Indicazioni alimentari

Giovedì, 25 Settembre 2014 10:34

 Diciamolo chiaramente: possiamo rimpinzarci di qualsiasi cosa, ma anche l'integratore più costoso e migliore del mondo farà ben poco se noi continuiamo ad immettere nel nostro corpo la benzina sbagliata. É come aggiustare una scatola con nastro adesivo e chiodini e poi continuare a prenderla a bastonate. Non è tanto questione di seguire una dieta, quanto di cambiare abitudini. Ecco allora i miei consigli alimentari:

 
Colazione:
- Fetta di torta (vedi ricette sul sito www.mammapretaporter.it sezione food)
- Uno yogurt di soia o riso o avena o latte vegetale e cereali.
- Gallette di riso o mais con marmellata senza zucchero o malto di mais.
- MANDORLE O LATTE DI MANDORLA SENZA ZUCCHERO ALMENO 3 VOLTE LA SETTIMANA CIRCA.

 

Spuntino mattina o pomeriggio:
CENTRIFUGATI DI FRUTTA E VERDURA, OPPURE noci, nocciole, semi di girasole, semi di lino, yogurt di soia.
L'Homo sapiens sapiens è principalmente frugifero, ricordatevelo.
 
Pranzo:
- Carboidrati integrali alternati (riso integrale, pasta integrale, farro, mais, miglio, orzo e avena, MIGLIO E QUINOA vanno bene anche quelli precotti).
- Sughi di verdura, diminuendo radicalmente il pomodoro.
- Possibilmente uniamo ad ogni pasto un legume quindi CEREALE INTEGRALE + LEGUME + VERDURA. Questo è l'abbinamento alimentare perfetto consigliato nelle alimentazioni anti-cancro.
- Ottimo per la nostra digestione unire erbe aromatiche e spezie (es. basilico fresco), ma anche frutta secca (noci, mandorle) e semi.
- I cereali integrali e i legumi ci mettono tanto a cuocere? La pasta integrale impiega come quella normale, per il riso o il farro fatene una volta a settimana in quantità abbondante e si conserverà 5 giorni in frigorifero.
- Per i legumi usate quelli in scatola (si trovano a 1 euro biologici marchio Ecor in tutti i Naturasì): non saranno perfetti come quelli freschi o quelli secchi ma meglio di niente (o meglio di una fettina di petto di pollo con ripieno di antibiotico).
 
Cena:
- Padellate di verdure e, alternando, le varie proteine principalmente vegetali, quindi seitan, tofu, polpette di legumi, quinoa e miglio.
- Per chi ha il sonno regolare è possibile anche inserire un carboidrato, meglio senza glutine, per esempio la quinoa è perfetta.
 
Due soluzioni super veloci per chi non ha molta fame: 
- Insalata di spinacini con mozzarisella, ceci e mais (bio mais in scatola)
- passato di verdura in buste (controllate che non ci siano ingredienti strani, da conservanti a sigle che non conoscete). Meglio quelli con legumi all'interno. 

 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

Direi che il primo step da fare è scegliere di adottare invece che comprare: prima di tutto molti cani venduti in negozi provengono dai paesi dell'est e non sono propriamente sani. Inoltre è davvero super pieno il mondo di cani di pura razza abbandonati, anche cuccioli o molto giovani. 

Su Facebook troverete tantissimi gruppi che sono quasi una vetrina di cani da addottare: basta inserire le parole chiave 'adozione cani', 'cani in difficoltà'.

Se invece siete orientati ad adottare un cane di una razza particolare potete iscrivervi a gruppi di Facebook e alle pagine dedicate alla tipologia che più vi ispira: io per esempio avevo piacere di adottare un cane da caccia per cui mi sono appunto iscritta a questi mettendo come parola chiave di ricerca 'cani da caccia'. Da lì poi riuscirete a trovare moltissimi cani, anche cuccioli e giovanissimi, ogni giorno purtroppo se ne aggiungono altri. Ci sono inoltre moltissime associazioni che si occupano proprio di aiutare una determinata razza: per esempio Italian Setter Rescue, tramite la quale ho adottato io la mia Camilla, setter inglese.  

E' fondamentale per chi ha bimbi in famiglia richiedere via mail i certificati degli esami effettuati, in particolare della Giardia (malattia trasmissibile anche all'uomo ma curabilissima, basta sottoporre il cane a 10 giorni di antibiotico quando ancora è in canile/rifugio e poi ripetere l'esame per verificare che sia stata debellata), Leishmania (tramissibile solo a neonati) ed Ehrlichia. Fatevi inoltre consigliare da un veterinario di fiducia. 

Potete anche effettuare la vostra ricerca inserendo la parola chiave rifugio: nei rifugi spesso i cani senza un padrone sono tenuti meglio, nel senso che sono maggiormente curati e coccolati perchè il rapporto numerico tra cani e volontari è più basso rispetto ai canili veri e propri. Molte sono le associazioni di volontari in Italia che gestiscono rifugi per i cani. 

Oggi abbiamo intervistato Emily, volontaria presso il Rifugio di Charly di Acerra (Napoli) http://www.ilrifugiodicharly.eu/ oppure https://www.facebook.com/ilrifugiodicharlyacerra?fref=ts. E' un luogo davvero fantastico, una specie di paradiso del cane dove i cuccioli (se non particolarmente aggressivi) vengono lasciati liberi di correre in uno spazio di 3000 mq. Il rifugio è un luogo transitorio, dove il cane non riacquista soltanto la salute ma anche la fiducia nell'essere umano: una volta che il cane è diventato equilibrato si cerca per lui un'adozione. 

Emily, quali consigli daresti alle mamme (anche di bimbi piccoli) che avrebbero piacere di adottare un cane?

"Se dovessi consigliare l'adozione di un cane, senza dubbio consiglierei un cane adulto, poiché spesso molte persone specie alle prime armi non hanno bene in mente cosa significhi crescere un cucciolo e quante energie e pazienza occorrono. Intanto perché fino a 5/6 mesi il cane non impara a fare i bisogni fuori, inoltre le sue richieste di attenzioni si manifestano con la distruzione di oggetti, mobili, scarpe e quant'altro, motivi per cui spesso vengono portati indietro o abbandonati ahimè! L adozione di un cane adulto invece non avviene come per un cucciolo sull'onda dell'emotività, ma viene ben ponderata. É possibile così adottare un cane di cui si conosceranno già dimensioni ma soprattutto il carattere. Nelle schede descrittive, i volontari fanno presente se il cane va d'accordo con i suoi simili, gatti, bambini, se è attivo per cui necessita di un adottante altrettanto attivo, oppure se è un cane tranquillo e quindi adatto ad una persona magari pantofolaia.

Inoltre un cane adottato da adulto, manifesta riconoscenza verso l'adottarne e crea un legame molto più forte rispetto a quello di un cane adottato da cucciolo."

Giulia Mandrino

 

 

 

La collina dei conigli

Giovedì, 25 Settembre 2014 08:19

Essere silenziosi non vuol certo dire essere meno importanti.
Ogni anno in Italia vengono utilizzati un milione di animali (più di cento milioni in tutto il mondo) in nome di una sperimentazione scientifica ormai inutile (!!!). Una parte di questi animali muore senza mai vedere il sole o un prato o avere una vita diversa dal laboratorio, una parte invece rimane in "buone" condizioni di salute (fisica, non certo psicologica); considerando che (teoricamente) la legge italiana non permette l'utilizzo dello stesso animale per più di un esperimento (un esperimento, non una somministrazione...), tutti quelli che sopravvivono vengono soppressi.
Gli animali però possono essere ceduti, se in buone condizioni di salute e non infetti, a strutture adatte al loro recupero (qui ci si preoccupa che gli animali non siano pericolosi per l'uomo... sarebbe meglio il contrario...).
Esistono innumerevoli strutture dedicate all'aiuto ed all'accoglienza di cani e gatti, basta guardarsi intorno, ma un enorme numero di silenziosi animali vive nell'ombra, dimenticati dal mondo, di loro non si parla: sono gli animali da laboratorio, conigli, ratti, topi, cavie e altri piccoli roditori.
E' così che è nata nel 2005 una Onlus che recentemente (nel 2010) ha ottenuto dal Comune di Monza la cessione di uno spazio in un cascinale all'interno del Parco.
Un lavoro lungo ed in continua evoluzione, fatto di burocrazia (che non guarda in faccia né i bisogni, né le urgenze, né tantomeno le buone azioni), ristrutturazioni e recuperi degli spazi, spese enormi di affitto, materiale, cibo, lettiere...
Il cascinale immerso nel verde ospita al piano terra i conigli, alloggiati in grandi gabbie a cui i volontari ogni giorno portano cibo, cure e dedicano loro il tempo per le passeggiate all'esterno ed il recupero della mobilità (a volte persa a causa della forzata inattività motoria nelle minuscole gabbie del laboratorio) e della fiducia nella specie umana.
Al primo piano si trova la stanza dei ratti, qui è tutto un muoversi, costruire, lavorare e giocare. I ratti sono liberi di girare in questa grande stanza tra percorsi creati ad hoc dai volontari, tra cassette, scatolette e mensole.
I topolini, per ovvi motivi viste le loro dimensioni, sono tenuti in gabbiette collegate tra loro e non, piene di giochini e percorsi interni. Incredibile scoprire come si sfata il luogo comune: ratti e topolini sono animali puliti ed organizzatissimi sia nel gioco che nella loro vita sociale.
L'altra stanzona è dedicata alle cavie (porcellini d'india). Una stanza il cui pavimento è pieno di scatole, tubi, casette e culetti pelosi che giocano in maniera frenetica e il loro "chiacchierare" continuo mette davvero di buon umore, specie quando arriva qualcuno con il cibo.
I volontari (e sottolineo volontari) affrontano spese anche di tasca loro, sia per il centro, sia per quegli animali che per problemi di salute o di disabilità grave dovuta alla precedente "vita" non possono stare al centro, si impegnano a portarseli anche a casa, per sempre o fino a che qualcuno non li adotta.
Purtroppo oltre ai laboratori di sperimentazione ci si mette anche la gente, che compera conigli o cavie, infatuata dalla loro somiglianza ai peluche per poi scoprire che ogni animale è un impegno sia economico che morale, che gli si deve dedicare del tempo e che tra rosicchiate e scavate non si deve mai dare niente per scontato e come troppo spesso accade, ogni animale che diventa di moda spesso subisce l'abbandono se non preso in piena coscienza; o ancora come i topolini, che ingannati dal cartone Ratatouille, diventano poi troppo in fretta un impiccio.
Nel cuore del Parco di Monza c'è una Onlus, La Collina Dei Conigli, dove gente speciale e di vero cuore rieduca gli animali alla vita, mostra loro cosa esiste fuori dalla gabbia, insegna loro a nutrirsi di frutta, verdura e fieno invece che tramite flebo, dimostra loro che esiste una specie di uomo che può essere calorosa e piena di amore e che il suo tocco può essere positivo e non solo fonte di dolore.
Ci sono volontari che ci insegnano come i ratti si possono coccolare e sbaciucchiare perché sono animali puliti e affettuosi, ci mostrano come i conigli New Zealand hanno le dimensioni di un gatto e non impegnano né più né meno e sono incredibilmente coccoloni; ci sono volontari che non conoscono Natale o ferie estive perché sanno e credono che un impegno è un impegno.
Aiutarli è semplice, hanno bisogno di tutti, dalla manodopera per i lavori al centro, al materiale per migliorare le strutture, dal cibo alla lettiera, si può fare una donazione (deducibile) oppure acquistare il loro calendario oppure i loro gadget fatti a mano, si può devolvere il 5x1000, adottare un animale a distanza o portarselo a casa, si può dedicare il proprio tempo diventando volontari, si trova tutto nel loro splendido sito, corredato da informazioni, specifiche, foto e video, da visitare!
Nel Parco di Monza c'è gente che si fa il culo (come altri mille di loro) per salvare delle vite e dar loro delle aspettative migliori ed il solo ringraziamento è lo sguardo degli animali che, dapprima terrorizzati, scoprono l'erba su cui correre.
Nel cuore del Parco di Monza c'è la Collina dei Conigli da visitare e da aiutare, dove sono entrata in punta di piedi, dove si rispetta il silenzio per sentire la voce di quegli animali che voce non hanno, dove sono entrata un po' intimorita dalla presenza dei ratti liberi (lo ammetto!) ma dove c'è gente che ti insegna che la vita e l'amore hanno varie facce e varie forme e sono tutte da rispettare.
Nel cuore del Parco di Monza c'è La Collina dei Conigli dove entri te stessa ed esci diversa, con la consapevolezza che c'è molto da fare e da imparare e che ognuno di noi, nel suo piccolo, con scelte quotidiane (medicinali, saponi, cosmetici, cibo, ...) può spezzare un meccanismo di consumismo, sfruttamento ed inutile ed indicibile crudeltà.
Nel Parco di Monza c'è la Collina dei Conigli, amore e rivincita degli animali silenziosi.
Madre Teresa di Calcutta: La vita è vita difendila.

Elena Vergani

 

Mamma come sono arrabbiato: i terribili due anni

Giovedì, 25 Settembre 2014 07:34

Avete mai sentito parlare dei "terrible twos"? E' talmente frequente che i bambini intorno ai due anni comincino ad avere atteggiamenti di rabbia che è stato coniato questo termine per indicare questa tappa della crescita! I terribili due anni... a quanti di noi è capitato di ritrovarsi con il proprio bambino di due anni che comincia ad avere comportamenti di rabbia improvvisa e spesso a nostro avviso ingiustificata, con reazioni esagerate di pianto, urla, aggressività fisica. Alcuni di loro fino ad allora erano bambini tranquilli e pacati... poi, improvvisamente, cominciano a protestare per ogni cosa, a pretendere di fare o avere sempre ciò che vogliono, ad arrabbiarsi furiosamente anche senza apparenti motivi reali.
A noi adulti tutto ciò sembra incomprensibile, frustrante e spesso ci chiediamo cosa stiamo sbagliando o, peggio ancora, cosa abbia il nostro bambino di sbagliato... perché, poi, gli altri ci appaiono tutti angioletti ovviamente!
In realtà non c'è proprio nulla che non va! E' assolutamente normale e naturale che a questa età compaiano queste reazioni eccessive e incontrollabili. Il bambino di due anni comincia a percepire sè stesso, il proprio essere indipendente dal resto del mondo e si sperimenta, valuta i confini, il campo d'azione, senza riuscire però ancora a dosare bene l'espressività dei propri vissuti. E' come se avesse capito di avere uno strumento potente tra le mani, ma non sappia ancora usarlo correttamente, per cui a volte sbaglia accordi o suona senza spartito, provocando in noi fastidio e insofferenza. Sta diventando una persona attiva, in grado di influenzare l'ambiente con il suo comportamento e, per un po' di tempo, deve fare le prove, prendere confidenza con questo nuovo "potere" , valutarne gli effetti ed imparare a dosare la propria emotività.

E' comunque un grande impegno, e a volte una grande frustrazione, per noi adulti, gestire questa fase!
Vediamo cosa possiamo fare per aiutare noi e loro a superarla al meglio e il più velocemente possibile!

  1. Evitate reazioni aggressive, castighi o punizioni! Rispondere con la rabbia alla rabbia non serve, anzi, provochereste reazioni ancora più forti. Inoltre i bambini apprendono la modalità comportamentale attraverso l'imitazione degli adulti, imparerebbero così che la rabbia non è un sentimento che si può controllare e gestire e riproporrebbero questo atteggiamento anche più avanti nel corso della loro crescita.
  2. Inutile parlargli in quel momento per cercare di fargli capire le vostre ragioni mentre urla, piange e si dimena. In quel momento, il canale verbale è fuori uso, molto meglio, se il bambino lo permette, mostrargli atteggiamenti di contenimento ("se vuoi ti sto vicino, ti massaggio la schiena, ti stringo le mani, ti asciugo le lacrime..."). Quando tutto è passato, cercate di verbalizzare per lui cosa è accaduto e cosa ha provato ("so che prima eri molto arrabbiato, so che non è bello sentirsi così, capita a tutti ogni tanto, poi però passa tutto e si sta meglio"), in modo che si senta capito e non giudicato.
  3. Aspettare che passi la tempesta. Sforzatevi di cercare tutte le vostre energie per avere la calma, la pazienza e la sicurezza di tollerare quel momento pesante in cui sfoga tutta la rabbia. Ricordate a voi stesse che la rabbia, come tutte le emozioni, raggiunge un picco massimo per poi gradualmente scemare naturalmente e che con il vostro atteggiamento state facilitando questo processo. A mente fredda in fondo tutti noi sappiamo che è molto più difficile che la rabbia passi se in quel momento ci relazioniamo con persone nervose, impazienti o giudicanti.
  4. Cercate insieme a lui una soluzione. Se il vostro bambino si è arrabbiato tanto perché ha perso il suo gioco preferito, aiutatelo a cercarlo, proponendo magari una caccia al tesoro, con tanto di premio per chi riesce a trovarlo. Trasformare, quando possibile, queste situazioni in momenti di gioco ridurrà velocemente la rabbia.
  5. Evitate risentimento dopo che è passata la tempesta. Non serve mostrarsi offese o risentite quando si calma, non otterremo una maggiore consapevolezza di ciò che ha fatto, ma si sentirà respinto e non capito, provocando in lui malessere e aumentando la possibilità che abbia altre reazioni di rabbia.
  6. Prevenire è meglio che curare. Evitiamo per quanto possibile di fare "scoppiare la bomba".

Ci sono situazioni facilitanti reazioni di rabbia nei bambini che, una volta individuate, possiamo evitare :
-andare a fare la spesa dopo una giornata di gioco è spesso un'esperienza impegnativa per il bambino. E' piuttosto stanco e quindi più soggetto a non avere freni. Inoltre la nostra modalità comportamentale in risposta alle sue manifestazioni di rabbia, la maggior parte delle volte, non è la stessa che abbiamo tra le quattro mura domestiche: siamo condizionate dal giudizio sociale, proviamo imbarazzo e ci sentiamo mamme inadeguate agli occhi dei presenti. Il bambino percepisce questo stato di tensione e fa ancora più fatica a gestire i suoi comportamenti. Se proprio è indispensabile per noi portarlo al supermercato o in ambienti caotici, cerchiamo di coinvolgerlo il più possibile, dandogli incarichi come mettere nel carrello ciò che serve.
-gestire il momento dell'uscita mattutina con fretta o ansia. Spesso al mattino c'è un orario da rispettare per uscire di casa, dobbiamo andare al lavoro, portarlo al nido o dai nonni entro un certo orario. Succede quindi che siamo frenetici, che non riusciamo a rispettare i tempi del bambino, che non ci sia tempo per l'imprevisto e che questo provochi in noi reazioni di rabbia, tensione e fretta. Cercate quindi di organizzarvi il tempo in modo da tener conto di possibili variabili; svegliatevi prima e preparate voi stesse e tutto ciò che potete prima di svegliare il bambino e garantitegli poi un tempo sufficiente perché possa vivere il momento del risveglio con serenità.
-non creare rituali facilitanti per i vari momenti della giornata come la nanna o l'addormentamento. E' importante che il bambino abbia dei rituali che lo accompagnino, in modo che lui possa prevedere cosa succederà dopo. E' rassicurante per lui ripetere tutti i giorni gli stessi riti, più o meno negli stesso orari.
7. quando invece la reazione di rabbia è in conseguenza di un limite ( gli abbiamo detto un no), allora è importante essere fermi, coerenti tra le varie figure di riferimento e costanti nel tempo, aspettare che si calmi e poi consolarlo fisicamente e , a seconda dell'età, tradurre in parole ciò che ha provato e la motivazione che vi ha portato comunque a dargli quel limite.

 

Dott.ssa Monica Contiero

Immagine tratta da babyglitter.gr

 

Idea per un burro corpo post doccia per quelle mattine in cui ti rendi conto che sei più stanca della sera precedente. 

Ecco alcune indicazioni  sull'utilizzo:

Non esponiamo le parti trattate troppo al sole in quanto gli oli essenziali di agrumi possono giocare brutti scherzi al sole (basta non andare in spiaggia dopo e non metterlo sul viso).

P.s. ottimo anche in gravidanza e allattamento!

Se non siete in gravidanza e allattamento provate anche la versione solo con l'olio essenziale di limone verde: da perderci la testa! attenzione, anche in questo caso non esponetevi al sole dopo aver usato quest'olio essenziale. 

Immagine tratta da www.thegunnysack.com

 

 

La creatività della mamma Giapponese

Mercoledì, 24 Settembre 2014 06:45

Oggi voglio raccontarvi una deliziosa curiosità. Che i bambini considerino molto la presentazione del piatto, che debbano mangiare il più sano possibile lo sappiamo già, quindi come mamme cerchiamo sempre di accontentarli. Ma scommetto che la preparazione della merenda secondo la tradizione delle mamme giapponesi sia ben lontana dalle nostre merendine. Come le mamme giapponese preparano la merenda per i loro piccoli, siamo veramente in poche a farlo. Avete mai sentito parlare del "bento"?
Il termine "bento" significa scatola da pranzo o portavivande in giapponese. Tuttavia non è una cosa semplice da preparare, a partire dal portavivande che non è quello a cui siamo abituate. La decorazione del "bento" riflette la tradizione giapponese della cura non solo per il gusto, ma anche per la presentazione del cibo. Si tratta di un pasto ben assemblato e decorato per stuzzicare l'appetito con gli occhi. Il cibo può prendere forma di animali, fiori e personaggi popolari. E' preparato con cura e affetto dalle mamme, per nutrire il corpo e l'autostima del bambino. Preparare il pasto ai bambini è un modo per fare capire maggiormente ai genitori cosa piace di più ai figli ed anche un modo per esprimere l'affetto e l'attenzione per i più piccoli: un pasto guarnito e decorato, da mangiare prima con gli occhi. E se ai bambini piace quello che hanno visto, sicuramente l'appetito verrà stimolato.
Quindi nelle scuole Giapponesi non basta semplicemente scartare un panino e aprire un succo di frutta, la pausa per la merenda e pranzo deve essere motivo di orgoglio con un pasto esteticamente appagante. Pensate, c'è concorrenza, e ci sono addirittura dei concorsi con premi per chi fa il "lunchbox" più sorprendente per il suo bambino. Ovviamente l'attesa dei bambini è cosi grande che molte mamme diventano ansiose per paura di non essere capaci di preparare un pasto "grafico" all'altezza. Per questo in Giappone i corsi di "bento" sono molto frequentati dalle mamme che non vogliono fare brutta figura: è il caso dei corsi di Tomomi Maruo, stage molto conosciuti a Tokyo, o Samanta Lee, una casalinga che non aveva mai dato lezioni di cucina, e adesso è diventata famosa nel mondo del web con le preparazioni incredibili che fa per le sue figlie. Potete seguire Samantha su instagram @leesamantha per avere delle inspirazioni.
E, buon appetito!

Immagine tratta da: http://www.swide.com/photo-gallery/bento-box-food-art-by-samantha-lee-with-instagram-photo-gallery/2013/10/27/1-10

 

Yoga quando sei a pezzi: Bhujangasana

Mercoledì, 17 Settembre 2014 05:40

 

Questa è un asana, una posizione dello yoga, che aiuta davvero tanto quando ci sentiamo prive di energia, mentale e fisica, quindi per tutte le mamme. 

Ci spiega tutto ciò che dobbiamo sapere su questa posizione Rachele Brambilla, insegnante di yoga, yoga per bambini e yoga in gravidanza. 

"Gli Asana, le forme che assumiamo con il corpo durante la pratica yoga, spesso si ispirano a elementi della natura e Bhujangasana, la postura di cobra, è una delle posizioni più conosciute. 

In occidente, in natura il serpente è poco diffuso a differenza dell'India, inoltre culturalmente è associato al racconto della Genesi in cui il serpente, con la sua perfidia, ha indotto i nostri progenitori a cadere in tentazione, condannando il genere umano ad abbandonare il giardino dell’eden e vagare per il mondo in cerca di sicurezza.
Il serpente, oltre a questa valenza negativa, è però un simbolo polivalente e un archetipo fondamentale comune a molte culture.

L’antica Grecia associava alla medicina il Bastone di Asclepio, il simbolo che consiste in un serpente attorcigliato ad una verga.
Asclepio nel pantheon greco è il dio della salute e della medicina, Esculapio per i latini.
L’arte sanitaria professata da Asclepio è simboleggiata dal bastone combinato al serpente, che, con la sua capacità di cambiare pelle, rappresenta metaforicamente la rinascita e la trasformazione.
La tradizione indiana raffigura la vita in forma di energia come custodita da un serpente femmina, chiamata Kundalini, che significa “arrotolata”. Kundalini dorme silente nell’uomo, simbolicamente è alla base della colonna vertebrale.
L’uomo ha il compito di portare avanti la sua ricerca di evoluzione affinché il serpente destandosi, si erga per risalire lungo la colonna, rendendo così l’individuo consapevole delle sue potenzialità.
Nel macrocosmo, analogamente a Kundalini, il serpente Ananta è alla base e sostiene il mondo. Grazie alla perfetta simmetria delle sue curve, Ananta, che significa “infinito”, assicura stabilità ed equilibrio.
Secondo la mitologia indiana Vishnu, la divinità che conserva tutto il creato, è raffigurato sdraiato su un serpente, mentre dorme sereno in yoganidra.


La pratica
Esistono numerose varianti di Bhujangasana, tutte devono essere insegnate con grande competenza, perché, se corrette, rinforzano la muscolatura della schiena. Al contrario, se eseguite in modo forzato, possono lasciare delle contratture.
Per il praticante questa ambivalenza è stimolo di ricerca, al fine di trovare nella postura corretta l’equilibrio perfetto tra forza e flessibilità, tra impegno e abbandono, dove corpo, respiro e mente, sono in armonia.
Bhujangasana richiede una grande concentrazione, quando è eseguita in modo completo, includendo anche l’aspetto mentale, non è più definita come postura/asana, ma diventa mudra.
In questo caso il termine Mudra indica una postura in cui le dispersioni sensoriali ed emozionali sono ridotte, creando così i presupposti per avere una mente concentrata.

La tecnica
La postura è presa sull’addome, dal punto di vista fisico rinforza le catene muscolari che sostengono la schiena e dona flessibilità alla colonna vertebrale.
La posizione richiede una solida retroversione del bacino, insieme al controllo delle gambe e dei glutei. Questi tre elementi sono la base da cui il serpente si erge verso l’alto.
Le mani non rappresentano un vero sostegno, l’attenzione è più rivolta ai gomiti che cercano di avvicinarsi tra loro. Questo gesto coinvolge anche la muscolatura dorsale e favorisce l’apertura del petto.
La pratica di Bhujangasana, come ogni pratica nello yoga, prende in considerazione tutti gli aspetti dell’uomo e considera il corpo fisico come utile strumento per arrivare a strati più sottili.
Buona pratica !"

Rachele Brambilla, http://www.yogamonza.org/

 

Inserimento, difficile per la mamma e difficile per il bambino... Cosa possiamo fare?

Ecco i nostri consigli naturali per l'iserimento del bambino all'asilo: i Fiori di Bach, gli oli essenziali e i consigli della psicologa per aiutare il bambino dutante il distacco dalla mamma

- Prima di tutto dovremmo trovare 5 minuti per sederci e scrivere su un foglietto quelli che sono i valori aggiunti di cui beneficerà vostro figlio andando in quella struttura e ricordatevi che spesso meglio un bambino un po' più lontano dalla mamma che un bambino vicinissimo ad una mamma mezza esaurita e infelice, che si sente in prigione. Se noi siamo serene e sicure della nostra scelta il nostro bimbo lo percepirà.

- I bambini spesso non hanno bisogno di grandi spiegazioni razionali ma di distrarsi: eh si, l'antico metodo della zia Ignazia e delle nostre nonne di distrarre il piccolo invece che raccontargli che babbo natale non esiste, che se si comporta in questo modo significa che manifesta un'attitudine non consona alla Costituzione Italiana, è ottima cosa.

- Fino ai 7 anni i bambini devono vivere in un mondo di fantasia, spensieratezza e con la convinzione che questo mondo sia un mondo pieno d'amore e gioia. Quindi le fate esistono e gli elfi pure. Quindi non si va a scuola perchè la mamma ritiene che l'approccio montessoriano di quell'insegnante apporti benefici alla sua socialità, ma semplicemente perchè la mamma ha deciso che si va a scuola e a scuola ci si divertirà tantissimo.

- L'inserimento "un calcio nel sedere in classe tanto prima o poi smetti di piangere perchè ti rassegni" non è proprio una genialata. La rassegnazione e la non considerazione delle emozioni non è mai qualcosa da insegnare. Per cui:

  1. chiediamo all'insegnante di entrare in classe i primi giorni
  2. introduciamolo ad un gioco in cui possa interagire con altri bimbi e sentirsi coinvolto pienamente, magari qualcosa che non fa tanto a casa, tipo travasi.
  3. imparate i nomi dei suoi amichetti: create un ponte tra loro e voi. I bambini più grandi già inseriti avranno voglia di comunicare con voi e di conseguenza di coinvolgere anche il vostro piccolo. Lui, a sua volta, sentirà appunto un ponte tra il mondo della mamma e quello della scuola e sentirà che potrà interagire e fidarsi dei suoi nuovi amici, lasciandosi andare.
  4. non scappate mai senza salutarlo bene
  5. una settimana prima dell'inserimento iniziare a prendere 4 gocce 4 volte al giorno della seguente miscela di fiori di Bach: Rescue remedy, horbeam, larch, red chestnut, mimulus. Li prenderete sia voi che lui/lei, perchè il distacco è sia per lui/lei che per voi.
  6. portate con voi dell'olio essenziale di lavanda nel caso si verifichino dei pianti inconsolabili, oppure potete diluire 10 gocce di olio essenziale di lavanda in 250 ml di olio base se ha meno di 3 anni e in 100 ml di olio se ha più di tre anni e spalmateglielo bene con un massaggino prima di vestirlo.
  7. l'intesa con la maestra è fondamentale: nel momento in cui decidete di andarvene dovete avere fiducia totale in lei e nel suo lavoro.

Scopri altri consigli all'interno dell'articolo della dott.ssa Monica Contiero e nel nostro libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme

Buona fortuna!

Giulia Mandrino

 

 

Meno di un minuto per preparare uno scrub? Budget massimo 4 euro? Eccolo!

immagine tratta da thegoldjellybean.com

 

Settembre, il mese degli impegni

Lunedì, 15 Settembre 2014 08:48

Settembre inizia e ricominciano gli impegni di tutti noi: i grandi al lavoro, i meno grandi a scuola ed i cuccioli all'asilo.

Così insieme all'ansia ed alle preoccupazioni legate al rientro, ai vari inserimenti dei bimbi, al materiale pronto o da completare... La fatidica domanda: "che attività posso offrire a mio figlio dopo le otto ore di scuola?".
Il mondo che attende i nostri bimbi è complesso, complessissimo, e noi, mamme "sufficientemente buone", cerchiamo in tutti i modi di offrire loro stimoli, competenze ed informazioni per poter far sì che possano comprendere i mille stimoli offerti dalla contemporaneità.

Anche io ritengo fondamentale che i cuccioli possano divenire "competenti", in grado di affacciarsi al mondo felici e con delle chiavi interpretative capaci di affiancarli e di modificarsi in base ai bisogni che possono piano piano emergere.
Vorrei fortemente che i miei figli possano godere di briciole di competenza, mucchi di serenità e capacità di capire sé stessi in primis (e poi gli altri)!
Non credo però che questo possa venire dato dal riempire la loro settimana di impegni: dallo strumento musicale, all'aggregazione, dalla passeggiata in natura allo sport, dall'educazione religiosa alle gite fuori porta....
Stop!!!

Un cucciolo di due, tre, quattro o cinque anni (ma anche un bimbo più grande spesso), dopo otto ore di scuola è semplicemente stanco e, nella maggior parte dei casi, ha bisogno di godere di una buona dose di attenzione da parte di un adulto per lui significativo, non per forza la mamma o il papà, anche una nonna o una buona baby sitter!

Non parlo solo di stanchezza fisica ma anche emozionale, spirituale...
Un bimbo al rientro dai suoi impegni ha bisogno di una merenda preparata con amore, di un po' di silenzio, di un po' di ozio (non quello davanti alla TV), di un pizzico di fantasia, di un po' di natura e di corse a perdifiato (di quelle che ricaricano dalla stanchezza)..

Ha bisogno di qualcuno che lo guardi negli occhi e gli dica: "ora sei tu l'unico, all'asilo eravate in tanti, ora sei tu il solo".
Questo da solo basta...
Attenzione!
Non sto dicendo che i bimbi, tornati da scuola o dal nido debbano essere trattati come principini su un cuscino pieno di merletti...
Sto affermando che il miglior tempo è quello condiviso, aldilà di quello che si fa!

Sto affermando col cuore che i nostri cuccioli possono imparare in mille modi e che non sono contenitori vuoti da riempire!
Se un bimbo è pieno d'energia è bello che possa condividere ancora del tempo con mamma e papà in una piscina o, ancor meglio, in natura o aiutando nel preparare la cena!
Non servono mille attività... E davanti a qualsiasi cosa proponiamo, chiediamo ed ascoltiamo (con le orecchie e col cuore)!

Un bimbo, già da piccolo, è in grado di scegliere e di farvi capire cosa preferisce fare, è sempre così: se amiamo una cosa la facciamo bene!
Non imponiamo mai uno strumento musicale, uno sport od un'attività ricreativa! Se invece, dopo l'iniziale entusiasmo, in un secondo momento, i nostri figli vi rinunciano cerchiamo di capirne il perchè senza colpevolizzarli.
Vorrei che ogni bimbo possa scegliere... Io, non sono un'atleta famosa né un musicista fenomenale... Io da bambina avrei passato pomeriggi interi a fare polpette di fango... ed in effetti succedeva spesso!
Oggi vedo troppi bimbi che canterebbero la famosa canzone del 46' Zecchino d'oro: "Le tagliatelle di nonna Pina"... "Invece oltre la scuola, cento cose devo far, inglese, pallavolo e perfino latin-dance, e a fine settimana non ne posso proprio più!!!!".

Quindi care mamme, non affannatevi per l'attività ideale, soprattutto se avete dei cuccioli ancora piccini, ricordiamoci che c'è tempo per sperimentarsi. Nella prima infanzia il più bel regalo è tempo di qualità con voi! Solo voi sapete regalare quello che davvero loro hanno bisogno!!

Oggi nel mondo complesso, per me, il miglior regalo sono:
libertà per renderli capaci di guardare il mondo con occhi originali,
tempo in un cosmo di corsa ed indaffarato,
amore e rispetto per crescerli forti e sicuri.

Cora Erba

Pedagogista e Doula
3391206776

 

Sara

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Cecilia

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