Le domande più comuni sul babywearing

Domenica, 06 Marzo 2016 09:30

Ecco qui quelle che in inglese vengono chiamate “F.A.Q” (la cui traduzione, decisamente meno cacofonica, è “domande frequenti”) per provare a rispondere in poche righe ad alcuni dubbi spesso sollevati dai genitori alle prese con il portare.
Consiglio di non limitarsi a questo “botta e risposta”, ma di approfondire i temi presentati nei vari capitoli del libro Lasciati abbracciare di Licia Negri, edito da Mental Fitness Publishing

Qual è la posizione migliore per un neonato?

È quella fetale, pancia a pancia, che più di ogni altra lo rimanda all’ambiente uterino che ha appena lasciato. Gambine rannicchiate, con le ginocchia più in alto del sederino. Deve essere ad altezza bacio, quindi (quando è piccolo) posizionato alla giusta altezza sopra il vostro ombelico. Un bambino istintivamente assume questa posizione quando viene preso in braccio.
Assecondate i suoi movimenti e non sforzate mai, è importante cercare di rendere il più delicato possibile per un neonato l’ingresso nel mondo, ora che non gode più di quelle sensazioni che viveva quando era ben protetto nel corpo della mamma. Prestate attenzione ai segnali che vi dà, siate sempre in vigile ascolto. Trovate un approfondimento nel capitolo 5.

Le fasce elastiche cedono?

Bisogna distinguere le fasce leggerissime con molto elastan (o altro componente sintetico che le rende elastiche) da quelle pesanti con poco o addirittura nessuna percentuale di elastan. La resa e l’indossabilità sono molto diverse nei due casi.
Motivo per cui non è possibile a priori definire un peso limite: a seconda della composizione, funzionano bene dalla nascita fino a 7-9 kg (per alcune eccezioni anche oltre).
Comunque, rispetto a una fascia in tessuto, una elastica tenderà sicuramente a cedere, quindi va “aggiustata spesso”. Le fasce elastiche sono generalmente più morbide rispetto a quelle tessute (dette anche “rigide”), e quindi molto accoglienti per i neonati.

Che tipo di nodo devo fare per legare una fascia? Basta un fiocco?

No, assicuratevi di fare sempre un doppio nodo. La sicurezza non è mai abbastanza.
Nel capitolo 10, dedicato ai tutorial, vi mostreremo delle sequenze fotografiche per annodare le fasce e vi spiegheremo come effettuare i nodi più comuni.

È vero che un bambino piange meno in un portabebè? Perché?

Il pianto di un bambino molto piccolo raramente è sinonimo di sterile capriccio. È più spesso un segnale, un richiamo per soddisfare un’esigenza importante; un neonato ricerca e manifesta come può il desiderio di essere in un luogo sicuro e conosciuto: vicino a voi. Togliere questa certezza può minare il suo senso di sicurezza, e la reazione che segue è il pianto. In un portabebè o in braccio un bimbo si rilassa, e rilassandosi si abbandonerà più facilmente a un sonno appagante. Non pretenderà ulteriori (e spesso stancanti) attenzioni, vorrà solo essere lì. Certamente portare non è la formula magica, ma è un modo per trasmettere ciò di cui i bambini hanno più bisogno appena venuti al mondo: sicurezza e amore. Nel testo, in più parti, troverete testimonianze di studiosi su questo tema; in particolare rimando al capitolo 1 e a pag. 36, dove riporto i risultati di uno studio che mette in relazione il pianto con il contatto con la mamma nel periodo immediatamente successivo alla nascita. Nel capitolo 3, il tema del distacco/contatto viene affrontato nello specifico per i bambini nati pretermine.

Quando posso iniziare a portare sulla schiena?

Aspettate finché il vostro bambino non riesce a sostenere bene la testa autonomamente. Considerate che sarà un cambiamento che non riguarderà solo lui, ma anche voi; quindi prestate attenzione, dovrete fare l’abitudine a un nuovo modo di muovervi nello spazio per non farlo urtare/impigliare. Tenete presente che se avete bambini super vivaci non ne avrete più la visuale diretta! Inoltre, vi renderete conto che sulla schiena potrete reggere più peso.

Posso portare/come vesto il mio bambino in estate?

Certamente sì, potete portare il vostro bambino anche in estate. Quando fa molto caldo, è più confortevole utilizzare portabebè in fibre naturali anziché sintetiche. Indossate entrambi indumenti in cotone leggero, riparate la sua testa con un cappellino e non dimenticate di utilizzare protettivi solari, soprattutto nelle aree di pelle scoperte. In caso di sole a picco, attenzione alle eventuali parti metalliche del portabebè, conducono calore e il bimbo potrebbe scottarsi. Soprattutto in caso di temperature elevate è importante che il bambino sia sempre ben idratato: fatelo bere quando ne sente il bisogno (acqua o poppata).

Posso addormentarmi con il mio bambino in fascia?

No, può essere pericoloso. Restate sempre attente e vigili quando portate, per assicurarvi che il vostro bambino respiri bene e sia nella corretta posizione. Non mettiamolo a rischio! Nel capitolo 8 potete leggere quali sono i principali pericoli e come evitarli.

Su che spalla faccio caricare il peso?

Se utilizzate un supporto o una legatura monospalla, le prime volte consigliamo di appoggiare il peso sulla spalla più allenata e con la quale vi sentite maggiormente a vostro agio (quella su cui, d’istinto, portate la borsa a tracolla). Quando vi sentirete più sicuri e fluidi nei movimenti, alternate spesso spalla per evitare dolorose conseguenze alla vostra colonna.

Come faccio a sostenere la testa del mio bambino se si addormenta in un portabebè?

Marsupi e Mei Tai devono prevedere un supporto per la testa del bambino, soprattutto se il produttore li presenta come destinati a un utilizzo fin dalla nascita. Nelle fasce la funzione di supporto viene assolta dal tessuto stesso e quindi bisogna prestare attenzione, quando si esegue la legatura, a portarne un lembo fino al punto in cui lo stesso sorreggerà la testolina del bambino. Il supporto (o il tessuto) fa sì che questa non sia “a ciondoloni”, e vostro figlio non sia letteralmente sballottato quando vi muovete. Fino a circa 4 mesi un bebè non è in grado di sostenere il peso della testa autonomamente, perciò la presenza di un adeguato sostegno è fondamentale; il reggitesta è importante anche quando, crescendo, riuscirà a reggere il peso della testa da solo: se si addormenterà, sarà protetto.

Indossare un bambino è dannoso per la schiena dell’adulto?

Non in soggetti sani, per i quali può costituire anche una buona attività fisica. Oltre a fortificare i muscoli della schiena con un esercizio del tutto naturale, fa lavorare molto anche glutei e femorali. Normalmente, chi non fa uso di portabebè tiene spesso il bimbo in braccio creando carichi improvvisi e sbilanciati, con una forte leva sul fianco. Questo sì che alla lunga può essere dannoso!
Più il bambino diventa pesante, più è importante che il supporto consenta una distribuzione del peso su una superficie ampia del torso del portatore. Le bretelle che poggiano sulle spalle devono essere sufficientemente larghe o ben imbottite, in modo che il muscolo vicino al collo, il trapezio, non sia iper sollecitato.
In caso soffriate di patologie alla schiena, è invece necessario consultare prima il proprio medico. Vi indirizzo al capitolo 5 per approfondimenti.

Dove posso imparare le tecniche di legatura?

Iniziate con il leggere bene le istruzioni riportate nelle confezioni del portabebè scelto e a fare delle prove con bambole o peluche. Se avete bisogno di aiuto, rivolgetevi a una scuola o a un’associazione seria, le cui insegnanti sapranno spiegarvi bene non solo le tecniche, ma anche tutti i motivi per cui portare il vostro bambino è un’abitudine sana e salutare. Diverrete, inoltre, consapevoli di tutti i benefici emozionali e del perché portare sia un meraviglioso modo di accompagnarlo con sicurezza nella vita. Consultate medico e ostetrica in caso di bisogni speciali.
A pag. 63 troverete alcuni riferimenti.

Sono incinta, posso portare?

Si può portare in gravidanza, ma con alcune precauzioni. È importante prestare molta attenzione a come vi sentite ed evitare assolutamente sforzi. Sarà più facile portare un bimbo piccolo; per i più grandi accertatevi di non avere nessun punto di pressione per non interferire, ad esempio, sulla vostra circolazione. Essere incinta è uno stato naturale, ma riserviamogli una sana cautela! Se desiderate approfondire, abbiamo affrontato l’argomento a pag. 234.
Può essere di sollievo utilizzare una fascia come cintura di sostegno del pancione, a pag. 253 potete scoprire come fare.

Mio figlio già cammina, è troppo tardi per utilizzare un portabebè?

No, non è troppo tardi, inoltre vi sarà di grande aiuto in alcuni momenti; consiglio di portarne uno sempre con voi: molti tra quelli in commercio sono leggeri, stanno in qualsiasi borsa e sono veloci da indossare. Sarà utile averlo con sé e utilizzarlo nei momenti di necessità: dà sicurezza in aeroporti o luoghi affollati, è comodo quando il “piccolo esploratore” stanco vorrà stare in braccio. E per lui sarà divertente guar- dare il mondo da una nuova prospettiva e addormentarsi rilassato sulle spalle di mamma o papà.

Posso usare una fascia dopo il parto cesareo?

Se avete un po’ “studiato” e sapete quindi “come fare”, se state bene, non avete avuto complicazioni e vi sentite in forze, potete provare a usare la fascia tendenzialmente dopo circa una settimana dall’intervento. Chiedete comunque conferma al medico o all’ostetrica. Posizionate il bebè ben in alto, prestando attenzione a non appoggiarlo sulla cicatrice. Per portare i fratellini maggiori (più pesanti) ci vorrà qualche settimana in più, tenendo sempre conto che il tempo di ripresa della mamma dall’intervento di parto cesareo varia da donna a donna. In ogni caso, osservate gradualità e non sforzatevi mai. Trovate gli approfondimenti nel capitolo 9.

Se lo porto non mi sfinirà e vorrà essere sempre al centro della mia attenzione?

Per noi genitori può essere faticoso e stressante intrattenere sempre i bambini interrompendo le nostre attività. Portando vostro figlio, quello che state facendo diventerà una sua fonte di curiosità e d’interesse. Non chiederà più di essere costantemente al centro dell’attenzione. Inoltre, essere portato non è un’attività passiva: il bambino esercita i muscoli per mantenere la “sua” posizione, in equilibrio; nel fare questoscarica energia corporea in maniera naturale e con gradualità (vedi il capitolo 1 e l’approfondimento sul concetto del continuum a pag. 53)

Non diventerà mamma-dipendente, vero?

No, non vi preoccupate e godetevela più che potete: i bambini crescono in fretta! Nelle culture occidentali si pensa che per rendere il bambino indipendente sia importante abituarlo fin da neonato a stare solo. Niente di più falso: è la vicinanza dei genitori che rende il bambino più sicuro e, crescendo, più indipendente. Nei capitoli 1 e 2 si affrontano questi temi.

 

AWR Competition ha indetto un concorso. Questo concorso, "London Nursery Schools", prevedeva la presentazione di un progetto per una visione nuova e avanguardistica degli asili inglesi, confrontandosi su domande profonde e pertinenti quali: "Come dovrebbe essere il nido del futuro?", "Come dovrebbero trascorrere le loro giornate in queste strutture, i nostri bambini"?

Un progetto italio-olandese ha vinto su tutti gli altri, e a noi di mammapretaporter piace moltissimo!

L'orto all'asilo, l'idea vincente di un team di architetti italiani e olandesi: il progetto dello studio Aut-Aut per una scuola materna che insegni fin da subito l'agricoltura urbana.

Avvicinare i bambini all'agricoltura, alla produzione territoriale e al rispetto per l'ambiente dovrebbe essere un obiettivo primario di tutti i genitori e di tutti gli educatori. Gabriele Capobianco, Edoardo Capuzzo Dolcetta, Davide Troiani e Jonathan Lazar la pensano esattamente così, e il loro progetto presentato al concorso indetto da AWR, "Nursery Fields Forever" (strizzatina d'occhio ai Beatles, d'obbligo) entra proprio nel solco di questo pensiero.

Sbirciando il sito del team di architetti (aut--aut.it) si viene subito a conoscenza del pensiero che è stato alla base della loro progettazione. Sostanzialmente, il punto di partenza è stata la consapevolezza che al giorno d'oggi i bambini sono lontani anni luce dai processi basilari del mondo, e che ciò crea in loro una percezione distorta.

Da dove viene la verdura che mangiamo? I prodotti in cucina nascono nei contenitori in cui li compriamo? Ma il latte proviene dagli animali? Non è scontato che i bambini capiscano al volo la nozione che tutto ciò che consumiamo aveva prima una forma differente.

Ma il fatto che i bambini siano naturalmente curiosi diviene punto di partenza avvantaggiante per poter intraprendere esperienze educative per avvicinarli proprio al mondo naturale.

Ecco allora che le loro matite hanno abbozzato un asilo per rispondere a queste esigenze, coniugando la curiosità dei bambini con la possibilità di imprimere in loro l'amore per la terra, i saperi agricoli e le tecniche amiche della natura.

Attraverso l'interazione con animali e piante, che trovano spazio nell'asilo di aut-aut incastrandosi perfettamente tra gli spazi "tradizionali" come le aule e le sale mensa, i bambini possono così sviluppare i loro approcci sociali, didattici ed emotivi. Si impara quindi attraverso l'osservazione della natura, attraverso gli esperimenti pratici (esaminando ad esempio la crescita delle piante o i comportamenti degli animali) e attraverso la tecnica (piantando, seminando, raccogliendo); insomma, attraverso azioni didattiche ma al contempo divertentissime per i bambini.

(foto 1 aut--aut.it)

Da non sottovalutare, come insegna il Piccolo Principe, è il ruolo dell'addomesticazione. Curando le piante e gli animali, i bambini fin dall'asilo acquisiscono un senso di responsabilità e di empatia importantissimo per tutta la vita.

Come dicevamo, gli spazi "agricoli" si integrano perfettamente con quelli più tradizionali, e il risultato, anche se per ora è solo virtuale, è meraviglioso.

(foto 2 aut--aut.it)

L'idea di questo asilo si adatta sia a bambini in età prescolare che a bimbi più piccoli, neonati, che in un nido del genere possono interagire fin da subito con la natura, rispondendo a stimoli super positivi che incoraggiano la relazione e la curiosità.

(foto 3 aut--aut.it)

La bioetica e il rispetto verso la natura e i suoi prodotti sono sempre in primo piano, e i protagonisti, i bambini, ne traggono benefici incredibili, sia a livello didattico, emotivo e sociale, sia a livello tecnico, riscoprendo attività e approcci che lentamente paiono scomparire. Insomma, vincono tutti!

Sara Polotti

C'è un mercato agricolo fantastico. Ci puoi trovare frutta, verdura, carne, formaggi, bevande, uova, ma anche birre artigianali e dolci... Insomma, un vero mercato fornito di tutti quei buonissimi prodotti che abbiamo e vogliamo a casa.

Ma no, non si trova in un luogo specifico. Questo mercato sostenibile, fresco e biologico è potenzialmente in tutta Italia, perché è online!

Con Cortilia la verdura e la frutta del contadino arriva a casa: direttamente dal produttore al consumatore, la spesa sana è a portata di clic.

Per spiegare di cosa si tratta non servono molte parole: Cortilia è un sito dedicato alla spesa che mette in contatto direttamente i produttori con i consumatori, dividendo per località in modo da rispettare il kilometro zero e i bassi consumi (ridotti al minimo grazie alla stagionalità dei prodotti - sempre assicurata - e al fatto che viaggia solo la merce acquistata, senza sprechi).

Agricoltori, allevatori e produttori mettono online i loro prodotti, dalla verdura alla carne, dalle conserve ai formaggi, e basta registrarsi al sito per scegliere i prodotti che servono e farseli consegnare direttamente a casa propria.

Un mercato agricolo online, insomma, per fare la spesa in campagna seduti alla propria scrivania.
Non sempre si ha il tempo per andare al mercato più vicino a casa, che spesso si tiene durante la settimana, e in ogni caso trovare prodotti freschi, sani e attenti alla sostenibilità della produzione è una sfida davvero ardua.

Cortilia ha pensato quindi di realizzare un mercato fornito di tutto ciò che il territorio offre creando un carrello della spesa online.
Andando sul sito web di Cortilia (www.cortilia.it) ci si rende conto di quanto è facile fare la spesa in questo modo. Basta registrarsi specificando la propria zona (n base alla città si è associati a determinati agricoltori e allevatori, e questo piccolo circolo forma concretamente il mercato al quale ci si rifornirà); dopodiché, è possibile scegliere la modalità di spesa (che può essere occasionale oppure organizzata su abbonamento settimanale e quindicinale, per assicurarsi sempre una fornitura perfetta!) e scegliere i prodotti da ricevere in bellissime cassette straripanti di sapori (a partire da cassette da 19 euro alle quali aggiungere altri prodotti).

Anche il giorno e la fascia oraria di ricevimento sono su misura, per una praticità assoluta. E il pagamento è attraverso Paypal o carta di credito.
La filosofia di Cortilia sta nel creare una filiera corta per valorizzare i produttori del territorio e i consumatori, per facilitare la collaborazione e incoraggiare il dialogo. I prodotti che finiscono nei carrelli virtuali e che i fruitori si trovano sotto casa sono tracciabili, sicuri, genuini, sempre freschi e gustosi e attenti alle esigenze del territorio.

Il team di Cortilia, infatti, prima di selezionare un produttore ne studia attentamente l'azienda, lo conosce personalmente, fa sì che diventi esattamente come "l'ortolano di fiducia" che ognuno di noi ha.

Per ora il servizio è coperto in Lombardia (per le province di Milano, Monza Brianza, Lodi, Pavia, Como e Varese), nelle province di Novara e Torino e in Emilia Romagna (Bologna e Modena), ma l'obiettivo di Cortilia (che speriamo raggiunga!) è quello di coprire tutta Italia con questo servizio davvero utile e sostenibile.

Sara Polotti

Non rileggo mai i libri che leggo, questo invece prendo in mano e lo ricomincio per la settima volta in questi giorni: è un po' la mia Bibbia diciamo e non so come spiegarlo, non mi basta mai. Vorrei che fosse in forma liquida così da poterlo bere e portarlo dentro di me: ma come tutte le cose belle non basta toccarle, bisogna con pazienza e tenacia praticarle e portarle dentro di sè. 

Raccontarvi Mamme Illuminate di Sarah Napthali libro è difficile, perchè ci sono talmente tante informazioni e riflessioni stupende in ogni paragrafo che davvero non saprei come riassumerle. Ormai il web e le librerie esplodono letteralmente di manuali che ci insegnano i veri bisogni del bambino, ma la mia domanda è: ma noi genitori, come possiamo fare per trovare la forza e la pazienza (diciamocelo) di reggere un piano così forte, puro, intenso ed elevato? La mia guida, il mio punto di riferimento è questo libro. 

In generale possiamo riassumere gli insegnamenti del Buddha nella quattro Nobili Verità: 

- Il dolore esiste

- L'attaccamento causa dolore

- Il dolore può cessare

- C'è modo di porre fine al dolore

E' vero quello che dice l'autrice Sarah Napthali, prima di diventare madri l'insegnamento della prima nobile verità ci sarebbe sembrato troppo pessimistico: ora dopo aver superato il parto, notti in bianco, grandi paure e abbiamo trottato tutto il giorno con febbre a 39, possiamo affermare con certezza che è vero, il dolore esiste. Non solo, quando diventiamo madri il telegiornale e gli eventi tragici che accadono nel mondo ci segnano e non vediamo solo un evento, ma un figlio e una madre straziati dal dolore. Insomma, siamo molto più vulnerabili. Ma noi mamme abbiamo un grande vantaggio: la nostra mente è già parzialmente una mente buddista, perchè è "mente d'amore". La maternità è una stupefacente esperienza d'amore, è il sentimento d'amore più puro che un essere umano possa provare perchè ti doni totalmente a tuo figlio senza pretendere nulla in cambio, vuoi solo la sua felicità. Ma è anche grazie a questo amore che possiamo aumentare la nostra capacità di compassione nei confronti del mondo, di sentire maggiormente le persone. Ma il buddismo non insegna la compassione solo nei confronti nel mondo ma anche verso noi stesse: "così, in un momento della nostra vita in cui necessitiamo di aiuto e affetto, ci copriamo invece di critiche. La maggior parte di noi non si sognerebbe mai di rivolgersi ad altri con la durezza con cui ci si rivolge a se stessa". Ed è vero, dobbiamo allenare l'accettazione di noi stesse e attivare stati d'animo più salutari. Anche per quanto concerne la prima nobile verità, il buddismo aiuta noi mamme a vivere più serenamente la consapevolezza dell'esistenza dolore nel mondo e a essere più forti e tenaci nel momento in cui siamo sottoposte a momenti dolorosi e difficili. 

Seconda nobile verità: l'attaccamento causa dolore. Nella società attuale la felicità è connessa al possesso, possesso di soldi, di tempo, di fare viaggi, di comprare oggetti, vestiti e di raggiungere obbiettivi di prestigio. Insomma, tutto tranne essere nel qui e nell'ora: eppure ciò di cui hanno esattamente bisogno i bambini è di avere i propri genitori qui, in questo momento, presenti al 100%. I nostri figli sono i nostri più grandi maestri perchè ci veicolano questo insegnamento. Loro non pensano e non piangono per qualcosa che può avvenire in futuro, loro si arrabbiano perchè vogliono fare quella cosa ora, tra cinque minuti non esiste. Ma l'attaccamento non si manifesta solo nei confronti degli oggetti ma anche verso noi stesse: dopo non aver dormito tutta la notte e l'ennesimo giorno passato chiusa in casa, magari da sola e malaticcia con due bambini che sembrano non averne mai abbastanza di vita, azioni e sentimenti, perdiamo la pazienza per un bicchiere d'acqua versato per sbaglio a terra da nostra figlia. Subito poi ci assale il senso di colpa perchè ci rendiamo conto che era solo acqua e che sopratutto capita anche a noi. Come dice l'autrice "anzichè combattere tutti gli attaccamenti il Buddha sosteneva che ne esiste uno da cui prendono origine tutti gli altri e che, se noi riusciamo a liberarci di questo, anche tutti gli altri svaniscono: la nostra fede in un solido, separato e costante sè, un ego. Il nostro ego ci trasforma in schiave per la vita, puntellando la fragile immagine che abbiamo di noi stesse, cercando il piacere e rifuggendo il dolore." Ma il dolore esiste, e il buddismo ci insegna come viverlo in serenità, con accettazione, perchè diciamocelo, in certi momenti della nostra vita di mamme non possiamo fare nulla, abbiamo solo la possibilità di cambiare la lente con cui guardiamo ciò che ci circonda. 

Insomma, questo libro è davvero per me una perla preziosissima perchè mi aiuta nella gestione della rabbia, delle preoccupazioni e mi insegna a coltivare la consapevolezza e la comunicazione amorevole basata sul non-giudizio e su una mente più lucida grazie all'accettazione dei miei limiti: "solo con la coscienza del momento presente potremo sperare di comprendere la vera natura delle cose, o "ciò che è". Senza tale comprensione, veniamo lasciate a percepire la vita attraverso le nubi delle nostre illusioni. Attraverso la consapevolezza saremo in grado di acquisire una chiara visione delle cose."

Giulia Mandrino

Dalle vostre domande nascono sempre nuovi spunti per scrivere e per questo non posso che ringraziarvi! 

"Ciao, leggo sempre i vostri post con molto interesse e vorrei chiedervi un consiglio, magari potete aiutarmi. Con il mio bimbo sto usando i pannolini lavabili e a volte capita che gli vengano degli arrossamenti. Poiché non si possono usare creme commerciali che altrimenti cererebbero il pannolino riducendone l'assorbenza , ho cercato ricette di creme homemade sicure per i pannolini. La maggior parte sono a base di burro di karitè, cera d'api e olio di cocco. Proprio ieri però ho visto un vostro articolo in cui ne sconsigliate l'uso per le irritazioni da pannolino. Perché? Avreste qualche ricetta da suggerirmi? Grazie mille"

Purtroppo è un grosso dilemma quello delle irritazioni da pannolino con i lavabili: diciamo che la maggior-parte dei bambini con i lavabili non hanno dermatite ma in alcuni casi può succedere. Come sempre dobbiamo prima di tutto mettere mano alla dieta e quindi valutare se il nostro piccolo sta mangiando in eccesso cibi acidi come le proteine animali: noi come sapete consigliamo lo svezzamento naturale che prevede l'introduzione delle proteine animali almeno dopo l'anno. 

In secondo luogo verificate se il vostro piccolo sta bevendo acqua a sufficienza: spesso basta far bere di più il bambino per rendere meno concentrata la pipì, con grandi benefici per la pelle. 

Ha ragione la mamma che ci ha scritto, in generale si sconsiglia l'uso di oli e burri in caso di dermatite perchè "scaldano" ulteriormente la pelle e spesso si ottiene l'effetto contario: con i pannolini lavabili però non è possibile usare creme a base di ossido di zinco perchè cerano il tessuto, rendendolo meno assorbente. Cosa fare allora? Dopo aver messo in atto i consigli alimentari che ho riportato qui sopra, potete provare (in molti casi funziona bene) questo burro: la sinergia di olio di cocco e di calendula smorza il potere "scaldante" del burro di karitè, mentre le proprietà idratanti di questo e lenitive della calendula, lavanda e camomilla leniscono gli arrossamenti. 

E' un'ottima crema non solo per il pannolino ma per tutto il corpo della mamma e del bebè. 

 

Marzo è iniziato, il sole fa capolino e la voglia di vacanze inizia a farsi sentire. Le mamme con i bimbi al seguito però lo sanno: non è sempre facile organizzare una vacanza per tutta la famiglia, o trovare campi scuola e mini vacanze per i più piccoli che siano davvero fatti come si deve.

Beh, in aiuto di queste famiglie arriva dal 18 al 20 marzo la tredicesima edizione di Children's Tour, la fiera di Modena dedicata interamente alle vacanze da zero a quattordici anni!

A Modena la fiera dedicata ai viaggi per famiglie e bambini: la manifestazione giusta per informarsi e districarsi nel variegato mondo delle vacanze per i più piccoli.


Children's tour (http://www.childrenstour.it/) è una manifestazione nata tredici anni fa in seguito al crescente numero di richieste riguardanti le vacanze focalizzate sulle famiglie e sui bambini. Non solo però strutture e viaggi organizzati per mamme e papà con piccoli al seguito, ma un'attenzione mirata anche verso quei bambini e ragazzi che viaggiano da soli, per studio o per sport.

Nei padiglioni di ModenaFiere i genitori potranno quindi incontrare direttamente gli oltre duecento rappresentanti delle località turistiche, degli alberghi, dei villaggi, delle strutture, dei campeggi, dei parchi a tema, oltre che dei camp dedicati allo sport, delle fattorie didattiche, degli agriturismi, dei centri che offrono vacanze studio specifiche, di quelli dedicati alle escursioni a piedi o in bicicletta e dei percorsi naturalistici di tutta Italia.

Optare per una vacanza che pensi espressamente ai bambini significa poter organizzare un viaggio durante il quale i bambini potranno divertirsi, imparare e migliorare a livello sportivo o didattico, mentre i genitori, quando non impegnati nelle attività che interessano anche a loro, possono godersi il meritato relax. La formula perfetta, insomma.

La manifestazione, come le vacanze che offre, si propone di incuriosire genitori e bambini, che possono, girando tra i padiglioni, sperimentare in prima persona tutto ciò che le varie strutture offrono. Saranno presenti percorsi vita, piccole arrampicate, minicar e laboratori didattici, in modo da potersi informare nella maniera più completa per scegliere la soluzione giusta per i bambini e la famiglia.
Non pensate quindi alle classiche vacanze al mare in montagna con piccoli babyclub nei quali sbolognare senza coscienza i bambini, come in un piccolo zoo fatto apposta per liberare i genitori da un peso. Oltre ai tradizionali soggiorni con strutture pensate appositamente per vivere esperienze complete, Children's Tour ha il vantaggio di presentare, racchiudendoli in un unico luogo senza quindi dover impazzire a cercare mille proposte in internet, soggiorni di tutti i tipi, adatti a tutte le richieste.

Tra le esperienze più innovative e richieste ci sono ad esempio le vacanze studio all'estero, prezioso strumento - divertentissimo - per iniziare a padroneggiare una lingua straniera e per incontrare nuovi amici da tutto il mondo.

Bellissime sono poi le ciclovacanze, le ferie su due ruote per le famiglie che amano la natura. In fiera saranno presentati diversi itinerari tra l'Italia e l'estero per tutta la famiglia. E per famiglie ecologiche e amanti degli animali saranno presentate anche moltissime fattorie didattiche, amatissime da tutti i bambini, i quali, grazie a qualche giorno passato insieme ai contadini, possono scoprire cose nuove e fare esperienza di tutto ciò che hanno visto solo sui libri di scuola.

Il campeggio, poi, grande classico delle ferie in famiglia, torna di moda: sarà il contatto con la natura che offre, l'esperienza avventurosa che piace ai bambini o il relax che infonde nonostante l'apparenza "stancante". Sta di fatto che in tutta Italia esistono camping perfetti per le famiglie, e in fiera non mancheranno.

Se la vostra famiglia è più cultural-chic, beh, non mancano le proposte di viaggi in capitali e città europee, sempre pensando ai bambini al seguito.
Per gli sportivi non possono poi mancare le vacanze nei camp-sport: dallo sci in ghiacciaio alla bicicletta, dal calcio al tennis fino al basket e alla danza, grazie alle proposte presentate a Children's Tour i bimbi potranno viaggiare, magari anche da soli, rimanendo in forma e allenandosi nella specialità preferita!

La fiera sarà aperta al pubblico venerdì 18 marzo dalle 15 alle 20, e sabato 19 e domenica 20 marzo dalle 10 alle 20. Per informazioni contattare lo 059 848380.

Sara Polotti

Ci sono alcune cose della tua infanzia che rimangono nel cuore: quel misto di sensazioni, profumi e gusti che ti travolgevano e ti facevano stare bene. A distanza di anni la parola "albergian" mi riporta alle mie vacanze estive di più di 20 anni fa che trascorrevo in montagna con la mia zia e la nonna: ricordo ancora la gioia che provavo quando mi chiedevano se avessi voglia di fare un giro nel negozio di Albergian a Pragelato. 

La storia di Albergian inizia nel 1908 a Pragelato, quando Serafino e Secondina Ponsat aprono un albergo: per i loro clienti preparano marmellate, mieli, infusi di erbe, liquori e specialità gastronomiche della valle. Questi, affrascinati dai sapori, spesso chiedono qualche barattolo o qualche bottiglia da portare a casa o da regalare ad amici. 

Inizia così la produzione artigianale della Casa Specialità Alpestri Albergian, prodotti realizzati con grande passione, la stessa che ancora oggi contraddistingue questa vera perla del Piemonte e ormai di tutta Italia dato il grande successo ottenuto.

Nonostante questo i posti, gli ingredienti e i criteri di qualità sono gli stessi per Albergian: il bar dell’Albergian Hotel è diventato la bottega storica Albergian; gli ingredienti arrivano sempre dalle splendide montagne piemontesi e il modo di preparare bottiglie e barattoli è praticamente lo stesso di cento anni fa.

La storia infatti continua con Adriano, Agnese e Giacomo Tillino che decidono di dedicarsi alle bontà di valle con una passione semplice e autentica, trasmettendo di padre in figlio l’amore, le conoscenze e l’esperienza necessaria a produrre le confetture ai frutti di bosco, gli antipasti con le verdure della valle, gli amari con erbe di montagna. Questa è la quarta generazione in cui ogni prodotto Albergian viene seguito da un Tillino, a cominciare dalla selezione delle materie prime, fino alla produzione e al confezionamento.

Un’azienda familiare dove da cento anni l’amore per il buon gusto è un bene di famiglia.

Così le marmellate hanno lo stesso gusto e consistenza di quelle fatte in casa perchè davvero sono cotte nei pentoloni come quelli che usavano le nostre nonne e contengono solo frutta e zucchero. 

 

Da Albergian troviamo le composte 100% frutta che utilizziamo per la colazione ma anche come integratori: per esempio invece della solita acerola o rosa canina per integrare la vitamina C quando a mio figlio capita di soffrire di epistassi, uso anche la composta di rosa canina Albergian. La spalma il mio piccolo sul suo panino che porta a scuola come merenda. 

 

 

Non posso che segnalarvi anche i Succosissimi, succhi 100% frutta: oltre a pere, mele e albicocche troviamo anche la preziosissima rosa canina, il mirtillo e il sambuco che come per le composte io considero veri e propri prodigi per il nostro benessere. 

 

 

Altri prodotti che acquistiamo da Albergian sono il miele (castagno, acacia, arancio, eucalipto, millefiori, rododendro e tiglio) e la meravigliosa crema di pesche e amaretti che è proprio una delizia, sembra davvero di mangiare delle pesche con cioccolato e amaretti appena fatte. 

E poi ci sono le mie caramelle prefite: sonno all'Arquebuse che in piemonetese pronunciamo "archibus", un meraviglioso misto di erbe tra cui Genepy, Verbena, Genziana e Tanaceto, da provare assolutamente!

Puoi conoscere e acquistare tutti i prodotti Albergian puoi andare sul sito http://www.albergian.it

Giulia Mandrino

 

Come creare coniglietti pasquali con i bambini

Mercoledì, 02 Marzo 2016 09:32

Tempo di Pasqua, tempo di coniglietti e pulcini! Prendiamo l'occasione e insieme ai bambini tiriamo fuori l'anima DIY che c'è in noi!

Carta, stoffa, lana, erba: con pochissimo materiale e tanta fantasia possiamo creare coniglietti, ovetti e pulcini tenerissimi, allenando allo stesso tempo manualità e creatività.

Idee carine per realizzare dei coniglietti e degli ovetti pasquali: dalle sagome di carta che contengono i cioccolatini fino alle pattine per creare coniglietti morbidi, l'ispirazione per creare con i bambini 

1. Noi di mammapretaporter lo sosteniamo da sempre: i bambini dovrebbero iniziare a cucire fin da piccoli, un po' per non perdere questa preziosa arte, un po' perché il cucito, a mano o a macchina, è ottimo per allenare la manualità. Con della carta spessa sagomata a forma di coniglio e la macchina da cucire, potete creare insieme ai bimbi (sotto la vostra supervisione) degli animaletti che racchiudono dei buonissimi cioccolatini (magari fatti in casa!). Basta cucire i contorni, lasciare uno spiraglio, infilare i cioccolatini e chiudere bene con altri punti.
Non solo con la carta: provate anche in tessuto, oppure in iuta, saranno bellissimi!

foto 1 https://www.bloglovin.com/blogs/craft-gawker-1859473/paper-easter-bunnies-4265981516

 

2. Per cucire a mano, altra tecnica che è bene che i bambini imparino, c'è quest'altro lavoretto: usate delle vecchie pattine o degli scarti all'uncinetto e dell'ovatta. Non sono carinissimi?

foto 2 http://www.inspirativni.cz/kreativni-napady/velikonocni-inspirace/

 

3. Sempre nell'ambito dei tessuti, i coniglietti possono essere ricavati in maniera divertentissima anche dai pompon di lana! Bastano della lana, una forchetta e una forbice, e tanta immaginazione!
Per fare i pompon qui trovate delle istruzioni super semplici:

foto 3 http://www.adventuresofadiymom.com/2014/02/how-to-make-pom-poms-from-yarn.html?m=1

 

Dopodiché potete trasformare questi pompon in simpaticissimi animaletti pelosi:

foto 4 http://wonderfuldiy.com/wonderful-diy-easy-pom-pom-bunny/


4. Non buttate i pompon rimasti: potete usarli per realizzare un bellissimo runner per apparecchiare la tavola il giorno di Pasqua. I bambini si divertiranno moltissimo a dipingere le sagome dei coniglietti (utilizzando uno stencil) sul ritaglio di iuta!

foto 5 http://eclecticallyvintage.com/2013/03/burlap-bunny-table-runner/


5. Non solo: i piccoli pompon possono diventare le codine morbidose dei coniglietti che ritaglierete e organizzerete a formare uno striscione supercarino!

foto 6 http://like-the-cheese.com/2015/03/easter-bunny-banner/


6. Non solo coniglietti: la ghirlanda potrebbe essere realizzata anche cambiando il soggetto, rimanendo però sempre nell'ambito pasquale. Con della pasta di sale potete realizzare uno striscione di ovetti di mille fantasie!

foto 7 http://thedesperatecraftwives.blogspot.it/2012/03/salt-dough-easter-egg-garland.html


7. Gli auguri possono essere fatti anche a Pasqua, non solo a Natale! Con della carta spessa e dei fili di lana sarà bellissimo realizzare cartoline d'auguri davvero favolose. Coniglietti, ovetti, piccoli pulcini: la silhouette può variare, così come i fili di lana super colorati che riempiono la figura.

foto 8 http://katiescrochetgoodies.com/2014/04/easy-easter-craft-for-toddlers-bunny.html


8. Anche il giardinaggio è un'attività bellissima da svolgere con i bambini, didattica e super manuale come piace a noi. Le uova di Pasqua possono diventare occasione per colorare i pollici di verde: rompete le uova togliendo la parte superiore del guscio, svuotatele, riempitele di terra e piantate i semi dell'erbetta che avete scelto; dopodiché appoggiatele in un portauova, annaffiatele e attendete che i piccoli ciuffetti spuntino. Bellissime!

foto 9 e 10 http://www.gardenista.com/posts/diy-grow-your-own-wheat-grass-eggs


9. Con la Pasqua si avvicina la primavera, e con la primavera rinascono i fiori. Oltre all'erbetta nelle uova, potete trasformare Pasqua in un'occasione per risvegliare la voglia di giardinaggio, e con dei vecchi barattoli riciclati potete realizzare dei piccoli vasi super teneri per i fiori che iniziate a raccogliere in giardino!

foto 11 http://weekendcraft.com/journal/diy-recycled-easter-bunny-vases

Sara Polotti

Ve lo abbiamo detto: secondo noi la vita dei bambini va semplificata. "La semplicità è la chiave per crescere bambini felici": eh già.
Siamo sicuri di sapere di cosa hanno veramente bisogno i bambini? Spesso li sommergiamo di attività e beni materiali pensando di dargli così il loro amore, ma la verità è che basta davvero poco.

Ai bambini infatti basta pochissimo: lo sanno quando sono amati, sentono quanto è forte l'affetto, riconoscono una famiglia felice.

Lo sa bene Erin Kurt, una madre e maestra statunitense che ha fatto un piccolo esperimento (potete leggerlo qui): sapendo in prima persona gli sforzi che un genitore compie tutti i giorni per trasmettere il suo amore ai piccoli di casa, ha chiesto nel giorno della festa della mamma ai suoi alunni di scrivere quali erano per loro le dieci cose che più di tutto avrebbero voluto fare con i loro genitori. Insomma, le cose che sentono davvero valere la pena.

Vi stupirete, ma sono veramente le piccole cose a piacere ai figli. Sono i piccoli gesti a conquistare il loro cuore. Sono le azioni quotidiane a prendere il primo posto in classifica.

Ecco le frasi dei bambini per spiegare cosa li rende felici: quello che i bambini vogliono (e i genitori non sanno)

- Quando entrano in camera la sera, mi rimboccano le coperte e mi cantano una canzone. Oppure quando raccontano storie di quando eravamo piccoli.
- Quando ci abbracciano e baciano, e quando si siedono con noi per parlare in privato.
- Quando passano del tempo con noi, senza fratelli e sorelle intorno.
- Quando ci danno cibo nutriente in modo che cresciamo sani.
- Quando a cena parliamo di cosa potremmo fare nel weekend.
- Quando la sera parlano con noi di qualsiasi cosa: amore, scuola, famiglia, eccetera.
- Quando ci lasciano giocare un sacco di fuori.
- Quando ci coccoliamo sotto le coperte e guardiamo il nostro programma preferito in TV.
- Quando ci sgridano. Ci fanno sentire che ci tengono.
- Quando ci lasciano messaggini speciali nel sacchetto del pranzo o sulla scrivania.

Non sentitevi quindi insoddisfatti, genitori, o come se non steste facendo abbastanza. Semplificate, ma rendete il tempo passato insieme più qualitativo e meno quantitativo. I bambini apprezzeranno molto più di un tablet nuovo!

La redazione di mammapretaporter.it

Ciao Cucciola

Martedì, 01 Marzo 2016 14:08

Un urlo, come un fischio mi sveglia nella notte, poi ancora, un salto giù dal letto con il cuore impazzito ed un nodo alla gola, non lo avevo mai sentito ma ho subito capito cos’era e sveglio lui o ci svegliamo insieme è tutto rocambolesco a tratti ancora non capisco, ma di una cosa sono stata subito certa: è l’urlo della morte.

Cucciola ci ha lasciati dopo una malattia che silente l’aveva colpita e che appena lo abbiamo scoperto non ci ha dato il tempo di capacitarci di quanto fosse grave. O forse semplicemente non lo volevamo capire.

A distanza di giorni che da una parte sembrano stati un’eternità e dall’altra ci pare passato così poco, chiudo gli occhi e sento le mie mani che sfiorano la sua testina, che si perdono nel folto e morbido pelo caldo e che vengono travolte dai bacini più delicati e pieni d’amore che io abbia mai provato.

Ascolto “A te” e “Per dirti ciao” e guardo le sue foto mentre le lacrime mi velano lo sguardo ed il cuore mi si frantuma letteralmente nel petto in un dolore così vivido da essere fisico e palpabile.

La aspetto, aspetto ancora il suo musino che mi tocca le caviglie, le frasi che ci sussurravamo quando io interpretavo i suoi bisogni come a darle una voce e poi le rispondevo assecondando ogni sua richiesta.
Ho paura di poter dimenticare quella sensazione a livello fisico, di svegliarmi un giorno e non ricordare più la sofficità di quel pelo e il calore del suo fiato sulle mie mani.

Aspetto che il tempo plachi delle ferite che pare al momento non vogliano sapere di rimarginarsi, vivo nella speranza un giorno di riuscire a cancellare qualunque senso di colpa provo in questo momento e che tutte le mie paure, angosce e soprattutto i rimorsi possano cedere il posto al solo rimpianto di non averla più e poi alla gioia di aver goduto per più di otto anni di questa meravigliosa esperienza.
Perché non tutti ti possono capire e forse nemmeno tutti quelli che hanno avuto animali ti possono comprendere.

Con i conigli è così: ti entrano nel cuore silenziosamente, come silenziosamente vivono ma se sai dare loro quello di cui veramente hanno bisogno ad un certo punto ti renderai conto che ti sono entrati così tanto dentro che ormai il tuo cuore è loro, che ormai vivi e pensi lapino, che sei in sintonia e non potrai mai più darli per scontati, né dimenticarli.

Ci ha stravolto la vita come solo lei poteva fare, ci ha dato un amore che non credevamo possibile, ha reso le giornate quello che erano con la consapevolezza che solo gli animali hanno: vivere è il dono più grande ed il più semplice.
Ci ha amati sempre, in qualunque stato fisico o emotivo ci trovassimo, senza chiederci nulla se non la nostra presenza ed il nostro amore, e più le davi e più lei ti dava in misura esponenzialmente maggiore lei di noi.

Ho il cuore a pezzi e non trovo un modo per dare un senso a quello che è successo, semplicemente ancora non mi sembra reale, non lo riesco a razionalizzare.
Compiamo da giorni ancora tutti quei movimenti che facevamo quando era con noi: la verdura per lei nella lista della spesa, la tavoletta del wc sempre abbassata, non appoggiare nulla di rosicchiabile a terra, camminare stando attenti a dove metti i piedi, alzarci la mattina alla stessa ora anche la domenica, non stare troppo lontani di casa e cercare di darci i turni per farle più compagnia possibile...
Entro in casa e non la trovo, non posso salutarla e lei non ci verrà più incontro con i suoi baffetti in movimento.

Sento ancora il suo profumo caldo, di fieno e fiori ed è lì, nel mio naso, a tendermi un doloroso tranello.

Mi manca come non mi era mai capitato, così indifesa e piccola ha vissuto una malattia che sapeva di avere, perché ora ogni suo modo di fare ha un significato, perché quel suo atteggiamento e quel suo sguardo... lei sapeva che questo momento sarebbe presto arrivato ed ha vissuto per noi per darci gioia fino all’ultimo secondo.
Aspetto che le immagini dolorose dell’ultimo suo giorno si affievoliscano e lascino il posto ai bei ricordi, all’amore che ci siamo scambiati, alla gioia ed ai disastri...

Cerco di ascoltare le persone che mi stanno vicino e di farmi forza nel non scoppiare a piangere o nel non scattare in uno stato di ira, perché quando mi chiedono come stai vedo già la differenza sulla faccia delle persone e nella loro voce, quelli che te lo chiedono perché sanno cosa è successo e sperano che tu finalmente dica bene, perché un tuo tentennamento non è previsto, per loro è una domanda retorica ed aspettano una risposta tale e non arrivano a comprendere il perché tu ora non possa stare meglio; e quelli che te lo chiedono in punta di piedi e ti guardano negli occhi, ti tendono una mano e qualora tu vacillassi sarebbero pronti a prenderti, perché invece loro sanno e capiscono e tu non vorresti dire bene perché per te è presto e ti sembra una mancanza di rispetto verso Cucciola, ma puoi continuare a dire “male”... per quanto?
Perché io sto male, davvero, tanto.

Cerco di riordinare i pensieri e capire se devo scrivere altro, se ho dimenticato qualcosa ma ancora non ho ordine nella mente, nel cuore e nell’anima. E’ difficile, tanto perché il mio petto è carico di dolore che non riesco ad esprimere e di aneddoti che sono troppo gelosa, ora, per poterli condividere con gli altri.

Se avessi solo un altro minuto, se potessi toccarla anche solo per un secondo, se potessi parlarle per l’ultima volta le dire:

“Cucciola ti amo, come si amano le cose speciali, ci hai reso delle persone migliori, ci hai insegnato a fare scelte etiche sia nel cibo che in mille altre cose della vita quotidiana, mi hai sorpresa in un modo che non riesco a spiegare e ci hai fatti sentire amati in un modo così spontaneo ed incondizionato da essere disarmante. Quel pomeriggio lungo e doloroso, mentre eravamo sole e tu ad ogni mia lacrima alzavi lo sguardo verso di me ti ho mentito, ti ho detto che se volevi potevi andare, perché avevo l’impressione che ti aggrappassi con tutte le tue ultime forze ad un momento in più di vita pur di non vedermi piangere, ti ho mentito e lo sapevo già mentre lo dicevo ma ho finto per te, ma poche ore dopo ho gridato con la voce rotta dal pianto nel cuore della notte, con gli spasmi di dolore che mi laceravano il petto, perche non ero pronta a perderti e ancora non lo sono. Hai dato un senso alla mia vita e non potevo pretendere di più. Ora sei in un posto dove non puoi avere paura di nulla, né dei gatti (il tuo tormento) né dei rumori forti, sei tranquilla anche se noi non siamo lì e non ti senti sola, perché superato il ponte dell’arcobaleno c’è pace e l’erba è bella verde come piace a te, si può correre senza temere nulla. Sei il mio primo pensiero del mattino e l’ultimo prima di cercare invano di dormire. Mi hai regalato dei momenti preziosi che solo io, Daniele e te possiamo sapere e capire. Grazie Cucciola sei nella mia anima in un modo così profondo che ti sento e questo non me lo porterà via mai nessuno. Ciao amore stai tranquilla la mamma ti sente e ti è vicina. Ciao Cucciola.”

Devo assolutamente ringraziare delle persone:

la mia famiglia che sapeva l’amore che provavo per lei e mi sta vicina, tanto

il mio veterinario di fiducia che ha sempre compreso i miei stati da mamma ansiosa e mi ha consigliato sempre per il meglio

l’associazione Collina dei Conigli di Monza, i loro volontari svolgono un lavoro impeccabile ed amorevole con animali poco conosciuti, hanno una sensibilità speciale e parole di conforto consapevole visto quello che vedono ogni giorno, sono certa che le cose ed il cibo di Cucciola non poteva avere migliore destinazione, andateli a trovare e sosteneteli, scoprirete un mondo fantastico

Giulia (la nostra super blogger) sa cosa sto passando ed è riuscita a ricavare del tempo per me anche quando doveva destreggiarsi tra mille cose

Rossella che mi ha rassicurata con parole dolci, di comprensione ed affetto e con la certezza che la sua Birba starà già accudendo Cucciola per spiegarle lì le cose come funzionano

Corinne che si è rivelata quello che sospettavo, una ragazza con una dolcezza ed una profondità rare, che ha avuto le parole giuste al momento giusto, ha saputo toccare le corde più profonde del mio dolore e dirmi quello che avevo bisogno di sentire anche se ancora non lo sapevo nemmeno io, una ragazza dall’animo buono che con il suo cagnolino Kibo affronta quotidianamente la malattia di quest’ultimo con coraggio, amore, dedizione ed una profondità che noi tutti dovremmo avere

Ringrazio tutti quelli che, pur sapendo cosa ci è successo non hanno speso per noi un minuto, non si sono fatti vedere né sentire, grazie perché in questi momenti si ha l’opportunità di fare delle “scremature” e di tagliare i cosiddetti rami secchi, i nostri ricordi di Cucciola sono troppo preziosi per essere condivisi e sprecati con voi, peccato non sapete cosa vi siete persi

Ultimo solo in ordine di lista mio marito, è l’amore della mia vita ed ha assecondato tutto quello che in questi anni ho voluto fare e non fare per amore della mia coniglietta, mi capisce e mi supporta, mi consola e mi sostiene, mi da la forza, pur avendo anche lui nel cuore un dolore profondo che manifesta solo in modo differente dal mio. Grazie.

Adesso cerchiamo di vivere così, dando tempo al tempo, al momento siamo come su una linea che separa i ricordi dalla realtà e ancora non riusciamo a superarla né da una parte né dall’altra; ora voglio vivere questo dolore pienamente, tuffandomici a capofitto, fino in fondo, perdendomici dentro e fino all’ultima lacrima perché credo che sia di questo che ho bisogno, capire, ragionare, rimuginare fino a trovare un equilibrio che solo il tempo ci farà capire dov’è, ora dobbiamo spostare il baricentro della nostra vita e non è facile perché mentalmente siamo ancora legati ad avere lei come priorità, mettendo al secondo (se non al terzo) posto i nostri bisogni per dare spazio ai suoi, come è giusto che sia, fino a che non troverò la forza nel mio cuore di risollevarmi e sarò pronta a dire, senza più lacrime: ciao Cucciola.

www.confidonelcuore.com/ponte-dellarcobaleno

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

Sara

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Cecilia

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