Perchè comprare il pesto quando in pochissimi minuti possiamo farlo noi in casa ottenendo un sapore eccezionale e una freschezza incomparabile?

Grazie all'unione dei pinoli Noberasco bio, pecorino e basilico fresco otterrete un risultato davvero strepitoso. 

La ricetta per preparare il pesto fatto in casa: come realizzare un sugo veloce e buonissimo

Te l'hanno detto che la mamma perfetta non esiste vero?

Sabato, 30 Gennaio 2016 07:03

Anni di ricerca, oppure in un lampo ecco che abbiamo visto comparire quella seconda linea sul test... Positivo! Sono incinta, siamo incinta, aspettiamo un bambino! La gravidanza è passata, di mese in mese, tra alti e bassi, momenti di dubbi e paure (“Andrà tutto bene? Sarò in grado? E’ normale tutta questa nausea? Ma il sushi lo posso mangiare? E se mi viene la febbre come faccio a curarmi con i farmaci, cosa posso prendere?”...), ma anche gioie ed emozioni fino a quel momento inimmaginabili e ancora oggi indescrivibili (“Ricordo benissimo la prima volta che ho sentito il tuo cuore battere...e quando ti sei presentato facendomi sentire nettamente un movimento...e quella volta in cui ti ho sognato per la prima volta”...). Tutti mi parlavano della gravidanza come di una fase idilliaca, una sorta di paradiso in terra, in cui mi sarei sentita giorno dopo giorno sempre più bella, forte, e dolce... Certo, le cose meravigliose non sono mancate, ma ricordo bene la difficoltà dei primi mesi di arrivare a fine giornata, quando mi addormentavo subito dopo cena sul divano, e al mattino mi trascinavo in ufficio viaggiando tra la scrivania e il bagno...

Faticavo a digerire ogni cosa, a volte persino l’acqua mi provocava la nausea! Ma dicono sia normale, e allora siamo andati avanti, insieme. Poi è arrivato il secondo trimestre, in effetti ho ripreso a stare meglio: l’appetito era tornato, e anche le forze, le energie sembravano riesplose. Ma ho iniziato ad avere pensieri, dubbi, paure sul nostro futuro, a chiedermi se stavi bene, se crescevi nel modo giusto, se la mia alimentazione e il mio stile di vita andassero bene anche per te. Mi interrogavo allo specchio chiedendomi se avrei saputo essere una brava mamma, ogni tanto anche il pensiero del parto si affacciava e l’idea del dolore e delle contrazioni mi soffocava di paura... Poi gli ultimi mesi, tu sempre più grande dentro la mia pancia, era una gioia sentirti crescere e muovere ma, tesoro mio, quante notti insonne! E ricordo i pianti disperati davanti all’armadio, più la mia pancia diventava grande più mi sentivo diversa, goffa e lenta, non sapevo mai cosa mettere...mi chiedevo “Piacerò ancora a tuo papà, anche in versione tondeggiante?”.

E poi un bel giorno hai deciso di arrivare davvero, il travaglio è partito e caspita, non me lo immaginavo che sarebbe stato così forte, dirompente e potente, non avrei mai immaginato di scoprirmi in grado di attraversare un’esperienza tanto grande come quella di metterti al mondo...e di riuscirci, per giunta! Magari non è andato esattamente come me lo immaginavo. Ricordo adesso le parole dell’ostetrica al corso preparto, “E’ normale avere dei desideri per il proprio parto, informarsi e scegliere l’assistenza più affine alle vostre aspettative...ma siate pronte ad abbracciare quello che verrà, lasciando andare l’attaccamento al risultato. Siate pronte ad accogliere la nascita del vostro bambino, che non possiamo programmare né organizzare”. Ci ripenso, e credo avesse ragione, anche se non è stato facile mettere in pratica il suo consiglio.

Ma sei nato, nel modo in cui desideravi sei venuto al mondo, ed eccoti qui. Piccolo, delicato e forte allo stesso tempo. Quanti mesi ti ho atteso... Ma non sapevo che mi sarei sentita così. Nessuno me l’aveva detto. Ti raccontano delle notti insonni, “Dormi adesso che dopo vedrai...” mi ripetevano tutti in gravidanza. Amici e parenti vengono a trovarci, in ospedale e ora a casa, sorridono, sono felici per noi. E’ una cosa carina, io li capisco. Mi chiedono come stai. In pochi mi chiedono come sto io, è come se fossi sparita. Tu stai bene, penso tu stia bene...anche se a volte non sono certa neanche più di questo. Ho tante domande e tante responsabilità. Mi sento investita di un ruolo che a volte non so da che parte afferrare. Non trovo il libretto delle istruzioni. Forse l’ho smarrito insieme alla garanzia di qualcosa che ha comprato tuo padre. Mi scivola tutto dalla memoria, solo tu occupi tutto il mio spazio. Sei nato, sei fuori da me, ma mi invadi ora più di prima. Come si fa a non perdere la rotta? Come si fa ad essere una mamma perfetta? A volte mi sento sopraffatta da tante emozioni. Non pensarmi disinteressata a te, sono qui per te e non vorrei essere in nessun altro luogo. Non pensarmi triste o ingrata, sono felice di poterti baciare, non sai quanto ho desiderato questo momento. E’ solo che non me la immaginavo così. Non mi riconosco, fatico a capirmi. Mi hanno raccontato del baby blues, quella malinconia mista a voglia di piangere delle neomamme...forse non ci ho creduto fino in fondo. Non riesco a trovare un senso alla mia confusione, ora che dovrei solo gioire della tua presenza. Di cosa dovrei lamentarmi? Sei bellissimo, sano e forte, il parto non è andato male, eppure...
Eppure il tempo scorre in modo strano ora che i nostri occhi possono finalmente incontrarsi. Adesso siamo a casa, sei qui con me, tra le mie braccia, attaccato al mio seno da circa un’ora credo. Ed è bellissimo coccolarti. In questi momenti, il tempo sembra volare... Altre volte, certi minuti sembrano dilatati all’inverosimile, attimi come infiniti momenti di smarrimento. E’ così quando piangi, piccolo mio. E’ così quando non so che pesci prendere, da che parte girarmi, a chi chiedere aiuto e come uscire da questo vortice di domande.
Vorrei godermela di più. Vorrei godermi di più la tua presenza, vorrei sorridere di più quando papà torna a casa la sera e ci aiuta con il suo essere calmo e dolce. Ti ho mai detto che hai un papà meraviglioso?
Vorrei dirti tante cose, bambino mio, ma c’è tanta confusione nella mia testa. Si può essere insieme felici e tristi? Si può essere insieme colmi d’amore, e avere voglia di piangere? E’ questo che provano tante mamme dopo il parto? Come si fa ad essere una mamma perfetta?

***

Quello che avete appena letto è un perfetto esempio di neomamma perfetta. Felice e triste, dubbiosa, che si interroga, piange e non sa sempre cosa fare.
La neomamma sempre sorridente, in ordine, con la casa sistemata, i capelli a posto e il trucco impeccabile SEMPLICEMENTE NON ESISTE. E’ un falso prodotto della nostra società, è una copertina patinata di qualche rivista di moda che vuole venderci un prodotto, un’immagine, un’idea. Se pensate che questa sia una mamma perfetta, bene: sappiate che allora la mamma perfetta non esiste.

Ostetrica Eleonora Bernardini

http://www.acasaconte.com/

L'abbiamo detto, il disegno e l'arte sono fondamentali per la crescita del bambino.  Lo sviluppo cognitivo, emozionale, sociale e manuale passa anche e soprattutto attraverso l'arte. Anche per questo è importante dare il giusto peso agli strumenti e agli spazi che il bambino utilizzerà per le sue attività creative.

A volte basta un tavolo bello ampio, o un cavalletto appoggiato in un angolo della cameretta con tutti i pennelli e i colori a disposizione; ma è molto meglio se lo spazio dedicato a queste attività è fisso e pensato appositamente per questo scopo.

Se state pensando di trovare un angolo della vostra casa e trasformarlo in uno spazio creativo tutto per il vostro bambino, beh, state pensando bene. Con uno spazio dedicato esclusivamente a questo proposito, il bambino sarà stimolato a mettere in pratica più spesso le sue inclinazioni creative e sentirà di poterlo fare in libertà (senza l'incombenza di dover per forza riordinare subito, lasciando quindi anche a metà i lavori per completarli in un secondo momento).

9 idee per realizzare spazi artistici per bambini in casa: alcuni consigli per trasformare un angolino in un piccolo atelier d'artista, un bene per il vostro bambino

Innanzitutto, la scelta è meglio ricada su uno spazio illuminato naturalmente: vicino ad una finestra, accanto al balcone. La luce naturale non stancherà gli occhi del piccolo.

Non dev'essere per forza situato in cameretta, questo spazio. Anzi, meglio se in salotto, o nello studio di famiglia dove tutti passano. Il bambino piccolo ha bisogno della vicinanza dei genitori, è naturale, ma anche quando cresce un po' lo stare insieme è molto importante e socialmente utile. E, non sottovalutatelo, ponendo questo suo luogo in uno spazio accogliente, dove tutti stanno, farà sentire il bambino in un ambiente più accogliente, non relegato in qualche angolino angusto! E poi non è bellissimo guardare tuo figlio all'opera, con tutti i ferri del mestiere come un piccolo Andy Warhol?

Basta trovare uno spazio adatto ad essere sporcato senza pericolo (se ci sono mattonelle in terra è l'ideale, ma per ovviare al problema basta mettere a disposizione dei giornali da spargere sul pavimento), magari dipingendo la parete di fronte con una pittura lavabile (o uno strato trasparente protettivo: in commercio ne esistono moltissimi, anche atossici). In questo modo non relegherete il piccolo nello scantinato, o in quell'angolo dimenticato che nessuno usa più e che, ok, chissenefrega se si sporca, ma vuoi mettere che noia disegnare tutto solo soletto?

Non solo. Avere uno spazio artistico in salotto, ad esempio, permette di stare sempre tutti insieme anche quando si svolgono attività diverse, per conto proprio, o quando si hanno ospiti a cena e i bimbi vogliono comunque giocare e farsi gli affari loro: disegnare diventa un'attività perfetta, svolta vicino agli altri ma senza disturbo (anzi, è proprio un piacere! Perché non fare una serata "ritratti degli amici di mamma e papà"? Pizza, divano e bimbi che regalano disegni a tutti!).

(foto 0 http://artfulparent.com/2013/11/studio-changes-again.html)

Quindi, luce e compagnia prima di tutto. E ora passiamo alla seconda cosa fondamentale: gli strumenti.

Per disegnare e creare il bambino ha bisogno di uno spazio che gli sia comodo. Un tavolo-scrivania in questo senso è la prima cosa fondamentale. Ma anche un cavalletto può fare al caso nostro, da tenere sempre aperto o da sfoderare all'occorrenza. (http://www.ikea.com/it/it/catalog/products/50021076/)

(foto 1 http://www.hellowonderful.co/post/TOP-10-TIPS-FOR-CREATING-AN-ART-SPACE-FOR-KIDS#_a5y_p=4148715)


Dopodiché si passa ai materiali, che varieranno in base all'età e alla fase artistica del bambino. L'importante è che questi materiali vengano disposti in maniera ordinata e comoda, disponibili al bambino ogni volta che ne vuole fare uso. Pastelli, tempere, acquerelli, pennelli, fogli di vari spessori, colla, forbici, argilla, timbri, materiali di recupero per collage: non c'è un limite (ma non significa spendere un capitale tutto in una volta: vedrete che i materiali si accumulano naturalmente, dopo qualche tempo!).
Le mensole sono l'ideale per tenere tutto ordinato, dividendo i vari materiali in barattoli, tazze, scatole. 

(foto 2 http://www.artbarblog.com/inspire/making-art-space-home/)


Anche un tavolino con cassetti per dividere tutti gli strumenti in sezioni è utile: salva molto spazio, permettendo di avere un piano di lavoro molto ampio e comodo.

(foto 3 http://www.ikeahackers.net/2012/11/toddler-desks.html)


Altra soluzione comodissima: un carrellino con tutto il necessario, da spostare dovunque i bambini vengano presi dall'attacco d'arte.

(foto 4 http://www.artbarblog.com/inspire/making-art-space-home/)


La lavagna è un altro supporto amatissimo dai bambini, e averne una in casa si rivela sempre un'ottima scelta: anche quando non hanno voglia di preparare fogli, pennelli, acqua e colori i bambini possono soddisfare la smania creativa! Non è necessaria una lavagna vera e propria: basta una vernice a effetto lavagna che potete acquistare nei negozi di bricolage per trasformare un piccolo angolo di parete in una lavagna con pochi euro. 

(foto 5 http://theimaginationtree.com/2014/01/making-creative-arts-area-art-gallery-kids.html)


E se lo spazio è davvero poco? Beh, la soluzione è il carrellino di cui parlavamo, da portare accanto al tavolo della cucina o alla scrivania in cameretta, oppure da usare nel piccolo spazio creato apposta in cucina o salotto, quello salva spazio grazie alla soluzione "apri e chiudi" come questa:

(foto 6 http://www.homedit.com/creative-diy-wall-art-desk-for-kids/)


La "stazione creativa" che avete organizzato diventa anche l'occasione per esporre in maniera divertente ed esteticamente favolosa le opere d'arte che il vostro bimbo ha creato proprio in quel luogo, con la possibilità di cambiarle ogni volta che si ha voglia (chissà quanti disegni ha sfornato nel giro di due settimane...). Sul muro di fronte al tavolino potete quindi sbizzarrirvi e renderlo una piccola galleria d'arte del vostro artista personale. Cornici, fili e mollette, nastro adesivo colorato: la soluzione non è una sola, valutate voi in base alla tipologia di opere d'arte, allo spazio e al gusto!

(foto 7 http://childhood101.com/2011/08/kids-art-space-updated/)

(foto 8 http://theimaginationtree.com/2014/01/making-creative-arts-area-art-gallery-kids.html)

(foto 9 http://www.justrealmoms.com.br/35-inspiracoes-para-montar-uma-brinquedoteca-em-casa/)

Sara Polotti

Lasciate che i bambini credano nella magia

Sabato, 30 Gennaio 2016 05:56

Non vi chiedete mai "ma come facevo a credere a Santa Lucia? A Babbo Natale? Alle fate, agli gnomi, ai folletti del Natale?".

Ci credevamo, ve lo assicuriamo. Con tutti noi stessi!
Babbo Natale e Santa Lucia ne sono l'emblema: l'assurdità di un paio di vecchietti che portano doni in tutto il mondo in un'unica notte è inspiegabile ad un orecchio adulto, ma ad un bambino, fino ad una certa età, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di poter metterne in dubbio la validità.

Ma non pensate che siano solo frivolezze infantili: credere in qualcosa di soprannaturale non è solo un divertimento, ma parte integrante e importantissima della psiche dei bambini.

Lasciate che i bambini credano nella magia: l'importanza di fate, folletti, fiabe e Babbi Natale, parte integrante e insostituibile della crescita

Credere senza vedere è una prerogativa dei bambini. Gli adulti la perdono per diventare dei San Tommaso fatti e finiti: se non lo vedo non ci credo. Eh già. Questo atteggiamento lo dobbiamo al progresso scientifico (nelle culture arcaiche la magia era una forma di sapere). Ma lasciare che i bambini si rifugino nella magia non significa lasciarli in un mondo illusorio e un po' naif. No, la loro prospettiva non è quella di noi adulti, e continuare a credere nella magia non li farà risultare dei disadattati, degli ingenui, dei creduloni e dei sempliciotti agli occhi degli altri bambini. Semplicemente ne trarranno molto più beneficio!

Lasciare che credano in fate, folletti e gnomi senza strapparli brutalmente da questa loro fantasia significa semplicemente lasciare che sviluppino una sensibilità interiore importantissima per la loro crescita. Fiaba e magia sono fondamentali per la formazione culturale e psichica di ogni individuo.

Attraverso la magia i bambini studiano il mondo, lo analizzano secondo le loro logiche e, importantissimo, cercano di trovare delle spiegazioni a ciò che non comprendono o un senso più positivo a situazioni che spesso li sopraffanno. E questo da tempi immemori: l'uomo ha sempre avuto bisogno del soprannaturale per spiegare il mondo. E così anche il bambino.

Non esiste un'età ideale per strapparli da questo loro mondo. Il passaggio sarà naturale: inizieranno a fare domande, a porsi interrogativi più concreti, a capire che di magico nel mondo c'è ben poco. Ma ogni bambini ha i suoi tempi, e non è utile seguire l'esempio di altre mamme della classe che decidono, che so, che la terza elementare sia l'anno perfetto per svelare il segreto su Babbo Natale.

Strapparli il più in là possibile da queste convinzioni è una maniera dolcissima per far sì che la loro sensibilità si rafforzi sempre di più, e a beneficiarne saranno la loro psiche, le loro abilità sociali e la loro empatia, e anche la loro intelligenza, stimolata più creativamente.

Nelle fiabe, la magia è spesso l'elemento risolutore delle situazioni critiche o di disagio. La trasformazione di Cenerentola, il bacio del principe, il tappeto volante che arriva in aiuto.
Ma nessuno dà nulla gratis, non preoccupiamoci: la magia arriva sempre con un prezzo o accompagnata da un insegnamento, mentre riporta la pace e l'ordine. E spinge comunque all'azione, non aiuta passivamente personaggi viziati che non alzano un dito. Fateci caso!

Le fiabe aiutano quindi, con la loro magia, a sviluppare nel bambino capacità fondamentali: il piccolo capisce che bisogna lottare e impegnarsi per ottenere qualcosa, che nella vita si devono superare ostacoli, che è importante conoscere se stessi, che le alleanza con gli altri sono importanti, così come la comprensione dell'altro. Le fiabe propongono quindi infinite linee guida per affrontare la vita!

E fate e folletti cos'altro sono se non creature gentili, amorevoli e altruiste? Se i bambini ci credono, significa che non mettono in dubbio l'amore e la bontà presente nel mondo. Perché strapparli da questo incanto?

Sara Polotti

Il tornado in un barattolo

Venerdì, 29 Gennaio 2016 14:23

Che c'è di meglio dello studio concreto attraverso piccoli esperimenti che incuriosiscono, divertono e fanno provare sulla pelle dei bambini gli effetti della scienza? Nulla! Quella degli esperimenti è una tecnica d'apprendimento davvero efficace perché, come per tutti gli insegnamenti, è diretta e quindi immediatamente percepibile dai bimbi, che capiscono in maniera concreta le teorie e difficilmente le dimenticheranno!

Stavolta studiamo un fenomeno naturale spaventoso, ma che per fortuna ci riguarda solo da lontano, vivendo noi in una zona poco soggetta ad esso: parliamo dei tornado, delle trombe d'aria, dei cicloni. Insomma, di quelle terribili colonne d'aria che spazzano via tutto ciò che incontrano.

Oggi vi proponiamo un esperimento per ricreare un tornado in miniatura: un piccolo ciclone in barattolo fatto con le manine dei nostri bimbi per studiare questo fenomeno naturale!

Il tornado è un gigantesco turbine d'aria che si presenta come un'alta colonna di venti che ruotano su se stessi, con all'interno una zona cava la cui pressione è ridotta della metà rispetto al resto della tromba d'aria. I tornado si formano in zone di bassa pressione, indicando una instabilità atmosferica elevata, e possono percorrere centinaia di kilometri.

Gli ingredienti per questo esperimento sono pochi e semplici:

- dell'acqua
- un barattolo dotato di tappo (che sia bello ermetico, per non perdere liquido)
- del sapone per piatti
- dei glitter (facoltativi, sono per renderlo più carino e più visibile!)

Riempite il barattolo d'acqua, in modo che sia pieno per circa 3/4. Aggiungete qualche goccia di detersivo per i piatti e una manciata di glitter. Ora chiudete molto bene con il tappo.
Capovolgete il barattolo a testa in giù tenendolo per il collo e fatelo girare velocemente con un movimento circolare per qualche secondo. Magari non al primo tentativo, ma presto si formerà all'interno il piccolo tornado di cui parlavamo!

La ragione della formazione del tornado è la forza centripeta: l'acqua ruota velocissimamente attorno al centro del vortice!
Per capire la potenza e la distruttività delle trombe d'aria, è possibile poi aggiungere piccoli oggetti nel barattolo: proprio come nel Mago di Oz, il tornado porterà con sé tutto ciò che trova sulla sua strada.

(foto http://frame.bloglovin.com/?post=2313265915&blog=12615351)

Dopo aver preparato una deliziosa minestrina viola di violetta come reciclare i cavoli rimasti? Possiamo fare una vellutata, possiamo frullarli nel passato, possiamo unirli a un formaggio (meglio veg) spalmabile, ma ancor meglio possiamo deliziarci con una insalatina di cavolo viola, avocado e pinoli. Possiamo decidere di usare il cavolo sia cotto che crudo: cotto è più digeribile mentre crudo è più ricco di nutrienti. 

Come sempre scelgo i pinoli Noberasco per la loro grande qualità e perchè sono biologici. 

Ecco la mia ricetta dell'insalata di cavolo viola, avocado e pinoli: come realizzare un'insalata colorata e gustosa in pochi minuti

E' la minestrina preferita di mia figlia e delle sue amiche: è quella della fata Viola, una fatina un po' dispettosa che abita nel bosco. E' solita infatti fare sempre dispetti a tutti i suoi amici folletti, ma anche le fate sue amiche non ne sono risparmiate. L'unico modo per rendere più gentile la fatina Viola è farle mangiare la minestrina di colore viola: ma la magia non funziona solo sulle fate, ma anche sui bambini e sui grandi! Così quando la sera si è un po' stanchi e dispettosi basta preparare un po' di brodo viola, aggiungere della pastina e tutti saremo più gentili e ben disposti verso gli altri. 

La ricetta per creare la minestra della Fata Viola: come far mangiare ai più piccoli il prezioso cavolo viola in maniera divertente e magica

Noi di mammapretaporter siamo grandi supporter della lettura. Sì, lo siamo perché siamo consapevoli della fondamentale importanza di questa attività per i bambini, per il loro sviluppo e per il loro apprendimento, e perché speriamo che i bambini di oggi siano adulti lettori. "Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere": una frase di Daniel Pennac che centra in pieno il nostro pensiero.

Non disperate se vostro figlio odia leggere e fa i capricci ogni volta che si vede davanti un libro: niente paura, bastano qualche trucco, un po' di accorgimenti e una buona dose di empatia per rendergli meno repellente l'idea che leggere un buon libro possa essere divertente quanto e più del guardare la tv!

Ecco come far appassionare alla lettura anche i bambini che odiano leggere: piccoli accorgimenti e consigli per rendere piacevole questa attività importante, stimolate e accrescitiva

- Innanzitutto, è bene sapere che molti studi (come l'ultimo pubblicato dall'Istat) rivelano che avere genitori lettori è già uno stimolo per i bambini: "La scuola non basta. L’ambiente familiare è un fattore determinante: si stima che legga libri il 66,8% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori e solo il 30,9% di quelli con genitori che non leggono libri". Lo si legge sul sito illibraio.it, che ha raccolto i dati dell'Istat per capire chi sono i lettori italiani.
Crescere quindi abituandosi a vedere persone con i libri in mano (per il piacere di farlo, non per obbligo scolastico) è già un primo passo. Iniziare fin da subito, quindi, a leggere storie prima di dormire, e, soprattutto, a dotare la cameretta di libri e racconti, fumetti e libri illustrati va sicuramente a beneficio del bambino, che inizia naturalmente a curiosare e interessarsi, e quindi a capire che leggere è realmente un piacere. Avere una piccola libreria in camera, privata e tutta per sé, gli farà certamente piacere.

(foto 1 http://www.handmadecharlotte.com/8-clever-book-storage-display-ideas/)


- Ma se proprio non ne vuole sapere di leggere i libri che ci sono in casa e che avete con amore provveduto a mettergli a disposizione, l'ideale è portarlo in biblioteca o in libreria, lasciandolo libero di scegliere ciò che vuole. Fategli anche fare una tessera a proprio nome: si sentirà importante e adulto!
Non dovete quindi imporre letture o consigliare, ma lasciare che il bambino si incuriosisca da solo ed esprima la sua preferenza. Mi raccomando, non giudicate! Ogni libro va benissimo! Quindi, anche in casa fate sì che ci siano in libreria tipologie diverse di lettura, così che il bambino abbia l'imbarazzo della scelta.

- Pian piano lo si porterà quindi a scegliere libri sempre più "complessi" e adatti alla sua età; ma, se appassionato, questo passo si svolgerà automaticamente e naturalmente.

- Con delicatezza, se il bimbo è troppo abituato a tv e tecnologia, provate a diminuire il tempo dedicato a queste attività, sostituendolo con i libri. Senza forzature o fretta: è bene che il bambino non viva questo distacco come una punizione o un trauma, altrimenti assocerebbe i libri a sentimenti negativi e noiosi. Ma se fatto dolcemente il passaggio al libro sarà vissuto come naturale, non come sostituzione verso qualcosa di più noioso ma per qualcosa di altrettanto stimolante.

- Alle feste di compleanno o durante le ricorrenze che portano regali, optate fin da subito per i libri: state attenti agli interessi del momento e fategli trovare ben impacchettato un bel libro sui diplodochi se in quel momento si appassiona di dinosauri, dei libri sulla vita degli artisti se è in vena creativa (come quelli su Jackson Pollock o Yves Klein illustrati da Fausto Gilberti per Corraini, casa editrice che amiamo moltissimo! - http://www.corraini.com/it/catalogo/scheda_libro/1148/Jackson-Pollock), dei romanzi di paura se si sente temerario.

- Lasciate che vi chieda spiegazioni quando non capisce qualcosa, un concetto o un termine mai sentito prima: incoraggiate le domande e fategli capire che è meglio avere la totale comprensione del libro per apprezzarlo fino in fondo, e che un libro è un ottimo strumento per imparare divertendosi.
- Strappate le regole in nome della lettura! Stare in piedi fino a tardi è sempre motivo di eccitazione per i bambini, ma lasciateglielo fare solo se impegnati nella lettura: possono stare in piedi fin quando vogliono e tenere l'abatjour accesa finché leggono. Ma solo se leggono, mi raccomando! Vi assicuriamo che si assopiranno lo stesso in tempi decenti, ma almeno prenderanno la buonissima e piacevolissima abitudine che li accompagnerà per sempre: l'addormentarsi con un libro in mano. Un ricatto psicologico? Una corruzione bell'e buona? Forse, ma a fin di bene.

Sara Polotti

La cosa che voglio di più per mia figlia

Giovedì, 28 Gennaio 2016 19:55

La cosa che voglio di più per mia figlia quando sarà adulta, oltre chiaramente la sua salute, è una e semplice: che non sposi un uomo egoista. Sembra facile ma non credo lo sia, o almeno per me non lo è stato. 

Credo esistano due categorie di donne: quelle con al proprio fianco un uomo, e quelle con un adolescente. Mio marito alla veneranda età di 40 anni non ha ancora capito le cose basilari della convivenza in famiglia. Lui è uno di quegli uomini che magari, un paio di volte al mese ti aiutano a sparecchiare ma appunto, ti aiutano. 

Io a 19 anni vivevo a Milano con due amiche e inovina indovinello, nessuna mi "aiutava" a lavare il cesso, ma tutte a turno lo facevamo; coinvinta che anche per lui il meccanismo fosse lo stesso ci siamo sposati ma "suprise", per lui è compito della donna occuparsi della casa, non importa se lavori 8 ore al giorno, non sono cazzi suoi. Ma sopratutto "lui è stanco", per cui il divano è il suo trono, il suo luogo in cui ha il diritto a non essere disturbato.

La psicologia spiccia dice che scegli il tuo compagno basandoti sul paragone con tuo padre: o scegli un partner uguale a lui, o l'opposto. 

Spero figlia mia che tu sarai in grado trovare un uomo migliore per te, spero davvero che tu riesca ad avere la capacità di amare uomini che non ti trattino come la donna delle pulizie (che per altro beata lei viene pagata), ma che vedano la casa come la vostra casa, la cena come qualcosa da preparare insieme; spero che tu possa trovare un uomo che sia in grado di non perdersi nei meandri dei suoi bisogni, ma che riesca a vedere anche i tuoi. 

Lo spero tanto amore mio, perchè si soffre tanto di fianco a persone così, e fidati, ce ne sono tante: ma ciò che mi sconvolge di più è la quantità di donne che vedano come "normali" questi comportamenti, perchè "eh, si sa, sono uomini, la maggior parte sono così". Ma come si fa? Io divento una iena, allora per qualche giorno lo vedi intento a fare la sua parte e a uscire dal ruolo di ospite reale, per poi ricadere al primo piccolo intoppo o semplicemente a una giornata un po' più pesante del solito, sul suo divano reale. 

Io credo fermamente che ci siano uomini diversi, e per questo spero con tutta me stessa che tu possa trovare e scegliere proprio questi: la cosa più difficile per me sarebbe vederti commettere lo stesso errore che ho commesso io. 

Perchè percepire la casa come qualcosa da coltivare insieme e di cui prendersi cura in sinergia per me è la base della complicità, del rispetto e della buona educazione.

Papavero 3

http://www.mericherry.com/2013/08/14/rainbow-spaghetti-strikes-again/

Tra i sei e i dodici mesi di vita i bimbi iniziano ad esplorare il mondo con le mani, i piedi e anche con il palato. Svezzati, ora non ingeriscono solo latte, e le consistenze e i sapori iniziano a incuriosirli.
Ma non è solo una questione di gusto: in questi momenti, infatti, i bimbi esplorano il mondo nella sua totalità cercando di farlo passare attraverso tutti i sensi, e quindi infilandosi in bocca gli oggetti ne stanno comunque studiando forma, contenuto, tatto, non solo il gusto.

I giochi sensoriali sono quindi consigliatissimi. Non solo attività specifiche, ma anche semplicemente il gioco con oggetti e materiali trovati in casa, tra i più disparati. Scatole di cartone, bacchette di legno, palline in tessuto, sonaglini, libri, stoffe. Tutto è interessante per il bambino e i suoi sensi, e tutto deve passare tra le sue manine! In questo modo il suo cervello e le sue conoscenze iniziano a svilupparsi al meglio.

Ecco, in questa direzione, i materiali "di recupero" trovati per casa (sotto la sorveglianza adulta!) sono ottimi, perfetti per diventare stimolo sensoriale. E perché no, anche il cibo può diventare attività specifica che coinvolge non solo il gusto, ma tutti i sensi!

Non sprecate gli spaghetti avanzati, rendiamoli un'attività sensoriale: con pochi accorgimenti, il cibo della sera prima può diventare gioco e stimolo perfetto.

Prendete gli spaghetti ancora in bianco che avete fatto ieri a cena e che sono avanzati. Semplicemente, metteteli in una ciotola o in un piatto abbastanza largo, aggiungete una goccia di olio d'oliva per renderli più scivolosi e conditeli con dei frutti rossi o degli agrumi spezzettati e spremuti, in modo da dare un sapore contrastante e un colore invitante.

E ora arriva il bello: metteteli davanti al vostro bimbo, lasciandogli la libertà di sperimentarli in ogni modo. Potete farlo sul seggiolone, ma ancor meglio seduti in terra, in modo da potersi muovere senza limiti. Questo significa non preoccuparsi del disordine, del casino e dello sporco: sì, si riempirà di spaghetti fino ai gomiti e fino alle unghie dei piedi probabilmente, ma più giocherà e più l'attività colpirà nel segno.

Con le manine ne studierà la consistenza, la lunghezza, la scivolosità, la quantità di pezzetti, mentre i suoi occhietti vagheranno per la ciotola e interagiranno con le mani. Con la bocca lo studio continuerà naturalmente, e con essa capirà meglio la consistenza, la forma, l'utilizzo. Il gusto, non fa mai male, lo incuriosirà, e grazie ai frutti rossi scoprirà sensazioni tra il dolce e l'acidulo.

Lasciatelo fare finché è interessato: è bene non interrompere mai l'esplorazione dei bambini, in modo che possano apprendere tutto ciò che possono recepire senza strappi e senza disturbi. Stoppare un'attività e ricominciarla in un secondo momento, magari a distanza di giorni, significa sempre dover ricominciare un po' da capo, indipendentemente dall'attività.

http://www.icanteachmychild.com/cloudy-with-a-chance-of-meatballs-sensory-play/

Ecco, lo stimolo sensoriale può dunque arrivare dai giochi più inaspettati.
Questo, semplice, economico e divertente, è possibile replicarlo anche con cibi diversi, mescolando di volta in volta gusti distanti tra loro, per stimolare le papille gustative mentre si stimolano tutti i sensi e la coordinazione inizia a prendere forma.

E' possibile anche proporre lo stesso cibo, come ad esempio questi spaghetti, con temperature differenti, da freddo a caldo (ma non troppo! Controllate sempre, prima di servire), in modo che il bambino inizi a prendere confidenza anche con questa caratteristica sensoriale. E, non ultimo, potete combinare il gioco con la merenda: è un ottimo ed energetico spuntino, non credete?

Sara Polotti

 

 

 

Sara

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Cecilia

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