“Terribili due”, c’è anche la regressione del sonno

Se già non fosse che i “terribili due” sono davvero terribili (ricordate il nostro articolo?), con i bimbi arrabbiati e pieni di domande, ci si mette anche la regressione del sonno. Cosa significa? Significa che non è solo un’impressione: i bambini dormono meno, vogliono saltare i soliti sonnellini, si svegliano la notte per saltare nel lettone… Insomma, la regressione del sonno, ovvero la diminuzione del tempo passato a dormire, esiste. 

Ma non preoccupatevi: se è vero che i primi tempi è faticoso, basta adottare alcune semplici strategie per far fronte alla situazione, cercando di superarla serenamente e di non perdere il prezioso sonno, né i bambini né i genitori.

“Terribili due”, c’è anche la regressione del sonno: come affrontare la diminuzione delle ore di sonno dei bambini attorno ai 24 mesi

Innanzitutto, capiamo perché la regressione del sonno avviene proprio a due anni: i bambini intorno ai 24 mesi stanno subendo cambiamenti enormi a livello di sviluppo, sia fisico sia mentale, dal momento che stanno imparando moltissimo proprio in questo periodo. Cominciano poi a sviluppare in maniera significativa anche le loro emozioni e i loro sentimenti, capendoli un po’ di più, ma non riuscendo ancora ad esprimerli al meglio. E poi, stanno imparando che possono essere indipendenti, e sentono che questa indipendenza è un loro bisogno. 

In tutto questo, cominciano anche gli incubi notturni. Già prima li avevano, ma a quest’età cominciano a sviluppare la paura di averli. Ecco perché cercheranno di dormire meno, di stare alzati il meno possibile. Ma quando il motivo è questo (e lo capiamo perché più che un desiderio di impuntarsi è proprio un timore di dormire) possiamo aiutare i nostri bambini in maniera molto semplice ma efficace.

Innanzitutto, evitiamo film, cartoni, libri e situazioni spaventose. I bambini cominciano a farci caso, e unendo le cose che vedono e che sentono alla loro fantasia, ne risultano mostri spaventosi. Concentriamoci poi sul benessere del sonno. Prima di dormire, leggiamo un libro sereno, rilassante. Teniamo accesa una piccola luce, se hanno paura del sonno. Ed evitiamo luci bianche o blu (anche quelle dei cellulari), che interferiscono con la melatonina. Una volta svegli, evitiamo di parlare troppo dell’incubo, ripercorrendolo, ma coccoliamoli e diciamo che sappiamo che era spaventoso, ma che non era reale e che noi li proteggiamo sempre. Dopodiché, cerchiamo qualcosa di sereno e felice, di nuovo (come i peluche, o il pensare alla colazione…), per spostare l’attenzione e dimenticare l’incubo.

OItre agli incubi che interferiscono con il sonno notturno, ci si mette anche la volontà dei bambini di saltare i pisolini diurni. Ma il loro non voler dormire (per impuntare i piedi e dichiarare la loro indipendenza, ovviamente) non significa che non ne hanno bisogno. Cerchiamo quindi di non cambiare la routine, ma, se proprio non riusciamo, cerchiamo di imporre comunque delle attività rilassanti, come il leggere in un ambiente in penombra, il giocare con i peluche, il coccolarsi, per rilassarsi e ricaricarsi in maniera diversa.

Anche lo spannolinamento può interferire con il sonno. La maggior parte dei bambini solitamente toglie il pannolino proprio attorno ai due anni, e questo coincide con il cambiamento del sonno.

Per far sì che spannolinamento e sonno non vadano in contrasto, cerchiamo una routine e seguiamola. Innanzitutto, includiamo nella routine della buonanotte la pipì, come ultima azione prima di entrare nel letto, in modo che i bambini vadano a letto senza lo stimolo. Uno stimolo, che, tuttavia, tornerà certamente durante la notte, soprattutto nel primo periodo. Una strategia, quindi, è quella di dare ai bambini un pass-pipì (sì, proprio un pass cartaceo! È anche divertente), che potranno usare solo una volta a notte per svegliarci per la pipì. Sembra militare e crudele, ma non lo è: in questo modo i bambini, semplicemente capiranno quando davvero hanno bisogno di andare in bagno, distinguendo lo stimolo leggero da quello vero. Anche perché se poi dovranno andare di nuovo, è ovvio che non ci arrabbieremo e non glielo negheremo!

Se, tuttavia, la pipì a letto (o in bagno) continua, molte volte a notte, sarà bene rivolgerci al pediatra, per capire se il problema è fisico (qui un articolo dedicato alla pipì a letto).

Infine, la voglia di non dormire può essere dovuta ad una paura molto seria, quella da separazione. In questo periodo i bambini capiscono cosa sia la separazione, e vivono la notte come il momento in cui sono soli, lontani da noi genitori. In questo caso, possiamo cercare di rassicurarli ogni volta che ne hanno bisogno e ad ogni buonanotte, dicendo che noi ci siamo, che siamo di là, che non c’è da avere paura, anche se capiamo perché sentono questo timore. E, anche in questo caso, una lucetta da notte in cameretta può davvero aiutare. 

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Sara

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Cecilia

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