Ribes Nigrum, antiossidante e antistaminico

Venerdì, 12 Febbraio 2016 06:44

Che i frutti di bosco siano antiossidanti naturali potentissimi è un fatto conosciuto. Ma sapete qual è uno tra i più potenti frutti spontanei del sottobosco? Il Ribes Nigrum, più noto come ribes nero, pallina scura dal sapore molto forte alleata fondamentale per la salute.

Conosciamo il Ribes Nigrum, antiossidante e antistaminico: il frutto di bosco ottimo per allergie, stanchezza, congiuntiviti, infiammazioni e radicali liberi per grandi e bambini.

Il Ribes Nigrum è una pianta comune in Europa, dai fusti ramosi e alta circa due metri. Tra le sue foglie spuntano le gemme di ribes, ricchissime di oli essenziali e quindi super profumate, come i frutti.

Grazie alle sue proprietà e alla ricchezza della sua composizione, il ribes nero è uno tra i frutti più utilizzati in fitoterapia. Le sue gemme sono infatti ricche di flavonoidi (antiossidanti naturali) e glocosidi (che stimolano le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, l'antinfiammatorio prodotto naturalmente dal nostro corpo): "l'attività antinfiammatoria, pertanto, è sostenuta in parte dai flavonoidi che si oppongonoalla liberazione delle sostanze proplogogene e che, grazie all'azione vitamino P-simile, determinano un miglioramento del micorcircolo e quindi della vascolarizzazione locale"(Campanini, Dizionario di Fitoterapia e piante Medicinali, Tecniche Nuove).

Le foglie contengono invece polifenoli, ottimi per la depurazione dell'organismo e diuretico naturale. Per questo vengono utilizzate in tisane e decotti, per stimolare l'eliminazione delle tossine. "La parte dell'azione diuretica sarebbe dovura all'olio essenziale che sdoppiandosi libererebbe un'ossidasi molto attiva sull'epitelio renale, del quale stimolerebbe la secrezione determinando una notevole diuresi" (ibidem)

Lo stesso vale per i tannini della pianta: essi sono polifenoli naturali con azione antibatterica e antibiotica.

I frutti sono invece ricchi di vitamina C (per rafforzare il sistema immunitario), acido malico, acido citrico e oligoelementi, e la loro azione si traduce in una protezione dei vasi e dei capillari, in proprietà astringenti e in benefici sulla retina (quindi sono ottimi per la vista). Il sapore è molto forte se assaggiato al naturale; per questo le piccole bacche vengono spesso utilizzate in succhi o come ingredienti per ricette più ampie, solitamente dolci. "la ricchezza di vitamina C ne giustifica l'impiego per le proprietà toniche e vitaminizzanti, nella prevenzione delle malattie infettive, nelle deficienze immunitarie, come corroborante nelle astenie funzionali". (ibidem).

L'olio essenziale contenuto nelle gemme e nei frutti è però l'elemento più potente di tutti. Esso, con la sua alta concentrazione, è incredibilmente antinfiammatorio e antiallergico, e per questo le gemme sono la parte più utilizzata nella fitoterapia. "il gemmoderivato, ottenuto dalla macerazione delle gemme fresche, possiede una marcata azione antinfiammatoria, antiallergica e sinergizzante nei confronti di altri gemmoterapici (...). Il suo uso è indicato nelle manifestazioni cliniche in cui è necessario stimolare la corteccia surrenale, come nelle manifestazioni allergiche, in quelle di natura infiammatoria generali e locali, in particolare a carico dell'apparato locomotore, ma anche dell'apparato respiratorio, digestivo e urinario. Dotato di attività antinfiammatoria, agisce per stimolazione diretta sulla corteccia surrenale (azione cortisone-like). (Ibidem)

Il Ribes Nigrum diventa quindi un potentissimo alleato per contrastare malattie e situazioni non ottimali dell'organismo.

In primis, l'azione antinfiammatoria e antidolorifica (derivata appunto dalla capacità di stimolare il cortisolo) diventa utile nel caso di tosse, catarro, bronchiti, cistiti, emicranie e coliti. Il cortisolo, essendo prodotto dal corpo e non indotto artificialmente, non ha gli stessi effetti collaterali del cortisone, e per questo è di gran lunga preferibile alle terapie cortisoniche.

Nel caso di allergie e di irritazioni, il Ribes Nigrum, neutralizzando l'azione dell'istamina (la causa di asma, riniti e attacchi allergici), è davvero un alleato importantissimo. 

Il ribes nero è ottimo anche contro stress e insonnia. Contiene infatti anche melatonina, sostanza secreta dalla ghiandola pineale che favorisce la regolazione dei cicli sonno-veglia che, oltre ad aiutare il sonno, ha benefici anche contro le malattie psicosomatiche associate allo stress, come ad esempio eczemi, psoriasi e alopecia.

Se soffrite invece di problemi circolatori che si manifestano con vene varicose, emorroidi o gambe e piedi gonfi una tisana al ribes nero ogni giorno potrà portare un sollievo duraturo, grazie ai polifenoli di cui parlavamo, che riattivano in maniera dolce il microcircolo.

Chiedete consiglio al vostro erborista o farmacista specializzato in medicina naturale per la somministrazione. I bambini sopra i due anni di età possono assumere ribes nigrum non superando 20 gocce al giorno in tintura madre (chiedete indicazioni specifiche al vostro medico). 

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

6 suggerimenti per far litigare meno i fratelli

Giovedì, 11 Febbraio 2016 07:45

La mia difficoltà maggiore in questi anni, dopo i compiti, sono i litigi tra i miei due figli che si susseguono per giorni interi. In generale i fratelli spesso non vanno d'accordo, si sa. O dai caratteri troppo simili, o talmente distanti da non comprendersi per niente. O d'età troppo ravvicinata, o dal divario generazionale incolmabile.

Insomma, far si che vadano sempre d'accordo è impossibile. Ma, d'altro canto, cercare di rendere la casa un luogo di benessere per coltivare un'amicizia, anche tra fratelli, sarebbe utile

6 suggerimenti per far litigare meno i fratelli: come far sì che l'aria di casa si trasformi in terreno d'amore perfetto per rafforzare il legame tra i piccoli

- Naturalmente, le gelosie sono all'ordine del giorno. I più piccoli si sentono calcolati poco perché, appunto, "piccoli", i grandi si sentono messi da parte perché non coccolati come gli ultimi arrivati, quelli di mezzo, beh, stanno in un limbo sentendosi né carne né pesce.
La prima cosa da fare è uscire da questi schemi e ogni tanto ribaltare i ruoli: fate sentire i piccoli i più grandi e responsabili di casa, coccolate i grandi come fossero neonati, passate più tempo possibile con i mezzani. Insomma, stravolgete le dinamiche!

- Cercate poi di ritagliare più tempo possibile per il tempo in famiglia tutti insieme. Lontani dagli impegni quotidiani, i bambini possono divertirsi nonostante le differenze di età e crearsi ricordi piacevolissimi, da tirare fuori ogni volta che c'è l'occasione e magari anche durante i litigi. Ricordate loro quanto si divertono con i fratelli, parlando di situazioni specifiche, come "quella volta che lui ti ha insegnato a nuotare e quell'altra in cui avete cucinato la torta di mele".

- L'empatia è poi un valore da infondere sempre. Cercate di non immischiarvi quando litigano, ma se uno dei fratelli tratta l'altro in maniera sgarbata o fa un torto maleducato, beh, lì potete intervenire, cercando di far mettere nei panni dell'altro entrambi: "ti piacerebbe se papà ti dicesse quella cosa?" "Come ti sentiresti se un tuo amico ti scrivesse quella brutta parola?". Capire che i sentimenti possono venire feriti li calmerà e la prossima volta ci penseranno due volte. E, alla lunga, il rispetto si consoliderà sempre di più.

- Trovare punti in comune tra i loro interessi può essere puoi un buon metodo per avvicinarli e farli sentire parte di un club tutto loro. Valorizzate quindi le loro caratteristiche comuni incoraggiandoli a svolgere quella determinata cosa (il disegno, lo stesso sport) o a documentarsi su un argomento che piace ad entrambi (i dinosauri, i cartoni animati, la cucina) insieme, lasciandoli liberi di organizzarsi.

- Con lo stesso atteggiamento, lasciate che si aiutino a vicenda. Faranno disastri, oppure vi stupiranno per le loro capacità che si incastrano così perfettamente l'una con l'altra creando la perfetta soluzione al problema che si è presentato, sia esso piccolo o insormontabile; in ogni caso legheranno in maniera profonda, non solo perché passeranno del tempo insieme, ma perché impareranno a fidarsi reciprocamente, a poter contare sull'altro.
Pian piano si trasformeranno l'un l'altro nella persona prediletta da chiamare in caso di bisogno, da piccoli e da grandi.

- Tuttavia, ricordate di non costringerli a giocare sempre tra loro. Soprattutto quando sono vicini d'età, è bene che si creino amicizie anche fuori dal nido familiare. Se li "obbligate" (senza cattiveria, ovviamente) a giocare sempre con i fratelli, la sentiranno come una costrizione. E ciò si rivelerà controproducente.

La redazione di mammapretaporter.it

Non stupitevi se bazzicando in giro per il web troverete tantissimi reportage della nascita di figli. Non servizi dei primi giorni di vita, no. Quelli sono catalogabili come "tradizionali". No, parliamo di qualcosa più all'avanguardia, ed esattamente del fotografo che varca le porte della sala parto (o della camera della partoriente, quando in casa) per documentare con minuzia di particolari l'evento più bello del mondo, il parto.

Cos'è la fotografia in sala parto: emozione allo stato puro che racconta la nascita con scatti fotografici

Come tutte le cose, le novità spiazzano sempre un po'. Soprattutto quando si tratta di un argomento delicato come il parto, che già di per sé divide mamme e papà in pro-cesareo, contro-cesareo, fan degli ospedali e integralisti del parto in casa, entusiasti dell'epidurale e talebani dell'approccio completamente naturale, pro e contro parto in acqua e via all'infinito.

Nessuno ha ragione, ognuno ha il suo punto di vista, ed è giusto che ogni mamma affronti questo momento nella maniera che ritiene più adatta a lei e alla sua famiglia.

Quindi, anche per quanto riguarda l'argomento "foto in sala parto" siamo sicure che i fronti saranno opposti e ci saranno battaglie pro e contro.

Ok, è una novità. E ok, spaventa un po' l'idea di avere uno sconosciuto munito di macchina fotografica che sta in mezzo ai piedi in quei momenti così delicati. Ma pensate solo a pochi decenni fa, quando lo "sconosciuto in sala parto che sta in mezzo ai piedi" era il padre del nascituro, che mai e poi mai si sarebbe sognato di entrare nella sala operatoria. Beh, ora è cambiato tutto, e la maggior parte dei futuri padri entra con la mamma, in trepidante attesa, rivelandosi il più delle volte un valido aiuto.

Ecco, il fotografo entra in sala parto. Ed è un professionista: come durante matrimoni e celebrazioni, sa stare al posto suo, a maggior ragione in un momento come questo. E, con un atteggiamento che per forza deve essere quello di spettatore muto e discreto, il risultato non è la fotografia in posa, ma un reportage dolcissimo che documenta dall'interno il momento più bello della vita dei genitori.

Ne volete qualche esempio?

Il fotografo sta con i genitori dall'entrata in ospedale. Le prime immagini quindi documentano tanto l'attesa sui volti quanto il dolore della mamma. Brutale? Forse, ma riguardando poi le immagini questo dolore si trasforma in qualcosa di così puro da volerlo riguardare più e più volte. E arrivando fino alla nascita gli scatti si fanno sempre più dolci e indimenticabili.

(foto 1 http://birthwithoutfearblog.com/2014/05/21/the-natural-hospital-birth-of-sloane-a-birth-photographers-birth-story/)

(foto 2 http://heidicaseyphotography.blogspot.it/2013/08/braelyn-james-north-carolina-birth.html)


(foto 3 http://www.thedaybookblog.com/2011/12/everett-stone-birth-story.html?m=1)


(foto 4 http://www.barefootblonde.com/2014/06/atticus-jon-clark-birth-story/)


(foto 5 http://www.buzzfeed.com/morganshanahan/birth-photos-that-are-worth-having-a-baby-for?crlt.pid=camp.vl6OHQaWxoEZ#.bqr99q2xBy)


(foto 6 https://it.pinterest.com/pin/424956914817000231/)


La meraviglia delle fotografie scaturisce tutta dalla bravura del fotografo, dalla sua professionalità e dalla fiducia che i genitori ripongono in lui. Nel momento del parto è bene circondarsi di persone di fiducia, dall'ostetrica al ginecologo al pediatra, e questo vale anche per il fotografo.

In Italia Afineb si occupa da un paio di promuovere la fotografia dell'infanzia. Prendendo spunto dal mondo anglosassone, nel quale la fotografia in sala parto e nei primi anni dei neonati è ormai una realtà, vogliono promuovere un nuovo tipo di fotografia lontana dal tradizionale ritratto.
Il fotografo deve entrare delicatamente nella vita dei soggetti. In questo modo i servizi e i reportage che ne risulteranno saranno caratterizzati dall'impatto emotivo che suscitano, fortissimo e unico, a differenza della fotografia impostata alla quale siamo abituati.

Le socie fondatrici di Afineb, l'Associazione Fotografia Italiana Neonati e Bambini, sono in prima linea nell'impegno di diffondere questo nuovo concetto, e lo fanno dando tutte le informazioni necessarie sia ai genitori che vorrebbero trovare un fotografo in grado di soddisfare queste minuziose richieste sia ai fotografi che vorrebbero specializzarsi in questi reportage spettacolari.

Provate a sbirciare il loro sito, www.afineb.it: tantissimi articoli e pezzi d'informazione vi aiuteranno a districarvi in questo nuovo mondo. E probabilmente non vorrete più farne a meno: sfogliare gli album tra qualche anno sarà un'esperienza completamente nuova, emozionante ed esteticamente favolosa!

La redazione di mammapretaporter.it

Le camerette delle fate a cui ispirarsi

Mercoledì, 10 Febbraio 2016 13:38

Ricordate le porte delle fate? Dei magici portoncini che nascondono la vita degli esserini favolosi. Possiamo trovarli in casa, in giardino, ma anche per strada. Ma per aumentare la magia e circondarci di meraviglia possiamo trasformare anche le camerette dei nostri bimbi in fiabeschi ambienti per fate!

Le camerette delle fate a cui ispirarsi: prendete spunto per far vivere i bimbi in un ambiente magico abitato da esserini favolosi!

- Un telo e delle lucine possono creare con semplicità un ambiente fantastico: dietro al lenzuolo possono vivere tantissime fatine che fanno compagnia ai bimbi addormentati!

 

(foto 1 http://messagenote.com/interior-inspiration/21-awesome-canopy-beds)

 

- Un elemento che può sembrare insignificante ma che arreda moltissimo e che se trasformato con della cartapesta colorata e sagomata può diventare la casetta delle fate: il lampadario! Le fatine amano la natura e spesso riposano adagiate sulle foglie. Perché non dare loro la possibilità di farlo nella cameretta?

 

(foto 2 https://www.bloglovin.com/blogs/from-moon-to-moon-1591075/current-obsession-paper-lamps-by-sachie-muramatsu-4166900290)

 

- Di nuovo, ricreare le parvenze della natura, stavolta con del tulle e dei fiori, può dare ala cameretta le sembianze perfette per gli ambienti preferiti dalle fatine! Tende o baldacchini, scegliete voi!

 

(foto 3 http://www.hearthsong.com/hideaway-and-make-an-entrance-specialsave-$1498-on-the-special.htm)

 

- Con uno stencil o degli adesivi murali provate a ricreare su una parete la silhouette di fatine e stelline: andare a dormire sarà magico, e i bimbi si sentiranno super protetti.

 

(foto 4 https://www.artfire.com/ext/shop/product_view/TouchofVinyl/5674829/fairy_wall_decal_with_blowing_stars_wand_vinyl_nursery_decor_art_wall/handmade/children_s/housewares/room_decor)

 

- Avete un angolino appartato? Rendetelo il luogo perfetto per incontri fatati! Il verde Campanellino sulle pareti, un tavolino ricavato da un tronco e una tenda eterea bastano per creare un'atmosfera magica e super amata da fate e bimbi.

 

(foto 5 http://suzyssitcom.com/2013/04/disney-paint.html)

 

- Piccoli dettagli che fanno la differenza: incollate delle piccole ombre di fata in giro per la stanza, nei posti più strani, dove le fatine possono appoggiarsi e fare compagnia agli abitanti della cameretta!

 

(foto 6 http://www.moldingmates.com/collections/fantasy/products/twinkle)

 

- Le fatine possono riposare anche in una gabbietta aperta e appoggiata sulla credenza in camera: riempitela di lucine a led (meno pericolose, economiche e senza presa) e il risultato sarà spettacolare.

 

(foto 7 http://www.lushome.com/15-creative-home-decorating-ideas-christmas-lights/97648)

 

- Ma le lucine possono essere usate anche in altri modi, come qui, su un tronco ricreato con tanti rametti, ottimo punto di risposo per le fatine che si aggirano per casa.

 

(foto 8 http://www.lushome.com/15-creative-home-decorating-ideas-christmas-lights/97648)

 

- Oppure così, a decorare due lenzuolini eterei che scendono ai lati del letto, per un'atmosfera delle più fatate.

 

(foto 9 http://www.architecturendesign.net/30-cheap-and-easy-home-decor-hacks-are-borderline-genius/)

 

- E, applicando le lucine ad un ombrello rotto, potrete creare una meravigliosa Fantasia di fatine ispirata all'omonimo cartone Disney: sembrerà che la polvere magica stia per cadere da un momento all'altro in cameretta, infondendo in tutti i pensieri felici che le fate ci insegnano a coltivare.

 

(foto 10 http://www.buzzfeed.com/dianabruk/diy-ways-to-make-your-childs-bedroom-magical?sub=3091994_2623619#.rhx33z5xE6)

Il ruolo dei genitori nelle scuole di Reggio

Mercoledì, 10 Febbraio 2016 07:57

Il bambino sta al centro della sua educazione, con la sua identità, le sue potenzialità e le sue conoscenze, che si costruisce da solo. Ma basilare all'interno del metodo pedagogico redatto da Loris Malaguzzi nel dopoguerra e adottato nelle scuole di Reggio Emilia, il cosiddetto Reggio Approach, è anche il rapporto con i genitori e gli insegnanti, come se quello bambino-genitori-educatori fosse un triangolo impossibile da spezzare.

Vi spieghiamo il ruolo dei genitori all'interno del Reggio Approach: come il metodo didattico e pedagogico di Lori Malaguzzi mette al centro il rapporto tra il bambino e gli adulti attorno a lui.

Nello stesso modo in cui il sapere non viene racchiuso in settori ma procede per un apprendimento trasversale, così l'ambiente scolastico non viene rinchiuso e delimitato in maniera stagna. Anzi. La scuola è un ambiente considerato vivibile da tutti, un luogo di apprendimento continuo all'interno del quale le relazioni si tessono senza soluzione di continuità.

La partecipazione, punto fondante dell'approccio pedagogico reggiano, coinvolge bambini e adulti allo stesso modo. Tutti sono parte del progetto educativo! Partecipare alla vita quotidiana del bambino e allo sviluppo del suo apprendimento è un'esperienza arricchente, che prevede che insegnanti e genitori utilizzino i loro linguaggi da integrare ai cento del bambino, i loro punti di vista, le loro culture e i loro dialoghi.

Lo si legge anche nel progetto didattico visibile sul sito delle scuole e dei nidi di Reggio: "La partecipazione genera e alimenta sentimenti e cultura di solidarietà, responsabilità ed inclusione, produce cambiamento e nuove culture che si misurano con la dimensione della contemporaneità e dell’internazionalità".
Tutto questo porta a definire quello delle scuole di Reggio come un progetto educativo che si fonda sul tessere relazioni. Il bambino impara attraverso tutte le connessioni che gli vengono offerte, connessioni tra le materie, gli oggetti, le esperienze, ma anche connessioni tra persone.

Ecco perché nelle Scuole di Reggio i rapporti sono molteplici: tra gli adulti e i bambini all'interno della scuola, tra gli adulti e i bambini al di fuori dall'ambiente scolastico, tra la scuola e i genitori e tra la scuola e la comunità (e infatti è presente il Consiglio Infanzia Città, composto da genitori, cittadini, insegnanti, operatori, atelierista e pedagogista, per confrontarsi e tessere le relazioni democratiche di cui parliamo).

I genitori hanno il diritto di partecipare quindi alle attività scolastiche, e di favorire gli scambi interpersonali, anche a livello di multiculturalità (soprattutto in questi anni). Ciò porta ad una continuità scuola-casa molto apprezzata dal bambino, che si sente stimato e coinvolto. Non solo: la rete di comunicazione che si crea è davvero importante.

Concretamente, i genitori partecipano attivamente sin dai giorni che precedono l'ingresso a scuola, attraverso incontri con bambini e insegnanti per conoscere personalmente ogni bambino e ogni famiglia, con le sue diversità e le sue potenzialità.

Durante gli anni scolastici, poi, i genitori sono coinvolti su più livelli. Su quello della valutazione, ad esempio, parlando continuamente con gli insegnanti per osservare e documentare i progressi dei figli, e su quello dell'educazione ponendo insieme gli obiettivi da raggiungere e i modi per farlo.

Ogni giorno ci si trova poi tutti insieme, al momento del recupero dei figli in classe, e si discute sulle esperienze che i bimbi hanno intrapreso durante la giornata. Ma non sono solo le esperienze scolastiche ad interessare genitori e insegnanti: gli educatori chiedono sempre cosa si è fatto fuori da scuola, per capire cosa i bambini imparano anche fuori dalle mura scolastiche.

Il dialogo, poi, è incoraggiato fortemente. I genitori e i bambini devono sempre parlare delle loro giornate, di cosa hanno imparato, delle loro sensazioni e anche dei loro dubbi.
Ancor più concretamente, i genitori (e a volte i nonni) partecipano alla vita scolastica facendo lavoretti di volontariato per il mantenimento degli spazi, ad esempio, o costruendo giocattoli e mobili, e sono sempre coinvolti nelle feste e negli spettacoli, nelle celebrazioni e nelle attività straordinarie.

Insomma, sono tutte queste figure, non solo bambini e insegnanti, a fare la scuola. Figli, genitori, educatori, atelieristi, operatori, cuochi, professionisti, comunità, nonni: tutti contribuiscono all'educazione dei bambini, in un tessuto fatto di bellissimi incroci e trame meravigliose nella loro diversità.

Sara Polotti

Che succede quando l'omeopatia incontra l'arte? Succede “Omeoart”, il progetto nato nel 2001 per veicolare il messaggio omeopatico attraverso la creatività, sostenuto da Christian Boiron, direttore del gruppo Boiron.

Omeoart, quando l'omeopatia incontra l'arte: il progetto sostenuto da Boiron per raccogliere le opere d'arte contemporanea sul tema della terapia omeopatica

Francesca Bianucci, ideatirice del progetto, e Alberta Mantovani, responsabile dei Progetti Speciali di Boiron, hanno creato un'accoppiata vincente: sin dal 2003 il progetto Omeoart è riuscito a portare in diverse città italiane (e a Lione, città sede di Boiron) mostre collettive di opere d'arte sul tema dell'omeopatia, con l'appoggio del critico d'arte Pierre Restany, e il successo ha consentito la creazione dell'Associazione Culturale Boiron Omeoart.

Oltre alle esposizioni, tutte le opere d'arte finora raccolte sono permanentemente visibili presso la sede di Boiron Italia, a Segrate.

Senza scopo di lucro, l'associazione vuole portare attraverso l'arte il messaggio e la visione del mondo omeopatico secondo gli artisti italiani contemporanei, nel rispetto della mission che vuole essere sempre arricchente, a livello terapeutico e a livello personale.

Tra gli artisti che si sono prestati volontariamente e gratuitamente al progetto troviamo nomi del calibro di Ugo La Pietra, Fausto Lubelli, Bruto Pomodoro, Lucio Liguori: tra pittura, scultura e ceramica l'arte si presta a interpretare l'omeopatia.

(foto 1 http://www.omeoart.org/site/index.php/chisiamo)

“L’arte ci permette così di acquisire una nuova dimensione delle cose, della vita, senza per questo obbligarci ad abbandonare la nostra razionalità. Allo stesso modo, l’omeopatia permette al medico e al malato di acquisire una nuova dimensione dei problemi inerenti alla salute, senza nulla togliere al valore della medicina moderna, delle nuove tecniche chirurgiche e dei nuovi medicinali. L’omeopatia deve essere inserita nel cuore della medicina, così come l’arte deve essere inserita nel cuore della nostra esistenza e della nostra società. Oltre alla scienza, l’arte e l’amore insieme possono fare progredire considerevolmente le nostre conoscenze!”

Queste le parole di Christian Boiron (consultabili all'indirizzo www.omeoart.org): un concetto di omeopatia molto umanista, quindi, che la pone sullo stesso livello d'importanza dell'arte, fondamentale per una vita completa

E, dopo essere nata con lo scopo di diffondere questo messaggio omeopatico attraverso le opere creative, Omeoart è entrata anche negli ospedali, mettendosi a disposizione dei malati per dare un supporto ancor più concreto.

Dal febbraio 2009, quando le pareti dei corridoi del reparto di Neonatologia dell'ospedale Macedonio Melloni di Milano si sono riempiti con le opere di Gregorio Mancino (artista conosciuto per le sue performance), Omeoart ha iniziato a portare ai pazienti, con la collaborazione di diversi artisti, genitori e bambini, l'arte come medicina alternativa piacevole e potente, che si integra perfettamente, potenziandola, con l'omeopatia.

(foto 2 http://www.omeoart.org/site/index.php/eventi/65-larte-in-ospedale)

Le opere d'arte e gli artisti, sempre capitanati da Gregorio Mancino, hanno quindi fatto visita in Belgio (a Bruxelles), in Polonia (a Varsavia, presso la clinica pediatrica Medi Park e l'ospedale Św. Anna Pioseczno) e in Russia (al Policlinico Pediatrico Comunale di Mosca).

Se Patch Adams curava con il naso rosso applicato in mezzo alla faccia per guarire attraverso le risate, Omeoart lo fa dolcemente attraverso figure e colori: un messaggio bellissimo che può cambiare decisamente le sorti e le giornate di moltissimi pazienti, piccoli o grandi.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Se va di moda la cucina orientale ci sarà unperché. E questo perché è il suo essere così deliziosa! Spesso leggera, spesso vegetariana, in ogni caso sempre gustosissima: a noi di mammapretaporter piace scoprire nuovi ristorantini tipici, ma soprattutto adoriamo cucinare le pietanze tipicamente orientali nelle nostre cucine occidentali! Nel nostro libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, non poteva mancare infatti una ricetta di pasta orientale!

Volete provarci anche voi ma non sapete dove girarvi e da dove partire? Provate iniziando dalla pasta, semplice, buona e versatile, chiamata genericamente “noodle”. Le ricette sono davvero tante, spesso contengono carne ma potete con poco sforzo mutarle in piatti più sani a dase di verdure e tofu. 

Dalla soba agli udon: i diversi tipi di pasta orientale dalla Cina, al Giappone al Vietnam

I Vermicelli di Soia

Sono tipici e facili da trovare al supermercato: leggeri, si possono utilizzare in mille modi, stando attenti a non scuocerli! Il rischio è che risultino simili ai nostri capelli d'angelo (il segreto è non farli bollire, ma solo riposare qualche minuto in una ciotola di acqua calda prima di saltarli in padella con il condimento che più preferite). Stanno bene con tutto, dal tofu alle verdure fino al pesce, e con ogni condimento, dall'olio d'oliva, al miso, alla salsa di soia (ottima in sostituzione del sale).

(foto 1 http://www.hosomaki.it/come-preparare-gli-spaghetti-di-soia-con-pollo-e-verdure/)

 

Pad Thai

E' il piatto di pasta tradizionale della Thailandia: si compone di tagliolini all'uovo conditi con salsa di pesce, tamarindo, pollo, uovo, gamberi, verudre e arachidi sbriciolate. 

Qui trovi la versione più "sana" di pad thai, adatta a grandi e piccini. 

(foto 2: http://highheelgourmet.com/2012/08/03/padthai-trilogy-authentic-recipe/)

 

I Mee Pok

Simili nell'apparenza alle nostre tagliatelle, i Mee Pok sono spaghetti all'uovo larghi e piatti, tipici della Cina, Singapore, Tailandia e Malesia. Possono essere serviti in brodo o da soli, con condimenti di tofu, pesce o verdure. I Mee Pok sono solitamente accompagnati da una salsa particolare, composta da chili piccante, olio, aceto, pepe e salsa di soia.

(foto 3 http://www.misstamchiak.com/ru-ji-kitchen/)

 

I He Fen

La pasta piatta può essere anche di riso e non all'uovo: ecco i He Fen (o Shahe Fen, o Ho Fun), tagliatelle piatte al riso simili ai vermicelli, di colore bianco, dalla consistenza scivolosa e gommosa. Sono tipici cinesi. Di nuovo, possono essere saltati in padella con tofu, vedure oppure venire serviti in brodo. In sostituisco la carne rossa che lo contraddistingue la ricetta tradizionale con seitan e spolvero con semi di sesamo leggermente tostati in padella.

(foto 4 http://www.mybarecupboard.com/2015/01/beef-ho-fun-gon-chow-ngau-ho.html?m=1)

 

I Pho

Derivati dai cinesi He Fen, sono la versione vietnamita: sono vermicelli di riso in brodo, serviti con carne ed erbette, funghi, verdure e aromi, a seconda del proprio gusto. Sono un tipico cibo da street food! Si mettono direttamente nel brodo senza cuocerli precedentemente, guarnendo con gli ingredienti scelti, a formare un unico piatto completo. Da provare con germogli, cipollotto, tofu e coriandolo fresco.

(foto 5 http://www.gimmesomeoven.com/vietnamese-pho-soup-recipe/)

 

Per i Pho Vietnamiti noi amiamo questa ricetta velocissima, che abbiamo trovato su Jen Reviews. Servono 1 litro di brodo, dei vermicelli di riso (per tre persone), una cipolla bianca, due pezzetti di radice di zenzero, on bastocino di cannella, 3 stelle di anice, 1 cucchiaino di chiodi di garofano, 250 grammi di manzo a fette (oppure pollo) e due cucchiaini di zucchero di canna. Per condire, poi, utilizzeremo del basilico, dei germogli di soia e della buccia di lime. 

Tagliamo la cipolla e i due pezzetti di zenzero a metà (dopo averli sbucciati) e mettiamoli a grigliare in forno a 220 gradi per circa 15 minuti. Nel frattempo cuociamo i vermicelli di riso secondo le indicazioni sulla confezione e scaldiamo il brodo in un wok insieme alla cipolla, allo zenzero, ai chiodi di garofano e alla cannella, per circa mezz'ora. Togliamo gli ingredienti solidi quindi cuociamo in questo brodo la carne. Una volta cotta (circa 10-15 minuti) versiamo il brodo e la carne nei piatti, aggiungiamo i vermicelli e guarniamo con il basilico, i germogli di soia e un po' di buccia di lime. 

pho-step-six-garnish-and-enjoy.jpg

 (https://www.jenreviews.com/vietnamese-pho/)

I Ramen

Tipicamente giapponese, ma di origine cinese, è un piatto delizioso di tagliatelle di frumento immerse in brodo di carne o pesce, salsa di soia o miso e guarnito (anche qui a formare un unico piatto completo) con alghe, cipolla verde, fettine di carne (solitamente maiale, ma anche pollo), mais, uova sode, pollo, funghi. Non c'è una ricetta univoca, e girando il Giappone si scopre che ogni località ha la sua versione. Eccezionale le versioni vegetariane e vegane che vi proporrò i prossimi giorni!

(foto 5 http://greatist.com/eat/healthier-ramen-recipes)

 

Gli udon

Tipici giapponesi, gli Udon sono spaghettoni di grano tenero, nutrienti e dalla consistenza buonissima. Anche qui, esiste la versione in brodo oppure quella saltata in padella, guarnita con verdure, uova, pesce o carne, e talvolta servita con la tempura o con del tofu fritto.

(foto 6 http://www.thekitchn.com/whats-the-difference-soba-udon-116505)

 

I Soba

Più sottili degli udon, anche questi sono tipicamente giapponesi, ma sono a base di grano saraceno. Spesso sono serviti caldi in brodo, altre volte li si possono trovare nella loro versione fredda servita in contenitori di bambù. Il brodo è composto da dashi (brodo di pesce), mirin (un sakè dolce a base di riso) e salsa di soia; il tutto è completato con fettine di cipollotto.

(foto 7 http://www.japanesecooking101.com/zaru-soba-recipe/)

La redazione di mammapretaporter.it

Il miso è davvero un alimento da avere nelle nostre tavole:

- E' una proteina completa perchè contiene tutti gli aminoacidi essenziali

- Favorisce la secrezione enzimatica aiutando la digestione

- Benefico per la flora fatterica intestinale

- Aiuta l'assimilazione dei nutrienti nell'intestino

- E' fonte di vitamine del gruppo B

Possiamo inserirlo nello svezzamento a partire dall'anno, in quanto è un alimento ricco di sale. 

La ricetta più famosa con questo alimento è l'omonima zuppa di miso, molto semplice da fare. E' ottima da mangiare come antipasto, così da stimolare la secrezione di enzimi digestivi da parte dello stomaco. Due suggerimenti: il primo è quello di non aggiungere sale, il miso è già super ricco di sale e saporito! Il secondo è quello di non farlo mai bollire, rischia infatti di perdere le sue preziose proprietà.

Ma il miso può essere anche usato come condimento per insalate, in abbinamento al tofu per creare cremine spalmabili (basta frullarli insieme dopo aver sbollentato il tofu), al posto del dado nelle vellutate, come condimento delle verdure cotte e per preparare udon in brodo di miso (nei prossimi giorni parliamo proprio di udon).

Ecco la ricetta della zuppa di miso: un vero e proprio super alimento per il benessere di tutta la famiglia 

Foto credits: https://www.flickr.com/photos/avlxyz/4390865166/sizes/l 

 

 

E' un must della cucina cinese e a noi fanno davvero impazzire: sono gli spaghetti di riso alla piastra. Chiaramente preferisco farli a casa così da poter scegliere ingredienti di qualità ed evitare glutammato e affini. Diciamo che la base della cucina cinese è composta da tre ingredienti il cui abbinamento rende il gusto base davvero speciale: e sono lo zenzero, la cipolla e la salsa di soya. 

Scopriamo insieme quindi la ricetta degli spaghetti di riso con verdure allo zenzero: come realizzare la pasta saltata cinese allo zenzero

Dal Nord Europa non possiamo che prendere spunto: avete presente la bellezza che ci si trova davanti agli occhi guardando le fotografie o visitando Amsterdam? Tutte quelle biciclette che colorano la città, che la rendono respirabile, che sembrano fare parte del paesaggio naturalmente. Ecco. Non pensate che la bicicletta sia un mezzo di trasporto faticoso, ingombrante e scomodo. Basta ripensarla nella giusta prospettiva e vedrete che non tornerete più all'automobile come mezzo di trasporto prediletto!

Dalle principesse del Nord Europa il buon esempio delle mamme in bicicletta: perché optare per le bici cargo e diventare una mamma su due ruote

Vi avevamo già parlato di tutte le tipologie di biciclette cargo, le biciclette perfette per le mamme, con il loro spazio per bimbi, spesa e strumenti e la loro effettiva comodità in città.

L'argomento è tornato sulla bocca (anzi, sugli occhi) di tutti in questi giorni, quando la fotografia della principessa Mary di Danimarca in sella alla sua bicicletta cargo con i due gemellini infilati nel cestello verso l'asilo ha fatto il giro del mondo.

(foto 1 http://www.repubblica.it/esteri/2016/02/08/foto/danimarca_la_lezione_della_principessa_mary_sotto_la_neve_porta_i_gemelli_a_scuola_in_bici-132991792/?ref=fbpr#1)

Perché è così bella? Per la sua semplicità e il suo esempio. Non importa quanto freddo faccia e quanta neve abbia imbiancato le strade: basta vestirsi adeguatamente e una volta presa l'abitudine di spostarsi in bicicletta non verrà più la voglia di tornare all'automobile.

Semplice, quando la struttura stessa della bicicletta ti semplifica la vita.
Le bici cargo sono fatte apposta per le mamme lavoratrici (e non) e per tutti quelli che si spostano con borse zaini, spese o animali al seguito. Carrellino davanti o dietro, seggiolini, borse laterali e scomparti utilissimi: niente sarà scomodo, tutto sarà in equilibrio e la vita cambierà in meglio. Chi prova la cargo poi abbandona l'automobile, lo sapete?

Pensate al traffico, alla sistemazione dei seggiolini sui sedili, alla frustrazione di certi bambini costretti a spostarsi in automobile per fare tragitti, brevi o lunghi che siano, che li tengono lontani dall'aria aperta.

E poi è un'scusa per fare movimento, no? Senza rinunciare ai bambini, le mamme cargo possono spostarsi in qualunque momento della giornata, senza intoppi, comodamente, per sbrigare commissioni o semplicemente perché, beh, si ha voglia di fare un giretto.

Prendete Fridabike (www.fridabike.com), negozio di biciclette a Milano che costruisce proprio questo tipo di mezzo di trasporto con amore. Antonella Pesenti era una mamma che girava la città con i suoi bambini sulla loro cargobike, e ha deciso di rendere quest'attività la sua vita, anche lavorativamente.

(foto 2 http://www.fridabike.com/#!frida/c1c0r)

Oltre a costruire artigianalmente le biciclette nel negozio di via Piero della Francesca 34 a Milano, Fridabike, ispirandosi a suo essere in prima persona mamma, ha ideato anche una piccola linea d'abbigliamento per piccoli ciclisti urbani, la Fridabike Kids. I vestitini da lei disegnati scorrazzano insieme a lei sulla cargobike, con il loro taglio comodo e le piccole strisce catarifrangenti da veri bikers, e la bici cargo diventa un attraentissimo negozietto ambulante.
E, non a caso, Fridabike realizza anche biciclette cargo apposta per le attività ambulanti, sulla scia dei foodtruck così carini che iniziano a colorare le nostre città.

(foto 3 http://www.fridabike.com/#!frida/c1c0r)


State pensando a convertirvi alla bicicletta, dunque, ma non avete il coraggio? Oppure conoscete donne, magari straniere, mamma degli amichetti dei vostri bimbi, che non avendo nella loro cultura la bicicletta non ne conoscono il funzionamento? Beh, se volete iniziare a dare una svolta alle vostre giornate, e iniziare a pedalare tutte insieme con i vostri bambini (e non solo) noi vi segnaliamo Cyclopride, con la loro iniziativa Mamme in Bici - In Bici la Città è più Mia, una scuola di bicicletta per dinne di tutte le età e tutti i paesi (http://www.cyclopride.it/mamme-in-bici-come-si-muove-la-citta-delle-donne/#.VrnEVzbSnIW).

(foto 4 http://www.cyclopride.it/mamme-in-bici-come-si-muove-la-citta-delle-donne/#.VrnEVzbSnIW)

Dei veri e propri corsi di bicicletta come si trovano di rado, per insegnare a mamme volenterose di vivere la quotidianità su due ruote l'equilibrio e la pedalata, ma anche l'educazione stradale, fondamentale!
Perché la bicicletta dà un'autonomia incredibile, unica; è economica ed ecologica; divertente; appassionante; e piacerà ai tuoi figli tanto quanto a te e a tuo marito. Ne siamo certe.

Sara

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Cecilia

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