Ecco alcuni consigli per il cambio del pannolino del bambino: i consigli di mammapretaporter.it per prendersi cura naturalmente del bambino

- usate acqua corrente e poche salviette: come scritto nel nostro libro Mamme pret a porter, è importante usare il meno possibile salviette umidificate e lavare il bambino sotto acqua corrente. Prova anche la nostra ricetta per fare in casa le salviette per il cambio

- a meno che il bambino non abbia fatto la cacca non utilizzate saponi

- scegliete saponi delicati con un INCI che non contenga questi ingredienti poco naturali

- mettete la pasta protettiva solo se il sederino è arrossato. Potete fare la vostra pasta protettiva homemade seguendo questa ricetta. 

- ecco alcuni consigli da seguire in caso di dermatite

Ritorno a lavoro: l'ansia di doversi staccare

Giovedì, 03 Settembre 2015 14:42

Dopo i primi mesi di vita passati in simbiosi, spesso noi mamme abbiamo la necessità di staccarci dal nostro bambino per rientrare a far parte del mondo del lavoro. Con l’arrivo del bebè abbiamo dovuto affrontare un cambiamento sostanziale nei nostri ritmi, tempi, spazi, priorità della vita, abbiamo impiegato energie immani per adattarci alla nostra nuova vita di mamme. Dal nostro tran tran quotidiano fatto di lavoro, spesa al supermercato, palestra e ogni tanto un aperitivo con le amiche, siamo passate improvvisamente a poppate, cambi pannolini e risvegli notturni.
Le nostre priorità ora sono: quanto ha mangiato? Quando deve mangiare? Ha fatto la cacca oggi? Non ce lo ricordiamo neanche più il sapore di un aperitivo! Figuriamoci che cosa ricordiamo del nostro posto di lavoro! È come se avessimo fatto un salto su un altro pianeta e ora... ci viene chiesto di tornare sulla Terra. Pronto, pronto! Tempo scaduto, è ora di tornare tra noi e ricominciare a produrre! Al lavoro! Oddio, che ansia.

I pensieri nella nostra mente si affollano, si contraddicono l’un l’altro, proviamo disorientamento, confusione, indecisione.
"Sarà giusto lasciare il bambino? Sì, sì lo devo fare! Non ho alternative... ma poi è un bene per lui che deve imparare a stare anche senza di me per non essere un mammone... Anche se so già che mi mancherà, che se comincia a piangere quando me ne vado mi spezzerà il cuore... e poi chissà che cosa dirà mia suocera che lo lascio già tutto il giorno!"

Il nostro mondo ovattato fatto di profumo di bimbo (non sempre è profumo...) deve far posto al mondo lavorativo. Proprio ora che avevamo preso il ritmo giusto, che finalmente avevamo messo a punto un minimo di organizzazione pratica nella gestione del bimbo, che riuscivamo a decodificare bene i suoi segnali, che cominciava a darci un po’ di soddisfazione mostrando di riconoscerci con un bel sorriso, ecco che dobbiamo affrontare un altro cambiamento impegnativo, sia dal punto di vista pratico che psicologico. Dobbiamo decidere a chi affidare il nostro
bimbo e tornare nel mondo del lavoro.

Spesso i sensi di colpa ci assalgono. Siamo combattute tra il pensiero di ciò che ci sembra la condizione migliore per il nostro bambino e ciò che ci sembra il meglio per noi o ciò che semplicemente sappiamo di dover fare.
A volte il lavoro non è la soddisfazione principale della nostra vita, a volte proprio non ci piace, ma sappiamo che non possiamo farne a meno per il sostentamento economico della famiglia. Nelle situazioni in cui il lavoro è vissuto male e si preferirebbe, potendo scegliere, restare a casa con il bambino, più che il senso di colpa si vive soprattutto un senso di ingiustizia: siamo impossibilitate nella nostra libertà, siamo costrette nella scelta, nostro malgrado, e questo può portare un senso di frustrazione e desolazione. Non ci sentiamo delle buone mamme e non saremo, neanche delle efficienti lavoratrici.

A volte invece desideriamo davvero riprendere la nostra attività lavorativa, sentiamo la mancanza del nostro ruolo produttivo. E anche in questo caso le emozioni che si provano sono negative, in conseguenza dei sensi di colpa. Spesso queste sensazioni sono il frutto di errate premesse, di pregiudizi circa il ruolo materno, alimentati spesso dalle persone che ci circondano. È ancora purtroppo opinione diffusa che
una mamma che lavora e che affida il suo bimbo ad altre persone non possa essere una mamma attenta e premurosa quanto la mamma che trascorre tutto il suo tempo con il proprio bimbo. Ancora troppo facilmente e superficialmente si mettono in relazione di causa-effetto eventuali problematiche comportamentali dei bambini alla quantità di tempo che trascorrono con la mamma.

Troppo frequentemente si giudicano negativamente le mamme che tornano a lavorare dopo pochi mesi dal parto. Non parliamo poi delle mamme che potrebbero decidere di fare solo le mamme e invece scelgono volontariamente di tornare al lavoro! Non ci sono più le mamme di una volta... In realtà ciò che è indispensabile per la crescita serena e armonica della personalità di un individuo non è la quantità di tempo trascorsa con i genitori, ma la qualità. Non è una frase fatta per consolare le mamme lavoratrici.

Sono profondamente convinta che il benessere del bambino sia inevitabilmente condizionato dal benessere della mamma e dallo stare bene con lei. Se la mamma può e decide di trascorrere tutto il suo tempo con il proprio bambino serenamente e con reale compiacimento, interpreta il suo ruolo materno come unico obiettivo della propria vita, senza forti esigenze che la spingono verso il mondo del lavoro, certamente il bambino crescerà serenamente. Stare con la mamma è stare bene.

Diversa è la situazione di quelle mamme che patiscono il fatto di trascorrere tutto il loro tempo da “mamme”, o che hanno l’esigenza economica di non fare solo le mamme! Il bambino ha bisogno, e aggiungerei ha diritto, di avere una mamma serena, realizzata, felice, in grado di entrare in relazione con lui in modo sano, costruttivo.

Molte mamme vivono purtroppo situazioni di forte stress psicologico dovuto al carico enorme di responsabilità e impegni che la maternità comporta. Devono dedicarsi notte e giorno all’accudimento del loro bambino, isolandosi dal resto del mondo e trascurando se stesse e ogni loro interesse. La maternità dovrebbe anche essere piacevolezza, desiderio di stare col proprio bambino, voglia di giocare con lui, reale compiacimento per entrambi. Quando non è così, la presenza costante della mamma col bambino porta stress e malessere sia all’una che all’altro. La mamma c’è, ma è come se non ci fosse.

Una mamma che ha una propria attività lavorativa, che si sente realizzata e che torna stanca ma soddisfatta dal proprio bambino dopo una giornata di lavoro, potrà riabbracciarlo e viverlo con tutta l’intensità e il desiderio reale di stare con lui: entrambi beneficeranno di questo ricongiungimento e vivranno momenti di vera felicità e benessere. È importante poi che si dedichi il giusto tempo per stare e fare insieme delle cose: il resto della giornata consente di ritrovarsi e condividere vari momenti importanti di accudimento, come il bagnetto, la cena e la nanna. La mamma qui c’è un po’ meno... ma è presente davvero!

Dott.ssa Monica Contiero, Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing

 

Babywearing: Legatura Croce o X fasciata

Martedì, 01 Settembre 2015 11:54

La legatura a croce, anche chiamata X fasciata, FWCC o Front Wrap Cross Carry, è una tipologia di legatura che si effettua con una fascia lunga elastica o rigida: è adatta per bambini sin dal primo mese ed è particolarmente pratica e veloce da indossare: sono possibili due varianti, la prima nell'immagine a destra con uno strato, e la seconda a tre strati. 

Ecco allora come effettuare la legatura croce o x fasciata: il tutorial che ci spiega step by step come effettuare la FWCC o Front Wrap Cross Carry.

Qui sotto le infografiche tratte dal libro "Lasciati Abbracciare" di Licia Negri, edito da Mental Fitness Publishing.

 

Come scegliere l'acqua più adatta a noi

Lunedì, 31 Agosto 2015 15:32

Bere è importante! L’avremo sentito dire migliaia di volte. Spesso si insiste un po’ troppo su questo concetto, ma di base bere (e non affogarsi con litrate di acqua) ha un’importanza vitale. Basta pensare al fatto che il nostro corpo è costituito per più del 50 % di acqua e che tantissime reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo necessitano di molecole d’acqua!

L’acqua ha inoltre importanti funzioni: x fare da veicolo fino alle cellule bersaglio per le sostanze nutritive e gli ormoni in essa
disciolti; x regolare la temperatura corporea; x lubrificare i tessuti di polmoni, occhi, pelle e di numerose membrane; x aiutare a eliminate le scorie; x costituire buona parte di molti liquidi biologici vitali (il liquido oculare, il liquido sinoviale, il liquido cerebrospinale e le secrezioni degli apparati respiratorio, gastrointestinale e genito-urinario).

Il fabbisogno giornaliero di liquidi è pari a 2-2 litri e mezzo, di cui almeno 1 litro e mezzo deve provenire dall’acqua, la quota restante da altre bevande (per esempio, tè e tisane, ovviamente meglio se non zuccherate) e da alimenti che sono naturalmente ricchi di liquidi come frutta e verdura. In condizioni particolari, quali lo sport o il caldo estivo, questo fabbisogno aumenta.

Le acque in commercio possono esser classificate in 4 gruppi sulla base del residuo fisso, ovvero la quantità di sali disciolti in un litro di acqua calcolato a 180° e il suo valore viene riportato generalmente in milligrammi per litro (mg/l).

Scopriamo insieme come scegliere l'acqua più adatta a noi: ecco le diverse tipologie di acqua minerale in commercio e le loro caratteristiche

1) ‘oligominerale’ o ‘leggermente mineralizzata’ (residuo fisso non superiore a 500 mg/l): favorisce la diuresi e contiene poco sodio e quindi può essere indicata nei casi di ipertensione;
2) ‘minimamente mineralizzata’ (residuo fisso non superiore a 50 mg/l): è un’acqua ‘leggera’, stimola la diuresi ed è particolarmente indicata per la ricostituzione di latte e alimenti per l’infanzia;
3) ‘ricca di sali minerali’: (residuo fisso superiore a 1500 mg/l): è un’acqua terapeutica, ricca di sali, da bere sotto controllo medico;
4) ‘mediominerale’: (residuo fisso compreso tra 500 e 1500 mg/l): è utile in estate o durante la pratica di attività sportive, perché consente di reintegrare i liquidi e i minerali persi con la sudorazione.

Articolo tratto dal libro The Family Food, Ricette naturali per famiglie incasinate edito da Mental Fitness Publishing

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

In varie parti del mondo e da diversi soggetti sono state create e diffuse campagne informative con lo scopo di spiegare, attraverso le immagini (si ricordano, a volte, più delle parole), importanti regole e accorgimenti da tenere a mente per portare in sicurezza; vediamone alcune.
T.I.C.K.S., promosso in Inghilterra dal British Consortium of Baby Sling Manufacturers and Retailer, è un acronimo (meno male, perché letteralmente ticks può significare “zecche”!) che sta per:

Tight (“aderente”): un portabebè deve essere aderente, come un abbrac- cio confortevole per entrambi.
In view at all times (“in vista sempre”): devi sempre poter vedere il viso del tuo bebè.

Close enough to kiss (“vicino da baciarlo”): la testa del tuo bambino deve essere così vicina da poterla baciare in fronte.
Keep chin off the chest (“mento lontano dal petto”): il bambino non deve essere mai curvato a C. Assicurati che vi siano almeno due dita di spazio sotto il suo mento.

Supported back (“schiena supportata”): la schiena deve essere supportata in modo tale che il bambino non sci- voli assumendo errate posi- zioni.

Dall’Australiaecco arrivare C.A.R.R.Y., un altro acronimo, questa volta raffigurato sulle dita di una mano:

Careful: presta attenzione e non fare nulla che non faresti se fossi incinta.

Airflow: assicurati che le vie aeree siano libere.

Ride high: assicurati che il tuo bebè sia posi- zionato in alto e ben aderente a te.

Right fit: non tutti i portabebè sono uguali: scegli quello che si adatta bene a te e a età, conformazione e peso del tuo bambino.

Your instinct: fidati del tuo istinto e mantieni una connessione con il tuo bambino, assicurandoti che sia sempre in una posi- zione corretta.

Negli Stati Uniti, la Baby Carrier Industry Allianceha persino registrato il marchio Visible and Kissable (“visibile e a distanza bacio”) pubbli- candone le linee guida per l’utilizzo.

Concludiamo con la campagna promossa dalla statunitense Babywearing International, che ci propone ABC:

Airways: tieni le vie respiratorie libere e fai attenzione a evitare la posizione a C.

Body positioning: la posizione corretta è a M.

Comfort: devi essere comoda e l’esperienza deve essere confortevole.

Articolo tratto dal libro di Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

Vegana imperfetta, orgogliosa e incazzata

Venerdì, 28 Agosto 2015 16:06

Oggi scrivo serio, perdonatemi lo sfogo ed il fatto che sia un mio personale pensiero divulgato utilizzando questo mezzo. Lasciate passare sotto silenzio gli eventuali turpiloqui che userò e che siate o meno d’accordo con me (ma spero di sì), siate abbastanza pazienti da leggere questo pezzo e porci un pensiero, fate leva sulla vostra coscienza e giudicate con senso critico e costruttivo.
Io non giudico gli altri, almeno provo a non farlo, sono felice di scambiare pensieri ed idee con chi ha voglia di sapere e capire perché vengono fatte certe scelte, sia che alla fine vengano condivise o meno.
Che abbiate nel piatto carne e pesce o verdura e legumi, che indossiate pellicce o solo abiti cruelty free non importa, o almeno sì importa e tanto, ma la prima vera scelta etica da fare è il rispetto; il rispetto verso chi fa scelte diverse dalle nostre e non per questo più o meno giuste, per chi si mette in gioco e non sempre vince facile, per chi ci crede e lo fa fino in fondo, per chi ci prova e magari sbaglia ma poi ci riprova più forte di prima.
Oggi scrivo serio, perdonatemi lo sfogo. Non ho un animale comunissimo, ho un coniglio, che comunque non è un marziano e se mi avessero dato 0,50 cent./euro per ogni persona che parlando di Cucciola o vedendola in giardino ha detto “quando è un po’ più grande lo si può mettere al forno con le patate” sarei ricca.
Poi capita che nel parlare con un signore qualunque in un giorno qualunque del più e del meno mi trovo davanti un saccente coglione che si permette di ironizzare e schernire le mie scelte alimentari e di vita in un modo che mi ha portato prima e cercare un confronto, poi allo sconto ed alla fine alla voglia forte, anzi fortissima, di piantargli un sonoro calcio nel culo.
Perché sono stufa di sentire che mangiare carne per l’essere umano è la cosa più normale, giusta e naturale del mondo, perché spero (ma non lo credo possibile) che se il tal signore dovesse imbattersi in questo pezzo che ho scritto, possa sentire tutto il disprezzo che provo per la sua patetica e beata ignoranza nell’aver comperato alla moglie una pelliccia di cincillà che “... però ha il certificato che gli animali usati non hanno sofferto”... aggiungo altro???!!!
Perché questo pirla, come altri pirla, che vanno a fare la spesa in macelleria “che come fai a non vedere tutta quella bella roba e a non venirti voglia di mangiarla” finge di non accorgersi che:
che fa la spesa in obitorio
che i tovaglioli tra a carne ed il vassoio servono per assorbile l’eccesso e la perdita di sangue che tanto dà fastidio alla vista ma che poi l’ipocrita si mangia senza pensiero
che ha avuto il coraggio di schernire le mie scelte davanti ai suoi nipotini ma poi non ha avuto il fegato di spiegare loro che i vitellini che vedevano non avevano l’orecchino (come ha fatto notare uno dei bimbi) ma erano già pronti e destinati al macello (da questa situazione ad una fiera è nata la discussione)
che se i banchi della carne sono decorati con frutta e verdura un motivo c’è: i vegetali sono belli, colorati e vivi, fanno festa e danno un senso di salute e benessere
che i banchi delle macellerie decorate con le foglie ed i fiori di plastica sono in linea con il tema cimitero e caro estinto
che ironizzare pesantemente su Cucciola è poco appropriato visto che il suo cane maltese in Cina farebbe una fine peggiore del mio coniglio
Oggi scrivo serio. Perdonatemi lo sfogo ma mi tremano i baffi nel pensare che c’è chi ti considera strano solo perché non ammazzi per mangiare e vestirti mentre chi uccide passa sotto silenzio, sotto quella finta normalità che abbiamo generato creando una piramide alimentare tutta nostra dove noi e solo noi ci siamo presi violentemente il diritto di poterci stare sopra, padroni e sovrani incontrastati di atti di violenza gratuiti e che abbiamo fatto così profondamente nostri da reputarli ormai normali.
Sono orgogliosa di non avere nel piatto qualcuno (e non qualcosa!!) che in vita, con i suoi occhi, avrebbe potuto giudicarmi, amarmi e per natura non temermi. Solitamente ci provo ad essere tollerante (a parte evidenti atti di violenza gratuita che sono fortemente da condannare a suon di bastonate sulle ginocchia) con chi non sa, non conosce e magari non per propria colpa ma solo perché non ha mai avuto accanto qualcuno che, pensandola diversamente, ha potuto aprire uno spiraglio nella sua mente; anche solo un dubbio è già qualcosa, già porsi la domanda e fare introspezione può essere un passo avanti: così si combatte l’ignoranza (nel senso vero di ignorare, non sapere).
Oggi mi guardo e non mi piaccio perché sono incazzata con certa gente, perché mi sento cattiva, no non sono proprio una buona persona, cerco uno stile veg e so che sono imperfetta, a volte sbaglio ma ci provo e ci credo, oggi non mi piaccio perché ho mandato in vacca la mia tolleranza e vorrei solo suonar schiaffoni, oggi sono crudele verso l’essere umano, oggi non tollero chi mi prende per il culo cercando di farmi sentire strana, diversa o mi chiede sempre perché... che cazzo vuol dire, chiediti piuttosto tu il perché delle tue scelte e se hai solo voglia di criticare non starmi ad ascoltare, vai a farti un giro, oggi non ho voglia delle tue psico-cazzate vecchie di cent’anni legate solo ad una abitudine di fare ed agire e non alla voglia di capirci e poi magari continuare comunque a delinquere.
Quindi a quel signore dico vaffanculo, sono stufa, solitamente ce la metto tutta ma oggi sei troppo anche per me.
Perdonatemi lo sfogo.

Elena Vergani, autrice di Il Mondo è bello perchè è variabile

Ispirata dal video che gira in questi giorni su Internet in merito all'inizio delle elementari ho deciso di scrivere anche io una lettera a mia figlia che a Settembre inizia l'avventura delle elementari.

Piccola mia, piccolo tornado, uragano di amore ed energia,

sono passati sei anni da quando sei nata. Quando ho saputo che eri femmina per 7 mesi ho sognato vestitini, tulle e bambole, manine delicate e segreti sussurrati sotto le coperte. Poi sei arrivata, e dopo un parto non proprio semplice appena ti hanno appoggiata sul mio petto ho capito subito che il tutù non sarebbe stato per te. Tu sei una guerriera, con la tua forza, curiosità ed energia travolgi il mio fisico e la mia mente, risucchi le mie forze. Ho cercato di dare il massimo, ce l'ho messa tutta, mi sono rimboccata le maniche, non ho dormito, ho cercato di darti dei limiti e dei confini, a volte troppo stretti a volte troppo larghi, ho cercato di rafforzare la tua persona e la fiducia in te stessa. Ho cercato di proteggeti da un padre a volte padrone, che non si rende conto che tu sei solo una bambina e non un'adulto. Ho provato a starti dietro nei tuoi giochi anche se, lo ammetto, giocare con te e seguire i tuoi deliri destrutturati cambiando continuamente gioco mi facevano impazzire e dopo poco cercavo qualcosa da fare perchè rischiavo di dover assumere psicofarmaci a metà giornata. A volte non ho avuto voglia, o forse più che altro la forza di starti dietro, perchè per stare dietro a te ci vorrebbe una persona dedicata con infinite riserve di energiae, e io non ce l'ho fatta. A volte nonho voluto a darti le chiavi per aprire la porta come consigliano fior fiori di libri di Maria Montessori e ti ho spostato malamente. A volte ti ho detto no perchè no, anche quando avevo tempo per spiegarti il perchè. Ma ho dato il massimo. E quando diventerai mamma capirai che le mamme sono stanche, tanto stanche, perchè non devono avere solo l'energia per tenere il proprio bimbo in pancia, partorirlo, allattarlo, accudirlo, ma devono avere anche tanta forza mentale per nutrire la mente di questi cuccioli. E' dura, è più duro di quanto pensassi. 

Ma una cosa mi importa: spero di averti dato la certezza che tu sei meravigliosa così come sei, che la tua grande energia è un'infinita risorsa e che pian piano sarai in grado di incanalarla al meglio: spero che tu non permetterai a nessuno di farti sentire non in grado di fare qualcosa, inferiore o non meritevole, perchè voglio che tu abbia dentro di te la consapevolezza di poter fare tutto e di riuscire in tutto quello che ritieni giusto per te. A volte potrà essere difficile per te stare ferma sulla sedia per periodi prolungati, ma ricordati che, lo stare seduti, non è l'unico modo per sopravivvere, lavorare e imparare: il mondo è pieno di persone che svolgono lavori gratificanti che prevedono il movimento continuo. Per cui sappi che questa è solo una fase, è la modalità di questo tipo di scuola per aiutarvi a imparare, tutto qui. 

Ti auguro tante cose per questa tua nuova avventura: ti auguro di riversare la tua passione per la vita e la tua esptrema curiosità anche nella scuola e nel mondo, ti auguro di sbagliare, perchè è bello cadere, impari 10 volte di più rispetto allo stare in punta di piedi facendo attenzione a tutto, il trucco sta nel sapersi rialzare. In questo percorso incontrerai ostacoli ma tu sei assolutamente in grado di superarli, di imparare a conoscere te stessa, i tuo limiti e i tuoi punti di forza. Ti auguro non tanto di imparare poesie ma di ascoltarle con il cuore e farti cullare da queste; spero che tu possa sognare immaginando luoghi lontani da visitare mentre studi la geografia, che immagini storie di principesse e cavalieri quando ti approcci alla storia. Ma sopra ogni cosa spero che tu possa incontrare nel tuo percorso una maestra che ti faccia appassionare alla lettura, all'arte e alla musica: sono puro nutrimento, e gandi balsami per l'anima, veri e propri doni da portarti come bagaglio nella tua vita.

ma la scuola sarà anche una palestra di vita in senso lato: spero che tu possa presto capirel'inutilità di paragonarsi con altre persone, perchè ogni individuo è unico e irripetibile. Incontrerai tante persone represse, infelici e insoffisfatte: sono secondo me la categoria peggiore, perchè sono convinti che il mondo ce l'abbia con loro e cercano in ogni modo di tirarti giù nel loro tunnel di infelicità. Tu salutali gentilmente e lasciali andare. Non puoi fare nulla per aiutarli, ma loro possono darti tanto dolore e scalfire la tua sicurezza. Il mondo è pieno di matti, ed è bene che tu lo sappia fin da questo momento per saperti proteggere. 

Sono così orgogliosa di te, sembra ieri che passeggiavo ore tenendoti in braccio per cercare (invano) di farti addormentare con dolci melodie e ora sei qui, pronta per tuffarti nel mondo vero. Allora corri piccola mia, tuffati in questo mondo, perchè ce la farai, e ce la farai alla grande. La tua mamma è qui, sempre, con le braccia aperte, seduta per reggerti sulle sue gamb,e con la mentre pronta per darti consigli e con il cuore aperto per farti sentire tutto l'amore che meriti. 

Sono lieta che tu abbia scelto me come mamma, ne sono onorata: è stato ed è molto difficile, ma sei davvero una perla rara, sopra ogni immaginazione. Ed è proprio questo tuo essere così energica, cosi tenace, così innamorata della vita che ti rende speciale non solo per noi, ma anche per il mondo.

Allora vai piccola mia, sei davvero pronta per spiccare il volo e ricordati che la vita sa essere meravigliosa, abbi fiducia in lei e in te stessa per apprezzarla al meglio

Mamma Papavero3 

L'inizio della scuola elementare, e ancor più le settimane che lo precedono, sono ricche di ansie e timori, non solo per i bambini anche per noi genitori. La maestra sarà quella giusta? Troverà amici? La sua autostima reggerà?

Ecco i migliori consigli per bambini che iniziano la scuola elementare: tutto quello che noi genitori dobbiamo sapere per affrontare con serenità l'inizio della scuola


1. Accogliamo le loro e le nostre emozioni senza giudizio

L'inizio della scuola elementare è un grande passo per tutti: è legittimo che il bambino sia più nervoso, scontroso e che spesso cerchi di alzare i toni per farsi vedere grande. Si rende perfettamente conto che si sta avvicinando un grosso passo in avanti verso il mondo degli adulti, delle responsabilità. Ricordiamoci che ogni atteggiamento è una forma di comunicazione, i bambini, ancor più che noi, comunicano agendo e,meno parlando. Questo passo per loro è grandissimo ma sopratutto è "lo sconosciuto", "il non sapere" che mette molta ansia: è un luogo nuovo, con regole nuove: pensiamo a quanta ansia può procurare a noi adulti un trasferimento di lavoro! Chissà come sarà il nostro ufficio, chissà come sarà il nostro capo, i nostri colleghi, se le pause saranno ampie o se vige un clima di austerità. Noi adulti abbiamo dentro di noi delle risorse, spesso date dall'esperienza acquisita, per fronteggiare quest'ansia e mutarla in eccitazione per qualcosa di nuovo, consapevoli che nel caso non andasse bene potremmo prima o poi cambiare lavoro. Per un bambino invece il qui e ora è il tutto, non conoscono altro e non hanno termini di paragone, per cui facilmente si sentono sopraffatti. Aiutamoli a dare un nome alle loro emozioni, senza per forza parlare continuamente della scuola del tipo: "hai picchiato la sorellina perchè sei in ansia per la scuola vero?". Invece possiamo sederci vicino a lui e domandargli: "che cosa senti? Sei molto arrabbiato forse?". Prendiamo tempo per ascoltare e verbalizzare, senza forzature, le loro emozioni.

2. Condividi la preparazione del materiale con lui

Un modo per aiutare i nostri bambini ad avvicinarsi alla scuola elementare e diminuire il loro stato di ansia è creare un ponte tra la casa e la scuola: come fare? Un suggerimento semplice ma molto efficace è quello di preparare insieme il materiale scolastico coinvolgendoli attivamente in tutti gli step che richiede la scuola. Non solo l'acquisto della cartella ma anche il mettere in ordine insieme il portapenne, magari evitando di dirgli "E' una cosa tua questa della scuola, ci devi pensare tu da solo, altrimenti ti prendi la nota della maestra". Ecco, magari queste frasi stile zia Ignazia mettiamole da parte!

3. Forniamo loro informazioni sulla routine scolastica

Cerchiamo di comprendere come si svolge la routine così da spiegargliela: "arriviamo a scuola, ti saluto qui oppure li, alle 10 farai merenda con tanta frutta, poi alle 12,00 si mangia etc..." Per il piccolo già avere queste informazioni rende tutto più semplice: in effetti anche noi saremmo spaventati ad andare in un luogo per 8 ore e non sapere cosa ci aspetta!

4. Giochiamo con loro facendo finta di nulla ed evitiamo di stressarli con troppe domande 

Ok verbalizzare, ma allo stesso tempo evitiamo di stressarli 20 volte al giorno con domande e frasi per ricordargli che inizia la scuola. Relax mamma, relax! Facciamo le cose come le abbiamo sempre fatte, cerchiamo di inviare il messaggio che nulla intorno a lui cambia e cambierà e che può mantenere le sue sicurezze.

5. Seguiamo le loro richieste 

Spesso i bambini ne sanno più di noi: essendo esseri estremamente istintivi sono in grado di comprendere le loro esigenze più di noi. Ascoltiamo e rispettiamo i loro silenzi. Fermiamoci e analizziamo nel profondo le loro richieste.

6. Accettiamo il fatto che non possiamo controllare tutto

Eh si, è finito il mondo ovattato della materna, purtroppo o per fortuna (non l'ho ancora capito) i nostri piccoli stanno entrando in un mondo anche di valutazioni, voti, competizione e performance. Per una mamma è spaventoso, almeno per me lo è perchè vorrei proteggerlo e tutelarlo. Ma questa è la vita e dobbiamo essere fiduciose di aver dato loro tutto ciò di cui avevano bisogno per affontare queste avversità. Allo stesso tempo non li abbandoniamo, noi siamo la loro base sicura su cui i nostri bimbi possono appoggiarsi e tornare quando ne hanno bisogno. 

Giulia Mandrino

 

 

 

 

 

Yoko Ono vuole celebrare la sua mamma e tutte le mamme del mondo con una Call sui social con il progetto My Mommy is Beautiful.

In effetti tutte le mamme sono belle, ma la nostra è sempre la più bella. Ma partiamo dall'inizio, cos'è una Call? Una Call, abbraviazione di Call to Action, è una "chiamata a fare qualcosa", a compiere un'azione sui social o sul web. Sempre più artisti internazionali creano le Call to Action per coinvolgere i propri fan in tutto il mondo e creare delle raccolte fotografiche e/o video su argomenti specifici.

In questo caso Yoko Ono vuole celebrare le nostre mamme e in qualche modo il nostro essere figlie chiedendoci di inviare una loro foto e scrivendo qualcosa per raccontarle ed esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine. In effetti prima di essere mamme, siamo state e siamo anche figlie. Coma partecipare? Basta inserire su Instagram o Twitter le foto delle nostre mamme con il tag#mymommyisbeautiful, oppure caricare l'immagine sui gruppi Facebook e Flikr, scrivere il suo nome e qualcosa su di lei e per lei.

Trovate le immagini raccolte da Yoko Ono nel suo progetto anche nella mostra La grande Madre, organizzata dalla Fondazione Trussardi per Expo In Città a Milano. 

La "chiamata" di Yoko Ono ha avuto già la risposta di migliaia di figlie in tutto il mondo:

 

Nella poesia che apre il sito dedicato al suo progetto l'artista scrive:

Mommy, I’m sorry.
How did I know
you were suffering silently?

Your touch, your warm voice and your smile
Will always be with me.

This is a tribute to you and
all mothers of the world
from each of your children.

We love you!
y.o. 2010

E in effetti quante volte abbiamo visto le nostre mamme, piangere in silenzio, sopportare senza avere la capacità o talvolta la possibilità di esprimere i loro sentimenti o cambiare le cose? Forse erano altri tempi, forse è l'inevitabile conseguenza dell'essere mamma che fa si che una donna voglia proteggere il suo piccolo dal lato buio del mondo e dalle emozioni negative che prova. 

Giulia Mandrino

Per info visita il sito ufficiale: http://mymommyisbeautiful.com/

A Milano La Grande Madre

Mercoledì, 26 Agosto 2015 06:24

Palazzo Reale, Comune e Fondazione Nicola Trussardi hanno dato il via a Milano alla mostra "La Grande Madre": l'esposizione propone un viaggio all'interno delle opere artistiche del Novecento che raccontano la maternità in tutte le sue sfaccettature.

E' aperta al pubblico dal 26 agosto al 15 novembre 2015 nelle sale al piano nobile di Palazzo Reale.

La Grande Madre è una mostra curata da Massimiliano Gioni, promossa da Comune di Milano: è stata ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per ExpoinCittà 2015 ed è realizzata con il sostegno di BNL Gruppo BNP Paribas con un allestimento di 2.000 metri quadrati articolato in 29 sale al primo piano di Palazzo Reale. Media Partner è Sky Arte che dedicherà un intero documentario a questo straordinario evento.

"Dalle veneri paleolitiche alle “cattive ragazze“ del post-femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa con le sue innumerevoli scene di maternità, la storia dell’arte e della cultura hanno spesso posto al proprio centro la figura della madre, a volte assunta a simbolo della creatività e metafora della definizione stessa di arte" racconta il sito del Comune di Milano". " La Grande Madre è una mostra sul potere della donna: non solo sul potere generativo e creativo della madre, ma soprattutto sul potere negato alle donne e sul potere conquistato dalle donne nel corso del Novecento. Partendo dalla rappresentazione della maternità, l’esposizione si amplia per passare in rassegna un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione, raccontando le trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione del corpo e dei suoi desideri."

In anteprima Italiana possiamo trovare in questa mostra la performance Teaching to walk di Roman Ondák:: il progetto, ispirato all'Instagram Call #TeachingToWalk che invita a condividere i primi passi nostri o di una persona a noi cara, è dedicata a un momento davvero indimenticabile per noi mamme, ossia i primi passi del nostro bambino. Così fino al 15 novembre, "ogni giorno una mamma e suo figlio saranno invitati a imparare a camminare nelle sale della mostra. Per prendere parte alla performance, la Fondazione Nicola Trussardi ha aperto un casting (informazioni e prenotazioni al numero telefonico 02 8068821, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)".

Sempre all'interno della mostra troviamo di nuovo il mondo dei social e del web: è il toccante progetto di Yoko Ono #MyMommyIsBeautiful, lanciato dall’artista lo scorso 10 maggio per celebrare la bellezza delle mamme. La Call è stata promossa in collaborazione con il Corriere della Sera e la 27 Ora, e ha già raccolto migliaia di scatti non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Per informazioni in merito alla mostra vi invito a visitare il sito del comune di Milano a questo link oppure il sito della Fondazione Nicola Trussardi.

Giulia Mandrino

Immagine: 

Nathalie Djurberg
It’s the Mother, 2008
video di animazione, 6 minuti
musica di Hans Berg
Courtesy Giò Marconi, Milano

Sara

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Cecilia

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