Giocare all’aperto è fondamentale durante l’infanzia. Ma accanto a questo imprescindibile principio ne stanno altri, come l’amicizia e la socialità, che possono essere sperimentate attraverso i luoghi di aggregazione. Parliamo quindi dei parchi giochi, certo, ma anche di un altro luogo frequentissimo e sfruttato da moltissimi bambini italiani: il giardino condominiale.

Se ci pensate, in passato era normale il gioco nelle corti, spazi nel centro delle case nei quali i bambini si divertivano con la sicurezza di un luogo vicino alla famiglia sorvegliato e sicuro. I giardini condominiali, dunque, possono essere letti come moderne corti, luoghi perfetti per passare il tempo all’aria aperta e in compagnia anche in città.

I bambini possono giocare nei giardini condominiale? Un luogo da fare proprio per sfruttare l’aria aperta e abituarsi alla socialità.

Questo concetto si basa fondamentalmente su due principi. Il primo è quello che ribadiamo sempre, e cioè che i bambini hanno estremo bisogno di passare il loro tempo all’aria aperta e di giocare liberi. Il secondo è giuridico, ed è quello che sancisce prima il diritto del bambino al riposo, al tempo libero e alle attività ricreative (la Convenzione dei Diritti del Fanciullo dice proprio: “Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”) e in secondo luogo la legittimità dell’utilizzo degli spazi comuni, spiegato molto bene nel Codice Civile all’articolo 1102 C.C.

Questo articolo parla chiaro: “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il migliore godimento della cosa”.

Si parla di “cosa comune”, ed è una definizione che si applica anche agli spazi comuni condominiali. Se questi sono quindi, in linea generale, destinati all’occupazione da parte dei condomini, allora i bambini hanno il diritto, tanto quanto gli adulti, di utilizzare i cortili e i giardini, rendendoli luogo dei loro giochi insieme.

Non solo: l’articolo parla chiaramente di “godimento della cosa”, e quale godimento supera il benessere del gioco? Ecco perché i bambini non solo dovrebbero giocare più spesso negli ambienti comuni, ma le famiglie dovrebbero renderli sempre più piacevoli, attrezzati e attrattivi. E anche quando si tratta di giardini o porzioni di condominio verdi, il gioco non contrasta con la destinazione degli spazi, ma anzi valorizza questo giardino!

In questo senso si stanno muovendo molti comuni italiani, come ad esempio quelli di Milano e Torino, che per le loro aree di competenza hanno deciso di riconoscere il Diritto al Gioco del bambino come fondamentale anche all’interno dei condomini.Il Comune di Milano riconosce il diritto dei bambini al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età. Nei cortili, nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private deve essere favorito il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali”: queste le parole del regolamento.

Si noterà che il diritto del bambino non dovrà ledere quello degli altri condomini: come sempre, la libertà va intesa come limitata al rispetto della libertà altrui, e in effetti essendo gli spazi comuni ognuno deve utilizzare il buonsenso. Lo si legge ancora più apertamente nel regolamento del Comune di Torino, che sottolinea come “acclarato il diritto dei bambini, rimane da tutelare però anche quello degli altri condomini”.

Questo rispetto non è impossibile: basta rispettare certe fasce orarie nelle quali virerà la regola del silenzio. Per il resto, i bambini che giocano liberi con i loro amichetti impareranno presto la socialità, e sapranno rispettare senza dubbio gli altri condomini.

Se nel vostro condominio non c’è nessun regolamento (e se gli altri si lamentano) sarà bene chiedere un’assemblea condominiale, oppure agire in sede legale. Se invece è già presente un divieto di gioco, potrete studiare  capire se non è valido (nel caso in cui sia una decisione assembleare approvata a maggioranza: in quel caso comprime senza giustificazione il diritto anche di un singolo condomino e pertanto è nulla) oppure se è da contratto (in quel caso è valido, ma comunque impugnabile per una modifica).

Detto questo, seguite sempre le regole basilari del gioco: chi rompe paga, ogni tanto vigilate e accertatevi che tutto sia ok, educateli sempre al rispetto. Insomma: cresceteli come ritenete giusto, e siamo certe che i vostri bambini sapranno trarre dal gioco in condominio moltissimi stimoli, sempre nel rispetto delle regole e della libertà altrui.

Chi è andato in una città dove è presente Starbucks in autunno ha di certo provato il meraviglioso Pumpkin Spice Latte: un gusto incredibile e inconfondibile, che rimande davvero nella testa per molto tempo. 

Ecco allora la ricetta sana del pumpkin spice latte: una merenda o una coccola perfetta per l'autunno 

 

 

10 benefici dello yoga per bambini

Martedì, 11 Ottobre 2016 08:36

Lo yoga non è solo uno sport per adulti. Anzi! I benefici sulla respirazione, sulla postura, sull’organismo e sulla consapevolezza del proprio corpo giungono a tutti quando si pratica yoga. Anche sui bambini. Che, secondo noi, dovrebbero iniziare fin da subito a sperimentare questa pratica, in maniera ludica, divertente e anche profonda. A partire dai 3 anni, quindi, il bambino (che ha già raggiunto una certa autonomia nel muoversi e nell’esprimere le proprie emozioni) potrà iniziare a giocare con lo yoga.

Ma anche da piccolissimi i bambini possono riceverne i benefici! Avete già provato a evitare le coliche e le stipsi con la nostra guida? 

I 10 benefici dello yoga per bambini: dalla respirazione al movimento, ciò che di buono fa lo yoga sul corpo e sulla mente dei nostri figli

1. La crescita può beneficiarne tantissimo: passando attraverso il corpo la mente ne uscirà rafforzata, in quanto conoscere a fondo il proprio corpo (come insegna lo yoga) aiuta a sentirsi a proprio agio nella propria fisicità, sfruttandone da subito le potenzialità e trattando l’organismo come merita.

2. Fare yoga significa movimentare il corpo in maniera armonica ma soprattutto respirare bene, sfruttando il respiro in tutte le sue potenzialità. Se imparano da piccoli, i bambini sapranno riconoscere i momenti di stress e utilizzare le tecniche per calmarsi, concentrarsi e respirare superando così i momenti di difficoltà.

3. Anche le emozioni sono sempre in primo piano nello yoga: giocando con questo sport ai bambini verranno insegnati anche i principi fondanti della vita, quali il rispetto, le emozioni, l’altruismo e l’accontentarsi, così come l’apprezzamento di ciò che si è e di ciò che si ha. L’empatia, quindi, passa anche dallo yoga.

4. I bambini più attivi e irrequieti beneficeranno senza ombra di dubbio della calma dello yoga: aggressività, iperattività, ansia, paura e disturbi dell’attenzione possono venire contrastati attraverso la meditazione e gli asana (le posizioni yoga). Con costanza, in questo modo, i bambini torneranno ad uno stato mentale e fisico ideale.

5. Praticare lo yoga con regolarità sin da piccoli ha effetti positivi sulle articolazioni, sulla colonna vertebrale, sulla postura, sulla muscolatura. Anche l’equilibrio ne esce rafforzato, e idem la coordinazione dei movimenti.

6. Il fatto che nello yoga non ci sia agonismo ha effetti benefici sulla mente dei bambini, che imparano a praticare una disciplina solo per il proprio benessere e non per la competizione.

7. Allo stesso tempo, lo yoga è una disciplina che si pratica in gruppo. Ma essendo, appunto, senza competizione, il senso di amicizia e di empatia cresce ogni giorno di più, rendendo i bambini socialmente più forti e altruisti.

8. Il movimento dello yoga è calmo, preciso e tranquillo, ma è anche super completo e coinvolge il corpo in tutta la sua essenza. Ecco perché è importantissimo: aiuta i bambini a sfruttare tutti i muscoli, tutte le ossa e tutto l’organismo, contrastando così la costrizione ambientale a cui sono obbligati stando seduti a scuola e passando troppo tempo al chiuso.

9. Essendo così armonico lo yoga è praticamente l’unico sport che si adatta di anno in anno ai movimenti e al corpo dei bambini, al loro sviluppo, inserendosi alla perfezione nel processo di crescita fisica (fatto non scontato per la maggior parte degli sport).

10. Ultimo ma non per importanza (soprattutto perché stiamo parlando di uno sport per l’infanzia) lo yoga per i bambini è davvero divertente. Ai momenti di calma si intrecciano quelli ludici. Per i bambini è bellissimo sperimentare le posizioni più strane, gli intrecci, le espansioni del corpo. Pensate solo quando si gioca a Twister in famiglia!

Il cioccolato, fa bene o fa male?

Lunedì, 10 Ottobre 2016 18:16

Luogo comune: la cioccolata fa male, fa ingrassare, alimenta i brufoli, non è salutare. Ma avete presente il benessere che si prova quando si manda giù un cubetto di fondente? Non è un caso. Perché ora sfatiamo i miti: la cioccolata in realtà fa benissimo. Basta solo conoscerla e sceglierla nelle forme davvero salutari.

Il cioccolato, fa bene o fa male? Le sue proprietà e la forma migliore nella quale assumerlo per goderne tutti i benefici

Innanzitutto, ciò che comunemente chiamiamo “cioccolato” è in realtà il derivato primario della lavorazione dei semi di cacao, semi che si colgono da tre piante principali: il Cacao Forastero (il più diffuso ma anche il meno pregiato), il Cacao Trinitario (più aromatico e fine) e il Cacao Criollo (quello migliore in termini aromatici e qualitativi e quindi anche molto costoso).

Presi singolarmente e non lavorati, questi semi di cacao sono altamente benefici. Contengono al 50% la polvere di cacao e al 50% il burro di cacao, spesso utilizzati singolarmente per ottenere le polveri, le creme o le barrette.

Ciò che fa male sono in realtà i prodotti a cui siamo abituati: le merendine, le tavolette di cioccolata che contengono in realtà più zucchero che cacao, i gelati confezionati, le creme di cacao grasse e pesanti. Ciò di cui parleremo, quindi, non è il cioccolato tradizionale e industriale, ma quello più naturale, da preferire sempre.

Le qualità del cacao derivano dal fatto di contenere moltissimi polifenoli e flavonoidi e di essere così un potente antiossidante naturale e un alleato del cuore: ne beneficiano il sistema cardiovascolare, la lotta al colesterolo.

Un’altra caratteristica, più conosciuta, è la sua capacità di riportare il sorriso: è vero, il cioccolato contiene feniletilamina, che è un naturale stimolante della serotonina, un neurotrasmettitore che influenza in maniera positiva l’umore e la concentrazione. Niente di meglio di 3 cubetti di cioccolata per merenda a scuola!

Ma facciamo una carrellata sulle altre qualità meno conosciute. La teobromina contenuta, ad esempio, aiuta a calmare la tosse; le sue calorie lo rendono un perfetto energetico per bambini e sportivi; la feniletilamina calma la fame; le metilxantine eccitano la mente e tengono svegli diminuendo il senso di fatica. E ancora: il cacao contiene moltissimo fosforo (e quindi è un alleato della memoria).

Insomma, i benefici sono davvero molti, e consumarne con moderazione un pochino al giorno è davvero consigliabile. Ma (sì, c’è un “ma”) solo se la scelta ricade su prodotti buoni, sani e non troppo modificati.

L’insalubrità del cioccolato così come siamo abituati a pensarlo è infatti verissima. Ma non per il cioccolato in sé (come abbiamo visto), quanto per i prodotti che ci vengono venduti, zeppi di zuccheri raffinati, oli, grassi e quant’altro.

Pensiamo solo all’acne: si pensa che il cacao lo alimenti, che ne sia addirittura causa. Quante volte ce lo siamo sentiti dire durante l’adolescenza? Eppure è sbagliatissimo pensarlo, è un’informazione falsa. Così come è falso che il cioccolato sia causa di carie. Ciò che causa questi disagi sono tutti gli altri ingredienti presenti nei prodotti che siamo abituati ad assumere.

Tuttavia il cioccolato non lo si può gustare solo così, solo attraverso i prodotti dolciari industriali. Ci sono tantissimi alimenti e prodotti più sani che permettono di deliziare il palato con il cibo degli dei senza incorrere nei pericoli dei da zuccheri bianchi e grassi a non finire.

Vi suggeriamo quindi tre modalità attraverso le quali assumere il cioccolato in assoluta tranquillità, assicurandovi di riceverne i benefici senza pensare all’insalubrità di contorno.

Innanzitutto, quando comprate il vostro cioccolato potete anche scegliere le barrette e le tavolette; l’importante è che leggiate sempre l’etichetta alimentare. Il cioccolato dovrà essere senza zucchero, e, se zuccherato, optate sempre per una barretta contenente zucchero di canna integrale e mai raffinato.

In secondo luogo preparate sempre con le vostre mani i dolci e le merende. Sono buonissimi i muffin, le torte e le sfiziosità al cioccolato, e saranno ancora più buoni e sani se sceglierete tra gli ingredienti il cacao in polvere, rigorosamente amaro. Lo zucchero di canna (o il miele, o il malto) presente negli impasti basterà a dolcificare il prodotto, e il sapore del cacao (così come la sua qualità) sarà esaltato.

Terza modalità per assicurarvi i benefici del cioccolato è quello di masticare il cacao crudo in semi, come fosse uno snack per la merenda veloce, gustoso e davvero salutare.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Appena dopo i primi passi arriva il momento di raggiungere l’equilibrio perfetto. I bimbi, imparando a camminare in maniera sempre più precisa, raggiungono pian piano la loro indipendenza (che sappiamo essere fondamentale), prendono confidenza con il loro corpo e crescono in maniera armonica.

Per farlo non basta però camminare di qua e di là per casa o in giardino. O meglio, basta, ma sfidare i bimbi a fare ancora qualcosina in più non può che rivelarsi vincente. 

Basta poco: una striscia disegnata sul pavimento da seguire con i piedini, una passeggiata su un terreno differente. Oppure, ancora meglio, una balance board, e cioè una semplice asse divertente e giocosa che allo stesso tempo stimola il movimento più fine e l’equilibrio.

Ecco come realizzare la balance board per i bimbi più piccoli: con delle semplici assi, il gioco divertente per stimolare equilibrio e precisione fisica

Correte quindi in falegnameria: chiedete al vostro artigiano di fiducia un’asse di almeno un metro di lunghezza e due piccoli ciocchi dello stesso spessore ma lunghi circa quaranta/cinquanta centimetri. Fate attenzione: le assi devono essere già ben levigate e pitturate con gli appositi prodotti del falegname, in modo da non presentare schegge.

Dopodiché fissate i due ciocchi perpendicolarmente all’asse più lunga, alle estremità, in modo che l’asse rimanga sollevata e ben stabile.

(foto 1)

I bimbi su questa balance board potranno in tutta sicurezza sperimentare i propri movimenti, coinvolgendo tanto le gambe e i piedini quanto il busto e le braccia, coinvolti appieno nel movimento di ricerca dell’equilibrio.

Potete iniziare sistemando la vostra asse per l’equilibrio accanto ad una parete o ad un appoggio all’altezza dei bambini: appoggiandosi i piccoli prenderanno confidenza con la nuova dimensione e pian piano potrete spostare la balance board all’interno della stanza, su di un tappeto, in modo da portare all’equilibrio perfetto passo passo.

(foto 2)

Dopodiché, una volta che il gioco è stato fatto loro e l’equilibrio si è fatto più stabile, potete proporre altre sfide. Sempre con l’aiuto del vostro falegname di fiducia, costruite un’asse curva: i bambini si divertiranno nel lasciarsi cullare dal movimento delle curve e al contempo acquisiranno ancora più equilibrio.

(foto 3)

Lo stesso discorso vale per la terza sfida, e cioè l’asse appoggiata ad un cilindro: qui i bambini dovranno provare a stare in equilibrio perfetto sull’asse (stavolta molto più corta), appoggiando i piedi ad una distanza esatta in modo da stare in piedi.

(foto 4)

Vicino a Viterbo esiste un Parco che renderebbe orgogliosissima Maria Montessori e piacerebbe a tutti i pedagogisti più all’avanguardia. Parliamo del Parco Cinque Sensi, il percorso perfetto per bambini e adulti per risvegliare la propria sensorialità immergendosi nella natura e passando una giornata all’aria aperta.

Il Parco Cinque Sensi, paradiso della sensorialità: vicino a Viterbo il percorso a piedi nudi per rimettersi in contatto con il proprio corpo e la propria mente

L’apprendimento passa prima di tutto dai cinque sensi: lo sapeva Maria Montessori e noi ne siamo convinti. Sperimentare il mondo attraverso tatto, gusto, udito, olfatto e vista è la base della vita, la prima forma di comunicazione del bambino, che sempre attraverso questi cinque sensi di anno in anno acquisisce la sua indipendenza. 

Ecco perché il Parco Cinque Sensi è davvero prezioso e ognuno dovrebbe farne esperienza: affrettatevi, però, perché il parco è aperto solo nei mesi più caldi e quindi il 31 ottobre chiuderà, per riaprire i battenti la prossima primavera.

Questo Parco Cinque Sensi si trova in centro Italia. Appena arrivati vi chiederanno di togliervi le scarpe: per fare davvero un’esperienza sensoriale, infatti, bisogna essere in contatto profondo con la terra. 

Camminare a piedi scalzi, non a caso, è il modo più naturale e sano di spostarsi. Si prevengono i raffreddori (con un po’ di freddo ai piedi il corpo produce naturalmente calore!), migliora la circolazione e rafforza tutto l’organismo. Quello di muoversi scalzi è un gesto tipico dell’infanzia (che gli adulti troppo spesso mettono da parte), l’unico che permette di provare vibrazioni e sensazioni davvero genuine.

Ed ecco che inizierete il percorso. In un attimo i vostri piedi si abitueranno alla ruvidità e alla fine del percorso sentirete davvero un senso di rinvigorimento, sia fisico che mentale.

Tra vasche umide (di fango cretoso, torba o piccoli sassolini bagnati), vasche asciutte (riempite di tappi di sughero, sabbia o lavanda a seconda della stagione), coppi, pneumatici riciclati, pigne, fango, conifere e sorprese i grandi e bambini passeggeranno immergendosi completamente nella natura. Sul percorso si troveranno quindi i più diversi tipi di terreno, uno stratagemma che è un toccasana per i piedi e un momento divertentissimo per la famiglia.

Il bello del percorso è che è adatto davvero a tutti: grandi, piccoli, piccolissimi, anziani, diversamente abili… 

(foto 1 www.parcocinquesensi.it)

Se deciderete di passare una giornata nel Parco Cinque Sensi dovrete anche mettere in conto che spesso sono previsti laboratori e attività ludiche pensate per stimolare ancora di più la sensorialità e la curiosità di grandi e piccini! Da non perdere, insomma.

E per chi viene da lontano l’ideale sarà fermarsi a riposare e dormire in questo bellissimo parco di conifere, per assaporare fino in fondo l’esperienza: nel Parco dei Cimini sono presenti bellissimi alloggi in stile montano per tutta la famiglia, e siamo sicuri che il riposo sarà davvero ristoratore. Così come il cibo che potrete mangiare: il pane cotto sul bastone sarà un’esperienza che non dimenticherete mai!

(foto 2 www.parcocinquesensi.it)

Non tutti tollerano il lievito chimico, ma soprattutto sono in molti a non fidarsi della sua genuinità. Già, perché il lievito che solitamente usiamo per far gonfiare i nostri dolci in forno è chimico, ed è normale voler trovare una valida alternativa.

Ecco i 6 sostituti del lievito per dolci: come sostituire il lievito chimico nei dolci sostituendolo con prodotti un po’ più naturali

Ma cos’è questo lievito chimico (detto anche istantaneo)? E’ un prodotto che rende le nostre torte e le nostre pagnotte e pizze soffici e gonfie. E’ composto da un elemento basico e da uno acido (in formulazione secca) che attivandosi con il calore producono anidride carbonica, facendo lievitare gli impasti.

Messa sul piatto questa informazione, che è piuttosto semplice, capirete che per sostituire il lievito in bustine servirà trovare altri due elementi, basico e acido, che facciano reazione con il calore, assicurando al contempo la stessa morbidezza. Ingrediente base: il bicarbonato di sodio!

La prima alternativa è utilizzare il succo di limone e il bicarbonato. Il bicarbonato (per le ricette con meno di 500 grammi di farina utilizzatene 10 grammi) agirà come agente basico e dovrà essere mescolato alla farina e agli altri elementi secchi delle vostre ricette. Il succo di limone (70 millilitri), invece, sarà l’elemento acido e andrà mescolato con gli ingredienti liquidi. 

Al posto del succo di limone potrete utilizzare anche l’aceto di mele, acido al punto giusto, sempre in combinazione con il bicarbonato. In questo caso i millilitri saranno 80. 

Il bicarbonato potrà essere associato anche allo yogurt: un vasetto di yogurt bianco basterà per le vostre torte. Mischiatelo con gli ingredienti liquidi, quindi procedete di nuovo con i nostri 10 grammi di bicarbonato da mischiare alla farina.

In tutti e tre i casi, mischiate prima gli ingredienti liquidi; quindi aggiungete solo alla fine la farina mescolata con il bicarbonato: l’effetto lievitante è temporaneo, quindi è bene fare incontrare i due elementi, acido e basico, solo un attimo prima dell’ingresso in forno.

L’altro elemento basico utilizzabile nelle composizioni per sostituire il lievito istantaneo o chimico è il cremortartaro. Si tratta di un sale di potassio dell’acido tartarico, detto anche bitartrato di potassio. In poche parole, è un agente lievitante naturale e lo si può comprare in bustine oppure a peso. E’ molto più leggero e digeribile degli altri agenti lievitanti, e per questo è davvero un’alternativa sana e consigliata.

Una volta comprato il cremortartaro potrete realizzare il vostro lievito pronto, da utilizzare nelle vostre ricette. Di nuovo, utilizzate il bicarbonato: mischiate 100 grammi di cremortartaro, 70 di bicarbonato e 30 di fecola di patate. Otterrete così una polvere pronta all’uso: quando cucinate le vostre torte utilizzatene 25 grammi (ogni 500 grammi di farina), aggiungendola come sempre appena prima di infornare.

Se invece non volete preparare la polvere pronta all’uso, munitevi di nuovo di cremortartaro, ma mischiatene stavolta 2 soli grammi con 3 albumi montati a neve.

Ultima alternativa vede di nuovo protagonista il bicarbonato. Per sfruttare la sua azione basica associategli quella acida dell’acido citrico alimentare. Di nuovo, potrete preparare il vostro lievito pronto all’uso, da tenere in dispensa: mischiate 70 grammi di bicarbonato di sodio con 60 grammi di acido citrico alimentare e 70 grammi di amido di mais.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Quando un’iniziativa è degna di attenzione noi siamo felici di dedicargliela; soprattutto quando si tratta di avvicinare sempre di più i bambini alla natura. E’ il caso di “La fattoria a scuola a Milano”: dal 10 al 15 ottobre non lasciatevi sfuggire questa occasione e andate subito alla Rotonda della Besana!

La Fattoria va a Scuola: quando le fattorie del Friuli incontrano le scuole milanesi per educare alla vita rurale e ai valori agricoli

Segnatevi in agenda i giorni: dal 10 al 15 ottobre la Rotonda della Besana (via Enrico Besana 12, Milano) si trasformerà in una fattoria a cielo aperto. Gli ospiti saranno i bimbi delle scuole della città e i cittadini che vorranno indagare con mano i valori della vita all’aria aperta, di quella contadina, del lavoro e del rispetto degli animali. Ad organizzare il tutto saranno le fattorie didattiche e sociali del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con ATA (Associazione Trekking Acquatico). 

Lunedì 10 ottobre si partirà così con le attività dedicate alle classi milanesi, che alle ore 9 entreranno nella Rotonda conoscendo le mule Nerina e Marzolina, animali docili e forti che ribalteranno l’immagine negativa del “mulo” così come oggi è dipinto. La mattinata, come quelle dei giorni successivi, sarà quindi riservata alle scuole.

I bambini potranno così incontrare alcune fattorie didattiche e sociali friulane, impegnandosi in laboratori e in attività ludiche e didattiche che permetteranno loro di “imparare facendo”, conoscendo da vicino e dal vivo la vita contadina, le attività meno conosciute e il bellissimo mondo dei lavori all’aria aperta.

Nel corso dei pomeriggi, invece, la Rotonda si aprirà alle famiglie e ai curiosi che vorranno passeggiare tra gli stand (dalle 14 alle 18), e tutto il sabato 15 ottobre (dalle 9 alle 18) sarà aperto al pubblico, che potrà conoscere le aziende partecipanti: tra vini, formaggi, miele, confetture e prodotti tipici delle malghe e delle fattorie friulane i cittadini si potranno confrontare con i produttori. 

Non solo: sono previsti anche molti incontri con la Regione Lombardia e con il Comune di Milano, per parlare delle realtà agricole esistenti.

L’intento della manifestazione è quello di presentare il sistema produttivo agricolo del Friuli e la realtà delle fattorie didattiche e sociali della regione. Sul territorio lombardo, infatti, queste ultime sono ancora poco sviluppate. La speranza è quella di incentivare attraverso l’esempio anche altre fattorie a trasformarsi in angoli perfetti per i bambini e i cittadini che si vogliono avvicinare alla vita agricola, sia attraverso il turismo scolastico sia attraverso giornate dedicate alle famiglie e ai gruppi.

Implementare queste realtà significa aumentare l’attenzione verso l’ambiente, verso la vita sana, verso l’alimentazione genuina e salutare, verso la biodiversità e verso il patrimonio floreale e faunistico e verso la vita all’aria aperta; ma anche porre il focus sulle realtà territoriali, sulle tradizioni e sui valori culturali, storici, ambientali e produttivi del mondo rurale, così poco vissuto nelle città d’oggigiorno.

Come preprare un frosting perfetto per i cupcake? Perchè diciamocelo, i cupcake sono davvero qualcosa di spettacolare, sopratutto per le feste di compleanno! 

Ecco allora la ricetta del mio frosting vegano per cupcake: come preparare la ricetta della cream cheese senza latte per cupcake

 

 

“Vai all’ospedale pincopallino di Milano a partorire se vuoi fare il parto naturale. E poi lì fanno l’epidurale, per cui puoi avere il tuo parto senza dolore. Già, ho letto l’articolo sul giornale e c’era proprio scritto che il numero dei cesarei è il più basso della zona”. 

Sembra tutto lineare, numero basso di cesarei significa parto naturale assicurato o quasi. Ma sarà proprio vero? Purtroppo, come spesso capita in questo filone della maternità detto “naturale”, il caos regna sovrano e si rischia di imbattersi in castelli di sabbia. E sì, perché sempre più ospedali costruiscono l’immagine del buon reparto maternità con qualche trucchetto, su filosofie che di naturale hanno ben poco e ancor più che di rispettoso nei confronti della donna non hanno neanche l’ombra.

Ma partiamo dall’inizio: il primo luogo comune da sfatare è che un numero basso di cesarei sia indice di un approccio naturale al parto. Il dato è davvero poco significativo perché: 

  1. non indica quanti bambini sono finiti in terapia intensiva per un “parto naturale per forza”, anche a costo di mettere in pericolo la vita o comunque il benessere della mamma e del bambino. Forse meglio un cesareo se necessario che un bambino in terapia intensiva!
  2. spesso alcuni ospedali per diminuire strategicamente il tasso dei cesarei inviano donne che hanno avuto già un taglio cesareo e che vogliono ripeterlo presso strutture vicine. Partendo dal presupposto che il VBAC quindi il parto vaginale dopo un cesareo è non solo praticabile ma anche suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dobbiamo sapere che è anche sicura, possibile e assolutamente praticabile l’induzione di travaglio dopo un taglio cesareo. E’ però altrettanto vero che la donna deve essere libera di scegliere, supportata dalla corretta informazione scientifica, senza vincoli, giudizi e strumentalizzazioni. E’ quindi secondo voi corretto dire a una donna “se vuoi fare il cesareo vai in un’altra struttura perché qui noi non te lo facciamo”?. Secondo voi significa rispettate la mamma? 

E questo è solo ciò che riguarda il dato statistico di cesarei. Ma andiamo avanti e parliamo dell’epidurale “la migliore amica del parto naturale”, quello che sembra essere lo strumento più utile per portare felicemente a termine un travaglio e un parto. Partiamo dal presupposto che lo strumento migliore è l’istinto della donna, naturalmente predisposta a partorire che, se si affida a un’ostetrica in maniera profonda (certo che un’ostetrica brava fa la differenza) difficilmente avrà problemi nel parto. Si perché una donna sa qual’è la posizione che la può aiutare in quel momento (anche se a volte il suggerimento ostetrico è fondamentale), sa che stare ferma a pancia in su provoca un dolore lancinante ed è solo comodo per l’operatore, sa quando ha bisogno muoversi, sa che non è malata, e che ha bisogno del supporto emotivo e pratico di un’altra donna più che due dita in vagina ogni dieci minuti o una canula piantata nella colonna che diciamolo, non è un aiuto al libero movimento.

L’epidurale infatti in primis generalmente allunga i tempi del travaglio, poi non consente il parto in acqua (il parto che noi ci sentiamo di consigliare a tutte voi), non permette un movimento fluido da parte della donna e l’assunzione di numerose posizioni, talvolta necessarie al benessere del bambino. Questo perché è comunque una procedura medica che può avere complicanze che impediscono un libero movimento, senza contare che spesso la donna perde in maniera parziale la sensibilità alle gambe per alcune ore…

Attenzione poi ad epidurali inserite durante i prodromi: il travaglio generalmente si allunga davvero tanto e il rischio poi è quello di imbattersi in un parto che di fisiologico ha poco, quindi con l’utilizzo delle ventosa o altre manovre che possono danneggiare anche il piccolo: perché si, un travaglio molto lungo non è una manna del cielo neppure per il bambino lo sapevate?

Quindi attenzione a scegliere ospedali in cui si abusa dell’epidurale, perché rischiate di compromettere il vostro parto naturale. Perché se davvero è quello che vogliamo dobbiamo tener presente che la nascita è un evento, un evento che parte dalla gravidanza e si prolunga nei mesi successivi al parto, non è l’uscita dalla vagina del bambino. 

1. se non si ha una complicanza della gravidanza o una malattia del bambino è bene scegliere un ospedale più piccolo perché è più garantita un’assistenza one to one dal ricovero al dopoparto e sono meno gravosi gli interventismi inutili dei pediatri con aggiunte, esami e quant’altro. 

2. chiediamo i dati percentuali dei parti in acqua: attenzione, non solo il travaglio ma il parto. Eh si, perché partorire in acqua è indiscutibilmente il modo migliore e più dolce per nascere. Poi una mamma è libera di scegliere non solo prima ma anche nel momento stesso di non effettuarlo, ma questo dato percentuale è significativo dell’approccio effettivamente fisiologico di una struttura.

3. Informiamoci sulle posizioni assunte durante il travaglio e il parto: quante donne partoriscono in posizione ginecologica che sappiamo essere la peggiore per la donna ma la più comoda per gli operatori? Perché davvero se il modo principale di partorire è questo la struttura non può in alcun modo essere definita vicino a un approccio fisiologico. c’è una netta differenza tra PARTO VAGINALE E PARTO NATURALE. Tutti questi parti elencati sono vaginali, ma pochi naturali. 

4. quante ventose vengono applicate, quante manovre di kristeller, quante episiotomie? 

5. qual’è l’assistenza durante il puerperio? Quante soluzioni glucoside, aggiunte e ciucci vengono dati e quindi quanti allattamenti rovinati? Cerchiamo strutture dove la mamma e il piccolo vengono seguiti nel puerperio dalle ostetriche, così che possano sostenerle a livello non solo di allattamento al seno ma di benessere a 360° affrontando tematiche quali il sonno, la cura del neonato, il bagnetto, la cura del seno etc… Sarà così più difficile cadere nel circolo vizioso delle aggiunte e dei ciucci che sappiamo creare disagi importanti nell’allattamento nella fase iniziale. E, fidatevi, sono punti strategicamente importanti quanto il parto. Pensate agli effetti positivi che potrebbe avere un accurata informazione delle mamme sul tema del sonno? immaginate quanti sonni sereni per tutta la famiglia? 

6. cerchiamo strutture, purtroppo ancora poche, dove siano presenti ambulatori di gravidanza fisiologica, quindi ambulatori dove le gravide sono seguite dalle ostetriche che, oltre a monitorare la gravidanza, possono offrire supporto pratico e psicologico alla futura e neomamma. L’ostetrica infatti è la figura più linea con le esigenze di una donna sana: la gravidanza, essendo un evento fisiologico, non prevede la figura del medico di per sé,anche perché spesso una gravida cerca nel ginecologo risposte che chiaramente lui non potrà darle: non è infatti il suo lavoro fornire supporto emotivo ma anche consigli concreti di benessere per la donna. Nell’ambulatorio di gravidanza fisiologica la donna sarà seguita GRATUITAMENTE  per tutta la gravidanza, e gli stessi esami clinici come analisi del sangue ed ecografie saranno prenotate ed effettuate nella stessa struttura.

Teniamo quindi conto, future mamme, di questi aspetti prima di optare per un ospedale perché tanto pubblicizzato, spesso da persone che di vero nascita naturale, non sanno davvero nulla. 

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg