Qualche settimana fa sono stata invitata insieme ad altre mamme blogger a visitare gli stabilimenti di Orogel, azienda di verdure surgelate che troviamo in tutti i supermercati e che, diciamolo, spesso ci salva le cene e la vita!

Se a volte, come me, vi chiedete se le verdure surgelate siano tanto sane quanto quelle fresche, ho una buona notizia: la mia visita mi ha fatto scoprire non solo un’azienda rispettosa della natura ma anche il benessere delle verdure fresche congelate!

Il mio tour da Orogel, azienda di cui mi fido: perché le verdure surgelate sono una buona idea tanto quanto quelle fresche

La giornata è stata davvero ricca sia dal punto di vista umano sia da quello lavorativo: in primis infatti ho avuto il piacere di entrare in contatto con una realtà italiana che davvero non vede solo come obiettivo gli utili ma anche il benessere dei suoi dipendenti oltre che la qualità del prodotto.

Qualità che parte fin dai campi in cui vengono coltivate le verdure: come ci spiegava il direttore Marketing Orogel Luca Pagliacci, secondo loro la qualità della nostra tavola inizia dai campi che devono essere pulitissimi e ordinati.

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Le aziende agricole che fanno parte della cooperativa seguono lo standard di agricoltura integrata con restrizioni maggiori del 70% rispetto alla normativa vigente: non solo, tutte le coltivazioni Orogel si trovano in Italia e sono coltivate seguendo la stagionalità.

Parliamo quindi della surgelazione delle verdure. Come accennato, è una buona scelta tanto quanto decidere di cucinare e mangiare verdure fresche. Perché? Perché surgelare è il metodo di conservazione più naturale che esista. L’uomo, dopo aver scoperto che i cibi cotti si conservavano meglio di quelli crudi, è arrivato a capire che conservarli a bassa temperatura è una soluzione ancora migliore, perché il freddo è l’unico procedimento che mantiene inalterati sia la struttura sia il sapore dei nostri cibi.

In altre parole: surgelando le verdure, esse rimangono inalterate! Non è assolutamente vera la convinzione secondo la quale le verdure surgelate perdono molti dei loro nutrienti, anzi. I prodotti surgelati si conservano meglio e conservano altrettanto bene le proprie caratteristiche organolettiche e nutrizionali.

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E spesso, addirittura, sono più salutari di quelle fresche, soprattutto se non sappiamo da dove queste provengano e se non le consumiamo immediatamente. Perché? Perché ci sono ortaggi che se non sono cucinati o consumati a poche ore dal momento in cui vengono colti perdono molta della loro salubrità.

Le verdure surgelate, invece, mantengono questa freschezza, poiché vengono surgelate poco dopo essere colte e la freschezza rimane quindi inalterata. Basta non scongelarle e non attendere di consumarle, ma utilizzarle nel momento in cui escono dal nostro freezer.

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Orogel, su tutte, è un’azienda che ci piace perché ci permette di assaporare le sue verdure tutto l’anno, grazie a questo metodo di conservazione, ma soprattutto per i processi rispettosi della natura che utilizza. Tra i suoi obiettivi ci sono qualità e benessere. Le verdure fresche vengono surgelate appena colte (attraverso una filiera corta che permette di surgelare molto velocemente le verdure, a poche ore dalla raccolta), sono prodotte in Italia e per farle crescere utilizzano solo tecniche integrate e biologiche. Le risorse naturali del territorio, quindi, non vengono sfruttate eccessivamente (suolo e acqua).

E come fanno ad essere sempre così belle e brillanti le verdure Orogel? Ci hanno spiegato anche quello ed è semplicissimo. No, non vi è nessun colorante! Semplicemente prima di essere surgelate le verdure vengono scottate rapidamente in acqua bollente per bloccare l’attività degli enzimi, fissando così il colore naturale degli ortaggi.

Interessantissime poi le regole che Orogel ci ha svelato per fare una corretta spesa dei surgelati. Basta stare attenti ai banchi vendita, che devono essere puliti e privi di brina e che devono accogliere i prodotti sotto alla linea rossa disegnata nel banco. Fare poi attenzione alla temperatura (sempre pari o sotto i -18°) e alle confezioni (che non devono essere malridotte, ammassate o scadute), mettere nel carrello i surgelati alla fine della spesa, utilizzare le borse termiche e depositare i prodotti entro 30 minuti nel proprio freezer. E se una volta a casa è passato troppo tempo e ci accorgiamo che un prodotto è in parte scongelato? Basta tenerlo nella busta, riporla in frigorifero e consumarlo entro un giorno.

Sfruttiamo poi un’altra caratteristica dei surgelati, quella di poter essere cucinati direttamente senza scongelarli! E se proprio dobbiamo scongelarli prima, facciamolo chiudendo le verdure in un sacchetto e immergendolo in una vaschetta di acqua fredda, in modo che i nutrienti non si disperdano.

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Allora? Allora, via di Orogel! Soprattutto quando abbiamo voglia di verdure non più di stagione, con la consapevolezza che l’azienda ci tiene moltissimo alla nostra salute e che le loro verdure vengono surgelate da fresche, appena colte, dandoci la possibilità di gustarle tutto l’anno senza ricorrere a verdure fresche non di stagione, provenienti da chissà dove o sottoposte a chissà quali processi di crescita!

Giulia Mandrino

(Photo credit: Busy Little Bunnies)

Il light panel o tavolo luminoso è uno strumento davvero utile per stimolare la creatività ed è tipico nel Reggio Approach, il pensiero didattico adottato nelle scuole di Reggio Emilia, nelle quali la luce ha un ruolo fondamentale per la crescita dei bambini. Negli atelier, o laboratori d’arte, questo tavolo non manca mai e può essere sfruttato in moltissimi modi. Qui trovate una panoramica per capire meglio di cosa stiamo parlando. E ora andremo a proporvi 7 attività da poter fare con i bambini con il light panel.

7 attività con il tavolo luminoso del Reggio Approach: come sfruttare la luce del light panel delle Scuole di Reggio per imparare con i bambini ed esplorare la creatività

I mandala con i petali dei fiori

Dopo aver raccolto dei fiori in giardino, stacchiamone i petali e mettiamoli in un recipiente. Su un foglio di carta disegniamo poi una sorta di mandala, un disegno tra il geometrico e il floreale simmetrico. I bambini potranno riempirlo con i petali, creando un mandala fiorito.

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(foto https://www.andnextcomesl.com/2015/05/flower-mandalas-on-light-table.html)

Disegnare con la sabbia

Riempiendo una bacinella trasparente di sabbia (coprendone solo il fondo) e appoggiandola sul nostro light table possiamo creare una specie di “tela” alternativa sulla quale i bambini dipingeranno semplicemente spostando la sabbia con un pennello. I disegni saranno mutevoli e provvisori e la loro creatività viaggerà libera.

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(foto https://teachpreschool.org/2012/02/13/everyday-light-table-play/)

Le facce mutevoli

Prendiamo dei fogli (di diverse dimensioni, in modo da non sprecare carta) e su ognuno disegniamo una diversa caratteristica di un volto: dei capelli ricci, lisci, biondi, mori; dei nasi di varie forme; tantissimi occhi… I bambini potranno divertirsi creando differenti volti con i vari disegni, sperimentando anche le emozioni (variando i volti in base alle bocche, tristi o felici…).

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(foto http://www.speciallearninghouse.com/3-fun-light-table-projects/)

Le storie luminose

Ritagliando su dei cartoncini scuri una serie di silhouette con vari personaggi, oggetti e situazioni possiamo inventare insieme ai bambini delle storie, partendo da un elemento e aggiungendone sempre altri man mano che la storia si profila. È un semplice gioco di storytelling che stimola la creatività e il linguaggio e che grazie alla luce acquista un sacco di fascino!

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(foto http://www.froginapocket.com/2014/01/silhouettes-storytelling-enrich-your.html)

L’oceano in gelatina

Prepariamo una ciotola di gelatina colorata con del colorante blu naturale e infiliamoci (prima che solidifichi) gli animali marini in plastica dei bambini. Appoggiando la gelatina sul tavolo luminoso sembrerà un vero mare da studiare, e i bambini potranno tagliare la gelatina scoprendo gli animali e allenando la presa fine.

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(http://www.stillplayingschool.com/2014/03/jello-ocean-light-table.html)

Imparare i colori

Prendiamo in casa tutti gli oggetti semitrasparenti che abbiamo (biglie, fogli, palline, cannucce…) e distribuiamoli sul tavolo luminoso. A lato mettiamo delle scatole o dei recipienti di colori differenti. I bambini dovranno mettere nelle ciotole tutti gli oggetti, dividendoli a seconda del colore del recipiente. Meglio ancora se con una pinzetta, in modo da allenare la manualità.

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(foto https://www.andnextcomesl.com/2013/10/color-sorting-on-light-table.html)

Le lastre

E per imparare il corpo umano cosa c’è di meglio di studiare a fondo una lastra con la curiosità dei bambini? Tutti ne abbiamo in casa almeno una da quella volta che ci siamo slogati la caviglia o rotti il braccio. Basterà appoggiarle al tavolo luminoso e partire con l’esplorazione!

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(foto https://it.pinterest.com/pin/455356212317403121/)

Giulia Mandrino

Quando la scienza incontra il divertimento

Giovedì, 28 Giugno 2018 08:27

Sapete cosa sono i fluidi non newtoniani? Sono detti anche fluidi amorfi e si comportano diversamente dai soliti materiali liquidi. La loro composizione li porta a comportarsi in maniera più simile ad un materiale solido rispetto ad uno liquido nel momento in cui si esercita una certa pressione o forza e per questo sono super interessanti!

Addirittura, c’è chi è riuscito a camminare sull’acqua proprio grazie ad un esperimento con i fluidi non newtoniani! Come? Ve lo spieghiamo subito, provando anche a replicare un fluido amorfo a casa con due semplicissimi ingredienti.

Quando la scienza incontra il divertimento: con i fluidi non newtoniani sono molti gli esperimenti che i bambini possono provare a replicare a casa

La scienza può essere davvero divertente ed è per questo che spesso vi proponiamo esperimenti scientifici da provare a casa con i bambini. Siamo infatti dell’idea che l’esperienza diretta sia la miglior forma di apprendimento: i bambini provando concretamente con le proprie mani gli effetti della scienza sulla vita se ne appassionano, imparando in maniera più efficace tutto ciò che ci sta dietro.

Per parlare di fluidi non newtoniani bastano due semplicissimi ingredienti: dell’acqua e dell’amido di mais (conosciuto anche come maizena), oppure dell’acqua e della fecola di patate (che spesso abbiamo in dispensa perché ingrediente base di molti dolci).

Per capire meglio come funziona un fluido non newtoniano basta fare un esempio: ci sono certi elementi, come l’acqua, che quando mescolati (a qualsiasi velocità) non cambiano la loro consistenza. Ne esistono però altri che una volta mescolati con forza cambiano consistenza, arrivando addirittura a diventare quasi solidi. Ce ne accorgeremo perché non riusciremo quasi più a mescolarli, con il cucchiaino che si blocca nel composto.

Prendiamo quindi 200 grammi di acqua tiepida del rubinetto e versiamola in un recipiente. Aggiungiamo a questa 250 grammi di amido di mais o di fecola di patate e mescoliamo molto bene. Piano piano si creerà un composto simile alla pastella per dolci.

Proviamo quindi ora a capire cosa significa “fluido amorfo”: se immergiamo il dito lentamente ci sembrerà di immergerlo in un liquido semplice, come fosse acqua. Ma se mettiamo più forza (immergendo quindi il dito più velocemente) ci accorgeremo che questo liquido non è più liquido, ma molto più duro di prima! La spiegazione è semplice: un fluido non newtoniano, infatti, diventa solido nel momento in cui gli si applica una energica forza. Questo perché nel composto ci sono migliaia di minuscole particelle di amido equamente distribuite che nel momento in cui vengono sottoposte ad una forza “lenta” riescono a spostarsi, mentre quando questa forza è più veloce ed energica non hanno il tempo di farlo, rimanendo solide in superficie.

Altra prova è quella della pallina: prendiamo una parte della pastella e sfregandola molto velocemente tra le mani formiamo una pallina. Una volta che smetteremo di esercitare questa pressione la pallina svanirà per tornare liquida!

Negli Stati Uniti c’è chi addirittura ha provato a portare questo esperimento alle estreme conseguenze, realizzando una piscina piena di un liquido non newtoniano che permette di “camminare sull’acqua”. Esatto, sembra assurdo e difficilissimo ma è così. Come?

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Come nei nostri esperimenti casalinghi, gli studenti del corso di meccanica dell’Università di Lamar hanno mischiato un’immensa quantità di acqua e amido di mais ricreando il fluido non newtoniano. Per le stesse regole che abbiamo detto prima, è quindi possibile camminare velocemente, andare in bicicletta o saltare in questa “piscina solida” senza cadere in acqua!

Giulia Mandrino

6 ricette estive con l’avena

Mercoledì, 27 Giugno 2018 13:52

In estate l’avena è deliziosa perché si presta a tantissime colazioni e merende fresche ma sostanziose, perfette per affrontare il caldo e le avventure delle giornate insieme ai bambini. Dal classico oatmeal ai pancake preparati con i fiocchi di avena, ecco le nostre ricette preferite per proporre l’avena a tutta la famiglia nei mesi estivi.

6 ricette estive con l’avena: i piatti a base di avena per rinfrescare le giornate estive e viverle con energia

Oatmeal con frutti rossi

Prepariamo due cucchiaioni di fiocchi di avena bio, mezzo bicchiere di latte di mandorla, del miele e dei frutti rossi (lamponi e mirtilli). Mettiamo i fiocchi di avena in una tazza e copriamoli con il latte, quindi mettiamo la tazza in microonde per uno o due minuti in base alla potenza del forno. I fiocchi devono gonfiarsi e assorbire il latte formando una sorta di “pappa”. Completiamo con i nostri frutti rossi freschi e, eventualmente, un cucchiaino di miele.

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Pasta di avena pomodorini, zucchine e pesto

Al posto della classica pasta di grano possiamo scegliere la pasta d’avena, dal sapore leggermente diverso e ottima perché ci permette di variare i nutrienti. Cuociamola secondo le indicazioni sulla confezione e nel frattempo in una padella prepariamo il sugo nel quale poi la mescoleremo: tagliamo 200 grammi di pomodorini a metà e una zucchina a tocchetti e mettiamoli a rosolare in un filo d’olio. Dopo qualche minuto schiacciamo i pomodorini con un cucchiaio di legno in modo che lascino andare il sughetto. Verso fine cottura completiamo con due cucchiai di pesto al basilico. Una volta cotta la pasta mescoliamola nella padella e serviamo calda.

Biscotti con cornflakes, avena e uvetta

Una delle ricette che i nostri figli preferiscono in assoluto e che noi amiamo perché possiamo anche riciclare i fondi delle scatole di cereali! Parliamo dei biscotti ai cereali e uvetta, la cui ricetta potete trovare qui.

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Pancake d'avena dell’ultimo minuto

Per realizzare una deliziosa pastella per pancake basta frullare mezza tazza di fiocchi di avena con mezza banana, un vasetto di yogurt alla frutta e un uovo. Cuociamola a cucchiaiate in una padella antiaderente a fuoco vivo e guarniamo poi con della frutta fresca.

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Polpette di avena e quinoa con zucchine

Vi sono rimasti dei fiocchi di avena e della quinoa? Avete delle verdure in forno avanzate? Ecco la ricetta perfetta! Mescoliamo della quinoa con l’avena, due uova, del formaggio cremoso e degli spinaci e mezza zucchina tritati. Saliamo e pepiamo, formiamo delle polpette e cuociamo in padella con un filo d’olio!

Torta crumble con avena e frutti rossi

E per dessert? La nostra torta crumble con avena, mele e frutti rossi, non solo bellissima da vedere ma anche buonissima e sostanziosa, tutta naturale! Ecco la ricetta.

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Giulia Mandrino

Ricordate quando vi avevamo suggerito una lista di regali diversi dai soliti giocattoli da fare trovare ai bambini sotto l’albero? Naturalmente era solo uno spunto e valeva anche per le occasioni durante l’anno (compleanni, giornate speciali…). Ci avete provato?

Ciò che suggerivamo era di puntare sulle esperienze più che sui giocattoli, sui corsi, sulle giornate in famiglie e sulla lettura più che sui soliti oggetti che i bambini trovano bene impacchettati la mattina di Natale (e ai compleanni). Perché? Perché di giocattoli ne hanno sempre e comunque troppi. State tranquilli: non rimarranno senza se noi genitori ci discostiamo da questa tradizione. E sappiamo anche che possedere troppi giocattoli non fa bene ai bambini.

Se il nostro suggerimento veniva dal buonsenso, tuttavia, ora c’è perfino uno studio scientifico che conferma la nostra teoria: meglio quindi regalare esperienze al posto dei soliti giocattoli, e ora vi spieghiamo in dettaglio perché.

Regalare esperienze è meglio di donare giocattoli e la scienza ce lo conferma: lo studio che rivela come regalare esperienze sia molto benefico

Lo studio al quale ci riferiamo è stato pubblicato sul Journal of Consumer Research nel 2016 dalle ricercatrici Cindy Chan e Cassie Mogilner. “Experiential Gifts Foster Stronger Social Relationships than Material Gifts”, “I regali esperienziali aiutano a sviluppare relazioni sociali più solide rispetto ai regali materiali”: un titolo lungo per dire, in altre parole, “W i regali esperienziali, sono meglio dei giocattoli!”.

La ricerca è stata condotta presso l’Università di Toronto. Le studiose volevano mettere in luce come i regali esperienziali siano più efficaci di quelli materiali e di quali siano le conseguenze sulle relazioni future dei bambini. La conclusione è che i primi sono effettivamente più benefici perché in primo luogo le esperienze tendono sempre a premere bottoni emotivi in chi le riceve e le prova.

Se ci pensiamo è verissimo: le sensazioni provate ad un concerto, le cose imparate da una rivista ricevuta per un anno intero, il rilassamento alla SPA in famiglia, il divertimento del campeggio e la bellezza provata in un museo (ad esempio) rimangono molto più a lungo rispetto ai sentimenti (più piatti e semplici) lasciati da un giocattolo che a ben vedere utilizzano o tutti i giorni o, alla peggio, per una volta (per poi mollarlo perché nemmeno apprezzato).

Le ricerche precedenti fatte su questo argomento non prendevano praticamente in considerazione questo aspetto emozionale, mettendo in luce solamente due fattori principali che rendono i regali esperienziali più benefici di quelli materiali, e cioè l’apprezzamento del regalo (come dicevamo, di giocattoli i bambini ne hanno moltissimi e anche se faticate a crederci in fondo apprezzano molto di più un concerto) e, soprattutto, gli aspetti educativi del regalo.

Le esperienze, naturalmente, sono di gran lunga più benefiche di un giocattolo, e questo è un aspetto che già possiamo comprendere da noi. Ciò che questa ricerca svela, dunque, è il beneficio che questi gesti portano sulle relazioni future dei bambini. Perché dando la possibilità di fare esperienza di emozioni diverse dal solito stiamo dando al bambino una risorsa molto importante: l’apprezzamento delle relazioni. Donare e fare regali è qualcosa di molto importante nella vita di una persona e quando apprezziamo a tal punto un regalo ameremo anche donare a nostra volta.

Un regalo crea un legame profondo tra due persone, e regalare un’esperienza lo fa ancora di più. Fa sentire qualcuno vicino nel momento in cui si scambia il regalo e nel momento in cui lo si vive (insieme o da soli, ricordando comunque sempre la persona che l’ha donato). Ecco il “plus”, il valore aggiunto delle esperienze rispetto ai giocattoli: non solo l’essere educativi, non solo l’essere più stimolanti e apprezzati, ma l’essere fonte d’amore e l’essere un filo che unisce le persone.

Giulia Mandrino

L’asilo che più amiamo al mondo? Non l’oasi nel centro di Tokyo, non l'“As.In.O”, non la scuola materna con orto degli architetti aut—aut. Anche se, diciamolo, sono pazzeschi, bellissimi ed educativamente in linea con il nostro pensiero.

No, la scuola materna che ci piace più di tutte è la Puddle Jumpers Nature Preschool, che oltre ad essere una sorta di scuola nel bosco fa del fango un elemento imprescindibile nell’educazione dei bambini. Ed è super genuina, autentica e unica.

La Puddle Jumpers Nature Preschool, un asilo che amiamo: la scuola materna che fa della natura lo spazio principale d’educazione

Il fango come educazione? Vi avevamo già parlato di quanto la terra bagnata sia per i bambini un’esperienza importantissima e fondamentale per la crescita. E poco tempo fa avevamo scoperto il bellissimo parco divertimenti dedicato proprio a questo elemento, in Australia, un paradiso per i bimbi (e gli adulti!) che amano rotolarsi nella terra godendo di tutto ciò che la natura ci offre.

Immaginate quindi la bellezza di una scuola materna che addirittura nel nome contiene la paola “pozzanghere”. Si trova a Hampstead, negli Stati Uniti, ed è stupenda.

L’educazione della Puddle Jumpers Nature Preschool si fonda su alcuni principi semplicissimi ma eloquenti e condivisibili da chi, come noi, auspica ad un ritorno ad una educazione naturale, verde e libera. La scuola vuole essere un luogo per bambini senza gabbie metaforiche e fisiche. Un luogo nel quale si esplora quotidianamente, nel quale gli spazi chiusi sono l’eccezione e nel quale l’esterno è l’aula principale dell’educazione dei bambini.

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La scienza qui la si impara con le mani, uscendo in giardino e toccando la terra, conoscendo gli insetti da vicino. La si impara cucinando torte di fango, toccando le piante (c’è una zona dedicata proprio alle piante aromatiche, da toccare come si vuole!), saltando nelle pozzanghere. Perché il nome significa proprio “Asilo naturale dei saltatori di pozzanghere” e di conseguenza qui non si esce solo nelle giornate di sole senza nuvole ma anche e soprattutto in quelle di pioggia, piene di fango e pozzanghere, per fare una completa esperienza della natura.

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Dovremmo prendere sempre esempio da questa pre-school americana (una sorta di scuola materna per gli anni immediatamente precedenti alla scuola elementare): la Puddle Jumpers fa sua la filosofia del “non esiste cattivo tempo ma solo cattivo abbigliamento” e porta i bambini ad amare la natura giocandoci.

I piccoli si trovano a proprio agio, perché la natura è il proprio elemento. Non si trovano frenati, si trovano benissimo con ogni tempo atmosferico, sanno trovare divertimento in ogni angolo e attraverso il loro corpo e le loro mani scoprono il mondo nella maniera più sana che potremmo immaginare.

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Perché, sì, sono bambini certamente più sani di quelli che passano la maggior parte del proprio tempo chiusi in classi ben igienizzate. Gli anticorpi se li fanno direttamente a contatto con i batteri e il loro corpo si immunizza nella maniera più naturale possibile.

E poi la varietà di esperienze che la natura e l’esterno offrono sono differenti ogni giorno, ogni mese, ogni stagione dell’anno. Non come nelle classi chiuse, sempre uguali, differenti per pochissimi dettagli e diverse nel corso dell’anno solo grazie alla mano degli educatori. Il verde è mutevole per natura e ciò che i bambini scoprono è preziosissimo, ogni giorno.

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Giulia Mandrino

L’importanza scientifica dell’intervallo

Martedì, 26 Giugno 2018 13:44

Esattamente come il gioco libero, l’intervallo a scuola è un momento fondamentale della vita quotidiana dei nostri bambini. Ve ne avevamo già parlato qui, sottolineando gli aspetti positivi di questa pausa libera a scuola, che non dovrebbe essere eccessivamente controllata da parte degli insegnanti e degli educatori ma che dovrebbe essere considerata un momento di gioco libero nel quale i bambini, con libertà, sperimentano i limiti, i ruoli e le relazioni sociali.

A venirci incontro è uno studio scientifico pubblicato nel gennaio del 2013 sulla rivista Pediatrics, specializzata in pediatria.

L’importanza scientifica dell’intervallo: perché la pausa tra le lezioni è di vitale importanza nella vita dei nostri bambini

“The crucial role of recess in school”, ovvero “il ruolo cruciale dell’intervallo a scuola”: il titolo della ricerca è molto evocativo. Gli studiosi coinvolti (tra i quali il dottor Robert Murray e la dottoressa Catherine Ramstetter) volevano semplicemente mettere in luce, portando a sostegno dei validi argomenti scientifici, quanto la tendenza a diminuire i minuti dell’intervallo nelle scuole di tutto il mondo sia pericolosa, poiché l’intervallo è in realtà un momento insostituibile e necessario nella vita quotidiana dei bambini.

Durante l’intervallo, infatti, il cervello dei bambini ha la possibilità di staccare e di rompere gli schemi seguiti durante la giornata, deconcentrandosi. Ma non è finita qui, poiché giocare liberamente durante l’intervallo offre ai bambini benefici cognitivi, sociali, emotivi e fisici da non sottovalutare. Addirittura, i ricercatori definiscono l’intervallo come un complemento dell’educazione fisica. Questo perché spesso gli insegnanti tendono ad associare le due cose, diminuendo il tempo dell’una e dell’altra poiché “in eccesso”. In realtà le due cose non si sovrappongono in alcun modo ma si completano in maniera strettissima e importante.

Se l’educazione fisica, infatti, è fondamentale per lo stimolo di svariate capacità fisiche e sociali, l’intervallo lo diventa allo stesso modo per altre abilità. Durante l’intervallo i bambini giocano, camminano, corrono, chiacchierano, inventano, il tutto senza la supervisione costante e senza le regole imposte dagli adulti, e attraverso tutto questo sviluppano capacità che altrimenti rimarrebbero sopite.

La pausa tra le lezioni permette ai bambini di riposare, giocare, immaginare, muoversi, pensare e soprattutto socializzare. E se questo non bastasse a fare capire l’importanza di questo momento, pensiamo solo ai benefici a livello accademico: dopo l’intervallo i bambini sono molto più attenti e ricettivi e le loro capacità intellettive sono acutizzate. Questo perché esattamente come noi adulti per lavorare bene è necessario staccare un attimo ogni tanto.

Tornando quindi ai benefici a livello sociale, l’intervallo è insostituibile perché è un momento quasi unico durante la giornata. I bambini non hanno in nessun altro luogo le possibilità che gli dà l’intervallo: non durante le lezioni condotte dagli insegnanti, non al parco supervisionati dai genitori, non durante le attività del dopo scuola, non a casa… Perché è praticamente solo durante l’intervallo che possono giocare con i ruoli, determinare le proprie regole, fare gruppo, interagire con i loro coetanei in libertà. Il tutto sotto la supervisione degli insegnanti, che è diversa da quella dei genitori.

Durante l’intervallo, quindi, i bambini imparano a comunicare tra loro, a negoziare, a litigare, a cooperare, a condividere, a risolvere i problemi. E poi provano sulla propria pelle l’autocontrollo e mille altre abilità, il tutto con i propri compagni, non confrontandosi con gli adulti.

Tutte queste frasi sembrano quasi un’ovvietà, ma non è così, perché è vero che l’intervallo viene sempre considerato pochissimo o addirittura ne vengono diminuiti i minuti a favore di altre lezioni. No, non è assolutamente giusto e non è nemmeno producente. Anzi. Diminuire le ore di intervallo significa togliere ai bambini energia e concentrazione innanzitutto. E significa in secondo luogo negare loro la possibilità di crescere armonicamente.

Giulia Mandrino

Non so voi, ma quando i bambini arrivano trepidanti con una nuova scoperta tra le mani oppure tentano qualche impresa bislacca in giardino, noi sorridiamo. A volte sospiriamo, è normale. Ma se ci pensiamo bene fino in fondo ne siamo felicissimi, perché sono questi i momenti nei quali la loro curiosità e il loro senso di meraviglia si manifestano.

E il senso di meraviglia, quel sentimento che li rende entusiasti, affascinati e estasiati dal mondo, che li lascia a bocca aperta e che fa amare loro la natura è quanto di più preziono possiedono durante l'infanzia.

Curiosità e senso di meraviglia sono il tesoro dei nostri figli: il gioco libero e nella natura è la via per una crescita sana, equilibrata e piena di magia

A volte rimangono sdraiati nel prato per vedere quanti insetti salgono su di loro come fossero parte del paesaggio. Altre provano a stare in acqua per il maggior tempo possibile osservando quante grinze appaiono sulle dita. Per non parlare di quando seguono fuori il cane o il gatto cercando di comportarsi come loro.

Sono moltissimi i gesti che i nostri bambini compiono e che svelano tutta la loro intraprendenza e la voglia di esplorare. E, facciamoci caso: capita quasi sempre quando escono nella natura, come se si sentissero più liberi, meno costretti dai muri delle regole casalinghe. La loro curiosità esplode, si lasciano trasportare dal vento, dall’erba, dai rumori, e tutto diventa un grande microscopio sotto al quale scoprire il mondo.

Tutto questo però non ci mostra solo la curiosità dei bambini, ovvero quella capacità di interessarsi al mondo per tentare di capire come funzionano le cose. Ci mostra soprattutto la meraviglia che li colpisce e che fa amare loro il mondo, ciò che sta loro attorno, come se tutto fosse una grande magia nella quale siamo fortunati a vivere.

Questo senso di meraviglia è tipico dell’essere umano, ma viene quasi sempre perso durante gli anni della crescita. Questa caratteristica ci rende entusiasti del mondo, della natura, di ciò che ci sta attorno. E ci fa sentire come se qualunque cosa fosse possibile. Per un bambino l’impossibile non esiste, no? Beh, è anche grazie a questo senso di meraviglia, poiché due occhi che si meravigliano ogni volta che scoprono un nuovo fiore, una nuova coda di lucertola che ricresce o un formicaio gigantesco sentono che nulla è impossibile e che la natura è immensa.

Grazie al senso di meraviglia i bambini vedono l’unicità di ogni piccola cosa, ne apprezzano ogni caratteristica, si lasciano affascinare dai dettagli. E questa predisposizione li porta anche in un’altra, importantissima, direzione. Quella dell’apertura mentale. Perché un bambino che ama stupirsi non smetterebbe mai di lasciarsi affascinare e dentro di sé sa che solo tenendo la mente aperta potrà fare nuove esperienze e toccare con mano nuove meraviglie.

Purtroppo però questo senso della meraviglia si trova messo a dura prova dalla società in cui viviamo. La tecnologia e le regole ci incanalano fin da piccoli e il rischio è quello di non sperimentare a fondo questa magnifica sensazione necessaria per la crescita armonica degli esseri umani.

Che fare quindi per essere certi di proteggere questo senso e di dare ai nostri figli la possibilità di continuare ad incuriosirsi e affascinarsi?

Innanzitutto cerchiamo sempre il contatto con la natura, anche quando viviamo in città. Durante la settimana possiamo recarci al parco oppure tenere un orto sul balcone e fare giardinaggio in casa, e durante il weekend possiamo prendere l’occasione di trovare sentieri per passeggiate e picnic o spiagge sulle quali correre e giocare.

Cerchiamo poi di affidarci sempre al gioco libero e non solo a quello pieno di regole. Lasciamo che i bambini corrano nei prati, inventino giochi nella natura, esplorino senza che noi imponiamo nulla e senza alcun suggerimento. Sdraiamoci sul prato e annusiamo, guardiamo le stelle, tocchiamo l’erba insieme a loro.

Al posto di sederci sul divano davanti alla TV, usciamo. Facciamo domande ai bambini, come se anche noi stessimo esplorando con loro, ma non indirizziamoli e non usciamo già premuniti di regole. Non portiamo con noi giocattoli: i bastoni, i sassi, i fiori e le foglie saranno strumenti bellissimi. E non lasciamoci spaventare dalla noia: se i bambini si annoiano la loro creatività galoppa, così come il loro senso di meraviglia, che pian piano si risveglierà!

Giulia Mandrino

Siamo sempre alla ricerca di regali originali, creativi, di qualità. Se poi i materiali sono anche unici ci piacciono ancora di più. Oggi vi raccontiamo una scoperta che ai miei figli piace tantissimo: sono i mattoncini Matto!

MATTO è un mattoncino in terracotta, entrato sul mercato appena 5 anni fa. La visione iniziale dei suoi fondatori era quella di creare un gioco libero e naturale di costruzione, che consentisse ai bambini di progettare, realizzare e modellare realtà e strutture a loro piacimento.

Le costruzioni naturali ed etiche che fanno bene alla concentrazione: oggi parliamo di Matto Costruzioni, i mattoncini di terracotta che stanno spopolando

I mattoncini sono realizzati a mano su stampi di gesso da un team di mamme che contribuiscono a crearsi un piccolo reddito extra, lavorando magari la sera, con la famiglia, intorno al tavolo di casa (un motivo in più per sostenere questa realtà!).

Spesso si avvalgono anche dell’aiuto (retribuito) di associazioni come Exodus (http://www.exodus.it/): pensate che il processo di modellazione dell’argilla è considerato terapeutico in quanto si crea un flusso di svuotamento dei pensieri, una sorta di mind flow.
Tutto è realizzato a mano: gli stampi, i mattoncini, le scatole di legno da un falegname, i sacchetti in cotone cuciti da una sarta, il materiale illustrato stampato e ritagliato a mano, la serigrafia… Non vi è nessun utilizzo di vernici o elementi chimici e anche la sottile pellicola che rende più piacevole al tatto il mattone è creata con dei bagni in farina di riso.

Per i più piccoli è stato creato MATTO PUZZLE, che ben si adatta alle loro caratteristiche. Esiste un gioco da tavolo MATTO CRAFT con regole e dado personalizzato, una versione MATTO LOVE per gli innamorati e ultimamente stanno sviluppando il progetto MATTO COLOR, con la creazione di tanti personaggi che diventeranno protagonisti di storie illustrate.

MATTO riporta nella realtà la visone creativa di un bambino, che sembra quasi scoprire per la prima volta il mondo che lo circonda, fatto di profondità, equilibri, sfide di gravità, luce, buio, materiali veri e pesanti. Ovvero tutto ciò che sta un po’ andando a perdersi a causa del mondo virtuale che ci impone la nuova tecnologia.

Il bimbo attraverso il gioco libero di costruzione effettuato con materiali naturali come i mattoncini Matto impara a usare le mani, a fare ragionamenti, a calcolare e a cercare immagini dentro di sé. Associando il gioco di costruzione al gruppo, bambini e bambine, anche sconosciuti tra loro, instaurano subito un rapporto di complicità e lavorano in team aiutandosi e contribuendo a realizzare anche i progetti degli altri.

I miei bimbi sono particolarmente concentrati quando giocano con questi mattoncini: amano in particolare riprodurre costruzioni che hanno studiato a scuola (come per esempio le piramidi), le astronavi, i castelli…

Proprio per questa capacità di stimolo della concentrazione, il team Matto ha creato una linea SCUOLA, insieme ad alcune maestre: l’azienda e le insegnanti stanno sviluppando insieme questo progetto con esercizi e applicazioni didattiche mirate.

Il legame stretto con i bambini porta spesso l’azienda ad essere a fianco di iniziative benefiche a loro favore, con il sostegno ad associazioni, Onlus, ospedali, come è avvenuto per esempio con il Reparto Pediatrico del Fatebenefratelli di Milano, l’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo e con La via dei Colori.

 

Giulia Mandrino

Sesso durante le mestruazioni, perché no?

Lunedì, 25 Giugno 2018 14:40

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: ogni mamma sa cosa è più giusto per suo figlio, sa quale educazione applicare in casa, sceglie tutto ciò che ruota attorno alla sua famiglia secondo il proprio giudizio. E non ci sono modi giusti o sbagliati, solo personali. Allo stesso modo una donna deve vivere il sesso come si sente, senza forzature o freni di alcuna sorta, che siano essi imposti dalla società o dal partner.

Entrando in questo ambito c’è certamente un argomento ancora molto scottante: il sesso durante le mestruazioni. Perché scottante? Perché se fino a poco tempo fa era assolutamente un tabù finalmente lo si sta cominciando a vedere come qualcosa di naturale. E questo fa sì che le donne possano scegliere.

Sesso durante le mestruazioni, perché no? Il sesso durante il ciclo è benefico ed è giusto che una donna possa scegliere se farlo o meno senza essere frenata dalla società

Ognuno vive la sua vita sessuale come meglio crede, e di questo ne siamo assolutamente convinte. Questo articolo, dunque, non vuole puntare il dito contro nessuno né dichiarare alcune donne più nel giusto di altre solo perché scelgono o meno una certa pratica. Semplicemente, dal momento che finalmente possiamo parlare senza tabù (a livello emozionale e a livello fisico) di sesso, possiamo chiarire tutti i dubbi attorno al sesso durante le mestruazioni, in modo che una donna possa scegliere.

Perché sono ancora molto poche le donne che fanno sesso durante le mestruazioni, ma non per una scelta cosciente. Si tratta più di un “divieto” inculcato nelle teste delle donne e degli uomini nei secoli. La donna mestruata, infatti, non è solo oggetto di battute e derisioni squallide e, diciamolo, ormai superate, ma è stata seriamente additata, storicamente, di essere “contaminata” nei giorni del ciclo. Giorni che naturalmente non si potevano nominare, e che invece finalmente oggi riusciamo a chiamare con il loro nome: ciclo mestruale.

No, non siamo contaminate. Non facciamo morire le piante se le tocchiamo. Ma per quanto faccia ridere c’è ancora chi ci crede. E allo stesso modo c’è chi ancora crede che sia impossibile o addirittura dannoso fare sesso durante il ciclo mestruale. Non è così, ma, anzi, ha addirittura dei benefici e dei lati positivi assolutamente sorprendenti.

Innanzitutto, pensiamoci per un attimo: spesso durante il ciclo fa male la pancia. I muscoli si contraggono e i dolori possono diventare anche insopportabili. Certo, nel momento in cui sono lancinanti l’ultima cosa a cui pensiamo è il sesso, ma le endorfine, l’ossitocina e la dopamina che si sprigionano con l’orgasmo sono super benefiche per il dolore, proprio come quando abbiamo mal di testa (ebbene sì: il mal di testa non può più essere una scusa, perché il sesso allevia le emicranie!).

Anche la durata del ciclo ne beneficia, poiché gli spasmi uterini provocati dall’orgasmo aiutano ad aumentate il flusso di sangue e a ridurre così la durata delle mestruazioni. Non è vero, dunque, che l’orgasmo le “blocca”, ma semplicemente le velocizza.

E infine provate a concentrarvi: non vi è mai capitato di provare uno sbalzo di desiderio proprio nei giorni del ciclo? Gli ormoni in quei giorni agiscono moltissimo sul nostro corpo e anche il desiderio ne trae beneficio. Ecco perché è bene approfittarne senza paura, ma, anzi, con entusiasmo: gli stessi ormoni responsabili dell’aumento del desiderio aumenteranno anche l’intensità del piacere durante l’atto.

Se proprio non amiamo il sangue e l'idea di fare un casino, ci sono comunque soluzioni: la prima è il disco mestruale (che è come una coppetta, ma piatto e fatto anche per il sesso durante le mestruazioni); la seconda è usare un diaframma contraccettivo (se già lo utilizziamo come birth control); oppure, ancora, usare una coperta apposta da infilare sulle coperte o optare per del sesso non penetrativo (o anale, ad esempio).

Tutto questo, naturalmente, solo se ce lo sentiamo! Perché il sesso deve essere un piacere, qualcosa nel quale ci sentiamo a nostro agio, senza nessuna forzatura e senza vergogna, senza freni sociali e senza obblighi psicologici di alcun tipo.

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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