Il Muba di Milano

Giovedì, 26 Novembre 2015 03:56

C'è un'oasi museale, proprio nel centro di Milano, dedicata interamente ai nostri bambini. È bellissima, coloratissima e super artistica. Parliamo del MuBa, il Museo dei Bambini situato all'interno della Rotonda di via Besana, nella cornice settecentesca del palazzo a due passi dal tribunale.

Andiamo quindi alla scoperta del MUBA: vediamo insieme le attività proposte da questo meraviglioso museo per bambini!

Aperto dal martedì alla domenica e visitabile da famiglie e gruppi organizzati, si rivolge ai bimbi dai 12 mesi ai 12 anni e alle loro famiglie. Attraverso attività artistiche a loro dedicate, i ragazzi visitando questo centro permanente impareranno attraverso il gioco, la sperimentazione e l'esperienza diretta.
Con l'aiuto costante degli educatori, i genitori e gli accompagnatori seguiranno insieme ai bimbi tutte le fasi della visita: la condivisione e l'esperienza insieme sono fondamentali per il processo di crescita, come in ogni momento della vita del bambino.

Ogni anno, il museo organizza tre grandi mostre gioco (l'ultima, "Childrenshare - tavole dal mondo", che in linea con Expo proponeva la scoperta dei cibi e delle abitudini alimentari in giro per il mondo attraverso giochi, ingredienti e colori), propone eventi collaterali per restare al passo con i più importanti eventi della città (come il Salone del Mobile e Bookcity), presenta laboratori dedicati durante le giornate o i mesi mondiali dedicati a determinati argomenti (come l'alimentazione o l'ambiente) e progetta campus estivi, natalizi e pasquali per bimbi interessati alle loro attività.
Punta di diamante delle attività del MuBa è ReMida Milano.

Ideato nel 1996 a Reggio Emilia, è un progetto dell’Istituzione Nidi e Scuole d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia e di Iren Emilia, gestito dalla Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi. Il messaggio del progetto è ecologico, etico, estetico, educativo ed economico. 5 "E" che dicono molto sul progetto. È promotore della cultura del riuso e del riciclo, e rinnovandosi costantemente propone processi lavorativi creativi per bambini e adulti attraverso la sperimentazione dei materiali.

Il riciclo si fa protagonista e diviene strumento creativo, quindi. Grazie a rimanenze di magazzino, scarti o ritagli di produzione, i bimbi anche a Milano (con le scuole o con la loro famiglia) possono divertirsi a fare i "ReMida del riciclo": come gli oggetti toccati dal mitico Re si tramutavano in oro, così i materiali di scarto diventano preziose risorse creative. Ceramica, carta, stoffe, legno, plastica, cordame: tutto è artisticamente utilizzabile e trasformabile.

Insieme agli educatori e ai genitori (invitati a mettersi in gioco in prima persona), i bimbi più piccoli (dai 2 ai 5 anni) inizieranno a conoscere i materiali (in quantità davvero enorme!) sperimentandoli attraverso i sensi. Quelli più grandicelli creeranno partendo da materiali abbandonati e snobbati e incanalandoli in temi svariati, dall'arte alla scienza, dall'ambiente alla logica. Gli educatori, preparati ad ogni livello (psicologico, pedagogico, artistico, teatrale o scientifico) staranno al loro fianco favorendo il processo creativo, non imponendolo o indirizzandolo.

Durante tutto l'anno è possibile organizzare anche le feste di compleanno dei nostri bambini (maggiori di 5 anni) all'interno del museo (http://www.muba.it/it/attivita/feste-di-compleanno): il laboratorio Remida Milano e la merenda al Bistro possono essere un'alternativa creativa, divertente e coinvolgente rispetto alla solita festicciola.

Per quanto riguarda le mostre temporanee, fino al 10 gennaio 2016 i bimbi dai 4 agli 11 anni potranno visitare "Il mercato delle storie", spazio allestito come un vero e proprio mercato, con bancarelle e merce in vendita. Particolarità del mercato è proprio la merce: in vendita saranno le storie. Di chiosco in chiosco, i visitatori creeranno man mano la loro narrazione prendendo i componenti necessari al loro racconto. Ci saranno il banco del titolo, quello dei personaggi, dei mezzi di trasporto, dei paesaggi. Alla fine, coronando il percorso, starà la condivisione delle storie, scambiate tra i bambini, narrate e ascoltate.

Sara Polotti

Il mio no alle violenze sulle donne

Mercoledì, 25 Novembre 2015 19:33

25 novembre. Giornata internazionale della consapevolezza sulla violenza delle donne. Il titolo del mio post si intitola violenze, infatti credo sia importante sottolinare che la violenza perpetrata quotidianamente sulle donne è al plurale: violenza infatti non è solo violenza fisica, è violenza verbale, è violenza emotiva. Noi donne siamo infatti soggette a tanti tipi di violenza, e spesso si parla solo del primo tipo che in effetti è davvero terribile, perchè raggruppa tutti e tre i tipi. La domanda da porsi non è tanto quella del perchè un uomo arrivi a picchiare una donna, è chiaro che si tratta di disturbo comportamentale importante: ma piuttosto perchè questi reati non vengano denunciati dalle donne e vengono da loro considerati come piccoli incidenti che possono capitare, perchè alla fine "lui è una persona buona, mi ama alla follia, solo che non sa tanto controllare le sue emozioni" e "in effetti io lo faccio arrabbiare". Come può una donna legittimare qualsiasi tipo di violenza, sia essa fisica o psicologica? 

I perchè sono tanti, ma credo che uno sia più grande di tutti: queste donne non hanno autostima, l'amore che provano nei confronti del partner è più forte di quello che provano per loro. Così queste donne sono convinte che "alla fine se le cercano, in qualche modo se le meritano quelle parole o quelle sberle". 

Così non esistono limiti, non esistono barriere e tutto viene continuamente perdonato. 

Ecco che allora la comunicazione non dovrebbe forse solo essere che quella sberla non è amore perchè in questo modo il baricentro è sempre spostato sul lui, non sul lei: e invece urliamo a queste donne che loro esistono, che loro valgono, che come ogni essere umano hanno il diritto di vivere una vita priva di violenza, senza ma e senza se. Aiutiamole a vedere la linea netta che separa il mondo della negoziazione, il mondo del recuperabile, del perdono, dell'amore incondizionato e quello della violenza: spieghiamo loro che separarsi da una persona violenta è il minimo che si possa fare, e che non può non essere fatto anche se la si ama ancora perchè la violenza è senza se e senza ma e non c'è nessun motivo mai per cui possa essere accettata, mai. 

Giulia Mandrino

La tana, spazio magico per il vostro bambino

Mercoledì, 25 Novembre 2015 17:37

Alzi la mano chi da bambino non ha mai costruito nascondigli e tane. Nessuno? Eh già. Il bisogno di costruirsi uno spazio chiuso tutto per sé è insito nella natura infantile.

La tana, spazio magico per il vostro bambino, è importantissima: un luogo apparentemente banale che risponde in realtà a bisogni psicologici primari

Rami, scatoloni di cartone, lenzuola e manici di scopa sono da sempre gli alleati perfetti del bambino che tenta giocosamente di isolarsi dal mondo. Casotti, tende, fortini e nascondigli sono un gioco economicamente povero ma educativamente ricco, ricchissimo.
Fin dalla prima infanzia, i bambini tendono spesso a nascondersi: dietro ad una tenda, sotto il tavolo, dentro all'armadio di mamma o sotto le coperte. All'interno della tana il bambino può decidere di dedicarsi a qualunque attività lo aggradi in quel momento: leggere da solo, pensare e meditare, parlare con fratellini e amichetti dicendosi segreti off-limits agli adulti.
È naturale e terapeutico: se inizialmente, per i più piccoli, la tana è vista come luogo personale nel quale rannicchiarsi al riparo del giudizio adulto, in intimità con il proprio Io, crescendo diviene anche vero e proprio gioco di progettazione.

Un bastone che regge il lenzuolo trasformando il letto in una tenda canadese all'interno della quale leggere avventure di pirati armati solo di una pila; scatoloni nell'angolo del salotto per nascondersi agli occhi adulti; anche solo una fitta cupola di rami in giardino, strutturata naturalmente in modo da potersi nascondere e prendere il tè con le amichette: dentro o fuori casa, il bambino prima o poi sente la necessità di creare questi piccoli luoghi isolati. E, mano a mano prosegue con la crescita, le strutture si fanno sempre più complesse e accoglienti. Il tutto in scala "bambina", progettato per essere a misura di piccini e "vietato-ai-grandi".

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Ecco perché non serve ricorrere a casette prefabbricate e arredate così minuziosamente da far crepare i nostri appartamenti d'invidia. Anzi. Meglio lasciare fare alla fantasia. Con pochi elementi e materiali trovati in casa il vostro bambino potrà mettersi all'opera con le sue mani, costruendo un luogo magico che lo farà sentire protetto e al sicuro, libero di esprimersi senza costrizioni.
All'interno del nascondiglio, vostro figlio si sente a suo agio. Può comportarsi come meglio crede, magari facendo qualche strappo alle regole quotidiane da rispettare in casa e fuori casa: dentro la tana tutto è possibile, grazie alla protezione di queste pareti così effimere eppure psicologicamente solidissime.

Soprattutto, la tana è uno luogo tutto suo. Suo personale. Lì, è lui il capo. Solo persone fidate e autorizzate possono entrarci. Questo perché, tra i sei e gli undici anni, la personalità del bambino inizia a svilupparsi e a marcare un forte senso del Sé, ad acquisire autonomia psichica. I confini della tana marcano metaforicamente quelli della sua vita interiore: qualcosa sta dentro, altro sta fuori, e finisce così per simboleggiare la sua interiorità.

Un gioco sono apparentemente banale, dunque, ma necessario allo sviluppo del bambino come persona, come individuo. Fisicamente, utilizzando le proprie mani per la costruzione, e mentalmente, il piccolo creerà i suoi confini. Un bozzolo accogliente per crescere rilassato, mantenendo un equilibrio perfetto con il mondo esterno. Perché ancor più consapevole.

Scopri 10 idee per costruire semplici tane per bambini nel nostro articolo

 

5 ricette di legumi che i bambini adoreranno

Martedì, 24 Novembre 2015 21:02

Fagioli, lenticchie, ceci, piselli: i bambini o li adorano o li detestano. Se il verde dei pisellini primavera talvolta diverte i più piccoli e il sapore dolce li rende appetitosi alle loro papille gustative, i legumi più tradizionali, quelli dei gustosissimi minestroni invernali che tanto piacciono agli adulti, non vengono apprezzati dai bimbi. Ma non per questo dovrebbero essere esclusi dalla loro dieta. Al contrario, vi abbiamo già parlato delle importantissime proprietà delle proteine vegetali, oltre ad avervi suggerito dei modi sfiziosi per far sì che il vostro bambino inizi a mangiare i legumi.

Ecco allora 5 ricette di legumi che i bambini adoreranno: semplici, veloci e gustosi, vi proponiamo alcuni piatti che faranno amare questo delizioso alimento anche ai vostri figli.


1. Polpettine di fagioli e ceci

Le polpette spesso sono uno degli alimenti favoriti dai bambini: perché non sostituire la carne con i legumi e personalizzarle a vostro (e loro) piacimento?

 

3. Polpette di fagioli e quinoa:

Di seguito un'altra ricetta, presa dal nostro nuovo libro The Family Food, per delle polpettine gustosissime:

250 grammi di quinoa già cotta
150 grammi di fagioli precotti
3/4 cucchiai di pangrattato integrale senza glutine
2 cucchiai di farina di ceci
1 cucchiaio di gomasio
1 rametto di prezzemolo
1 cucchiaino di curcuma
2 cucchiai di olio evo

Nel boccale del mixer, mettiamo quinoa, fagioli, farina, ceci, gomasio, prezzemolo tritato e curcuma. Frulliamo finno ad ottenere un composto omogeneo (e se troppo umido aggiungiamo farina di ceci). Con i bambini, creiamo le polpette passandole poi nel pangrattato e disponendole su una teglia con carta forno. Ungiamo con olio e inforniamo a 180° per 20 minuti (oppure mettiamole in padella con dell'olio sino a che non si doreranno).


4. Il burrito a modo nostro 

Vi avevamo già accennato al fatto che i legumi sono considerati solo da noi "noiosi" e "da minestrone". Nel resto del mondo li si utilizza in maniere differenti e talvolta più stuzzicanti, come nel caso di questi burritos o dell'hummus mediorientale a base di ceci e salsa tahina. Non vi lasciamo a bocca asciutta: di seguito la ricetta dell'hummus perfetto.

5. Hummus di ceci perfetto

Deliziosa crema di ceci (ma anche di piselli) che delizia il palato per il suo gusto e la sua consistenza. 


6. Vellutata di lenticchie e limone

Oltre a piselli, ceci e fagioli, le lenticchie sono un elemento fondamentale per inserire il consumo di proteine vegetali nella dieta del vostro bambino. Non solo a Natale e capodanno come contorno a pesantissimi piatti: le lenticchie si prestano anche a diventare deliziose vellutate, come questa impreziosita dall'acidità del limone.

La redazione di mammapretaporter.it

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/iz4aks/5518140072/in/photostream/

Il metodo Munari

Martedì, 24 Novembre 2015 20:32

Artista, designer, figura poliedrica: Bruno Munari è difficilmente inquadrabile. La sua produzione fu prolifica e variegata, si dedicò a pittura, grafica, design, scrittura, laboratori, e la sua attenzione si rivolse anche ai bambini.

Una costante del suo lavoro, tuttavia, è il suo metodo, il suo approccio alla conoscenza e al fare. “Lui non l’ha studiato”, ci spiegano dall’Associazione Bruno Munari, “era così. Noi invece dobbiamo ricostruire gli elementi fondanti dell’approccio, al cui centro c’è la curiosità”. Quest' opera di meta osservazione dei processi creativi ed artistici è stata curata dall'Associazione Bruno Munari (ABM), - costituita 20 anni fa dal figlio dell'artista Professor Alberto Munari, dalla professoressa Donata Fabbri entrambi psicologi ed epistemologi allievi e collaboratori di Jean Piaget con alcuni dei principali collaboratori dell'artista. E questo lavoro ha portato a meglio definire questa Metodica anche all'interno di opportuni percorsi formativi certificati .

Ma cos’è, quindi, il Metodo Bruno Munari? Ve lo spieghiamo subito.

Il Metodo Munari: si sviluppa oggi anche nei Laboratori Bruno Munari per l'educazione artistica e lo sviluppo del pensiero progettuale creativo

L’Associazione Bruno Munari è l’organo ufficiale che si occupa della diffusione del lavoro di Bruno Munari e della sua metodologia didattica ideata negli anni Settanta, diffusa attraverso i suoi Laboratori di educazione al pensiero progettuale creativo . Il metodo fu diffuso da Bruno Munari e da alcune sue collaboratrici dirette, le quali hanno contribuito attivamente alla costituzione dell’Associazione Bruno Munari, consolidando i fondamenti pedagogici attraverso, anche, un’analisi critica.

“Giocare con l’arte” è il titolo dei primi Laboratori di Bruno Munari ed in particolare di quelli legati all'esperienza presso la Pinacoteca di Brera a Milano nel 1977 , che, come ci spiega Silvana Sperati dell’Associazione Bruno Munari, può essere compreso a partire da una delle sue frasi più famose: “la necessità di conservare dentro di sé lo spirito dell’infanzia per tutta la vita” in una dimensione nella quale il gioco è ritenuta un'attività molto seria .

“Bruno Munari”, ci racconta Silvana, “parlava spesso dei giochi che faceva da bambino, delle sue passeggiate in natura, del mulino sull’Adige che osservava, dei giochi con i semi d’acero… Questa dimensione di bambino che sperimentava in modo piacevole e ludico, curioso, diventa una base. Munari non ha mai dato nulla di scontato e si approcciava al consueto cercando di scoprendo sempre cose nuove.

Questa curiosità e osservazione supportate dalla dimensione del gioco come esperienza totale portano l’artista ad essere colui che completamente, con sensorialità e piacere, sperimenta ogni elemento che incontra. Restituendo all’uomo il piacere di sperimentare e non dando nulla di scontato. Il Metodo porta la sua attenzione soprattutto sul processo: i laboratori non sono dettati alla realizzazione di un manufatto, ma all’attenzione a ciò che il bambino apprende già durante la realizzazione. E c’è sempre condivisione del sapere. Ma come hai fatto? Cosa hai scoperto? Si condivide tutto nel gruppo. E oggi, dove la performance supera l’individuo, serve. Si parte dal nido fino all’università e si cerca di ridare il piacere di scoprire”.

Nei suoi laboratori, che oggi vengono diffusi nelle scuole e negli ambienti che lo richiedono all’Associazione Bruno Munari (che ha anche istituito un percorso per abilitare ufficialmente gli insegnanti, gli educatori e i formatori all’utilizzo della Metodologia Bruno Munari, vengono quindi proposti ai bambini percorsi per spronarli a guardare le opere d’arte piuttosto che a leggerne il contenuto, vivendo l’arte e non raccontandola, sperimentandola attraverso l’esperienza diretta.

Come si legge sul sito ABM, “Nel Laboratorio "si gioca all'arte visiva", si sperimentano tecniche e regole ricavate dalle opere d'arte di ogni epoca e di ogni luogo, trasformate in giochi: è facendo che si scoprono le qualità diverse dei materiali e le caratteristiche degli strumenti. I bambini imparano giocando. Nei laboratori Munari pertanto si intende promuovere la conoscenza e la comprensione delle tecniche dell'espressione e della comunicazione artistica, affinché si possa fruirne con maggiore consapevolezza e spirito critico”.

Tutto questo per un motivo ben preciso, ovvero la visione di Bruno Munari riguardo alla creatività, che come ci rivela Silvana Sperati, “oggi viene spesso limitata al manufatto, al famoso lavoretto. Certo che è simpatico creare qualcosa (come i biscotti per la festa della mamma), ma a volte si tratta di una produzione semplice e uguale per tutti che viene spacciata per creativa, e la parola viene impoverita. Bruno Munari parla di questa parola che diamo per scontata, e ne parla come di una facoltà, una caratteristica dell’uomo, una facoltà che usa la stessa tecnica dell’invenzione. Lo scopo della creatività è un processo, e Bruno Munari sottolinea la necessità che la capacità del bambino o dell’adulto di accedere al maggior numero di informazioni, che si acquisiscono attraverso il fare e il gioco, in modo piacevole. E queste informazioni poi vanno messe in relazione tra loro. Ai bambini vanno quindi offerti giochi che non siano a senso unico ma che offrano esperienze differenti”.

Alcune idee di gioco sono tanto semplici ed economiche quanto splendide per i bambini: ecco 6 idee di gioco a budget 0 per far felici i bambini

1. Casette di cartone e materiale psicomotorio. Basta davvero poco, una scatola di cartone, un paio di forbici e un po' di fantasia e possiamo creare delle casette davvero stupende! E la cosa più bella a differenza delle casette tradizionali, è che possiamo colorarle e decorarle a piacere e... buttarle via e prendere un'altro scatolone per ricominciare da capo l'avventura! Basta domandarne una nei grossi supermercati o ad aziende che saranno liete di sbarazzarsi di materiali ingombranti che per loro sono spazzatura.

http://www.secret-agent-josephine.com/2007/01/cardboard-cat-castle/

 

2. Un nascondiglio segreto. Un nascondiglio segreto può trasformare un pesantissimo pomeriggio invernale in un tripudio di divertimenti! Come ho spiegato nell'articolo dedicato ai giochi montessori da Ikea "i bambini amano nascondersi: è una loro esigenza innata che emerge anche dalla letteratura, pensiamo a Tom Sawyer” o ai “I ragazzi della via Pal”. E' importante incoraggiare queste esperienze in quanto i piccoli all'interno della loro "tana" percepiscono di essere in luogo protetto, in un mondo tutto loro, lonatani dagli occhi indiscreti degli adulti: se la quotidianità e i luoghi ad essa connessi sono gestiti e regolati dagli adulti, all'interno della "tana" il bambino è in un luogo tutto suo, è indipendente, fa lui le regole, si sente competente e "potente" nel senso di "avere la possibilità di fare".

http://www.raisingcajuns.com/2010/09/prehistory-activity-make-cave.html

 

3. Amaca homemade. Trovo l'idea di questa amaca davvero spettacolare! Niente di meglio che rilassarsi su una hammocks!

http://www.joyfulabode.com/how-to-make-a-woven-wrap-hammock/

 

4. Oggetti costruiti con i lego. Con i lego si può fare davvero tutto, anche oggetti della quotidianità che consentono al bambino di comprendere il valore e il tempo necessario per costruire un oggetto. 

http://catchmyparty.com/photos/101014

 

5. Una lavagna su cui scrivere liberamente. Non è necessaria una costosissima lavagna, basta usare una vernice a lavagna (io la compro da Leroy Merlin) e con 8 euro circa potremo realizzare uno spazio per liberare la creatività dei nostri piccoli. 

http://poppyseedprojects.blogspot.it/2013/04/monday-madness-chalk-board-robot-and.html

 

6. Percorsi per le macchinine e in piedi. Se come me avete un pavimento differente da quello dell'immagine, possiamo utilizzare dei fogli molto ampi oppure scatole di cartone aperte e appiattite e possiamo creare super piste per macchinine o percorsi motori per coinvolgere anche mamma e papà. 

http://poppyseedprojects.blogspot.it/2013/04/monday-madness-chalk-board-robot-and.html

Giulia Mandrino

 

 

Ecco un ottimo smoothie da provare per fare la scorta di antiossidanti: trovo infatti l'unione del melograno e delle bacche di goji davvero eccezionale e il colore rosa è apprezzatissimo da mia figlia. Per bilanciare lo smoothie a livello di indice glicemico ho aggiunto oltre al latte di mandorla le noci del Brasile (le ho acquistate al supermercato U2) lasciate in ammollo dalla sera precedente e i semi di chia, così da incrementare l'apporto di omega 3. 

Niente di più dannoso per il nostro equilibrio psichico di foto e video patinati di famiglie perfette che troviamo in tv: abbiamo l'aspettativa infatti di ricreare quegli ambienti, quelle scene quando la vita vera è completamente differente, sopratutto con bambini piccoli. Così mamme pettinate, truccate e con una casa perfetta lasciano posto negli scatti del fotografo Danielle Guenther a donne e uomini veri, alle prese con una vita autentica, fatta di momenti di stanchezza infinita, tentennamenti, e incomprensioni. Perchè "essere genitori non è una foto perfetta", questo il titolo del progetto fotografico di Danielle Guenther

Ecco alcune delle 18 foto realistiche di famiglie: perchè la vita vera non prevede scatti perfetti

1. LA FRETTA

Uscire fuori da casa la mattina per andare a scuola e a lavoro è un'impresa

 

2. LA FUGA

Quando appoggi il piccolo nel lettino dopo averlo addormentato e provi a fuggire senza farti sentire

 

3. QUANDO STAI MALE

Perchè permettersi un'influenza intestinale in tranquilità è un'esperienza di grande lusso 

 

4. MULTITASKING

Quante cose succedono mentre una mamma allatta o si tira il latte?

 

 

5. OH NO....

Alzi la mano a chi non è mai successo questo quando il piccolo si sta addormentando!

 

6. UNA BELLA DOCCIA PER RILASSARSI

Appena vai in doccia scatta il delirio assoluto e da momento rilassante diventa uno dei momenti di maggior tensione della giornata

 

7. LAVATRICI

Perchè pensi di non finirle mai, e in effetti è così. 

 

8. SHOPPING

Cose che quando arrivi alla macchina ti senti un super eroe e grondi di sudore (spesso sei anche tachicardica)

 

9. LE COMMISSIONI

Quando ti cade tutto in mezzo alla strada, tuo figlio piange e ricevi la chiamata che attendevi da 15 giorni

La redazione di mammapretaporter.it

 

 

I benefici del giocare con i mattoncini Lego

Lunedì, 23 Novembre 2015 20:29

I mattoncini colorati più famosi al mondo non sono solo divertimento. Ogni mamma lo intuisce da sempre, quando li sparpaglia davanti al suo bambino con la consapevolezza che il classico gioco delle costruzioni porta con sé un'efficacia concreta a livello psicofisico.

Ebbene, i benefici del giocare con i mattoncini Lego sono molteplici: il gioco libero delle costruzioni aiuta a livello cognitivo e stimola il nostro bambino in moltissimi modi.

Con gli ormai infiniti scenari dedicati a bambini e bambine, LEGO è sin dalla sua nascita marchio di eccellenza e i suoi iconici giocattoli sono sempre tra i più desiderati.
La sua storia è curiosa e inizia in Danimarca. Lego da sempre è sinonimo (a acronimo) di "Giocare Bene": Ole Kirk Christiansen combinò le lettere di "LEg GOdt" ("giocare bene", appunto), e tra il 1932 e il 1958 nacquero i primi mattoncini, da sempre in plastica, materiale identificato dal fondatore come ideale per la produzione. Oggi, dopo più di cinquant'anni, la richiesta di mattoncini non accenna a diminuire: ogni anno LEGO stampa 19 miliardi di elementi, proponendo sempre nuove linee tematiche di prodotti. Si pensi che ogni abitante del globo possiede in media 80 mattoncini LEGO a testa.

Dal castello medievale al galeone, dall'astronave di Star Wars al centro commerciale fino alle grandi architetture: gli scenari inscatolati da LEGO sono innumerevoli. Ma quando il bambino colleziona mattoncini, si ritrova a poter inventare lui stesso infiniti e fantasticamente sconfinati ambienti. E qui entrano in gioco le capacità di stimolo di questo sistema di gioco: creativo, concreto, fantasioso o preciso, LEGO stimola l'immaginazione, la creatività e lo sviluppo di idee di ogni bimbo.

La mamma che vuole iniziare il piccolo al gioco delle costruzioni non deve temere il senso di pericolo che i piccoli mattoni possono suscitare: per l'età prescolare, dall'anno e mezzo fino ai cinque anni, LEGO ha sviluppato dal 1969 la linea DUPLO (letteralmente, "doppio", cioè la grandezza di ogni pezzo, grande il doppio rispetto ai normali mattoncini), pensata proprio per le manine e le piccole dita dei più piccini.
Con DUPLO può iniziare il percorso stimolante che il bambino (e, chissà, futuro costruttore) percorrerà verso una passione che probabilmente non lo abbandonerà mai: la costruzione con DUPLO è pensata esattamente per stimolare l'immaginazione e la voglia creativa del bambino sin dai primi anni, e fin dalla produzione segue gli standard qualitativamente più alti: i mattoncini LEGO e LEGO DUPLO sono tra i più sicuri al mondo, e la conferma viene dagli stessi genitori, sempre assolutamente soddisfatti.

Presupposto per i benefici cognitivi dati da LEGO è il gioco come primo linguaggio che noi impariamo: subito dopo le prime parole, il gioco diviene per l'uomo medium espressivo di prim'ordine.
Cominciando insieme a mamma e papà ad impilare i mattoncini DUPLO creando infinite combinazioni di forme e colori, già a partire dall'anno e mezzo di età il bambino inizia ad acquisire le capacità motorie per ripetere da solo quei gesti che gli consentiranno poi di giocare anche senza aiuto esterno, inventando ciò che vuole lui stesso. E, a completare i vantaggi per la prima infanzia, la gamma di ambienti e di animali (come il cane, la giraffa e il coniglio) può trasformarsi in strumento utile ad imparare nuovi concetti e parole.

Dai 2 anni del bambino, DUPLO diviene strumento fondamentale come ogni altro giocattolo: il gioco è uno sorta di lavoro a tempo pieno per i piccoli umani, che guardando gli adulti sentono di doversi dedicare a loro volta alle attività quotidiane, esplorando così il mondo in cui abitano e abiteranno. Vogliono anche loro fare la spesa, guidare l'automobile e lavorare come contadino, e il farlo per finta diviene per loro reale. Creare torri o costruzioni colorate e distruggerle subito dopo è il loro esercizio: acquisiranno familiarità con forme, colori e combinazioni e alleneranno la loro creatività. E, attenendosi alle ambientazioni e ai personaggi del mondo animale, sarà come studiare delle vere e proprie storie.

A partire dai 3 anni l'imitazione e l'immedesimazione con il mondo adulto si fanno sempre più delineate: giocando con LEGO DUPLO il bambino inizierà ad interagire, come consueto a quest'età, con altri bambini e altre persone, inventando storie e faccende. Parlerà con gli animali tra le sue manine o con interlocutori invisibili e immaginari: niente di strano, è il suo lavoro.
I 4 anni sono l'età dei "perché?" e i genitori lo sanno. I punti interrogativi dei bambini riempiono le giornate e le conversazioni, perché il bambino in questo momento ha bisogno di soddisfare ogni sua curiosità, ora a livelli spiccatissimi. Durante questo periodo il bambino interagirà sempre di più con altri amichetti, ma soprattutto inizierà a combinare mondi e personaggi: con DUPLO tutto questo è assolutamente possibile e facilitato, e vedere come tuo figlio riuscirà a far fare amicizia alle principesse del castello con i maiali della fattoria, o a trasformare l'autopompa dei pompieri in un'astronave spaziale per animali è solo indice di sana immaginazione.

Ecco che allora il bambino, a partire dai cinque anni, sarà pronto per il mondo LEGO per antonomasia, con i mattoncini più piccoli e gli scenari sempre più adulti, che lo porteranno pian piano nel mondo dei grandi. Non serve molto: si pensi che con 6 mattoncini 2x4 le possibili combinazioni sono 915 milioni. Milioni! E, non serve dirlo, i controlli sui prodotti LEGO sono sempre estremamente precisi: ogni pezzo si incastrerà sempre e perfettamente, evitando ogni possibile disagio o pericolo.

Così, una volta cresciuto, il vostro bambino potrà riconoscersi in una delle due scuole di pensiero che delineano il gioco LEGO. Potrà costruire seguendo le istruzioni dettagliatamente, ricreando l'automobile del momento, la stazione di polizia, il castello principesco o le scene di Scooby Doo. Oppure riempirà senza criterio il bidone di mattoni che poi rovescerà sul pavimento creando costruzioni di volta in volta diverse (provocando imprecazioni silenziose ogni volta che un piede ci cascherà sopra; ma, diciamolo, ne vale la pena).

La redazione di mammapretaporter.it

Sara

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Cecilia

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