Figli: l'importanza di farli giocare liberi

Venerdì, 03 Giugno 2016 14:07

Spesso noi genitori siamo davvero troppo apprensivi. La supervisione è importante, i nostri figli sono una nostra responsabilità, è vero. Ma siamo sicuri che controllare tutto ciò che fanno ha solo risvolti positivi? No. In effetti non è così. Perché i bambini hanno bisogno di esplorare il mondo, ma soprattutto hanno bisogno di esplorarlo (anche) per conto loro, imparando da ciò che incontrano sul loro cammino, capendo i limiti e i pericoli e curiosando senza paura di chi li guarda.

L'importanza di farli giocare liberi: perché i bambini hanno bisogno di esplorare e muoversi anche senza la supervisione di noi adulti

Fateci caso: ai bambini piacciono moltissimo i nascondigli. E' per l'intimità che danno loro, ma soprattutto perché nascondersi significa avere un momento nel quale si è soli con se stessi, nel quale ci si può comportare come si vuole, come ci si sente, magari strappando qualche regola.

Questo concetto può essere espanso più in grande, e cioè riguardo al gioco e all'esplorazione. Giocando ed esplorando i bambini imparano tutto ciò che di basilare c'è nella vita, e i genitori possono dare qualche linea guida, certo, ma ciò che fa di più è il loro esplorare in autonomia.

Se quindi avete un giardino, un cortile, un bosco vicino, un luogo particolarmente adatto all'esplorazione, lasciateli liberi di fare. Lasciateli passeggiare mentre voi state a casa. Un po' com'era tanti anni fa: le generazioni sono cambiate, ma a volte è bene fare un passo indietro, nella direzione della libertà responsabile.

L'età ideale? Dai 6, 7 anni. I bambini a quell'età sanno già cos'è la responsabilità, e cosa c'è di meglio di lasciargliela sperimentare concretamente? Basta fissare qualche regola fondamentale: non allontanarsi troppo, tornare quando li chiamiamo da lontano, portare il cagnolino, stare sempre vicino (quando sono in compagnia)... E se sono ancora troppo piccoli, secondo il vostro giudizio, iniziate tenendoli sott'occhio, ma da un distanza accettabile (dalla finestra, ad esempio) e intervenite solo se sono DAVVERO in pericolo.

Passeggiando, magari insieme ai fratelli o all'amico del cuore, possono giocare, inventarsi ruoli e attività, e soprattutto curiosare e conoscere gli elementi naturali del mondo. 

Ma anche stando in casa si può sperimentare questa libertà responsabile. Basta impegnarsi a lasciare i bambini liberi di inventarsi i giochi e le attività, senza supervisionare (o al massimo guardando passivamente senza mai, mai mai intromettersi).

E' questo il “gioco libero”. E' importante quanto le attività scolastiche ed extrascolastiche (i corsi e gli sport) ed è solo attraverso esso che i bambini fanno esperienza della spontaneità. Un gioco interamente diretto da loro senza il controllo degli adulti è fondamentale per il loro sviluppo intellettivo ed emozionale. Solo così sperimentano le loro capacità, quelle staccate dalla direzione genitoriale.

Il gioco libero serve a lasciarli liberi di sperimentare i propri ragionamenti, il problem solving, gli schemi mentali e i sogni.

Provate a dare una chance a questo approccio educativo. Chiaramente non serve lasciare liberi e slegati tutti i giorni i bambini; anzi! Però programmare ogni tanto un pomeriggio senza supervisione non può fare che bene.

Parlate poi con i genitori degli amichetti: se anche loro sono della stessa idea, il gioco libero in compagnia diventa ancora più stimolante.

La vostra settimana poi potrà strutturarsi in maniera ancora più bilanciata di prima: non rinunciate ai corsi e agli sport, ma fate spazio anche a qualche finestra di esperienze liberi dalla guida adulta.

Alla fine, dopo averli lasciati liberi e senza esservi intromessi mai, chiedete loro cosa hanno fatto, cosa hanno imparato, se si sono divertiti. Fa davvero bene, sapete? Fa capire loro che la loro indipendenza è importante per voi, e che il tempo passato da soli ha valore. Che LORO hanno valore come persone uniche.

 

Foto Credits: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6e/Children_Participate_in_Annual_Training_During_Kids_AT_DVIDS294537.jpg

Già, è una scelta importante. Che cambierà la vostra vita, ma anche quella di un'altra piccola persona che sconvolgerà completamente le sue abitudini. Come fare allora a scegliere il paese nel quale fare la richiesta?

Adozione internazionale: ma come scegliamo il paese? I nostri piccoli consigli per una scelta serena.

Sì, la scelta è importante e profonda, ma la cosa fondamentale è che i futuri genitori, dopo aver ricevuto la dichiarazione di idoneità dal tribunale dei minori, vivano questo passo in maniera serena. Dopotutto sarà da lì che arriverà il fortunato bambino!

Innanzitutto, dopo aver ricevuto la dichiarazione di idoneità, entro un anno la coppia deve decidere a quale ente autorizzato affidare il suo percorso. Un'idea sul paese dal quale vorrà vedere arrivare il proprio bambino allora deve averla.

Ogni ente infatti lavora con uno o più paesi, e scegliere un ente significa scegliere uno dei paesi nei quali questo opera.

Detto questo, i coniugi possono iniziare a ragionare a macro zone, oppure selezionare un ventaglio di paesi, e in base alla scrematura finale scegliere l'ente che ne tratta il maggior numero. È sempre meglio comunque affidarsi ad un ente che tratta più paesi, per non rischiare di trovarsi con un percorso eccessivamente lungo, oppure uno interrotto: quando un ente opera con un solo paese può capitare che quel paese entri in guerra, oppure decida di chiudere le frontiere. E allora lì la faccenda si fa davvero seria e complicata.

Ma facendo un passo indietro, come ci si orienta sulla mappa mondiale?

Non capita spessissimo, ma se i genitori hanno un legame particolare con un determinato paese (perché hanno fatto volontariato lì, perché conoscono molto bene la zona, perché hanno legami di sangue...) è possibile che scelgano proprio quel luogo specifico: in quel caso si affideranno, appunto, ad un ente che vi opera, raccontando il perché di una scelta così determinata.

Se invece non si ha nemmeno un'idea su dove buttare l'occhio, bisogna iniziare a pensarci seriamente (soprattutto quando in mano si ha già il decreto del giudice).

Innanzitutto, sarebbe bene restringere il campo ad un continente: una piccola idea in fonda al cuore la coppia la avrà!

Bene, quello è già un primo passo che permette di recarsi dagli enti prescelti. Saranno poi loro a indicarvi tutte le caratteristiche di ogni paese, e sarà in base a quelle che vi indirizzerete (o vi indirizzeranno se seguirete alla lettera) in una specifica nazione.

Tutto questo in base al tipo di famiglia di ogni coppia, in base all'età, in base al contesto culturale: ogni paese ha infatti le sue abitudini, le sue tipologie di famiglie (e questo influisce sulla scelta da parte degli istituti, che possono preferire una famiglia italiana rispetto ad un'altra), le regole e le leggi per tutelare i bambini (una minima e una massima differenza di età con i genitori, un reddito minimo...) e la sua lunghezza di viaggio (ad esempio, in Kenya deve restare almeno un genitore per 8 mesi: per molti è dura).

Alla fine, la valutazione richiede la considerazione di così tante variabili che davvero ogni coppia non può sapere dove finisce.

L'importante è avere un cuore aperto e una mente serena: il vostro piccolo da qualche parte sicuramente nascerà.

La redazione di mammapretaporter.it

10 falsi miti sulle diete da sfatare

Giovedì, 02 Giugno 2016 04:09

Tutte, tutte, tutte siamo convinte di almeno un paio di queste dieci cose. Queste dieci cose riguardano le diete: che certi cibi facciano solo male, che altri siano solo benèfici. Beh, non è proprio così: ogni dieta deve essere chiaramente aggiustata sulla persona, e ogni considerazione o credenza non è mai granitica!

Le diete e i 10 miti da sfatare: i carboidrati non sono un mostro da evitare, e un'alimentazione povera di grassi non è sempre un bene!

- I media ci bombardano per metterci in testa l'idea che i grassi fanno male. I prodotti poveri di grassi e "light" spopolano, ma attenzione: privarsi dei grassi è controproducente e assolutamente pericoloso per la salute. Mangiare alimenti che contengono tutti i loro grassi significa aumentare la dose delle calorie, è vero, ma quelli "poveri di grassi" sono deleteri, perché hanno spesso un valore più alto di zuccheri e sono stati trattati chimicamente (per non parlare del fatto che distruggono la flora batterica). E, in ogni caso, i grassi buoni (quelli vegetali e non complessi) fanno bene all'organismo: w l'olio di oliva, di semi di lino, di canapa e di cocco!

- Anche le calorie sono circondate da un alone mitico che le vorrebbe uniche responsabili dell'aumento di peso. Ma una dieta ipocalorica funziona davvero? Ogni persona reagisce diversamente ai cibi che mangia e l'organismo si adatta in maniera differente. Ecco perché mangiare alimenti con lo stesso numero di calorie ha effetti completamente diversi sulle persone, ed ecco perché non è detto che tutti con una dieta generica ipocalorica potrebbero non perdere il peso che desiderano. I nutrizionisti servono a questo: a capire quali cibi è  meglio assumere e quali no, non tanto quante calorie assumere giornalmente.

- In molti credono che la caffeina faccia dimagrire. E in effetti è vero! Tuttavia per ottenere questo effetto dimagrante si dovrebbero assumere dosi di questo elemento in quantità elevatissime, che risulterebbero velenose per l'organismo. Meglio non strafogarsi di caffè, quindi.

- C'è poi chi è convinto che i cibi integrali siano più leggeri. No, non lo sono. Le loro calorie non cambiano di molto rispetto a quelli raffinati. Tuttavia è una scelta sempre, sempre preferibile: non faranno dimagrire, ma il vostro organismo starà molto meglio evitando l'assunzione degli elementi chimici utilizzati per il raffinamento dei cibi! Quindi mangiamoli, ma attenzione alle quantità!

- Lo stesso vale per lo zucchero di canna: è comunque zucchero, e lo zucchero non fa certamente dimagrire. Tuttavia se proprio non se ne può fare a meno meglio scegliere tra i nostri dolcificanti naturali. 

- Ed ora veniamo al (presunto) nemico delle diete: i carboidrati! Toglierli completamente dalla propria dieta può fare bene? No! Tagliare del tutto un gruppo di alimenti dalla propria alimentazione non fa mai bene, e si rischia di far soffrire l'organismo per l'assenza di nutrienti che solo quel determinato alimento apporta al corpo. Più c'è varietà, più il corpo sta bene. Meglio quindi scegliere sempre cibi differenti, soprattutto vegetali, senza eliminarne uno in particolare (se non in presenza di particolari patologie).

- Anche sostituire la pasta con il riso non ha senso: esso ha praticamente lo stesso contenuto calorico della pasta, ma in più ha un indice glicemico molto più elevato. Meglio sempre alternarli! Chiaramente prediligiamo cereali integrali e in chicci ed evitiamo quelli raffinati.

- Il cioccolato e la birra fanno ingrassare moltissimo? In effetti sono potenzialmente pericolosi, ma questa affermazione va contestualizzata. Il cioccolato in effetti è molto calorico, ma se non si eccede la dose giornaliera consigliata esso fa molto bene. E la birra, che spesso viene paragonata al vino, è considerata molto calorica, quando invece rispetto ad altri alcolici contiene molta meno energia. Il problema è che, essendo più leggera, spesso se ne beve molta di più, rischiando sì in quel caso di fare ingrassare.

- Molte persone non credono nel potere dei probiotici. Ma essi sono davvero importanti, soprattutto in questo periodo storico: gli antibiotici e il loro abuso (ne assumiamo anche senza accorgercene, mangiando la carne) distruggono i batteri cattivi, ma anche quelli buoni che ripuliscono il nostro intestino. Mangiare cibi fermentati quindi fa davvero bene: ripristina la flora batterica (che ha un ruolo nel controllo del peso, non credete il contrario!).

- E i succhi di frutta? Quelli fanno benissimo, ma non considerateli sostituiti dell'acqua. E sopratutto scegliamo i succhi vivi, quindi estratti e centrifugati, di sicuro non quelli confezionati a base di zucchero. In generali hanno zuccheri e calorie, quindi sempre meglio consumarli in sostituzione della frutta che si mangerebbe (per variare la consistenza e provare nuove ricette) e sopratutto sempre bene creare estratti con una proporzione tra frutta e verdura di 1:4.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ieri pomeriggio sono andata a prendere i bimbi a scuola e come spesso capita proprio nel momento dell'uscita ha iniziato a piovere. Ero senza ombrello, quindi un minuto di panico e senso di colpa per essere la solita svampita l'ho provato: appena sono scesa dalla macchina, ho iniziato a camminare sotto la pioggia e mi sono chiesta "ma perchè devo privare i miei figli di questa esperienza meravigliosa: stare sotto la pioggia è lavare l'anima, le preoccupazioni, mettere ogni cosa al suo posto. 

Ecco allora 7 motivi per far giocare i tuoi figli sotto la pioggia: perchè la natura non è solo un passatempo ma grande maestra e palestra di vita

 

- ELIMINA CAPRICCI DEI BAMBINI E MALUMORE DEI GENITORI 

Non sono un campione statistico, ma se deve piovere generalmente lo fa nel week end, o almeno io percepisco questo: una domenica di pioggia inchiodati a casa con due bimbi, magari senza papà, è qualcosa che mette  davvero alla prova ogni mamma. I bambini generalmente si innervosiscono, piazzarli davanti alla tele tutto il giorno non mi sembra una buona idea (anche perché accumulano adrenalina dalla visione chiaramente passiva di questa quindi dopo saranno ancora più scatenati per la necessità di doverla scaricare). Non solo, spesso ci sentiamo sopraffatte dalla loro energia e sentiamo venir meno la nostra: niente di meglio quindi di fare una passeggiata insieme “ a caccia di pozzanghere”.

 

- CI INSEGNA A NON AVER PAURA DELLA NATURA MA COSTRUIRE FIDUCIA VERSO ESSA

La Natura è secondo me ciò che possiamo percepire e toccare con mano della vita: è un ragionamento contorto lo so, ma per me la vita è Natura in potenza. Questo vuol dire che dall’osservazione della Natura, dallo stare dentro ad essa noi possiamo percepire il senso della vita, accettare il fluire di essa e in qualche modo sentire la perfezione, il messaggio anche nei momenti dove un senso non sembra avere. Quando a 7 anni mi hanno comunicato la morte di mia mamma in una assolata giornata estiva, ho subito chiesto a mio padre di andare a fare un giro in bici nei boschi: e il sollievo l’ho percepito immediatamente perché la natura è ordine. 

Questa tendenza di iper-protezione da tutto ciò che è naturale, dalla febbre (che poi sappiamo è lo strumento dell’organismo per debellare batteri) con farmaci, dal freddo vestendo in maniera spropositata i bambi e chiudendoli in casa per mesi, dai microbi con vari disinfettanti per le mani la trovo molto deleteria per il bambino, sia a livello fisico che mentale perché genera grande insicurezza.

 

- APPRENDONO LA RESILIENZA

La resilienza è definita come l’abilità di gestire le avversità della vita e di trarne vantaggio. Uno studio del 2010 della British forest school dimostra come giocare tutto l’anno all’aperto anche sotto la pioggia “incrementi le competenze personali del bambino sia a livello fisico che mentale e promuova sicurezza di sé e resilienza”. 

 

- VENGONO STIMOLATE LE NATURALI DIFESE DELL'ORGANISMO

Ormai lo sappiamo, più sterilizziamo, disinfettiamo e teniamo i bambini sotto una campana di vetro più questi si ammaleranno. Se invece fin da piccoli li facciamo stare in mezzo alla natura stimoleremo le loro difese immunitarie perchè abitueremo il loro corpo ad agire per contrastare batteri patogeni. Allo stesso tempo il loro organismo si abituerà a non attivarsi contro tutto, quindi anche contro cibi, pollini ed elementi naturali: molti studi hanno infatti dimostrato che il modo migliore per incrementare le possibilità del proprio figlio di allergie e asma è quello di tenerlo lontano dalla natura e utilizzare la pratica della sterilizzazione. 

 

- SPERIMENTANO L’UNICITA’ DI OGNI STAGIONE 

Per i bambini il concetto di ritmo e quindi la percezione del tempo scandito e l’alternanza di stagioni è davvero fondamentale perché rassicurante. Il primo modo di apprendere e conoscere il mondo è quello di giocare con la natura a 360°, in ogni stagione, così da sperimentare ciò che offre in ciascun periodo dell’anno, dai rami secchi, alle bacche, alle gemme, ai fiori (pensiamo alla raccolta del tiglio in estate!). Possiamo poi tornare a casa e fare un calendario delle stagioni con sacchetti di elementi che troviamo a terra per ogni mese.

 

- LI STIMOLANO AD AVERE UNA VITA ATTIVA

Lo sport fa indubbiamente bene, ma avere una vita attiva lo è altrettanto. Stare all’aperto, muoversi, osservare e scoprire il mondo con i propri occhi non con quelli della tv, tablet e pc insegna loro che il mondo è un luogo sicuro e adatto dove stare in armonia: voglio che i miei figli si sentano a loro agio fuori casa e il senso di benessere che si percepisce con una camminata all’aperto, anche sotto la pioggia, è impagabile. 

 

- LA NATURA ACCOGLIE, CONSOLA E METTE IN ORDINE

Voglio che i miei figli imparino una cosa in questo mondo post moderno dove la chiave per essere felici sembra essere la Louis Vuitton e il cellulare da 800 euro appena uscito: stare all’aria aperta in mezzo alla natura è bellissimo, fa stare bene e le possibilità di fare cose in mezzo ad essa sono infinite. Non è necessario avere tanti soldi, basta lavorare il giusto e trovare la felicità nelle cose piccole. La pioggia e la neve non devono essere delle barriere: anzi, è proprio l’alternanza delle condizioni atmosferiche e del tempo che rende tutto sempre nuovo, costantemente in cambiamento. Così, il cattivo tempo ci insegna a trovare piacere nell’apparente difficoltà o come dice il The Guardian “winter is about the joy…of finding pleasure in discomfort.” http://www.theguardian.com/lifeandstyle/2014/dec/29/some-like-it-cold

 

Giulia Mandrino

Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/mancosu/4826216759

I concorsi creativi del progetto Kreyon

Mercoledì, 01 Giugno 2016 15:36

La creatività non è misurabile, ma chi ne ha da vendere e sa come valorizzarla andrebbe premiato, no? Qualcuno ci ha pensato, ed è per questo che vi presentiamo il progetto Kreyon con i suoi tre concorsi aperti a tutti, a prescindere dall'età!

Vi presentiamo i concorsi creativi del progetto Kreyon: tre sfide creative e ludiche per tutte le età basate sulle piattaforme di gioco online

Il progetto Kreyon è davvero interessante: voluto da un gruppo di fisici italiani, si focalizza sulla creatività e sull'innovazione e coinvolge scienziati ed esperti di creatività di tutto il mondo. Matematici, fisici, antropologi, enigmisti, fotografi, artisti, scacchisti...: uno scopo li accomuna, ed è quello di trovare e quantificare i meccanismi attraverso i quali si manifesta la creatività, si diffonde, si mette in competizione, si afferma o si estingue.

E al centro di tutto questo sta il gioco: è attraverso esso che l'uomo, sin da piccolo e sin dai tempi antichi, mette alla prova i suoi limiti, esplora e sperimenta. Ecco perché i tre concorsi indetti si fondano su esso! I partecipati giocano e sfidano gli altri giocatori, mentre i ricercatori raccolgono i dati scientifici attorno all'attività.

Creastoria, Lego Pixel Art e Hacking Creativity sono i nomi delle tre sfide. I primi due sono strettamente legati agli omonimi giochi collaborativi online e hanno l'obiettivo di  misurare il grado di creatività e impatto del giocatore rispetto al gioco in sé e rispetto agli altri partecipanti; il terzo, invece, è un concorso più ampio la cui finalità è l'invenzione di nuovi giochi o applicazioni online per stimolare la creatività (e, in secondo luogo, la risoluzione dei problemi odierni, quali migrazione, sostenibilità, mobilità, salute, clima...).

Gli amanti delle storie, dello story telling e dei racconti potranno quindi partecipare alla Creastoria Challenge: si cimenteranno con la creazione di una storia collettiva che farà emergere i processi creativi che stanno dietro alla realizzazione di una storia collaborativa. Come? Attraverso l'utilizzo del gioco online Creastoria (dopo essersi registrati gratuitamente sul sito www.xtribe.eu) tra il 26 marzo e il 15 luglio 2016. Il premio? O in denaro, o in forma di buono Amazon per l'acquisto di libri.

La seconda sfida è perfetta per i fanatici dei mattoncini Lego (anche perché oltre al gioco legato proprio ad essi il premio potrà essere o in denaro o in forma di scatole della serie Lego Architecture). Anche qui si tratta di giocare sulla piattaforma online Lego Pixel Art (di nuovo registrandosi gratuitamente su www.xtribe.eu), incrementando il numero di disegni e interazioni con il gioco. Tutti coloro che si cimenteranno con il gioco tra il 26 marzo e il 15 luglio potranno quindi essere selezionati, ed essere potenzialmente vincitori.

La Hacking Creativity Challenge ha una durata maggiore perché maggiore è anche la richiesta: ai partecipanti si chiede di proporre la propria idea di gioco online e implementarla sulla loro piattaforma, con la possibilità di risultare tra i sedici vincitori che riceveranno un premio in denaro e saranno presentati a Roma nel corso dell'evento Kreyon Days dal 26 al 30 ottobre 2016.

Di nuovo, la partecipazione è gratuita e aperta a partecipanti (da soli o in gruppo) di tutte le età; tuttavia i ragazzi fino a 18 anni parteciperanno nella sezione Junior, mentre tutti gli altri in quella Senior. Per farlo basta andare su www.kreyon.net e compilare la richiesta di partecipazione entro il 10 settembre 2016.

Per riassumere: andate su http://kreyon.net/kreyonPrize/ . Avete tempo fino al 15 giugno per CreaStoria e per Lego Pixel Art, mentre il termine per partecipare Hacking Creativity è posticipato al 10 settembre. Le premiazioni avranno poi luogo a Roma il 29 e 30 ottobre 2016, durante un evento organizzato da Kreyon Project per divulgare scienza e creatività.

Sara Polotti

Tra le infinite ricette che il vostro estrattore di succo vi permette di preparare ce ne sono alcune che non vi sareste mai aspettate. Su tutte? La marmellata, ottima per gli spuntini, le merende salutari dei nostri bambini e le colazioni, ottenuta semplicemente attraverso l'utilizzo degli scarti dei vostri succhi vivi. Sanissima e senza addensanti!

Ecco come fare la marmellata con il vostro Estraggo Pro: dagli scarti della frutta un'ottima confettura sanissima e buonissima

Il bello dell'estrattore è che oltre a permetterci di realizzare ottimi, sani e nutrienti succhi vivi in casa, può essere utilizzato in modo da non buttare gli scarti, deliziosi e perfetti per essere riutilizzati in altre ricette. Una di queste è la marmellata fatta in casa, un'alternativa a quella solita fatta a partire dalla frutta intera, ma che a differenza di essa, fortunatamente, non prevede addensanti artificiali.

Gustatevi quindi i vostri soliti succhi, ma badate di non gettare via gli avanzi e gli scarti! In questo modo potrete preparare la vostra marmellata, assicurandovi la freschezza della frutta fresca per un periodo molto più lungo e in tutta comodità. 

La marmellata è un alimento prezioso per l'alimentazione, ma soprattutto quella ottenuta tramite l'estrattore: la grande quantità di fibre aiuta a migliorare le funzioni intestinali, a ridurre il colesterolo cattivo, a ridurre il senso di appetito; e l'utilizzo del dolcificante naturale (in questo caso la stevia) è fondamentale per tenere sotto controllo la glicemia.

Ecco la ricetta dello shake proteico senza polveri: come realizzare in casa uno shake ricco di proteine ed energizzante

 

Oggi vi parlo di quello che io e il gruppo di medici ed esperti con cui collaboro pensa di alcuni prodotti venduti come sostituti dei pasti per il digrimento: Herbalife, JuicePlus, FitLine sono forse i più conosciuti. 

Shake con preparati in polvere: quello che penso e ritengo valido e quello che invece non ritengo sano e adatto per la nostra salute. 

Siamo fatti per mangiare sano, fresco e di stagione. E questo lo sappiamo più o meno tutti, o almeno voi che seguite mammapretaporter.it. Non sempre però è semplice, sopratutto per noi mamme attente a come nutriamo la nostra famiglia: così ci ritroviamo a preparare merende fresche, pranzi e cene super equilibrate ma spesso non adatte a noi se dobbiamo perdere peso. Sappiamo infatti che i bambini hanno un'alimentazione iper proteica a scuola, quindi la sera tendiamo anche noi di mammapretaporter a proporre un menu ricco di cereali che, non tutte noi mamme tolleriamo nell'ottica del calo ponderale. 

Credo quindi che degli aiuti come possono essere gli shake siano un ottimo saltuario compromesso piuttosto che inseguire un ideale di dieta perfetta per perdere peso con più sgarri che altro a causa della mancanza di tempo. Partiamo dal presupposto che un pasto equilibrato è generalmente composto da cereale integrale, proteina vegetale e verdura: dico generalmente perchè non per tutti questa combinazione è valida e un consulto nutrizionale è sempre la strada migliore per comprendere di che cosa abbiamo bisogno essendo ogni individuo differente dall'altro. Alcune donne, me compresa, hanno difficoltà nel metabolismo degli zuccheri, quindi un'ora dopo aver mangiato un piatto di pasta, anche se intergrale, hanno di nuovo fame o comunque un vuoto di stomaco che richiede l'assunzione ulteriore di alimenti a base di zuccheri. Così l'utilizzo di alcune proteine animali risulta necessaria, così come l'assunzione di molti legumi e verdure: ma il tempo è estremamente toranno con noi mamme, così ci troviamo a preparare pasti perfetti per i nostri piccoli e poi noi, sfinite, ci nutriamo di loro avanzi o di creakers. 

Alcuni preparati (alcuni non tutti), possono essere un valido aiuto in periodi particolamente stressanti dove non si ha neppure tempo per pensare: il vero problema di questi prodotti è la frequenza della loro assunzione e l'utilizzo di questi non come strumenti utili nel caso in cui non si abbia proprio tempo, ma come unica via per perdere peso e, ancora più pericoloso, come strumento di sostituzione del pasto per dimagrire. Nessuno di noi ha bisogno di nessun prodotto specifico per dimagrire ma solo di tanta volontà, e talvolta un percorso nutrizionale e/o endocrinologico e/o psicologico valido. Il tempo spesso è tiranno, quindi ogni tanto gli shake possono essere un aiuto che appaga il nostro palato e non influisce sulla dieta. Seconda problematica: non tutti possiamo utilizzarli per cui è importante confrontarsi prima con il proprio medico curante e, a mio parere, evitare di assumere integratori, venduti assieme agli shake, a base di stimolanti come caffeina. 

Ecco i due shake che ho deciso di acquistare e introdurre nella mia alimentazione appunto come pasti, in particolare come colazioni, quando non ho tempo di preparare altro e ho bisogno di nutriemento ed energia sufficiente fino a pranzo. Li miscelo con il latte di mandorla, bevanda ricca di calcio, proteine e grande fonte di energia. 

1. JuicePlus: a mio parere è il più valido di tutti, perchè all'interno di esso troviamo proteine vegetali, vitamine, frutta e verdura. 

Ingredienti: Proteine vegetali (soia, soia-tofu, riso, ceci), fruttosio, miscela di fibre (crusca di avena, cellulosa, crusca di riso, pectina, buccia di mela disidratata), lecitina di soia, addensanti (gomma di guar, carragenina), olio di girasole, aromi, miscela di vitamine (vitamina A, vitamina D, vitamina E, acido folico, niacina, acido pantotenico, tiamina , riboflavina , vitamina B6, vitamina C), miscela di minerali (rame, ferro, magnesio, manganese, potassio, selenio, zinco, iodio), maltodestrina di riso, agenti anti-agglomeranti: diossido di silicio, silicato di calcio; miscela di polveri di frutta (mela, ciliegia acerola, arancia, ananas, mirtillo, pesca, papaia), inulina, colorante (beta-carotene), miscela di polveri di verdura (carota, prezzemolo, barbabietola, broccoli, cavolo nero, cavolo cappuccio, spinaci, pomodoro), polvere di semi di zucca, kelp norvegese.

Unica pecca il fruttosio il cui uso eccessivo, come dimostrato da numerosi studi internazionali pubblicati su pubmed, è correlato all'insorgenza di insulino resistenza, patologia che molti noi noi hanno senza saperlo, in forte crescita negli ultimi anni. Credo però che se non consumato con troppa frequenza sia comunque un prodotto molto valido. 

Essendo un formulato a base di soia è necessario non utilizzarlo con troppa frequenza ed è sconsigliato in caso di problematiche tiroidee. 

Per maggiori info visita questo articolo

2. Herbalife Formula 1 Free: un discreto copromesso

Non sono una fan dei prodotti Herbalife, mi sembra un grande business e diciamo che lo storico non è rassicurante. In passato infatti i guai legali del magnate americano Mark Reynolds Huges sono di dominio pubblico, in particolare la "questione efedrina" e le accuse di possibili problematiche epatiche manifestate da persone che ne facevano uso quotidiano tra il 2003 e il 2007.

La maggior parte degli shake Herbalife sono a base di proteine del latte vaccino, quindi non li prendo neppure in considerazione: all'interno della gamma è però presente Formula 1 free, privo di latte, glutine e soia e che ha come base le proteine dei piselli. Credo che questo, usato con moderazione, possa essere un valido aiuto all'interno di una dieta equilibrata finalizzata al dimagrimento (ecco massimo 3-4 volte a settimana quando non abbiamo assolutamente tempo per preparare un pasto adatto a noi).

Ecco gli ingredienti: Proteine di piselli (43,5 %), fruttosio, olio di cartamo (fonte di omega 6) , inulina (favorisce la digestione e si trova in grande quantità nel topinambur), addensanti (gomma di guar, gomma di xanthan, carragenina, pectina) calcio citrato (integratore di calcio), potassio fosfato, aromi, agente di carica (cellulosa microcristallina), crusca di mais, emulsionante (lecitina di girasole), L-metionina (aminoacido essenziale contenente zolfo), olio di colza, magnesio ossido, cloruro di sodio, acido L-ascorbico, beta-carotene, acetato di DL-alfa-tocoferile (vitamina E sintetica), succo di mirtillo in polvere, succo di melograno in polvere, edulcorante (sucralosio), fumarato ferroso, nicotinamide (utile per abbassare il colesterolo), prezzemolo in polvere, papaya in polvere, ossido di zinco, calcio D-pantotenato (Vit B5), carbonato di manganese, citrato rameico, cianocobalamina (vit B12) , colecalciferolo (Vit D), cloridrato di piridossina (vit B6), riboflavina (vit B2), cloridrato di tiamina (Vit B1), acido pteroilmonoglutammico (vit B), ioduro di potassio, selenito di sodio, D-biotina (vit H). 

In questo caso gli ingredienti su cui sono dubbiosa sono il fruttosio e il sucralosio come edulcorante, per il resto mi sembra un buon prodotto.

3. Shake homemade: se abbiamo qualche minuto di tempo possiamo realizzare uno shake homemade super-sano e salutare. Ecco come fare. 

Giulia Mandrino

Foto credits: https://www.flickr.com/photos/stone-soup/394857344

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

Come faccio a scegliere l'estrattore? Qual è il migliore? Quale si adatta di più alle mie necessità?

Le domande attorno al mondo degli estrattori sono moltissime. Ce ne sono di varie tipologie, ognuno ha una sua caratteristica principale, ce ne sono di qualitativamente altissimi e di un pochino più economici. Ma allora come deve avvenire la scelta?

Ognuno sceglierà quello che più soddisfa i suoi bisogni, è chiaro. Tuttavia vi proponiamo un bel riassunto nel quale troverete le caratteristiche principali degli estrattori, in modo da avere le idee un pochino più chiare rispetto a ciò che vi aspetta a livello tecnico.

Ecco le differenze tra gli estrattori e i consigli per comprare quello giusto: come scegliere l'estrattore, dal motore all'estrazione, come si configurano gli estrattori di succo e quali sono le caratteristiche di qualità!

- Innanzitutto partiamo dalla base: il motore. Gli estrattori ne prevedono due tipi: quello AC e quello DC.

Il motore AC è certamente il migliore, e in effetti influisce parecchio sul prezzo finale del prodotto (almeno 100-150 euro). Non prevede spazzole, ha una forza torcente superiore al DC, le sue parti meccaniche non si usurano (perché non c'è contatto), non perde potenza, è silenzioso e dura a lungo senza bisogno di alcuna manutenzione. Al contrario, il DC è un motore a spazzole la cui forza torcente è inferiore (a parità di potenza!), che è soggetto a usura, tende al surriscaldamento, richiede manutenzione ed è molto più rumoroso.

Nella pratica (ciò che interessa a noi) con il motore DC non sono possibili molte funzioni invece perfette con l'AC (che è quello montato su Estraggo Pro). L'estrazione degli ortaggi a foglia, ad esempio, ma anche quella dei latti vegetali e delle erbe di grano, così come quella dei vegetali crudi (carote, broccoli, sedano...) se non sminuzzati finemente prima.

- Altra caratteristica fondamentale dell'estrattore è il numero di giri, che naturalmente, per definizione, è basso (rispetto alle centrifughe, ad esempio, le quali hanno una velocità di circa 15000 giri al minuto). Mantenere la velocità lenta significa evitare di surriscaldare i prodotti, in modo da non uccidere gli enzimi e le vitamine. Tuttavia non è giusto pensare che più basso è il numero di giri al minuto, migliore è il risultato. Gli estrattori possono avere 40, 80 o 150 giri al minuto, ma non cambia molto: l'importante è che non si parli dei 1000-25000 giri al minuto come nel caso delle centrifughe.

- Legata al motore e alla sua potenza è la forza di estrazione: più questa forza è alta, più saranno i prodotti di cui potrete estrarre il succo. Molti vegetali, infatti, "legano" parecchio, e cioè a causa della loro collosità e delle loro fibre rischiano di bloccare l'estrattore (pensiamo agli ortaggi a foglia, alle erbe di grano, ai cereali da cui si estrae il latte...).

Ma se l'estrattore (come ad esempio il nostro Estraggo Pro) ha una forza di estrazione superiore alla media (si parla di 40 Nm, il doppio rispetto alla maggior parte degli estrattori, dati dalla potenza di 240 Watt e dall'efficiente motore AC a induzione) potrete estrarre tutto, anche le verdure a foglia e i latti vegetali, e cioè i succhi fondamentali per la salute.

- Importantissimo per la salute è poi il valore della qualità delle plastiche che vengono a contatto con il succo: assicuratevi che il vostro estrattore sia BPA free! È inutile scegliere vegetali crudi e biologici se poi la tossicità è data da tutto il resto, no?

Il Bisfenolo A è un componente utilizzato nello stampaggio delle plastiche alimentari. Molto economico, è anche molto tossico. Addirittura, è proibito nella produzione di biberon! Perché allora noi adulti dovremmo avvelenarci con questo pericolosissimo additivo?

- Quando decidete di comprare un estrattore, vi consigliamo poi di affidarvi a e-commerce dedicati, e cioè non generici. Solitamente i siti internet degli estrattori hanno anche il loro negozio online (come ad esempio questo: www.estraggo.it), ed è molto meglio affidarsi a loro: assicurano assistenza telefonica, sanno indirizzarvi, sanno chiarire i vostri dubbi.

 

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Troppa violenza subita passivamente. Troppo poco tempo per rifletterci su. Invece di vedere il cartone Disney preferisco leggere e ascoltare le altre fiabe, quelle tradizionali, quelle scritte da geni della penna come Esopo, La Fontaine o Andersen per imparare davvero qualcosa e per imparare davvero tanto.

Le fiabe vere non sono quelle della Disney: perchè ai miei figli non propongo i cartoni Disney

Il punto focale è il come e il quando: fino ai 7 anni il bambino, come sostiene Rudolf Steiner, dovrebbe vivere nella consapevolezza che il mondo è un luogo sicuro, bello e pieno di persone buone. Successivamente saranno introdotti anche concetti negativi che nelle fiabe tradizionali sono ben presenti. 

Appunto stiamo parlando delle fiabe tradizionali non della tv: vedere scene di violenza in tv è si traumatizzante per il bambino che subisce passivamente e con forte impeto scene che sono così veloci che non riesce a rielaborare e che gli “entrano dentro” senza alternativa: per questo istintivamente spesso i bambini si coprono gli occhi, perché la vista di quella scena è troppo per loro. Cosa diversa invece se la vicenda viene letta, quindi rielaborata e poi eventualmente visualizzata, cosa differente dal “vedere”. 

I vantaggi del leggere le fiabe, quelle vere, sono innumerevoli. Prima di tutto, il retaggio culturale: le fiabe sono opere narrative, e sono uno strumento bellissimo per scoprire la cultura di un paese (non solo occidentale! Avete mai letto le mille e una notte con i bambini? Scopriranno che la vita non è uguale dappertutto).

In secondo luogo, aiutano i bambini a proiettare la fantasia. Lo sanno che i draghi o le fate non esistono, in cuor loro, ma continuano a pensare al mondo come se essi esistessero. Come sarebbe?

Da non sottovalutare, poi, è, come dicevamo, la capacità delle fiabe di aiutare i bambini a capire il mondo, anche nei suoi aspetti più spaventosi e cattivi. Le situazioni ipotizzate dalla narrazione permettono loro di sentire le situazioni che possono esistere, di ragionare su esse, di cercare di capirle e di agire e crescere di conseguenza. E i personaggi con le loro azioni e i loro tentativi di fronteggiare le situazioni più paurose sono per loro un esempio.

Non sempre il lieto fine arriva a ribaltare e sistemare la situazione. Ma nella vita capita, vero? Ecco. Sono proprio le fiabe più tradizionali a mostrare ai bambini la verità, anche se difficile. L'importante è parlarne poi insieme, per fare capire loro che ogni fiaba ha in sé un insegnamento, morale, certo, ma anche pratico: è possibile fronteggiare le situazioni tristi, anche se queste non torneranno felici al 100%!

Sì, crudezza: un termine che si appiccica benissimo alle favole tradizionali. La Sirenetta non era solo una frivola ragazza innamorata di un principe, ma una sirena che capisce che le sue azioni hanno delle conseguenze terribili; la matrigna di Biancaneve non era una matrigna: no, era la sua vera madre, ma, apriti o cielo, una madre così cattiva non può esserci, quindi meglio rendere diabolica la madre adottiva; e questi sono solo alcuni esempi.

È vero: molte delle storie sono crudeli e violente, i protagonisti sono aggressivi, la magia non sempre aiuta (ma anzi, si ritorce contro), e il lieto fine non è una sicurezza. Già. La piccola fiammiferaia muore, dopo aver passato la notte di Capodanno al freddo e al gelo. Ed è solo uno degli esempi: se leggiamo le fiabe dei fratelli Grimm, per dirne una, ci accorgeremo che molte di essere potrebbero davvero turbare!

Andate con i bambini a ricercare la storia originale e da lì partite alla scoperta delle fiabe più vere e profonde (sono anche brevi, quindi potreste sceglierne una a sera!). 

Vi stupiranno, all'inizio, ma capirete che c'è davvero molto di più di quelle così edulcorate alle quali ormai siamo abituati.

Giulia MAndrino, Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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