Sembra qualcosa di utopico, strano, irrealizzabile. In Italia, quantomeno, è così lontano dai nostri modelli da pensare che non esista nemmeno. Eppure negli Stati Uniti un modello scolastico olistico esiste: si tratta di una scuola che coniuga educazione, didattica e benessere.

Namaste school, la prima scuola olistica al mondo: un modello educativo da esportare per un nuovo modo di intendere la scuola integrando programmi incentrati sulla salute di corpo e spirito

La Namaste Charter School (namastecharterschool.org) è pubblica, ed è nata a Chicago nel 2004 con l'intento di formare studenti in salute che traggano da questo stato di benessere moltissimi benefici fisici ed educativi. "Perché focalizzarsi sulla salute e sul benessere?", si chiedono i fondatori. Beh, "perché bambini sani sono migliori studenti".

Essendo pubblica (è una Charter School, che negli Stati Uniti significa essere un istituto che riceve qualche fondo pubblico - anche se molto meno rispetto ai plessi scolastici normali e totalmente pubblici - rimanendo un po' più autonomo, vivendo grazie alle sponsorizzazioni private e decidendo una linea definita che lo identifichi), è aperta a tutti i ragazzi, che non necessitano di particolari requisiti d'ammissione: il tutto è deciso dal caso, perché ogni bambino è uguale agli altri e tutti hanno il diritto di poter beneficiare dell'educazione Namaste Charter.

In sostanza, la scuola (materna ed elementare) modifica i soliti modelli e orari scolastici integrandoli con ore dedicate al benessere. 

Colazioni e pranzi nutrienti e salutari, pasti settimanali con le famiglie (per una maggior consapevolezza sull'alimentazione e una trasparenza completa), esercizio fisico ben studiato (almeno un'ora al giorno, seguita da mezz'ora di rilassamento - "recess" - e anticipata all'entrata dal "Morning Movement", il moto mattutino a ritmo di musica) e tempo dedicato alla meditazione e alla mente: le giornate, più lunghe rispetto a quelle tradizionali, presentano programmi dedicati proprio a questo, oltre che ad una didattica innovativa.

I pilastri su cui questa scuola si fonda sono sei, e sono davvero illuminanti:

L'alimentazione e il benessere (attraverso gli esercizi, il cibo sano e la meditazione); il movimento (integrato anche nell'insegnamento più puro, con l'obiettivo di avere sia corpo che mente attiva); la concezione pacifica della scuola (che promuove sicurezza, rispetto, dialogo e risoluzione non violenta dei conflitti); le lingue e le culture (insegnate per imparare i valori della conoscenza e del rispetto); la collaborazione (massimizzata tra tutti: studenti, insegnanti, personale e genitori); e, infine, il processo di apprendimento bilanciato secondo la tassonomia di Bloom (che valuta le fasi di apprendimento e costruisce di conseguenza il processo educativo).

Le giornate scolastiche, dicevamo, contano più ore rispetto alle altre scuole (si parla di circa sette ore e mezza al giorno, dalle 8.30 alle 4 del pomeriggio), ma non solo: anche l'anno scolastico dura di più, e di conseguenza l'educazione è ottimizzata. Non perde nulla ma guadagna soltanto!

I genitori, poi, nell'ottica della più completa collaborazione con la scuola e gli alunni, hanno a disposizione l'accesso alla biblioteca e ai laboratori informatici, e possono volontariamente offrirsi per aiutare gli insegnanti e il personale. E, come per i bambini, anche a loro sono dedicate delle classi di esercizio fisico, come lo yoga o la zumba, sei volte a settimana.

La scuola diviene così un punto di riferimento, un ambiente solido e stabile sul quale poter fare affidamento. I bambini capiscono cosa significa il benessere, imparano ad essere persone pacifiche e, soprattutto, capiscono come utilizzare il loro intelletto in maniera responsabile.

Sara Polotti

Dire di no allo zucchero senza rinunciare al tradizionale e bellissimo packaging à la belle epoque e, soprattutto, al gusto inconfondibile delle piccole caramelle fragranti e gustose che da un secolo e mezzo (suppergiù: parliamo del 1857, anno di fondazione della storica azienda torinese) si sciolgono sui nostri palati: ora è possibile, perché il Re della Dolcezza ha pensato anche alla salute e ai livelli di glucosio nel nostro sangue!

Vi presentiamo le nuove pastiglie Leone senza zucchero, per veri golosi: le Pastiglie Leonsnella, la novità pensata dal Re della Dolcezza

Le conosciamo tutti, e tutti abbiamo un gusto preferito al quale non resistiamo, da comprare in scatoletta esclusiva o da pescare nei mix tutti gusti. Le Pastiglie Leone sono buonissime e leggere, ma da oggi lo saranno ancora di più.
Se avete deciso di eliminare (o quantomeno ridurre) lo zucchero dalle vostre tavole e dalle vostre ricette (ma anche dalle piccole pause-merenda!) per motivi di salute, per scelta etica o semplicemente perché preferite evitare di assumerne troppo, ne sarete lieti: arrivano le Pastiglie Leonsnella, gommose e senza zuccheri (e senza glutine, come sempre!).

I gusti tra cui scegliere, davvero intensi grazie all'impiego in alta concentrazione di essenze ed estratti di erbe piante aromatiche accuratamente selezionate, sono come sempre irresistibili e variegati: propoli, cannella, limone, balsamiche, liquirizia e mirtillo.

Le pastiglie Leonsnella sono gommose, dicevamo: una novità, così come l'assenza di zucchero o di qualsiasi altro dolcificante di sintesi. Il gusto rimane quello di sempre, buonissimo, ma come sempre Leone punta alla naturalezza, seguendo l'antica tradizione confettiera ed erboristica.

Ecco perché il gusto zuccherino è ottenuto solo grazie all'aggiunta di dolcificanti naturali senza aspartame né edulcoranti di sintesi come il maltitolo e lo xilitolo; essi contengono la metà delle calorie dello zucchero normale e sono perfetti per i diabetici, che li tollerano maggiormente, tenendo così sottocontrollo i livelli di glucosio.

Anche l'ottenimento della consistenza gommosa segue un suo rigore: per scelta, infatti, le Pastiglie Leone non impiegano gelatine animali ma esclusivamente gomma arabica, elemento conosciuto e utilizzato fin dai tempi più antichi per le sue proprietà addensanti e il suo aspetto inodore e insapore, oltre che per il suo bassissimo contenuto calorico e l'alto apporto di fibre vegetali all'organismo.

Quella impiegata nelle Pastiglie Leonsnella è la gomma arabica Kordofan, una fibra vegetale di origine 100% naturale, una resina vegetale il cui aspetto è quello di una lacrima ambrata che scende dal tronco e dai rami dell'acacia Senegal (che cresce, appunto, nella regione Kordofan del Sudan), ultima specie prima del deserto.

Mamme, siate poi contente e tranquille: le Pastiglie Leonsnella gommose e senza zucchero mostrano orgogliose sulla confezione il marchio "Dente Felice", rilasciato dall'associazione "Toothfriendly", composta da esperti del settore odontoiatrico che in maniera no profit vogliono diffondere la cultura della buona salute dei denti, promuovendo i prodotti che non li rovinano. Cosa significa? Significa che potete stare tranquille e serene quando pensate ai dentini vostri e dei vostri bambini: gli ingredienti utilizzati nella ricetta di queste deliziose caramelle non favoriscono l'insorgere delle carie.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Caramelle, una passione per i bambini: le amano in ogni forma e colore e sembremmero non smettere mai. Le caramelle a nostro parere non solo assolutamente da vietare perchè davvero sarebbe privare i propri bimbi di una vera e propria gioia della vita: è necessario però prendere alcuni accorgimenti. Sul mercato infatti si trovano tantissimi tipi di caramelle che possiamo dividere in tre categorie:

1. LE SCHIFEZZE: sono zucchero bianco + conservanti + coloranti + gelatina di maiale. Sorvolando sul fatto che sono chiaramente composte da ingredienti pessimi, quello che alcuni di voi non sanno è che lo zucchero bianco non è una fonte di energia salutare per il bambino. Ecco tutto quello che dovete sapere in merito allo zucchero bianco assunto dai bambini. Non solo, in questo articolo trovate invece informazioni in merito ad alcuni altri ingredienti presenti spesso in merendine e caramelle e il loro impatto sul comportamento dei più piccoli. Attenzione quindi, al supermercato scegliete altro. 

2. Camelle di qualità: sono quelle che ci davano le nostre nonne, con parsimonia e in cambio di una coccola che non poteva non arrivare. A volte contengono sì zucchero bianco ma gli ingredienti all'interno sono di qualità. Le mie preferite? Le pastiglie Leone chiaramente! Già, solo l'infinita scelta che hai di gusti e colori, con quelle tinte pastello e quella densità che sta tra il croccante e il morbido che si scioglie. 

1. Gli ingredienti: 

Fruttime, la caramella 100% frutta

Giovedì, 21 Aprile 2016 08:40

Deliziosi cubetti di frutta per uno snack salutare, gustoso ed energico: Noberasco colpisce di nuovo, con un'idea di merenda tutta naturale che piace tanto ai bambini quanto ai genitori.

Ecco Fruttime, la caramella 100% frutta: da Noberasco i cubetti morbidi di frutta da portare sempre con sé

Combinate "frutti" e "time" e otterrete "Fruttime"! Perché ogni momento è buono per dedicarsi alla frutta, e Noberasco, azienda numero uno nella produzione e distribuzione di frutta biologica secca e disidratata, lo sa bene. Ecco perché ha creato questa ottima linea, perfetta (come sempre quando si tratta di Noberasco) per i nostri break e per quelli dei nostri bimbi.

A casa per merenda, a scuola per la pausa, al parco per ricaricarsi in maniera sana (ma non solo per bambini; anche gli sportivi lo ameranno, così come le mamme e i papà): Fruttime sono buste di cubetti di frutta molto più salutari e leggeri delle solite gelatine, nei quali si racchiudono tutto il sapore e tutta l'energia della frutta fresca.

Piccoli cubi di albicocca, di pera, di prugna e di frutti rossi: la scelta è tra quattro deliziosi gusti, e in ogni bustina ne troverete 30 grammi (che forniranno all'organismo moltissime e utilissime fibre, oltre alle 200/300 calorie, valore che varia in base alla quantità di zucchero presente naturalmente nella frutta di partenza). Traduzione: consumando il contenuto di una busta sarà come mangiare, rispettivamente, quattro albicocche, due pere, quattro prugne oppure (addirittura) dieci mirtilli rossi, dieci mirtilli neri e cinque fragole!

Ma cosa contengono questi cubetti? Sembrano caramelle, ma in realtà caramelle non lo sono (tanto che al supermercato li troverete spesso nel reparto ortofrutta!). Si tratta di frutta disidratata, compressa poi nella divertente forma a sei facce. Semplice, no? 

Non ci sono coloranti, aromi artificiali o gelificanti e non vengono aggiunti né grassi, né zuccheri, né succhi concentrati, né pectine. Tutto naturalissimo! E' pura frutta, e quindi rispetto agli snack e alle caramelle questi cubetti non ungono nemmeno le dita.

E sono comodissimi: sarà come portarsi nello zaino, in borsa o nel borsone della palestra della frutta fresca, senza l'inconveniente delle ammaccature o delle macchie. 

Ogni confezione è pratica e colorata (non sottovalutate il lato sbarazzino, mamme: attirerà moltissimo i bambini, che così ne approfitteranno per mangiare qualcosa di davvero sano, energico e nutriente), e, non ultimo, è richiudibile (si chiama formato doypack), in modo da evitare ogni spreco.

Come sempre Noberasco vuole trasformare il gusto, la naturalezza, l'energia e la salute della frutta fresca rendendoli a portata di mano, comodi e gustosi senza rinunciare alla genuinità. Mangiare frutta fresca ogni giorno significa coltivare il proprio benessere, e con Fruttime è possibile farlo senza rifiutare la comodità. 

Unire il dolce e gustoso con il sano e pratico: niente di meglio di Fruttime! Noberasco lo sa, e da anni punta proprio sui nuovi formati per favorire una corretta alimentazione, primo passo per mantenersi in buona salute.

Scopri il nostro partner Noberasco e i preziosi sconti a te riservati nel suo e-commerce iscrivendoti alla nostra newsletter!

Sara Polotti

Se un bambino è sano, si sta sviluppando correttamente non presenta particolari problemi, anche neurologici e psicologici, ma semplicemente fa fatica a dormire tutta la notte, la melatonina potrebbe essere la risposta al problema? O, in altre parole, fa bene o fa male?

Fino ad ora non ci sono studi sul suo utilizzo al di sotto dei sei anni d'età, e quelli riguardanti i bimbi più grandi non hanno portato che scarsi risultati. Ma, allora, che fare?

La melatonina funziona per far dormire i bambini? Vediamo se questo ormone può essere o meno la soluzione per i bimbi che faticano a dormire.

Ma innanzitutto, cos'è la melatonina? Semplicemente è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale che viene messo in circolo nel corpo durante le ore buie. In questo modo il ritmo sonno-veglia viene regolato.

Nei primi anni di vita il bimbo (dal terzo mese: prima c'è ancora in circolo quella della mamma) inizia a secernere la sua melatonina, che raggiunge il picco attorno ai 3/5 anni e comincia pian piano a diminuire con l'inizio della pubertà.

Oltre che per regolare il ritmo sonno-veglia (attraverso gli integratori) nelle persone adulte, questo ormone è utilizzato in neuropsichiatria: si è infatti visto che è efficace e ha effetti notevolmente benèfici nel trattamento dei disturbi del sonno in presenza di malattie come l'Alzheimer, la sindrome di Asperger o l'epilessia, per le sue proprietà crono-biologiche e per l'effetto lievemente ipnotico che induce nel paziente.

 Tuttavia da qualche anno i pediatri ne prescrivono qualche goccia anche ai bambini più sani, semplicemente per aiutarli quando fanno fatica a dormire.

Il problema è che ancora non esiste una letteratura scientifica riguardante gli effetti di questa operazione, che potrebbe portare problemi anche se vista come "naturale".

Gli unici studi effettuati che potrebbero avvicinarsi alla questione sono quelli effettuati sui bambini dai 6 ai 12 anni ai quali è stata somministrata la melatonina per far fronte al problema dell'insonnia "da ritardo di fase". In questo caso, si tratta spesso di addormentamento e risveglio ritardato (un ritmo tipico degli anni scolastici e adolescenziali), e non di un disturbo del sonno come può esserlo quello di bambini tra i due e i cinque anni.

Ad aver analizzato gli studi è la dottoressa pediatra Maria Luisa Tortorella, che sui Quaderni Acp ha detto la sua su questa questione piuttosto delicata.

"Nei bambini piccoli è verosimile che la discrepanza fra il fisiologico (e soggettivo) orario di addormentamento e le aspettative dei genitori generi spesso conflitti familiari, che vengono attribuiti ai “problemi di sonno” dei bambini" spiega nel suo articolo la dottoressa Tortorella. "L’approccio più efficace nel ridurre i “capricci all’addormentamento”, in questi casi, sarebbe assecondare la preferenza oraria dei piccoli. Nessuno studio peraltro ha documentato qualche effetto della melatonina sui risvegli notturni".

In altre parole? La melatonina non è consigliata per i bambini al di sotto dei sei anni senza particolari problemi neurologici diagnosticati e sempre e solo sotto controllo medico. Spesso infatti il fai da te con prodotti da bamnco non solo non migliora ma peggiora la situazione. 

La melatonina è da considerarsi comunque per quello che è, un ormone, e sappiamo l'importanza di un dosaggio normale e naturale di queste sostanze per l'organismo; se per caso l'equilibrio ormonale viene scombussolati gli effetti negativi possono essere infatti davvero importanti, e nel caso dei bambini non si sa nemmeno quanto duraturi.

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Martyna Ball, la fotografa della raffinatezza

Mercoledì, 20 Aprile 2016 12:48

Tra i soci fondatori di Afineb, fondazione per la diffusione della fotografia neonatale e di bambini in Italia, c'è Martyna Ball. Romana, dedica il suo lavoro alla ritrattistica di bambini, neonati, mamme e famiglie. E a noi il suo stile piace moltissimo!

Vi presentiamo Martyna Ball, la fotografa della raffinatezza: da Roma, la professionista dell'immagine che immortala l'affetto e la bellezza delle famiglie

Il suo stile è moderno, spontaneo, raffinato ed emozionante: scatta immagini di famiglie senza metterle in posa, ma cercando di cogliere l'attimo in cui emergono la sincerità dei rapporti, l'affetto, la bellezza dello sguardo e la naturalezza.

Se siete della zona, o se semplicemente vi interessa il lavoro di Martyna, dovete sapere che i suoi ritratti sono dedicati, soprattutto, all'infanzia e alla maternità.

Le mamme in dolce attesa, solitamente tra la trentesima e la trentottesima settimana (quando quindi il pancione è in vista, in tutto il suo splendore) vengono immortalate da Martyna Ball in tutta la loro dolcezza, bellezza e radiosità. Nell'intimità della casa, in studio (con le luci sempre naturalissime), sole, con il proprio partner, con i bimbi, in riva al mare o in un prato fiorito: la location e la posa vanno in secondo piano, lasciando il posto d'onore all'atmosfera, alla spontaneità e all'importanza dello sguardo.

Lo stesso accade con i bimbi: Martyna è specializzata negli scatti ai neonati. Entro i quindici giorni dalla nascita, i bambini vengono catturati dalla macchina fotografica dell'artista in maniera dolcissima, elegante e unica. Spesso dormienti, da soli oppure in compagnia di mamma e dei fratellini e sorelline, i bimbetti nelle mani esperte di Martyna si trasformano in piccoli cuccioli d'uomo, tenerissimi, quasi indifesi, ma estremamente belli.

Ma non preoccupatevi se avete perso l'attimo dei primi giorni di vita dei vostri piccoli: anche le foto ai bebè, fino ai due anni circa, sono favolose. Martyna cerca sempre di cogliere la gioia nei loro occhioni, con primi piani perfetti e incredibilmente dettagliati; scatta il momento della sorpresa, della scoperta del mondo, i primi passi incerti e le risate sdentate.

Idem con i bambini un po' più grandicelli, ma soprattutto con i fratelli e le sorelle: non è tanto la posa statica ad attirare l'occhio di Martyna Ball, quanto il rapporto. Scatta i momenti di perfetta armonia tra di loro, i gesti sinceri di affetto, gli abbracci spontanei e gli scherzetti reciproci.

E se progettate un bel ritratto di famiglia tutti insieme, beh, non aspettatevi le solite immagini in posa tutti seduti in studio. Martyna organizza infatti insieme a mamma, papà e bambini delle gite fuoriporta, magari nei luoghi del cuore, per scattare immagini uniche, eleganti e speciali. Gli abbracci, le risate, i piccoli gesti, la quotidianità: è tutto questo a muovere il dito di Martyna, che scatta nel momento in cui scatta anche il suo cuore. Per questo è necessario che la fotografa conosca al meglio la famiglia, la personalità di ogni membro e i rapporti che legano ognuno con l'altro: solo in questo modo potrà identificarsi e capire realmente quali sono i momenti indimenticabili!

Un bianco e nero suggestivo e dei colori pastello delicatissimi: la sua fotografia è davvero riconoscibile, e non stupisce quindi se Repubblica l'ha messa in homepage con venti sue fotografie definendola "una tra le migliori fotografe italiane del genere". E il posto tra i 100 migliori fotografi italiani emergenti durante la mostra organizzata da Vogue e Swatch in occasione della Fashion Night Out del 2011 non fa che confermarlo.

Ecco 10 giochi d'acqua da fare in estate con i bambini: con i palloncini e altri semplici strumenti le attività irrinunciabili per le giornate estive

1. Passarsi l'acqua con i bicchieri. Ma non composti a tavola tentando un semplice travaso! No: stavolta il travaso avviene sopra la testa, all'indietro. Formate con i bambini due file: vincerà il gruppo che alla fine del passaggio d'acqua avrà riempito maggiormente l'ultimo bicchiere.

(foto 1 http://www.agirlandagluegun.com/2014/05/outdoor-games-to-play-in-summmmmer.html)

2. Un gioco carinissimo per rinfrescarsi, ripassare i numeri e passare qualche tempo tranquilli e pazienti, imparando ad attendere il proprio turno: con i più piccoli provate il gioco del "spruzza gli altri!". Un vassoio pieno d'acqua al centro e un dado: non serve altro! I bimbi lanciano a turno il dado, e solo chi ottiene un sei ha il privilegio di spruzzare gli amichetti (ma anche un po' se stesso: è inevitabile...) con l'acqua, dando una forte manata nel vassoio.

(foto 2 http://www.toddlerapproved.com/2012/08/shark-and-water-themed-fun.html)

3. Avete presente "Marco Polo"? Lo si vede spesso giocare nei film e nei telefilm americani. Non è altro che un "mosca cieca" acquatico, divertentissimo. Basta una piscina: quando tutti stanno sguazzando, la "mosca" (ad occhi chiusi) urlerà "Marco!", e gli altri partecipanti risponderanno "Polo!". Guidata dalla voce degli altri, la mosca Marco tenterà di toccarli, passando così a qualcun altro la sua cecità.

(foto 3 http://sunguardpoolcare.com/backyard-fun/pool-games/)

4. Con delle pistole ad acqua e delle macchinine si può organizzare una super competitiva gara di velocità: le macchinine vengono spinte solo con la forza dell'impatto dell'acqua sparata, e vince il primo che taglia il traguardo!

(foto 4 http://www.agirlandagluegun.com/2014/05/outdoor-games-to-play-in-summmmmer.html)

5. La creatività non va in vacanza, nemmeno quando il sole scotta troppo: provate la pittura con i gessetti inumiditi! Basta usare quelli grossi apposta per l'esterno (si lavano con la prima pioggia senza lasciare macchie!): metteteli a bagno per un'oretta, bagnare il marciapiede scelto come tela e lasciate che i bambini disegnino ciò che vogliono. Un'attività già piacevolissima di per sé, che così acquista una consistenza e un colore ancora più ricchi!

(foto 5 http://www.apartmenttherapy.com/wet-sidewalk-chalk-117489)

6. E per rinfrescare ancora di più sapete che fare? Usare colori ghiacciati! Riempite dei contenitori per cubetti di ghiaccio di acqua e colorante naturale, e appoggiate (dopo averli lasciati una mezz'oretta in freezer) al centro dei bastoncini di legno. Lasciate ghiacciare per una notte e toglieteli dal contenitore: utilizzateli come pennelli su un foglio e il gioco è fatto.

(foto 6 http://www.sheknows.com/parenting/articles/997077/summer-ice-cube-crafts-for-kids)

7. Per allenare la presa e l'equilibrio si può rivisitare la classica corsa con cucchiaio e uovo (in maniera molto più pulita! Dimenticatevi i disastri delle uova rotte). Date ai bimbi dei cucchiai di legno e dei piccoli palloncini pieni d'acqua, metteteli in riga e via! Parte la corsa con i cucchiai. Chi fa cadere il palloncino perde e torna indietro. E si bagna!

(foto 7 http://www.redtedart.com/2015/07/14/10-fun-water-balloon-ideas/water-balloon-games-egg-and-spoon-race/)

8. Una spedizione archeologica rinfrescante in giardino: riempite alcuni palloncini con animaletti giocattolo e acqua e metteteli in freezer a ghiacciare. Togliete la plastica del palloncino e spargete i "fossili" in giardino: saranno tutti da scoprire, da spaccare con degli scalpelli in plastica e da utilizzare come rinfrescante naturale.

(foto 8 http://www.popsugar.com/moms/Water-Activities-Kids-30846730?crlt.pid=camp.a0jkrTk10tFb#photo-30846783)

9. Avete una canna per innaffiare il giardino? Tiratela fuori e usatela per realizzare il limbo acquatico! Lo spruzzo rappresenterà la linea sotto alla quale muoversi. I più piccoli possono abbassarsi come preferiscono ma i più grandi devono sottostare alla regola ferrea di ogni limbo: piegamenti solo all'indietro!

(foto 9 http://www.diyand.me/some-of-most-fun-activities-for-kids-you-can-do-with-them/water-limbo/)

10. La gara con la maglietta ghiacciata: questa gara inizia quando i bimbi cominciano a infilarsi la maglietta (precedentemente bagnata e lasciata ghiacciare in freezer) - un'impresa ardua, dal momento che è tutta dura e scrocchiante! Vince chi riesce per primo a indossarla. Ma vincono un po' anche gli altri: il senso di freschezza è un premio per tutti.

(foto 10 http://www.agirlandagluegun.com/2014/05/outdoor-games-to-play-in-summmmmer.html)

Il Kombucha, l'elisir fermentato di lunga vita

Mercoledì, 20 Aprile 2016 06:33

I cibi fermentati, l'abbiamo detto, fanno davvero molto bene. Grazie al metabolismo dei batteri che li abitano essi si trasformano per donare all'organismo forza, energia e difese immunitarie davvero insuperabili.

Oltre ai crauti, allo yogurt e agli altri alimenti fermentati più comuni, la nostra dieta può contare su una bevanda fermentata che viene dall'Oriente, considerata un elisir di lunga vita.

Ecco il Kombucha, l'elisir fermentato di lunga vita: dalla Cina, passando dalla Russia, il tè addolcito e fermentato per mantenersi in forma e in salute

Il Kombucha è una bevanda addolcita e fermentata a base di tè, conosciuta in Cina fin dal 250 a.C. e portata in Russia già agli inizi del Novecento. Il suo gusto sta in bilico tra il dolce e l'acidulo, ed è leggermente frizzantina. Ma come la si ottiene?

Essa deriva direttamente da una coltura batterica (la "coltura di Kombucha", appunto) che viene lasciata fermentare in tè verde o nero zuccherato, dagli otto ai dodici giorni, in un ambiente coperto (in casa lo si fa appoggiando un telo sulla coltura e fissandolo con un elastico, in modo da far passare l'aria ma non la polvere e gli insetti).

Questa specifica coltura contiene batteri che producono acido acetico e lievito e si presenta come una grossa e tonda frittella.

Passati i giorni di riposo, il tè fermentato può essere filtrato e consumato (e lo si può conservare per qualche giorno: basta tenerlo in barattoli di vetro ben chiusi).

Ma quali sono le proprietà di questo Kombucha? Principalmente esso è noto per la sua capacità probiotica, in grado di equilibrare lo stomaco e la milza grazia alla regolarizzazione della flora intestinale, aiutando così la digestione (ma anche il sistema immunitario: i probiotici fanno proprio questo!).

Ma il suo potere è molto più ampio e profondo, tanto che è considerato un vero e proprio farmaco naturale secondo la medicina tradizionale cinese! Negli anni, l'osservazione delle risposte dell'organismo al consumo di questo tè fermentato ha portato a notare una relazione tra questo e  il miglioramento di patologie quali il diabete, la gotta, problemi di pressione sanguigna, reumatismi, disturbi digestivi come gastrite, stipsi e dissenteria.

Ma fin dai tempi più antichi esso è noto anche per le sue capacità di incrementare il metabolismo e tenere a bada il peso (contrastando l'obesità), rafforzare la funzionalità renale, fornire aiuto in caso di disturbi del sonno e in generale migliorare la qualità di vita.

In fondo, il Kombucha è un alimento vivo, che agisce direttamente ed efficacemente nel nostro corpo. Mentre disseta energizza i tessuti, li purifica dalle tossine, aiuta la digestione e il metabolismo e favorisce le difese naturali e il sistema immunitario rendendoli molto più forti.

Anche se non vi sono studi scientifici che lo provano, grazie alla combinazione di tutte queste proprietà e benefici è indubbio che il Kombucha può rivelarsi un ottimo alimento, grazie all'azione su tutto il corpo, che mantenendo la salute previene l'invecchiamento dei tessuti e contrasta con il suo acido lattico l'insorgere dei tumori (e in caso di questi ultimi è perfetto per smaltire gli effetti di chemioterapie e radioterapie!). Una bevanda davvero da tenere in considerazione!

Lo trovate in numerosi negozi del biologico: se invece volete prepararlo a casa ecco un tutorial perfetto http://www.kombu.de/anleit-i.htm

La redazione di mammapretaporter.it

Foto Credits: By Simon A. Eugster (Own work) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Si conoscono da secoli in tutto il mondo, e sono noti per i loro benefici sull'organismo: parliamo degli alimenti fermentati, quelli che vengono trasformati attraverso un processo che coinvolge i microrganismi che li abitano.

Vi presentiamo i cibi fermentati: cosa sono i cibi fermentati e perchè sono utili per la nostra salute

Da Est a Ovest, l'uomo ha sempre mangiato cibi fermentati, conoscendo le loro potenzialità sia a livello conservativo che digestivo. La fermentazione non è casuale: quando gli alimenti vengono a contatto con agenti patogeni che li alterano possono scatenarsi processi pericolosi; ma quando la coltura microbica (o il microbo presente naturalmente nella materia prima) e la trasformazione sono controllate, allora questi cibi divengono ancora più sicuri e utili all'organismo.

Il tutto avviene in maniera molto semplice: per vivere i batteri necessitano di energia, un'energia che, come l'uomo, prendono da ciò di cui si nutrono. Mangiando, rilasciano prodotti ancora più ricchi di questa energia, come l'alcol etilico (le bevande alcoliche sono quindi fermentate) e l'acido lattico. Basta quindi inserirli negli alimenti per far sì che questi si arricchiscano di queste sostanze.

L'importante è che i microrganismi utilizzati siano quelli virtuosi e utili, quelli che rendono le materie prime ancora più appetibili. Pensiamo solo ai cibi fermentati che oggigiorno si trovano quotidianamente sulle nostre tavole: la birra, il vino, lo yogurt (anche quello di soya), il pane lievitato naturalmente, i crauti, le olive, l'aceto, i sottaceti, i formaggi... Buoni, no?

La fermentazione li rende più buoni, li conserva più a lungo (non a caso era una tecnica per sostituire il frigorifero!), ma soprattutto li arricchisce di elementi assolutamente fondamentali per una dieta sana:

1. enzimi: responsabili delle reazioni chimiche e del metabolismo

2. vitamine C e B

3. antiossidanti

4. fermenti lattici e acido lattico, dato che i lattobacilli e i batteri lattici sono proprio gli organismi utilizzati per ottenere la fermentazione (attraverso il loro metabolismo microbico).

I cibi fermentati sono utilissimi in caso di disfunzioni intestinali come diarrea, stipsi, meteorismo, ma anche per rafforzare le difese immunitarie. Aiutano infatti la motilità intestinale e l'immunità del corpo! Rinforzano la flora, aumentano le difese intestinali, rinnovano la linfa e, non ultimo, sono ottimi antidolorifici.

Non solo: disinfettano, bloccano la proliferazione dei batteri cattivi, disintossicano, aiutano la microcircolazione, riequilibrano la pelle e sono utilissimi in caso di candida o allergie.

Cosa aggiungere quindi alla nostra dieta per assicurarci di mantenere sana e attiva la nostra importantissima flora batterica?

Il kefir, lo yogurt (perfetto quello di soya), il tempeh, il miso, il kombucha, i crauti (meglio se a crudo), gli alimenti vegetali fermentati o conservati sotto sale, il mango e la papaya.

Due porzioni al giorno, in aggiunta ad una dieta sana, varia ed equilibrata possono contribuire al corretto mantenimento dell'intestino e al rafforzamento delle difese immunitarie.

La redazione di mammapretaporter.it

 

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Fa bene contare con le dita?

Martedì, 19 Aprile 2016 10:14

Quando impariamo a contare, durante gli anni dell'asilo o nei primi a scuola, la cosa più naturale è provare a farlo con le dita. Sembrano lì apposta, piccoli bastoncini per contare che arrivano tondi tondi al dieci!
Li usano in Europa (partendo da pugno chiuso e iniziando ad alzare i pollici), in Medio Oriente (sempre chiudendo i pugni ma iniziando dal mignolo destro), in America (partendo con gli indici); in tutto il mondo, insomma.

Ma non pensate che questo sia un esercizio puerile e da abbandonare non appena si apprendono nuovi metodi per le operazioni: è sbagliatissimo ritenere che sia qualcosa di inutile, o che se il bambino continua a farlo è perché non è capace a farlo in altro modo, è stupido o indietro con il programma!

La risposta alla domanda "fa bene contare con le dita?" è solo una: sì, perché non è solo un esercizio facilitatore, ma un'attività costruttrice di percorsi neurali

Proprio così: contare con le dita è necessario per far sì che si sviluppino moltissime funzioni neurologiche: il legame tra l'uso delle dita e lo sviluppo del senso del numero ha la sua culla proprio nel cervello.

Immaginatele come qualcosa di astratto e concreto allo stesso tempo: per il bambino (ma anche per l'adulto!) le dita sono sempre lì, a portata di mano e di sguardo; e a livello visivo rappresentano benissimo le quantità e le operazioni. Disegnare mentalmente queste attività deve quindi passare necessariamente prima dal disegno concreto sotto al naso.

Un professore di Stanford, Jo Boaler, ha recentemente messo nero su bianco questo suo pensiero (pubblicato sul sito The Atlantic): 

"Lasciare che il bambino abbandoni le dita per contare potrebbe stoppare il suo sviluppo matematico. Le dita sono uno degli strumenti visivi più utili che abbiamo, e l'area dedicata ad esse nel nostro cervello è usata moltissimo anche in età adulta. Il bisogno e l'importanza delle dita potrebbero anche essere la ragione per la quale i pianisti e altri musicisti spesso mostrano di avere una comprensione della matematica maggiore rispetto a tutte le persone che non suonano alcuno strumento musicale". (da http://www.theatlantic.com/education/archive/2016/04/why-kids-should-use-their-fingers-in-math-class/478053/)

Gli stessi studi hanno rivelato che anche crescendo quando si conta mentalmente spesso l'area del cervello dedicata al movimento delle dita si attiva, pur non utilizzandole concretamente. Questo perché sono davvero strettamente collegate al senso matematico, e l'impronta rimarrà per tutta la vita. Un po' come una base per tutto il resto.

Per i bambini la matematica spesso è troppo astratta, fatta di segni e operazioni che non rappresentano abbastanza bene la quantità; e quando un problema non riesce, spesso inizia a salire l'ansia, che a sua volta fa sembrare tutto più difficile. In questo modo la matematica non viene fatta propria, non la si capisce fino in fondo, e questo problema lo si porterà fino all'età adulta.

Ricorrere alle dita (come agli esempi più pratici) rende quindi tutto più accessibile, comprensibile e, non ultimo, durevole. Abbandonare le dita non dovrebbe dunque essere contemplato nei programmi: se i bambini sentono di dover passare attraverso esse per avere più solidità di pensiero, lasciateglielo fare!

Sia a casa sia a scuola, chiaramente: più le si usa, più il risultato sarà solido e duraturo.

La redazione di mammapretaporter.it

Sara

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Cecilia

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