Le domande più comuni sul babywearing

Ecco qui quelle che in inglese vengono chiamate “F.A.Q” (la cui traduzione, decisamente meno cacofonica, è “domande frequenti”) per provare a rispondere in poche righe ad alcuni dubbi spesso sollevati dai genitori alle prese con il portare.
Consiglio di non limitarsi a questo “botta e risposta”, ma di approfondire i temi presentati nei vari capitoli del libro Lasciati abbracciare di Licia Negri, edito da Mental Fitness Publishing

Qual è la posizione migliore per un neonato?

È quella fetale, pancia a pancia, che più di ogni altra lo rimanda all’ambiente uterino che ha appena lasciato. Gambine rannicchiate, con le ginocchia più in alto del sederino. Deve essere ad altezza bacio, quindi (quando è piccolo) posizionato alla giusta altezza sopra il vostro ombelico. Un bambino istintivamente assume questa posizione quando viene preso in braccio.
Assecondate i suoi movimenti e non sforzate mai, è importante cercare di rendere il più delicato possibile per un neonato l’ingresso nel mondo, ora che non gode più di quelle sensazioni che viveva quando era ben protetto nel corpo della mamma. Prestate attenzione ai segnali che vi dà, siate sempre in vigile ascolto. Trovate un approfondimento nel capitolo 5.

Le fasce elastiche cedono?

Bisogna distinguere le fasce leggerissime con molto elastan (o altro componente sintetico che le rende elastiche) da quelle pesanti con poco o addirittura nessuna percentuale di elastan. La resa e l’indossabilità sono molto diverse nei due casi.
Motivo per cui non è possibile a priori definire un peso limite: a seconda della composizione, funzionano bene dalla nascita fino a 7-9 kg (per alcune eccezioni anche oltre).
Comunque, rispetto a una fascia in tessuto, una elastica tenderà sicuramente a cedere, quindi va “aggiustata spesso”. Le fasce elastiche sono generalmente più morbide rispetto a quelle tessute (dette anche “rigide”), e quindi molto accoglienti per i neonati.

Che tipo di nodo devo fare per legare una fascia? Basta un fiocco?

No, assicuratevi di fare sempre un doppio nodo. La sicurezza non è mai abbastanza.
Nel capitolo 10, dedicato ai tutorial, vi mostreremo delle sequenze fotografiche per annodare le fasce e vi spiegheremo come effettuare i nodi più comuni.

È vero che un bambino piange meno in un portabebè? Perché?

Il pianto di un bambino molto piccolo raramente è sinonimo di sterile capriccio. È più spesso un segnale, un richiamo per soddisfare un’esigenza importante; un neonato ricerca e manifesta come può il desiderio di essere in un luogo sicuro e conosciuto: vicino a voi. Togliere questa certezza può minare il suo senso di sicurezza, e la reazione che segue è il pianto. In un portabebè o in braccio un bimbo si rilassa, e rilassandosi si abbandonerà più facilmente a un sonno appagante. Non pretenderà ulteriori (e spesso stancanti) attenzioni, vorrà solo essere lì. Certamente portare non è la formula magica, ma è un modo per trasmettere ciò di cui i bambini hanno più bisogno appena venuti al mondo: sicurezza e amore. Nel testo, in più parti, troverete testimonianze di studiosi su questo tema; in particolare rimando al capitolo 1 e a pag. 36, dove riporto i risultati di uno studio che mette in relazione il pianto con il contatto con la mamma nel periodo immediatamente successivo alla nascita. Nel capitolo 3, il tema del distacco/contatto viene affrontato nello specifico per i bambini nati pretermine.

Quando posso iniziare a portare sulla schiena?

Aspettate finché il vostro bambino non riesce a sostenere bene la testa autonomamente. Considerate che sarà un cambiamento che non riguarderà solo lui, ma anche voi; quindi prestate attenzione, dovrete fare l’abitudine a un nuovo modo di muovervi nello spazio per non farlo urtare/impigliare. Tenete presente che se avete bambini super vivaci non ne avrete più la visuale diretta! Inoltre, vi renderete conto che sulla schiena potrete reggere più peso.

Posso portare/come vesto il mio bambino in estate?

Certamente sì, potete portare il vostro bambino anche in estate. Quando fa molto caldo, è più confortevole utilizzare portabebè in fibre naturali anziché sintetiche. Indossate entrambi indumenti in cotone leggero, riparate la sua testa con un cappellino e non dimenticate di utilizzare protettivi solari, soprattutto nelle aree di pelle scoperte. In caso di sole a picco, attenzione alle eventuali parti metalliche del portabebè, conducono calore e il bimbo potrebbe scottarsi. Soprattutto in caso di temperature elevate è importante che il bambino sia sempre ben idratato: fatelo bere quando ne sente il bisogno (acqua o poppata).

Posso addormentarmi con il mio bambino in fascia?

No, può essere pericoloso. Restate sempre attente e vigili quando portate, per assicurarvi che il vostro bambino respiri bene e sia nella corretta posizione. Non mettiamolo a rischio! Nel capitolo 8 potete leggere quali sono i principali pericoli e come evitarli.

Su che spalla faccio caricare il peso?

Se utilizzate un supporto o una legatura monospalla, le prime volte consigliamo di appoggiare il peso sulla spalla più allenata e con la quale vi sentite maggiormente a vostro agio (quella su cui, d’istinto, portate la borsa a tracolla). Quando vi sentirete più sicuri e fluidi nei movimenti, alternate spesso spalla per evitare dolorose conseguenze alla vostra colonna.

Come faccio a sostenere la testa del mio bambino se si addormenta in un portabebè?

Marsupi e Mei Tai devono prevedere un supporto per la testa del bambino, soprattutto se il produttore li presenta come destinati a un utilizzo fin dalla nascita. Nelle fasce la funzione di supporto viene assolta dal tessuto stesso e quindi bisogna prestare attenzione, quando si esegue la legatura, a portarne un lembo fino al punto in cui lo stesso sorreggerà la testolina del bambino. Il supporto (o il tessuto) fa sì che questa non sia “a ciondoloni”, e vostro figlio non sia letteralmente sballottato quando vi muovete. Fino a circa 4 mesi un bebè non è in grado di sostenere il peso della testa autonomamente, perciò la presenza di un adeguato sostegno è fondamentale; il reggitesta è importante anche quando, crescendo, riuscirà a reggere il peso della testa da solo: se si addormenterà, sarà protetto.

Indossare un bambino è dannoso per la schiena dell’adulto?

Non in soggetti sani, per i quali può costituire anche una buona attività fisica. Oltre a fortificare i muscoli della schiena con un esercizio del tutto naturale, fa lavorare molto anche glutei e femorali. Normalmente, chi non fa uso di portabebè tiene spesso il bimbo in braccio creando carichi improvvisi e sbilanciati, con una forte leva sul fianco. Questo sì che alla lunga può essere dannoso!
Più il bambino diventa pesante, più è importante che il supporto consenta una distribuzione del peso su una superficie ampia del torso del portatore. Le bretelle che poggiano sulle spalle devono essere sufficientemente larghe o ben imbottite, in modo che il muscolo vicino al collo, il trapezio, non sia iper sollecitato.
In caso soffriate di patologie alla schiena, è invece necessario consultare prima il proprio medico. Vi indirizzo al capitolo 5 per approfondimenti.

Dove posso imparare le tecniche di legatura?

Iniziate con il leggere bene le istruzioni riportate nelle confezioni del portabebè scelto e a fare delle prove con bambole o peluche. Se avete bisogno di aiuto, rivolgetevi a una scuola o a un’associazione seria, le cui insegnanti sapranno spiegarvi bene non solo le tecniche, ma anche tutti i motivi per cui portare il vostro bambino è un’abitudine sana e salutare. Diverrete, inoltre, consapevoli di tutti i benefici emozionali e del perché portare sia un meraviglioso modo di accompagnarlo con sicurezza nella vita. Consultate medico e ostetrica in caso di bisogni speciali.
A pag. 63 troverete alcuni riferimenti.

Sono incinta, posso portare?

Si può portare in gravidanza, ma con alcune precauzioni. È importante prestare molta attenzione a come vi sentite ed evitare assolutamente sforzi. Sarà più facile portare un bimbo piccolo; per i più grandi accertatevi di non avere nessun punto di pressione per non interferire, ad esempio, sulla vostra circolazione. Essere incinta è uno stato naturale, ma riserviamogli una sana cautela! Se desiderate approfondire, abbiamo affrontato l’argomento a pag. 234.
Può essere di sollievo utilizzare una fascia come cintura di sostegno del pancione, a pag. 253 potete scoprire come fare.

Mio figlio già cammina, è troppo tardi per utilizzare un portabebè?

No, non è troppo tardi, inoltre vi sarà di grande aiuto in alcuni momenti; consiglio di portarne uno sempre con voi: molti tra quelli in commercio sono leggeri, stanno in qualsiasi borsa e sono veloci da indossare. Sarà utile averlo con sé e utilizzarlo nei momenti di necessità: dà sicurezza in aeroporti o luoghi affollati, è comodo quando il “piccolo esploratore” stanco vorrà stare in braccio. E per lui sarà divertente guar- dare il mondo da una nuova prospettiva e addormentarsi rilassato sulle spalle di mamma o papà.

Posso usare una fascia dopo il parto cesareo?

Se avete un po’ “studiato” e sapete quindi “come fare”, se state bene, non avete avuto complicazioni e vi sentite in forze, potete provare a usare la fascia tendenzialmente dopo circa una settimana dall’intervento. Chiedete comunque conferma al medico o all’ostetrica. Posizionate il bebè ben in alto, prestando attenzione a non appoggiarlo sulla cicatrice. Per portare i fratellini maggiori (più pesanti) ci vorrà qualche settimana in più, tenendo sempre conto che il tempo di ripresa della mamma dall’intervento di parto cesareo varia da donna a donna. In ogni caso, osservate gradualità e non sforzatevi mai. Trovate gli approfondimenti nel capitolo 9.

Se lo porto non mi sfinirà e vorrà essere sempre al centro della mia attenzione?

Per noi genitori può essere faticoso e stressante intrattenere sempre i bambini interrompendo le nostre attività. Portando vostro figlio, quello che state facendo diventerà una sua fonte di curiosità e d’interesse. Non chiederà più di essere costantemente al centro dell’attenzione. Inoltre, essere portato non è un’attività passiva: il bambino esercita i muscoli per mantenere la “sua” posizione, in equilibrio; nel fare questoscarica energia corporea in maniera naturale e con gradualità (vedi il capitolo 1 e l’approfondimento sul concetto del continuum a pag. 53)

Non diventerà mamma-dipendente, vero?

No, non vi preoccupate e godetevela più che potete: i bambini crescono in fretta! Nelle culture occidentali si pensa che per rendere il bambino indipendente sia importante abituarlo fin da neonato a stare solo. Niente di più falso: è la vicinanza dei genitori che rende il bambino più sicuro e, crescendo, più indipendente. Nei capitoli 1 e 2 si affrontano questi temi.

 

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Cecilia

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