Qualche giorno fa a Venezia è stata ospitata una convention che ci è piaciuta moltissimo: Gusto in Scena ha infatti organizzato “La cucina dei senza” di Marcello Coronini, evento ispirato al primo libro dell’autore (che potete trovare qui) in vista dell’uscita del suo secondo lavoro.

Coronini ha invitato una manciata di chef stellati a questo congresso di alta cucina di Gusto in Scena e li ha sfidati: dovevano preparare piatti deliziosi e d’avanguardia partendo da ingredienti di buona qualità e con sapori decisi senza aggiungere grassi, sale e zucchero!

Il risultato? Eccolo!

Le ricette senza sale, zucchero e grassi dei grandi chef stellati: da Gusto in Scena le buonissime ricette degli chef per preparare piatti deliziosi partendo da ingredienti sani senza aggiungere sale, zucchero e grassi

La convention aveva un leitmotiv: l’utilizzo delle spezie. Attraverso le spezie, infatti, è possibile ottenere piatti super gustosi e saporiti evitando ingredienti che non fanno esattamente bene (come, appunto, lo zucchero, il sale e i grassi) senza rinunciare al piacere della buona, buonissima cucina.

In particolare, come ha spiegato Marcello Coronini, negli ultimi anni sta avendo un grande successo la curcuma, che come sapete noi usiamo moltissimo, e siamo quindi molto contente di sentire ciò che Coronini aveva da dire: “Negli ultimi anni” ha spiegato, “le spezie stanno rientrando in cucina, alcune anche come “elementi salvavita””. La curcuma, in particolare, sta vivendo una nuova stagione: ricavata dalla radice di una pianta che cresce nelle aree tropicali e subtropicali di Asia e Africa, è riconosciuta come antiossidante, antiffiammatorio, depurativo e perfino antitumorale. “Ma non tutti sanno – ha aggiunto Coronini – che per attivare la curcumina, il suo principio attivo, la curcuma deve essere assunta in combinazione col pepe”.

Gli chef stellati invitati da Marcello Coronini erano i seguenti: Luca Veritti del Met di Venezia, Lucia Marchini de L’erba del Re di Modena, Paolo Teverini di Bagno di Romagna, Alessandro Gilmozzi di El Molin di Cavalese, Gianpaolo Raschi di Guido a Rimini, Oliver Glowing (allievo di Gualtiero Marchesi), il pasticciere Raffaele Minute del Vecio Fritolin di Venezia, Gaetano Simonato del Tano passami l’olio di Milano. E poi Vincenzo Donatiello e Alberto Santini, restaurant manager e wine director del Piazza Duomo di Alba e del Dal Pescatore Santini di Runate.

I piatti presentati sono stati moltissimi e tutti interessanti e gustosi, e tutti orientati verso la filosofia del “Senza”. Quali ci sono piaciuti di più?

Certamente lo spaghetto di carote con semi di lino e curcuma in salsa di pomodoro Piccadilly e peperoncino Habanero di Paolo Teverini, che ha sfruttato appieno le spezie in un piatto completamente naturale.

Chef Paolo Teverini Spaghetti di carote con salsa di pomodoro piccadilly e peperoncino habanero._preview.jpeg

Delizioso anche il piatto di Gaetano Simonato, che ha tolto dal suo piatto burro e panna sostituendoli con dell’olio extravergine d’oliva per preparare la sua mozzarella con triglia, basilico, menta, acciughe del Cantabrico e spezie.

chef Gaetano Simonato  mozzarelle con triglia, basilico, foglie di menta, filetto di acciughe del Cantabrico e un'insalata di frutta e verdura con patate mela e asparagi_preview.jpeg

E poi onore a Raffaele Minute del Vecio Fritolin di Venezia: il pasticcere è riuscito a preparare degli ottimi dessert senza aggiungere nemmeno un grammo di zucchero e sfruttando il sapore curioso e sorprendente delle spezie.

VECIO FRITOLIN- Chef Raffaele Minute. zuppetta d'orzo gelato al curry e biscotto alle nocciole_preview.jpeg

Giulia Mandrino

Ieri vi abbiamo parlato del nuovo Fitbit Versa, il dispositivo da polso innovativo ed elegante per noi genitori, perfetto per monitorare costantemente e con stile la nostra salute, la nostra attività fisica e i nostri ritmi (soprattutto quello del sonno e - per noi donne - quello mestruale).

E per i bambini? Per i nostri figli c’è un altro dispositivo altrettanto figo, innovativo e bellissimo, che ci piace molto perché è un oggettino fantastico da indossare (a loro piace da matti!) e allo stesso tempo è uno strumento utilissimo per tenere sotto controllo la loro salute, durante la giornata e durante lo sport.

Fitbit Ace, bello, comodo, sicuro e per bambini: il nuovo dispositivo di Fitbit pensato apposta per i più piccoli

Il nuovo Fitbit per bambini si chiama Ace e non è pensato solo per il monitoraggio: oltre ad avere un design accattivante e semplice che invoglia i bambini ad indossarlo (effettivamente è proprio bello, in tantissimi colori!), ha delle funzioni fantastiche, che vanno dal controllo dei valori della salute fino alla proposta di sfide con i familiari e con gli amici. Questo perché Fitbit vuole stimolare i bambini a fare movimento, in maniera sana e divertente (e voi sapete quanto è importante spronare i nostri ragazzi a muoversi in questo mondo iper tecnologico!).

I bambini oggigiorno si muovono pochissimo e spesso manco ce ne accorgiamo, abituati come siamo alla sedentarietà. Ma dopo le molte ore passate dietro al banco di scuola e alla scrivania di casa i nostri figli hanno un bisogno fisiologico di muoversi in libertà! Ecco perché lo sport, ma anche semplicemente le uscite all’aperto in ogni stagione, sono alla base di un corretto sviluppo motorio (ma anche mentale: la natura e l’aria aperta, così come il movimento, sono fondamentali per la crescita in tutti i sensi). Ecco perché Fitbit Ace ci piace: perché sfruttando la tecnologia porta comunque i bambini a muoversi, a divertirsi, a scatenarsi e a tornare ciò che sono, e cioè piccoli esseri umani che fanno ciò più gli piace, e cioè muoversi, muoversi, muoversi!

Fitbit Ace, dunque, si presenta come un braccialetto sottile con cinturino regolabile progettato per i bambini dagli 8 anni che monitora costantemente i passi giornalieri, le attività (i “minuti attivi”, che come i passi possono essere impostati con un obiettivo giornaliero) e il sonno (utilissimo per i bambini, che spesso soffrono di sonno agitato o comunque non riposante, soprattutto nei periodi di stress). La batteria dura fino a 5 giorni e il dispositivo è resistente all’acqua.

Si possono anche impostare degli obiettivi (come ad esempio 250 passi ogni ora), oppure dei promemoria per il movimento. Non solo: al raggiungimento degli obiettivi i bambini riceveranno delle medaglie virtuali e dei messaggi di incoraggiamento, uno stimolo ulteriore per il movimento!

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Come famiglia, possiamo creare un account Fitbit sui nostri smartphone. In questo modo non terremo monitorati solo i nostri dati (provenienti da Fitbit Versa), ma anche quelli dei bambini. E in questo modo anche la privacy dei bambini è sicura: potendo collegare infatti tra loro i Fitbit Ace per sfide con gli amici e con la famiglia (divertentissime!), i genitori avranno comunque sempre sotto controllo i dispositivi collegati tra loro!

In questi giorni possiamo già acquistare in prevendita il Fitbit Ace per i nostri figli (basta andare sul sito di Fitbit). Per trovarlo nei migliori negozi, invece, dovremo aspettare il secondo trimestre del 2018!

Giulia Mandrino

Il babywearing è montessoriano?

Mercoledì, 14 Marzo 2018 14:25

Babywearing sì, babywearing no? Innanzitutto, cos’è il babywearing? Ed è possibile considerarlo montessoriano?



“Babywearing” significa letteralmente “indossare il proprio bambino” ed è un’attività che prevede l’utilizzo di marsupi e (soprattutto) fasce per portare il proprio bambino in braccio. Noi siamo assolutamente per il babywearing con le fasce, che permettono moltissima possibilità di movimento per la mamma e che, su tutto, creano un legame profondissimo con il proprio bambino, che sensorialmente si sente vicinissimo alla mamma (e al papà).

Detto questo, ci sono due scuole di pensiero. C’è chi considera questa pratica molto montessoriana e chi assolutamente no. Ma vediamo perché, e cosa ne pensiamo noi di mammapretaporter.

Il babywearing è montessoriano? Perché possiamo considerare l’utilizzo di fasce e marsupi come una pratica che rientra nella pedagogia di Maria Montessori

Chi dice che il babywearing non sia montessoriano porta sostanzialmente un argomento: quello dei movimenti del bambino, che essenzialmente sarebbero limitati dalla posizione imposta dalla fascia. In realtà la fascia è comodissima soprattutto nei primi mesi di vita del bambino, e, via via verso i tre anni, la si usa meno, andando a seguire le fasi naturali della crescita e dei movimenti del bambino. La “costrizione”, quindi, è limitata, ed è in realtà qualcosa che al bambino, a livello emotivo, fa molto bene, perché il senso di protezione che percepisce è qualcosa di davvero molto importante e fondamentale.

Detto questo, noi consideriamo il babywearing parecchio montessoriano. Perché?

Innanzitutto, proprio per il senso di protezione di cui parlavamo. La vicinanza così stretta alla mamma o al papà dà al bambino un senso di confortevolezza e di piacere insostituibili. Soprattutto, rassicura, e questa rassicurazione dà un senso di sicurezza potentissimo che sarà poi fondamentale per la crescita del bambino, anche pensando all’indipendenza teorizzata da Maria Montessori. Non un vizio, quindi, ma una spinta a sentirsi al sicuro che si ripercuote positivamente sulla crescita.

Questa vicinanza, poi, è davvero molto utile per dare la possibilità al bambino di sperimentare, di crescere e di affacciarsi al mondo con i propri tempi. Questo perché la fascia, permettendogli di stare super vicino alla mamma, dà al bambino un senso “uterino” che gli dà sicurezza, lo fa sentire a suo agio. E sentirsi a proprio agio è il primo passo per affacciarsi poi alla realtà, pian piano e con dolcezza.

La fascia permette anche un’altra cosa, e cioè l’esposizione all’esterno. La mamma lo protegge, e il bambino si sente protetto, ma allo stesso tempo partecipa alla vita di chi lo sta portando. Fa ciò che fanno mamma e papà, sentono la loro voce, vedono il mondo che vedono loro, costantemente, e questo incrementa lo stimolo alla comunicazione, prima non verbale e poi verbale. I corpi di mamma e bambino comunicano tra loro costantemente, quando in fascia, e mentre cresce il bambino avrà la possibilità di vedere da vicino la conversazione verbale, le bocche che si muovono e i suoni che ne escono, venendo stimolato e assorbendo moltissime informazioni utili. È una stimolazione mentale incredibile, naturale e sinuosa, efficace e quasi inconscia.

Allo stesso modo, un forte stimolo lo danno i sensi. Essendo la sensorialità uno dei concetti principe della pedagogia montessoriana non possiamo fare finta di nulla. L’olfatto e il tatto, soprattutto, vengono super stimolati in fascia. Sappiamo quanto il contatto fisico tra la mamma e il bambino sia importante, e la fascia in questo senso è perfetta. Il bambino assapora costantemente gli odori della mamma e del papà, ascolta la loro voce, tocca la loro pelle, e tutto questo è uno stimolo fortissimo per la sua crescita e per la scoperta del mondo!

Non dimentichiamo, poi, l’importanza della natura nella pedagogia di Maria Montessori, delle passeggiate e del gioco all’aperto. La fascia, così comoda, permette di uscire quando vogliamo, approfittando di ogni momento e di ogni giornata per uscire con il nostro pupo all’esterno!

Giulia Mandrino

Amanti del Reggio Approach, genitori alla ricerca di laboratori domenicali, bambini affascinati dalle attività ludiche più disparate: le domeniche al Centro Loris Malaguzzi sono per voi (e anche per gli insegnanti che vogliono aggiornarsi!). E tornano domenica 18 marzo 2018 con le loro solite, amatissime proposte per grandi e piccini.

Domenica 18 marzo: le attività al Centro Loris Malaguzzi nel segno del Reggio Approach, della pedagogia e del divertimento

Il Centro Internazionale Loris Malaguzzi si trova a Reggio Emilia, in viale Ramazzini 72/A, e ci piace perché oltre ad essere un punto di riferimento per quanto riguarda la pedagogia del Reggio Approach (che abbiamo sviluppato in questa sezione) propone sempre attività ludiche e didattiche aperte a tutti che a nostro parere sono imperdibili. Le loro Domeniche al Centro sono un concentrato di divertimento, creatività ed educazione, e ogni mese noi una capatina la facciamo.

Questa domenica, 18 marzo 2018, il programma è come sempre interessante e vasto. Ci si può iscrivere ad una o a più attività, a partire da quelle per gli educatori e gli insegnanti (la visita all’Atelier e l’esperienza interattiva) fino a quelle per i bambini e i genitori. Ma vediamo nello specifico.

Si parte alle 16 con l’Atelier Raggio di Luce, questa domenica dedicato al corpo nel momento in cui attraversa la luce, il buio e l’ombra, con un lavoro pensato dai danzatori e dai coreografi Federica Parretti e Peter Byworth insieme agli atelieristi del Centro. Sarà in due turni, alle 16 e alle 17.30, ed è pensato per i bambini dagli 0 ai 4 anni.

Si passa poi al laboratorio Atelier Paesaggi Digitali dedicato ai bambini e ai ragazzi dai 5 ai 14 anni: di nuovo in due turni (16 e 17.30), l’Atelier si concentrerà sull’esplorazione della natura attraverso materiali analogici che daranno vita a nuovi mondi.

Interessantissimo anche Punti di Vista_Stop Motion (anche qui alle 16 e alle 17.30), nel quale i bambini e i ragazzi dai 5 ai 14 anni sperimenteranno le animazioni visive possibili con la tecnica bellissima dello stop motion (un laboratorio interessante e davvero utile per il loro futuro creativo, nemmeno a dirlo!).

Ecco quindi Bulb, dedicato ai disegni di luce fra apparizione e scomparsa. Anche questo è pensato per i bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni (il turno delle 16), ed è curato dagli atelieristi del Centro. Alle 17.30, invece, parteciperanno i bimbi dai 2 ai 5 anni.

Ecco quindi “I tanti colori dei Bianchi e dei Neri, variazioni grafiche”, atelier con strumenti grafici che lasciano segni diversi su diversi tipi di carta. Il primo turno, alle 16, è per i bimbi dai 3 ai 6 anni, mentre il secondo per i più piccini, dagli 0 ai 2 anni.

Come sempre non mancheranno gli eventi collaterali, come gli incontri virtuali con uno scambio di messaggi in “Piazza_Piazze”, o lo scambio di libri “Salvato da Re Mida” (opportunità di scambiare libri salvati dal macero per rimetterli in circolo! Favoloso!). Molto sensoriali sono infine “Aroma balsamico”, un laboratorio per bambini e genitori per scoprire l’aceto balsamico di Modena, e “Tè per te”, nel quale i bimbi e le famiglie potranno comporre i propri tè, tisane e bevande profumate con fiori e frutta.

State pensando di iscrivervi? Visitate la loro pagina!

Giulia Mandrino

Fitbit Versa, lo smartwatch per noi genitori

Mercoledì, 14 Marzo 2018 09:05

Vi avevamo già parlato dei braccialetti elettronici per i bambini, di quelli con il GPS per avere sempre sotto controllo i loro movimenti quando sono lontani da noi e di quelli per monitorare la loro salute.

Oggi vogliamo invece parlarvi di un braccialetto per adulti. Anzi, di uno smartwatch accessibile, che ci piace soprattutto perché permette di tenere sotto controllo la salute di noi genitori. Soprattutto di noi mamme, con una funzionalità femminile incredibilmente utile.

Fitbit Versa, lo smartwatch per noi genitori: perché scegliamo Fitbit per monitorare in ogni momento la nostra salute

Molti di voi già conosceranno Fitbit, il dispositivo indossabile per il monitoraggio delle nostre attività, dal sonno allo sport. In questi giorni l’azienda ha lanciato una nuova linea di smartwatch, Fitbit Versa: si tratta di un dispositivo da polso molto carino che rispetto a molti altri ha un prezzo abbastanza accessibile (199,90 euro, disponibile in prevendita qui e da aprile 2018 presso i migliori rivenditori) e che comprende davvero una miriade di funzionalità.

È molto carino, dicevamo, perché rispetto a molti altri smartwatch o wearable pensati per il fitness ha un design davvero innovativo, moderno ed elegante allo stesso tempo. E tra le funzionalità che più apprezziamo ci sono il rilevamento del battito cardiaco costante (24 ore su 24) e quello dei cicli del sonno (per monitorare la salute del nostro riposo), che si sommano alle funzioni più “frivole”, come l’ascolto della musica e l’interazione con il proprio smartphone (possiamo, ad esempio, eseguire pagamenti contactless avvicinando semplicemente il nostro Fitbit al POS, oltre che tenere tutti i dati monitorati attraverso l'app dedicata!).

Utilissimo è però soprattutto il nuovo sistema di monitoraggio della salute femminile che potremo trovare sul nostro Fitbit Versa (scaricandolo sul nostro smartwatch): attraverso esso sarà comodissimo tenere sotto controllo il ciclo mestruale mettendolo in relazione ai propri dati di salute generale, ottenendo così un quadro completo sul nostro stato di benessere.

Perché è utile? Perché anche se pensiamo di conoscere il nostro ciclo, in realtà tutto è molto complesso (pensiamo che l’80% delle donne non conosce le fasi mestruali e oltre il 70% di noi non è in grado di identificare la durata media corretta di un ciclo!). Oltre a segnare le date del nostro ciclo, con Fitbit Versa potremo registrare i sintomi (come il mal di testa, i crampi, l’acne, le perdite pre e post ciclo…), ottenere previsioni sui prossimi cicli, monitorare la fase in cui ci troviamo… Il tutto a nostro beneficio ma anche a quello del nostro ginecologo, che alla visita potrà risalire alla panoramica e ai dati specifici che abbiamo segnato.

Il tutto, poi, va a finire nella panoramica delle statistiche, che ci permette di vedere in un’unica situazione i nostri dati relativi al fitness, alla salute giornaliera e settimanale, alle attività e alle frequenze cardiache, con consigli motivazionali e suggerimenti di programmi per mantenere questo benessere.

Anche le funzioni più “social” sono incluse nel nostro dispositivo da polso Fitbit: Fitbit Versa ci può anche infatti ricordare gli eventi, i promemoria, le festività, le sfide sui social…

Oltre a tutte queste funzioni, Fitbit Versa, come tutti i dispositivi dell’azienda, è davvero semplicissimo da utilizzare, con la sua grafica e le sue funzioni super intuitive. E poi la batteria dura fino a quattro giorni! Così potremo dimenticarci di ricaricarlo, stando sempre con il pensiero alla possibilità che si spenga e ci lasci a piedi.

E per i bambini? Restate con noi: tra pochissimo avremo una novità imperdibile anche per loro!

Giulia Mandrino

Noi genitori, spesso, ci lasciamo andare. In senso buono: amiamo così tanto i nostri figli che vorremmo coccolarli e viziarli per tutta la vita. Ma c’è un tempo per tutto, e restare iper protettivi e accomodanti per troppo tempo diventa controproducente.

A volte, semplicemente, non ci accorgiamo di mantenere certe abitudini cominciate con la nascita e i primi anni dei nostri figli anche quando non ce ne sarebbe più bisogno. In altre parole: continuiamo ad agire come quando erano piccoli, un po’ per piacere e un po’ per comodità. Ma questo significa non dare ai nostri figli gli strumenti che serviranno loro per diventare adulti.

Ecco quindi alcune abitudini che dovremmo cambiare. Non per durezza, non per capriccio, non per eccesso di zelo. Ma semplicemente per il benessere dei nostri figli!

7 cose che dovremmo smettere di fare con i nostri figli adolescenti: le abitudini che rischiano di non dare ai nostri figli gli strumenti per diventare adulti

Svegliarli la mattina

Lo ammettiamo: tra di noi c’è chi è stato svegliato dalla mamma o dal papà fino all’ultimo giorno di liceo, con un buon caffè accanto al comodino. È una cosa dolcissima, ma che sommata ad altre cose diventa deleteria. Svegliare i bambini alla mattina è qualcosa che cominciamo a fare sin dai primi anni, e con la scuola materna e la scuola elementare diventa una routine collaudata. Ma una volta arrivati alle medie e alle superiori sarebbe meglio lasciare che si sveglino da soli. Non per fargli sbattere la faccia con la fatica mattutina! Al contrario, lasciare che mettano la sveglia da soli e si alzino in autonomia è il primo passo verso la responsabilizzazione, verso l’età adulta! Allo stesso modo, la colazione: è bello ogni tanto preparagliela, ma perché non fare a turno?

Portargli le cose dimenticate

Capita spesso di dimenticare qualcosa a casa. Soprattutto per i ragazzi, che a scuola devono sempre portare libri, quaderni o progetti diversi ogni giorno. Corrergli dietro, però, non è sano. Lasciamo che falliscano, che restino senza libro per un giorno, magari prendendosi un richiamo! Le prossime volte certamente staranno più attenti. E questa è un’attitudine che da adulti sarà fondamentale.

Prendere le loro difese quando sbagliano

Stare vicino e supportare è un conto, ma difendere anche quando sbagliano è deleterio. In questo modo cresceranno con la convinzione che tutto ciò che fanno è giusto, che non ci sono conseguenze, e che ci sarà sempre qualcuno pronto a coprire loro le spalle. Parliamone, ovviamente, chiariamo la situazione, ma soprattutto con la scuola o con lo sport evitiamo di dare ragione solo ai nostri figli, ascoltando anche le ragioni degli insegnanti!

Aiutarli sempre a studiare

Se già con i compiti delle elementari sarebbe meglio evitare di aiutarli (perché quante volte ci si ritrova, senza accorgersene, a farli al posto loro imboccando risposte), alle medie e alle superiori i ragazzi dovrebbero già essere in grado di organizzare il proprio tempo e il proprio metodo di studio. Non neghiamo una mano quando la chiedono, è ovvio, ma non lasciamo che l’aiuto diventi una costante abitudine.

Compilare i loro documenti

“Mamma, c’è il modulo da compilare per la gita”. “Papi, mi compili l’iscrizione a nuoto?”. No, meglio lo facciano loro! Perché sembra un’azione innocua ma anche questa è sintomo di indipendenza, di autonomia, di capacità di stare al mondo!

Fare i mestieri nella loro camera o tutto il bucato

Iniziare a dividersi le faccende di casa è utile fin da piccoli, dando compiti in base all’età dei bambini. E crescendo dovremmo mantenere l’abitudine, evitando che siano solo i genitori a smazzarsi i mestieri e le lavatrici! Almeno in camera loro, lasciate che si organizzino, spronandoli a vivere in un ambiente ordinato e pulito. Anche i più disordinati prima o poi impareranno! Lo stesso vale per il bucato: se hanno bisogno proprio di quella felpa quel giorno, perché non mettersi d'impegno e caricare una lavatrice per tutti?

Cucinare sempre noi

Idem in cucina: facciamo a turno! Non deve essere sempre la mamma a cucinare per tutti, no? Cucinare, a colazione, a pranzo o a cena (non serve preparare manicaretti gourmet) è qualcosa di molto educativo, oltre che soddisfacente. E attraverso questa semplice azione i ragazzi diventeranno più responsabili, più coinvolti nella gestione della casa e più autonomi.

Giulia Mandrino

Si sta avvicinando la festa del papà! Una giornata bellissima, dedicata all’uomo del nostro cuore, all’uomo del cuore dei nostri bambini, alla roccia a cui ci appoggiamo più volentieri, all’uomo di casa che sa trasformarsi in un tenerone al più piccolo sorriso dei figli.

Nei giorni scorsi un libro ci ha molto colpito, e vogliamo parlarvene. Si tratta di “Tutte le prime volte - Educazione sentimentale di un padre e delle sue piccole grandi donne” di Paolo Longarini.

“Tutte le prime volte”, libro perfetto per la festa del papà: il racconto di un padre per tutti i padri, per tutte le madri e per tutti i figli d’Italia

Leggere “Tutte le prime volte” (edito da Harper Collins) è piacevole. È divertente (perché Paolo Longarini sa essere decisamente esilarante quando serve!). È emozionante. Leggere “Tutte le prime volte” è bello, e probabilmente tutti i padri si ritroveranno nelle sue parole. E le madri? Le madri potranno finalmente scendere nella profondità del pensiero maschile, comprendendone finalmente qualche briciola! Qualche bellissima briciola, se vogliamo essere precisi.

Paolo Longarini in questo libro ripercorre la sua vita di padre. E lo fa a partire da un momento particolare: quello delle due lineette sul test di gravidanza. Bizzarro, no? Si dice sempre che una donna diventi madre nel momento in cui scopre di essere incinta e che un padre diventa papà solo quando vede suo figlio per la prima volta. Beh, anche per Paolo è così, ma è bello leggere come quelle due lineette abbiano comunque dato il via (un nuovo via) alla sua famiglia. Perché anche lui, come una miriade di uomini, non ha sentito la paternità saltargli addosso nel momento in cui ha visto le linee. Lui è diventato padre una notte silenziosa durante la quale è riuscito a fare stare bene la sua bambina, facendola smettere di piangere con una mano sulla schiena e una a farle da seggiola, sul suo petto.

Ecco la prima “prima volta” di tutte le prime volte di Paolo Longarini, quella che dà avvio al libro, un libro bellissimo ed emozionante che parla con il cuore a tutti i papà del mondo. Paolo è padre di due figlie femmine, ed è dunque circondato da donne. Ma è una storia che a tratti rispecchia quella di tutti i padri.

Paolo Longarini nel suo libro affronta così il rapporto tra un padre e le sue figlie mettendolo nero su bianco, regalando a loro e a noi una storia deliziosa che fa riflettere e che fa commuovere. Perché ogni prima volta è indimenticabile, sia essa positiva o negativa. I primi pianti, le prime notti insonni, il primo giorno di scuola, la prima chiacchierata sul sesso, il primo amore, le prime scelte importanti nelle quali devi essere presente ma devi anche lasciare che i tuoi figli scelgano da sé, capendo le conseguenze di tutto.

È dunque la storia delle sue bimbe, Chiara e Irene, ma è soprattutto la sua, di padre, che mentre crescono loro cresce anche lui.

Ecco perché secondo noi è un bellissimo regalo per la festa del papà. Perché fa ridere, fa piangere, ma soprattutto fa sì che i papà si rispecchino in Paolo, e anche se la storia è cucita sulla famiglia dello scrittore sarà un po’ come leggere la propria, di storia, quella di un uomo che grazie ad un piccolo esserino che piange diventa qualcosa di diverso. Diventa un padre. Diventa un papà. Diventa un uomo capace di guardare un altro essere vivente che cresce guidandolo e guidando se stesso in questa meravigliosa avventura.

Giulia Mandrino

Avete presente i gioielli leBebè? A noi piacciono moltissimo perché nella loro semplicità ci permettono di indossare sempre l’amore per i nostri bambini. È ormai un regalo azzeccato ogni volta che una nostra amica ha un bimbo.

Ma non solo per le mamme: anche per i papà c’è una vasta scelta di bracciali e ciondoli in oro o argento per indossare ogni giorno il ricordo dei propri piccoli.

Il tenerissimo concorso leBebè per la festa del papà: basta una fotografia per vincere un bracciale per il papà della bellissima linea leBebè

Per la festa del papà abbiamo quindi deciso di recarci nel negozio leBebé Brand Store in Corso Garibaldi 22 (a Milano): sapevamo che avrebbero pensato a qualcosa di speciale per i papà (ogni anno ci sorprendono con qualcosa di diverso!), quindi prima del giorno giusto della festa abbiamo avuto la fantastica idea di fare una capatina nel carinissimo punto vendita.

Perché? Perché la loro vetrina dedicata ai papà ci ha incuriosito, e in effetti l’iniziativa che leBebè ha pensato per i nostri fantastici uomini ci è subito piaciuta. Non solo perché nel negozio abbiamo trovato moltissimi spunti per il regalo che riceveranno (li abbiamo sbirciati e abbiamo adocchiato due o tre cosucce che non ci lasceremo scappare) ma soprattutto perché la vetrina speciale nascondeva un’iniziativa davvero carina.

L’iniziativa di cui parliamo è un concorso indetto dal punto vendita leBebè di corso Garibaldi a Milano (come accennato). I partecipanti? I papà e le famiglie! Basta recarsi nel negozio, scattarsi una foto mostrando la vetrina del negozio e postarla. In palio ci sarà un bellissimo braccialetto in argento leBebè per il papà (con una piastrina raffigurante la classica sagoma del bimbo o della bimba e un moschettone in oro giallo).

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Ma facciamo un passo indietro e vediamo nello specifico cosa dobbiamo fare per provare a vincere questa chicca.

Sulla vetrina è presente una grafica carinissima: una finestrella (che ricorda le cornici delle vecchie Polaroid, che noi, manco a dirlo, amiamo da impazzire) con la semplice scritta: “19 marzo, festa del papà”. Tutti i papà e le mamme che in questi giorni si recheranno nel negozio di Corso Garibaldi potranno dunque scattarsi una fotografia nella cornice. Meglio se con i bimbi, ça va sans dire! O con noi mamme! Noi, avendo voluto fare un regalo a sorpresa ai nostri mariti, ci siamo andate da sole, ma andarci tutti insieme è ancora più divertente ovviamente!

Dopodiché si passa alla parte social. La foto in questione, infatti, andrà caricata sulla pagina del sito dedicato al concorso, accedendo tramite Facebook, Instagram o con l’email (oppure tramite Instagram, taggando la fotografia con l’hashtag #festadelpapà), quindi condivisa sui propri canali social chiedendo ai propri amici di votarla.

Più foto posti (caricandole sempre dallo stesso account), più possibilità avrai di vincere il braccialetto in palio.

A noi questo concorso piace moltissimo. Non solo per il premio delizioso in palio, ma soprattutto per l’occasione che ci dà di fare qualcosa di diverso e per il messaggio d’amore che grazie alla condivisione riesce a diffondersi in ogni angolo!

Giulia Mandrino

Vacanze all’Elba, la nostra scelta sicura

Venerdì, 09 Marzo 2018 14:48

Non ha ancora smesso del tutto di nevicare, qua e là lungo l’Italia. Ma siamo a marzo, e come ogni marzo che si rispetti stiamo già pensando alle nostre vacanze estive. Di nuovo, non abbiamo dubbi, e dopo l’esperienza dell’anno scorso sceglieremo certamente una tra le isole più favolose dello Stivale. No, non la Sicilia. No, nemmeno la Sardegna.

Stiamo parlando dell’Isola d’Elba!

Vacanze all’Elba, la nostra scelta sicura: perché sceglieremo di passare le ferie estive all’Isola d’Elba con i nostri bambini

L’anno scorso avevamo passato sull’Isola d’Elba solo un weekend. Naturalmente ce ne siamo innamorate (così come i nostri bambini!) e abbiamo dunque deciso che questo agosto i giorni su quello splendido pezzo di terra circondato da un mare azzurrissimo si moltiplicheranno. Perché?

Non solo per il mare. Quello è noto a tutti che sia pazzesco! E nemmeno solo per le spiagge, pulite, tranquille e rilassanti, ottime per le famiglie e apprezzatissime dai più piccoli. Anche gli hotel e i campeggi sono bellissimi, accoglienti e perfetti per le famiglie (noi eravamo stati al Villaggio Innamorata, che offre non solo camere stupende e spaziose, relax e cucina buonissima. Inoltre non ci eravamo fatte mancare un po’ di benessere, con una rigenerante lezione di yoga al Baia Bianca Suites. Ma non è solo per questo motivo che la vacanza sull’Isola d’Elba ci attira tutti quanti.

Ciò che ci piace dell’Isola d’Elba è la molteplice offerta che dà a noi turisti. Soprattutto, ai turisti che scelgono di visitarla e passare le vacanze insieme alla famiglia, con i bambini al seguito. L’Isola d’Elba non è solo spiagge. Ci sono moltissime attività non prettamente marittime tra cui scegliere, e tra queste sta di certo il trekking alla scoperta dei paesaggi che la compongono.

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Noi l’anno scorso visitammo la penisola del Calamita, con le sue miniere antiche, che le guide turistiche di VisitElba ci hanno fatto scoprire tanto visivamente quanto storicamente, raccontandoci la flora e la fauna che ci trovavamo intorno e portandoci alla scoperta di queste miniere e giacimenti di magnetite e granito.

Probabilmente stavolta allungheremo un po’ i nostri giri alla scoperta dell’Isola, facendoci accompagnare non solo nell’entroterra ma anche in mare, con la barca. A un chilometro dalle spiagge, all’altezza dell’Isola Capraia, si possono infatti vedere tutto l’anno i delfini che risalgono la corrente fino al Golfo del Leone di Marsiglia! Probabilmente si vedranno anche moltissimi altri pesci e mammiferi, ma non essendo l’estate stagione migratoria i delfini saranno quelli che avvisteremo maggiormente!

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Passeggiando avevamo visto di fronte a noi l’Isola di Pianosa, che fino a pochissimi anni fa era semplicemente un luogo di detenzione, con un carcere di massima sicurezza oggi smantellato. Ecco perché ora è possibile visitarla. Abbiamo chiesto informazioni: anche sulla piccola isola ci sono moltissime attività per famiglie, dalle escursioni al kayak, dalle gite in mountain bike allo snorkeling, e per questo abbiamo già prenotato un giretto lassù.

E poi senza dubbio torneremo nel borgo che subito ci ha rubato il cuore, Capoliveri nella località Innamorata, un piccolo borgo fatto di viuzze e case tipiche, con una piazza centrale vivissima nella quale trascorrere le calde serate estive in compagnia.

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Giulia Mandrino

Il migliaccio napoletano è un dolce buonissimo che noi amiamo, a base di semolino e semplicissima da preparare. Il risultato è un dolce alto e soffice, semplice nel gusto e perfetto per colazione e merenda!

Il migliaccio: la ricetta della torta napoletana tipica del periodo di Carnevale ma deliziosa tutto l'anno

 

Sara

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Cecilia

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