Questa è una ricetta incredibile, perfetta come merenda a scuola per i bambini perchè è ricca di proteine vegetali grazie alla canapa, omega 3 sempre grazie alla canapa, calcio delle mandorle e minerali dei pistacchi: la farina di riso integrale è senza glutine, quindi leggera e con un lento rilascio di energia, che rende i miei  creakers ai pistacchi perfetti per sostenere le ultime e più difficili ore di scuola la mattina. Ma sono anche una base perfetta per preparare salatini e stuzzicchini per un aperitivo o per colmare le voglie di zuccheri di noi mamme durante la giornata. 

Ecco la ricetta dei creackers ai pistacchi: come realizzare degli snack buoni, proteici e leggeri, senza glutine e vegan

Giulia Mandrino

Si chiama "metodo Bortolato", o "metodo analogico", e propone un nuovo approccio per i bambini alla matematica. L'ha messo a punto Camillo Bortolato, insegnante navigato alla scuola primaria, ed è davvero una rivoluzione!

Vi presentiamo il rivoluzionario metodo Bortolato per imparare la matematica: il nuovo approccio per comprendere numeri e operazioni attraverso le analogie, perfetto per i bambini della scuola elementare

Ma di cosa si tratta? In sostanza è un metodo più naturale e armonico per aiutare i bambini ad apprendere la matematica attraverso metafore ed analogie, ispirato dalla natura stessa dei bimbi che imparano a giocare e a parlare attraverso la loro genialità. Non attraverso la logica, quindi, ma attraverso l'analogia, attraverso gli esempi e le metafore.

Il metodo è perfetto per i bimbi della scuola primaria, ma non solo: anche in età prescolare si può iniziare ad utilizzare questo approccio, efficace sempre e comunque. Soprattutto nel caso in cui i bambini abbiano difficoltà in questa materia: riappropriandosi dei metodi mentali naturali tornano infatti alla base dell'apprendimento, rendendo tutto più semplice e favorendo il successo.

Il punto di partenza è la riscoperta di come funziona la propria mente, senza cancellare ciò che si è precedentemente imparato, ma aggiungendolo ad esso. 

In questo senso il primo passo è liberarsi dalla concettualità, e cioè dall'idea che bisogni padroneggiare il concetto di numero per eseguire i calcoli mentali. Già, perché fin dalla nascita il bambino ha in sé una competenza che gli permette di attribuire nome alle quantità, ma questo non è eccezionale e non è necessario alla matematica.

Insomma, è bene allontanarsi dal pensiero che prima di tutto i numeri siano qualcosa di scritto: i bambini bravi  nella matematica non pensano ai numeri scritti, ma hanno una visione più coerente e completa. Nella loro testa non hanno numeri scritti, ma "palline", senza cambi! I bimbi che non fanno fatica in matematica hanno la mente libera dai numeri scritti, vedono le palline, e questo è il segreto, questo è il concetto del metodo analogico, che vuole riprendersi le palline.

Il tutto perché il sistema decimale di calcolo che impariamo solitamente è basato sul contare sostanzialmente per uno. Una cosa alla volta. Con il metodo analogico, invece, ci si riappropria dell'atteggiamento naturale di evitare di contare una cosa alla volta, vedendo piuttosto la completezza dell'operazione.

Tutto questo a scuola si traduce in lezioni frontali che dicono pochissimo dando più peso al fare e al pensare da soli, e che non parlano troppo di decine e di unità.

Il calcolo mentale sta quindi al centro dell'insegnamento: prendendo spunto dai bambini che riescono nella matematica nonostante gli insegnamenti classici, si cerca quindi di dare a tutti i bambini la scintilla per guardare al calcolo mentale come a qualcosa di semplice, qualcosa che "si vede" e si percepisce, senza dare nome ai numeri.

Vedere le quantità con gli occhi, immediatamente; non astrarre le quantità attraverso i nomi dei numeri; superare la tendenza a contare tutto ciò che ci sta davanti mettendo piuttosto in ordine i "puntini": sono questi i pilastri del metodo, che sostanzialmente punta a ripendersi l'istintività matematica insita in ogni bambino. Anche in quelli più in difficoltà, quelli considerati discalculici, quelli che sembrano odiare i numeri e le quantità.

Per un approfondimento vi rimandiamo quindi al sito del professor Camillo Bortolato: attraverso slide, esempi e pensieri ci si immerge subito nel suo mondo fatto di analogie, metafore e puntini! http://www.camillobortolato.it/metodo_analogico.aspx

Ecco come realizzare in pochi istanti delle granite buonissime perfette come merende estive: la ricetta della granita estiva super vitaminica

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/65186679@N07/7604009168

Oddio, chi cazzo è? (ovvero post partum e dintorni)

Mercoledì, 06 Luglio 2016 06:29

E niente, torni dalla clinica con 3 chili e mezzo di abbacchio. Per qualche giorno hai casa sempre piena di gente. Si materializzano in ogni angolo, sbucano silenziosamente offrendo aiuto, cibo, consigli (quasi sempre non richiesti). Ti ronzano intorno scrutando segni di cedimento, di stanchezza, di depressione. Ti chiedono ogni 5 minuti se “ti è entrato il latte”, con la stessa naturalezza con cui ti chiederebbero se hai ricevuto un bonifico. Sbirciano mentre cambi il pannolino al pupo, con occhio indagatore per vedere se lo lavi per benino con acqua e non con le terribili salviettine umide. Ti spiano mentre allatti per essere certi che tu non stia facendo finta e che non hai in realtà un biberon nascosto sotto al cuscino. È come stare dentro la casa del grande fratello. Poi piano piano la cosa perde di interesse, tu inizi a far capire con educazione e gentilezza che hanno abbondantemente sfracellato le ovaie e iniziano a dileguarsi. Le visite si diradano, e ad un certo punto anche il marito torna a lavoro. Il primo giorno che ti ritrovi sola a casa col nano malefico, credo rimanga impresso per sempre, stampato a fuoco sulla corteccia cerebrale.

Di colpo c'è un silenzio irreale, rotto solo dal pianto improvviso del poppante per il qualsivoglia motivo. E la prima volta che questo succede, la prima volta che il nanetto piange e tu sei sola in casa (o almeno pensi di esserlo) la reazione è più o meno la stessa per tutte: “chi cazzo è????!!!”. Si perchè per pochi attimi, quando ti ritrovi da sola a casa col pupo, e lui dorme...lo so è brutto da dire...ti scordi che c'è...non sei abituata, soprattutto col primo figlio. Cioè tu lo sai che LUI o LEI c'è, il casino te lo ricorda in continuazione, ma sei talmente stanca e cotta che in alcuni momenti lo rimuovi! Dai non dite che non è stato così anche per voi! Io saltavo sul letto la notte! Ti assopisci per mezz’ora e di colpo quell’esserino infame urla come se fosse scoppiata una bomba! E a te saltano le coronarie, ti formicolano le mani e i piedi per lo spavento e per una frazione millesimale di secondo nella tua testa passa un flash...”CHI CAZZO E’? LA TV ACCESA? IL BIMBO DEI VICINI?”...e realizzi che no...è tuo figlio! Che probabilmente ha fame, o deve fare un accidente di ruttino, o ha una sgommata sul pannolino. E siccome non può semplicemente vagire, no...troppa grazia...un cesareo che ti ha squarciato l’utero è poco...il neonato URLA! E non c’è fade in o fade out che tenga! Un urlo che parte a 4968 decibel e che resta fermo e costante fino a quando tu madre non hai soddisfatto la sua richiesta!

Idem durante il giorno. Tu tranquilla sul divano a piegare quelle 23 lavatrici di panni accumulati. La tv accesa a basso volume per non disturbare. Il baby monitor vicino, povere illuse, non sia mai che dovessimo non sentirlo...ma quanto siamo sceme...e nella quiete della casa, parte l’urlo a sirena dello gnomo! Lo senti tu e lo sentono anche in Uzbekistan, registrandolo come terremoto grado 12 della scala mercalli: distruzione totale in atto.

E i primi giorni da sola...beh da una parte ti rimettono in carreggiata, ti obbligano a cercare di costruire nuovi ritmi, a riprendere in mano la tua vita. Ma dall’altra, minchia se sono difficili! Cioè parliamoci chiaro, entri in bagno per una pisciata veloce e già stai con la morte nel cuore. Figuriamoci poi se devi lavarti...ve lo ricordate Fantozzi quando si preparava la mattina per andare a lavoro...caffelatte con pettinata incorporata e tre minuti per vestirsi...ecco non può competere con “madre di neonato che entra in bagno per darsi una parvenza”. Io ero in grado di passare da “mortacci de pippo quanto puzzo” a “beh dai se arriva qualcuno posso anche aprile la porta” in meno di 2 minuti. Cronometrati eh, mica cazzi! E appena uscivo dal bagno, pensando “beh, mi sono lavata, forse ci scappa pure un caffè”....taaaac! Neonato urlante! Lo tiri su dalla culla e...blurp...mezzo litro de rigurgito sulla maglietta fresca di bucato...bestemmi in silenzio, e....DRIIIIIINNNNNNNN! Il campanello! “signora c’è una raccomandata! Che fa esce?”...beh dipende, se posso non tornare dentro quasi quasi...e via, prendi sta maledetta raccomandata, ti riprometti di aprirla prima della fine della giornata, la posi all’ingresso e la apri il giorno che ti staccano la corrente per “mancato pagamento della bolletta”. Si perché a ridosso del parto arriva sempre qualche cosa da pagare, che ti sfugge perché ovviamente sei presa dal pensiero che a breve la tua meravigliosa Bernarda dovrà essere sottoposta a una durissima prova di agilità. E quindi non paghi...Poi a pochi giorni dalla nascita dell’erede, arriva la raccomandata con il sollecito, ma tra i 9 miliardi di impegni della giornata la cosa ti sfugge e inevitabilmente proverai l’ebbrezza di vivere come gli Oleson...

Ma la bolletta non pagata è solo un granello di sabbia, è solo la prima di una lunga serie di To do list che cominceremo a scrivere dopo il parto. Ma io ve lo dico da adesso. Lasciate perdere! Tanto tutte quelle cose che si stanno accumulando, non le farete mai più! La lampadina dell’ingresso da cambiare? La maniglia da riparare? La fodera del divano da ricucire? La scarpiera da ordinare? Lo farete con calma quando andrete in pensione! E sapete perché? Perché adesso quando fai un figlio (e lo so per certo che prima non era cosi perché mia madre me lo ha confermato), il giorno in cui ti dimettono, il pediatra di turno ti guarda in faccia e ti dice: “allora senta, io le consegno questo ragazzino, le istruzioni gliele ho scritte su questo libricino di 800 pagine. Mi raccomando, si attenga a tutte le mie indicazioni e ci rivediamo per il controllo tra una settimana. Non dimentichi di dargli le vitamine!”

Le vitamine...nella tua testa rimbomba questa parola...VITAMINE...e tu immagini un flacone magico, della capacità minima di due litri, con sopra scritto “vitamine per bambini sani e felici”. E pensi, sarà facile...’na vagonata de ste gocce una volta al giorno ed è fatta...MADDECHE’!!! MALEDETTI! Arrivi a casa, prendi in mano i fogli della dimissione e inizi a leggere...LUTEINA...FERMENTI...VITAMINA D...da somministrare alcune lontano dai pasti ,altre subito dopo, con luna calante e intonando canti alle stelle. Da conservare a temperatura ambiente, o in frigo, o in una microserra a clima tropicale. Ovviamente provate a dare le gocce col cucchiaino a un essere umano di tre giorni...una metà la sputa, l’altra metà cola sulle pieghe del collo...e quanto costano? Mediamente 20 euro a flacone, ‘na caccola! Quindi passiamo la giornata ad allattare, cambiare, dondolare, far passare coliche, lavare, coccolare e somministrare gocce. Gocce che a detta dell’ospedale sono di vitale importanza per una crescita sana ed equilibrata. E nella manciata di minuti che ci avanzano in questo delirio di giornate monopolizzate da questi fagottini rosei, la bolletta non la paghi, non la apri proprio.

Ecco perchè scopri l’importanza dei promemoria. Il telefono suona ogni 10 minuti per ricordarti qualcosa, tipo le gocce di cui sopra, il flaconcino di tisana dopo la poppata per evitare le coliche (che poi gli verranno lo stesso, ma almeno stai a posto con la coscienza che il farmacista pure sta settimana il pane in tavola lo ha messo), la visita oculistica da prenotare (io la prima l’ho fatta a 10 anni, adesso si fa a un mese, ma va tutto bene), il controllo di crescita da fissare o da spostare perché si accavalla con lo screening per l’udito. E via dicendo...un susseguirsi di dire fare baciare che non ha fine e non dà tregua. E nonostante tutto, ti appisoli sul divano, il pargolo si sveglia piangendo e la tua mente ancora dà l’allarme intruso...apri gli occhi, italia 1 trasmette i Simpson quindi sembra una giornata normale, ma quel pianto ti riporta coi piedi per terra. Corri da lui, ti fissa con quegli occhietti velati...pugnetti stretti...guanciotte pienotte...e niente, sei cotta, lessa, strafatta e il cuore perde un colpo perché...ti rendi conto che mentre dormiva ti è pure mancato, e ti rendi conto che sei folle perché pensi che lo rifaresti cento volte...poi ti accorgi che ha fatto una di quelle pupù ascellari, fin sulla schiena, tutto smerdato ovunque, incluse le lenzuola della culla. Lo cambi e dopo 10 minuti la rifà un’altra volta. Lo cambi di nuovo, lo allatti e dopo aver finito di poppare, fa un rutto di quelli che pettinano e vomita la centrale del latte. Lo cambi ancora e mentre afferri un pannolino pulito ti piscia addosso. Suona il telefono...promemoria...prendere la pillola... Facciamo che per sicurezza ne prendo due☺

Cinzia Derosas

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I rimedi omeopatici per i raffreddori estivi

Martedì, 05 Luglio 2016 08:09

Finalmente è arrivata l’estate, tempo di vacanze, relax e tintarella. Con la bella stagione sopraggiungono però anche caldo e afa, e sono ormai moltissime le persone che utilizzano l’aria condizionata per trovare un po’ di refrigerio, a casa, in macchina o in ufficio. Da un po’ di anni, poi, anche quasi tutti gli esercizi commerciali mantengono le temperature molto basse. L’uso eccessivo dell’aria condizionata può essere però controindicato e provocare fastidi quali tosse, mal di gola e febbre da raffreddamento. Per questo è importante mantenere la temperatura dei locali interni tra i 25 e i 27 gradi e comunque non abbassarla troppo di notte, quando anche il calore corporeo e la temperatura esterna diminuiscono.

Nel caso in cui un abuso del condizionatore causi fastidi tipici delle malattie da raffreddamento, i medicinali omeopatici possono essere una valida scelta terapeutica per curarsi e curare i piccoli di casa. Grazie alle elevate diluizioni, i medicinali omeopatici non presentano, infatti, problemi di sovradosaggio o rischi di interazione con altri farmaci e sono dunque adatti a tutti, anche ad anziani, bambini e donne in gravidanza e allattamento.

Quella tosse fastidiosa

Nel caso in cui l’aria condizionata provochi la tosse, consiglio l’assunzione di Stodal, uno sciroppo omeopatico indicato per tutti i tipi di tosse. Stodal è adatto anche ai bambini al di sotto dei due anni in quanto non contiene sostanze mucolitiche e permette di ridurre la frequenza e l’intensità del disturbo. Stodal è utile inoltre per trattare le irritazioni delle vie aeree e per ripristinarne la naturale struttura fisiologica. La posologia consigliata per gli adulti è di 15 ml (3 bicchieri dosatori, oppure un cucchiaio da minestra) mentre per i bambini è di 5 ml (un bicchierino dosatore o un cucchiaino da tè), 3-5 volte al giorno.
Per chi è spesso fuori casa, o per chi semplicemente non ama gli sciroppi, Stodal è disponibile anche in granuli, un formato pratico da inserire in tasca o in borsetta. In questo caso, la posologia è di cinque granuli 3-5 volte al giorno.
Esistono inoltre diversi medicinali a nome comune che possono venirci in aiuto in caso di tosse provocata da aria condizionata. In presenza di tosse secca con tonalità quasi acuta il medicinale più adatto è Spongia tosta 9 CH, mentre in caso di bruciore posteriore allo sterno consiglio Bryonia 9 CH. Per entrambi i medicinali la posologia è di 5 granuli ogni 3 ore. In caso invece di nausea da tosse grassa, in particolare nel caso dei bambini, consiglio Ipeca 9 CH, 5 granuli ogni 3-4 ore. Quando la tosse di manifesta di notte, pregiudicando il sonno e quindi il riposo, il mio consiglio è di assumere 5 granuli ogni 3 ore di Drosera 9 CH. Antimonium tartaricum 9 CH, 5 granuli ogni 3-4 ore, è invece particolarmente indicato in caso di tosse produttiva e abbondante.

Quando il mal di gola arriva “fuori stagione”

Il mal di gola è uno dei sintomi più tipici dovuti all’uso dell’aria condizionata. Si tratta di un’infiammazione del cavo orale che, durante l’estate, è causata principalmente dall’alto tasso di umidità e dagli sbalzi di temperatura, i quali favoriscono la proliferazione di virus e batteri nelle alte vie aeree e digestive. In questi casi prescrivo Aconitum 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni 2-3 ore. In caso invece di infiammazione estesa della gola con dolore laringeo consiglio ai miei pazienti Phytolacca 7 CH, 5 granuli ogni 2-3 ore. In presenza di gola secca, bruciante e particolarmente arrossata il medicinale più indicato è Arum triphyllum 9 CH, 5 granuli ogni 2-3 ore. Sambucus 5 CH può essere invece assunto in via preventiva, nella posologia di 5 granuli alla sera prima di coricarsi.

Febbre

L’aria condizionata può provocare anche un raffreddamento che sfocia in febbre, disturbo particolarmente fastidioso quando si presenta in estate. Nel caso in cui la febbre sia elevata, con ansia e tachicardia, e dovuta a sbalzi termici, consiglio l’assunzione di Aconitum 9 CH, 5 granuli ogni ora. Per la febbre a esordio improvviso caratterizzata da sudorazione abbondante, viso arrossato e mal di testa Belladonna 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni ora. La febbre può presentarsi inoltre in forma graduale e associata a cefalee e tosse secca. In questi casi suggerisco Bryonia 9 CH, 5 granuli ogni 3 ore. Per gli stati febbrili con intensa prostrazione, indolenzimento degli arti e cefalea utile un’unica dose di Gelsemium 30 CH, poi 5 granuli di Gelsemium 9 CH, ogni 6 ore. In caso di sindromi febbrili con indolenzimento, dolori ossei e ai bulbi oculari si può assumere Eupatorium perfoliatum 9 CH, 5 granuli ogni ora.

Raffreddore da aria fredda

Freddo, sbalzi di temperatura e altri fattori ambientali sono tra le cause più frequenti per contrarre il raffreddore. Non appena si riconoscono i sintomi del raffreddore (starnuti, naso tappato o che cola, bruciore alla gola...) suggerisco di assumere una dose di Oscillococcinum il prima possibile e poi di ripetere l’assunzione fino a tre volte al giorno, ogni sei ore circa. Il medicinale secondo la mia esperienza aiuta a velocizzare il decorso della malattia.
Inoltre, in questi casi prescrivo Allium cepa 5 CH, 5 granuli più volte al giorno. In presenza di muco denso e di color giallo è invece utile assumere Cinnabaris 5 CH, 5 granuli 4 volte al giorno, mentre Sticta pulmonaria 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni ora, è indicato per le sinusiti etmoidali bloccate (naso chiuso), con dolore alla radice proprio del naso. Infine, quando la respirazione è difficile a causa delle narici intasate, consiglio Nux vomica 9 CH, 5 granuli 4 volte al giorno.

MEDICINALI OMEOPATICI: POSOLOGIA E SOMMINISTRAZIONE

La somministrazione dei medicinali omeopatici è molto semplice: i granuli e i globuli omeopatici, ovvero le forme farmaceutiche specifiche più diffuse dell’omeopatia, vanno lasciati sciogliere in bocca, preferibilmente sotto la lingua.
Per la somministrazione ai neonati e ai bambini sotto i due anni di età possono anche essere sciolti in un po’ d’acqua, preferibilmente oligominerale e a temperatura ambiente (meglio evitare la miscelazione con tisane o bevande aromatiche) e proposti in un bicchiere, nel biberon, o con un cucchiaino.

A cura del dottor Dario Vicenzi, medico di famiglia esperto in omeopatia a Modena

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Quando acquistiamo un prodotto, soprattutto riguardante la cosmesi naturale, ci domandiamo se effettivamente sia “naturale” come dicono: com’è possibile infatti che si raggiunga la grande distribuzione con prodotti naturali? Non sarà solo un grande business?

A volte bisogna proprio vedere con i propri occhi: inutile fare grandi pubblicità spendendo n. mila euro. Questo ha scelto di fare Weleda Italia. Ha così unito un gruppo di blogger, giornalisti, farmacisti e medici e li ha portati a visitare le sue coltivazioni in Germania, a Schwäbisch Gmünd, a un’ora di macchina da Stoccarda; tra questi ho avuto la fortuna di essere presente anche io e ora vi racconto ciò che ho visto.
Schwäbisch Gmünd è un piccolissimo paese in mezzo alle colline della Foresta Nera, polmone verde dell’Europa. Sembra infatti un piccolo villaggio degli elfi e delle fate, con case in legno e un grande senso di ordine e armonia: ti aspetti che esca una piccola creatura con le orecchie a punta da qualche portone in legno.

Poco lontano dal paese, a circa mezz’ora di auto, si trova uno dei primi Weleda Gardens: nato nel 1920 per fornire le materie prime, in particolare la Calendula, necessarie per la realizzazione di fitopreparati e di cosmetici biodinamici. Ma quello di Schwäbisch Gmünd è solo uno dei tanti Garden di Weleda: l’agricoltura biodinamica, quella messa in pratica rigorosamente da Weleda grazie al suo fondatore Rudol Steiner parte dalla consapevolezza che le piante, affinché abbiano una resa ottimale, debbano crescere nel loro ambiente naturale. Così le rose e i melograni sono coltivate in un Garden in Turchia, il gelsomino in Pakistan, l’olivello spinoso e l’Iris in Toscana.

Oggi sono presenti 50 ettari di coltivazioni biodinamiche in Germania, che uniti a quelli in Svizzera, Francia, Inghilterra, Olanda, Argentina, Cile, Brasile, Turchia, Spagna e Nuova Zelanda consentono a Weleda di avere a disposizione più di 300 tipi di piante e fiori curativi. E tutti rigorosamente coltivati in agricoltura biodinamica, dai semi al prodotto finito.

Ma qual’è il fulcro dell’agricoltura, quindi delle materie prime scelte da Weleda?

Gli agricoltori dei Gardens dicono che le loro piante sono come dei bambini: devono essere tutelate, salvaguardate e coccolate, senza la somministrazione di prodotti chimici, pesticidi etc...
All’inizio del ventesimo secolo, il dottor Rudolf Steiner, scienziato, filosofo, pedagogista e illuminato, applicò il suo sapere anche all’agricoltura, vista come base dalla quale nasce tutto, in primis la salute psico-fisica dell’uomo.
Rudolf Steiner descrive ogni azienda agricola come un completo e auto sostenibile organismo: il terreno prima di tutto deve essere sano, vivo, tenuto in equilibrio, nutrito e rispettato. Senza queste basi non si potrà mai ricavare buoni frutti. Le piante, la terra ma anche le stagioni, i cicli lunari e molto altro sono visti come un insieme di fattori con il quali è necessario essere in armonia per fare una buona agricoltura, sana e vitale.
In parole povere: prenditi cura dei tuoi campi e i tuoi campi si prenderanno cura di te.

Dalla teoria si passò alla pratica e si capì subito la straordinaria potenza dell’agricoltura biodinamica. Così i prodotti WELEDA riflettono la qualità del suolo e delle materie prime, la cura, l’amore e l’incredibile attenzioni che le mani sapienti mettono ogni giorno: per esempio la raccolta delle foglie o dei fiori viene esclusivamente a mano, in orari ben precisi della giornata al fine di mantenere intatte le proprietà benefiche e l’energia vitale (i fiori di calendula vengono raccolti dagli agricoltori tra le 6 e al massimo le 10 del mattino).

All’interno dei gardens Weleda sono poi presenti i laboratori che processano le piante: la vicinanza è fondamentale perché consente di evitare il trasporto e quindi il possibile danneggiamento della materia. Qui le rigorose norme igieniche si uniscono alla più trasparente forma di lavorazione, che sia estrazione o distillazione: al bando solventi chimici e materie non provenienti dai Gardens.

Non solo la materia prima quindi la pianta, ma anche il prodotto finito sono considerati da Weleda come un organismo: così l’attenzione è sia sull’efficacia (conseguenza diretta dei procedimenti di lavorazione dei vegetali) sia sulla piacevolezza. Quindi il profumo ha un ruolo fondamentale nella cosmesi Weleda: oli essenziali 100% puri sono anch’essi prodotti internamente da piante dei Weleda Gardens, e vengono sapientemente miscelati per ottenere un’aroma unica.

Ma la piacevolezza dei sensi non si nota solo nei prodotti finiti: tutto all’interno dei Gardens segue la filosofia di Rudolf Steiner. Laghetti, fontane di pietra, e le stesse strutture sono state disegnate secondo i principi di architettura Steineriana, quindi circolari, proprio per riprendere questo senso di circolarità, di perfezione del naturale.

Giulia Mandrino

Implementare la capacità di maneggiare gli oggetti, la coordinazione occhio-mano e la manualità più fine è fondamentale per dare ai bambini la possibilità di crescere (come da precetti montessoriani) verso l'indipendenza e verso la maturità. Sarà proprio la manualità fine ad essere infatti colonna portante delle sue competenze future, scolastiche e personali! Scrivere, giocare, disegnare, cucinare, lavarsi, vestirsi... Tutto passa da lì, dalle mani.

Per aiutare il bambino in questo senso ci sono davvero moltissime attività, divertenti oltre che educative, e un modo per stimolarlo a provare sempre di più ad utilizzare le sue manine è quello di allestire in casa un piccolo tavolino provvisto di tutti quegli elementi che lo aiuteranno, giocando e facendolo concentrare, a sviluppare la sua manualità più fine e precisa.

Ecco le working station per allenare la manualità fine: come il bambino può sviluppare al meglio le sue capacità e la sua indipendenza attraverso il gioco

- Disponete sul tavolino dei fogli sui quali avete tratteggiato dei percorsi in pennarello, e accanto ad essi appoggiate dei cestini pieni di bottoni. I bimbi dovranno seguire le linee e i percorsi con i bottoni, allenando così la presa e la precisione, oltre che la coordinazione occhio mano. Un'attività colorata ed efficace!

(foto 1 http://www.learning4kids.net/2016/03/27/fine-motor-work-station-or-centre-activity/)

- Replicare le attività adulte è uno dei segreti per raggiungere il nostro scopo. In particolare lo stendere il bucato è un'occasione ghiotta per allenare la presa! Create una sorta di filo per stendere e date al bambino piccole mollette di legno e abiti in miniatura (quelli delle bambole oppure dei ritagli di feltro). Schiacciare le mollette, tenerle aperte e lasciarle solo quando l'abito è sistemato per noi è semplicissimo, ma per i bambini è una conquista! E li terrete concentrati per un sacco di tempo.

(foto 2 http://blisscocotte.fr/2015/03/youpi-mercredi-32-le-fil-a-linge/)

- Con delle pinze, dei ritagli di carta colorata mescolati in un cestino e una muffin tin il bambino potrà suddividere i quadratini per colore, prendendoli con la pinza (strumento impagabile per queste attività) e lasciandoli cadere nei buchi delle teglie per muffin (perfette per ogni gioco di classificazione).

(foto 3 https://it.pinterest.com/pin/153122456057746553/)

- Un altro strumento davvero utile è la pinza per bucare la carta. Oltre che divertentissima per i bambini (che bucherebbero fino allo sfinimento) aiuta ad allenare la presa in vista della scrittura. Semplicemente fornite carta e pinze ai bimbi: troveranno loro il gioco perfetto! Successivamente potrete poi provare a fare seguire linee e percorsi come con i bottoni, bucando la carta con sempre maggiore precisione.

(foto 4 http://www.theresourcefulmama.com/hole-punch-fine-motor-activity/)

- Sempre in vista della scrittura, provate questa attività che prevede della pasta modellabile e bastoncini di varie misure (dalle bacchette orientali agli stuzzicadenti, arrivandoci gradualmente). I bimbi possono disegnare, ma soprattutto scrivere, direttamente sulla pasta colorata, prendendo confidenza con la presa tipica della scrittura.

(foto 5 http://www.fantasticfunandlearning.com/play-dough-writing-tray.html)

- Anche incollare è un esercizio di precisione che appassiona i bambini: sul tavolo disponete dei fogli colorati e altri ritagli tagliati nelle varie forme che compongono uno stilizzato cupcake. I bimbi si divertiranno a comporli, incollandoli sul foglio pulito, tenendo in mano il tubetto di colla e allenando la precisione dei movimenti.

(foto 6 http://www.cuttingtinybites.com/2015/04/invitation-to-create-cupcake-factory.html)

- Altra attività per piccoli meccanici e ingegneri presa dalla vita adulta che è perfetta per stimolare la manualità fine: l'avvitamento. Sul tavolo preparate bulloni e viti e lasciate che li avvitino, utilizzando magari poi questi oggetti come base per sculture creative.

(foto 7 http://playgroundparkbench.com/engineering-toddlers-nuts-bolts/)

- E per allenare davvero alla perfezione la scrittura, quando magari continua ad essere traballante, è il metodo Michelangelo: trasformate la prospettiva della working station e fate mettere i bimbi a pancia in su sotto al tavolino. Lì troveranno un foglio bianco da riempire di disegni! Un esercizio davvero ottimo che diverte i bambini nel suo essere buffo ma che nella realtà dà davvero eccellenti risultati: vedrete come acquisiranno sicurezza di presa e precisione!

(foto 8 https://it.pinterest.com/pin/276338127112648209/)

Perfetti per merenda e colazione questo facile dessert vi farà davvero impazzire: è senza glutine e ricco di proteine, calcio e minerali essenziali. 

Ecco la ricetta delle palline dolci di pistacchi: una merenda proteica e leggera che appaga il palato di grandi e bambini

Giulia Mandrino

Paese che vai nanna che trovi

Venerdì, 01 Luglio 2016 04:18

Il sonno del bambino è uno di quei delicati argomenti che spaccano le comunità. Il cosleeping, gli orari, i ritmi... Ogni mamma ha la sua idea, ma molto lo fa la cultura in cui uno nasce. Non ce ne accorgiamo, ma la nostra mente è intrisa delle credenze della nostra area geografica, com'è giusto che sia!

 Se quindi abbiamo divergenze con altri genitori, in realtà a grandi linee seguiamo tutti le stesse macro regole, che cambiano tuttavia con la longitudine e la latitudine.

Paese che vai, nanna che trovi: i luoghi e le modalità del sonno infantile per i bambini in Africa, in Asia, in America e in Europa

Forse allargando i nostri orizzonti potremo capire quali sono le reali e naturali esigenze del bambino, staccandoci dalle sovrastrutture culturali e dalli stereotipi che ogni civiltà ha inevitabilmente costruito e tramandato!

Anche perché è innegabile: l'Occidente, con l'industrializzazione e la modernizzazione della società, si sta allontanando sempre di più dalle basi, dai bisogni fisiologici ed emotivi del bambino. E uno dei sintomi più forti è la nanna insieme ai genitori: qui da noi sono poche le famiglie che adottano questa filosofia, ma guardando alla maggior parte del mondo - non solo nelle zone più rurali o sottosviluppate, ma anche nei paesi civilizzati - i figli dormono con mamma e papà. Non potrebbe diventare un campanello d'allarme per noi?

Beh, proviamo allora a guardare quali sono le regole principali della nanna nel mondo.

Il continente asiatico, dalla Corea al Giappone, dal Vietnam alla Cina, è caratterizzato dal co-sleeping, e cioèdal dormire tutti insieme, genitori con bambini. In particolare è il Giappone ad essere interessante: qui utilizzano il futon, il materasso disposto sul pavimento (molto montessoriano!) della stanza da letto; ed è proprio su questo futon che tutti i componenti dormono insieme!

Lo stesso discorso del co-sleeping vale per l'Africa; qui l'educazione passa per il contatto costante tra madre e bambino almeno fino ai tre anni di età. Questo contatto non prevede soluzione di continuità tra il giorno (vengono subito in mente le bellissime donne che portano quei bambini così carini sulla schiena, allattandoli a richiesta per tempi molto prolungati rispetto all'Occidente) e la notte, momento durante il quale i bambini dormono con mamma e papà, spesso adagiandosi direttamente sul corpo della madre. E pensate che in alcune popolazioni egiziane questa tradizione del dormire tutti insieme si prolunga almeno fino all'adolescenza!

In America, e in particolare nelle zone del Sud America, durante il giorno i figli sono spesso portati sulla schiena, e durante la notte i genitori condividono con i loro bambini il momento del sonno. Salendo invece il continente americano fino all'estremo nord, quando incontriamo la popolazione Eschimese, troviamo un popolo ad altissimo contatto  mamma-figlio. I bambini fino ai tre anni di età vengono infatti portati sulle spalle con l'aiuto dell'amauti, un contenitore di pelle davvero comodo.

Ma non pensate che in Occidente non esistano situazioni di co-sleeping o di nanna diversa da quella tipicamente europea e statunitense. Gli inglesi, ad esempio, hanno questa bellissima abitudine di dormire con i propri figli qualche giorno a settimana; e gli svedesi mantengono da sempre l'usanza comune di dormire con i bambini fino a che non iniziano la scuola elementare.

Omeopatia, questa sconosciuta!

Giovedì, 30 Giugno 2016 12:26

Gli omeopatici sono rimedi o medicinali?

Gli omeopatici sono medicinali veri e propri. Molto spesso in Italia sono chiamati “rimedi”, ma si tratta in realtà di medicinali a tutti gli effetti. Oggi che cosa sia farmaco e che cosa non lo sia lo stabilisce la legge. E la legge italiana, non certo tra le più permissive in materia di omeopatia, ha definito gli omeopatici come medicinali a tutti gli effetti.  Nel D.lgs. 219/2006 art.1d si legge infatti che: “Medicinale omeopatico è ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla Farmacopea Europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente negli Stati membri della Comunità europea; un medicinale omeopatico può contenere più sostanze; […]”.

I medicinali omeopatici sono a base di erbe?

Succede molto spesso che i pazienti confondano l’omeopatia con la fitoterapia, quasi fossero la stessa cosa. La fitoterapia è un metodo terapeutico che utilizza sostanze di origine unicamente vegetale. I medicinali omeopatici sono invece a base di sostanze naturali, di origine vegetale, ma anche minerale, animale e chimica. Inoltre, la fitoterapia cura per mezzo di estratti di piante a dosi ponderali, mentre l’omeopatia con medicinali ottenuti da diluizioni della sostanza di partenza. Per quest’ultimo motivo, i medicinali omeopatici non hanno, a differenza di quelli fitoterapici, alcun effetto collaterale né tossicità chimica.

L’omeopatia funziona lentamente?

Mi capita spesso di smentire pazienti che non hanno mai usato i medicinali omeopatici perché pensano abbiano un’azione lenta, a prescindere dalla patologia per la quale vengono somministrati. La loro rapidità d’azione dipende, invece, proprio dal problema di salute considerato: per la cura di un sintomo acuto, l’azione è rapida e, a seconda delle situazioni, può andare da pochi minuti a qualche ora o qualche giorno. In caso di malattie croniche, invece, dove è fondamentale una visita da un medico esperto in omeopatia, il trattamento è necessariamente più lungo. Mi pare superfluo sottolineare come la rapidità d’azione dell’omeopatia dipenda anche dalla corretta scelta della cura consigliata.

L’omeopatia funziona solo per malattie lievi?

Un altro luogo comune che mi capita spesso di smentire riguarda la convinzione che l’omeopatia sia efficace solo per patologie lievi. Anche questo è falso. I medicinali omeopatici sono utilizzati con successo nella prevenzione, o per la cura di malattie croniche o recidivanti, ad esempio forme allergiche respiratorie o cutanee croniche, cistiti ricorrenti, bronchiti croniche, artrosi, osteoporosi, reumatismi, herpes…

Perché nelle specialità omeopatiche non c’è il foglietto illustrativo?

I medicinali omeopatici in vendita nelle farmacie italiane non contengono all’interno delle confezioni, né riportano sul packaging informazioni relative alla posologia e alle indicazioni terapeutiche. Si tratta di un’anomalia italiana legata a un decreto legislativo, per la precisione il 219/2006. Acquistando infatti lo stesso prodotto in altri Paesi europei, per esempio la Francia, le indicazioni terapeutiche sono presenti chiaramente sulle confezioni delle specialità omeopatiche. Un “gap” di cui si attende una risoluzione per garantire trasparenza e maggiore informazione sui medicinali omeopatici e rispettare così un’esigenza di molti consumatori, come emerso da un’indagine condotta da AstraRicerche: oltre 21 milioni di Italiani desidererebbero che in questi medicinali si riportassero le indicazioni terapeutiche, ma il  68% degli intervistati non sa neppure che l’assenza delle indicazioni terapeutiche è legata a una questione legislativa e non alla volontà delle aziende.

Testo a cura del dottor Donato Virgilio, medico di famiglia esperto in omeopatia a Brescia

 

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Sara

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Cecilia

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