La displasia broncopolmonare (BPD) è un disturbo cronico degenerativo che colpisce molti bambini nati pretermine con basso peso alla nascita, specialmente quelli che hanno avuto necessità di ventilazione meccanica e di ossigenoterapia. Trattare con successo la BDP puo' ridurre l'incidenza di altre problematiche che spesso si sviluppano in concomitanza di un parto pre-termine. Gli effetti delle terapie attuali sono poco soddisfacenti per cui si cercano nuove vie per trattare questa patologia. L'utilizzo delle cellule staminali mesenchimali (MSC) sembra essere promettente: i primi dati a disposizione indicano che le cellule staminali mesenchimali della gelatina di Wharton, presente nei cordoni ombelicali, possono avere potenziali benefici nel preservare I neonati dagli effetti di questa patologia. Numerose restano ancora le domande a cui rispondere, tra le quali anche la corretta quantità utile di cellule da trapiantare o gli intervalli piu' idonei tra le infusioni da effettuare. Le cellule staminali mesenchimali possono essere utilizzate sia come trattamento che come profilassi. Considerando che non tutti i neonati prematuri sono a rischio di sviluppare una displasia broncopolmonare, occorre avviare studi per eventuali markers che consentano di identificare su quali potenziali pazienti può essere condotta.

articolo tratto da http://link.springer.com/chapter/10.1007/5584_2014_27

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La fibrosi cistica è una patologia mutiorgano potenzialmente mortale che ha una incidenza dello 0.737 ogni 10.000 nella popolazione mondiale. Nonostante vi siano stati importanti progressi nelle terapie proposte, purtroppo i pazienti continuano a non avere una soddisfacente qualita di vita. Lo stadio finale della malattia comporta ancora una alta mortalità e pone i pazienti nella necessita di sottoporsi ad un trapianto polmonare. Le cellule mesenchimali presenti nella gelatina di Warton dei cordoni ombelicali sembrano essere una promettente alternativa al trapianto con cellule staminali midollari o embrionali: la loro somministrazione deve essere applicata attraverso ripetute infusioni, a causa del rapido ricambio delle cellule epiteliali polmonari. Comunque l'ancora scarsa capacita di incorporamento delle cellule staminali rimane ancora un problema clinico da risolvere.

articolo tratto da http://link.springer.com/chapter/10.1007/5584_2014_17

 

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Facili da fare, davvero semplici: sono un ottimo regalo per coccolarci ma anche un pensiero carino da fare ad una amica. Guardate che meraviglia il risultato in quest'immagine tratta dal sito www.funathomewithkids.com.

Le varietà sono davvero tantissime! Trovate la ricetta base scaricabile in fondo all'articolo mentre qui sotto vi spiego come personalizzare le vostre bombe da bagno con forme e oli essenziali differenti. 

- Per fare delle bombe di relax per noi mamme super stressate possiamo utilizzare come oli essenziali ylang ylang e lavanda;

- per fare un pieno di energia lime e arancia;

- per ritrovare a sintonia con il nostro femminile legno di rosa, palmarosa e geranio d'Egitto.

Altre personalizzazioni possono essere fiori secchi come la lavanda o le rose (www.lovelygreens.com)

 
oppure cannella, cioccolato e altre spezie.(radicalhomestead.ca)
 
 
 

Oppure in forme particolari come per esempio questi simil-biscotti (www.peta.org)

 

Ecco qui sotto la scheda con la ricetta base tratta dal sito greenme.it

Giulia Mandrino

immagine tratta da http://living-learning-eating.blogspot.it/

 

 

Grande o piccolo? Le dimensioni contano?

Lunedì, 27 Ottobre 2014 15:04

Spesso in gravidanza due aggettivi banali condizionano il benessere psico-fisico materno: grande e/o piccolo.
Definire in modo perentorio la stazza del feto e quindi del neonato possono portare la mamma a conclusioni errate riguardo il suo stato di salute in utero o neonatale e (soprattutto per l'aggettivo "grande") sull'andamento di travaglio parto portando addirittura alla scelta del taglio cesareo.
Per altro queste definizioni condizionano anche l'agire dei professionisti della maternità.
La prima cosa che mi preme dire è che si definisce MACROSOMA ovvero un bambino GRANDE dove l'aggettivo potrebbe in parte influenzare scelte, andamento di quella gravidanza, un neonato con peso uguale o maggiore a 4500 gr (International Classification of Desease).
L'altra è che non sono mamma, suocera o vicina di casa a poter influenzare le vostre percezioni guardando la pancia e dando verdetti per ogni cosa, non solo per le misure ma anche per la data del parto etcetc (pancia alta, bassa, tonda, a punta...)
Esami strumentali come l'ecografia e ancor più esami manuali come l'esecuzione delle manovre di Leopold (palpazione addominale per avere informazioni sul feto) possono dare indicazioni - ma non certezze – sulla dimensione fetale e conseguentemente neonatale.
Ogni mamma ha delle percezioni sulla sua pancia, sul suo piccolo. Sono il suo "sentire" e non fatevelo portare via, molte volte mamme a cui era stato detto "Oh signora che figlio grande!" o viceversa sul piccolo ci hanno detto come alla fine loro sentissero che era il figlio adeguato a loro, al loro corpo al di la delle definizioni e delle soglie di peso ... e quelle mamme hanno avuto ragione!

Ostetrica Veronica Pozza

 

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Fivet: chi sono io per parlarne?

Lunedì, 27 Ottobre 2014 15:00

Prima che scorriate l'articolo, con in testa questa domanda, ne sfato subito l'aspettativa: NESSUNO. Si, non sono proprio nessuno per parlarne, ma siccome in maniera tangenziale è la terza volta che ne raccolgo i racconti e ne tasto i segni e le ferite, ho deciso che pur non essendo nessuno, forse posso riportare parte della mia esperienza di ascoltatrice. In questo periodo per me è un tema caldo. Una delle mie più care amiche si è avventurata in quell'inferno. Non trovo le parole, non so esserle vicina come vorrei, nonostante lei me lo chieda mettendomi al corrente di come sta. Ora, dopo due fivet fallite, è depressa al punto che ha sospeso il lavoro. Nonostante ciò, è tale ed ardente il desiderio di diventare madre che vuole provare per la terza volta. Non ho parole giuste... in fondo, il fatto che io sia mamma, per quanto non ci siano gelosie ed attriti, mi rende, con la mia esperienza, come una pozione urticante su di una pelle sottile e screpolata. Per qualche giorno mi sono chiesta perché la mia amica non mi risponda ad un messaggio... sono preoccupata, ma non so se faccio meglio a rispettare il suo silenzio o pregarla di darmi notizie... Insomma, un bel pasticcio, che rischia per giunta di indebolire un'amicizia che ritengo familiare e calda.
Cerco ora di ripercorrere quanto avviene, rifacendomi ai racconti della mia amica che chiamerò Sabrina per l'occasione. Dopo avere preso la decisione di provare una Fivet che sta per Fecondazione in vitro con impianto dell'ovulo fecondato, bisogna tassativamente passare per un'importante cura ormonale. Sabrina ha problemi di ipotiroidismo e questa condizione non le giova affatto. Una serie di iniezioni anticipano la cura con le gonadotropine, in una dose tale da mettere in atto un'iperovulazione. Sviluppandosi più follicoli viene prodotto un numero maggiore di ovociti. Al termine di questa cura che viene monitorata tutti i giorni per capire il grado di maturazione dei folicoli, in anestesia totale, vengono prelevati gli ovuli. Sabrina si è sentita sola e mi racconta il paradosso della procreazione in un ambiente medicalizzato, come se stesse avvenendo una qualsiasi operazione chirurgica. Tutto intorno a te è freddo ed asettico, anche se hai appena fatto il gesto che innescherà l'amore che ancora non conosci, ma che immagini essere il più grande della vita.

Al termine del prelievo si rimane sulle spine. Una parte di te, però è nelle mani di sapienti medici che, si spera, sapranno scegliere l'ovulo giusto. Sono loro, infatti, che mettono il tuo ovulo nella condizione di essere fecondato e tentano la fecondazione. Se questa avviene, da quell'atto, in qualsiasi momento del giorno e della notte, puoi essere chiamata dall'ospedale per presentarti e metterti a disposizione per l'impianto. L'impianto avviene in maniera meno invasiva, ma egualmente asettica. Se vengono fecondati più ovuli, possono essere impiantati fino ad un massimo di tre ovuli. Si è messa questa restrizione perché in passato si metteva a rischio la vita di madre e bimbi a seguito delle gravidanze multiple. Oggi se ne impiantano un massimo di tre, ma di solito "ce la fanno" uno o al massimo due degli embrioni. La seconda volta che tentò fu inizialmente un successo. Gliene vennero impiantati due. La gravidanza sembrava essere iniziata. Nella sua testa cominciava a concretizzarsi quell'idea di vita nuova, il pensiero di non essere più sola si faceva spazio nella sua mente. Riusciva già a pensare a ciò che sarebbe servito per la casa... ma al terzo mese qualcosa è cambiato. Sentì che dentro di lei era avvenuta una mutazione. Era tale e forte la sensazione che non fu una sorpresa sapere che nella sua pancia desiderosa non c'era più vita. No, non fu una sorpresa, ma un lutto, un fallimento, uno scherzo del destino che sembra penalizzarti quanto più forte desideri qualcosa. Per suo marito ci fu anche la sorpresa choccante di una notizia che non poteva intuire in anticipo o vagamente prevedere. Da allora hanno dentro un lutto, non solo come qualcosa che non è arrivato, ma come qualcosa che c'è stato e che non c'è più. Mi chiedo che cosa spinga tante donne a vivere un'esperienza così angosciante. Forse ci sarei arrivata anche io... non posso saperlo, ma non ho mai pensato ad un figlio come a qualcosa per me... Ho sempre pensato che forse sarebbe successo... Ma io non faccio testo perché nel suo "succedere" quella bomba che è mettere al mondo una creatura cui sei legata per la vita, ha sconvolto la mia vita al punto che non sono in grado di mantenere tutto saldo. Quindi non sono all'altezza di parlare di cose che succedono e basta, senza portarne i segni addosso.
Penso solo che un figlio è un dono e forse quando ci accaniamo per ottenerlo stiamo combattendo in parte contro noi stesse... Vedo in Sabrina quella foga autodistruttiva che la porta a deprimersi, a farsi del male, pur di ottenere quel risultato. Se si amasse e rispettasse, mi dico a volte, non si chiederebbe tanto...

Sara Donati

saradonatifilmaker.com

La prima uscita

Lunedì, 27 Ottobre 2014 14:55

Nell'appartamento di prima non avevamo giardino e nemmeno un balcone, quindi ci eravamo attrezzati per poter portare Cucciola all'aperto. Certo non era un 'operazione proprio semplice, specie la "messa in sicurezza" della sua zona, ma cercavamo di fare del nostro meglio e lei gradiva.
Io – Allora siamo pronti per uscire?
Lui – Certo che alle 7.30 della domenica mattina quelli che ci vedono caricare così la macchina penseranno che stiamo per espatriare
Io – Non si sa mai, meglio portare roba in più che in meno
Lui – Sì ma non esagerare, stiamo via un paio d'ore, la scorta di fieno mi sembra un accesso
Io – Dici
Lui – Sì!
Io – Allora: rete, martello, gabbietta, acqua fresca, teli mare, mi pare ci sia tutto... , Cucciola, manchi solo tu
Cucciola – Cosa fate? Dove portate le mie cose? Ce ne andiamo, ma qui è tutto mio!
Io – Dai dentro nella gabbietta che si parte
Cucciola – Non andremo dal dottore sul tavolo magico? Non lo sopporto quando mi mette il termometro dietro la coda, lo trovo irrispettoso...
Operazione non semplice farla entrare nella gabbietta vista che tutt'ora non è abituata ed una volta chiusa lei si agita come un leone in gabbia... Arrivati al parco più o meno funzionava così...
Io – Deve essere un posto tranquillo non troppo di passaggio
Lui – Sai la domenica a quest'ora a febbraio non penso ci sia ressa. La gente penserà o che andiamo in camporella o che stiamo per abbandonare qualcosa
Io – Dai dai che qui è perfetto
Cercavamo una zona tranquilla del parco, un po' interna, vicino agli alberi, verificavamo che a terra non ci fossero plastica, vetri, sporcizia e cose pericolose per lei e per noi, montavamo una rete precedentementelegata a dei paletti, a maglie strette e abbastanza lunga a formare un recinto, la picchiavamo nel terreno con il martello, poi su una parte fermavamo il telo mare per creare una zona d'ombra e riparata da occhi indiscreti, mettavamo all'interno del recinto la gabbietta con Cucciola (che per fare 300 metri in macchina casa / parco si era fatta la pipì addosso e tremava come una foglia) e la liberavamo. Intanto facevamo da vedette al fortino, evitando che se i pochi a spasso con il cane si avvicinassero troppo perché lei non era abituata e già la cosa la rendeva in certi momenti allertata e poi perché il recinto non avrebbe retto il peso di un cane incuriosito che cerca magari si scavalcare.
La prima volta sono rimasta un po' scioccata: appena aperto lo sportellino e saltata fuori è ... risaltata dentro! Si puliva le zampe in maniera forsennata, cacciava fuori il musino dalla gabbietta senza capire.
Cucciola – Ma questo pavimento è tipo morbido? Cos'è sta roba verdina tutto intorno?
Io – Amore dai esci è erba... caspita non l'hai mai vista!!!
Cucciola – Ok io ci provo ma non garantisco, non è semplice
Poi un passo, due e tre e via, che salti!
Io – Guarda com'è brava, Cucciola sei bravissima!
Lui – Sta saltando, non leggendo un libro in aramaico... E' nella sua natura.
Io – Quante cose sono nella tua natura e non le fai...
Lui – Mmmmmm...
Cucciola – Visto, faccio i salti e corro e cambio direzione in un attimo
Io – Brava Cucciola!
Cucciola – Sì adesso mi chiamo brava cucciola
Io – Qui c'è il tuo fieno e qui il beverino con l'acqua
Cucciola – No mamma non ho tempo, adesso devo fare brava cucciola
Una bellissima giornata, invernale ma calda, con quel sole che ti intiepidisce e la tranquillità del parco la domenica mattina.
A volte correva, smusettava, camminava ed ispezionava, a volte si stancava e si sdraiava sul prato, brucava l'erbetta fino ad allora mai vista (!), si faceva coccolare e quando doveva far pipì rientrava nella gabbietta... non si lascia in giro niente!

Elena Vergani

Articolo tratto dalla rubrica Il mondo è bello perchè è variabile

La prima uscita

Lunedì, 27 Ottobre 2014 14:54

Nell'appartamento di prima non avevamo giardino e nemmeno un balcone, quindi ci eravamo attrezzati per poter portare Cucciola all'aperto. Certo non era un 'operazione proprio semplice, specie la "messa in sicurezza" della sua zona, ma cercavamo di fare del nostro meglio e lei gradiva.
Io – Allora siamo pronti per uscire?
Lui – Certo che alle 7.30 della domenica mattina quelli che ci vedono caricare così la macchina penseranno che stiamo per espatriare
Io – Non si sa mai, meglio portare roba in più che in meno
Lui – Sì ma non esagerare, stiamo via un paio d'ore, la scorta di fieno mi sembra un accesso
Io – Dici
Lui – Sì!
Io – Allora: rete, martello, gabbietta, acqua fresca, teli mare, mi pare ci sia tutto... , Cucciola, manchi solo tu
Cucciola – Cosa fate? Dove portate le mie cose? Ce ne andiamo, ma qui è tutto mio!
Io – Dai dentro nella gabbietta che si parte
Cucciola – Non andremo dal dottore sul tavolo magico? Non lo sopporto quando mi mette il termometro dietro la coda, lo trovo irrispettoso...
Operazione non semplice farla entrare nella gabbietta vista che tutt'ora non è abituata ed una volta chiusa lei si agita come un leone in gabbia... Arrivati al parco più o meno funzionava così...
Io – Deve essere un posto tranquillo non troppo di passaggio
Lui – Sai la domenica a quest'ora a febbraio non penso ci sia ressa. La gente penserà o che andiamo in camporella o che stiamo per abbandonare qualcosa
Io – Dai dai che qui è perfetto
Cercavamo una zona tranquilla del parco, un po' interna, vicino agli alberi, verificavamo che a terra non ci fossero plastica, vetri, sporcizia e cose pericolose per lei e per noi, montavamo una rete precedentementelegata a dei paletti, a maglie strette e abbastanza lunga a formare un recinto, la picchiavamo nel terreno con il martello, poi su una parte fermavamo il telo mare per creare una zona d'ombra e riparata da occhi indiscreti, mettavamo all'interno del recinto la gabbietta con Cucciola (che per fare 300 metri in macchina casa / parco si era fatta la pipì addosso e tremava come una foglia) e la liberavamo. Intanto facevamo da vedette al fortino, evitando che se i pochi a spasso con il cane si avvicinassero troppo perché lei non era abituata e già la cosa la rendeva in certi momenti allertata e poi perché il recinto non avrebbe retto il peso di un cane incuriosito che cerca magari si scavalcare.
La prima volta sono rimasta un po' scioccata: appena aperto lo sportellino e saltata fuori è ... risaltata dentro! Si puliva le zampe in maniera forsennata, cacciava fuori il musino dalla gabbietta senza capire.
Cucciola – Ma questo pavimento è tipo morbido? Cos'è sta roba verdina tutto intorno?
Io – Amore dai esci è erba... caspita non l'hai mai vista!!!
Cucciola – Ok io ci provo ma non garantisco, non è semplice
Poi un passo, due e tre e via, che salti!
Io – Guarda com'è brava, Cucciola sei bravissima!
Lui – Sta saltando, non leggendo un libro in aramaico... E' nella sua natura.
Io – Quante cose sono nella tua natura e non le fai...
Lui – Mmmmmm...
Cucciola – Visto, faccio i salti e corro e cambio direzione in un attimo
Io – Brava Cucciola!
Cucciola – Sì adesso mi chiamo brava cucciola
Io – Qui c'è il tuo fieno e qui il beverino con l'acqua
Cucciola – No mamma non ho tempo, adesso devo fare brava cucciola
Una bellissima giornata, invernale ma calda, con quel sole che ti intiepidisce e la tranquillità del parco la domenica mattina.
A volte correva, smusettava, camminava ed ispezionava, a volte si stancava e si sdraiava sul prato, brucava l'erbetta fino ad allora mai vista (!), si faceva coccolare e quando doveva far pipì rientrava nella gabbietta... non si lascia in giro niente!

E' la base della cucina: con lei potete creare davvero tutto, da biscotti fatti con le formine a crostate a biscotti della mattina. 

 

6 ricette di Halloween terrificanti

Domenica, 26 Ottobre 2014 06:07

Come festeggiare Halloween in maniera divertende senza intossicarci? Ecco le nostre ricette!

1. Halloween Pizza

Idee e spunti creativi per preparare delle pizze da 'paura'!

Possiamo utilizzare una pasta base per pizza già pronta (facciamo attenzione che non contenta oli vegetali o olio di palma o colza all'interno).

Gli ingredienti sono davvero a vostro piacimento:

- sugo di pomodoro (senza zucchero)

- mozzarisella

- wusterl vegetali

- olive

- sale

- olio extra vergine di oliva

- lievito madre in scaglie (darà quel tocco in più alla pizza). 

La "difficoltà" sta semplicemente nel riuscire a creare delle forme stile Halloween, quindi fantasmi, streghe teschi etc...

immagine tratta da www.theveganwoman.com

 

2. Apple Bites by Oh She Glows

 

Sono veloci e semplici dolcetti fatti con soli 3 ingredienti! 

Ingredienti:

- mela

- marmellata alla fragola senza zuccherooppure crema di mandorle o di arachidi o crema al cioccolato spalmabile

- pinoli

Immagine tratta da http://ohsheglows.com/

3. Banane spaventose

Ingredienti:

- banana

- farina di cocco

- farina di mandorle (facoltativa)

- gocce di cioccolato

- uvetta

- succo d'arancia 

- stecchini 

Tagliamo la banana in due parti, inseriamo gli stecchini e mettiamola in freezer per circa una due ore. Poi trascorso il tempo necessario a raffreddare immergiamole in un bicchiere di succo d'arancia. Veriamo nelle proporzioni gradite le due farine in un piatto e passiamo sopra la banana, poi immergiamola di nuovo nel succo d'arancia e poi di nuovo nella farina. Creiamo gli occhi del fantasma inserendo le gocce di cioccolato e la bocca con l'uvetta.

Immagine tratta da www.popsugar.com.

 

4. Severed Fingers by Maple Spice

Scolpiamo della base di pasta frolla pronta (oppure potete farla voi stesse utilizzando questa ricetta) e decoriamo utilizzando mandorle per creare le unghie e della marmellata di fragole senza zucchero per creare il sangue. 

immagine tratta da http://www.maplespice.com/

5. Hummus viola

 

 

Chi l'ha detto che ad Halloween si debba mangiare solo dolcetti? 

1 spicchio d'aglio
1 scatola di fagioli neri
2 cucchiai di salsa tahini o 1 cucchiaio abbondante di semi di sesamo
3 cucchiai di succo di limone o lime
1 cucchiaino di cumino (facoltativo)
3 cucchiai di yogurt vegetale (senza zucchero)
1/2 cucchiaino di sale

Per fare le ragnatele: yogurt vegetale senza zucchero


Frulliamo lo spicchio d'aglio con i fagioli e tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere una purea.

Accompagnamolo con carote crude da intingere

immagine tratta da http://blog.fatfreevegan.com/

6. Pasta spettrale

- tagliatelle verdi

- salsa di pomodoro senza zucchero nè conservanti

- hummus di ceci

- olive verdi

Per fare le vene sugli occhi potete usare dello zafferano. 

Basta condire la pasta creando una forma rotonda con il sugo di pomodoro, creare gli occhi con l'hummus o reciclando delle polpette vegetali, aggiungere delle olive verdi e il gioco è fatto!

immagine tratta da http://www.maplespice.com/

 

Giulia Mandrino

 

Basta con l'ansia: il nostro rimedio top

Venerdì, 24 Ottobre 2014 12:40

"L'ansia è lo stordimento della libertà."
~ Soren Kierkegaard

Ecco la nostra miscela di fiori contro l'ansia nei periodi di forte malessere: basta andare in un'erboristeria con i nomi dei fiori e le quantità e con 7-10 euro avrete il vostro boccettino di fiori di Bach specifico per il vostro tipo di ansia. La posologia indicata è 4 gocce sublinguali 4 volte al giorno per almeno 3 mesi. 

- Rescue Remedy 4 gocce
- Aspen 2 gocce

Scegliete poi 3 tra questi fiori (due gocce per ciascun fiore da aggiungere all'interno della vostra miscela con Rescue Remedy e Aspen):

- Red Chestnut: paura che succeda qualcosa di brutto alle persone che amate
- Rock Rose: paura che fa rabbrividire e gela il sangue, terrore.
- Cherry Plum: paura di perdere il controllo di se stessi, di avere esplosioni di rabbia, paura di far male a se stessi e a chi ci sta intorno.
- Mimulus: paura concreta di qualcosa, ex. paura di perdere il lavoro, paura di rimanere senza soldi, paura del parto etc...
- Elm: è indicato quando ci si sente davvero allo stremo, quando si hanno troppe cose da fare e non si ha tempo.
- White Chestnut: se si hanno pensieri o preoccupazioni ripetuti e indesiderati che ritonano sempre nella nostra mente.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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