E’ semplice, è facilissimo da fare e in primavera ed estate delizia davvero il palato. Ma se ci sono i bimbi, come fare? Nel mio articolo dedicato a questo tema su www.mammapretaporter.it potete trovare tutte le indicazioni sul tema te e tisane per bambini.

In generale il tè che vi consiglio di usare, sia che abbiate bambini oppure no è il Kuchika: è un tè ricchissimo di minerali, antiossidanti e privo di teina, per cui è adatto davvero a tutti.

Ecco allora la ricetta di mammapretaporter.it del tè freddo al limone!

Giulia Mandrino

Ottime per fare il pieno di energia e minerali, queste palline sono un delizioso snack adatto a grandi e piccini. Possiamo personalizzarle a piacere a seconda della frutta secca, semi e bacche che abbiamo a casa basta utilizzare una base di datteri e uvetta che faccia da collante.

Ecco allora un modo semplice e veloce per preparare uno snack: la ricetta di mammapretaporter.it delle palline energetiche!

Giulia Mandrino

Il cavolo viola è davvero un super alimento: come tutta la verdura viola è ricco di antiossidanti e inoltre contiene le proprietà delle crucifere, ottimi alimenti nella prevenzione dei tumori femminili di causa ormonale. Possiamo cucinarlo in vellutate, stufato con spezie, in polpettine oppure possiamo proporlo sottoforma di chips, assolutamente gradite anche ai bambini.

Ecco allora come preparare delle buonissime chips di cavolo viola: la ricetta di mammapretaporter.it per cucinare in modo alternativo questa verdura!

 

Giulia Mandrino

Onlus Tommaso Boneschi e la lotta contro la sma

Mercoledì, 01 Luglio 2015 07:31

Quando siamo in gravidanza siamo giustamente positive, pensiamo che nulla possa andare storto e che lo scoglio più difficile sia il parto. Talvolta purtroppo le cose non vanno esattamente in questo modo e oggi vi voglio raccontare la storia di Patrizia, amica e mamma di tre splendidi bimbi, voglio raccontare la sua forza di donna e mamma, voglio raccontare la sua storia di felicità, perchè la felicità quella vera, si costruisce giorno per giorno, con tenacia e forza di volontà, proprio come ha fatto lei. 

"Tommaso nacque il 18 maggio 2011, lo stesso giorno in cui nacque il papa buono. Ero sicura che quella data sarebbe stata di buon auspicio per lui. Quel giorno provai una felicità che non so descrivere; avere due bambini piccoli, mio marito attento e premuroso, era tutto ciò che potessi desiderare.
I venti giorni successivi alla nascita di Tommaso furono ricolmi di dolcezza. Ricordo che mio marito rientrando a casa, ogni giorno, mi ripeteva “siamo in quattro!” Ricordo il suo sorriso, ricordo i suoi progetti di ingrandire la casa, ci sentivamo completi, sentivamo di aver realizzato un sogno, ed era davvero così.
Amavamo I nostri figli totalmente, essere genitori ci aveva uniti ancora di più.
Avevo però iniziato a notare delle stranezze nel mio bambino. Ero diventata mamma per la prima vota solo venti mesi prima e i paragoni con la mia prima bimba erano inevitabili. Tommaso si muoveva molto poco, era ipotonico e inoltre, durante la notte, respirava in modo strano. Non mi sentivo preoccupata ma avvertivo qualcosa che non andava. Chiesi così una visita alla mia pediatra. Il modo in cui la dottoressa lo visitò, mi fece rendere subito conto che i miei sospetti non erano affatto infondati, al contrario l’ espressione e la voce del medico mi misero subito in allarme. Ricordo il battito del mio cuore che inizio’ ad accelerare non appena la pediatra richiese un consulto urgente in ospedale.
La mia vita cambiò, esattamente in quel giorno di giugno.
In ospedale fecero a Tommaso mille esami. La sua era un’ipotonia grave, i suoi riflessi erano pressochè assenti. Non mi capacitavo di come fosse possibile che solo venti giorni prima fossi stata dimessa senza che nessuno si fosse accorto di nulla. Tommaso era sempre stato così. Il suo pianto flebile, il suo tono muscolare poco tonico. Ogni esame a cui veniva sottoposto Tommaso dava esito negativo, sembrava tutto a posto, ma così evidentemente non era.
Poi, una domenica mattina, successe ciò che cambio’ per sempre il mio destino e quello di mio marito.
Il primario di pediatria raggiunse me e Alessandro in camera, io avevo Tommaso in braccio e senza troppi GIRI di parole ci informo’ che, secondo la sua esperienza, il nostro bambino soffriva di una malattia genetica rara, l’ atrofia muscolare spinale. Ci disse che era una malattia degenerativa che avrebbe tolto a Tommaso ogni capacità di movimento, la possibilità di deglutire e di respirare, aggiunse che purtroppo non esisteva una cura. Posso dire con certezza che quel giorno fu il più brutto della mia vita." (tratto da Le storie di Agatha).

Invece di abbandonarsi alla disperazione Patrizia ha deciso di donarsi al 100% al suo piccolo e di vivere il poco tempo che la vita aveva destinato a loro con gioa assoluta: "Tommaso non sapeva di essere malato, aveva solo bisogno di me, della sua mamma, pensai che non conta la durata di una vita, ciò che conta è la qualità, conta quanto amore si riesce a donare e a ricevere. Decisi quel giorno che avrei messo il dolore in un angolo, che non avrei vissuto il tempo con Tommaso disperandomi, al contrario, avrei fatto di tutto per conoscerlo, per far giocare insieme i miei figli, per rendere la loro vita bellissima. In quell’ afoso pomeriggio di giugno avevo trovato una strada, solo dopo avrei pensato al dolore."

Tommaso è mancato dopo soli due mesi e una settimana, ma anche in questo caso la sua mamma e il suo papà hanno deciso di tirare fuori il meglio da questo dolore tremendo e hanno fondato un'associazione in suo nome, al fine di sostenere altre famiglie con bambini affetti da sma. Ecco cosa ci racconta Patrizia: "L’associazione Tommaso Boneschi Onlus nasce nel settembre 2011 per volontà dei genitori del piccolo Tommaso Boneschi. L’associazione conta ad oggi circa centoventi soci tra ordinari e sostenitori. L’associazione nasce per far fronte alle tante lacune istituzionali che gravitano attorno alla gestione della malattia ,che essendo considerata rara è poco attenzionata dalle istituzioni. La mission della onlus si rivolge in primis al sostegno delle famiglie che hanno al loro interno bimbi affetti da sma (spinal muscolar atrophy) .Le nostre attività si svolgono in piena collaborazione con il centro SAPRE( settore abilitazione precoce dei genitori ) che fa parte del policlinico di Milano.Questo centro risulta essere il punto di riferimento principale in Italia per tutti i genitori che hanno bimbi affetti da malattie neuromuscolari.

Le nostre attività sono volte da un lato a portare a conoscenza di tutti dell’esistenza della malattia, e dall’altro a sostenere psicologicamente ed economicamente le famiglie italiane con bimbi affetti da sma1 e sma2.
Uno dei nostri principali progetti , attivo dal 2013, è il progetto “L’abbraccio” volto a dare un sostegno psicologico gratuito ai genitori che hanno perso i loro figli a causa della sma .Il progetto ha visto coinvolti genitori residenti in tutta Italia, con sedute de visu ma anche via skype. La preparazione specifica relativa alla patologia e l’alto grado di professionalità e bagaglio esperienziale che contraddistingue la psicologa della nostra associazione ha reso possibile il raggiungimento di risultati molto buoni.
In questi anni la nostra associazione ha visto la collaborazione con diversi enti a partire dal centro Sapre di Milano del quale abbiamo sempre sostenuto il progetto “Mio figlio ha una quattro ruote”, oltre che finanziato il progetto”La parola che ascolta e le parole per dirlo”, Comune di Seregno , la Croce rossa di Desio con i quali abbiamo realizzato il progetto di manovre di disostruzione pediatrica rivolta ai docenti delle scuole di Seregno, Il centro Nemo dell’ospedale Niguarda col quale abbiamo realizzato un progetto di acquaticità per bambini affetti da patologie neuromuscolari.
Tutte le attività dell’associazione Tommaso Boneschi sono visionabili sul sito www.associazionetommasoboneschionlus.it e sulla pag Facebook Tommaso Boneschi onlus."

Giulia Mandrino

La nuova casa

Domenica, 28 Giugno 2015 13:07

Un po' per noi, un po' per lei abbiamo deciso che era ora di ampliarci un pochino ed avere un pezzetto di giardino dove sfogare le frustrazioni cittadine. Certo il trasloco ed i piccoli e/o grandi lavori di ristrutturazione non sono certo una passeggiata... ma poi danno grandi soddisfazioni; la più preoccupata era Cucciola che vedeva man mano sparire pezzi di mobili dalla vecchia casa e comparire nuovi scatoloni da rosicchiare e smusettare... l'ultima a traslocare con noi è stata logicamente lei!
Io – Eccoci arrivati amore ti piace? Hai visto quanto spazio
Cucciola – Andiamo a casa? Non ho voglia di stare in vacanza
Io – Questa è la nostra nuova casa, c'è anche il giardino, vai a vedere
Cucciola – Io dalla mia gabbietta non esco finché non torniamo a casa
Dopo circa un'oretta...
Cucciola – Va bene esco ma... non c'è il mio odore, pipì qui e qui e qui e anche là... oh il nostro divano quasi lo rosicchio, così tanto per amicizia
Lui – Caz... adesso oltre agli scatoloni siamo nelle pozzette di piscia?
Io – Dai povera si deve ambientare, deve segnare il territorio
Lui – Povera? Piscia in sala ed è povera? Se cago in cucina cosa ne dici?
Io – Che sei proprio insensibile, superficiale e pure pirla... basta?
Intanto lei cammina incerta per casa, allungando il musino e tirando avanti le orecchie, facendo un frenetico movimento di naso per captare tutti gli odori, facendo dentro e fuori dalla sua gabbietta per capire se il rischio è che anche quella subisca un repentino trasloco, ma del giardino non ne vuole sapere.
Io – Sai cosa facciamo? Mettiamo la sua gabbietta in giardino, così quando esce da lì si trova sull'erba!
Cucciola – Oh che cavolo cos'è sta roba verdina sotto le zampe... siamo al parco? Quando torniamo a casa?
Io – Dai fai un giretto, non avere paura...
Giusto il tempo di dirlo e aveva fatto il giro del giardino correndo come una macchina da F1 e le curve degne della Moto GP, qualche salto a metà tra un camoscio e un cavallino che scalcia poi all'ombra della siepe si era già sbocconcellata gli unici, primi e teneri germogli delle piante che tentava ancora la crescita.
Io – Beh mi pare vada alla grande?
Lui – Sì, e il buco che sta scavando ora? Penso che per sera avrà raggiunto la Cina, potremmo farla assumere dalla Caterpillar
Io – Dai non iniziare, tanto il giardino è tutto da rifare, riseminare e ricoltivare
Lui – E vedremo che fine farà...
Cucciola – Mi piace, guarda come corro..
Io – Brava Cucciola, sei proprio brava, ma come sei veloce, sei proprio brava!
Cucciola – Sì sono Brava Cucciola! Mi piace questo parco!
Alla lunga si è rivelato quello che tutti sapevamo ma che nessuno osava dire:
1) non ha più avuto problemi ad uscire, il problema è piuttosto convincerla a tornare in casa
2) dopo aver rifatto, riseminato e ricoltivato il giardino, Cucciola continua tutt'ora a scavare dove le pare ed è una lotta tra il pollice verde il Lui e la foga di Lei nella costruzione di una (se pur inutile) tana a cunicolo
3) una volta capito che non era il parco, che non eravamo in vacanza e che ci saremmo rimasti in quella casa, ha smesso di fare pipì, di sbattere le zampine (*) per ogni minimo rumore e di scattare impaurita per nulla.
Inizia sempre così un ... "e vissero felici e contenti" ma sempre con mille aneddoti lapini, vedrete...

(*) Avete presente Tamburello, il coniglietto amico di Bambi? A volte sbatteva la zampina posteriore, tamburellava, per sottolineare un momento di felicità ed euforia. Non è proprio così nella realtà, anzi! I conigli sbattono entrambe le zampe posteriori in caso di pericolo. Tamburellando con i piedoni cosicché sia i conigli lontani che quelli che si trovano in quel momento nelle tane sotto terra, sentono le vibrazioni emesse del coniglio che è rimasto in superficie con l'incarico di far da vedetta, da palo, e che in quel momento può aver avvistato o fiutato, anche a molta distanza, un ipotetico o reale pericolo, in modo che sia lui, che tutti quelli del suo gruppo possano mettersi al riparo il più in fretta possibile.

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

Sappiamo ormai che il caffè è un grande alleato per la nostra salute se non soffriamo di ipertensione e tachicardia o stati ansiosi importanti.

La Natura però ci propone numerose bevande che possiamo utilizzare con grandi benefici per la nostra salute. Scopriamo insieme quali con un articolo tratto dal mio libro di ricette The Family food, edito da Mental Fitness Publishing 

 

CAFFÈ AL GINSENG

Dalla radice del ginseng deriva un'ottima bevanda molto energizzante che rinvigorisce il sistema immunitario. Ha effetti benefici sulla digestione e sul sistema nervoso, specialmente nei periodi di forte stress. Essendo un tonico del sistema nervoso, non è adatto a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

CHAI TEA (TÈ CHAI)

È un tè tradizionale molto diffuso in India, riequilibrante e tonificante. La ricetta originale prevede un tè nero riccamente aromatizzato con un mix di spezie riscaldanti e latte, ma se ne può preparare anche una versione più leggera. Il pepe nero aiuta l'elaborazione degli zuccheri e dei grassi, mentre il garofano, il cardamomo, la cannella e lo zenzero dissetano d'estate e portano calore nell'umidità e nel grigiore delle stagioni invernali. Esistono tè chai e preparati di spezie per chai già pronti, ma è semplicissimo realizzarlo in casa (vedi la ricetta su mio libro.

 

CAFFÈ VERDE

Deriva da una diversa lavorazione dei semi di caffè, grazie alla quale la caffeina viene associata all'acido clorogenico per ottenerne un assorbimento più lento ma continuo. Grazie alla presenza dell'acido, la bevanda acquista proprietà antiossidanti e un pH meno acido; contiene inoltre la metilxantine che attiva e velocizza il metabolismo, favorendo un processo di prevenzione del diabete in quanto riduce l'assorbimento degli zuccheri. Non è adatto a soggetti ipertesi e persone con problemi d'ansia.


CAFFÈ DI TARASSACO

Ha forti proprietà diuretiche ed è ottimo anche contro la ritenzione idrica, la cellulite e l'ipertensione. Con le sue radici tostate e macinate possiamo preparare un surrogato utile per disintossicare il fegato, in caso di colesterolo alto e in presenza di calcoli.

 

CAFFÈ VERDE

Deriva da una diversa lavorazione dei semi di caffè, grazie alla quale la caffeina viene associata all'acido clorogenico per ottenerne un assorbimento più lento ma continuo. Grazie alla presenza dell'acido, la bevanda acquista proprietà antiossidanti e un pH meno acido; contiene inoltre la metilxantine che attiva e velocizza il metabolismo, favorendo un processo di prevenzione del diabete in quanto riduce l'assorbimento degli zuccheri. Non è adatto a soggetti ipertesi e persone con problemi d'ansia.

 

CAFFÈ DI ERBA DI GRANO

Grande energizzante naturale, è una bomba vitaminica (contiene B12) e minerale (è ricca di ferro), adatta per questo a papà e mamme in crisi di sonno e per chi soffre di anemia. Grazie alla presenza di clorofilla, può essere utilizzato come potente detossificante e antiossidante. Per vederne gli effetti si consiglia di assumerne un cucchiaino diluito in acqua per almeno tre mesi. Non è adatto a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

CAFFÈ DI MACA

Pianta sacra per gli Inca, la maca cresce in Perù ed è una radice povera di grassi e ricca di vitamine del gruppo B, tra cui la B12. È priva di caffeina ma stimola lo stesso il sistema nervoso, per cui è ottima in periodi di forte stanchezza, depressione e per chi svolge un'attività intellettuale impegnativa. Non è adatta a bambini, a chi soffre di ipertensione, tachicardia e stati ansiosi

 

CAFFÈ D'ORZO

È un ottimo modo per iniziare la giornata poiché contiene betaglucano, una sostanza che rallenta l'assorbimento dei carboidrati abbassando il tasso
glicemico. Regola l'intestino, contrasta le infiammazioni dell'apparato digerente e le infezioni dell'apparato urinario. La bevanda di orzo, o caffè d'orzo, è davvero semplice da preparare, basta mescolare un cucchiaino di orzo solubile in acqua calda. Questa bevanda può essere bevuta così o dolcificata con sciroppo d'acero o d'agave ed è possibile aggiungervi del latte vegetale. Una punta di vaniglia in polvere aggiunta durante la preparazione dà un tocco di eleganza all'orzo.

 

ERBA MATE

Consumata principalmente in Sud America, in particolare in Argentina, è un infuso che ha grandi proprietà antiossidanti e un ottimo drenante.
Si può consumare in una semplice tazza aggiungendo dell'acqua calda, oppure nella tradizionale tazzina con una cannuccia. Come altre bevande che contengono sostanze stimolanti, non è adatto ai bambini e a chi soffre di ipertensione, tachicardia e crisi d'ansia.

 

Tratto dal mio libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, edito da Mental Fitness Publishing

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

 

 

Intorno ai tre mesi il bambino inizia la sua fase sensoriale, ossia quel periodo di tempo in cui iniziano ad apprendere attivamente attraverso i cinque sensi; per far ciò il nostro bimbo ha la necessità di esplorare con questi e perciò metterà le manine in bocca, risponderà a stimoli visivi e a vorrà prendere contatto con il nostro corpo in maniera attiva: in particolare mentre allattiamo o portiamo i bambini in fascia spesso loro cercano di attaccarsi ai nostri capelli, ai nostri orecchini, ai lobi delle orecchie... E tendono a staccare la testa dal seno e "distrarsi" per dedicarsi appunto all'esplorazione sensoriale della loro mamma. Se da una parte non possiamo che essere liete di vederli scoprire il mondo, dall'altra vorremmo che concludesse la poppata. 

Per questo possiamo utilizzare le collane dell'allattamento, o collane del babywearing o nursing necklace: sono degli accessori che potete acquistare in numerosi online store (come questa, per esempio) oppure creare da voi. Sono facilissime da fare e ora vi spiego tutti i segreti per offrire al vostro piccolo uno strumento di espolazione sensoriale sicuro e rilassante (oltre che bello per voi).

www.alittlemarket.it

La scelta dei materiali

È fondamentale che i materiali siano idonei ad essere messi in bocca dal piccolo, quindi naturali, non trattati o trattati con materiali atossici. Il materiale ideale è il legno d'acero al naturale. 

Occorrente

- 1 anello di legno naturale: consente al bambino di aggrapparsi nei primi mesi e poi di esserere messo in bocca durante la dentizione

-  perle di legno naturale o trattate con vernici atossiche specifiche per bambini (le trovate nei negozi come La città del sole oppure in shop di perline, anche online)

- cordoncino in tessuto atossico 

Procedimento

1. Tagliamo il cordoncino  della lunghezza giusta affinchè la collana arrivi circa all'altezza dello sterno (poi diventerà più corta ma per iniziare è necessaria questa misura). 

2. Pieghiamo in due il cordoncino

3. Facciamo un nodo inserendo l'anello dentro il cordoncino piegato in due, poi infiliamo i due lembi dentro la parte finale di questo facendo un nodo come si vede nell'immagine qui sotto. Vi sconsiglio vivamente di eseguire un nodo normale perchè è importante che l'anello possa essere mosso. 

immagine tratta da unadonna.it 

4. Per fermare l'anello vi consiglio di inserire due perle con entrambi i lembi uniti e di fare due nodi semplici.

5. Poi potrete aprire i lembi e chiudere la collana con un nodo facendo attenzione che sia abbastanza larga da poterla infilare dalla testa, oppure potrete aggiungere altre perline nei rispettivi lati e chiuderla successivamente. 

Due consigli

Se avete una bimba o un bimbo che ora sono diventati fratelli maggiori, create una collana simile alla vostra anche per loro, per farli sentire coinvolti.

La collana dell'allattamento è perfetta da regalare a una neomamma!

Giulia Mandrino

Cos'è il bonding e come favorirlo

Martedì, 23 Giugno 2015 11:34

Si sente spesso parlare della parola "bonding", ma pochi sanno che cosa significa realmente. Scopriamolo insieme con Licia Negri nel suo libro Lasciati Abbracciare edito da Mental Fitness Publishing:

"È una parola inglese che significa "attaccamento", "vincolo", "creare un legame"; è divenuta sempre più familiare negli ultimi quarant'anni, specie dopo gli studi di Klaus e Kennel.
Per chi di professione aiuta i bambini a nascere, un momento importante per favorire il bonding è il primissimo contatto pelle a pelle del neonato con la madre, che permette di consolidare il legame iniziato durante la gravidanza. È questo legame profondo, specifico, duraturo – fisico e psicologico insieme – che aiuterà le donne ad allattare, accarezzare, cullare il proprio bambino e giocare con lui, ma anche a proteggerlo, non trascurarlo e non abbandonarlo, creando
le basi per le future relazioni affettive e sociali. Il primo, più semplice e naturale mezzo per facilitare un legame positivo è lasciare il neonato nudo tra le braccia della mamma, in contatto pelle a pelle fin dai primi minuti di vita e per le ore successive al parto, evitando separazioni inutili se lo stato di salute di entrambi lo permette e, ovviamente, se la madre lo gradisce. È la memoria arcaica, quella legata all'istinto della procreazione e alla sopravvivenza della specie, che si risveglia.

Ci si accorge di fare e provare con naturalezza gesti e sentimenti che si credeva di non conoscere, ricevendo piacere e sensazioni di appartenenza e potenza. Tutte le donne facevano così prima che il neonato fosse "routinariamente" allontanato per ragioni "assistenziali" che di solito non sono necessarie o urgenti.
I neonati sono fatti per sopravvivere e adattarsi alla vita solitamente senza bisogno di aiuti esterni, e un osservatore esperto può valutare il loro benessere anche in braccio alle madri."

tratto da Licia Negri, Il neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

Marsupioterapia: che cos'è

Martedì, 23 Giugno 2015 11:31

Secondo l'OMS, quindi l'Organizzazione Mondiale della Sanità "la KMC (ossia Kangaroo Mother Care) è la cura del neonato pretermine posto a contatto pelle a pelle con la madre. È un metodo efficace e di facile uso per promuovere la salute e il benessere sia dei neonati pretermine che di quelli a termine".

Cerchiamo di capire meglio in che cosa consiste questa metodologia con il contributo di Licia Negri nel suo splendido libro "lasciati abbracciare", edito da Mental Fitness Publishing: "Salute e benessere sono le due parole chiave e sono strettamente collegate. La Kangaroo ha a che ve- dere con la qualità dell'assistenza, è un metodo che si inserisce nel pia- no di terapia del bambino prematuro. Promuove la stretta vicinanza e il contatto mamma-bambino, partendo dalla convinzione che i due non debbano essere separati dopo la nascita. È inoltre di aiuto in un periodo difficile non solo dal punto di vista sanitario ma anche emotivo, per tutta la famiglia.

Le caratteristiche principali della KMC sono:

1) Contatto pelle a pelle fin dalla nascita, continuo e prolungato tra madre (o padre) e bambino; può durare, a seconda dei casi, da un'ora a idealmente 24 ore. È importante che il contatto avvenga a pelle nuda.

2) Allattamento esclusivo al seno (optimum); il latte materno è fondamentale sia per lo sviluppo sia per la protezione immunitaria del neonato. È provato che grazie all'intimo contatto con il bambino (requisito della KMC) la mamma produce più latte.

3) Inizia in ospedale e si può continuare a casa; rispetto alle cure convenzionali dove spesso la mamma è lontana dal bambino (in incubatrice), la KMC è un metodo che promuove la vicinanza e la conoscenza mamma-bambino. Inizia sotto la supervisione medica e può essere continuata a casa con mutuo beneficio.

4) Dimissione precoce; rispetto ai metodi convenzionali, la KMC consente una riduzione dei tempi di ritorno a casa.

5) Supporto e follow up; una volta a casa le madri sono seguite e continuano il follow up come da indicazioni mediche.

6) È un metodo non invasivo, efficace, di facile applicazione e che mette in primo piano l'aspetto umano della cura.

Nei contesti in via di sviluppo, dove spesso mancano le cure assistenziali di base, la KMC viene attuata con il metodo continuo: la mamma e il bambino stanno a contatto il più possibile, fino a 24 ore, in modo tale che la mamma possa favorire la termoregolazione nel neonato e fungere da incubatrice. Nei contesti occidentali definiti high settings, dove cioè sono garantiti avanzati centri di assistenza di terapia intensiva, viene invece prevalentemente applicato un metodo canguro a intermittenza, cioè con sessioni lunghe ma non continuative di 24 ore.

Ci sono delle eccezioni, e la cosa singolare è che si verificano in contesti super avanzati. In Scandinavia, ad esempio, paese che riporta dati di bassa mortalità tra i prematuri, vi sono strutture idonee progettate proprio per consentire tempi di Marsupioterapia del tipo continuo. Il metodo è molto appagante ed efficace, e al contempo — come potete intuire — impegnativo e stancante: prevede una costante presenza della mamma in ospedale, e quindi le impedisce di fatto di poter condurre qualsiasi altra attività, lavorativa o famigliare. Alla lunga può risultare emotivamente molto pesante, soprattutto se vi sono altri figli da accudire. In Scandinavia credono così tanto nei benefici della Kangaroo che gli ospedali sono diventati luoghi predisposti per questo tipo di metodo: nelle camere vi sono le incubatrici, dei letti per i genitori e per gli ospiti. Vi sono una cucina, postazioni per lavorare al computer e comodità varie.

L'intera famiglia può trascorrere buona parte del proprio tempo là in ma- niera sostenibile sotto tutti i punti di vista. Ricordiamo, ma solo per gli scettici, che la pratica viene promossa anche dalla WHO (World Health Organization), la quale sostiene che un contatto pelle a pelle sia propedeutico all'allattamento al seno e a una più rapida de-ospedalizzazione.Nel documento guida pubblicato nel 2003, Managing newborn problems. A guide for doctors, nurses and midwives, si incoraggia l'inizio della KMC il prima possibile. Nel testo italiano, dal titolo molto azzeccato Con ragione e sentimento, le cure neonatali a sostegno dello sviluppo, si legge: "È acquisita l'idea che la KMC sia un comportamento curante per il neo- nato e sia utile a facilitare nei genitori la presa di contatto con il loro figlio favorendo quell'attaccamento che, spesso, le rigidità dell'ambiente della TIN allontanano".

 1) per i paesi in via di sviluppo il metodo canguro rappresenta un beneficio in termini di morbilità e mortalità: i bambini si ammalano e muoiono meno. In un contesto dove non ci sono reali alternative, il metodo è un vero e proprio salvavite;

2) nei paesi industrializzati, dove ci sono metodi efficaci di cura conven- zionale, il metodo canguro integra l'assistenza, con provati benefici per il bambino, i genitori, l'allattamento.

Nei nostri contesti il metodo canguro, anche se non abbatte i tassi di mortalità così come avviene in paesi dove non vi è assistenza sanitaria adeguata, riveste un altro importantissimo ruolo: consente di alleviare il dolore emotivo. I prematuri sono bambini che possono stare molto male e così stanno anche i loro genitori.
La Kangaroo permette di affrontare più dolcemente il primo periodo: è ben documentato che le madri che ricorrono a questo metodo sono mag- giormente resilienti, sostengono cioè meglio le tensioni, sono meno stressate.

Sono stati, infatti, condotti degli studi valutando la presenza di cortisolo con o senza KMC; il Dr. Davanzo ci conferma che è stato osservato con prove biochimiche sperimentali il variare della quantità di enzimi, presenti nella saliva, associati allo stress: lo stress della mamma che pratica il metodo canguro è ridotto.

Nessuno nasce madre, e diventarlo può comportare, oltre al trauma e al dolore del parto, una notevole dose di ansia. Questa sensazione a volte può travolgere una donna anche in un parto senza complicazioni; immaginiamo in una situazione estrema, dopo un parto prematuro, dove il senso di ineluttabilità può associarsi alla paura di non essere in grado di prendersi cura in modo adeguato di una nuova vita, che necessita di più tempo e assistenza specifica per poter compiere il suo pieno sviluppo al di fuori dell'ambiente uterino.

Le mamme raccontano di apprezzare molto questo tipo di approccio e di avere più autostima ricorrendovi. Sentono di poter fare qualcosa di positivo per il bambino, di contribuire al suo benessere. E questo le fa stare meglio. Prendono confidenza più velocemente con la loro piccola creatura e riescono quindi a prendersene cura in modo migliore.

Anche i padri confermano di essere rilassati e a proprio agio nel prestare questo tipo di aiuto grazie al metodo canguro. Ancora, esso migliora l'ossigenazione, la frequenza cardiaca e rende tali parametri più stabili.

I ricercatori sono quindi unanimi nel concludere che la KMC dovrebbe essere incoraggiata appena possibile subito dopo la nascita, perché aumenta il senso di bonding e fa sentire le madri più competenti nell'occuparsi dei bimbi. Per il benessere della mamma e del bambino, in questi momenti così delicati, l'aspetto emotivo e psicologico è fondamentale e va sicuramente protetto."

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

 

I prematuri e i loro bisogni

Martedì, 23 Giugno 2015 11:26

"Ogni anno nel mondo vengono alla luce milioni di bambini che non hanno completato il loro sviluppo nella pancia della mamma. Molti "piccoli guerrieri" (così vengono chiamati, perché con grande forza lottano per la vita) riescono a sopravvivere. Altri purtroppo no.
Born too soon1 (letteralmente "Nato troppo presto"), un documento realizzato grazie al lavoro di 26 organizzazioni in 11 paesi e altre 40 a supporto — Save the Children, WHO, March of Dimes e The Partnership for maternal, newborn e child health, per nominarne alcune —, analizza paese per paese i dati relativi alle nascite premature nel mondo. Non è solamente un report, è una guida che contiene informazioni volte ad aiutare le famiglie toccate da nascite pre- termine.
Se diamo uno sguardo a questi dati, sono preoccupanti: a oggi, nel mondo, circa 15 milioni di bambini nascono prematuramente (prima delle 37 settimane) e questo numero è in crescita. La prematurità è la principale causa di mortalità infantile per i bambini sotto le 4 settimane e la seconda, dopo la polmonite, per i bambini sotto i 5 anni. Inoltre, per coloro che sopravvivono, vi è purtroppo un cre- scente rischio di disabilità.

Uno dei prossimi Millennium Development Goals (MDGs) definiti dalle Nazioni Unite è arrivare nel 2015 a una riduzione del tasso di mortalità infantile pari al 50%. Questo obiettivo non potrà essere raggiunto senza considerare anche una diminuzione delle nascite premature.

Gli specialisti coinvolti nella stesura del rapporto Born too soon sono convinti che si potrebbero ridurre di oltre tre quarti i decessi dei neonati prematuri nel mondo con cure non costose ed efficaci, anche in assenza di terapie intensive neonatali. Attenzione, tale dato va inserito in un contesto globale che deve essere tenuto in considerazione nell'analisi di questi numeri. Infattile differenze in termini di sopravvivenza tra le varie aree del mondo sono estreme: metà dei bambini nati a 24 settimane di gestazione sopravvivono in paesi ad alto reddito, mentre la metà dei bambini nati 2 mesi prima del termine della gravidanza continuano a morire nei paesi a basso sviluppo a causa della mancanza di cure basiche (es: ipotermia, malnutrizione generata da mancanza di supporto all'allattamento, infezioni, difficoltà respiratorie etc.).


"Comunemente il parto prematuro viene subito associato a servizi di assistenza intensivi e onerosi che sarebbero impegnativi per i paesi più poveri, ma un'intera gamma di servizi invece efficaci e non costosi sono disponibili e adatti a salvare gran parte di questi bambini" dichiara Carole Presern, ostetrica e direttrice della Partnership per la Salute Materno-Infantile che riunisce più di 400 organizzazioni in tutto il mondo che collaborano per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo n. 4 e 5: la sopravvivenza dei bambini e la salute delle donne.

In Italia che cosa succede? Sentiamo che cosa dice3 in proposito il Prof. Costantino Romagnoli, Presidente della SIN (Società Italiana di Neonatologia): "In Italia, nel 2012 sono nati 534.186 bambini, di questi il 7,2% sono prematuri, l'1% ha un peso inferiore a 1500 grammi ed il 6,2% tra 1500 e 2500 grammi. La frequenza del parto pretermine è aumentata negli ultimi anni e tende ancora ad aumentare".

Tornando al contesto internazionale, nel documento Born too soon vengono indicati in due macrocategorie gli interventi necessari per la riduzione delle nascite pretermine e mortalità associata: prevenzione e assistenza.
La prevenzione inizia con la cura e l'educazione della mamma prima, durante e dopo la gravidanza. L'assistenza deve essere efficace e garantita sia alla mamma sia al bambino immediatamente dopo la nascita.

Nella lista degli approcci raccomandati, finalizzati alla riduzione della mortalità infantile, tra i vari termini medici balza all'occhio un nome singolare: Kangaroo Mother Care, "metodo della mamma canguro". Quello che potrebbe sembrare il titolo di un libro di Italo Calvino è in realtà un efficacissimo strumento che può salvare nel mondo 450.000 vite l'anno!"

Tratto dal libro Lasciati Abbracciare di Licia Negri, Edito da Mental Fitness Publishing

 

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Sara

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Cecilia

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