Yoga NELLA gravidanza

Domenica, 16 Marzo 2014 23:06

MATERNITÀ

Il proverbio "raccoglierai ciò che hai seminato" si adatta perfettamente alla donna in gravidanza, è auspicabile quindi che la donna incinta si preoccupi di conservare uno stato di benessere fisico e mentale per se e per il figlio che porta in grembo.

La gestazione produce nel corpo della donna un cambiamento enorme che cessa dopo il parto, ma è utile ricordare che è un fenomeno del tutto naturale come le mestruazioni. In ogni caso, nei i primi tre mesi, anche lo yoga consiglia cautela alle donne incinta. Durante la gravidanza, la madre ha bisogno di sangue ricco di emoglobina, deve mantenere la pressione normale, deve evitare un rapido aumento di peso o albumina nelle urine, tutti casi in cui le posizioni yoga (asana) diventano essenziali.

Nei primi tre mesi di gravidanza i rischi di aborto sono dovuti a difetti di formazione della placenta, aprolasso e a debolezza della muscolatura uterina, pertanto è sconsigliato sollevare oggetti pesanti e saltare. Nello yoga non ci sono però movimenti violenti, al contrario, le asana rafforzano i muscoli pelvici e migliorano la circolazione sanguigna nella regione pelvica, fortificando il sistema produttivo, esercitando la colonna vertebrale e rendendo sopportabili le limitazioni connesse a questo periodo.

In questa fase le asana più utili sono: Parvatasana – UpavistaKonasana – BaddhaKonasana – SuptaPadangusthasana, che garantiscono una buona circolazione del sangue, ampliano la cavità pelvica e favoriscono lo spazio sufficiente ai movimento del bambino. Anche le posizioni capovolte, se eseguite correttamente, procurano benefici, ma sono sconsigliate a chi ha poca pratica e in ogni caso è meglio eseguirle sotto la guida di un insegnante qualificato.

La donna in stato avanzato di gravidanza è il giudice migliore per stabilire se certe posture sono controindicate a causa della pesantezza del bacino e dell'addome e quindi preferire posture che danno leggerezza all'addome e sollievo alla schiena.

Durante la gravidanza possono presentarsi disturbi quali nausea, senso di pesantezza, debolezza o verificarsi malesseri come perdite, dolori alla regione pelvica, ingrossamento e gonfiore dei piedi, vene varicose, sciatalgie, tossiemia, mal di testa, capogiri. In ognuno di questi casi le asana possono essere di grande aiuto. Nel caso in cui il feto si trovi in posizione anomala (obliqua o capovolta) si consiglia di ricorrere alle cure mediche. La pratica yoga include anche tecniche respiratorie (pranayama) che hanno effetti positivi sul sistema nervoso, grazie alle quali si acquista coraggio, fiducia e si vince la stanchezza.

 

PARTO

Le contrazioni sono un fenomeno naturale, è il segnale lanciato ai muscoli pelvici, alle regioni circostanti e naturalmente ai muscoli dell'utero, che si preparano al parto dilatandosi. Attraverso una serie di spasmi, si producono una sequenza di contrazioni/rilassamento che favoriscono l'espulsione del bambino. La paura e la tensione mentale aggravano i dolori del travaglio e ritardano la nascita del bimbo. Le asana effettuate durante la gravidanza rinforzano i muscoli dell'utero, che sono perciò in grado di agire più validamente durante il parto. Tra le asana più indicate ci sono: UpavistaKonasana – BaddhaKonasana che allargano la regione pelvica e dilatano il collo dell'utero.

Le tecniche di pranayama donano vigore , aiutano a rilassare e ad allontanare ogni tensione dalla mente, in modo che la madre possa respirare con calma durante le contrazioni e ottenere un parto agevole. Si consiglia di riprendere asana e pranayama dopo il parto (naturale o cesareo) per irrobustire e fortificare gli organi addominali.

 

Rachele Brambilla,

insegnante di yoga, yoga in gravidanza e yoga per bambini. Lezioni di gruppo e percorsi individuali Milano e provincia di Monza e Brianza

 

Bibliografia:

Lo yoga per la donna – Gita S. Iyengar

Asana Pranayama Mudra Bandha – Swami Satyananda Saraswati

 

Immagine tratta da www.uptownyoga.com

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

"Viva" il good food

Martedì, 11 Marzo 2014 11:08
In una pausa pranzo a Milano io e la mia bimba Emma, che in quel periodo era nella piena fase svezzamento, eravamo alla ricerca di un posticino dove mangiare qualcosa di sano, energetico, gustoso (ditemi tutto ma un'insalata verde con carote e uovo sodo non può dare soddisfazione al palato) e non eravamo intenzionate a spendere 50 euro. Cosa da poco, sopratutto a Milano. 
E ci siamo imbattute in un piccolo, graziosissimo take away dove c'era la possibilità di fermarsi a mangiare; si chiamava Viva e il suo slogan era "buono, fresco, naturale". A differenza degli altri posti natural, dove gli spazi sono caratterizzati da colori chiari, pareti bianche, arredamento minimal e talvolta un'atmosfera di asetticità, in Viva si respirava un'aria accogliente, e si capiva già dalla cura degli spazi che questo piccolo take away avrebbe soddisfatto non solo gli occhi ma anche il palato. Parlava non solo di cibo sano, ma di Gusto con la G maiuscola. Dal marrone al verde acido delle pareti, dall'alternanza  del legno ferro battuto e acciaio, da piante aromatiche e piante grasse rigorosamente vere e in vendita a frutta fresca in casette di legno pronta per farsi centrifugare, si capiva subito che questo posticino proponeva uno stile di vita, fatto di piccole passioni autentiche. Dopo un centrifugato (sgolato quasi alla goccia dalla mia pupa), ho preso per me un'insalata di riso rosso con prugne, feta, zucchine grigliate, origano e mandorle (questa è un'insalata!!!). Senza parole, questo riso rosso è diventato una mia ricetta di punta per stupire gli ospiti. Per la pupa ho optato per una zuppa di zucca, a dir poco deliziosa: in Viva le zuppe vengono tenute calde all'interno di pentole di terracotta grezza, che oltre a dare un sapore molto intenso alla vellutata sono davvero belle a vedersi. 
Sparsi per tutto il negozio dolcetti, biscotti e torte handmade... non potevo uscire senza assaggiarli, così ho fatto lo sforzo e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
 
                                                                      
 
Così ho contattato l'ideatore di Viva, Corrado, al quale ho chiesto qualche informazione in più.
Ecco le sue risposte:
 
Siamo interessate a scoprire la sua storia e cosa l'ha portata a creare Viva. Come si è avvicinato a questo stile di alimentazione? 
"Il nostro stile di alimentazione è riassunto nel nostro claim "Buono, fresco, naturale", che significa semplicemente poter mangiare cose sane senza rinunciare al gusto. Un'esigenza molto sentita per chi, come molti e come me, è obbligato da anni a pranzare fuori per lavoro. Diciamo un piccolo tentaivo per risolvere il problema...."
 
Sopratutto dove ha imparato a fare dei piatti che combinano elementi così inaspettatamente deliziosi insieme? 
 
"La cucina amatoriale è sempre stata una passione. Più che altro c'è la convinzione che con un piccolo sforzo di ricerca e un po' di creatività si possa offrire qualcosa di diverso evitando di appiattirsi sul solito panino o sulla solita insalata. Diciamo che è solo una questione di volontà. Le fonti di ispirazione non mancano, le ricette nemmeno, basta applicarsi un po' con il piacere di farlo."
 
                                                                       
 
Possiamo definire davvero Viva come un naturale pret a porter, in quanto coniuga la praticità e la velocità del take away con il gusto e la varietà dell'offerta. Qual'è il progetto, quello che vuole offrire Viva?
 
"Direi che la definizione è azzeccatissima e la prenderemo a prestito. Il piatto pronto in Italia sconta sempre una sorta di prevenzione, basata sul fatto che solo ciò che è espresso è di buona qualità. Devo dire che l'offerta in generale di cibi preparati è effettivamente poco interessante e con una proposta molto lontana da quella che si può trovare in Inghilterra o anche negli Stati Uniti, dove, proprio perchè la gente ha una scarsa cultura alimentare e non cucina, il livello dii servizio e di qualità del piatto pronto è paradossalmente molto elevato."

Quali sono le caratteristiche strutturali dell'arredamento e dei materiali scelti che io trovo davvero deliziosi? Dalla terracotta delle zuppiere che realmente scaldano l'anima, ai legni...
 
"Quando abbiamo pensato a cosa chiedere agli architetti a cui abbiamo commissionato il lavoro abbiamo immaginato un locale che comunicasse il posizionamento della nostra offerta nell'utilizzo dei colori, nel protagonismo della frutta e della verdura, nel privilegiare materiali primari quali il legno, il marmo, il ferro, il vetro. Allo stesso tempo volevamo che il locale risultasse caldo, lontano da molte interpretazioni che avevamo visto attorno al concetto di natural bar con troppi bianchi, troppi verdi, troppa plastica o materiali di sintesi e, secondo noi troppa freddezza, troppa asetticità. Volevamo un locale comunque "cool" ma che fosse vissuto, saturo, colorato, insomma che esprimesse una sorta di disordine controllato."
 
                                                                   

Ci sono dei piatti o dei prodotti particolari che ci vuole raccontare?  
 
"Un prodotto che proponiamo con successo sin dall'inizio è il riso venere con feta, prugne secche, olive nere, mandorle e origano (noi acquistiamo il mazzo essicato e lo sfogliamo al momento, ha tutto un altro sapore). Un altro primo di successo è l'avena con zucchine saltate, zenzero e pinoli. A me piace tantissimo la nostra greca leggermente rivisitata con l'utilizzo del pomodoro datterino, del peperoncino verde dolce e dei pomodori secchi."
                                                                   

Si pensa che mangiare sano significhi privarsi di gusto, colore e creatività. Viva lo smentisce. Come è possibile?

"Questa è un po' la nostra sfida, parlando strettamente di cibo. La sosta da Viva non deve essere una sosta punitiva, ma innanzitutto una sosta di piacere, di gusto, di appagamento. Scoprire poi che questo gusto è anche sano, è la prerogativa che ci deve in qualche modo distinguere. Ma il punto di partenza è quello di un cibo innanzitutto buono."


Ci parli dei vostri centrifugati, frullati e smooties?
 
"Fortunatamente c'è molto poco da dire, nel senso che per i nostri frullati e centrifughe usiamo solo frutta e verdura fresche, senza aggiunta di null'altro se non un po' di poesia. Questo improvvisa moda degli smoothies (che poi non è altro che la traduzione del nostro frullato) nasconde talvolta una serie di scorciatoie come l'utilizzo di polpa di frutta surgelata, o varie forme di correttori di gusto quali addolcitori o sciroppi, snaturando il senso di questo prodotto. Un po' come sta avvenendo con lo yogurt proposto sotto forma di gelato con i vari topping. Uno pensa di mangiare uno yogurt e si ritrova in mano qualcosa di molto diverso e di molto lontano dal prodotto e dalle sue proprietà. Noi lo yogurt lo acquistiamo direttamente da un'azienda agricola di Bellinzago, naturale e probiotico. Frulliamo della frutta fresca e la aggiungiamo, tutto qui!!"
                                                                        

Ci sono iniziative che ci vuole segnalare?
 
"Un'iniziativa che sta avendo molto successo di pubblico è la vendita dalle ore 19 in poi di tutti nostri prodotti di giornata al 40% di sconto. Spesso sono prodotti che possono durare 2 o anche 3 giorni ma noi preferiamo fare così. Ormai abbiamo uno zoccolo duro di clienti che, prima di tornare a casa acquistano un primo, un'insalata o una macedonia e cenano con pochi euro."
 
                                                                         

lo definirebbe un locale più adatto a sole donne, a mamme in gravidanza, a neomamme o mamme con bambini?
 
"All'inizio il locale era frequentato prevalentemente da donne che venivano in pausa pranzo. Ancora oggi sono la maggioranza ma e' cresciuta moltissimo la quota degli uomini, forse rinfrancati dal fatto che si mangiasse anche bene. Capita sempre più spesso di vedere mamme con bambini nel pomeriggio. Un'alternativa alla classica merenda con un frullato o uno yogurt che piacciono anche ai più piccoli"

Bellezza dell'henna

Martedì, 11 Marzo 2014 04:09

L'arte dei tatuaggi all'hennè è molto antica e affonda le sue radici nella notte dei tempi. E' diffusa come rituale femminile in numerosissimi paesi e sempre più sta dilagando come moda in Occidente, ovviamente depauperato del suo significato rituale.

Abbiamo incontrato Erica Mehndi, nome d'arte di Erica Rossi, appassionata e specialista di mehndi, il cui significato ci illustrerà durante l'intervista.

Ciao Erica, come hai scoperto il mondo dei tatuaggi all'henné?

"Quattro anni fa, ho ricevuto un invito per partecipare a un matrimonio in India, nel Kerala: sono stati soltanto 8 giorni, ma molto intensi e magici. Durante una delle innumerevoli feste che precedono la cerimonia vera e propria, e che fanno parte della tradizione del matrimonio hindu, alle invitate veniva offerto da due timide e silenziose ragazze un henné (FOTO); la sposa stessa si è presentata alla serata con le braccia e le gambe completamente decorate con l'henné.(FOTO) Il giorno dopo ero già per le stradine congestionate di Kochi alla ricerca di qualche cono di henné da portare a casa, e da lì è cominciata la mia passione.

 É vero che questi tatuaggi sono presenti in tutto il mondo ma si differenziano a seconda delle culture?

"L'henné viene coltivato in vari Paesi (dall'India al Marocco), e la tradizione di decorare il corpo delle donne con la pasta ricavata dalle foglie essiccate e macinate di Lawsonia Inermis (questo il nome della pianta) è presente davvero in molti paesi: India e Pakistan, Afghanistan, Turchia, Arabia saudita, Yemen, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia, Marocco, Sudan Somalia ed Eritrea, Mauritania e Mali, fino al Senegal. Ogni area ha sviluppato stili e metodi di applicazione molto diversi, ma ovunque l'applicazione dell'henné è un rituale proprio del mondo femminile, un momento collettivo in cui le donne si dedicano alla cura e all'abbellimento del corpo, spesso legato a occasioni di festa, dai matrimoni alle festività religiose.

E l'hennè sulle pance?

"Tradizionalmente nelle varie culture le donne si decorano i piedi, le gambe dal ginocchio in giù, le mani e le braccia fin sopra il gomito. Questi sono anche i punti del corpo dove si riesce ad ottenere un colore più scuro e intenso, proprio per le caratteristiche della pelle di queste zone, più secca e spessa, che assorbe meglio l'henné. Da quando l'henné ha superato le frontiere dei paesi in cui è parte della tradizione per essere apprezzato e praticato anche al di fuori di questi, è diventato di moda, e soprattutto in America ci sono artiste meravigliose che decorano pance, schiene, spalle, teste ecc... In particolare l'henné sul pancione viene proposto come “belly blessing”, un augurio che spesso le amiche regalano alla futura mamma". 

So che lavori all'interno del settore dell'accoglienza nell'immigrazione, ti é capitato nel tuo lavoro di avere un hennè in una parte visibile e incontrare una donna indiana nordafricana e confrontarti con lei?

"E' molto interessante quando posso confrontarmi con donne per le qualin l'henné è qualcosa che parla di casa, di feste in famiglia, di ricordi di zie e sorelle che da piccole le decoravano.... spesso sono incredule quando dico che li faccio proprio io, ma poi bastano due minuti per cominciare a scambiarci ricette, a parlare di diversi disegni, polveri ecc.

Per te l'hennè è un lavoro o una passione?

"Per me l'henné è una passione, un modo per rilassarmi, un'occasione per recuperare il mio amore per il disegno, un bel modo per conoscere persone interessanti, e a volte anche un sistema piacevole per arrotondare lo stipendio! In realtà lavoro a tempo pieno come educatrice in un centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo politico, e avendo anche una famiglia (due bimbe) non è semplice trovare il tempo per tutto.

Come coniughi famiglia e lavoro?

"Non è semplice, ma cerco di ritagliarmi dei momenti (grazie anche a un meraviglioso marito che è sempre presente al 200%) per poter portare avanti questa passione: magari concentro tutto in un weekend, cerco eventi dove lavoro per tutto il giorno, o cerco di infilare gli appuntamenti privati in orari strategici, oppure nell'occasione di festival di strada diventa una bella occasione per stare insieme, per cui il marito mi aiuta a montare lo stand, e le bambine fanno le mie aiutanti!"

Anche tu hai i soliti sensi di colpa delle mamme?

"I sensi di colpa.... sì certo, ma cerco di soffocarli sul nascere! Credo che per le bimbe sia anche importante avere dei genitori che sanno coltivare i loro interessi, e trovare le loro soddisfazioni altrove.... mi spaventa un po' il rischio di dar loro l'idea che la felicità mia e di mio marito dipenda esclusivamente da loro due: una responsabilità un po' troppo grande da sopportare, no?"

Le tue figlie vogliono farsi tatuare?

"Le mie bimbe ormai sono piccole esperte in materia, e adorano sfoggiare le loro decorazioni con le amiche e le maestre, spesso quindi mi chiedono un piccolo henné: a volte lascio scegliere a loro il soggetto, ed è capitato che abbia dovuto cedere ai One Direction o alle Monster High..... ma non sempre!"

Hai qualche consiglio per le nostre amiche che ci leggono?

"Aggiungerei un piccolo WARNING per quanto riguarda la necessità di accertarsi sempre, prima di sottoporre se stesse o un bambino a una decorazione, del fatto che si tratti di henné naturale, e non sostanze chimiche spacciate per henné. Si tratta di fare un po' di educazione affinché le persone non mettano a rischio la propria salute a causa della malafede o dell'ignoranza di qualcuno."

 

 

 

Ben-essere con la pula di farro

Martedì, 11 Marzo 2014 03:20

Tutti conoscono il farro, come alimento, ma pochi sanno che il suo involucro, la pula, è un ottimo materiale naturale da imbottitura che mi permette di produrre dei cuscini non trattati chimicamente, comodi e soprattutto "terapeutici" (hanno infatti ottenuto il riconoscimento di presidio sanitario).

Dopo la lavorazione la pula di farro rimane integra e vuota al suo interno formando una miriade di piccolissimi cuscinetti d’aria con elevate caratteristiche di elasticità e modellabilità che assecondano ogni movimento, consentendo alla muscolatura di distendersi e al sangue di irrorare meglio i tessuti, le articolazioni e gli organi interni. Inoltre il cuscino in pula di farro impedisce la formazione di acari, sia per la sua composizione naturale che per il trattamento criogenico di sterilizzazione a cui viene sottoposto in alcune aziende che lo producono, consentendo l'utilizzo dei cuscini anche a chi soffre di problemi allergici. 

La particolarità dei supporti in pula di farro è che possono essere utilizzati per la terapia del calorein quanto  la pula di farro è in grado di assorbire e trattenere il calore e di rilasciarlo lentamente.: basta mettere i supporti vicino a fonti di calore su caloriferi oppure riscaldarli al microonde (in questo caso ricordarsi di togliere le etichette). Possono  essere anche utilizzati per la terapia del freddo, quindi come "borsa del ghiaccio", basta metterli nel freezer per alcune ore.

Anche se non ancora dimostrato scientificamente, molti sostengono che la pula di farro agisca come un naturale antidolorifico. 

Possiamo inoltre unire i benefici dell'aromateropia ai cuscini in pula di farro, inserendo alcune gocce di olio essenziale direttamente sul tessuto della fodera che contiene la pula di farro. Non vi preoccupate per il tessuto perchè l'olio essenziale puro non macchia il cotone. Potremmo per esempio utilizzare una lavanda come rilassante ma anche antidolorifico (va bene anche in gravidanza e allattamento) oppure arancio dolce, rosmarino, cajeiput, eucalipto globuloso e camomilla romana per i dolori (la camomilla è indicata anche in allattamento), lime e mandarino come energizzanti quando ci sentiamo giù di tono.  

Abbiamo incontrato Davide Petrolini, titolare di Farro-Relax (www.farro-relax.it), azienda produttrice di supporti in pula di farro. 

Buongiorno Davide, ci racconta qualcosa della sua realtà e dei vostri cuscini?
"Buongiorno Giulia, Farro-Relax nasce nel 1997 come piccola impresa artigiana con l'obiettivo di produrre cuscini in pula di farro biologici certificati. inoltre l’imbottitura dei nostri cuscini è arricchita di fiori di lavanda o fiori di camomilla che in base ai principi dell'aromaterapia favoriscono il rilassamento. I nostri supporti sono stati studiati per ottimizzare le proprietà della pula di farro, e spaziano da prodotti di ambito sanitario a prodotti per mamme e bambini"

Per contattare farro-relax

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Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Reiki per bambini

Martedì, 11 Marzo 2014 03:11

Pur non essendo uno strumento terapeutico strettamente inteso può aiutare e favorire i processi di guarigione, alleviandone la sintomatologia, l'irritazione.

Il Reiki è complementare a cure mediche e olistiche, rappresenta un ausilio che agisce sul campo energetico armonizzandolo e riequilibrandolo. La soluzione di blocchi nel campo energetico permette all'energia di fluire in modo organico e per questo spesso allevia anche la sintomatologia sul piano fisico e in alcuni casi può anche aiutare la risoluzione benefica e la guarigione.

Il Reiki è per i bambini come una carezza di luce e di amore che li avvolge, li protegge e li aiuta nel loro naturale processo evolutivo e offre ai genitori uno strumento in più per accompagnare i bimbi durante la crescita favorendo lo sviluppo di un individuo equilibrato e in armonia con se stesso e con il mondo. E' utile in ogni fase della vita, soprattutto nei primissimi mesi e anni di vita quando il campo energetico dei piccoli è completamente permeabile dall'esterno e la ricerca del genitore rappresenta per loro la richiesta di protezione e di un "filtro" rispetto ai campi energetici in cui viviamo.

Per i neonati rappresenta un aiuto dolce e amorevole che li supporta nel loro processo di radicamento alla vita. Nella primissima infanzia è un supporto che li sorregge nelle fasi della crescita e promuove uno sviluppo armonico. Il Reiki viene anche chiamato l' "acceleratore dei processi" in questo può aiutare a superare le fasi della dentizione e ad alleviare i disturbi che questa comporta. Può aiutare il piccolo ad abbandonarsi alla nanna. Rappresenta inoltre un ottimo alleato durante l'impegnativo processo di conquista delle proprie capacità motorie, sociali e del linguaggio. Può alleviare irritazione, nervosismo, tristezza, eccitazione, riequilibrando il sistema energetico.

Nelle fasi successive è uno strumento che aiuta a superare altri piccoli e grandi problemi della quotidianità, come l'inserimento in asili e scuole materne ed elementari. Può essere di supporto per trasformare in modo costruttivo l'approccio al nuovo e il senso di abbandono che a volte ne deriva oppure le prime difficoltà nello sviluppo delle prime relazioni sociali esterne alla cerchia familiare.

Per i più grandicelli imparare a usare Reiki è invece uno strumento da usare per se stessi e per chi li circonda, per accrescere la capacità di ascolto di sé e uno sviluppo nella consapevolezza e nell'amore.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La riflessologia è un'antica disciplina orientale che si basa sul principio che alcuni punti del nostro corpo, situati per esempio su mani e piedi, corrispondono a specifici organi e aree del nostro organismo, per esempio, intestino, polmoni, vertebre cervicali. 

I bambini sono particolarmente sensibili e rispondono molto bene alla riflessologia plantare, quindi l'insieme di tecniche si stimolazione del piede che si riflettono beneficamente sul resto del corpo: infatti  il piede del bambino (e ancora di più quello del neonato) non hanno ancora terminato lo sviluppo, le sue ossa sono relativamente sottili e la sua pelle soffice. Quindi stimolando con una pressione delicata le aree del piede che corrispondono a parti congestionate del nostro corpo possiamo far si che questi blocchi si rilascino, facendo si che l'energia fluisca bene anche in questa parte del corpo. questa tecnica può essere utilizzata per favorire i naturali progressi di guarigione del corpo in caso di malattia ma anche come strumento pratico di mantenimento dello stato di benessere. 

Possiamo iniziare a utilizzare la riflessologia plantare fin dalla nascita, per esempio per favorire l'eliminazione dello stress da parto, in particolare in quei casi in cui sono stati soggetti all'uso della ventosa o sono andati in sofferenza.

In generale bisogna tenere in considerazione i seguenti aspetti: 

-utilizzare una pressione delicata ma superiore allo sfioramento.

- se il bambino è malato i punti riflessologici saranno particolarmente sensibili

- se il bambino ritrae con energia il piede e vi fa capire che non vuole essere toccato meglio lasciar stare e provare più tardi. Mai insistere o eseguire la stimolazione a forza.

 

I momenti migliori per effettuare la riflessologia plantare sono:

- mentre il bambino dorme

- se è neonato mentre mangia se non notiamo cambiamenti nella poppata

- durante il massaggio infantile

- mentre è nella fascia

- durante il bagnetto 

 

Ogni quanto è consigliabile effettuare la riflessologia plantare?

Dipende: se il problema è cronico, come per i neonati in caso di reflusso e coliche o per i bambini più grandi in caso di dermatiti o mal di testa, una volta al giorno per 3 o 4 settimane, per poi ridurre la frequenza a due volte la settimana quando il disturbo è in fase di guarigione. 

Ecco come praticare la riflessologia plantare per il bambino nei primi mesi di vita: come effettuare un massaggio riflessologico al piede al neonato 

- Rilassa prima il bambino facendogli fare giochi non motori (ex leggere un libro, o ascoltare una storia o fare un bagnetto)

- effettuare qualche massaggio-carezza sulle gambe paretendo dalle anche e arrivando fino ai piedi (mai nel verso contrario)

- concentrarsi sul piedi e iniziare a stimolare con il pollice tutto il piede, partendo dalle dita fino ad arrivare al tallone. Il pollice stimolerà la pianta e le altre dita sosterranno il collo del piede.

- concentratevi sull'area che più vi interessa

 

Una seconda opzione per effettuare una stimolazione completa è quella che comprende questa sequenza:

1. immaginate di dividere la pianta del piede in due parti: partendo dal punto centrale della linea fittizia disegnate delle linee a raggio che partono appunto dal centro della linea e arrivano verso l'esterno (vedi immagine)

2. eseguite le stesse linee a raggio pardendo dal tallone

3. con la mano a pugno passate le nocche dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto

Se volete seguire questa seconda modalità meglio utilizzare dell'olio base (mandorle, sesamo, cocco...).

Per bambini che soffrono di coliche possiamo utilizzare degli oli specifici per il pancino: attraverso l'applicazione sul piede arriverà anche all'addome. 

Per sapere quali oli essenziali possiamo utilizzare leggete il nostro articolo aromaterapia per bambini.

 

Giulia Mandrino

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sbalzi d'umore in gravidanza

Lunedì, 03 Marzo 2014 15:31

L'evento "gravidanza" porta con sé tante nuove esperienze, tante nuove situazioni da affrontare... e tanti stati d'animo, a volte contrastanti tra loro, da gestire. La futura mamma è spesso soggetta a sbalzi d'umore che la portano a passare rapidamente dalla gioia più estrema per il lieto evento, alla disperazione e ad un senso di oppressione che la pervadono e la spaventano. Diverse sono le componenti che causano le sensazioni e le emozioni della donna in gravidanza : riguardano sia l'aspetto fisico-ormonale che quello cognitivo ed emotivo. Non è semplice immaginarsi in un ruolo tanto impegnativo come quello materno, e la paura di non esserne all'altezza spesso gioca brutti scherzi. Avvengono tanti cambiamenti nel corso dei 9 mesi, la cui gestione emotiva non è sicuramente semplice.
• Cambia man mano l'aspetto fisico per cui si deve saper accettare il proprio corpo . E' necessario avere una buona autostima, la sicurezza sul proprio valore come persona e la capacità di accettarsi per come si è , valorizzando le proprie doti, è fondamentale. Per alcune donne è un percorso che dura parecchio tempo, per altre non finisce mai, per la maggior parte è un altalenarsi continuo di accettazione e rifiuto del sé. E' di estrema importanza in questo periodo della vita ( ma direi in generale sempre ) avere al proprio fianco un partner, degli amici e dei familiari che , comprendendo la fragilità emotiva tipica del momento, rinforzino continuamente la futura mamma rispetto al proprio vissuto fisico, lusingandola e facendola sentire piacente.


• Cambieranno le responsabilità e le priorità, le giornate saranno scandite dai ritmi e dalle esigenze del bambino . L'idea di non essere all'altezza di un compito tanto arduo come prendersi cura di un piccolo esserino a volte terrorizza.
Anche se si ha la percezione che miliardi di donne da sempre hanno dato alla luce bambini, quando tocca a noi mettiamo in discussione la nostra capacità di farlo. Ogni segnale che il nostro corpo ci invia, dovuto al fisiologico e sano cambiamento del nostro organismo, può creare allarmismo e paura che qualcosa non stia procedendo come dovrebbe.Queste paure possono diventare talmente importanti da provocare un vero e proprio stato d'ansia con cui dover convivere che, paradossalmente, diventa l'unico vero elemento nocivo alla gravidanza stessa!
Dobbiamo imparare a fidarci del decorso naturale degli eventi e facilitare, con una serena predisposizione mentale alla gravidanza, il successo di tale evento. Quindi, pensiamo positivo, gongoliamoci al pensiero del nostro bimbo tra le braccia, immaginiamoci il bambino più bello e felice del mondo ed assaporiamoci tutti i passaggi della gravidanza percependo la vita che si sviluppa dentro di noi.
Ora vi sembrerà impossibile, ma, una volta diventate mamme, vi ritroverete tra le braccia quella "cosa" che occupava tutto quello spazio dentro di voi e prendervi cura di lui diventerà la cosa più naturale del mondo. Scoprirete talenti personali di maternage mai neanche lontanamente sospettati! Vi renderete conto di avere già tutte le potenzialità per essere la migliore mamma possibile per il vostro bambino, assecondando il vostro istinto.
Vi farà sentire importanti, quell'esserino lì, che senza le vostre cure materne non vive. Vi riempirà il day planning, questo è vero, e anche in modo piuttosto monotono, ma vi riempirà per bene anche l'anima...

La paura è un'emozione del tutto sana e naturale che si presenta quando dobbiamo affrontare situazioni nuove e potenzialmente pericolose per il nostro benessere fisico e/o psicologico. Ma quali strategie possiamo concretamente mettere in atto per dominarla e tenerla sotto controllo?
ECCO COME... IN 10 MOSSE
1. Confrontiamoci con gli specialisti . Sfruttiamo ogni visita di controllo dal ginecologo, ogni incontro di preparazione al parto con l'ostetrica per chiedere loro informazioni sulla fisiologia e sulle possibili modalità del parto, in modo da avere una visione il più completa possibile di come si potrebbe svolgere l'evento. Questo ci eviterà in parte di spaventarci anche solo per semplici e routinarie azioni che vedremo compiere dagli addetti ai lavori in sala parto.
2. Informiamoci con lettura di libri e/o internet. Un altro valido supporto per la creazione mentale dell'evento parto è la lettura di riviste, libri specializzati o siti in cui poter dare risposta a tutte le proprie domande e calmirare così eventuali ansie.
3. Iscriviamoci a corsi di preparazione al parto o in generale di tecniche di rilassamento. Imparare a controllare le reazioni fisiche del nostro corpo e concentrarci su pensieri positivi, è sicuramente un valido aiuto per la gestione della paura. Molto utili quindi corsi di yoga in gravidanza, massaggi e corsi in cui imparare la respirazione più adatta in fase di travaglio.
4. Circondiamoci di amiche positive. Potersi confidare e confrontare con persone che ci fanno star bene, ci ascoltano senza giudicare e hanno una visione positiva degli eventi, è un altro valido supporto. Spesso la solitudine porta ad esasperare le emozioni negative e ad ingigantirle, la possibilità di confidare anche le sensazioni più imbarazzanti invece ridimensiona i vissuti.
5. E il partner, a cosa serve? Anche la vicinanza sia fisica che emotiva del partner sostiene molto la futura mamma. Il fatto di sapere di poter contare su di lui, che durante il parto ci starà vicino e ci darà coraggio ( sempre che non svenga prima! ), ci tranquillizza... non saremo sole!
6. Pensiamo positivo! Creiamoci immagini mentali positive, piacevoli sul post parto. Dobbiamo affrontare una prova difficile, il parto, ma poi... poi ci troveremo tra le braccia un frugoletto di cui ci innamoreremo a prima vista, che ci farà sentire uniche al mondo, indispensabili e proveremo sensazioni ed emozioni mai provate prima.
7. Pratichiamo attività rilassanti. Ognuna di noi sa cosa la può far rilassare, potrebbe essere ascoltare buona musica, leggere un buon libro, farsi fare dei massaggi, passeggiare all'aria aperta... tutto ciò che ci consente di assaporare la piacevolezza del vivere e dello stare sereni, è approvato.
8. Non saremo sole. E' vero che siamo noi a dover partorire, ma è altrettanto vero che in quel momento saremo supportate da esperti del settore che sanno cosa fare e come fare, che sono lì con noi per rendere l'evento il più semplice possibile, che faranno squadra con noi... e poi, ci sarà il partner a fare il tifo!
9. Prepariamo il piano del parto. Pensiamo a dove e come vorremmo partorire: in ospedale o a casa, in acqua o all'asciutto, con la musica di sottofondo che abbiamo scelto o meno... attenzione però! Rimaniamo flessibili al cambiamento. Non è detto che le cose andranno proprio come ce le siamo immaginate. In quel caso, dobbiamo saperci adattare alla nuova condizione che non avevamo ipotizzato.
10. Comunque, se le condizioni cliniche lo permettono, possiamo sempre scegliere l'epidurale. Sapere che se la paura del dolore e il dolore stesso sono per noi ingestibili, possiamo scegliere di farci fare l'epidurale, può essere rassicurante .

E in men che non si dica, ci ritroveremo a desiderare un secondo figlio, perché, magia magia, la natura ci predispone talmente alla riproduzione della specie, da farci dimenticare col tempo il dolore provato durante il parto. Parola di mamma!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Lettino di sale: tanti benefici

Lunedì, 03 Marzo 2014 15:29

Il sale rosa dell’ Himalaya è uno dei Sali più puri e pregiati che la natura ci ha donato: è infatti sepolto sotto terra completamente al riparo da agenti chimici e fisici e per questo motivo mantiene intatte tutte le sue straordinarie proprietà; è ricco di ben 84 sali minerali purissimi e di oligoelementi tra cui il ferro, da cui deriva  il suo particolare colore rosa. E’ inoltre un sale molto antico, la sua nascita risale a circa 250 milioni dianni fa. A differenza di altri tipi di sale, se riscaldato emette un consistente numero diioni negativi che riequilibrano il  nostro corpo da stress e numerosi agenti inquinanti.

Esistono numerosi sussidi per trarre benefici dal sale rosa, dalle lampade, alle candele, ai lettini. Eh si, esistono veri e propri lettini di sale rosa dell’himalaya! Abbiamo chiesto cosa sono e come funzionano a Barbara, titolare di Respiri di Sale a Seregno (MB).

Ciao Barbara, ci racconti come funzionano i lettini di sale? “Certamente! Le proprietà del sale rosa dell’himalaya vengono attivate con fonti di calore. Quando ci si sdraia sul lettino di sale, si possono trarre tutti i benefici di questo straordinario elemento”

Quali sono i benefici dell’utilizzo del lettino di sale?

“sono davvero numerosi: dall’elleviare i dolori muscolari e articolari (eccezionale per mal di schiena, infiammazioni alle zone cervicali alle sciatalgie), all’apportare benefici indiscussi anche alle vie respiratorie, che vengono purificate e aiutate nell’eliminazionedi batteri e virus, causa di raffreddori e bronchiti. Inoltre il sale ha un’ottima funzione drenante, per cui favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso.

Si parla di funzioni bioenergetiche del sale. Tu cosa ne pensi?

“ Si, sono assolutamnte rilevanti le frequenze bioenergetiche del sale rosa che essendo non raffinato e privo quindi di sostanze inquinanti, mantiene intatta tutta la sua forza vitale per poi trasmetterla direttamente al corpo al momento del contatto”

Quali sono i feedback delle tue clienti dopo aver provato il il lettino?

Assolutamente positivi, perché ci si rilassa profondamente e la sensazione di calore perdura nel tempo

Quanto dura una seduta?

30’

Ogni quanto è consigliabile fare una sessione sul lettino di sale? Ha senso secondo te regalare una seduta a un’amica?

Essendo una metodologia naturale non ha posologia o un’ indicazionedi numero sedute. Ognuno è il miglior medico di sé stesso e può regalarsela ogni giorno, come una, due, tre volte la settimana, tenendo in considerazione la motivazione che ci spinge a fare il lettino di sale : se per rilassamento o per trovare sollievo ad un momentaneo malessere fisico. E’ indicato per tutti : il mio cliente più giovane ha 13 anni e lo fa per aiutarsi con i dolori della crescita, le mie clienti più mature hanno 85 ed 86 anni e lo fanno per tutta la stagione per aiutarsi a convivere con dolori e reumatismi.

Tutte le persone alle quali è stato regalato una seduta sul lettino disale, hanno molto apprezzato e quasi sempre riacquistato altre sedute.

Quali sono i costi?

Una seduta € 20,00. Tale costo scende appena si acquista un pacchetto, maggiore è il numero minore il costo della seduta.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Omeopatia e bambini, facciamo chiarezza

Lunedì, 03 Marzo 2014 14:19

Ormai sempre di più sentiamo parlare di omeopatia. Se alcuni la definiscono come "acqua fresca", altri la decantano, altri ancora la usano come prevenzione o come tecnica "pre-farmaco" quindi prima di arrivare all'antibiotico le provo tutte.In realtà la medicina omeopatica di divide in un insieme di filoni, ognuno dei quali è regolato da principi e precise scuole di pensiero. Abbiamo intervistato il dott. Carlo Casu, medico chirurgo e omeopata per scoprire qualcosa in più dell'omeopatia unicista. 

Buongiorno Dott. Casu. La intervisto come giornalista ma sopratutto come mamma, intenzionata a scoprire se e come si possa utilizzare l'Omeopatia all'interno della mia famiglia. Avrei piacere di farle alcune domande. Le chiedo se possibile di utilizzare un linguaggio il più possibile semplice e chiaro per noi mamme, sommerse da termini medici che giustamente spesso non riusciamo a comprendere a fondo.

"Cara Giulia, buongiorno. Mi esprimo in queste risposte con un linguaggio spero chiaro, usando termini propri dell'Omeopatia e qua e là do sintetiche spiegazioni. Altri termini, salute, malattia, guarigione per esempio, sono comuni al linguaggio tradizionale che abbiamo imparato all'università, qui sono però usati con il significato Omeopatico. Per esempio, la salute non è solo quella della definizione dell'OMS, ma è il punto in cui l'organismo, che esprime sé stesso ai livelli fisico mentale e spirituale, è neutro, cioè non fa nessun sintomo, non ha bisogno di fare nessuno sforzo (chiamato malattia, con l'intento di ritornare alla sua neutralità, al suo equilibrio)."

Perfetto. Allora iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dell'Omeopatia Unicista. Come si é avvicinato all'omeopatia?

"Mi sono avvicinato all'Omeopatia per necessità, così come fa la maggior parte delle persone che vedo. Dopo 10 anni di terapie inutili e non risolutive, che avevano come unico scopo il sopprimere le manifestazioni esterne del miasma in quel momento fuori equilibrio, conoscendo il Prof. Antonio Negro ho avuto la possibilità prima di riequilibrarmi e vedere sparire i sintomi e poi di avvicinarmi alla meravigliosa arte del guarire che è l'Omeopatia Hahanemanniana. I miasmi sono le radici delle malattie, indicano in quale modo ogni organismo fa il proprio sforzo per ritornare all'equilibrio perduto, posizione ove non necessita più di far nulla (i sintomi)".


Perché la medicina ufficiale dice che l'omeopatia non funziona?

"La medicina ufficiale non riconosce l'Omeopatia perché, essenzialmente, non è riducibile alla sperimentazione "doppio cieco" che attesta la riproducibilità e quindi la ripetibilità di una terapia. Il doppio cieco prevede l'utilizzo su un gruppo di malati di due sostanze messe a confronto, in genere farmaco e placebo. I pazienti non sanno (cieco). Neanche il prescrittore sa (doppio cieco), ma solo un supervisore sa quale è farmaco e quale è placebo, per non influenzare i risultati. Ecco, l'Omeopatia non può essere valutata con questo sistema, statistico, ma è fatto da tutti casi singoli, con definizioni di patologia magari simili ma che necessitano di rimedi diversi, ogni persona il suo. Quadri singoli non inseribili in valutazioni statistiche riproducibili, casi singoli non etichettabili".

Che differenza c'é tra omeopatia unicista e le altre correnti?

"In realtà esiste una sola Medicina Omeopatica, che si basa sull'applicazione di una legge naturale che si chiama Legge di Similitudine. Al di fuori di questo non abbiamo più Omeopatia. Lo squilibrio reattivo della persona è unico come unica é la persona, e si avvale quindi di un rimedio alla volta, per accompagnare il soggetto al riequilibrio. Le altre pratiche, chiamate Omeopatia complessista detta anche omotissicologia (che unisce molti rimedi nello stesso composto), e anche l'omeopatia pluralista (che prevede più rimedi a dosaggi simili nella giornata, ognuno per un sintomo), inseguono gli aspetti esteriori della malattia, e non sono concettualmente molto lontani dalla visione allopatica (della medicina tradizionale). Queste medicine si occupano solo delle foglie di un ipotetico albero, ma non guardano le radici, che gli omeopati chiamano miasmi. Sono medicine sintomatiche, che danno risultati spesso utili, attenuando i sintomi, ma è altra la missione del medico Omeopatico, che applica la Legge di Similitudine e le leggi".


"Alcuni bambini sono più predisposti di altri ad ammalarsi?"

Esiste una certa predisposizione, ma non la vedrei come una spada di Damocle: la persona "fa malattia" solo quando è fuori equilibrio, e solo qui i miasmi (i terreni ereditari) condizionano lo sforzo e quindi i sintomi (le malattie). Per cui, se si eredita un terreno "disfunzionale" che chiamiamo "3", il soggetto fuori equilibrio farà lo sforzo (i sintomi, la malattia) con caratteristiche "3", otiti, tonsilliti, bronchiti ecc. I virus e i batteri permettono l'effettuarsi di questo programma di riequilibrio. Così ci saranno bambini che "faranno" solo raffreddori, altri che "faranno" otiti, altri polmoniti o bronchiti, ripetutamente, sino alla teorica risoluzione dello squilibrio interno, e altri, i sani, in equilibrio, che non avranno bisogno di "fare" nulla."

Ci sono delle cure preventive che si possono fare con i bambini?

"La cura del terreno è la cura preventiva per eccellenza, che non è la diagnosi precoce di un processo già in atto: consiste nel riequilibrare le radici miasmatiche per metterle a"riposo". Questo, nelle condizioni più favorevoli, si attua ben prima della nascita del bimbo, mettendo a riposo le radici dei genitori, poi continuando in questo nella donna in gravidanza, per poi permettere la nascita di un bimbo sano, che è neutro, non ha bisogno di fare nessun sintomo, nessuno sforzo di riequilibrio: è già in equilibrio! Questi bimbi non si ammalano, garantito. I cosiddetti vaccini omeopatici non hanno una azione sui miasmi e li considero prodotti omeopatici non unicisti, con limitata utilità sintomatica".

L'omeopatia funziona anche nei casi di malattia in corso?

"Con la malattia in corso l'approccio è sempre lo stesso: ridurre la forza delle radici miasmatiche. In questo modo si riduce lo sforzo sintomatico che la persona sta facendo in quel momento. Se l'usura dell'organismo in questo sforzo arriva a toccare aspetti organici, in altre parole, se siamo di fronte ad una patologia con compromissione di organo (per esempio una cirrosi, artrosi deformante ecc), il ripristino dell'equilibrio parte da questo punto, con, e si vede nella pratica clinica, sorprendenti riadattamenti generali dell'organismo che arrivano a minimizzare l'impatto del danno locale sul sistema."

Cosa ne pensa delle bronchiti che si manifestano nella prima infanzia? E le tonsilliti? E le otiti?

"Le bronchiti sono una malattia con una radice "3" forte, e il loro manifestarsi rappresenta lo sforzo che fa il bimbo per ritornare al suo equilibrio perduto. Un bimbo con radice solo "1", detta Psora in Omeopatia, se fuori equilibrio, non farà bronchiti, ma solo episodiche manifestazioni acute di breve durata, con carattere brusco, ma di rapida risoluzione, febbre un giorno, vomito un giorno, diarrea un giorno, tanto per fare alcuni esempi. Situazioni che spostano l'equilibrio nei bambini sono molteplici, alcune ambientali, altre indotte direttamente nell'individuo, come le pratiche vaccinali eccessive. I bimbi che nascono o che vanno fuori equilibrio, anche per quanto detto, e che ereditano radici 1 faranno malattie 1, i bimbi che ereditano radici 3 faranno malattie 3, come la bronchite. Anche per tonsilliti e otiti vale quanto sopra, sono tutte manifestazioni dello stesso terreno, "3" in questo caso. Il vero problema è che queste radici, a causa di uno squilibrio sempre più profondo, come capita da pratiche mediche soppressive, si aggrovigliano sempre di più e i bimbi presentano quadri reattivi complessi con sintomi di due o anche tre miasmi insieme, che si esprimono poi con le malattie più gravi, sempre più precoci, per esempio le malattie autoimmuni"

Dr CARLO CASU
Omeopatia Hahnemanniana
Via Colombo, Res. Fontanile 611
20080 Basiglio (MI)
tel. +39 347 3305366 (ore 9:00/10:00 - 19:00/20:00)
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Spesso durante la gravidanza notiamo delle perdite biancastre che talvolta ci mettono in allarme: in realtà se non contengono sangue ma sono bianche, se il loro odore non è intenso e se non sono accompagnate da bruciore, sono un sintomo normale della gravidanza e sono causate dall'aumento di secrezione di estrogeni. 

Se invece sono accompagnate da uno dei sintomi sopra elencati contattate la vostra ostetrica o il vostro ginecologo. In particolare se notate perdite di sangue recatevi in un pronto soccorso per vericare che sia tutto ok.

 Come distinguere la leucorrea gravidica dalla perdita del tappo mucoso?

Prima di tutto facciamo chiarezza su cosa sia questo famoso "tappo", il cui termine spesso induce a pensare che sia un tappo ermetico "salva bambino". in realtà il tappo mucoso è una secrezione del collo dell'utero che ha la funzione di sigillare il collo dell'utero prevenendo eventuali infezioni: nelle settimane che precedono il parto è possibile che si disgreghi: in questo caso percepiremo una perdita gelatinosa, spesso mista a striature di sangue. Talvolta si può accusare un senso di pressione alla parte bassa dell'addome, altre volte questo processo è totalmente privo di sintomi. La presenza di striature indica la rottura dei capillari superficiali del canale della cervice, ed è un ottimo segnale che il nostro corpo ci invia per indicarci che sta iniziando a muoversi qualcosa. 

Non tutte le donne sono però soggette alla perdita del tappo: in alcuni casi infatti il tappo mucoso si perde durante il travaglio. 

 

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Sara

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Cecilia

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