Come prevenire ed evitare le crisi dei bambini piccoli

Pianti, urla disperate, capricci inutili, fughe negli angolini per non farsi vedere… In certe situazioni i bambini danno il peggio di loro. Ma come noi sono esseri umani, e c’è sempre un motivo scatenante.

Anche i bambini più tranquilli (soprattutto durante i terribili due!) possono passare un periodo nel quale le crisi sono all’ordine della settimana, se non del giorno. Capitano soprattutto fuori casa (e, sì, sappiamo la sensazione degli sguardi della gente che giudica che effetto fanno, anche se abbiamo imparato ad ignorarli), oppure in momenti particolarmente stressanti e fuori dalla quotidianità ordinaria del bambino, ma quando capitano ci mettono davvero alla prova.

Innanzitutto dobbiamo capire quale sia il motivo che scatena questi pianti e queste urla (che non è mai il motivo visibile, ma è sempre più profondo e legato ad un particolare disagio). Capita soprattutto nei momenti di transizione, quando c’è qualche cambiamento in atto, oppure durante giornate e periodi che stressano particolarmente il bambino.

Affrontare questo disagio e parlarne è quindi il primo passo per superare queste crisi. Ma ci sono anche piccole strategie che ci permettono di arginare la situazione o quantomeno di prevenirla e di preparare i bambini alla giornata in modo da provare a evitare situazioni del genere.

Come prevenire ed evitare le crisi dei bambini piccoli: qualche consiglio per alleggerire i drammi da pianti, urla e capricci quando i bambini sono stressati

Il countdown

Sembra troppo banale ma è così: la classica frase da genitore “Cinque minuti e andiamo via” è davvero efficace. E lo è in due casi: nel caso in cui il bambino si senta a disagio in quel posto e senta il bisogno di tornare a casa (perché in questo caso lo si rassicura e lo si rende partecipe di ciò che sta accadendo) e nel caso in cui sappiamo già che quando diremo “stiamo andando” cominceranno i pianti perché il bambino non vorrà smettere di giocare o di fare ciò che sta facendo. In questo caso dire: “Puoi giocare ancora cinque minuti, poi andiamo” lo mette in allerta. Si agiterà, comincerà a scalpitare, ma nella sua testa si starà già preparando a quel momento. Per i bimbi più testardi, è possibile coinvolgerli ancora di più chiedendogli di settare un timer sul telefono di mamma o papà: al termine dei cinque minuti sarà lui ad avvisarli, e questo lo farà sentire responsabile oltre che coinvolto.

La preparazione

C’è chi ha bisogno di cinque minuti, chi di cinque giorni, e soprattutto dipende dalla situazione, ma preparare i bambini prima che accada qualcosa che sappiamo già che non manderanno giù è giustissimo, oltre che efficace. Se dobbiamo andare in un posto che proprio non amano o che sappiamo che li rende agitati, prepariamoli prima, dicendogli dove e quando andremo. Soprattutto, spieghiamogli bene come avverrà la cosa, evitando un generale “Domani andiamo a cena dai nostri amici”, per esempio. Meglio: “Domani sera andremo a mangiare lì, mangeremo, tu potrai giocare un po’ sul tappeto con i tuoi amici, berremo il caffè e poi torneremo a casa, dove potremo leggere una fiaba nel letto tutti insieme”. Questo è solo un esempio, ma è utile anche nel caso di situazioni più importanti, come un trasloco, una vacanza lunga o l’assenza temporanea di qualcuno.

Usare un oggetto di transizione


Un oggetto di transizione è un particolare oggetto che i genitori possono utilizzare per aiutare i bambini a passare da un’attività all’altra o da una situazione all’altra senza che i bimbi subiscano un trauma, poiché questo oggetto, solitamente un giocattolo o un animale di pezza, diventa il punto di focalizzazione dell’attenzione e diviene allo stesso tempo un punto fermo al quale aggrapparsi metaforicamente. È utile soprattutto con i bambini che hanno un giocattolo preferito: quando lo stanno usando o ce l’hanno tra le mani e noi vogliamo portare i bambini da qualche parte, possiamo coinvolgere prima il giocattolo del bambino. Ad esempio dicendo: “Dici che Lillo ha voglia di venire con noi a fare la spesa? Può stare sul seggiolino con te in macchina!”. Oppure: “Vorrei chiedere al tuo Superman di venire con noi in vacanza, secondo te è una buona idea?”. In generale, tenere i giocattoli preferiti dei bambini (quelli a cui più sono legati emotivamente) in borsa è una buona idea: possono essere sempre sfoderati nel momento della crisi e ci aiutano moltissimo!

Parlare degli aspetti positivi del futuro

Che sia il futuro prossimo (ovvero il luogo in cui stiamo arrivando in macchina) o del futuro meno prossimo (un trasferimento, ad esempio), quando i bambini scalciano, urlano e piangono perché proprio non ne vogliono sapere è utile parlare di ciò che di bello troveranno dall’altra parte. Certo, è snervante farlo quando le loro urla coprono le nostre parole, ma con pazienza, piano piano, riusciremo a coinvolgerli e a calmarli, proponendo noi cose belle da fare e rendendo loro partecipi, perché prima o poi diranno anche loro cosa gli piacerebbe fare dopo. E, come sempre, è meglio entrare nello specifico: quando non vogliono tornare a casa dal parco, ad esempio, non basta un “Dai che andiamo a casa a riposarci”. Meglio un: “Dai che a casa possiamo giocare insieme a Memory! A te cosa piacerebbe fare una volta che arriviamo?”.

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Cecilia

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