Ecco una ricetta che svolta davvero le giornate: sono i chocolate chips, biscotti con gocce di cioccolato della tradizione americana che deliziano i palati di tutto il mondo e che i bimbi letteralmente adorano.

La versione che vi proponiamo oggi è davvero strepitosa e super sana perchè priva di burro: ecco la ricetta dei chocolate chips vegani e strepitosi

E' ideale come merenda per i nostri piccoli sia a casa nel pomeriggio che a scuola a metà mattina. Il cioccolato, se di buona qualità, è infatti una fonte importante di magnesio che favorisce il benessere del sistema nervoso, le mandorle bio Noberasco sono una decisiva fonte di calcio, ferro e, grazie al contenuto ditirosina e triptofano, agiscono positivamente sull'umore. 

Passare le vacanze immersi nella natura è bellissimo. Non credete? Coniugare il relax delle ferie con l'amore per il territorio è un connubio speciale, e gli agriturismi spesso sono il luogo ideale per raggiungere questo scopo.

Noi ne conosciamo due davvero unici. A Brescia l'uno e a Rimini l'altro, riescono a coniugare la vacanza di relax in mezzo alla natura con le attività offerte dai vicini parchi tematici per tutta la famiglia.

Ecco i parchi ludici e gli agriturismi per bambini che ci piacciono: la Valle dei Caprioli e il Colleincanto, luoghi ideali per le vacanze in famiglia.

A Soprazzocco di Gavardo (BS), sulle pendici dei monti che guardano il lago di Garda, c'è una bellissima azienda agricola che è anche agriturismo. Si tratta di Paitona, luogo incantato di produzione di ortaggi, mele, piccoli frutti e confetture. Al suo interno sorge il parco didattico Colleincanto (www.colleincanto.it), luogo dedicato ai bambini con percorsi e laboratori ispirati ai folletti e alle fate.
All'arrivo i bimbi incontrano subito le fatine che li accompagneranno durante le giornate, alla scoperta dell'ambiente circostante, della natura e degli animali, e che li aiuteranno a riflettere sulle loro emozioni. E saranno di nuovo le fatine ad aiutarli a costruire il loro orticello. Esatto, un vero e proprio orto fatto con le loro manine! E intanto i più grandi potranno godere delle attività a loro riservate, oppure semplicemente rilassarsi all'ombra degli alberi.

Una gita all'azienda agricola Paitona diviene quindi un piccolo viaggio completo di tutto, relax, didattica e divertimento, in un luogo dover poter assaggiare (e portare a casa!) tutti i prodotti agricoli più sani, dal formaggio Bagòss alle marmellate fatte in casa, senza rinunciare ad un sorso di vino direttamente dalla Ca' Botta.

(foto 1 colleincanto.it)

Scendendo più a Sud, vicino a Rimini, esiste un altro bellissimo parco, ideale per passare una giornata in famiglia senza rinunciare a relax, natura e divertimento.

A Montescudo, in provincia di Rimini, vicinissimo a San Marino, è possibile infatti visitare la Valle dei Caprioli, il parco ludico e didattico dell'agriturismo Free-Landia, situato su bellissime colline, che ospita gite scolastiche o semplici visite domenicali in famiglia, offrendo agli ospiti un percorso fantasy nel quale i bambini sono i protagonisti.

L'obiettivo è la scoperta del territorio, a cui i bambini si avvicinano grazie ai percorsi ludici e didattici, ai laboratori, alle animazioni e alle fatine che si aggirano per il parco, esplorando questa valle che è anche azienda agricola e vinicola attenta all'ambiente e alla natura (la vendemmia avviene infatti a mano, l'energia è ottenuta grazie al fotovoltaico e le acque sono trattate in maniera da limitare l'inquinamento di fiumi e mari).

Qui potete trovare tutte le informazioni necessarie e la descrizione dei laboratori e delle attività, se avete in mente di passare una giornata alternativa: http://www.free-landia.com/sezione/parco-ludico-didattico-rimini/

Ma, se volete passare qualche giorno immersi nella natura evitando stressanti toccate e fughe, l'agriturismo che ospita il parco ludico è l'ideale per fermarsi e rilassarsi! Free-Landia offre infatti accoglienti bungalow ecologici per ospitare tutta la famiglia, immersi, come tutto ciò che sorge nel parco, in un ambiente verde super rilassante (e accolgono anche gli amici a quattro zampe! Mica male).

(foto 2 free-landia.com)

 

Sembra il nome di un minerale da supereroi. Tipo la Kryptonite, no? E in effetti la bentonite alcuni super poteri li ha! Sapete di cosa stiamo parlando?

I benefici e le proprietà della bentonite: cos'è e quali sono i benefici del minerale argilloso impiegato da secoli nella medicina naturale

Da sempre le argille sono utilizzate in fitoterapia per le loro proprietà depurative. Conosciuta anche con il nome di montmorillonite, dal suo componente principale, la bentonite è la specie di argilla naturale più efficace e disintossicante.

Può essere impiegata sia a livello topico quindi sulla pelle sia ingerendola. Questa argilla ha infatti un potere depurativo importantissimo, grazie alla sua capacità, quando a contatto con un liquido, di attirare le tossine per poi espellerle.

Questa argilla ha infatti un potere depurativo importantissimo: quando infatti entra a contatto con un liquido, in particolare con l'acqua, essa rilascia una carica elettrica in grado di attirare le tossine e le impurità, oltre ai metalli pesanti (ed è quindi indicata nelle terapie per ripulire l'organismo, come ad esempio quelle intraprese in seguito alle radiazioni o alla chemioterapia).

Per spiegare come funziona, bisogna spiegare che, se idratata, questa argilla produce una carica elettrica negativa in grado di assorbire tutti quegli elementi che sprigionano, al contrario, una carica positiva. Proprio come una calamita. Ma il suo comportamento ricorda anche quello di una spugna: i suoi pori si dilatano e le sostanze che vengono a contatto con essa vengono risucchiate al suo interno.

Oltre ad assorbire tossine e impurità, la bentonite è in grado di rilasciare i minerali buoni, lasciandoli all'interno del corpo, ed è per questo che non ha particolari controindicazioni.

Esistono due tipologie di bentonite: quella di sodio, utilizzata principalmente a livello industriale, e quella di calcio, che è invece quella che interessa a noi, impiegata nella medicina naturale.

Quando si tratta quindi di disintossicare, la bentonite può risultare un aiuto validissimo. In commercio la si può trovare sottoforma di preparato gelatinoso, in polvere oppure in capsule.
La polvere, che è la forma più efficace, può essere assunta mischiandola con del succo: in questo modo, grazie al contatto con il liquido, la bentonite assume la sua forma di spugna magnetica e aiuta a catturare tutte le tossine, muffe e pesticidi che possono essere presenti nel nostro organismo.

Chi avesse timore dei residui di questa sostanza nel corpo non abbia paura: la bentonite è infatti abbastanza inerte, e viene espulsa completamente dall'organismo con la digestione (lasciandosi dietro, come dicevamo, minerali utili al corpo, che in questo modo li riutilizzerà).

Nello specifico, la bentonite risulta avere benefici nei casi di disturbi digestivi (come reflusso o costipazione, gas o gastrite), nel caso di pelle impura (anche utilizzandola come una maschera), in caso di carenza di determinati minerali (essendo ricca di calcio, silicio, sodio, ferro, magnesio e potassio, come tutte le argille), quando è necessario riprendersi da disturbi quali vomito e diarrea e in tutti i casi di disintossicazione.

La bentonite può quindi essere assunta ingerendola (prendendone un cucchiaino lontano dai pasti - e dall'assunzione di medicinali, dato che può ridurne l'efficacia); come maschera mischiando la polvere con dell'acqua per ridurre acne e pelle grassa e per curare irritazioni, tagli o bruciature; disciolta nel bagno per ammorbidire e purificare la pelle, insieme al dentifricio naturale o come colluttorio (sempre disciogliendola in acqua) per l'igiene orale; come talco per contenere le irritazioni da pannolino; per depurare internamente il colon e l'intestino assumendone quotidianamente due cucchiai; e, infine, per via orale per contrastare le conseguenze di radiazioni o cure troppo pesanti.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Natì, azienda cosmetica professionale che dal 2003 ricerca e innova il mondo della bellezza e dell'estetica, ha pensato al 2016 come all'anno del Coraggio.

Insieme a Promod, azienda d'abbigliamento francese, e alla rivista di settore Beauty Plan, media partner ufficiali, ha indetto un'iniziativa comunicativa di spessore per raccontare il corpo come veicolo d'identità, con la sua forza, con la sua tenacia e con la sua dignità, quotidiana o eccezionale.

Vi presentiamo il Coraggio della Bellezza, un progetto per comunicare la forza e la bellezza delle donne: attraverso foto, storie e nuovi prodotti, Natì racconta il meraviglioso mondo della femminilità

Cos'è per te il coraggio? Cos'è la vita? Cos'è la bellezza? Il viaggio del Coraggio della Bellezza inizia con un video (lo trovi qui sotto), nel quale donne come noi, diverse tra loro, tutte bellissime nella loro normalità, raccontano la loro vita e le loro sensazioni.

Il Coraggio della Bellezza si comporrà proprio così: da marzo 2016, e cioè dall'uscita del video, si susseguiranno altre cinque foto storie che racconteranno altre donne. Prima le mani, che raccontano dell'esitazione, della fragilità, della forza, del lavoro; poi via via, altre parti del corpo a narrare la forza e la fragilità delle donne e della loro bellezza interiore ed esteriore.

Ad ogni nuova foto storia Natì farà corrispondere l'uscita di un nuovo prodotto cosmetico, legato all'area trattata nelle foto storie. Con la qualità e il rigore che da sempre contraddistinguono Natì, questi prodotti saranno studiati per accompagnare le donne nelle stagioni, e saranno presentati in confezioni esclusive, dedicate proprio alla narrazione del Coraggio della Bellezza.

Nessuna donna è esclusa, tutte possono partecipare e vincere, poiché il progetto è work in progress e un concorso: basta lasciare un commento, abbinandolo all'hashtag #ilcoraggiodellabellezza, sulla pagina Facebook di Natìe una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Il commento? Dev'essere un pensiero personale su tutto ciò che questa campagna vuole trasmettere: la forza, l'audacia, la dignità. Il Coraggio, insomma.

Dal 15 marzo fino al 30 novembre 2016 ogni donna è quindi invitata a partecipare; i cinque racconti più belli, più ispiranti e più convincenti saranno premiati con una confezione di ABT 1.0 di Natì (un prodotto specifico e universale contro l'invecchiamento della pelle, finalmente efficace) e con un buono acquisto del valore di 100 euro spendibile presso le boutique Promod di tutta Italia e online.

La premiazione avrà luogo proprio alla fine del percorso, durante la settimana dedicata interamente all'iniziativa, la Settimana della Bellezza Natì", che si terrà dal 9 al 16 dicembre 2016 presso gli istituti di bellezza e i punti vendita aderenti. Sarà una manifestazione dedicata alle donne, alle professioniste della bellezza e alle loro clienti, e stiamo sicuri che le proposte e le sorprese (ancora segrete) che Natì ha in serbo per noi saranno piacevolissime.

www.natì.it

 

 

Il nome specifico è Artocarpusheterophyllus. Lo si conosce meglio come Jackfruit, ma in Italia è chiamato spesso, per semplificare, Giaco.

Ha una forma stranissima, resa buffa anche dalle sue grosse dimensioni (è in effetti il frutto più grande tra quelli che crescono sugli alberi, e arriva a pesare anche 40 chili): sembra un grosso cocomero color verde mela un po' bitorzoluto e spinoso. Ma la particolarità di questo frutto non è tanto la forma, quanto il gusto.

Ecco il Giaco, il frutto che sostituirà la carne: dall'Asia arriva il Jackfruit, grosso cocomero dal gusto neutro che, se cotto, assume un sapore che appaga anche i carnivori


Un gusto neutro, quindi, un misto delicato di mela e ananas, che tuttavia quando cotto sembra assumere un sentore di porchetta o di carne di maiale. Come il tofu, quindi, si presta a sostituire la carne nelle diete vegetariane e vegane, con tutti i benefici offerti dalla frutta.


(foto 1 http://www.cure-naturali.it/jackfruit/4199)


Il Jackfruit è davvero salutare e benefico. E, non a caso, è annoverato tra i superalimenti: significa che il suo apporto di sostanze nutrienti è di gran lunga superiore alla quantità di grassi contenuti, e risulta quindi notevolmente sano ed energico.
Il potere principale per il quale è conosciuto è la sua proprietà lassativa. Essendo infatti ricchissimo di fibre, aiuta l'intestino proteggendo la mucosa del colon, riducendone il contatto con le tossine.

Tra le vitamine principali contenute, il Giaco è ricco di vitamina C, antiossidante, e di vitamina A, alleata dell'organismo contro lo scorbuto e le malattie virali oltre che valido aiuto nei processi di guarigione. Ma anche le vitamine del gruppo B (in particolare la B6 e la B1), quelle così care ai vegetariani (che devono sforzarsi maggiormente per assumerne), non mancano.

Tra i minerali fondamentali per l'organismo troviamo il manganese, il ferro, il magnesio e il potassio, ma anche l'importantissimo calcio. E gli zuccheri contenuti, fruttosio e saccarosio, sono zuccheri semplici, quindi salutari. Essi, uniti all'apporto di calorie che il frutto è in grado di dare, lo rendono super energizzante.
I suoi semi, inoltre, sono ricchissimi di proteine, ed è anche questa loro caratteristica a rendere il Jackfruit un ottimo sostituto della carne e dei derivati animali.

Il Giaco si consuma in varie forme ed è una pietanza quotidiana in molti paesi del sud est asiatico (è il frutto nazionale del Bangladesh). E' però difficile trovarlo in Europa; tuttavia alcuni siti web di shop online ne permettono l'acquisto, anche se non è consigliato per via del suo rapido deperimento (e quindi si spera che presto inizino a coltivarlo anche qui). In questo caso, lo si trova inscatolato o disidratato, oppure sottoforma di "patatine" da sgranocchiare.

I frutti maturi possono essere sminuzzati fino a formare una farina, mentre i semi (contenuti a centinaia in un unico frutto) possono essere cotti proprio come le castagne.
Il Giaco ha un cuore carnoso, che viene estratto tagliando il frutto e stando attenti ad eliminare la buccia e la sottobuccia, molto appiccicosa. I petali ricavati da questa carne possono essere mangiati direttamente crudi, se il frutto è abbastanza maturo, oppure cotti quando è ancora acerbo. E si possono cucinare in mille modi, proprio come la carne: stufati, arrostiti, al forno, bolliti o marinati.

(foto 2 http://uk.businessinsider.com/this-miracle-fruit-tastes-like-pulled-pork-2015-8?r=US&IR=T)

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Le domande più comuni sul babywearing

Domenica, 06 Marzo 2016 09:30

Ecco qui quelle che in inglese vengono chiamate “F.A.Q” (la cui traduzione, decisamente meno cacofonica, è “domande frequenti”) per provare a rispondere in poche righe ad alcuni dubbi spesso sollevati dai genitori alle prese con il portare.
Consiglio di non limitarsi a questo “botta e risposta”, ma di approfondire i temi presentati nei vari capitoli del libro Lasciati abbracciare di Licia Negri, edito da Mental Fitness Publishing

Qual è la posizione migliore per un neonato?

È quella fetale, pancia a pancia, che più di ogni altra lo rimanda all’ambiente uterino che ha appena lasciato. Gambine rannicchiate, con le ginocchia più in alto del sederino. Deve essere ad altezza bacio, quindi (quando è piccolo) posizionato alla giusta altezza sopra il vostro ombelico. Un bambino istintivamente assume questa posizione quando viene preso in braccio.
Assecondate i suoi movimenti e non sforzate mai, è importante cercare di rendere il più delicato possibile per un neonato l’ingresso nel mondo, ora che non gode più di quelle sensazioni che viveva quando era ben protetto nel corpo della mamma. Prestate attenzione ai segnali che vi dà, siate sempre in vigile ascolto. Trovate un approfondimento nel capitolo 5.

Le fasce elastiche cedono?

Bisogna distinguere le fasce leggerissime con molto elastan (o altro componente sintetico che le rende elastiche) da quelle pesanti con poco o addirittura nessuna percentuale di elastan. La resa e l’indossabilità sono molto diverse nei due casi.
Motivo per cui non è possibile a priori definire un peso limite: a seconda della composizione, funzionano bene dalla nascita fino a 7-9 kg (per alcune eccezioni anche oltre).
Comunque, rispetto a una fascia in tessuto, una elastica tenderà sicuramente a cedere, quindi va “aggiustata spesso”. Le fasce elastiche sono generalmente più morbide rispetto a quelle tessute (dette anche “rigide”), e quindi molto accoglienti per i neonati.

Che tipo di nodo devo fare per legare una fascia? Basta un fiocco?

No, assicuratevi di fare sempre un doppio nodo. La sicurezza non è mai abbastanza.
Nel capitolo 10, dedicato ai tutorial, vi mostreremo delle sequenze fotografiche per annodare le fasce e vi spiegheremo come effettuare i nodi più comuni.

È vero che un bambino piange meno in un portabebè? Perché?

Il pianto di un bambino molto piccolo raramente è sinonimo di sterile capriccio. È più spesso un segnale, un richiamo per soddisfare un’esigenza importante; un neonato ricerca e manifesta come può il desiderio di essere in un luogo sicuro e conosciuto: vicino a voi. Togliere questa certezza può minare il suo senso di sicurezza, e la reazione che segue è il pianto. In un portabebè o in braccio un bimbo si rilassa, e rilassandosi si abbandonerà più facilmente a un sonno appagante. Non pretenderà ulteriori (e spesso stancanti) attenzioni, vorrà solo essere lì. Certamente portare non è la formula magica, ma è un modo per trasmettere ciò di cui i bambini hanno più bisogno appena venuti al mondo: sicurezza e amore. Nel testo, in più parti, troverete testimonianze di studiosi su questo tema; in particolare rimando al capitolo 1 e a pag. 36, dove riporto i risultati di uno studio che mette in relazione il pianto con il contatto con la mamma nel periodo immediatamente successivo alla nascita. Nel capitolo 3, il tema del distacco/contatto viene affrontato nello specifico per i bambini nati pretermine.

Quando posso iniziare a portare sulla schiena?

Aspettate finché il vostro bambino non riesce a sostenere bene la testa autonomamente. Considerate che sarà un cambiamento che non riguarderà solo lui, ma anche voi; quindi prestate attenzione, dovrete fare l’abitudine a un nuovo modo di muovervi nello spazio per non farlo urtare/impigliare. Tenete presente che se avete bambini super vivaci non ne avrete più la visuale diretta! Inoltre, vi renderete conto che sulla schiena potrete reggere più peso.

Posso portare/come vesto il mio bambino in estate?

Certamente sì, potete portare il vostro bambino anche in estate. Quando fa molto caldo, è più confortevole utilizzare portabebè in fibre naturali anziché sintetiche. Indossate entrambi indumenti in cotone leggero, riparate la sua testa con un cappellino e non dimenticate di utilizzare protettivi solari, soprattutto nelle aree di pelle scoperte. In caso di sole a picco, attenzione alle eventuali parti metalliche del portabebè, conducono calore e il bimbo potrebbe scottarsi. Soprattutto in caso di temperature elevate è importante che il bambino sia sempre ben idratato: fatelo bere quando ne sente il bisogno (acqua o poppata).

Posso addormentarmi con il mio bambino in fascia?

No, può essere pericoloso. Restate sempre attente e vigili quando portate, per assicurarvi che il vostro bambino respiri bene e sia nella corretta posizione. Non mettiamolo a rischio! Nel capitolo 8 potete leggere quali sono i principali pericoli e come evitarli.

Su che spalla faccio caricare il peso?

Se utilizzate un supporto o una legatura monospalla, le prime volte consigliamo di appoggiare il peso sulla spalla più allenata e con la quale vi sentite maggiormente a vostro agio (quella su cui, d’istinto, portate la borsa a tracolla). Quando vi sentirete più sicuri e fluidi nei movimenti, alternate spesso spalla per evitare dolorose conseguenze alla vostra colonna.

Come faccio a sostenere la testa del mio bambino se si addormenta in un portabebè?

Marsupi e Mei Tai devono prevedere un supporto per la testa del bambino, soprattutto se il produttore li presenta come destinati a un utilizzo fin dalla nascita. Nelle fasce la funzione di supporto viene assolta dal tessuto stesso e quindi bisogna prestare attenzione, quando si esegue la legatura, a portarne un lembo fino al punto in cui lo stesso sorreggerà la testolina del bambino. Il supporto (o il tessuto) fa sì che questa non sia “a ciondoloni”, e vostro figlio non sia letteralmente sballottato quando vi muovete. Fino a circa 4 mesi un bebè non è in grado di sostenere il peso della testa autonomamente, perciò la presenza di un adeguato sostegno è fondamentale; il reggitesta è importante anche quando, crescendo, riuscirà a reggere il peso della testa da solo: se si addormenterà, sarà protetto.

Indossare un bambino è dannoso per la schiena dell’adulto?

Non in soggetti sani, per i quali può costituire anche una buona attività fisica. Oltre a fortificare i muscoli della schiena con un esercizio del tutto naturale, fa lavorare molto anche glutei e femorali. Normalmente, chi non fa uso di portabebè tiene spesso il bimbo in braccio creando carichi improvvisi e sbilanciati, con una forte leva sul fianco. Questo sì che alla lunga può essere dannoso!
Più il bambino diventa pesante, più è importante che il supporto consenta una distribuzione del peso su una superficie ampia del torso del portatore. Le bretelle che poggiano sulle spalle devono essere sufficientemente larghe o ben imbottite, in modo che il muscolo vicino al collo, il trapezio, non sia iper sollecitato.
In caso soffriate di patologie alla schiena, è invece necessario consultare prima il proprio medico. Vi indirizzo al capitolo 5 per approfondimenti.

Dove posso imparare le tecniche di legatura?

Iniziate con il leggere bene le istruzioni riportate nelle confezioni del portabebè scelto e a fare delle prove con bambole o peluche. Se avete bisogno di aiuto, rivolgetevi a una scuola o a un’associazione seria, le cui insegnanti sapranno spiegarvi bene non solo le tecniche, ma anche tutti i motivi per cui portare il vostro bambino è un’abitudine sana e salutare. Diverrete, inoltre, consapevoli di tutti i benefici emozionali e del perché portare sia un meraviglioso modo di accompagnarlo con sicurezza nella vita. Consultate medico e ostetrica in caso di bisogni speciali.
A pag. 63 troverete alcuni riferimenti.

Sono incinta, posso portare?

Si può portare in gravidanza, ma con alcune precauzioni. È importante prestare molta attenzione a come vi sentite ed evitare assolutamente sforzi. Sarà più facile portare un bimbo piccolo; per i più grandi accertatevi di non avere nessun punto di pressione per non interferire, ad esempio, sulla vostra circolazione. Essere incinta è uno stato naturale, ma riserviamogli una sana cautela! Se desiderate approfondire, abbiamo affrontato l’argomento a pag. 234.
Può essere di sollievo utilizzare una fascia come cintura di sostegno del pancione, a pag. 253 potete scoprire come fare.

Mio figlio già cammina, è troppo tardi per utilizzare un portabebè?

No, non è troppo tardi, inoltre vi sarà di grande aiuto in alcuni momenti; consiglio di portarne uno sempre con voi: molti tra quelli in commercio sono leggeri, stanno in qualsiasi borsa e sono veloci da indossare. Sarà utile averlo con sé e utilizzarlo nei momenti di necessità: dà sicurezza in aeroporti o luoghi affollati, è comodo quando il “piccolo esploratore” stanco vorrà stare in braccio. E per lui sarà divertente guar- dare il mondo da una nuova prospettiva e addormentarsi rilassato sulle spalle di mamma o papà.

Posso usare una fascia dopo il parto cesareo?

Se avete un po’ “studiato” e sapete quindi “come fare”, se state bene, non avete avuto complicazioni e vi sentite in forze, potete provare a usare la fascia tendenzialmente dopo circa una settimana dall’intervento. Chiedete comunque conferma al medico o all’ostetrica. Posizionate il bebè ben in alto, prestando attenzione a non appoggiarlo sulla cicatrice. Per portare i fratellini maggiori (più pesanti) ci vorrà qualche settimana in più, tenendo sempre conto che il tempo di ripresa della mamma dall’intervento di parto cesareo varia da donna a donna. In ogni caso, osservate gradualità e non sforzatevi mai. Trovate gli approfondimenti nel capitolo 9.

Se lo porto non mi sfinirà e vorrà essere sempre al centro della mia attenzione?

Per noi genitori può essere faticoso e stressante intrattenere sempre i bambini interrompendo le nostre attività. Portando vostro figlio, quello che state facendo diventerà una sua fonte di curiosità e d’interesse. Non chiederà più di essere costantemente al centro dell’attenzione. Inoltre, essere portato non è un’attività passiva: il bambino esercita i muscoli per mantenere la “sua” posizione, in equilibrio; nel fare questoscarica energia corporea in maniera naturale e con gradualità (vedi il capitolo 1 e l’approfondimento sul concetto del continuum a pag. 53)

Non diventerà mamma-dipendente, vero?

No, non vi preoccupate e godetevela più che potete: i bambini crescono in fretta! Nelle culture occidentali si pensa che per rendere il bambino indipendente sia importante abituarlo fin da neonato a stare solo. Niente di più falso: è la vicinanza dei genitori che rende il bambino più sicuro e, crescendo, più indipendente. Nei capitoli 1 e 2 si affrontano questi temi.

 

AWR Competition ha indetto un concorso. Questo concorso, "London Nursery Schools", prevedeva la presentazione di un progetto per una visione nuova e avanguardistica degli asili inglesi, confrontandosi su domande profonde e pertinenti quali: "Come dovrebbe essere il nido del futuro?", "Come dovrebbero trascorrere le loro giornate in queste strutture, i nostri bambini"?

Un progetto italio-olandese ha vinto su tutti gli altri, e a noi di mammapretaporter piace moltissimo!

L'orto all'asilo, l'idea vincente di un team di architetti italiani e olandesi: il progetto dello studio Aut-Aut per una scuola materna che insegni fin da subito l'agricoltura urbana.

Avvicinare i bambini all'agricoltura, alla produzione territoriale e al rispetto per l'ambiente dovrebbe essere un obiettivo primario di tutti i genitori e di tutti gli educatori. Gabriele Capobianco, Edoardo Capuzzo Dolcetta, Davide Troiani e Jonathan Lazar la pensano esattamente così, e il loro progetto presentato al concorso indetto da AWR, "Nursery Fields Forever" (strizzatina d'occhio ai Beatles, d'obbligo) entra proprio nel solco di questo pensiero.

Sbirciando il sito del team di architetti (aut--aut.it) si viene subito a conoscenza del pensiero che è stato alla base della loro progettazione. Sostanzialmente, il punto di partenza è stata la consapevolezza che al giorno d'oggi i bambini sono lontani anni luce dai processi basilari del mondo, e che ciò crea in loro una percezione distorta.

Da dove viene la verdura che mangiamo? I prodotti in cucina nascono nei contenitori in cui li compriamo? Ma il latte proviene dagli animali? Non è scontato che i bambini capiscano al volo la nozione che tutto ciò che consumiamo aveva prima una forma differente.

Ma il fatto che i bambini siano naturalmente curiosi diviene punto di partenza avvantaggiante per poter intraprendere esperienze educative per avvicinarli proprio al mondo naturale.

Ecco allora che le loro matite hanno abbozzato un asilo per rispondere a queste esigenze, coniugando la curiosità dei bambini con la possibilità di imprimere in loro l'amore per la terra, i saperi agricoli e le tecniche amiche della natura.

Attraverso l'interazione con animali e piante, che trovano spazio nell'asilo di aut-aut incastrandosi perfettamente tra gli spazi "tradizionali" come le aule e le sale mensa, i bambini possono così sviluppare i loro approcci sociali, didattici ed emotivi. Si impara quindi attraverso l'osservazione della natura, attraverso gli esperimenti pratici (esaminando ad esempio la crescita delle piante o i comportamenti degli animali) e attraverso la tecnica (piantando, seminando, raccogliendo); insomma, attraverso azioni didattiche ma al contempo divertentissime per i bambini.

(foto 1 aut--aut.it)

Da non sottovalutare, come insegna il Piccolo Principe, è il ruolo dell'addomesticazione. Curando le piante e gli animali, i bambini fin dall'asilo acquisiscono un senso di responsabilità e di empatia importantissimo per tutta la vita.

Come dicevamo, gli spazi "agricoli" si integrano perfettamente con quelli più tradizionali, e il risultato, anche se per ora è solo virtuale, è meraviglioso.

(foto 2 aut--aut.it)

L'idea di questo asilo si adatta sia a bambini in età prescolare che a bimbi più piccoli, neonati, che in un nido del genere possono interagire fin da subito con la natura, rispondendo a stimoli super positivi che incoraggiano la relazione e la curiosità.

(foto 3 aut--aut.it)

La bioetica e il rispetto verso la natura e i suoi prodotti sono sempre in primo piano, e i protagonisti, i bambini, ne traggono benefici incredibili, sia a livello didattico, emotivo e sociale, sia a livello tecnico, riscoprendo attività e approcci che lentamente paiono scomparire. Insomma, vincono tutti!

Sara Polotti

C'è un mercato agricolo fantastico. Ci puoi trovare frutta, verdura, carne, formaggi, bevande, uova, ma anche birre artigianali e dolci... Insomma, un vero mercato fornito di tutti quei buonissimi prodotti che abbiamo e vogliamo a casa.

Ma no, non si trova in un luogo specifico. Questo mercato sostenibile, fresco e biologico è potenzialmente in tutta Italia, perché è online!

Con Cortilia la verdura e la frutta del contadino arriva a casa: direttamente dal produttore al consumatore, la spesa sana è a portata di clic.

Per spiegare di cosa si tratta non servono molte parole: Cortilia è un sito dedicato alla spesa che mette in contatto direttamente i produttori con i consumatori, dividendo per località in modo da rispettare il kilometro zero e i bassi consumi (ridotti al minimo grazie alla stagionalità dei prodotti - sempre assicurata - e al fatto che viaggia solo la merce acquistata, senza sprechi).

Agricoltori, allevatori e produttori mettono online i loro prodotti, dalla verdura alla carne, dalle conserve ai formaggi, e basta registrarsi al sito per scegliere i prodotti che servono e farseli consegnare direttamente a casa propria.

Un mercato agricolo online, insomma, per fare la spesa in campagna seduti alla propria scrivania.
Non sempre si ha il tempo per andare al mercato più vicino a casa, che spesso si tiene durante la settimana, e in ogni caso trovare prodotti freschi, sani e attenti alla sostenibilità della produzione è una sfida davvero ardua.

Cortilia ha pensato quindi di realizzare un mercato fornito di tutto ciò che il territorio offre creando un carrello della spesa online.
Andando sul sito web di Cortilia (www.cortilia.it) ci si rende conto di quanto è facile fare la spesa in questo modo. Basta registrarsi specificando la propria zona (n base alla città si è associati a determinati agricoltori e allevatori, e questo piccolo circolo forma concretamente il mercato al quale ci si rifornirà); dopodiché, è possibile scegliere la modalità di spesa (che può essere occasionale oppure organizzata su abbonamento settimanale e quindicinale, per assicurarsi sempre una fornitura perfetta!) e scegliere i prodotti da ricevere in bellissime cassette straripanti di sapori (a partire da cassette da 19 euro alle quali aggiungere altri prodotti).

Anche il giorno e la fascia oraria di ricevimento sono su misura, per una praticità assoluta. E il pagamento è attraverso Paypal o carta di credito.
La filosofia di Cortilia sta nel creare una filiera corta per valorizzare i produttori del territorio e i consumatori, per facilitare la collaborazione e incoraggiare il dialogo. I prodotti che finiscono nei carrelli virtuali e che i fruitori si trovano sotto casa sono tracciabili, sicuri, genuini, sempre freschi e gustosi e attenti alle esigenze del territorio.

Il team di Cortilia, infatti, prima di selezionare un produttore ne studia attentamente l'azienda, lo conosce personalmente, fa sì che diventi esattamente come "l'ortolano di fiducia" che ognuno di noi ha.

Per ora il servizio è coperto in Lombardia (per le province di Milano, Monza Brianza, Lodi, Pavia, Como e Varese), nelle province di Novara e Torino e in Emilia Romagna (Bologna e Modena), ma l'obiettivo di Cortilia (che speriamo raggiunga!) è quello di coprire tutta Italia con questo servizio davvero utile e sostenibile.

Sara Polotti

Non rileggo mai i libri che leggo, questo invece prendo in mano e lo ricomincio per la settima volta in questi giorni: è un po' la mia Bibbia diciamo e non so come spiegarlo, non mi basta mai. Vorrei che fosse in forma liquida così da poterlo bere e portarlo dentro di me: ma come tutte le cose belle non basta toccarle, bisogna con pazienza e tenacia praticarle e portarle dentro di sè. 

Raccontarvi Mamme Illuminate di Sarah Napthali libro è difficile, perchè ci sono talmente tante informazioni e riflessioni stupende in ogni paragrafo che davvero non saprei come riassumerle. Ormai il web e le librerie esplodono letteralmente di manuali che ci insegnano i veri bisogni del bambino, ma la mia domanda è: ma noi genitori, come possiamo fare per trovare la forza e la pazienza (diciamocelo) di reggere un piano così forte, puro, intenso ed elevato? La mia guida, il mio punto di riferimento è questo libro. 

In generale possiamo riassumere gli insegnamenti del Buddha nella quattro Nobili Verità: 

- Il dolore esiste

- L'attaccamento causa dolore

- Il dolore può cessare

- C'è modo di porre fine al dolore

E' vero quello che dice l'autrice Sarah Napthali, prima di diventare madri l'insegnamento della prima nobile verità ci sarebbe sembrato troppo pessimistico: ora dopo aver superato il parto, notti in bianco, grandi paure e abbiamo trottato tutto il giorno con febbre a 39, possiamo affermare con certezza che è vero, il dolore esiste. Non solo, quando diventiamo madri il telegiornale e gli eventi tragici che accadono nel mondo ci segnano e non vediamo solo un evento, ma un figlio e una madre straziati dal dolore. Insomma, siamo molto più vulnerabili. Ma noi mamme abbiamo un grande vantaggio: la nostra mente è già parzialmente una mente buddista, perchè è "mente d'amore". La maternità è una stupefacente esperienza d'amore, è il sentimento d'amore più puro che un essere umano possa provare perchè ti doni totalmente a tuo figlio senza pretendere nulla in cambio, vuoi solo la sua felicità. Ma è anche grazie a questo amore che possiamo aumentare la nostra capacità di compassione nei confronti del mondo, di sentire maggiormente le persone. Ma il buddismo non insegna la compassione solo nei confronti nel mondo ma anche verso noi stesse: "così, in un momento della nostra vita in cui necessitiamo di aiuto e affetto, ci copriamo invece di critiche. La maggior parte di noi non si sognerebbe mai di rivolgersi ad altri con la durezza con cui ci si rivolge a se stessa". Ed è vero, dobbiamo allenare l'accettazione di noi stesse e attivare stati d'animo più salutari. Anche per quanto concerne la prima nobile verità, il buddismo aiuta noi mamme a vivere più serenamente la consapevolezza dell'esistenza dolore nel mondo e a essere più forti e tenaci nel momento in cui siamo sottoposte a momenti dolorosi e difficili. 

Seconda nobile verità: l'attaccamento causa dolore. Nella società attuale la felicità è connessa al possesso, possesso di soldi, di tempo, di fare viaggi, di comprare oggetti, vestiti e di raggiungere obbiettivi di prestigio. Insomma, tutto tranne essere nel qui e nell'ora: eppure ciò di cui hanno esattamente bisogno i bambini è di avere i propri genitori qui, in questo momento, presenti al 100%. I nostri figli sono i nostri più grandi maestri perchè ci veicolano questo insegnamento. Loro non pensano e non piangono per qualcosa che può avvenire in futuro, loro si arrabbiano perchè vogliono fare quella cosa ora, tra cinque minuti non esiste. Ma l'attaccamento non si manifesta solo nei confronti degli oggetti ma anche verso noi stesse: dopo non aver dormito tutta la notte e l'ennesimo giorno passato chiusa in casa, magari da sola e malaticcia con due bambini che sembrano non averne mai abbastanza di vita, azioni e sentimenti, perdiamo la pazienza per un bicchiere d'acqua versato per sbaglio a terra da nostra figlia. Subito poi ci assale il senso di colpa perchè ci rendiamo conto che era solo acqua e che sopratutto capita anche a noi. Come dice l'autrice "anzichè combattere tutti gli attaccamenti il Buddha sosteneva che ne esiste uno da cui prendono origine tutti gli altri e che, se noi riusciamo a liberarci di questo, anche tutti gli altri svaniscono: la nostra fede in un solido, separato e costante sè, un ego. Il nostro ego ci trasforma in schiave per la vita, puntellando la fragile immagine che abbiamo di noi stesse, cercando il piacere e rifuggendo il dolore." Ma il dolore esiste, e il buddismo ci insegna come viverlo in serenità, con accettazione, perchè diciamocelo, in certi momenti della nostra vita di mamme non possiamo fare nulla, abbiamo solo la possibilità di cambiare la lente con cui guardiamo ciò che ci circonda. 

Insomma, questo libro è davvero per me una perla preziosissima perchè mi aiuta nella gestione della rabbia, delle preoccupazioni e mi insegna a coltivare la consapevolezza e la comunicazione amorevole basata sul non-giudizio e su una mente più lucida grazie all'accettazione dei miei limiti: "solo con la coscienza del momento presente potremo sperare di comprendere la vera natura delle cose, o "ciò che è". Senza tale comprensione, veniamo lasciate a percepire la vita attraverso le nubi delle nostre illusioni. Attraverso la consapevolezza saremo in grado di acquisire una chiara visione delle cose."

Giulia Mandrino

Dalle vostre domande nascono sempre nuovi spunti per scrivere e per questo non posso che ringraziarvi! 

"Ciao, leggo sempre i vostri post con molto interesse e vorrei chiedervi un consiglio, magari potete aiutarmi. Con il mio bimbo sto usando i pannolini lavabili e a volte capita che gli vengano degli arrossamenti. Poiché non si possono usare creme commerciali che altrimenti cererebbero il pannolino riducendone l'assorbenza , ho cercato ricette di creme homemade sicure per i pannolini. La maggior parte sono a base di burro di karitè, cera d'api e olio di cocco. Proprio ieri però ho visto un vostro articolo in cui ne sconsigliate l'uso per le irritazioni da pannolino. Perché? Avreste qualche ricetta da suggerirmi? Grazie mille"

Purtroppo è un grosso dilemma quello delle irritazioni da pannolino con i lavabili: diciamo che la maggior-parte dei bambini con i lavabili non hanno dermatite ma in alcuni casi può succedere. Come sempre dobbiamo prima di tutto mettere mano alla dieta e quindi valutare se il nostro piccolo sta mangiando in eccesso cibi acidi come le proteine animali: noi come sapete consigliamo lo svezzamento naturale che prevede l'introduzione delle proteine animali almeno dopo l'anno. 

In secondo luogo verificate se il vostro piccolo sta bevendo acqua a sufficienza: spesso basta far bere di più il bambino per rendere meno concentrata la pipì, con grandi benefici per la pelle. 

Ha ragione la mamma che ci ha scritto, in generale si sconsiglia l'uso di oli e burri in caso di dermatite perchè "scaldano" ulteriormente la pelle e spesso si ottiene l'effetto contario: con i pannolini lavabili però non è possibile usare creme a base di ossido di zinco perchè cerano il tessuto, rendendolo meno assorbente. Cosa fare allora? Dopo aver messo in atto i consigli alimentari che ho riportato qui sopra, potete provare (in molti casi funziona bene) questo burro: la sinergia di olio di cocco e di calendula smorza il potere "scaldante" del burro di karitè, mentre le proprietà idratanti di questo e lenitive della calendula, lavanda e camomilla leniscono gli arrossamenti. 

E' un'ottima crema non solo per il pannolino ma per tutto il corpo della mamma e del bebè. 

 

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg