Il manuale della brava partoriente: 1. E' stata brava, non ha neanche urlato

Venerdì, 31 Ottobre 2014 07:17

L'immaginario comune della scena del travaglio/parto potrebbe essere questo: una donna incinta con una bella pancia che fa supporre di essere proprio alle ultime settimane, che sta facendo qualsiasi cosa, magari shopping nei negozi. Una fitta all'addome, lei che si piega, uno "splash!" sul pavimento, "Mi si sono rotte le acque!", grida, movimenti concitati, baccano, scene rapide, una corsa al cardiopalma in ospedale, luci accesissime, lei sudata in volto che, supina sul lettino ginecologico, spinge a denti stretti e di tanto in tanto urla, e finalmente il bambino nasce.

Questo è quello che per anni la tv e i film ci hanno proposto. Vi torna?

Una caratteristica che mi ha sempre colpito di queste riproduzioni di scena del travaglio – tanto reali quanto reale sia il fatto che io sia Naomi Campbell – è la parte audio. Il sonoro. Le grida della donna. L'uso della voce. Reale o cinematografico che sia, nell'immaginario collettivo legato al momento della nascita c'è l'uso della voce. Si sa che la voce fa parte della nascita...tuttavia se ne ha paura, si spera di non urlare, di fare la brava. Di controllarsi.

Avete mai sentito la frase, specie riportata dai papà presenti in sala parto, "E' stata brava, non ha neanche urlato?"
Cosa significa essere brave, partorendo? Chi è la brava partoriente? Quella che resta composta, che non suda e magari non emette odore, che non si spettina e non si scompone, che così com'è entrata esce? La brava partoriente è quella che sta sdraiata, che non chiede ma esegue, che contiene il suo dolore? La brava partoriente è quella che non fa sceneggiate, che non urla e non implora, che non canta?

Bocca, collo dell'utero e vagina (ed in generale il perineo) sono strettamente collegati. Hanno stessa derivazione embrionale e funzionano all'unisono. Vi siete mai chiesti perché quando si fa l'amore, lo si fa con la bocca socchiusa o aperta, respirando anche dalla bocca, emettendo suoni? Mi rivolgo alle donne: sareste mai in grado di fare l'amore corrucciando la fronte, strizzando gli occhi e serrando la bocca? Mi rivolgo agli uomini: se mentre state facendo l'amore con la vostra compagna vedeste comparire sul suo volto un'espressione simile, pensereste di farle piacere o di averle fatto male?

Quello che nei film non ci raccontano, è che nel parto c'è molto di sessuale. Basti pensare agli ormoni coinvolti, l'ossitocina per prima! E dunque, se un certo tipo di respiro, di movimento, l'uso della voce durante l'asso sessuale non solo è normale ma aiuta la donna all'apertura...perché durante il parto si richiede di tacere, di non gridare, di non far casino? La brava partoriente è quella che non rompe le scatole?

La brava partoriente è qualsiasi mamma che dà alla luce il suo bambino, passando dalla vagina o dall'addome: ogni mamma è stata una brava partoriente. Perché ogni mamma è una brava mamma. E se griderà, se userà la voce, se sentirà il bisogno in un qualche momento del travaglio o delle spinte di lasciar uscire qualcosa dalla bocca e se se lo concederà, allora potremo dire di aver avuto non una brava partoriente, ma una brava ostetrica e un bravo papà che le hanno trasmesso fiducia, che l'hanno accolta nel suo bisogno di gridare e di usare quella voce che arriva direttamente dal centro della Terra per esprimersi attraverso quella donna che sta creando la Vita. La voce è una delle cose più intime che possediamo: occorre fiducia in se stessi e nell'ambiente che ci circonda per lasciarla uscire. Così come per mettere al mondo il proprio bambino. Allora, non giudicare ma accogliere la voce di una partoriente sarà accogliere lei stessa come madre e quel bambino come figlio.

Ostetrica Eleonora Bernardini

www.acasaconte.com

immagine tratta da masscommtheory.com

 

L'immaginario comune della scena del travaglio/parto potrebbe essere questo: una donna incinta con una bella pancia che fa supporre di essere proprio alle ultime settimane, che sta facendo qualsiasi cosa, magari shopping nei negozi. Una fitta all'addome, lei che si piega, uno "splash!" sul pavimento, "Mi si sono rotte le acque!", grida, movimenti concitati, baccano, scene rapide, una corsa al cardiopalma in ospedale, luci accesissime, lei sudata in volto che, supina sul lettino ginecologico, spinge a denti stretti e di tanto in tanto urla, e finalmente il bambino nasce.

Questo è quello che per anni la tv e i film ci hanno proposto. Vi torna?

Una caratteristica che mi ha sempre colpito di queste riproduzioni di scena del travaglio – tanto reali quanto reale sia il fatto che io sia Naomi Campbell – è la parte audio. Il sonoro. Le grida della donna. L'uso della voce. Reale o cinematografico che sia, nell'immaginario collettivo legato al momento della nascita c'è l'uso della voce. Si sa che la voce fa parte della nascita...tuttavia se ne ha paura, si spera di non urlare, di fare la brava. Di controllarsi.

Avete mai sentito la frase, specie riportata dai papà presenti in sala parto, "E' stata brava, non ha neanche urlato?"
Cosa significa essere brave, partorendo? Chi è la brava partoriente? Quella che resta composta, che non suda e magari non emette odore, che non si spettina e non si scompone, che così com'è entrata esce? La brava partoriente è quella che sta sdraiata, che non chiede ma esegue, che contiene il suo dolore? La brava partoriente è quella che non fa sceneggiate, che non urla e non implora, che non canta?

Bocca, collo dell'utero e vagina (ed in generale il perineo) sono strettamente collegati. Hanno stessa derivazione embrionale e funzionano all'unisono. Vi siete mai chiesti perché quando si fa l'amore, lo si fa con la bocca socchiusa o aperta, respirando anche dalla bocca, emettendo suoni? Mi rivolgo alle donne: sareste mai in grado di fare l'amore corrucciando la fronte, strizzando gli occhi e serrando la bocca? Mi rivolgo agli uomini: se mentre state facendo l'amore con la vostra compagna vedeste comparire sul suo volto un'espressione simile, pensereste di farle piacere o di averle fatto male?

Quello che nei film non ci raccontano, è che nel parto c'è molto di sessuale. Basti pensare agli ormoni coinvolti, l'ossitocina per prima! E dunque, se un certo tipo di respiro, di movimento, l'uso della voce durante l'asso sessuale non solo è normale ma aiuta la donna all'apertura...perché durante il parto si richiede di tacere, di non gridare, di non far casino? La brava partoriente è quella che non rompe le scatole?

La brava partoriente è qualsiasi mamma che dà alla luce il suo bambino, passando dalla vagina o dall'addome: ogni mamma è stata una brava partoriente. Perché ogni mamma è una brava mamma. E se griderà, se userà la voce, se sentirà il bisogno in un qualche momento del travaglio o delle spinte di lasciar uscire qualcosa dalla bocca e se se lo concederà, allora potremo dire di aver avuto non una brava partoriente, ma una brava ostetrica e un bravo papà che le hanno trasmesso fiducia, che l'hanno accolta nel suo bisogno di gridare e di usare quella voce che arriva direttamente dal centro della Terra per esprimersi attraverso quella donna che sta creando la Vita. La voce è una delle cose più intime che possediamo: occorre fiducia in se stessi e nell'ambiente che ci circonda per lasciarla uscire. Così come per mettere al mondo il proprio bambino. Allora, non giudicare ma accogliere la voce di una partoriente sarà accogliere lei stessa come madre e quel bambino come figlio.

Ostetrica Eleonora Bernardini

immagine tratta da masscommtheory.com

 

Cuscino aromatico per l'influenza intestinale

Giovedì, 30 Ottobre 2014 15:19

Per creare una compressa aromatica o tampone aromatico per dolori all'addome causati dall'influenza intestinale dovremmo riempire una baccinella di acqua molto calda e aggiungere all'interno di essa 5 gocce di olio essenziale di lavanda e se possibile anche 5 di camomilla. 

Immergiamo l'asciugamano all'interno dell'acqua e lasciamolo un minuto in modo in modo da farlo impregnare bene poi strizziamolo e appoggiamolo sull'addome per 10 minuti. Ripetiamo l'operazione 3-4 volte aggiungendo se possibile dell'acqua calda per mantenere la temperatura dell'acqua elevata e le gocce di lavanda e camomilla che tendono a disperdersi nell'ambiente dopo poco. 

Qui trovi il nostro articolo con tutti i nostri consigli per prevenire e curare l'influenza intestinale in famiglia. 

Giulia Mandrino

immagine tratta da blog.freepeople.com

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

In gravidanza il nostro corpo è messo a dura prova, in quanto il pupetto che abbiamo in grembo letteralmente "risucchia" ciò di cui ha bisogno.

Alcune ostetriche e ginecologi consigliano l'integrazione attraverso prodotti specifici. Il nostro consiglio è di privilegiare una corretta alimentazione basata su frutta, verdura, cereali integrali, legumi e utilizzare integratori solo dopo aver consultato il proprio specialista di riferimento.

In caso di carenze accertate ecco una selezione di integratori di Named, azienda specializzata in Medicina Funzionale di standar estremamente elevati.

Ferronam: integratore a base di ferro, vitamina c e folato, utile in caso di carenze di ferro. 

Trialgal DHA: integratore di dha algale con vitamina E, da utilizzare su consiglio ostetrico o medico. Il dha è un costituente fondamentale delle cellule e in particolare dei neuroni, e secondo diversi studi aumentare l'introduzione di dha in gravidanza avrebbe effetti positivi a livello di sviluppo cognitivo e fisico del bambino. Gli omega 3 (il dha è un derivato metabolico degli omega 3) si trovano principalmente nei semi oleosi, in particolare nelle noci, nei semi di lino e nell'olio di semi di lino e di canapa. Possiamo sgranocchiare le noci durante la giornata (metà mattina e metà pomeriggio), opure aggiungerle in insalate di verdura o di pasta; i semi di lino possiamo gustarli nello yogurt vegetale tutte le mattine o come merenda al pomeriggio, oppure nelle insalate verdi; gli oli invece devono essere utilizzati solo ed esclusivamente a crudo e sono un ottima abitudine da mantenere tutta la vita. L'integrazione di dha non è necessaria in gravidanza ma se pensate di poter avere carenzea causa di un'alimentazione che scarseggia di tali nutrienti consultatevi con lo specialista che sta seguendo la vostra gravidanza. 

Sedanam: è un integratore a base di passiflora, melissa, avena sativa e valeriana. Per il rilassamento diurno si consigliano 20 gocce da una a 3 volte al giorno, oppure una compressa 1-2 volte al giorno. Mentre per il riposo notturno 60 gocce 30 minuti prima di coricarsi. Anche in questo caso è necessario chiedere il parere del proprio specialista di riferimento sulla sua assunzione. 

Mg 400: integratore di magnesio lattato, che fornisce la massima biodisponibilità quindi assimilazione del minerale. Le carenze di magnesio sono davvero frequenti in gravidanza e sono principalmente causate dalla scorretta alimentazione basata sull'assunzione di cereali non integrali e non in chicco, poca verdura, sopratutto a foglia verde e poca frutta. Una forma di acidosi metabolica causata da un eccesso di proteine animali e in parte da stress possono peggiorare significativamente la carenza di magnesio. Per aumentarne l'assunzione basta mangiare cereali integrali (con la raffinazione si perde circa l'80% di magnesio), mandorle e noci come snack. 

Probionam Cacao: 30 miliardi di fermenti lattici, fibra prebiotica di cacao e betaglucano. La profilassi prevede una bustina al giorno per circa un mese.

 

Fibramotil: integratore a base di Fibra di Guar Parzialmente Idrolizzata indicato per prevenire la stipsi in gravidanza. Anche in questo caso è necessario abbinare una corretta alimentazione con cereali integrali in chicci, grande varietà di frutta e verdura e legumi. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

I love Limone Weleda

Giovedì, 30 Ottobre 2014 14:09

Il Limone ha origini antiche: diffuso da secoli in Palestina e in India, fu conosciuto in Italia solo all'inizio dell'era cristiana.
La particolarità di questa pianta è la presenza contemporanea di fiori, frutti nascenti e frutti più maturi di un bel colore giallo: una prova evidenze della sua eccezionale ed energica vitalità.La sua coriacea buccia inoltre protegge la polpa succosa e ne preserva l'umidità.
Le qualità di questo frutto sono state da sempre utilizzate per i più svariati intenti terapeutici: esso è ricco di vitamina C ed è ottimo anche per disinfettare le piccole lesioni cutanee e per combattere influenza, raffreddori e mal di gola.
Il suo intenso profumo inconfondibile è una vera e propria sveglia per i sensi: l'aroma fresco del limone è stimolante proprio come il suo colore vivace e brillante.
L'albero del limone denota una traboccante vitalità poiché in qualsiasi stagione dell'anno fiorisce e fruttifera incessantemente; basti pensare che può arrivare a produrre fino a 100 chili di limoni.
Una caratteristica del frutto del limone è che, a differenza di altri frutti, non sviluppa con la maturazione la dolcezza: né caldo né sole possono attivare la formazione di zucchero, al contrario più a lungo matura più sarà acre di sapore. Esso è una vera e propria farmacia naturale: oltre ad essere ricco di vitamina C, è ottimo anche per disinfettare le piccole lesioni cutanee e per combattere influenza, raffreddori e mal di gola.
Un altro particolare che lo distingue dagli altri frutti è che il suo aroma inconfondibile è sprigionato da ogni parte della pianta: i preziosi oli essenziali si trovano non solo nei suoi piccoli fiori bianchi, ma anche nella buccia, nella polpa e nelle foglie.

Weleda se ne avvale nella Linea Corpo al Limone 100% naturale certificata, composta da Bagno rinfrescante, Doccia,Olio per il corpo, Crema fluida Trattamento Idratantee Deodorante.

Il Bagno e la Doccia cremosa racchiudono in sé la freschezza del frutto appena raccolto unita al calore del sole mediterraneo. Rinfrescano la pelle e sprigionano stimolanti aromi naturali. Entrambi infatti contengonoil prezioso olio essenziale di limone che stimola e vivacizza i sensi.

Il consiglio di Weleda: per un bagno energizzante consigliamo di versare 3-5 tappini di prodotto nella vasca già piena d'acqua per liberare i pregiati oli essenziali. Per la doccia, applicare una giusta quantità di Doccia cremosa frizionando dai piedi verso l'alto e dai polsi verso il cuore, per poi risciacquare con abbondante acqua tiepida.
Attraverso il bagno o la doccia i principi attivi del limone si esprimono davvero al massimo ed esercitano un effetto benefico sull'intero organismo.

Dopo il bagno o una doccia rigenerante non c'è niente di meglio, specie durante la stagione invernale, di un bel massaggio con l'Olio al Limone, leggero e di rapido assorbimento, lascia sulla pelle il velluto dell'olio di mandorle dolci e la delicata e stimolante fragranza dell'agrume.

Il consiglio di Weleda: applicarlo sulla pelle ancora umida con movimenti circolari (sempre in direzione del cuore); l'olio verrà subito assorbito dalla pelle e si creerà una sottile emulsione altamente emolliente.
Sen invece si preferisce un trattamento più cremoso allora la Crema Fluida è l'ideale. Formulata con puri oli vegetali, è ricca di sostanze benefiche per la pelle, grazie anche al gel di aloe vera dall'azione rinfrescante.Un vero cocktail di energia e di benessere!
Consiglio di Weleda: Applicare la Crema Fluida Trattamento Idratante dopo la doccia e ogni qual volta si desidera rinfrescare ed idratare il corpo. La fresca fragranza agrumata ed il gel di aloe vera la rendono adatta anche come doposole.
Il quinto protagonista della Linea Corpo Limone è il Deodorante. Per questo prodotto è quasi inutile spiegare quali siano le sue caratteristiche, perché è solo provandolo che ci si rende conto delle sue proprietà.
Basta infatti spruzzare un po' di prodotto nell'aria che subito si manifesta l'immagine di un limone appena tagliato. La sua piacevole e frizzante brezza rinfresca piacevolmente.
Tutti i prodotti della Linea Corpo Limone Weleda sono adatti anche per chi pratica una dieta vegana.

Giulia Mandrino

Piatto davvero buonissimo che almeno una volta ogni due settimane amo fare. Ci sono due versioni: una con e una senza uovo. 

 

 

 

 

Le mamme sono stanche... "Sono due notti di fila che la bambina dorme dall'una alle sei. Non mi sembra vero. Non voglio nemmeno ripeterlo". (mamma con neonato di 6 settimane) I neonati hanno bisogno di mangiare anche di notte e le mamme, soprattutto all'inizio, dormono poco, perché il loro sonno è spesso interrotto dai pasti. Con il passare delle settimane, la stanchezza aumenta e si accumula (vedi Capitolo 6): per "alleggerire" questa situazione vengono impropriamente suggeriti alla mamma i consigli più disparati: "Prova a dargli un bel biberon di latte artificiale prima della mezzanotte e vedrai che dorme"; "Fai dormire di meno il bambino durante il giorno e vedrai che di notte dormirà di più"; "Ti do il numero di una puericultrice esperta che insegna al bambino a dormire".
Potrei proseguire con un lungo elenco, ma è meglio interrompere questa lista di sproloqui. Mille e più consigli, uno opposto all'altro, che non facilitano la mamma e che insinuano in lei un tarlo pericoloso: l'idea che ciò che sta facendo non vada bene, che pseudo-esperti posseggano invece gli espedienti utili affinché il neonato riesca a dormire tutta la notte. Bisogna raccontare alle mamme che nei primi mesi è normale sentirsi stanche, che la spossatezza è legata sia alla privazione del sonno notturno continuo, sia al carico emotivo che stanno affrontando. Il bisogno del neonato di pasti notturni viene lentamente superato con il passare dei mesi, ma nelle prime settimane è naturale avvertire stanchezza ed è consigliabile per le mamme cercare di fare piccoli pisolini non appena possibile. Può accadere che, all'ennesimo pianto del neonato durante la stessa notte, la donna si senta davvero stremata: la figura del compagno può e deve essere coinvolta anche in queste circostanze. Con il passare delle settimane, consapevoli del fatto che l'esperienza delle prime settimane costituisce una fase di passaggio, la donna si adatta meglio ai nuovi ritmi e l'accudimento diventa meno faticoso. Al contrario, se una mamma sente di essere arrivata "al limite", di "non farcela più": può chiedere aiuto. Spesso le donne fanno fatica a riconoscere di aver bisogno di un sostegno e pensano che una "buona madre" deve farcela da sola. Nulla di più sbagliato: una "buona madre" capisce il momento di difficoltà e non ha paura di cercare assistenza, per il bene suo, del bambino e del partner."

Angela Dinoia, Il neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

Fivet. La mia storia vera.

Mercoledì, 29 Ottobre 2014 04:49

Pubblico con piacere la lettera di una lettrice di nome Elena, che ha deciso di aprirci il suo cuore, Giulia Mandrino

"Cara Sara, ti parlo da mamma, forse come se fossi tua mamma perchè ho 50 anni tra poco. Spero che le mie parole possano aprirti il cuore e anche la prospettiva, perchè a volte le persone fortunate come te, proprio per la fortuna che ha caratterizzato la propria esperienza di maternità, non sono in grado di andare oltre al proprio vissuto, limitando quindi la propria prospettiva e rischiando di essere proprio fuori luogo.

A 30 anni ero una donna in carriera, ero felicemente sposata e il desiderio di un figlio neanche mi balenava lontanamente. Poi dopo un paio di anni sono diventata zia e mi si è aperto un mondo: ho incominciato a comprendere che non "si è cosa si fa" ma " si è ciò che si è", quindi che il vero NOI, almeno per me, non sta nel lavoro, nello "spaccare" il mondo, in quel bisogno continuo di fare, progettare, ricercare, ma nell'essere mamma. Tutto semplicemente qui. Era tutto molto più facile rispetto a quello che pensavo, non dovevo dimostrare nulla  a nessuno, dovevo solo fare quello per cui il mio corpo era progettata. Avevo 34 anni, pensavo comunque di avere tempo, ma ho deciso di smettere la pillola a dicembre dopo duemesi dal mio 34 esimo compleanno; passano i mesi ma della gravidanza neanche l'ombra. Dopo 10 mesi incomincio a calcolare i giorni dell'ovulazione, poi a misurare la temperatura, con grande stress per e mio marito. Dopo 14 mesi inziamo a fare le analisi e all'inizio sembrava che non ci fossero problemi; poi dopo l'ennesimo esame arriva la chiamata della ginecologa che purtroppo mi diagnostica una problematica che rende impossibile da parte mia il concepimento se non tramite fivet. Ne abbiamo fatte davvero davvero tante, in Italia, all'estero; siamo andati in Spagna e abbiamo tentato la fecondazione eterologa ma neanche così è andata a buon fine. A 38 anni ero una donna distrutta, mi sentivo sconfitta dalla vita: non potevo avere la cosa che più volevo, quella per cui tutte le altre donne sono fisiologicamente programmate. Nel culmine della mia depressione mio marito ha pensato bene di andarsene e di chiedere il divorzio; dopo un'anno e mezzo la sua nuova compagna era incinta. Credo non servano commenti sul mio stato di benessere psicofisico in quel periodo. 

Una mia amica dopo 6 mesi dalla notizia della gravidanza che avrebbe reso papà il mio ex marito di cui ero per altro ancora follemente innamorata, una mia amica mi trascina a forza fuori di casa: era una giornata uggiosa di ottobre e io non volevo assolutamente ricordare il mio 41esimo compleanno. Alle tre ero in macchina con lei, in tuta e assolutamente sciatta: mi porta in un hammam dove donne arabe con mani grandi e sapienti si prendono cura di me facendomi sentire di nuovo donna. Parrucchiere e poi via a una festa dove ho conosciuto un uomo simpatico e buffo, con inaspettati momenti di autorevolezza da responsabile finance qual'era. Era spuntato un nuovo amore, un amore dolce, delicato, rispettoso e con profonde radici: qualcosa che non avevo mai pensato potesse esistere. Anche lui separato senza figli dopo non aver preso ovviamente precauzioni per un anno abbiamo deciso di provare la strada dell'adozione ma nè io nè lui potevamo ancora sposarci , in quanto dovevamo attendere ancora un anno per cui per ora quella strada non era percorribile. A malincuore abbiamo deciso di tentare la fivet, dicendoci che ci davavmo al massimo 3 tentativi poi avremmo mollato il colpo e ci saremmo dedicati ad altro. 

La prima non va, la seconda nemmeno, la depressione fa di nuovo capolino e con essa la paura di essere ancora abbandonata: lui mi dimostra amore e dedizione, mi sono sentita supportata e amata per quello che ero, ossia Elena, non Elena senza figli. Riproviamo e magia, la gravidanza parte e ora sono felicemente mamma di due gemellina che riempiono la nostra vita e il nostro cuore di luce immensa.

Sarei stata felice lo stesso Sara? Si, avrei trovato il modo, come uno trova il modo di esserlo anche dopo una disgrazia in famiglia. Per me sarebbe stato lo stesso. Ce l'avrei fatta, ma ne avrei sofferto per sempre perchè per me essere mamma era il senso finale della mia vita, la famosa ciliegina sulla torta. Era tutto ciò che volevo. E quando vuoi una cosa, almeno io faccio così, lotti, lotti come una leonessa per ottenerla. Non è autodistuzione, è un desiderio ardente che da senso al tutto, è pura passione per la vita e anche per te stessa, perchè stai lottando per cià che vuoi.

Elena"

 

La displasia broncopolmonare (BPD) è un disturbo cronico degenerativo che colpisce molti bambini nati pretermine con basso peso alla nascita, specialmente quelli che hanno avuto necessità di ventilazione meccanica e di ossigenoterapia. Trattare con successo la BDP puo' ridurre l'incidenza di altre problematiche che spesso si sviluppano in concomitanza di un parto pre-termine. Gli effetti delle terapie attuali sono poco soddisfacenti per cui si cercano nuove vie per trattare questa patologia. L'utilizzo delle cellule staminali mesenchimali (MSC) sembra essere promettente: i primi dati a disposizione indicano che le cellule staminali mesenchimali della gelatina di Wharton, presente nei cordoni ombelicali, possono avere potenziali benefici nel preservare I neonati dagli effetti di questa patologia. Numerose restano ancora le domande a cui rispondere, tra le quali anche la corretta quantità utile di cellule da trapiantare o gli intervalli piu' idonei tra le infusioni da effettuare. Le cellule staminali mesenchimali possono essere utilizzate sia come trattamento che come profilassi. Considerando che non tutti i neonati prematuri sono a rischio di sviluppare una displasia broncopolmonare, occorre avviare studi per eventuali markers che consentano di identificare su quali potenziali pazienti può essere condotta.

articolo tratto da http://link.springer.com/chapter/10.1007/5584_2014_27

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La fibrosi cistica è una patologia mutiorgano potenzialmente mortale che ha una incidenza dello 0.737 ogni 10.000 nella popolazione mondiale. Nonostante vi siano stati importanti progressi nelle terapie proposte, purtroppo i pazienti continuano a non avere una soddisfacente qualita di vita. Lo stadio finale della malattia comporta ancora una alta mortalità e pone i pazienti nella necessita di sottoporsi ad un trapianto polmonare. Le cellule mesenchimali presenti nella gelatina di Warton dei cordoni ombelicali sembrano essere una promettente alternativa al trapianto con cellule staminali midollari o embrionali: la loro somministrazione deve essere applicata attraverso ripetute infusioni, a causa del rapido ricambio delle cellule epiteliali polmonari. Comunque l'ancora scarsa capacita di incorporamento delle cellule staminali rimane ancora un problema clinico da risolvere.

articolo tratto da http://link.springer.com/chapter/10.1007/5584_2014_17

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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