Oggi come oggi proteggere i bambini dai potenziali pericoli sembra essere la priorità assoluta dei genitori. Giustissimo.
Eppure secondo i neuropsichiatri infantili il vero compito degli adulti non dovrebbe essere quello di eliminare ogni rischio, ma di educare i più piccoli ad affrontare in modo consapevole le difficoltà e le sfide della vita. Dare gli strumenti, quindi, piuttosto che schermare.
Perché è importante imparare a gestire il rischio
La naturale curiosità che caratterizza i bambini li spinge a esplorare, sperimentare e talvolta anche a mettersi in situazioni potenzialmente rischiose. Negare ai bambini questa possibilità, secondo gli esperti, può impedire loro di sviluppare autonomia, responsabilità e autostima. Il confrontarsi con limiti e difficoltà, infatti, rappresenta infatti una tappa cruciale per la crescita personale, la sicurezza di sé e la capacità di riconoscere e gestire le emozioni.
Come detto, negli ultimi anni la tendenza a limitare l’esposizione dei bambini ai rischi ha prodotto spazi di gioco sempre più sicuri ma anche meno stimolanti. Secondo gli esperti, invece, un ambiente che permette di affrontare rischi calcolati e ragionevoli aiuta i bambini a sviluppare strategie di fronteggiamento utili non solo nell’infanzia, ma per tutta la vita.
Essere adulti “accompagnatori”, piuttosto che “protettivi a oltranza”, significa conoscere bene i materiali e gli ambienti frequentati dai bambini, osservarli senza invadere, offrire parole e sguardi di fiducia e favorire esperienze che mettano alla prova i piccoli, lasciando che siano loro stessi a trovare le soluzioni migliori. Con buonsenso e attenzione.
Gli 8 consigli degli esperti per educare al rischio
I neuropsichiatri dell’associazione Sinpia hanno individuato otto principi fondamentali per aiutare i genitori a svolgere questa preziosa funzione educativa:
- Consentire ai bambini di esplorare ambienti e situazioni nuove proporzionate alla loro età, senza intervenire continuamente per evitare piccoli incidenti.
- Favorire il gioco libero, con una supervisione discreta e a distanza, lasciando spazio all’iniziativa personale.
- Promuovere la gestione delle emozioni, aiutando i bambini a comprendere ciò che provano quando si trovano in situazioni inusuali o potenzialmente rischiose.
- Comunicare fiducia, trasmettendo ai figli la consapevolezza che possono riuscire a gestire da soli alcune difficoltà, intervenendo solo se strettamente necessario.
- Offrire gradualità nelle esperienze, aumentando pian piano il livello di complessità delle attività, in base all’età e alle capacità del bambino.
- Accettare piccoli fallimenti, insegnando che cadere o sbagliare fa parte dell’apprendimento e non rappresenta una sconfitta definitiva.
- Creare occasioni di autonomia, per stimolare il senso di responsabilità.
- Valorizzare il gioco all’aperto e il contatto con la natura, che offre innumerevoli occasioni di scoperta e di confronto con il rischio in modo controllato.
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