevia è davvero una bimba lotus nata in modo rispettoso.
Con lei mi è stato possibile provare amore dal primo momento.

Cora Erba
Pedagogista e Doula
3391206776

immagine tratta da homebirthaustralia.org

 

 

Compiti estivi: sì o no?

Giovedì, 26 Giugno 2014 18:57

Molte di noi si troveranno in questo periodo estivo alle prese con i compiti scolastici da far svolgere ai propri figli che, giustamente, non hanno nessuna intenzione di farli. Dopo aver lavorato duramente sui libri di scuola per novi mesi all'anno, i bambini si ritrovano anche nei tre mesi di vacanza estiva a dover affrontare l'impegno dell'esercizio scolastico e noi genitori, di conseguenza, a supervisionare, controllare, aiutare i nostri figli in questa attività. Ma sarà proprio vero che i compiti estivi sono importanti? Che servano veramente a non far perdere ai bambini le tappe dell'apprendimento raggiunte o a colmare eventuali lacune? Se dovessi rispondere tenendo conto di ciò che ci dice la teoria sul funzionamento cognitivo del bambino, direi di no. Un apprendimento va consolidato nel periodo di tempo immediatamente successivo all'apprendimento stesso. Per cui acquisisco nuove informazioni e subito dopo mi esercito per facilitarne la memorizzazione e l'automatismo. Ma si possono perdere nel tempo acquisizioni già interiorizzate se non continuamente sollecitate attraverso l'esercitazione? Sicuramente si possono dimenticare le sfumature, si può impiegare più tempo per recuperare una certa informazione, ma basterà un breve ripasso poco prima di riprendere la scuola per far riaffiorare alla memoria ciò che è stato appreso.
Spesso gli insegnanti tendono a dare comunque i compiti delle vacanze (a volte anche talmente tanti da condizionare le vacanze dell'intera famiglia )! Spesso ... ma non sempre! Ci sono anche, per fortuna, professioniste del settore che si chiedono il perché di questa pratica diffusa, la mettono in discussione e cercano nuove forme didattiche e nuove esperienze cognitive da proporre ai bambini durante quelle che sono, di nome e di fatto, le Vacanze estive.
Io ne conosco due, Lidia e Giuliana, attente e sensibili insegnanti di scuola primaria, che hanno voluto spiegare così la loro scelta al proposito :

"Dopo diversi anni di insegnamento alla Scuola Primaria, con esperienza anche relativa ai bambini diversamente abili, abbiamo maturato una visione chiara e solida sulla questione.
Innanzitutto riteniamo doveroso fare una riflessione sui compiti in generale: durante l'anno scolastico i compiti hanno la funzione di consolidare gli apprendimenti "in corso d'opera", di abituare i bambini all'impegno anche a casa, di consentire loro un esercizio individuale ed una riflessione personale sul percorso che si sta svolgendo a scuola.
In particolare poi il compito a casa ha, a nostro avviso, un diverso valore a seconda dell'ordine di scuola frequentato: si pensi al significato che assumono per uno studente di Scuola Media e Superiore, consapevole delle proprie lacune e quindi mosso dalla volontà di colmarle....
Altra questione sono i compiti per le vacanze estive.
Crediamo che i libri delle vacanze, così come si trovano di solito in commercio, non abbiano la funzione né di consolidare gli apprendimenti effettuati durante l'anno scolastico, né di recuperare eventuali lacune.
Pagine di completamento di esercizi grammaticali non servono ad imparare a scrivere dei testi grammaticalmente corretti. Operazioni matematiche svolte meccanicamente non favoriscono l'utilizzo di strategie di calcolo. Pagine semplicemente da colorare non affinano le abilità grafo-motorie. Schede senza un reale filo conduttore non favoriscono la motivazione del bambino al "fare per imparare".
Del resto... a quale adulto piacerebbe portare un po' del proprio lavoro in vacanza? ... magari affidatogli con l'intento di non fargli dimenticare come si svolge il proprio lavoro...
I compiti forse andrebbero eseguiti con un adulto che contestualizzi il mero esercizio, fornisca spiegazioni, aiuti ad andare oltre la semplice esecuzione di esercizi favorendo la riflessione.
...e allora quale migliore compito per le vacanze di attività che contemplino invece la riflessione, l'osservazione, la lettura, la scrittura e la comprensione: un diario personale, la lettura di vari tipi di testo, lo svolgimento di compiti di responsabilità affidati da un adulto, l'esecuzione di attività pratiche come il fare la spesa, il costruire oggetti, il riordinare logicamente del materiale,...
E poi a settembre un veloce ripasso di ciò che è stato svolto a scuola durante il precedente anno scolastico, sfogliando i propri quaderni e libri, rilassati, ricchi di nuove esperienze ed apprendimenti, contenti della vacanza appena conclusa e magari con tanta voglia di ricominciare la scuola!"

Questa è la visione della scuola che mi auguro abbiano sempre più insegnanti, attraverso riflessioni, pensieri innovativi, ricerca continua degli strumenti operativi più efficaci, messa in discussione di modalità consolidate nel tempo ma che non sempre si dimostrano essere le più idonee, voglia di crescita professionale, capacità di mettersi in discussione in prima persona.
Grazie alle insegnanti, ma soprattutto alle persone Lidia e Giuliana, fonti di arricchimento non solo didattico, ma anche e soprattutto umano per i nostri bambini!

Dott.ssa Monica Contiero

immagine tratta da www.wikihow.com

 

E' uscito in tutte le librerie il mio libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate. Eccolo!

Fino a 20 anni ho mangiato quasi esclusivamente pasta, pomodoro, formaggio. Carne saltuariamente, passato di verdura una volta a settimana, frutta un paio di volte. A 21 anni ho cominciato a collezionare cistiti e con esse antibiotici e farmaci vari; ormai era: “ciao sono Giulia, ho 21 anni, studio all’università, mi piacciono i cani e ho la cistite”. Poi ho conosciuto un bravissimo naturopata, che esattamente dopo 15 giorni di regime alimentare del tutto diverso ha eliminato dalla mia vita quella scomoda compagna di avventure. Non solo, in 6 mesi ho perso 8 chili, dormivo due volte meglio, avevo più capacità di concentrazione per cui rendevo di più all’università, gli stati ansiosi erano ridotti ai minimi storici... insomma, mi sentivo davvero bene. Così, appena terminata l’università, ho iniziato il percorso di studi in naturopatia e ho coltivato con particolare passione l’interesse per il tema dell’alimentazione. E fin qui è stato tutto facile. Poi è arrivato mio marito, e ho continuato a giostrarmela alla grande. Ma quando è stata la volta del mio primo bimbo è cambiato tutto: se all’inizio il problema era riuscire a cucinare sano in poco tempo, giunto il momento in cui poteva mangiare con noi il gioco si è fatto duro: dovevo cucinare con lui, o comunque coinvolgerlo il più possibile (è un bambino particolarmente intraprendente, non il tipo che riesci a far stare a guardare la lavatrice mentre gira), e soprattutto preparare qualcosa che soddisfacesse gusti di tutti, che si presentasse bene e che fosse di qualità. Quando poi è arrivata la piccola principessa, il tutto non è raddoppiato ma quintuplicato in difficoltà.

Non solo la vita in casa per me, donna iperattiva, è diventata molto complessa, ma la cucina è stata il mio angolo di creatività tra la miriade di cose da fare durante la giornata.
Così ho iniziato a cucinare non solo per la mia famiglia, ma anche con i bimbi: nei primi mesi li mettevo in fascia, chiedendo aiuto a qualcuno quando dovevo avvicinarmi ai fornelli, in seguito li portavo sulla schiena, poi li infilavo nel seggiolone vicino a me e infine stavano in piedi sulle loro sedioline come fanno ora, accanto al piano di lavoro. Fin dall’inizio ho cercato di stimolare i loro sensi, in particolare tatto e olfatto (che noi in Occidente quasi non sappiamo più di avere).
Ho proposto quindi alla casa editrice Trevisini, che aveva già pubblicato i miei due libri Mamme prêt-a-porter. Gravidanza e Mamme prêt-a-porter. Il primo anno insieme, un libro di ricette pensate per noi mamme di oggi, con poco tempo a disposizione ma tanta voglia di nutrire la nostra famiglia in maniera sana, e soprattutto tanta voglia di far crescere i nostri bimbi con buono stile alimentare. Ho chiesto così la collaborazione della mia collega e amica Antonella Alfieri, biologa nutrizionista della quale ho grande stima come persona e come professionista.
Questo non è un libro sull’alimentazione vegana, né vegetariana, né crudista, né di dieta paleo: è un libro con ricette prevalentemente a base vegetale, che contengono ingredienti sani e benefici, alcuni conosciuti ma poco usati (come i legumi), altri ancora poco conosciuti come per esempio le alghe. Non è per specialisti, è un manuale per mamme che vogliono avvicinarsi a questo mondo o prendere nuovi spunti, per cui ho voluto prima di tutto renderlo fruibile sia a livello di lettura sia di reperibilità degli alimenti. Alcuni di questi li trovate in tutti i “negozi naturali”, altri nei supermercati tradizionali. Ho deciso di inserirli in quanto sono i supermercati nei quali mi rifornisco e di cui ho testato con mano non solo i prodotti ma anche la provenienza all’interno delle aziende agricole.
Spero così che il mio angolo di vita culinario possa entrare nelle vostre case e nelle vostre vite, donando autentico e gioioso nutrimento a voi, mamme incasinate come me.

Potete acquistarlo con uno sconto del 15% sul sito della mia casa editrrice e in tutte le librerie. 

 

Olistic Lake Festival

Dal 13 al 15 giugno presso Palazzo Gallio a Graveona (Co) si svolgerà il primo appuntamento con il Wellness FestivaLake Como, tre giorni sulle vie della salute, benessere, conoscenza interiore e creatività: tre giorni nella magica atmosfera del lago tra acqua, monti e bellezze artistiche per stare bene nel corpo e nell’anima partecipando ad un ricco calendario di incontri e di esperienze.
Tanti gli appuntamenti con operatori olistici e del benessere, un invito a sperimentare le discipline millenarie di equilibrio energetico e ricerca spirituale quali lo yoga e le pratiche taoiste, tecniche olistiche utilizzate per migliorare benessere e salute, ma anche momenti artistici e creativi, validi strumenti di trasformazione, conoscenza e nutrimento dei livelli più profondi della psiche Yoga, Tailiiquan, Qi Gong, Ayurveda, Shiatsu , Shaolin Kung Fu, Do-In, Riequilibrio posturale, Riflessologia, Campane tibetane, Gong, Spiritualità, Astrologia, Cabalà , Tarocchi, Arteterapia, Teatroterapia, Musica, Poesia, Canto, Danza, Mostre, Laboratori Creativi, Cucina naturale, Alimentazione ed Erbe salutari.
All’interno di Palazzo Gallio ci sarà inoltre uno spazio dedicato a prodotti selezionati e manufatti creati nel rispetto della natura e ispirati ad una visione ecologica: alimentazione naturale, biocosmesi, tessile e prodotti artigianali ecologici e creativi, rimedi naturali, libri (apertura ore10.00/18.00) oltre a un’area ristorazione con proposte di menù vegani.
Durante la manifestazione ci saranno ogni giorno conferenze con importanti relatori su diversi temi: lo studioso di astrologia e cabalà Nadav Crivelli, autore di alcuni libri sull’argomento, la presentazione del metodo e la terapia alimentare Gerson e tanto altro ancora. Infine alcuni momenti 2 artistici di rilievo: due spettacoli serali, un incontro musicale col violino, esperienze sonore con i tamburi armonici. Lo spettacolo di sabato 14 Giugno rappresenterà una antichissima favola
indiana “Sakuntala” , con danza musica e poesia ispirate alla tradizione dell’India, la regia è di Tommaso Iorco con la partecipazione di due straordinari danzatori
il malese Sooraj Subramaniam di fama internazionale e la danzatrice Lucrezia Maniscotti .

Per il Festival è stato inoltre realizzato un breve video https://vimeo.com/89322430  in collaborazione con l’illustratrice e fotografa Giada Negri, presente con una mostra personale.
Il programma dettagliato con gli eventi che si svolgeranno nelle tre giornate è scaricabile dal sito www.harmonyfestivalake.eu
Per informazioni sui soggiorni a prezzi agevolati contattare Gravedona Ufficio Turistico tel. 0344 5005 . Per visitare la manifestazione e partecipare alle conferenze il biglietto d’ingresso è di 10 euro per i tre giorni e include gli spettacoli serali (bambini fino ai 10 anni entrata gratuita). Per partecipare a seminari e workshop a pagamento è necessario prenotare e iscriversi anticipatamente.

Per informazioni sull’organizzazione dell’evento: Associazione Culturale So’ham Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Genitori... al singolare

Mercoledì, 11 Giugno 2014 06:10

Questo articolo è pensato per tutte quelle mamme ( ma anche papà), che si trovano a crescere i figli dopo una separazione coniugale; quelle mamme sole nella gestione dei loro bambini; quelle mamme che hanno stili educativi completamente diversi dall’ex partner, padre dei bimbi e che lottano quotidianamente per un po’ di equilibrio nella vita dei loro figli; quelle mamme che pensano di essere le uniche a dover affrontare determinate problematiche; quelle mamme che pensano che i loro bambini hanno o avranno ripercussioni psicologiche dovute alla situazione familiare che vivono …

E’ ormai esperienza comune a diversi bambini trovarsi in qualche punto della vita a dover affrontare il processo di separazione dei genitori. Sì, perché la separazione non è un evento, che inizia e finisce in un tempo limitato, ma un processo, che spesso dura parecchio tempo e che evolve progressivamente attraverso delle vere e proprie fasi. Accompagnare con consapevolezza e amore lungo questo percorso i bambini coinvolti , è fondamentale.  … ma spesso anche molto difficile, soprattutto perché le persone che dovrebbero essere la loro forza, i loro pilastri emotivi spesso sono i primi a dover rimettere insieme i cocci e non hanno  energie sufficienti per gestire le emozioni dei loro piccoli.

Ormai le famiglie “al singolare” sono tante ma, ciononostante, si ha sempre l’impressione di vivere una situazione unica, di essere i soli a sperimentare certe situazioni. Non è cosi. E quindi ho pensato potesse essere utile offrire spunti di riflessioni e possibili strategie comportamentali a tutti i genitori che si sentono “soli” . Ogni separazione ha proprie caratteristiche, noi adulti reagiamo in modi diversi di fronte a tale avvenimento. Qui analizzerò solo alcune situazioni “tipo” che spesso ci troviamo a gestire come genitori. Il mio scopo è quello di rassicurare coloro che si trovano a vivere questa esperienza sul fatto che, ciò che conta per la serenità dei nostri figli è il modo con cui viene gestita la separazione, più che la separazione di per sé, oltre che condividere esperienze comuni che diano la possibilità di annullare la sensazione di solitudine, inadeguatezza e senso di colpa che condizionano il benessere di molti genitori separati.  

-          Non litigare in sua presenza, soprattutto su questioni che lo riguardano ( mantenimento, giorni e orari in cui deve vederlo ). So che a volte non è facile trattenersi dall’esprimere i propri pensieri negativi e si avrebbe voglia di “cantargliene quattro”, ma non è bene che il bambino assista alle litigate dei genitori. E’ necessario evitare accese discussioni e posticipare il confronto tra adulti in assenza del bambino.

 

-          Non parlar male l’uno dell’altro, tenere sempre ben presente che per noi è l’insopportabile ex coniuge, per il bambino è il genitore e non caricare emotivamente il bambino delle nostre frustrazioni.

Può succedere, per esempio, che il bambino desideri passare più tempo col papà o che vi faccia notare quanto sia più divertente stare con lui, soprattutto dopo che gli avete negato qualcosa. La reazione emotiva più comune è quella di sentirsi poco amate, poco apprezzate. I pensieri immediati sono : “Con tutto quello che faccio per lui, ecco il ringraziamento”, “E ci credo, il papà lo fa solo giocare e gli compra tutto ciò che vuole, a me tocca fargli fare le cose meno piacevoli!”. L’importante è che questi pensieri non diventino parole, che non si faccia pesare al bambino la nostra frustrazione, perché lui sta solo esprimendo un desiderio legittimo. Non ci sta dicendo che non ci ama come madri, che non ci apprezza, che può fare a meno di noi, sta dicendo che noi siamo il “porto sicuro”, che sa che noi ci siamo e ci saremo, perciò può permettersi di esprimere le sue emozioni anche rispetto al papà. E’ fondamentale non censurare le sue emozioni, le sue parole, anche quando ci fanno male, in quanto lui ha bisogno di potersi sentire a suo agio nell’esprimerle e, se possibile, sarebbe importante poterlo accontentare. Se il rapporto tra ex partner non è estremamente conflittuale, in questi casi sarebbe bene accondiscendere a queste richieste, mostrandovi disponibili e felici che lui abbia un bel rapporto anche col papà e che voglia trascorrere più tempo con lui ed adoperandovi perché questo avvenga, al di là dei giorni e degli orari prefissati dal tribunale!

-          Cercare di mantenere una stessa linea educativa.  Altra situazione piuttosto difficile da affrontare è quella in cui mamma e papà hanno stili educativi molto diversi, per cui tutte le regole o indicazioni comportamentali che date, vengono sistematicamente contraddette dall’altro genitore. Il bambino in questo caso si sente confuso e, come è normale che sia, apprezza maggiormente la gestione educativa più permissiva … lui non può capire che non è il caso di mangiare tre merendine per merenda o che non si dicono le parolacce! Se un genitore gli permette di farlo, si fa … è il genitore che non lo permette il “cattivo” della storia. Anche in questo caso, è importante non indirizzare le nostre rimostranze al bambino, ma, semmai, all’altro genitore. Cercate di confrontarvi serenamente con l’altro adulto, cercate un punto di mediazione che tuteli il più possibile il bambino, tentate di far capire il vostro obiettivo educativo ed ascoltate il punto di vista dell’altro. Se ciò non fosse possibile, non dichiarate apertamente al bambino il vostro pensiero riguardo allo stile educativo scelto dall’altro genitore! Per lui è il suo papà … non è per lui accettabile che venga messo in discussione! Rischiereste solo di creare ulteriore tensione in lui, di confonderlo ulteriormente e di metterlo nella condizione di doversi alleare con uno dei due.

 

-          Non cercare l’alleanza col figlio, ricercando in lui conforto emotivo. Questa situazione riguarda soprattutto i genitori che hanno “subito” la separazione; quelli che non l’hanno ancora accettata, che si sentono abbandonati e soli. A volte questi genitori tendono a ricercare l’alleanza emotiva col figlio, a trattarli come amici con cui confidarsi, a parlar loro delle proprie problematiche e ad accusare l’altro genitore della  sofferenza che stanno vivendo. Spesso per creare alleanza col figlio, lo assecondano in tutte le sue richieste e cercano di portare il bambino ad avere la loro visione della situazione. Questo atteggiamento è assolutamente malsano per i bambini che si sentono la responsabilità di confortare con la propria presenza il genitore in difficoltà, di dover mettere in discussione la figura del genitore accusato, provocando spesso in lui reazioni di rabbia e profonda sofferenza.

 

Le situazioni di difficoltà dei genitori e dei bambini possono essere di diversa natura … ne affronteremo più avanti anche altre tipologie. Per ora concludo dicendo che ciò che conta è avere la maturità emotiva per gestire al meglio se stessi, senza far ricadere sui bambini le dinamiche irrisolte degli adulti. In questo modo la separazione di per sé sarà metabolizzata e vissuta al meglio dai nostri figli … che cresceranno sani, forti ed equilibrati!

 

 

                                                                                                                                                        Dott.ssa Monica Contiero

E noi due

Mercoledì, 11 Giugno 2014 05:26

Non sono solo i ritmi personali che si modificano drasticamente con l’arrivo del bambino, ma anche lo stile relazionale della coppia. Prima di essere compagni, amici o amanti, ora si è genitori. Difficile ritagliarsi spazi a due e anche quando lo si riesce a fare, spesso gli argomenti vertono comunque sul bambino… cosa comprargli, come sta crescendo, a chi assomiglia, che facce buffe ha fatto ieri ! Sembra che non esistano più interessi comuni che prevedano come partecipanti solo due adulti.

Mentre inizialmente questa sorta di “innamoramento” per il bambino è vissuta da parte di entrambi ed è vissuta positivamente, col passare del tempo spesso colui che comincia a risentirne e a farne un po’ più le spese è il neo papà. L’accudimento del bambino spesso è di competenza quasi esclusiva della mamma, vuoi per l’allattamento al seno ( difficilmente delegabile..), vuoi per il fatto di condividere col bambino l’intera giornata mentre il papà è al lavoro, vuoi per predisposizione genetica femminile ( la mamma è sempre la mamma), il papà si ritrova a doversi inserire, non senza difficoltà, nella nuova relazione a due formata da quella che una volta era la propria moglie e che adesso è una mamma, e il proprio bambino. Mentre la mamma quotidianamente sviluppa la relazione col bambino, creando un legame affettivo e di conoscenza reciproca sempre più forte, il papà rimane ai margini, ad osservare e a volte anche un po’ a risentirne. Se ci rendiamo conto che a volte non ci accorgiamo neppure se è in casa o no, che le nostre attenzioni vertono sempre e solo sul nostro piccolo, che gli argomenti di cui parliamo trattano solo di cacca, pappe, marche di pannolini o allattamento, allora è importante porre rimedio, prima che sia troppo tardi!|

La coppia si trasforma, cambia modalità, priorità e prospettive. Questo repentino disequilibrio può portare a nuove consapevolezze che arricchiscono la coppia stessa e la legano ulteriormente, ma può anche capitare di perdersi un po’ come coppia e allora, come ritrovarsi?

Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Scambiarsi bigliettini da attaccare in giro per la casa. Potrebbe essere carino andare in cucina la mattina appena sveglie e trovare attaccato al frigorifero un biglietto in cui ci augura il Buongiorno e ci ricorda quanto ci ama, così come sarebbe per lui altrettanto stimolante rientrare a casa dal lavoro la sera e trovare attaccato in doccia il nostro messaggio d’amore.
  • Cenetta a lume di candela. Dedichiamo alla coppia almeno una cenetta intima ogni settimana. Non è necessario uscire di casa, basta aspettare che il bimbo si addormenti e concedersi il resto della serata a cenare insieme in tranquillità, magari a lume di candela e con un bel sottofondo musicale, in modo da poter condividere uno spazio tutto della coppia che faccia sentire ancora uniti, vicini, che stimoli i nostri sensi e il desiderio nei confronti del partner.
  • Un altro bel momento per ritrovare un po’ di intimità potrebbe essere quello di concedersi una doccia insieme, superando tutte le possibili inibizioni che una donna dopo il parto spesso si porta con sé. Potreste invece sperimentare quanto invece siate attraenti per il vostro lui, rinforzando così in voi l’autostima.
  • Sorprendetevi a vicenda! Basta poco … il rientro dal lavoro con un fiore, organizzare una piccola caccia al tesoro in giro per casa alla scoperta di un piccolo pensiero, preparargli il suo dolce preferito, regalarle un ingresso per due persone in un centro benessere …
  • Vestitevi come se doveste uscire. Ogni tanto fatevi trovare vestite come piace a lui, preparatevi in modo impeccabile …
  • Gita fuori porta. Affidate il bambino alle cura della nonna e concedetevi di trascorrere una domenica in gita. Concentratevi sul vostro lui, dimenticatevi solo per qualche ora del vostro bambino, che sicuramente è in buone mani e non corre alcun pericolo, rilassatevi e godetevi una sana giornata all’aria aperta.
  • Fate progetti insieme. Immaginatevi il vostro futuro, scrivetevi magari quali sono i prossimi progetti che avete in comune, quando pensate di realizzarli, in quale modo.. Sognate insieme sul vostro avvenire!
  • Non smettete di frequentare gli amici in comune. Appena ve la sentite, organizzate una pizzata in compagnia di vecchi amici, senza la presenza dei bambini, per parlare di voi, per ridere, scherzare, sentirsi vivi..

E comunque ricordatevi sempre che i bambini crescono, questo intenso periodo di accudimento e di concentrazione quasi esclusiva su di loro si allenterà gradualmente, ritroverete ben presto i vostri spazi, recupererete la vostra coppia e, se nel frattempo avrete alimentato la vostra intesa a due, riuscirete a tornare ad essere donne e mogli a tutti gli effetti!

 

 

                                                                                                          Dott.ssa Monica Contiero

 

 

Articolo tratto dalla rubrica L'angolo di Monica

 

 

 

I tipi di pannolini lavabili

Lunedì, 09 Giugno 2014 21:05

Una volta presa la decisione di passare ai pannolini lavabili, è bene sapere che ne esistono vari modelli standard; capire quali sono questi modelli vi aiuterà a decidere qual è il migliore per il vostro piccolo.

Gli "All in one" si presentano quasi come i pannolini usa e getta, e come essi sono abbastanza comodi sia per il bambino che per il genitore che si appresta a cambiarli. Questo perché, integrando in un unico elemento la mutandina esterna con lo strato assorbente, cucito all'interno e non intercambiabile (ma, eventualmente, integrabile con altre strisce assorbenti in caso di necessità), si infilano sul bambino comodamente senza aggiungere alcuna clip o spilla per fermare l'assorbente. Esistono varie taglie in base al peso oppure pannolini taglia unica con possibilità di regolazione tramite bottoni a clip o velcro. Sono ottimi perché davvero comodi (come abbiamo spiegato nell'articolo che parla del lavaggio dei pannolini lavabili), ma devono essere lavati interamente ogni volta e l'asciugatura, essendo abbastanza spessi, è piuttosto lenta.

La seconda opzione sono gli "All in Two", con mutandina impermeabile esterna e strato assorbente removibile da fissare e staccare con dei bottoni o del velcro. Sono un po' meno economici dei primi, ma essendo composti dai due pezzi staccabili è possibile riutilizzare la mutandina evitando di lavarla ogni volta, cambiando solo l'assorbente.

Ci sono poi gli "All in Two IBRIDI": sono praticamente come gli "All in Two", ma si differenziano per lo strato assorbente, che può essere sia in tessuto (quindi lavabile) sia usa e getta. Una via di mezzo tra lavabile e usa e getta, quindi, ma comunque ecosostenibile grazie alla parte esterna riutilizzabile e al materiale delle strisce assorbenti, assolutamente più biodegradabile dei pannolini perché privo dell'involucro plastico impermeabile che lo rende difficilmente smaltibile.

Si passa poi alle tipologie di pannolino nelle quali le sue parti principali (cioè la struttura esterna impermeabile e lo strato assorbente) sono completamente separate.

Partiamo dai "Fitted", pannolini sagomati a mutandina completamente assorbenti (quindi ottimi per la notte) e con chiusura a bottoni o velcro da coprire poi con un'altra mutandina impermeabile (non necessaria l'estate). Assorbenza super e possibilità di lavare solo il pannolino sagomato riutilizzando la mutanda, quindi, ma ingombro un po' aumentato.

Identici ai "Fitted" ma diversi per chiusura sono i "Flat-Sagomati" o "Contour": non hanno bottoncini o velcro, quindi è necessario fissarli con spille, ganci o lacci, o addirittura tenerli in forma direttamente infilando la mutandina impermeabile.

I "Pocket" si presentano come gli "All in Two", con una mutandina sulla quale è cucita una velina drenante; tra le due viene quindi inserito lo strato assorbente, che si potrà togliere per il lavaggio (e quindi diminuirà il tempo di asciugatura). Svantaggio: il pannolino va sempre cambiato interamente.

L'ultima categoria di pannolini è quella che prevede la piegatura, e che comprende i Ciripà, i Prefold e i Muslin.

I "Ciripà" sono i classici pannolini in cotone (si presentano come strisce da piegare e sagomare) con laccetti laterali. Al loro interno si appoggiano alcuni strati di tessuto piegati (in quantità variabile in base alle necessità) e per finire si infila la mutandina impermeabile.

Come i "Ciripà", i "Prefold" prevedono degli straccetti di tessuto di forma rettangolare già piegati da inserire all'interno di una mutandina impermeabile. Si possono creare anche a casa e sono di rapida asciugatura (come per i "Ciripà", d'altronde, ma rispetto ad essi sono molto più semplici da indossare: i "Ciripà" con i loro laccetti a volte rendono la vita di mamme e papà più dura; qui invece è possibile utilizzare spille da balia o gancetti come gli Snappy). Si trovano solitamente in due diverse misure, per i più piccoli e i più grandi (di solito 30x40cm per i neonati e successivamente 40x50cm).

Facili anch'essi da autoprodurre ma un pochino più ingombranti i "Muslin" sono garze quadrate in mussolina o cotone (di circa 80x80cm) da piegare e fissare alla mutandina impermeabile attraverso delle spille da balia moderne (gancetti in gomma morbida, gli Snappy che abbiamo già citato). E, in alternativa, si possono utilizzare come strato assorbente aggiuntivo per gli altri tipi di pannolino.

Quindi, in definitiva, se optate per Fitted, Ciripa, Prefold o Muslin dovrete procurarvi anche le mutandine impermeabili, disponibili in vari tessuti (come il poliuretano laminato, il pile o la lana, trattati sempre per risulytare impermeabili ma traspiranti), varie misure e con diverse chiusure (bottoncini a clip o velcro, di solito), importantissime per tenere i vestiti del bambino all'asciutto!

Calcolate bene quanti ve ne serviranno! Se optate per un sistema misti tra lavabili e usa e getta, ve ne serviranno circa 10/12 per il primo anno, e 8/10 per il secondo. Utilizzare solo quelli lavabili significherà invece calcolare bene i tempi di asciugatura e la frequenza del cambio (in modo da non rimanere mai senza), e quindi avrete bisogno di circa 18/20 per il primo anno del bambino (da lavare ogni 2 o 3 giorni) e 15/16 per il secondo (dato che il cambio scende di frequenza).

Sara Polotti

Foto Credits: http://www.crazymessybeautiful.com/2015/05/mommy-must-haves-for-babies.html

  

Sul dimagrire quando sei mamma

Domenica, 08 Giugno 2014 20:12

Ho assaggiato i macaroon a Parigi per la prima volta a 23 anni mentre stavo facendo un servizio per la mia redazione: avevo uno stipendio di 1000 euro netti, vivevo a casa di mia mamma, felicemente mantenuta e la mia più grande preoccupazione economica era il disappunto nel dover aspettare il mese successivo se volevo comprami un outfit o se volevo fare un week end lungo in una città europea con il mio boy. Ero 58 kg per 1, 75 di altezza. A quell'assaggio parigino i macaroon mi son sembrati dolci, di un dolce sdolcinato che dava nausea. Sono sempre stata una che preferiva il salato al dolce anche se difficilmente riuscivo a finire una pizza. Quando ero in vena di schifezze mi mangiavo un po' di cioccolato fondente o dei biscotti. Il gelato non mi ha mai garbato.

Poi sono rimasta incinta, e con estremo stupore di mio marito e del quasi disgusto delle mie colleghe una pizza sola era proprio poco, la sazietà la raggiungevo con due pizze ai 4 formaggi; mio marito correva disperato a cercare una gelateria aperta il lunedì sera a gennaio perchè proprio non ne potevo fare a meno. Il mio pasto preferito era pesche ripiene di cioccolato e ameretti, era estate, insomma, avevo bisogno di rinfrescarmi un po'. Ho preso 26 kg. Ho preso 26 kg e non me ne sono accorta. Non avendo mai avuto problemi di peso semplicemente non mi pesavo; poi tutti mi dicevano che ero solo pancia, si forse un po' di gonfiore. In un paio di settimane sarei tornata come nuova.

Poi ho partorito: la pancia mi è rimasta enorme, non avevo un bozzetto come le altre, avevo l'Etna. Vabbè, passerà. Ma la fame non passava, anzi aumentava la voglia di dolci, ma non di paste secche, briochine, cose da professionisti: panna montata e meringhe al cioccolato o la variante delle due insieme. Senza ritegno. Dopo un anno e mezzo circa avevo raggiunto quasi sembianze umane ed ero tornata, con qualche accorgimento e tante sigarette di nuovo, a 62 kg. Ho pensato allora bene di cercare il secondo figlio, che è arrivato forse quando l'ho pensato. Gravidanza devastante causa primo figlio, marito assente (che novità) etc etc... partorito e invece di sgonfiare sono diventata un pallone! I dottori hanno detto che l'ipertensione che avevo avuto in gravidanza, essendo rientrata dopo il parto, si stava riversando sui tessuti circostanti. Oltre a quello si era riversato sulla mia autostima. Dopo 3 mesi ho deciso che IO VOLEVO DIMAGRIRE. Era il periodo "fai la Dukan che va tutto bene", così l'ho fatta, ho perso ben 15 kg in 5 mesi e poi ne ho ripresi 20 nei mesi successivi. 

La base è che:

1. le mie dosi di cibo sono diventate da camionista. Mi dai 80 gr di pasta e penso sia una porzione da bambino.

2. mio marito mangia come un bue e non ingrassa; è uno di quegli uomini che se gli fai l'insalata mista ti guarda e ti dice se siamo in carestia per cui cucini e cucini. E io non sono una di quelle persone che dopo un pomeriggio intero passato con due figli, una tappa alle Poste Italiane e lavoro arretrato che non puoi fare perchè hai deciso di fare la mamma tutti i pomeriggi, rifiuta un piatto di pasta: "No amore, tu mangia pure la pasta al ragù (sono vegana quindi ragù di soia) io mangio un'insalatina.

3. credo in qualche modo di non voler dimagrire: se vedo le foto di me prima dei bimbi mi vedo esile (non lo ero assolutamente dopo 12 anni di basket) mentre ho la malsana idea in mente forse della mamma solida, forte, ben piazzata, la base della famiglia.

4. adoro i macaroon e la panna montata. Anche se nel mentre sono diventata vegana se mi faccio andare un pacco di biscotti vegani o 15 macaroon vegani etc... non va proprio bene.

5. solitudine: se sei mamma sai cosa vuol dire la solitudine ma sai anche che a parte quando stanno male puoi uscire e tutto più o meno passa. Se sei mamma di due bimbi vicini e sotto i 4, sai cos'è la solitudine e sai che spesso le cose non puoi controllarle tu, ma che si creano concatenazioni di eventi per cui tu non riesci a fare ciò che avevi pensato e a vedere altre persone. Spesso sei talmente stanca ed esausta che non puoi neanche pensare ad alzare la cornetta e organizzare. Per cui stai a casa, sola con loro e mangi. 

6. se sei come me libera professionista vuol dire che per guadagnare devi:

-trovare clienti

- riuscire a capire quello che alla fine porti a casa (con la partita iva non dei minimi porti a casa una miseria se lavori part time).

- trovare una sistemazione per i tuoi figli mentre lavori o lavorare mentre loro dormono (nel mentre attacchi la lavatrice e stiri).

- tutti di dicono: "Ma tanto sei a casa dai" per cui devi far capire a tuo marito e alla gente che tu stai lavorando, come loro quando vanno in ufficio tutte le mattine.

- farti pagare dai clienti. In questo periodo proprio non va di moda pagare, è un po' retrò.

- non hai maternità decente, mutua, ferie e probabilmente pensione.

Con queste premesse il cibo aiuta, ti riempie, ti appaga ed è sempre a disposizione.

Ora vorrei dimagrire, o forse vorrei ricercare me stessa, una me stessa che si guarda allo specchio e si piace. Una me stessa che ha tempo di fermarsi e di chiedersi come sta, di cosa ha bisogno. 

Una me stessa che ha tempo per amarsi e sentirsi appagata in altre modalità differenti dal cibo.

Quando diventi mamma sembra che il mondo sia quasi solo un luogo di doveri. C'è bisogno di guardarsi allo specchio, di guardare quel corpo che ospita la nostra anima e che in questi anni è stato sottoposto a grande stress e che ha fatto una cosa meravigliosa, ha creato delle nuove vite, e ringrazialo, accarezzarlo, mostrargli gratitudine e non rimprovero. C'è bisogno di tenerezza, di dolcezza ma sopratutto di ritrovare un po' di spensieratezza e un pizzico di follia. D'altronde prima di essere madri, siamo anche figlie noi stesse.

p.s. odio la palestra e la corsa

Papavero 3

 

 

foto di Jead Beall appartenente al progetto a Beautiful body, tratta dal sito www.minutebuzz.com

Cercasi Vip, anche usato

Domenica, 08 Giugno 2014 13:17

Le cose che fanno i personaggi dello spettacolo ci sembrano sempre più fighe, così per partito preso, solo

per il fatto che le fanno loro, ma essere famosi è un duro mestiere e ad un certo punto subentra l’invidia e

le malelingue di chi, non avendo fama ed ancor meno lode, cerca miseramente di farci cadere i nostri miti:

NO, non ce la farete!

Certo, anche loro hanno difetti e fanno cavolate come noi (a volte molto più plateali), ma noi li adoriamo

comunque, siamo capaci di sorvolare su scivoloni macroscopici in nome di addominali scolpiti e occhi

celesti.

Come prima cosa vorrei mandare un caloroso “vaffa” a quello che ha messo in giro la voce che Brad Pitt

non si lava e puzza.

A parte che non credo gli manchino i soldi per il sapone, a parte che non penso che Angelina Jolie abbia la

sinusite cronica, ma alla fine… se anche fosse? Tu che cerchi di farmi credere che Brad puzza, beh? Pensi mi

freghi qualcosa? E’ talmente, oggettivamente, stupenderrimo che, dai, ma chi se ne frega! Poi non penso

che gli avrebbero proposto la pubblicità di Chanel n. 5?!

Appello: Brad, se anche non ti fai il bidet da due settimane e non ti deodori da tre, sentiti libero di bussare

alla mia porta, alla peggio userò il tappo per il naso della piscina, ma tu vieni, io non mi formalizzo! E poi se

Jennifer Aniston ha sopportato il dolore di divorziare da uno così, vuoi che io non sopporti un po’ di puzza?!

Secondo esempio di beltà oltreoceano è Antonio Banderas.

Dato che a Hollywood non ci sono le briokes si è stabilito nel Mulino. Ora, non è che brilli di galanteria

uno che usa il cornetto per fare la scarpetta nel cioccolato e poi, quando “assaggia” il plumcake ne ingolla

uno intero! Ci avete fatto caso? Fa per assaggiarlo e se lo infila intero in quello che più che una bozza è un

forno! Gli resta in mano solo poche briciole e la carta. Cosa? Dite che non è il vostro tipo? Che è passato di

moda?

Appello: Antonio se vuoi puciare un biscotto (del Mulino) chiamami, io ti saprò fare le Coccole e gli

Abbracci, tu per me sei un bel Galletto!

George Clooney: se un uomo di mezza età si facesse vedere ogni sei mesi con una tipa (figa e giovane)

diversa, a bordo della sua moto, diremmo che ha la sindrome di Peter Pan e una botta di andropausa, lui

invece per tutti è il più ambito scapolo.

Recentemente si è fidanzato con un’altra mora, bella, famosa, ricca … niente di nuovo … una famosa

avvocatessa, così famosa che prima di stare con lui non la conosceva nessuno!

Lui le ha regalato un brillocco di circa mezzo chilo montato su un anello che, si vocifera, abbia disegnato

lui stesso! Com’è l’anello? Un cerchio con una pietra rettangolare sopra. Ma diciamoci che, anche se non è

proprio un progetto di ingegneria aerospaziale, ricevere un anello di quella portata e da George Clooney…

non ha prezzo!

Cosa? Vi è giunta voce che facendo pubblicità, con tutti quei caffè è diventato nevrotico?

Appello: George, io per venire a Como ci metto circa un’oretta e guarda, non ti chiedo l’anello, mi basta un

cappuccino!

Dai, sono pezzi da novanta! Bisogna ammetterlo!

Se la tirano? Sì! Se lo possono permettere? Anche!

Mica come certi vip che se la tirano per niente, le peggiori? Le donne! Una che mi viene in mente? Monica

Bellucci.

A parte che fa la figa parlando in italiano con finto accento straniero: bella sei cresciuta a cime di rapa e

pane come tutte noi! Lei che parla con quel filo di voce come se stesse per piangere, sembra che le stiano

facendo la ceretta all’inguine! E poi vip? Ti atteggi? Famosa? Ma perché tutti la vogliono e tutti la cercano?

Ditemi il titolo di un suo film in tre secondo… uno, due, tre… niente? Lo sapevo!

Io continuo a sognare: Brad, Antonio, George… io mi trasferisco al Mulino per farmi un Nespresso vestita

solo con due gocce di Chanel n. 5, poi succeda quel che succeda…

La legittimazione dell'essere madre

Domenica, 08 Giugno 2014 12:43

Nella vita di ogni essere umano s'incontrano momenti cruciali, momenti di passaggio che fanno si che nulla potrà mai più essere come prima.

Per una ragazzina il menarca segna l'entrata nel mondo delle Donne e la gravidanza ed il successivo parto segnano il passaggio dall'essere Donna ed Amante all'essere Madre.

Durante questi passaggi nel corpo e nell'intimo delle Donne si scatenano forze spesso contrastanti ma che possono condurre a livelli di comprensione e di percezione sempre maggiori.

Il percorso di maternità soprattutto, permette alla Madre di iniziare a comunicare con il proprio bebè, con chi per 40 settimane occupa il suo ventre. Le Mamme che imparano a porsi in ascolto delle parti più profonde ed ancestrali di sé non sentono il bisogno di troppe visite ed esami che avvallino o meno la salute del loro piccolo, lo sanno già e devono permettere al loro “sentire” di guidarle e di tracciare la linea che porterà all'accoglienza delle nuova Vita.

Questo permette una grossa rivoluzione: quella che fa si che le Donne divengano protagoniste del “Dare alla Luce” perchè sanno perfettamente cosa occorre, in quel dato momento a quella piccola anima che si sta incarnando in quel piccolo corpo.

I modi per entrare in comunicazione con le parti più segrete del nostro sentire sono infinite, bisogna partire da ciò che ci fa stare bene e ci piace: camminare, danzare, cantare, respirare, cogliere fiori, accogliere il nostro compagno, leggere, scrivere, tornare in Natura... Il segreto è dare rilievo alle nostre sensazioni purchè esse siano “autentiche” e ripulite dai condizionamenti culturali da cui spesso siamo sommerse.

Il Diventare madre inizia molto prima e si conclude nel momento del parto.

Lo stesso momento del parto dovrebbe essere capace di avvicinarci alla dimensione del trascendente. Un parto indisturbato, in cui la Donna può gestire il momento in intimità e senza essere troppo disturbata permette di sfoderare forze ed energie inaspettate, permette di sentire altri mondi, di superare paure, di accogliere l'estasi..

La Madre deve permettersi di “lasciare andare”, di farsi guidare dal suo corpo e dalle sue sensazioni, assecondando e dando sempre fiducia alla Vita..

Un parto con una Donna capace di ascoltarsi e di legarsi ad “altre dimensioni” permette al Bimbo ed alla Mamma di lavorare insieme per incontrarsi in un primo eterico abbraccio che diviene reale.

Quel primo abbraccio getterà le basi per la Vita, ricordando al cucciolo degli occhi rassicuranti che lo cullano ed accarezzano.

Se questo momento non ha la possibilità di essere così saldo e potente nulla è perduto: mamme e bimbi sanno sempre ritrovarsi (e parlo per esperienza personale, il mio primo cucciolo mi è stato strappato via al momento della nascita), ci vorrà tanto sentire, tanta consapevolezza e lavoro connotato d'amore...

Se ne avete la possibilità, ascoltatevi, ascoltate le vostre pance ed i vostri cuccioli.. Seguite il vostro sentire e date ai vostri bimbi la nascita per voi migliore...


Cora Erba, doula e pedagogista

 

 

Sara

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Cecilia

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