L'acido folico è un nutriente necessario per tutti, in particolare risulta fondamentale in gravidanza: l'acido folico è infatti indispensabile nella produzione di globuli rossi e nella prevenzione di alcune forme di anemia ma anche per  prevenire malformazioni fetali come spina bifida, disfunzioni cardiache e neurologiche.

Ecco allora un succo perfetto per fare il pieno di vitamina B9: l'estratto all'acido folico per la gravidanza

 

 

Questi biscotti sono davvero una conquista: sono senza zucchero, senza farine quindi adatti anche celiaci e vagan (io vi propongo anche la versione con l'uovo). 

Ecco la ricetta dei biscotti gluten free e vegan cocco e limone: come realizzare dei biscotti paleo e vegan perfetti per merenda

Da qualche tempo ci siamo innamorate della fotografia neonatale: grazie ad Afineb, associazione di donne fotografe che vogliono diffondere questo nuovo tipo di scatti, sappiamo che la ritrattistica di famiglia non è più statica e tradizionale come un tempo, ma si sta trasformando in qualcosa di magico. I fotografi per bambini ormai si stanno adeguando alle nuove tendenze e il risultato sono immagini immortali ed eterne in cui i bambini, specialmente quelli appena nati, si mostrano in tutta la loro meraviglia.

Piccoli corpi elastici che sembrano ancora nella pancia della mamma, rannicchiati e coccolosi; occhietti chiusi in dolci nanne indisturbate; sguardi nuovi su un mondo sconosciuto: le fotografie dei bebè appena usciti dal ventre materno sono bellissime, vero?

Ma come si svolgono i servizi fotografici ai neonati? Una domanda che ci siamo poste e alla quale Afineb, con tutta la sua professionalità, dà la risposta

Innanzitutto, l'intento di un fotografo durante una "sessione neonato" è quello di fermare il tempo e immortalare gli attimi di bellezza unica che caratterizzano i primi giorni di vita dei bambini. I loro corpicini, ancora flessibili e quasi "uterini", si prestano alle pose più dolci, e approfittarne significa ottenere bellissime fotografie che resteranno per sempre ai genitori.

Solitamente, i bambini devono avere tra i nove e i quindici (al massimo venti!) giorni di vita, proprio per cogliere la flessuosità di un corpo che piano piano si trasformerà. E, da non sottovalutare, solitamente in questi giorni le colichette non sono ancora comparse: un vantaggio non da poco, se si pensa ad una sessione fotografica che richiede un minimo di immobilità, no?
La prima cosa fondamentale è la sintonia con il bambino (e con la famiglia). Il fotografo con delicatezza cerca di entrare in empatia con il piccolo con il quale nelle poche ore di servizio creerà un legame unico, necessario a cogliere l'emozione, la bellezza e l'unicità del piccolo essere umano. Ma anche con mamma e papà: tranquilli loro, tranquillo il piccoletto.

Regole imprescindibili sono naturalmente il rispetto della sicurezza e del benessere del bambino, che sarà in ogni caso costantemente in contatto con i genitori, presenza necessaria e irrinunciabile. In questo modo anche loro, con gli occhi sempre sul loro bimbo, possono rilassarsi e vivere in completa serenità un momento speciale e irripetibile, che può trasformarsi in un'occasione per fermarsi un attimo ad osservare tutti i dettagli del proprio figlio senza le pressioni e i milioni di cose da fare tipici dei primi giorni fuori dall'ospedale e da un'angolatura diversa: gli occhietti chiusi che sognano, le pieghe del corpo, i tratti perfetti e le somiglianze!

Affidarsi ad un fotografo specializzato significa proprio questo: essere sicuri che la sessione sia sicura, serena e professionalmente ineccepibile. I professionisti della fotografia neonatale sanno infatti come trattare con i piccoli e con i genitori, sono consapevoli della delicatezza del momento, ed entrando in sintonia con la famiglia possono assicurare il più tranquillo svolgimento del tutto, consigliando anche i neogenitori, guidati da mani esperte.

Il bimbo viene così adagiato sullo sfondo in studio, sempre accompagnato con delicatezza e sensibilità di tocco; viene protetto, controllato e assicurato; viene conosciuto, in modo da capire quando è a proprio agio, quando raggiunge il benessere, quando le posizioni sono a lui consone. E, non ultimo, viene osservato per coglierne tutta l'unicità.

Ma, da parte sua, cosa devono fare una mamma e un papà per essere sicuri che la sessione si svolga nella maniera più dolce e tranquilla possibile?

Innanzitutto, quando allattato, è bene ricordare che un bambino mangia tutto ciò che assume la mamma; nei giorni precedenti è quindi bene fare attenzione ai cibi ingeriti: meglio che non siano troppo pesanti, altrimenti potrebbero insorgere leggeri mal di pancia o fastidi che renderebbero il bambino più irritato e irritabile.

Poiché gli scatti più magici (e in effetti i preferiti dai genitori) sono quelli dei bimbi profondamente addormentati, accoccolati in morbidi sfondi o tra le mani di mamma e papà, nelle due orette precedenti la sessione è consigliato evitare di lasciare il bimbo addormentato o in un ambiente troppo tranquillo. Meglio riempirlo di stimoli, giochi, giostrine sopra il lettino e suoni (cantategli, parlategli, fate smorfie davanti al suo viso!), di modo che una volta in studio sia più propenso ad addormentarsi, o, comunque, sia molto più tranquillo e docile.

Anche per questo le sessioni durano abbastanza a lungo: il fotografo sa che deve seguire i ritmi del bambino, senza sforzare o imporre nulla. Genitori, evitate quindi di prendere troppi appuntamenti durate la giornata designata: ci sono bimbi che si addormentano subito, che sono bravissimi, che non fanno storie; altri, tuttavia, hanno bisogno di più tempo per adattarsi all'ambiente.

E se non fa il bravo? Non preoccupatevi, il fotografo si prende proprio per questo tutto il tempo che serve. Basta che voi ne siate consapevoli e non vi agitiate; vostro figlio ha un legame profondissimo con voi, soprattutto nei primi giorni di vita. Se quindi siete nervose pensando "farà il bravo? Riusciremo?", o avete troppe aspettative ("dormirà, vero?"), lui lo sentirà, e di conseguenza sarà davvero più difficile!

Nelle ore precedenti state quindi rilassate, mamme, e quando arrivate in studio vivete il momento come giusto che sia: in serenità. Sarà come andare a bere il caffè con un'amica: mentre voi chiacchierate, mentre gli fate le domande che vi balzano in testa (il fotografo è lì anche per questo!), mentre vi mettete reciprocamente a vostro agio, il bimbo sentirà questo vostro stato d'animo, saprà che non ha niente da temere, che quello è un ambiente sicuro e intimo e, di conseguenza, si addormenterà profondamente e docilmente.

Semplice, no? E da questi consigli si evince soprattutto una cosa: sempre meglio (anzi, d'obbligo!) affidarsi all'esperienza di mani esperte, di professionisti che sanno come trattare con creature così fragili e delicate. E per questo c'è Afineb, non dimenticatevene!

Sara Polotti

 

Foto Credits: Federica Purcaro Photography

SITO: www.federicapurcaro.it

FACEBOOK: https://www.facebook.com/FedericaPurcaroNewbornFamilyPhotography/

INSTAGRAM: https://instagram.com/federica_purcaro_photography/

L'isola delle cacche

Martedì, 26 Aprile 2016 05:01

Per alcuni bambini é difficilissimo separarsi dalla propria cacca a tal punto che diventano stitici e paradossalmente trattengono le feci.

Quell'enorme vortice dentro il water non fa pensare nulla di buono sul luogo dove vada a finire. Ed é proprio questo che loro vorrebbero sapere: "dove vanno a finire le mie cacche, perchè vengono portati via dei pezzi di me". Così il protagonista Teo rinvendica un suo sacrosanto diritto: "La cacca è mia e la gestisco io!". E se invece tutte le sue cacche finissero in un posto sicuro...? Allora sì... potrebbe farla tranquillamente! 

Questo libro spiega, sia a parole che con illustrazioni molto efficaci, dove vanno a finire le loro feci e introducono il concetto che nulla in natura viene sprecato. In questo modo i bambini che hanno paura a separsi dalle loro cacche probabilmente troveranno grande beneficio e coloro che invece non manifestano questo disagio saranno comunque felici di scoprire dove vanno a finire le loro cacche e il prezioso ruolo ha hanno nella natura. 

 

Maria Rita Parsi

L'isola delle cacche

Giunti

Giochi Montessori da fare all'aperto

Sabato, 23 Aprile 2016 06:03

Portare le attività in stile Maria Montessori all'aperto ha dei grandi vantaggi (ve ne abbiamo già proposte alcune qui). In primis il bambino passa del tempo nella natura, ambiente importantissimo per la sua crescita. In più impara a vivere in libertà facendo attenzione ad alcune regole (più ampie e meno restrittive rispetto alla vita al chiuso), osserva in maniera diretta la vita e il verde (imparando in maniera concreta) e si esercita all'indipendenza.

Vi proponiamo giochi Montessori da fare all'aperto: il modo migliore per dare al bambino la possibilità di costruire la propria indipendenza a contatto con la natura

1. Nella didattica montessoriana il corpo è fondamentale: imparare a conoscerlo e a sfruttare al meglio i movimenti significa diventare ogni giorno più indipendente, fisicamente e mentalmente. In questo senso lo yoga, che aiuta a familiarizzare con la respirazione e con le membra, è perfetto, e svolgere questa attività all'aperto coniuga alla perfezione la didattica corporea con quella ambientalista.

(foto 1 http://www.kidsyogastories.com/partner-yoga-poses/)

2. Travasi, acqua che scorre, imbuti, cucchiai e bacinelle: i bimbi scoprono il mondo anche giocando con l'acqua, elemento base della vita. Le water station di cui vi abbiamo parlato qui, sono perfette per stare all'aperto.

(foto 2 https://it.pinterest.com/pin/353532639477601539/)

3. Vita pratica? Eccola qua! Tra le attività più puramente pratiche per raggiungere l'indipendenza il giardinaggio è tra quelle più affascinanti, divertenti ed educative.

(foto 3 https://ourmontessorilife.com/)

4. Per allenare il linguaggio, la capacità narrativa, il vocabolario e l'espressività approfittatene di ciò che la natura offre: passeggiate con i bimbi descrivendo ciò che vedete, scegliete un albero e raccontatene la storia, fate una caccia al tesoro verbale (provate a trovare un determinato fiore, una pianta, un sasso, una foglia...).

(foto 4 http://www.firefliesandmudpies.com/2012/09/21/5-tricks-for-enjoyable-nature-walks-with-children/)

5. Invece di utilizzare le tessere montessoriane per imparare a tracciare le lettere, perché non tracciarle con ciò che la natura offre, come bastoncini, fiori e fili d'erba?

(foto 5 http://www.westlakelibrary.org/?q=node/4078)

6. E i colori? Portate con voi le etichette con le gradazioni di colore dei pittori per una caccia al tesoro dedicata alle sfumature del mondo!

(foto 6 https://it.pinterest.com/pin/169870217171784160/)

7. Per i bimbi più piccoli un elemento di conoscenza dell'io e del mondo è lo specchio (che non dovrebbe mai mancare nella cameretta, ad altezza bambino). Portandolo nella natura questo mondo da scoprire si farà ancora più interessante.

(foto 7 http://www.letthechildrenplay.net/2013/10/mirror-mirror-on-wall.html)

8. E anche appoggiato orizzontalmente si rivela uno strumento davvero affascinante da utilizzare in alternativa ai soliti, tradizionali piani di lavoro.

(foto 8 http://happyhooligans.ca/sensory-play-mirror/)

9. Per i bambini il gioco di ruolo è fondamentale. Non solo quello della vita pratica, che prevede di "imitare" le attività dei più grandi, ma anche quello con i pupazzi o piccoli personaggi, quello di immaginazione più pura. I bambini, giocando insieme o da soli, imparano il dialogo, la comunicazione, il problem solving. Si immedesimano nelle varie situazioni (più o meno realistiche) a cui andranno incontro nella vita. La giornata nel verde può diventare pretesto per costruire un piccolo ambiente naturale nel quale trasportare i giochi di ruolo!

(foto 9 http://frugalfun4boys.com/2013/03/22/plant-a-garden-for-imaginative-play/)

Sara Polotti

"Ma che spreco tutta quella polpa che rimane dopo l'utilizzo del nostro estrattore Estraggo Pro!". L'avete pensato anche voi? Beh, mi raccomando: non buttatela! Può diventare un ingrediente prezioso, dolce e buonissimo per mille altre ricette. Ma non solo!

Ecco 10 idee per riutilizzare la polpa dell'estrattore: un modo ecologico ed economico per sfruttare i buonissimi "scarti"

1. La prima idea? Cucinare del pane dolce aromatizzato alla frutta. Seguite la vostra solita ricetta per il pane fatto in casa e aggiungetevi circa 150 grammi della polpa avanzata da mele, mirtilli, banane, lamponi o arance. Mettete in una forma da plumcake, cuocete ed otterrete una buonissima colazione o merenda.

Fonte foto 1

2. Per i più piccoli la polpa della frutta estratta è perfetta per creare degli omogeneizzati naturali e gustosissimi. Semplicemente, aggiungete dell'acqua alla polpa, frullate a bassa velocità e il gioco è fatto. Ai piccoli piacerà moltissimo (è fresco, genuino e saporito!) e in più beneficeranno delle proprietà nutrizionali della frutta fresca.

Fonte foto 2

3. Vi piace l'abbinamento cioccolato-frutta? Come con il pane, aggiungete alla vostra ricetta per i brownies (o per la torta classica al cioccolato) la polpa delle fragole, dell'arancia o dei lamponi (le migliori accoppiate!).

Fonte foto 3

4. Aromatizzare e rendere più gustose le insalate è semplicissimo con l'estrattore: usate la polpa rimasta per arricchire il vostro piatto!

Fonte Foto 4

5. Per l'estate potete fare dei buonissimi ghiaccioli: mischiate la polpa a dello yogurt di soia (oppure mixate in quantità uguali succo e polpa dei frutti) e metteteli in freezer con gli appositi stampini. La bontà dei ghiaccioli senza il pericolo dello zucchero e dei coloranti!

Fonte foto 5

6. Fate degli hamburger vegetariani con la polpa delle verdure mischiandola con del pan grattato e del formaggio: saranno buonissimi! Idem le polpette, sa saltare in padella con olio d'oliva.

Fonte foto 6

7. Con 150 grammi di polpa avanzata (di carote o di frutta: come più vi piace!) potete fare dei buonissimi biscotti speziati, aggiungendo ad essa circa 250 grammi di farina integrale, un cucchiaio di zucchero di canna integrale, tre di malto (o miele) e tre di olio di semi d'arachide, ai quali potete aggiungere la vostra spezia preferita (un cucchiaino di cannella, oppure di paprika: fate voi). 170 gradi per venti minuti et voilà!

Fonte foto 7

8. La polpa delle verdure (sedano, carote, cavoli o spinaci) sembra fatta apposta per arricchire i vostri sughi al pomodoro, i piatti di pasta o i saporiti soffritti: approfittatene!

9. Non preoccupatevi se non avete tempo di riutilizzare subito la polpa della frutta e della verdura, o se vi sembra di sprecarla perché, beh, in quel momento non vi serve. Mettetela in freezer adagiandola nelle formine per i cubetti di ghiaccio: potrete utilizzarla in un secondo momento!

10. Non solo nei vostri piatti: la polpa in eccesso che scartate è un ottimo fertilizzante per le piante in giardino. Invece di buttarla nella differenziata organica spargetela nel terriccio!

www.estraggo.it 

La redazione di mammapretaporter.it

L'aromaterapia per riequilibrare i chakra

Venerdì, 22 Aprile 2016 08:12

Quando si parla di chakra si intendono i centri d'energia del nostro corpo. Ognuno di essi presiede ad una particolare funzione psichica od emotiva, ma funziona solo quando aperto (in modo da lasciare passare i flussi d'energia). E spesso la chiusura è data dallo stress emotivo e dalla cattiva salute dell'organismo.

I Chakra sono un retaggio di moltissime filosofie e religioni orientali, e quindi non ne esiste un'interpretazione univoca; tuttavia si è soliti identificare almeno sette chakra principali: quando essi sono aperti allora l'organismo sta meglio, sta in pace con se stesso, con il mondo, e tutte le funzioni agiscono correttamente.

Questi sette chakra sono rispettivamente quello della radice (alla base della colonna vertebrale), quello splenico (sopra la milza), quello ombelicale o solare, quello cardiaco, quello laringeo (sulla tiroide), quello frontale e quello coronario (sulla sommità del capo). 

Lo yoga, i massaggi, l'uso del cristallo e l'agopuntura sono solo un esempio delle terapie che possono essere impiegate per riaprire e riequilibrare i chakra. Tra queste, uno meno conosciuta ma altrettanto efficace è l'aromaterapia.

Ecco l'aromaterapia per riequilibrare i chakra: gli oli essenziali come tramite per riaprire i centri d'energia del nostro corpo

Gli oli essenziali sono l'essenza delle piante, la loro linfa, e sono potentissimi. Ecco perché, se associati nella maniera corretta, possono guarire efficacemente i chakra. Ogni zona trattata ha alcuni oli che le si possono collegare; quando quindi si è scelto a quale olio ricorrere, basta concentrarsi, rilassarsi, focalizzarsi sull'intenzione e versare sulla zona del chakra un paio di gocce di olio diluito, massaggiando con delicatezza in senso orario.

In alternativa, diffondete l'olio essenziale prescelto, rilassatevi, inspirate profondamente e pensate alla vostra intenzione di aprire quel determinato punto d'energia. Al contempo potete approfittarne, svolgendo qualche esercizio di meditazione oppure scegliendo una particolare posizione yoga.

Per il chakra della radice (zona pubica) gli oli essenziali più adatti sono quelli di sandalo, patchouli, legno di cedro e di rosa, zenzero, vetiver e cipresso. Esso si identifica come il centro d'energia al quale sottostà la forza di sopravvivenza della persona fin dai primi attimi di vita, e durante l'età adulta quando esso è in equilibrio fa sì che l'individuo sia ben radicato nella realtà, sicuro, non in balìa dei cambiamenti e delle paure.

Il chakra splenico (o sacrale) permette di esplorare appieno le emozioni, è responsabile dell'energia sessuale e fa sì che la persona sia in grado di esprimere i suoi bisogni. E' importantissimo perché, quando aperto e in equilibrio, aiuta l'adulto a capire le proprie necessità fisiche (fame, sete, eccetera) godendone senza lasciarlo cadere in abusi o dipendenze. L'ylang ylang, la rosa, il rosmarino, il gelsomino, la melissa, il neroli e la cannella serviranno a ribilanciare questo fondamentale centro energetico. La pace e la calma ne beneficeranno, così come il proprio bambino interiore e l'armonia generale, fisica ed emotiva.

Il chakra del plesso solare può essere stimolato attraverso il profumo di ginepro, lavanda, basilico, bergamotto, lemongrass, geranio, mirra e pepe nero. Esso è il centro della trasformazione, e quindi produce energia votiva, volontà, potere ed autostima. Con un chakra ombelicale funzionante si sta meglio con se stessi, si conoscono le proprie potenzialità e responsabilità, e l'autostima ne guadagna in maniera esponenziale.

La rosa, il geranio, il gelsomino, l'ylang ylang e il neroli aiutano moltissimo anche il quarto chakra, quello del cuore, insieme gli oli di melissa, vaniglia e camomilla. Trasformazione e amore passano attraverso il cuore, che aiuta così a perdonare, ad accettare il dolore, ad amare, ad aprirsi agli altri, a imparare a ricevere; infonde umiltà e diffonde gioia.

Il chakra laringeo sta alla base dell'identità creativa. E' da lì che l'uomo esprime se stesso, trova la propria voce e impara l'ascolto dell'altro. Tea Tree, lavanda, limone, patchouli, issopo e mandarino possono aiutare a ristabilire la salute di questo chakra, che se ben equilibrato aiuta la persona nella comunicazione: guadagnerà espressività, creatività ed ispirazione.

Incenso, legno di cedro, lavanda, rosmarino, origano, abete e rosa: scegliete questi oli se vi state preoccupando del vostro sesto chakra, quello frontale, detto anche Terzo Occhio. I sogni, le visioni e l'introspezione, la capacità di guardare dentro se stessi: un terzo occhio ben funzionante è responsabile di capacità intellettive e psichiche aumentate, efficienti e potenti.

Il Chakra Corona: il settimo si chiama così perché sta esattamente sulla sommità della testa di una persona. Si lega all'energia cosmica, alla saggezza e all'assimilazione della conoscenza, e per questo determina, quando in equilibrio, apertura mentale, capacità di argomentazione e profondità spirituale. In questo caso il profumo di incenso, mirra, lavanda, gelsomino, sandalo e basilico sarà la chiave per il ritrovato equilibrio.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sembra qualcosa di utopico, strano, irrealizzabile. In Italia, quantomeno, è così lontano dai nostri modelli da pensare che non esista nemmeno. Eppure negli Stati Uniti un modello scolastico olistico esiste: si tratta di una scuola che coniuga educazione, didattica e benessere.

Namaste school, la prima scuola olistica al mondo: un modello educativo da esportare per un nuovo modo di intendere la scuola integrando programmi incentrati sulla salute di corpo e spirito

La Namaste Charter School (namastecharterschool.org) è pubblica, ed è nata a Chicago nel 2004 con l'intento di formare studenti in salute che traggano da questo stato di benessere moltissimi benefici fisici ed educativi. "Perché focalizzarsi sulla salute e sul benessere?", si chiedono i fondatori. Beh, "perché bambini sani sono migliori studenti".

Essendo pubblica (è una Charter School, che negli Stati Uniti significa essere un istituto che riceve qualche fondo pubblico - anche se molto meno rispetto ai plessi scolastici normali e totalmente pubblici - rimanendo un po' più autonomo, vivendo grazie alle sponsorizzazioni private e decidendo una linea definita che lo identifichi), è aperta a tutti i ragazzi, che non necessitano di particolari requisiti d'ammissione: il tutto è deciso dal caso, perché ogni bambino è uguale agli altri e tutti hanno il diritto di poter beneficiare dell'educazione Namaste Charter.

In sostanza, la scuola (materna ed elementare) modifica i soliti modelli e orari scolastici integrandoli con ore dedicate al benessere. 

Colazioni e pranzi nutrienti e salutari, pasti settimanali con le famiglie (per una maggior consapevolezza sull'alimentazione e una trasparenza completa), esercizio fisico ben studiato (almeno un'ora al giorno, seguita da mezz'ora di rilassamento - "recess" - e anticipata all'entrata dal "Morning Movement", il moto mattutino a ritmo di musica) e tempo dedicato alla meditazione e alla mente: le giornate, più lunghe rispetto a quelle tradizionali, presentano programmi dedicati proprio a questo, oltre che ad una didattica innovativa.

I pilastri su cui questa scuola si fonda sono sei, e sono davvero illuminanti:

L'alimentazione e il benessere (attraverso gli esercizi, il cibo sano e la meditazione); il movimento (integrato anche nell'insegnamento più puro, con l'obiettivo di avere sia corpo che mente attiva); la concezione pacifica della scuola (che promuove sicurezza, rispetto, dialogo e risoluzione non violenta dei conflitti); le lingue e le culture (insegnate per imparare i valori della conoscenza e del rispetto); la collaborazione (massimizzata tra tutti: studenti, insegnanti, personale e genitori); e, infine, il processo di apprendimento bilanciato secondo la tassonomia di Bloom (che valuta le fasi di apprendimento e costruisce di conseguenza il processo educativo).

Le giornate scolastiche, dicevamo, contano più ore rispetto alle altre scuole (si parla di circa sette ore e mezza al giorno, dalle 8.30 alle 4 del pomeriggio), ma non solo: anche l'anno scolastico dura di più, e di conseguenza l'educazione è ottimizzata. Non perde nulla ma guadagna soltanto!

I genitori, poi, nell'ottica della più completa collaborazione con la scuola e gli alunni, hanno a disposizione l'accesso alla biblioteca e ai laboratori informatici, e possono volontariamente offrirsi per aiutare gli insegnanti e il personale. E, come per i bambini, anche a loro sono dedicate delle classi di esercizio fisico, come lo yoga o la zumba, sei volte a settimana.

La scuola diviene così un punto di riferimento, un ambiente solido e stabile sul quale poter fare affidamento. I bambini capiscono cosa significa il benessere, imparano ad essere persone pacifiche e, soprattutto, capiscono come utilizzare il loro intelletto in maniera responsabile.

Sara Polotti

Dire di no allo zucchero senza rinunciare al tradizionale e bellissimo packaging à la belle epoque e, soprattutto, al gusto inconfondibile delle piccole caramelle fragranti e gustose che da un secolo e mezzo (suppergiù: parliamo del 1857, anno di fondazione della storica azienda torinese) si sciolgono sui nostri palati: ora è possibile, perché il Re della Dolcezza ha pensato anche alla salute e ai livelli di glucosio nel nostro sangue!

Vi presentiamo le nuove pastiglie Leone senza zucchero, per veri golosi: le Pastiglie Leonsnella, la novità pensata dal Re della Dolcezza

Le conosciamo tutti, e tutti abbiamo un gusto preferito al quale non resistiamo, da comprare in scatoletta esclusiva o da pescare nei mix tutti gusti. Le Pastiglie Leone sono buonissime e leggere, ma da oggi lo saranno ancora di più.
Se avete deciso di eliminare (o quantomeno ridurre) lo zucchero dalle vostre tavole e dalle vostre ricette (ma anche dalle piccole pause-merenda!) per motivi di salute, per scelta etica o semplicemente perché preferite evitare di assumerne troppo, ne sarete lieti: arrivano le Pastiglie Leonsnella, gommose e senza zuccheri (e senza glutine, come sempre!).

I gusti tra cui scegliere, davvero intensi grazie all'impiego in alta concentrazione di essenze ed estratti di erbe piante aromatiche accuratamente selezionate, sono come sempre irresistibili e variegati: propoli, cannella, limone, balsamiche, liquirizia e mirtillo.

Le pastiglie Leonsnella sono gommose, dicevamo: una novità, così come l'assenza di zucchero o di qualsiasi altro dolcificante di sintesi. Il gusto rimane quello di sempre, buonissimo, ma come sempre Leone punta alla naturalezza, seguendo l'antica tradizione confettiera ed erboristica.

Ecco perché il gusto zuccherino è ottenuto solo grazie all'aggiunta di dolcificanti naturali senza aspartame né edulcoranti di sintesi come il maltitolo e lo xilitolo; essi contengono la metà delle calorie dello zucchero normale e sono perfetti per i diabetici, che li tollerano maggiormente, tenendo così sottocontrollo i livelli di glucosio.

Anche l'ottenimento della consistenza gommosa segue un suo rigore: per scelta, infatti, le Pastiglie Leone non impiegano gelatine animali ma esclusivamente gomma arabica, elemento conosciuto e utilizzato fin dai tempi più antichi per le sue proprietà addensanti e il suo aspetto inodore e insapore, oltre che per il suo bassissimo contenuto calorico e l'alto apporto di fibre vegetali all'organismo.

Quella impiegata nelle Pastiglie Leonsnella è la gomma arabica Kordofan, una fibra vegetale di origine 100% naturale, una resina vegetale il cui aspetto è quello di una lacrima ambrata che scende dal tronco e dai rami dell'acacia Senegal (che cresce, appunto, nella regione Kordofan del Sudan), ultima specie prima del deserto.

Mamme, siate poi contente e tranquille: le Pastiglie Leonsnella gommose e senza zucchero mostrano orgogliose sulla confezione il marchio "Dente Felice", rilasciato dall'associazione "Toothfriendly", composta da esperti del settore odontoiatrico che in maniera no profit vogliono diffondere la cultura della buona salute dei denti, promuovendo i prodotti che non li rovinano. Cosa significa? Significa che potete stare tranquille e serene quando pensate ai dentini vostri e dei vostri bambini: gli ingredienti utilizzati nella ricetta di queste deliziose caramelle non favoriscono l'insorgere delle carie.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Caramelle, una passione per i bambini: le amano in ogni forma e colore e sembremmero non smettere mai. Le caramelle a nostro parere non solo assolutamente da vietare perchè davvero sarebbe privare i propri bimbi di una vera e propria gioia della vita: è necessario però prendere alcuni accorgimenti. Sul mercato infatti si trovano tantissimi tipi di caramelle che possiamo dividere in tre categorie:

1. LE SCHIFEZZE: sono zucchero bianco + conservanti + coloranti + gelatina di maiale. Sorvolando sul fatto che sono chiaramente composte da ingredienti pessimi, quello che alcuni di voi non sanno è che lo zucchero bianco non è una fonte di energia salutare per il bambino. Ecco tutto quello che dovete sapere in merito allo zucchero bianco assunto dai bambini. Non solo, in questo articolo trovate invece informazioni in merito ad alcuni altri ingredienti presenti spesso in merendine e caramelle e il loro impatto sul comportamento dei più piccoli. Attenzione quindi, al supermercato scegliete altro. 

2. Camelle di qualità: sono quelle che ci davano le nostre nonne, con parsimonia e in cambio di una coccola che non poteva non arrivare. A volte contengono sì zucchero bianco ma gli ingredienti all'interno sono di qualità. Le mie preferite? Le pastiglie Leone chiaramente! Già, solo l'infinita scelta che hai di gusti e colori, con quelle tinte pastello e quella densità che sta tra il croccante e il morbido che si scioglie. 

1. Gli ingredienti: 

Sara

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Cecilia

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