Abbiamo detto dell'importanza della magia, delle fate, degli elfi e degli gnomi, di Babbo Natale e Santa Lucia e di tutto ciò a cui i bambini credono senza vedere. Prendiamo spunto da questo argomento per creare delle piccole porticine che spalancano i battenti proprio su questo mondo, dei lavoretti bellissimi avvolti da una magia tutta loro!

A volte le troverete nascoste in grandi città, altre nei giardini del vicinato. Le porte delle fate non si trovano in un luogo predefinito, e per questo è ancora più divertente scoprire insieme tutti questi piccoli portali che portano nel mondo della magia.

Le porte delle fate che portano la magia in casa e in giardino: spunti per costruire passaggi per tutte le creature magiche che bazzicano nelle nostre abitazioni!

- Mettetene una nella cameretta: la renderete magica! E magari proprio da lì uscirà la fatina dei dentini per lasciare il gruzzoletto guadagnato con la caduta dei denti.

(foto 1 http://www.katescreativespace.com/2012/10/08/we-are-not-alone/)


- Ma anche in salotto, magari appoggiata come questa sul battiscopa. Ma mi raccomando, lasciate una piccola scaletta: non tutte le fate hanno le ali, e gli gnomi pure!

(foto 2 http://www.petagadget.com/gadget/tooth-fairy-door-holly-anna/)


- Se poi volete coinvolgere anche i vicini nella scoperta, mettetene una nell'aiuola davanti a casa: il vicinato intero sarà contento di vivere in un quartiere da favola, ne siamo sicuri.

(foto 3 http://www.apartmenttherapy.com/weird-decor-what-are-fairy-doors-212252)


- Senza comprare le porticine in miniatura che si trovano online o in negozi specializzati e di giocattoli, potete anche costruirne una con le vostre mani: usate dei bastoncini per i ghiaccioli, colorati di marrone, rosso o bianco e uniti a formare un'antica porta.

(foto 4 http://rootsnursery.com/fairy-doors-9-creative-fairy-doors-ideas-you-can-do-yourself/)


- Se invece volete prendere spunto completamente dalla natura, per una porticina per una vera fatina dei boschi, usate ciò che trovate in giardino, dai rametti alle foglioline verdi.

(foto 5 https://www.flickr.com/photos/38253079@N03/5768798481/in/photostream)


- Niente vi impedisce poi di metterci il tocco personale dei bambini. Anche una porta super frivola e tutta rosa è meravigliosa!

(foto 6 https://it.pinterest.com/pin/477663104208625367/)


- E dalla porticina è bellissima l'idea di far partire delle piccole impronte di farina o zucchero: ora provate a negare l'esistenza dei piccoli inquilini!

(foto 7 http://littlefairydoor.myshopify.com/products/fairy-footprint-stencils)


- Se il vostro gusto in fatto di arredamento è quello geometrico e scandinavo, approfittatene: le mensole sagomate a forma di casetta di legno sono perfette per piazzare la porticina, e le fate apprezzeranno certamente il vostro gusto in materia di design.

(foto 8 https://it.pinterest.com/pin/542824561316552843/)


- Se la porticina spunta proprio accanto a quella di casa a grandezza naturale, colorarla con la stessa tinta darà un risultato bellissimo e accogliente.

(foto 9 http://old.seattletimes.com/ABPub/zoom/html/2002955474.html)


- In ogni caso, in definitiva ricordate una cosa: più la porticina è nascosta, più l'effetto è magico, e più la scoperta sarà elettrizzante. Sotto le scale, negli angolini bui, sotto i tavoli: senza dire nulla ai bambini lasciate che le scovino loro, e vedrete la magia nei loro occhi.

(foto 10 http://greenbuildingelements.com/2011/05/02/fairy-doors/)

 

Per le scuole di Reggio l'ambiente nel quale i bambini vivono (e imparano) è di importanza basilare. La progettazione è studiata meticolosamente per creare nelle scuole spazi interni ed esterni che favoriscano esplorazione, curiosità, autonomia, interazione e comunicazione.

E non in maniera predefinita! Certo, ci sono alcune regole generali, ma lo spazio in ogni scuola che segue il Reggio Approach si crea e si modifica in base ai bambini che lo stanno vivendo in quel momento, secondo le loro esperienze e i loro programmi educativi.

Gli spazi e gli arredi, quindi, sono pensati in maniera propositiva e positiva per contribuire al benesse fisico e psicologico dei bambini, protagonisti assoluti della scuola.

Tutto questo si riflette quindi anche sull'estetica: non è un caso se gli ambienti delle scuole di Reggio siano bellissimi, accoglienti e assolutamente innovativi. Perché non guardarli e prendere spunto?

Ispirazioni dai meravigliosi ambienti delle scuole di Reggio: gli spazi comuni e le classi del Reggio Approach come spunto per creare ambienti benefici per i nostri bambini

Date un'occhiata alla disposizione dei banchi: non il solito banchetto singolo, ma tavoli ampi e rotondi per favorire la comunicazione, il lavoro di squadra, l'integrazione. E che atmosfera, con quelle luci!

(foto 1 http://fairydustteaching.com/2014/10/reggio-inspired-lights/)

(foto 1b http://fairydustteaching.com/2014/07/boulder-journey-school/)

 

Il verde della natura è importantissimo nel Reggio Approach, ed è per questo che le classi spesso sono riempite con piante e fiori, che rendono l'ambiente un pochino più vivibile e bello. E i bambini sono sensibilizzati sulla cura di queste piante, da non sottovalutare!

(foto 2 http://www.letthechildrenplay.net/2011/09/learning-spaces-in-reggio-emilia.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+LetTheChildrenPlay+(let+the+children+play)&utm_content=Google+Reader)


Gli spazi sono sempre molto ampi, e i bambini sono in questo modo più liberi di spostarsi e vivere l'ambiente. Per dividere gli spazi una soluzione che non intacca l'ampiezza è l'utilizzo delle tende, comodissime e accoglienti!

(foto 3 http://fairydustteaching.com/2014/10/reggio-inspired-lights/)

 

Particolare importanza è data agli spazi per la calma e il benessere dei bambini. La teca della sabbia è efficace e divertente, oltre che essere decisamente zen!

(foto 4 http://fairydustteaching.com/2014/07/boulder-journey-school/)

 

L'atelier, classe dedicata all'arte e all'apprendimento generale che deriva da essa, è fulcro dell'educazione reggiana. Gli spazi dedicati all'arte sono bellissimi, colorati, ricchi di materiali tra i più disparati (spesso di recupero) e l'idea è quella di non dare limiti alla creatività e alla curiosità, per esplorare il mondo in maniera un po' differente.

(foto 5 https://www.flickr.com/photos/b7eema/3361987132/)

(foto 5b http://www.letthechildrenplay.net/2010/06/more-beautiful-images-from-reggio.html)

 

E anche all'esterno l'arte non perde d'importanza: gli atelier possono svolgersi anche esternamente, più vicini al verde e alla natura!

 

(foto 6 https://www.flickr.com/photos/25608959@N00/177153363/)


Sostanzialmente, gli ambienti del Reggio Approach appaiono naturali, luminosi, spaziosi. Importanza è data anche alle attività di gruppo, e quindi agli ambienti dedicati ad essa! Queste immagini riassumono benissimo tutte le caratteristiche. E fanno venire voglia di tornare bambini, no?

(foto 7 https://deltalearns.ca/kindergartenworld/welcome-to-our-classroom/)

(foto 8 https://it.pinterest.com/pin/539587599076418010/)

8 esperimenti in cucina per imparare la scienza

Giovedì, 04 Febbraio 2016 08:35

I bambini in cucina si divertono, imparano, si esercitano con le mani, passano del tempo di qualità con mamma e papà. Perché allora non rendere quest'attività non solo divertente ma anche arricchente? Con pochi ingredienti e poche istruzioni spesso il cucinare può diventare un esperimento scientifico, e attraverso poche spiegazioni i bambini impareranno la scienza e la fisica sulla propria pelle!

8 esperimenti in cucina per imparare la scienza (e, magari, mangiarla): dalla nuvola in un barattolo al mais che si trasforma in popcorn, le esperienze concrete per familiarizzare con la fisica e la chimica.

- State studiando il tempo atmosferico? Acqua bollente e ghiaccio saranno perfetti per capire come si formano le nuvole e per crearne una verissima in casa! Prendete un barattolo con un coperchio (o un piattino), dell'acqua bollente, una lacca spray e del ghiaccio. Versate l'acqua bollente (circa 1/3) nel barattolo e spruzzate la lacca velocemente. Appoggiate il coperchio capovolto sul barattolo e appoggiateci il ghiaccio. Ecco la nuvola!

(foto 1 http://www.notimeforflashcards.com/2015/03/make-cloud-jar-kitchen-science.html)


- Ricordate le colombine delle nostre nonne? Non i popcorn, no. Proprio le colombine! Partendo dalla pannocchia potete mostrare ai bambini da dove nascono gli amatissimi popcorn, semplicemente inserendola in un sacchetto di carta (chiuso poi ripiegandolo un paio di volte per non fare uscire il vapore) e mettendola in microonde. Divertente e buonissimo da mangiare, questo esperimento!

(foto 2 http://tinkerlab.com/corncob-popcorn-experiment/)


- E come si comportano acqua e leccalecca insieme? Provate a discioglierli in acqua tiepida per vedere lo stato solido che diventa liquido e colora l'acqua, dividendolo per gusto, colore o mischiando più varianti!

(foto 3 http://www.fantasticfunandlearning.com/lollipop-dissolving-science-experiment.html)


- Avete mai provato a pelare un uovo senza romperlo? Beh, è possibile. Mettete un uovo in un barattolo d'aceto e lasciatelo agire per una notte. Il giorno successivo estraetelo: il guscio si sarà lentamente disciolto e togliendolo dal barattolo vi resterà in mano un ovetto nudo, che non si romperà quando lo lascerete cadere nel lavandino! E potrete studiare la composizione delle uova guardandole come in vetrina.

(foto 4 http://www.rawstory.com/2015/01/scientists-figure-out-how-to-unboil-an-egg/)


- Fare in casa le rocce di zucchero è semplice e vi permetterà di vedere come cambiano gli stati della materia. Vi serviranno dei lunghi stuzzicadenti, acqua, zucchero (la relazione è 4 tazze d'acqua e 10 di zucchero), delle mollette e alcuni barattoli. Fate bollire 4 tazze di acqua con 4 di zucchero (e fate vedere ai bimbi come questo si scioglie!) e quando bolle aggiungete il restante zucchero. Quando è disciolto completamente lasciatelo raffreddare per circa 15 minuti. Nel mentre, cospargete gli stuzzicadenti di acqua e zucchero. Riempite i barattoli con la soluzione di acqua e zucchero (e se volete del colorante alimentare naturale), incastrate gli stuzzicadenti zuccherosi nelle mollette e appoggiate queste sul bordo del barattolo, in modo da lasciare i bastoncini immersi.
Lasciate i barattoli in un luogo soleggiato e a temperatura ambiente e aspettate una settimana, controllando di quando in quando il processo. Et voilà! I bastoncini rocciosi di zucchero! Buonissimi (ma non per tutti i giorni, mi raccomando).

(foto 5 http://www.happinessishomemade.net/2011/07/08/rock-candy-tutorial/)


- Rullo di tamburi, in cucina si può creare il didò commestibile! Prendete 1 tazza e 1/4 di farina, 1/4 di tazza di sale, del colorante alimentare naturale e di gusto fruttato, 1 tazza di acqua bollente e 1 cucchiaio e mezzo di olio d'oliva.
Mischiate in una ciotola farina, sale e colorante, aggiungete l'acqua bollente e l'olio (attenzione!) e mescolate bene tutto. Lavorate con le mani per un paio di minuti ed ecco la pasta modellabile commestibile e divertentissima!

(foto 6 http://blog.theconnectionweshare.com/craft-activities-ideas-for-kids/how-to-make-homemade-play-dough/)


- Anche l'uvetta passa si può fare in casa, ed è un'ottima occasione per provare un esperimento abbastanza lungo da osservare per svariati giorni. Bastano degli acini d'uva e la luce del sole! Lavateli bene e metteteli su un piatto coperto da un foglio di carta cucina, e lasciateli al sole per un paio di settimane. Controllate ogni giorno l'avanzamento dell'esperimento, e alla fine pappatevi la vostra uvetta!

(foto 7 http://www.learnplayimagine.com/2014/05/making-raisins.html)


- E per non sprecare l'uvetta possiamo dedicarci ad un altro esperimento: l'uva passa ballerina! Prendete la vostra uvetta (al massimo 10 acini!), una bottiglia di gazzosa (meglio se aperta appositamente, così ci sono più bolle!) e un bicchiere. Versate la gazzosa nel bicchiere e immergete l'uvetta: inizierà istantaneamente a salire e scendere, curvare e danzare. Per un buon quarto d'ora potrete osservarne i movimenti e alla fine provare anche a mangiare l'uvetta, ora super dolce!

(foto 8 http://onelittleproject.com/dancing-raisins/)

Sara Polotti

Non è mai troppo presto per prevenire i tumori

Giovedì, 04 Febbraio 2016 08:24

Prevenire è meglio che curare, lo sappiamo, ma ci impegniamo abbastanza per mettere in pratica questo principio o a volte la pigrizia e le abitudini radicate ci impediscono di provarci? Beh, è sempre meglio fermarsi a riflettere per capire che a volte piccoli cambiamenti nella nostra vita possono portare solo benefici e soprattutto spesso scongiurare terribili malattie.

Non è mai troppo presto per prevenire i tumori, e nemmeno troppo tardi: come piccoli gesti quotidiani sono un'ottima prevenzione anti-tumorale e perché è importante metterli in pratica.

Sul sito dell'AIRC, l'Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro, è presente un decalogo esaustivo e illuminante sugli stili di vita anti-tumore che sarebbe bene tutti mettessero in pratica.
Sostanzialmente, mantenendo delle buoni abitudini e cercando di limitare quelle più viziose e pericolose, le possibilità di ammalarsi di cancro possono calare drasticamente. Quindi perché non provarci, coinvolgendo tutta la famiglia, dai più piccoli ai più grandi?

Prima di tutto, l'attività fisica e il mantenimento di un buon indice di massa corporea sono essenziali. Per farlo, è bene prendersi qualche minuto (mezz'ora è ottimale) tutti i giorni per fare dello sport. Non solo: prendere le scale invece dell'ascensore, spostarsi a piedi o in bicicletta quando possibile, stare meno seduti in ufficio (andando dai colleghi invece che mandando mail), andare a ballare nel weekend, scegliere vacanze che prevedano escursioni o movimento sono tutte piccole scelte quotidiane che possono davvero cambiare la vita.
Ma la salute passa soprattutto attraverso le abitudini alimentari, e lo sappiamo bene.

In questo senso, la direzione da prendere è ben definita. Innanzitutto è bene limitare (non eliminare!) gli alimenti troppo calorici e gli zuccheri, ed evitare completamente le bevande gasate e zuccherate.
Scegliere sempre alimenti non raffinati sarebbe l'abitudine più buona da prendere, insieme alla scelta di consumare alimenti per lo più vegetali e non amidacei come le patate (tra frutta e verdura, sono raccomandate cinque porzioni al giorno).
La carne rossa, ormai è risaputo, andrebbe evitata (quindi carne suina, bovina ed ovina), o comunque limitata a 500 grammi a settimana. Da evitare assolutamente sono le carni conservate, come quelle in scatola o insaccate.
Anche il vino andrebbe evitato, o, se abituati, limitato a un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini (idem per la birra e per i bicchierini di liquore o amaro).

Grande nemico dell'organismo, il sale dovrebbe essere off limits, e il suo consumo limitato a 5 grammi al giorno. Attenti quindi anche agli alimenti sotto sale: in questo caso la quantità aumenta pur non accorgendoci!
Una dieta varia ed equilibrata, infine, è quella più raccomandata. Variando e mescolando i cibi assunti durante la settimana l'organismo ha più possibilità di ricevere tutte le vitamine e i nutrienti. Quindi non fossilizzatevi su menù prestabiliti e sempre uguali a se stessi, ma variate, variate, variate!

E, voi mamme che allattate, assicuratevi di dare il seno al vostro bambino almeno per i primi sei mesi di vita. Farà bene ad entrambi!
E, non ultimo, i viziacci come il fumo, l'alcool, il troppo sole (i bambini mai, mai al sole per troppo tempo senza protezione, mi raccomando!), le droghe e il sesso non protetto e non coscienzioso sono assolutamente da eliminare dalla nostra vita.
Sono tutte cose che sappiamo, è vero. Ma è sempre bene ricordarle.

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Che la frutta sia imprescindibile e fondamentale in una dieta equilibrata è fuori discussione. Lo sappiamo, e sappiamo anche che i nostri bambini hanno bisogno di mangiarne in adeguate quantità. Ma che fare in un mondo invaso da merendine e zuccheri raffinati che ingolosiscono sempre di più i palati più piccoli e li allontanano dalla sana voglia di gustarsi un frutto? Basta rendere la frutta altrettanto divertente!

La frutta in spiedini: 10 idee per far mangiare frutta ai bambini

- Melone, anguria e mirtilli sono una miscellanea vincente e super gustosa: piacciono anche ai bambini, e sugli spiedini risultano ancora più belli! Perché non ritagliare con delle formine le lettere del nome di ogni componente della famiglia?

(foto 1 http://blog.creativelive.com/diy-fruit-kabob/)


- Con dell'anguria e dei ribes, o alcuni mirtilli, si possono creare anche delle bellissime bacchette magiche. E chi resiste?

(foto 2 http://thebabybumpdiaries.com/recipes/4th-of-july-fruit-kabobs/)


- E che dire dei piccoli gelati kebab di mirtillo e yogurt? Basta infilzare i mirtilli sullo stecchino, cospargerli di yogurt (quello greco funziona benissimo perché denso) e metterli in freezer per un paio d'ore adagiati su carta forno. Mangiateli appena tolti dal freezer! Buonissimi. E potete farlo con qualsiasi frutto.

(foto 3 http://beafunmum.com/2015/03/frozen-blueberry-yoghurt-kebabs/)


- La semplicità poi ripaga sempre: dei teneri cuoricini, senza troppi fronzoli, faranno il loro dovere. E anche qui sbizzarritevi mischiando più frutta possibile.

(foto 4 http://www.stylemepretty.com/vault/image/886220)


- Provate anche a creare una bandiera con gli spiedini, utilizzando frutta colorata e disposizioni geometriche. Preparateli insieme ai bambini, si divertiranno con la preparazione e se li gusteranno ancora di più!

(foto 5 http://www.boogiewipes.com/4th-of-july-desserts/#_a5y_p=1909399)


- E sotto Natale? Provate con dei piccoli babbi natale (o, utilizzando dell'uva verde, dei simpaticissimi Grinch!).

(foto 6 http://www.cleanandscentsible.com/2013/11/grinch-party.html)


- Avete bambini astronauti o aspiranti tali? Provate a ricreare la forma di una navicella spaziale con della frutta (e dei piccoli marshmallow, se hanno fatto i bravi), li farete impazzire.

(foto 7 http://www.taste.com.au/recipes/28193/rockmelon+and+strawberry+rockets)


- Se invece appassionati di supereroi, fate spiedini a tema: con bandierine che riportano il logo dei vari supereroi e scegliendo la frutta che ne ripropone i colori della tuta passerete una serata a tema Marvel & co.!

(foto 8 http://www.simplysarahstyle.com/2014/05/super-hero-birthday-party-recap.html)


- Se proprio la frutta non ingolosisce per niente, passiamo alle maniere forti: con questa ricetta nessun bambino resisterà. Ecco i Banana Stick! Basta tagliare le banane a metà e infilarle su dei bastoncini, metterle in freezer per qualche ora, tirarle fuori e immergerle nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria. Copritele poi con della frutta secca, che non fa mai male! Ed ecco uno spuntino sfiziosissimo, nutriente e delizioso. Trovate la ricetta sul libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, Mental Fitness Publishing

(foto 9 http://www.sandytoesandpopsicles.com/eat/frozen-banana-popsicle-recipe/)


- E se la ricetta ha funzionato, provate con altra frutta, a vostro piacimento: mele, pere, fragole. Tutto è ottimo! I sapori contrastano benissimo, e il dolce della frutta e l'amaro del cioccolato faranno impazzire tutta la famiglia. Anche della versione con le mele trovate la ricetta su The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, Mental Fitness Publishing

(foto 10 http://www.homemadeinterest.com/last-minute-halloween-treat-apple-kabobs/)

Amelia Marcalli

Per sicurezza non è meglio dare l'antibiotico?

Mercoledì, 03 Febbraio 2016 09:01

Come spero sappiate, l'antibiotico non solo non è necessario ma è anche dannoso se viene somministrato in maniera impropria, ossia quando non sono presenti infezioni batteriche: come spiegato dalla Federazione Nazionale Medici Pediatri, " un uso eccessivo di antibiotici rende i microbi resistenti e riduce, nel tempo, l'efficacia di questi farmaci. Usati inutilmente potrebbero non funzionare più in caso di reale necessità." Fonte: http://www.fimp.pro/index.php/79-our-services/90-emilia-romagna-antibiotici.

L'antibiotico infatti ha due conseguenze:

1. indebolisce l'organismo, in particolare l'apparato digerente, esponendo ulteriormente il bambino a virus e batteri

2. può creare antibiotico-resistenza, ossia una situazione in cui l'antibiotico è davvero necessario ma sembra non essere più efficace contro quel batterio. In parole povere "i batteri diventano forti contro quell’antibiotico se se n’è abusato, e quando servirà purtroppo potrebbe non funzionare. Ecco perché quando visito i vostri bambini con febbre e tosse, io cerco sempre prima di verificare se davvero necessitano di essere trattati con l’antibiotico (avete presente quando si fa il buchino nel dito per prelevare le gocce di sangue?). Perché se la forma di cui sono affetti non ha bisogno dell’antibiotico sono certa che avrà maggiori probabilità di funzionare al meglio quando invece dovrò veramente prescriverlo" spiega la dott.ssa Fabiola Bertassi, pediatra di famiglia.

Così un bambino potrà veder protratta la febbre per 4 -5 giorni, ma se un'analisi medica non stabilisce la reale necessità di un antibiotico, quindi un tampone oro-faringeo, un esame del sangue o delle urine o una situazione clinica particolare dove il piccolo è realmente immunodepresso e presenta patologie pregresse, l'antibiotico non va somministrato.

E sopratutto è fondamentale abbinare un probiotico (io per esempio uso LD-1 della Named) per salvaguardare la flora batterica: questo dovrà essere mantenuto non solo per la durata della somministrazione del farmaco, ma per l'intero mese.

Consiglio inoltre di valutare con il proprio farmacista l'utilizzo di vitamina C naturale, ottima L'acerola, quando il bambino è soggetto a raffreddamento ed è presente una buona quantità di muco. Basta sciogliere un cucchiaino di polvere di acerola in acqua o latte vegetale una volta al giorno (chiedete consiglio al vostro farmacista per l'assunzione).

Ultimo ma in realtà primo per importanza, inutile riempire i bambini di integratori se poi la loro alimentazione, sopratutto da malati, è ricca di alimenti animali: è fondamentale quando il sistema immunitario del bambino è debilitato, far sì che le sue energie siano impegnate nello sforzo di tornare in equilibrio e combattere virus/batteri, non devono essere coinvolte nell'eliminazione delle tossine. I miei figli ormai sanno che quando non stanno bene si eliminano al 100% le proteine animali e si devo bere almeno due estratti al giorno contenenti verdura cruda, ricca di enzimi. La classica pastina in brodo di carne con il grana è un must da sfatare.

Proprio in queste settimane sento racconti di mamme che, senza aver effettuato alcuna visita, somministrano su consiglio del pediatra antibiotici perchè il piccolo dopo 5 giorni non sta ancora bene. E' bene sapere che l'influenza che sta decimando i bimbi nelle scuole in questo inverno 2016 ha due picchi di febbre: inizia con 3-4 giorni di febbre molto alta, poi scende per un paio di giorni e poi ricomincia. E' influenza, è virale. E mi chiedo come fanno pediatri di famiglia a sostenere via telefono che se il bambino dopo 5 ancora non sta bene non si è imbattuto in un virus ma in un batterio. E la somministrazione di un antibiotico nel secondo picco di febbre è assolutamente inutile se non per placare l'ansia di noi mamme e salvaguardare il pediatra dalla nostra insistenza "ma non è meglio per stare tranquilli dargli l'antibiotico?, per sicurezza": così assisto a racconti di magici antibiotici che dopo 6 ore fanno sparire febbre e malessere. Peccato che ormai è consolidata in ambito pediatrico la conoscenza che l'antibiotico necessita di almeno 48 ore prima di agire. E' evidente che il piccolo era in fase di guarigione e non aveva bisogno dell'antibiotico: la paranoia della mamma invece aveva raggiunto il suo massimo. Ecco allora, invece di proprinare inutili antibiotici e di provocare antibiotico-resistenza, meglio qualche goccia di Lexotan nel nostro bicchiere per placare l'ansia.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Della pedagogia delle Scuole di Reggio e dell'approccio montessoriano è ammirevole soprattutto l'attenzione particolare che hanno nei confronti dell'ambiente in cui i bambini vivono, giocano e imparano. Se le scuole tradizionali mettono questo aspetto in secondo piano, per loro è invece centralissimo, e a trarne beneficio non sono solo gli occhi, attratti esteticamente da stanze luminose, naturali e a misura di bambino!

L'ambiente, infatti, in queste due scuole di pensiero si adatta e si modella sui bisogni fisici e psichici del bambino, per assecondare il suo apprendimento e la sua conoscenza del mondo. Proporzione (cioè "a misura di bambino"), ordine, armonia e bellezza sono i pilastri fondamentali. Si aggiungano ad essi lo spazio artistico, di vitale importanza nelle scuole di Reggio, conosciuto come l'Atelier, e la preferenza verso i materiali naturali per quanto riguarda strumenti didattici e giocattoli.
Ma chi lo dice che solo nelle scuole è possibile creare questi accoglienti spazi?

Prendendo spunto da questi due approcci, ecco alcune idee per lo spazio-gioco del tuo bambino, ispirandoci a Reggio e Montessori: come ricreare anche a casa i bellissimi ambienti che stimolano al meglio la crescita dei piccoli, fin dai primi mesi.

Primo: evitate (o abbandonate proprio) i giocattoli troppo plasticosi o elettronici. Ai bambini basta poco, a volte solo qualche rotolo di carta igienica o una scatoletta di cartone. Non sotterrateli di giochi, quindi! E preferitene di educativi, naturali e stimolanti, di vari materiali e di varie forme.

(foto 1 http://bkids.typepad.com/intro/2013/02/on-pinterest.html)

 

A terra è bene ci sia un terreno comodo, morbido e gattonabile fino allo sfinimento. Mettete un tappeto e il bambino sarà libero di muoversi e giocarci sopra con agio.

(foto 2 https://it.pinterest.com/pin/389279961518015835/)

 

I giocattoli sistemateli poi in cestini o scatole aperte dividendoli per tipologia. Riponete poi le scatole sulle mensole presenti in cameretta, basse per poter essere raggiunte dal bimbo senza bisogno d'aiuto.

(foto 3 http://www.aneverydaystory.com/2013/01/03/reggio-playroom/)

 

Il bambino nel suo spazio dedicato al gioco deve sentirsi a suo agio, accolto, comodo e tranquillo. Un'idea per infondergli questa sensazione è creare un angolo di pace, ad esempio con una piccola poltroncina o un piccolo divanetto sul quale può adagiarsi per leggere o per giocare.

(foto 4 https://it.pinterest.com/pin/479492691548798159/)

 

Accanto a questo spazio relax, che può essere ricreato in maniera più soft ma altrettanto affascinante con un tappeto spesso e morbido e dei cuscini, sistemate anche una libreria con tante proposte per il bambino!

(foto 5 http://myclassroomtransformation.blogspot.it/2011_09_01_archive.html)

 

Importante ed educativo è fornire al bambino gli strumenti necessari a studiare la vita quotidiana. In questo senso, i giochi ispirati alle attività di tutti i giorni, come le cucine o i banchi da meccanico, sono ottimi, e posizionandoli nella stanza da gioco il bambino imparerà pian piano a inserirsi nel mondo diventando sempre più autonomo e indipendente. Sceglieteli di legno, non troppo tecnologici: non serve molto, il bambino naturalmente capirà i movimenti e li ripeterà simulando la vita adulta. Lo stesso discorso vale per le scope, gli stendiabiti, i martelli, e tutti gli accessori in miniatura che simulano i lavori adulti.

(foto 6 http://www.apartmenttherapy.com/montessori-at-home-roundup-167971)

 

Lo specchio è molto importante per entrambi i modelli educativi. Sistematene uno vicino al tappeto dove il bambino solitamente gioca, e lasciatelo giocare direttamente con lo specchio (quando sono piccolo ne sono affascinatissimi!) oppure fate sì che svolga l'attività di fronte ad esso.

(foto 7 http://www.aneverydaystory.com/2012/08/08/a-reggio-inspired-block-corner/)

 

La componente naturale dei materiali è, come dicevamo, davvero importante, e lo stesso vale per l'amore per la natura e il mondo esterno, che il bambino ha bisogno di esplorare. Perché allora non includere un po' di natura anche nella sua stanza dei giochi? Aggiungere un pochino di verde, senza eccedere, non può che fare bene!

(foto 8 https://it.pinterest.com/pin/405183297700949456/)

 

Combinando un po' tutti questi elementi otterrete una stanza gioco dall'effetto piacevolissimo, accogliente, naturale ed esteticamente bellissima, ma, soprattutto, perfetta per le esigenze del vostro bambino, attenta al suo apprendimento, alla sua ricerca di autonomia e al suo benessere psicofisico.

(foto 9 http://theimaginationtree.com/2012/10/baby-place-space-for-6-18-months.html)

(foto 10 http://www.aneverydaystory.com/2012/08/08/a-reggio-inspired-block-corner/)

 

Nemo propheta in patria. Proprio vero, anche quando si parla di approcci pedagogici. In Italia abbiamo i tre migliori metodi educativi, eppure li snobbiamo come fosse niente. E sì che nel resto del mondo hanno ormai preso piede, e in maniera massiccia!

Parliamo dei metodi Montessori e Reggio, i grandi snobbati in Italia: gli approcci alla scuola sconosciuti in Italia e che tutto il mondo ci imita

Certo, anche in Italia sono presenti molte scuole che ne seguono i dettami. Ma, diciamolo, spesso si tratta di strutture private che costano un occhio della testa, o laboratori sporadici presenti in qualche programma, ma senza continuità. Addirittura, certi metodi vengono utilizzati (correttamente, ma in maniera comunque limitata) in laboratori e workshop per adulti o sui luoghi di lavoro, senza però venire inseriti in programmi scolastici che ne ricaverebbero altrettanti benefici.

Per quanto riguarda invece i metodi stilati da Maria Montessori e Loris Malaguzzi (quello delle scuole di Reggio, appunto) nel secolo scorso vanno forte, anzi, fortissimo, nei paesi di lingua anglosassone: facendo una veloce ricerca online vi renderete conto che la maggior parte dei blog che ne parlano e la maggioranza delle scuole che presentano i programmi ispirati a questi due pedagogisti sono in lingua inglese, e gli istituti montessoriani e ispirati al Reggio Approach ormai proliferano tra America e Gran Bretagna (in totale ci sono circa 22.000 scuole Montessori nel mondo; in Italia sono circa 150, in America 4.500, tanto per capirci)!

Gli anglosassoni, dunque, si sono resi conto dell'efficacia di tali metodi. Perché noi no? Perché fermarsi a sistemi ormai standard che puzzano un po' di vecchio?
Prendiamo il metodo Montessori, ideato dalla pedagogista Maria Montessori nel Novecento. Non stupisca se è uno tra i più osannati all'estero: la qualità e l'efficacia sono concrete, provate, e un metodo così semplice eppure così attento a tutti i bisogni del bambino non può che essere tra i primi in classifica!

Sostanzialmente, questo metodo senza tempo, innovativo seppur vecchio di quasi cento anni, si fonda sull'idea di indipendenza del bambino e sulla sua mente assorbente. Vestirsi da soli, mangiare da soli, potersi muovere liberamente in casa o a scuola e imparare secondo le proprie tendenze e i propri tempi è ciò che concretamente detta il metodo montessori. Il bambino è un individuo unico con la sua personalità, e come tale gli deve essere consentito di apprendere e di crescere secondo le sue modalità. Non solo: la mente assorbente dei bambini, che assimila tutto ciò che lo attornia nei primi anni di vita, è centrale in questo metodo. Nei primi 3 anni il bambino assorbe indipendentemente da ciò che gli adulti attorno a lui compiono, ma dai 3 ai 6 anni la sua mente è parzialmente malleabile. Tutto ciò che lo colpisce e che entra nella sua testa contribuisce a formare la sua persona, e Maria Montessori lo sa bene. Per questo secondo il suo metodo sono centrali lo stimolo e la creatività intesa come strumento d'apprendimento globale.

La creatività e l'arte sono pilastri anche degli altri due metodi fiore all'occhiello (snobbato) dell'Italia, e cioè il Reggio Approach (vedete, il termine con il quale è maggiormente conosciuto è inglese, ça va sans dire...) e quello ideato dall'artista poliedrico Bruno Munari.

Anche nel Reggio Approach, come in quello Montessori, al centro sta il bambino, inteso come individuo con una propria identità e costruttore delle proprie conoscenze. Stando al centro di tutto il bambino, nelle scuole di Reggio (chiamate così perché il metodo è originario proprio di Reggio Emilia, città nella quale il pedagogista Loris Malaguzzi fondò le prime scuole) il sapere non viene diviso in settori trattati come compartimenti stagni, ma l'apprendimento avviene trasversalmente, in base anche alle esigenze delle classi, nelle quali si predilige il processo piuttosto che il risultato, il percorso più che la meta.

Sia nelle scuole montessoriane che in quelle reggiane l'ambiente è importantissimo, guarda al bambino (per Maria Montessori tutto dev'essere naturale e all'altezza dei piccoli, per Malaguzzi accogliente, ampio e pensato per favorire la collaborazione e il lavoro di gruppo), e le scuole sono sempre davvero bellissime.
E, oltre alle classi, nelle scuole di Reggio è fondamentale l'Atelier, con la figura dell'atelierista (il "maestro d'arte"), in quanto la creatività è intesa come sperimentazione attraverso cento linguaggi per apprendere in maniera più attiva.

Il fare, il fare da soli, l'essere individui a se stanti con una propria identità, la creatività come strumento d'apprendimento e non mera "fantasia", l'indipendenza, lo spirito critico, il saper destreggiarsi in ogni situazione: i pilastri educativi e gli obiettivi di questi approcci sono incredibilmente attuali, e sarebbe bellissimo se la loro patria gli desse nuovamente il posto che gli spetta.

Non sarebbe bellissimo poter scegliere una scuola così attenta al bambino e ai suoi bisogni, così all'avanguardia, così accogliente, senza doversi preoccupare delle rette astronomiche o dell'eccessiva distanza da casa?

Sara Polotti

Spesso la tecnologia è davvero troppa, ma quando corre in aiuto della persona, beh, chapeau. E in questo caso il cappello lo si toglie ammirandone il design, la funzione e l'attenzione alla salute! 

Parliamo di Amyko, il braccialetto amico della salute di grandi e bambini: la fascia al polso perfetta per monitorare lo stato di salute ed emergenza dei nostri piccoli.

L'hanno progettato in Italia tra Genova e Brescia, e il risultato è un oggettino davvero accattivante dalle funzioni importantissime. Date un'occhiata qui: www.amyko.it
In pratica, una cartella sanitaria disponibile 24 ore su 24, da personalizzare e condividere con chi vogliamo, e pensata anche per le situazioni di emergenza.

Il braccialetto, personalizzabile e regolabile per bambini e adulti, immagazzina tutte le informazioni che decidiamo di inserire: gruppo sanguigno, anamnesi familiare, malattie, allergie, medicine che stiamo prendendo, ma anche intolleranze, diete seguite, il nome del medico curante, e tutto ciò che pensiamo possa essere utile. E le informazioni sono tutte visibili entrando nell'App collegata al dispositivo, che ne legge le informazioni avvicinandosi, grazie alla tecnologica Nfc (Near Field Communication).

Non solo: anche i telefoni non provvisti dell'App specifica possono accedere a questa cartella, grazie ad un URL inviato al telefono. In questo caso, la funzione è utile ai medici e ai soccorritori in caso d'emergenza.

La privacy però è sempre al sicuro: puoi decidere di rendere le informazioni pubbliche, ma se preferisci lasciarle private per avere accesso alla cartella sarà necessario avere un codice personalizzato per ogni braccialetto. Nello specifico: puoi scegliere di lasciare pubbliche le info d'emergenza, utili per il primo soccorso, e privato tutto il resto, in modo che i soccorritori sul posto possano avere accesso ad esse e curare nella maniera più appropriata il paziente.

Amyko ha infatti pensato soprattutto alle situazioni d'emergenza: grazie alla Direct Call con il numero stampato sul braccialetto è possibile chiamare i soccorsi e le persone memorizzate in caso d'emergenza, mentre avvicinando il braccialetto allo smartphone un familiare registrato riceverà un sms con la posizione nel caso in cui ci si trovi da soli (utilissimo nel caso di sportivi, ma anche per tutti i giorni. Non si sa mai!).

Ma la funzione quotidiana più utile è quella del Medical Reminder, una sorta di sveglia che indica quando è il momento di assumere le medicine prescritte. Pensate a quando è il bimbo è solo con la babysitter e deve prendere l'antibiotico, o la pastiglietta che assume tutti i giorni: anche lei potrà ricevere l'allarme personalizzato senza dimenticare nulla e lasciando voi senza pensieri! Ma, scostandoci un attimo dalla situazione dei nostri bimbi, anche i nonni ne riceveranno beneficio, con tutte quelle pastiglie che prendono e con tutte le volte che, loro e nostro malgrado, si trovano soli a casa!

Dal punto di vista tecnologico, Amyko è davvero sicuro, certificato e controllato secondo i sistemi di sicurezza più all'avanguardia. Anallergico, è prodotto in Italia con materiali 100% atossici.

E, non ultimo, non c'è da preoccuparsi delle onde elettromagnetiche: il braccialetto non funziona tramite wifi e quindi non emette nulla, se non nel momento in cui collegato con lo smartphone. E, completamente impermeabile, funziona senza batteria!

Molti di voi conosceranno già le cartelle dei comandi ideate da Maria Montessori. Il loro scopo, utilissimo, è quello di rendere la lettura non un mero esercizio fine a se stesso, ma un compito che ha uno scopo anche nella vita quotidiana. Utilizzando le cartelle dei comandi (che recitano esercizi come "vai alla lavagna e scrivi il tuo nome", "disegna la tua famiglia e regala il disegno ai tuoi genitori", "alzati in piedi e toccati la testa, poi siediti e toccati il ginocchio destro"), i bambini che stanno imparando a leggere iniziano ad utilizzare la lettura in maniera attiva, comprendendo il vero valore di questo insegnamento.

Per rafforzare questa convinzione importantissima per la loro vita e il loro apprendimento, le carte dei comandi di Maria Montessori si possono trasportare anche tra le mura domestiche, trasformando l'esercizio in un'attività divertente e allo stesso tempo educativa dal punto di vista affettivo.

Un gioco da creare per San Valentino: insegniamo l'amore con Maria Montessori

Vedetela un po' come una caccia al tesoro senza limiti di tempo.

Prendete dei bigliettini colorati, a forma di cuore, di stella, o semplicemente dei post-it. Non conta la forma, ma la sostanza! E questa sostanza è proprio l'amore da portare in casa (e possiamo sfruttare proprio questi giorni che precedono San Valentino, la festa dell'amore per eccellenza).
Su questi bigliettini scrivete le frasi che più vi piacciono, tutte riguardante l'amore da diffondere. "Abbraccia la mamma", "abbraccia il papà", "dai un bacio a tuo fratello", "chiama la zia e dille che le vuoi bene", "vai a trovare la nonna, che ha piacere a vederti", "regala un disegno a chi vuoi tu", "dedica una canzone a chi vuoi bene", "cucina dei biscotti insieme alla mamma per regalarli ai tuoi cuginetti". E così via, personalizzando il testo e il destinatario di tanto amore.

(foto 1 http://montessorimischief.com/acts-of-love/)


Come (appunto) una caccia al tesoro, sparpagliate questi bigliettini per casa, lasciando che vostro figlio li trovi durante la giornata. Nel cassetto della biancheria, vicino al dentifricio, nel piatto a cena, nel calzino che si sta infilando, tra i giocattoli con cui sta per giocare.
I bambini sono sempre curiosi, e decifrare il messaggio nascosto li divertirà moltissimo. Così come le attività che dovrà intraprendere! Non i soliti compiti e comandi un po' noiosetti (ma indispensabili, certo), ma atti di gentilezza e d'amore che certamente farà con entusiasmo.

E il circolo virtuoso si attiverà: vedere la gratitudine e l'amore negli occhi dei destinatari gli farà bene, vedrà cosa significa diffondere l'affetto, e continuerà a farlo anche senza la scusa di occasioni speciali. E altrettanto faranno tutti i membri della famiglia.
Perché quando inizi a diffondere l'amore, poi è difficile fermarlo, siete avvisati!

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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