La recente sentenza della Corte Costituzionale italiana ha stabilito che anche le persone single possono adottare minori stranieri in stato di abbandono. Una decisione che rappresenta un cambiamento significativo per le adozioni internazionali in Italia. Ma perché? E come funziona?
Prima di questa sentenza, l'articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983 escludeva le persone single dalla possibilità di adottare minori stranieri residenti all'estero. La normativa italiana privilegiava le coppie eterosessuali sposate, ritenendo che potessero offrire un ambiente familiare più stabile per il minore adottato. Questa esclusione ha sollevato dibattiti riguardo alla sua conformità con i principi costituzionali e con gli obblighi internazionali assunti dall'Italia.
Il 21 marzo 2025, la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza numero 33, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'articolo 29-bis, comma 1, nella parte in cui non include le persone singole tra coloro che possono adottare un minore straniero residente all'estero. La Corte ha rilevato che questa esclusione viola gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La Corte ha sottolineato che l'esclusione delle persone single dall'adozione internazionale comprime in modo sproporzionato l'interesse dell'aspirante genitore a rendersi disponibile per un istituto ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore. L'interesse a diventare genitori, pur non costituendo un diritto assoluto all'adozione, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e deve essere considerato insieme ai molteplici e primari interessi del minore.
La Corte ha inoltre evidenziato che le persone single sono, in linea di principio, idonee ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso. Resta che spetta sempre al giudice valutare concretamente l'idoneità dell'aspirante genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenere il minore. Tale valutazione può includere anche l'analisi della rete familiare di riferimento dell'aspirante genitore.
Con questa decisione, le persone singole possono ora presentare domanda di adozione internazionale seguendo le stesse procedure previste per le coppie sposate. Dopo aver ottenuto l'idoneità all'adozione, sarà il Paese estero (attraverso l'ente autorizzato scelto) a valutare se esiste un bambino compatibile per l'adozione da parte dell'aspirante genitore, come avviene anche per le coppie sposate.
Sebbene la sentenza abbia immediatamente effetto, è auspicabile un intervento legislativo per adeguare la normativa vigente alle nuove disposizioni. Questo aggiornamento normativo dovrebbe garantire che le procedure di adozione siano sempre orientate al superiore interesse del minore, valutando caso per caso l'idoneità degli aspiranti genitori, indipendentemente dal loro stato civile.
"Nella vecchia fattoria" è una delle canzoni più conosciute e amate dai bambini in Italia. Un brano intramontabile, essenzialmente. Un po' perché è estremamente orecchiabile, un po' perché è ormai la canzone per bambini per antonomasia e un po' perché bimbi e bimbe possono imparare anche i versi degli animali da fattoria.
La canzone, peraltro, ha origini che risalgono a una melodia tradizionale anglosassone, "Old che risale almeno al XIX secolo. Ecco dunque il testo sia in italiano che in inglese, per imparare tutta la canzone e non solo la famosissima prima strofa.
Nella vecchia fattoria ia-ia-oQuante bestie ha zio Tobia ia-ia-oC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Attaccato a un carrettino ia-ia-oC'è un quadrupede piccino ia-ia-oL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Tra le casse e i ferri rotti ia-ia-oDove i topi son grassotti ia-ia-oC'è un bel gatto, gatto, ga-ga-gattoL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Tanto grasso e tanto grosso ia-ia-oSempre sporco a più non posso ia-ia-oC'è il maiale-ale-a-a-aleC'è un bel gatto, gatto, ga-ga-gattoL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Poi sull'argine del fosso ia-ia-oAlle prese con un osso ia-ia-oC'è un bel cane, cane, ca-ca-caneC'è il maiale-ale-a-a-aleC'è un bel gatto, gatto, ga-ga-gattoL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Nella stalla silenziosa ia-ia-oDopo aver mangiato a iosa ia-ia-oDorme il bue, bue, bu-bu-bueC'è un bel cane, cane, ca-ca-caneC'è il maiale-ale-a-a-aleC'è un bel gatto, gatto, ga-ga-gattoL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capraNella vecchia fattoria ia-ia-o
Coi fratelli e con la chioccia ia-ia-oNel cortile fa la doccia ia-ia-oIl pulcino-cino-ci-ci-cinoDorme il bue, bue, bu-bu-bueC'è un bel cane, cane, ca-ca-caneC'è il maiale-ale-a-a-aleC'è un bel gatto, gatto, ga-ga-gattoL'asinello-nello-ne-ne-nelloC'è la capra, capra, ca-ca-capra
Nella vecchia fattoria ia-ia-oQuante bestie ha zio Tobia ia-ia-oNella vecchia fattoria... ia... ia... o, uuh
Old MacDonald had a farmEe i ee i oAnd on his farm he had some cowsEe i ee i ohWith a moo-moo hereAnd a moo-moo thereHere a moo, there a mooEverywhere a moo-mooOld MacDonald had a farmEe i ee i oOld MacDonald had a farmEe i ee i oAnd on his farm he had some chicksEe i ee i oWith a cluck-cluck hereAnd a cluck-cluck thereHere a cluck, there a cluckEverywhere a cluck-cluckOld MacDonald had a farmEe i ee i oOld MacDonald had a farmEe i ee i oAnd on his farm he had some pigsEe i ee i oWith an oink-oink hereAnd an oink-oink thereHere an oink, there an oinkEverywhere an oink-oinkOld MacDonald had a farmEe i ee i o
Uno stile di vita sano non protegge solo il cuore, ma anche il cervello. Secondo uno studio dell'università del Maryland, adottare otto abitudini salutari può rallentare l'invecchiamento cerebrale e ridurre il rischio di demenza.
I ricercatori e le ricercatrici hanno analizzato i dati di quasi 19.000 persone tra i 40 e i 69 anni, scoprendo che chi seguiva queste buone pratiche aveva una materia bianca più giovane rispetto all'età anagrafica.
Cosa fare, dunque, per mantenersi giovani? Quali sono le abitudini quotidiane da adottare? Eccole qui di seguito: seguirle non solo aiuta a rallentare l'invecchiamento cerebrale, ma migliora la qualità della vita e riduce il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative nel tempo.
Fare almeno 150 minuti di esercizio fisico moderato a settimana aiuta a mantenere il cervello giovane. Camminare a passo sostenuto, nuotare o andare in bicicletta migliorano la circolazione sanguigna e riducono il restringimento della materia bianca, essenziale per memoria e apprendimento.
Un'alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e noci fornisce i nutrienti necessari per il corretto funzionamento del cervello. Evitare cibi ultra-processati e zuccheri raffinati contribuisce a ridurre l'infiammazione e il declino cognitivo.
L'obesità è un fattore di rischio per molte malattie, incluse quelle neurodegenerative. Mantenere un peso equilibrato aiuta a prevenire alterazioni della materia bianca e a preservare le funzioni cognitive con l'avanzare dell'età.
Un riposo insufficiente influisce negativamente sulla memoria e sulla capacità di concentrazione. Dormire almeno sette ore per notte favorisce il recupero delle funzioni cerebrali e riduce l'accumulo di tossine nel cervello.
Le sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta danneggiano i vasi sanguigni e riducono di conseguenza l'apporto di ossigeno al cervello. Smettere di fumare (o non farlo del tutto!) migliora la circolazione e rallenta il deterioramento cognitivo.
L'ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per ictus e demenza. Monitorare la pressione e adottare uno stile di vita sano aiuta a proteggere il cervello e a mantenere attive le funzioni cognitive.
Un eccesso di colesterolo nel sangue può compromettere la salute dei vasi cerebrali. Mantenere livelli equilibrati, attraverso una dieta sana e l'attività fisica, riduce il rischio di danni alla materia bianca.
Livelli elevati di zuccheri nel sangue possono contribuire all'infiammazione e all'invecchiamento precoce del cervello. Adottare una dieta bilanciata e fare esercizio aiuta a mantenere stabile la glicemia, riducendo il rischio di deterioramento cognitivo.
"Adolescence" è una nuova miniserie drammatica disponibile su Netflix: affronta temi complessi legati alla violenza giovanile e alle influenze sociali contemporanee. Il tutto come un thriller psicologico.
La trama segue la famiglia Miller, la cui vita viene sconvolta quando il figlio tredicenne, Jamie, viene accusato dell'omicidio di una compagna di classe. Questo evento traumatico costringe la famiglia, insieme al detective incaricato e alla terapeuta di Jamie, a interrogarsi su cosa sia realmente accaduto e sulle cause profonde di tale gesto.
La serie - di puntata in puntata in un crescendo continuo - esplora in profondità il fenomeno della mascolinità tossica e il modo in cui le piattaforme online possono contribuire alla radicalizzazione dei giovani. Personaggi come Jamie sono esposti a pressioni sociali, culture incel e figure controverse come Andrew Tate, noto per le sue opinioni misogine, che possono influenzare negativamente le percezioni e i comportamenti dei ragazzi. Sebbene "Adolescence" non sia basata su una storia vera specifica, trae ispirazione da eventi reali e dati allarmanti. Nel Regno Unito, gli attacchi con coltello tra i giovani sono in aumento, con il 17,3% degli autori di reati appartenenti alla fascia d'età 10-17 anni. Questa crescente violenza giovanile ha spinto i creatori della serie a sensibilizzare il pubblico su queste problematiche urgenti.
La serie si distingue anche per la sua realizzazione tecnica. Diretta da Philip Barantini, ogni episodio è stato girato in un unico piano sequenza, e questo fa sì che l'esperienza sia immersiva e intensa: amplifica la tensione narrativa e avvicina il pubblico alle emozioni dei personaggi.
E poi il cast. Attori e attrici di "Adolescence" si misurano con performance di altissimo livello, finalmente naturali e credibili. Stephen Graham interpreta il padre di Jamie, mentre Ashley Walters e Erin Doherty ricoprono ruoli chiave nella narrazione. I giovani attori Owen Cooper e Fatima Bojang emergono per la loro autenticità e profondità nelle interpretazioni: rendono ancora più credibili e toccanti le vicende dei loro personaggi.
"Adolescence" non si limita dunque a raccontare una storia drammatica, ma serve anche come monito sulle conseguenze delle influenze negative nella vita dei giovani. La serie incoraggia genitori, educatrici ed educatori a prestare maggiore attenzione alle attività online dei ragazzi e a promuovere un dialogo aperto su temi come la violenza, la mascolinità e l'uso responsabile dei social media. Ecco perché, pur drammatica e molto forte, andrebbe guardata.
Preparare la granola fatta in casa è un modo semplice e gustoso per avere a disposizione una colazione o uno snack nutriente, senza conservanti o zuccheri raffinati. A differenza delle versioni industriali, la granola casalinga permette di scegliere ingredienti di qualità e di adattarla ai propri gusti e necessità alimentari.
La granola è un mix di fiocchi di cereali, frutta secca, semi e dolcificanti naturali tostati in forno. È un alimento ricco di fibre, proteine e grassi sani, utile per fornire energia e mantenere il senso di sazietà più a lungo. Se preparata con ingredienti bilanciati, può essere un'ottima alleata per una dieta equilibrata, soprattutto se si evitano zuccheri e oli raffinati.
A seconda degli ingredienti scelti, la granola può avere diversi benefici. Grazie ai fiocchi d'avena e alla frutta secca, aiuta il transito intestinale perché ricca di fibre. Aggiungendo semi o frutta a guscio, diventa un'opzione proteica ideale per la colazione. È perfetta per chi pratica sport o ha bisogno di una colazione sostanziosa. E infine si possono scegliere ingredienti diversi in base alla stagione o alle proprie preferenze.
Fare la granola in casa è semplicissimo e non richiede attrezzature particolari, solo un forno e una teglia. La base più comune è l’avena, a cui si aggiungono frutta secca, semi, dolcificanti naturali e un grasso sano per legare gli ingredienti. Dopodiché, va detto che la graonla è estremamente versatile e i può mangiare: con latte o yogurt, per una colazione nutriente; sul porridge o sul budino di chia, per aggiungere croccantezza; da sola come snack, magari con un po’ di frutta fresca; oppure come base per dolci e barrette, unendo un po’ di miele e pressandola in uno stampo.
Se conservata in un barattolo di vetro ben chiuso, la granola fatta in casa si mantiene croccante per circa due settimane. È importante evitare l'umidità, che potrebbe renderla molle. Per prolungarne la durata, si può anche congelare e scongelare all’occorrenza.
La comunicazione strategica è un approccio consapevole alla trasmissione di messaggi, con l'obiettivo di influenzare pensieri, emozioni e comportamenti in modo efficace. Non si tratta solo di scegliere le parole giuste, ma di gestire il tono, il contesto e i canali di comunicazione per ottenere risultati specifici. È uno strumento fondamentale nel mondo del business, nella politica, nel marketing e nei media, ma anche nella vita quotidiana. Ogni interazione è un'opportunità per costruire relazioni, risolvere conflitti e trasmettere valori con maggiore consapevolezza.
Le parole hanno un impatto diretto sulle emozioni e sulle reazioni delle persone. Un messaggio può essere accolto in modo positivo o negativo a seconda di come viene formulato e del tono utilizzato. Una comunicazione efficace tiene conto delle emozioni dell'interlocutore e usa parole capaci di rafforzare la fiducia, migliorare il dialogo e creare connessioni più profonde. Ad esempio, in un contesto lavorativo, riconoscere i meriti di una persona con espressioni di apprezzamento può aumentare la motivazione e la produttività. Allo stesso modo, evitare termini negativi o ambigui in una trattativa permette di ridurre le tensioni e favorire un accordo.
Nelle relazioni quotidiane, saper comunicare in modo strategico aiuta a evitare conflitti inutili e rafforzare i legami. In una conversazione con un amico o con un partner, scegliere con cura le parole può prevenire fraintendimenti e aumentare la complicità. L'ascolto attivo e l'uso di frasi aperte stimolano un dialogo più profondo, mentre esprimere emozioni in modo chiaro e costruttivo evita il rischio di essere fraintesi. Anche la gestione dei silenzi e del linguaggio del corpo gioca un ruolo importante, perché contribuisce a trasmettere sicurezza e autenticità.
La comunicazione strategica è uno strumento utile anche in famiglia, perché permette di migliorare il dialogo e creare un ambiente più sereno. Con i figli, ad esempio, è fondamentale usare parole che stimolino la fiducia e l'autonomia, evitando critiche eccessive o ordini rigidi. Frasi come "So che puoi farcela" o "Dimmi cosa ne pensi" aiutano a sviluppare autostima e senso di responsabilità. Con il partner, invece, è importante evitare toni accusatori e preferire un linguaggio che favorisca la collaborazione. Espressioni come "Mi piacerebbe trovare insieme una soluzione" invece di "Non fai mai niente per aiutarmi" riducono le tensioni e rendono la comunicazione più efficace. Anche con i genitori e i familiari più anziani, una comunicazione basata su rispetto e ascolto attivo permette di mantenere un dialogo aperto e costruttivo.
Essere consapevoli del modo in cui si comunica è il primo passo per migliorare la qualità delle proprie relazioni. Scegliere le parole con attenzione, adattare il tono alla situazione e prestare attenzione al linguaggio non verbale permette di trasmettere messaggi più chiari e di ottenere risposte più positive. La comunicazione strategica non è manipolazione, ma un modo per costruire relazioni più autentiche e soddisfacenti, basate sulla comprensione reciproca e sulla fiducia.
Tra i libri che si possono leggere per migliorare la propria comunicazione (e insieme il proprio approccio alla quotidianità e alla vita) c'è quello di Paolo Borzacchiello, ritenuto tra i più autorevoli conoscitori dell'argomento. "Il signore delle menti" (acquistabile qui) raccoglie i suoi tre testi in merito: "La parola magica", "Il super senso" e "La quinta essenza".
Il 20 marzo il Forum di Assago diventerà il cuore pulsante della felicità. In che senso? Nel senso che arriva l'Happiness On Tour, una live experience gratuita. L'iniziativa, organizzata dalla Fondazione della Felicità ETS con il supporto della Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano e Comune di Assago, nasce per diffondere un messaggio chiaro: la felicità è il vero motore del successo e del benessere personale.
L'evento si ispira a una ricerca dell'Università di Harvard, secondo cui è la felicità a generare il successo e non viceversa. Attraverso testimonianze di esperti e momenti di interazione, il pubblico potrà scoprire strumenti pratici per migliorare la propria dimensione personale e professionale.
L'Happiness On Tour - per chi non lo conoscesse - è un format live dedicato alla felicità: sul palco si alternano formatori, mental coach sportivi, artisti, manager, professori universitari, musicisti e creator digitali. Ognuno di loro porterà la propria esperienza, con l'obiettivo di offrire al pubblico testimonianze autentiche e spunti pratici per affrontare la vita con un nuovo mindset.
Tra i primi ospiti confermati troviamo Paolo Borzacchiello, esperto di comunicazione strategica e linguistica, che terrà uno speech dal titolo "Se vuoi essere felice, devi usare parole felici!". Il suo intervento sarà incentrato sul potere del linguaggio e su come l'uso consapevole di parole positive possa influenzare il nostro stato emotivo e psicologico.
A seguire ci sarà Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e imprenditore visionario, condividerà la sua personale visione sulla felicità con il talk "10 mosse per raggiungere la Felicità". Secondo Farinetti, la felicità si costruisce attraverso azioni quotidiane e scelte consapevoli, un approccio che ha guidato anche il suo percorso imprenditoriale.
Uno dei momenti più attesi della serata sarà l'intervento di Sebastiano Gravina, noto sui social come "Videociecato". Influencer e content creator, Gravina ha trasformato la sua disabilità visiva in un'opportunità per diffondere un messaggio di resilienza e positività. Durante il suo intervento affronterà il tema della felicità nonostante le difficoltà, dimostrando come ironia e spirito positivo possano essere strumenti potenti per superare le sfide della vita.
Sul palco ci sarà anche Pasquale Acampora, mental coach sportivo, che racconterà le lezioni apprese alle Olimpiadi di Parigi, fornendo strategie utili per affrontare le sfide con un atteggiamento vincente.
Altro ospite d'eccezione sarà Matteo Fraziano, giovane talento dell'illusionismo e dell'arte delle ombre, vincitore dell'edizione 2024 di "Tu Si Que Vales". Con la sua capacità di fondere magia e narrazione visiva, regalerà al pubblico un momento di pura emozione, dimostrando come creatività e immaginazione possano diventare strumenti di felicità.
L'Happiness On Tour non è solo un evento motivazionale, ma anche un'occasione di crescita personale e networking. Il pubblico può infatti interagire con gli ospiti e scoprire come la felicità possa diventare strategica per il successo lavorativo. Le soft skill saranno al centro della serata, con l'obiettivo di fornire strumenti pratici per migliorare la propria vita personale e professionale.
A chiudere l'evento sarà Walter Rolfo, ideatore del format e presidente della Fondazione della Felicità ETS. "Sarà un grande momento di condivisione per ribadire il Diritto alla Felicità di ogni persona, indipendentemente da genere, età, classe sociale, orientamento sessuale, religione o etnia", ha dichiarato Rolfo. "Abbiamo chiamato all’appello protagonisti del mondo dello spettacolo, dello sport, della formazione e della scienza per offrire gratuitamente al pubblico storie di felicità autentiche e preziose".
L'evento si terrà dalle 21 alle 23 ed è completamente gratuito, ma è necessario iscriversi per ottenere il biglietto d'ingresso, digitale o stampato: basta consultare la pagina Eventbrite. L'accesso al Forum di Assago sarà consentito a partire dalle ore 20 attraverso i gate delle tribune.
Negli ultimi cinque anni, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sono aumentati in modo significativo tra bambini e adolescenti, sia in termini di nuovi casi sia per la loro gravità. Questo è quanto emerge dai dati dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, resi noti in occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione su questi disturbi. L'ospedale ha registrato un incremento del 38% nell’attività clinica e un aumento del 64% nelle nuove diagnosi.
Dal 2019 al 2024, i casi diagnosticati sono passati da 138 a 226 all'anno. A preoccupare non è solo il numero, ma anche l’abbassamento dell’età di esordio: i nuovi accessi tra i bambini sotto i 10 anni e tra gli 11 e i 13 anni sono aumentati del 50% in appena un anno. Se fino a qualche anno fa i disturbi alimentari erano considerati un problema tipico dell’adolescenza, oggi i primi segnali possono comparire già a 8 o 9 anni.
SI parla di anoressia, ma anche bulimia, binge eating e altre malattie che riguardano l'alimentazione e il rapporto con il cibo e il corpo.
Secondo Valeria Zanna, responsabile dell’Unità operativa di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù, i pazienti più giovani mostrano quadri psicopatologici più complessi. I problemi legati all’alimentazione si accompagnano spesso a difficoltà psicologiche, come ansia, depressione e bassa autostima. Anche le famiglie appaiono più fragili: difficoltà comunicative e sofferenza emotiva rendono più complicato il percorso di cura.
In Italia, circa 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, pari al 6% della popolazione. Sebbene il 90% dei casi riguardi le donne, la presenza maschile sta aumentando: oggi, nella fascia 12-17 anni, il 20% dei pazienti è maschio. Questi dati evidenziano come il problema non sia solo in crescita, ma anche in evoluzione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio e diversificato.
L’aumento dei casi e la loro gravità impongono una riflessione sulla necessità di una prevenzione più efficace. Riconoscere i segnali precoci, parlare di alimentazione e benessere psicologico in famiglia e a scuola, e garantire un accesso tempestivo alle cure sono elementi fondamentali per invertire questa tendenza.
Molte persone adulte (moltissime!) ancora condividono fake news come se fossero notizie vere e verificate. I problemi sono due: la mancanza di consapevolezza, ma anche la precisione con cui queste notizie vengono diffuse. Sono sempre più verosimili e graficamente ambigue. Non stupisce, quindi, che anche i ragazzi - nativi digitali ma non per questo attrezzati - non siano in grado di riconoscerle.
È molto pericoloso: se i ragazzi e le ragazze non imparano a riconoscere le notizie false, il rischio immediato è che diventino facili prede della disinformazione. Credere a informazioni sbagliate può portarli a fare scelte dannose per la loro salute, come affidarsi a cure non scientifiche o cadere in truffe online. I social, poi, amplificano il problema: più interagiscono con contenuti falsi, più gli algoritmi continuano a proporglieli, chiudendoli in una bolla che rafforza convinzioni errate e li allontana dalla realtà.
Nel lungo periodo, la mancanza di pensiero critico può renderli più vulnerabili alla manipolazione, limitando la loro capacità di analizzare le informazioni in modo autonomo. Una generazione che non sa distinguere il vero dal falso rischia di alimentare il dilagare di teorie del complotto e di discorsi d’odio, influenzando non solo le proprie vite, ma anche il futuro della società. Se la maggior parte delle persone non sa più riconoscere una fonte attendibile, il dibattito pubblico si trasforma in un caos di opinioni infondate, dove chi urla più forte ha più visibilità. Questo mina la fiducia nelle istituzioni, nella scienza e nel giornalismo, mettendo in crisi la capacità collettiva di affrontare problemi complessi.
Per questo è essenziale insegnare fin da subito a verificare le fonti, a porsi domande e a non accettare passivamente tutto ciò che compare sullo schermo. Essere informati nel modo giusto non è solo una questione individuale, ma una responsabilità che riguarda tutti. Anche perché sempre più giovani usano i social come fonte principale di informazione, ma senza strumenti adeguati. Secondo una ricerca condotta da Ipsos, Osservatorio giovani dell’istituto Toniolo e Parole O_stili, il 31% dei ragazzi e delle ragazze mette like a notizie non verificate e il 51% utilizza i social per informarsi.
Lo studio ha coinvolto oltre 4.800 studenti di scuole secondarie e ha rilevato che la maggior parte dei giovani crede di saper riconoscere una fake news, ma molti continuano a interagire con contenuti falsi senza verificare le fonti. Il tempo passato sui social è un fattore chiave: chi li usa più di tre ore al giorno condivide molte più fake news rispetto a chi li utilizza meno.
L’80% dei ragazzi e delle ragazze ritiene che la scuola dovrebbe insegnare come riconoscere le notizie false, mentre solo un genitore su tre affronta il tema dell’uso consapevole di internet in famiglia. Questo lascia molti adolescenti senza una guida adeguata nel gestire l’informazione online.

Il fenomeno delle fake news non riguarda solo i più giovani: anche chi ha maggiori competenze digitali può cadere in errore. Per questo è fondamentale insegnare a tutti l’importanza della verifica delle fonti, promuovendo un uso più consapevole dei social e dell’informazione online.
Educare alla verifica delle informazioni significa fornire strumenti pratici che aiutino a distinguere il vero dal falso. Non basta dire ai ragazzi e alle ragazze di "non credere a tutto", bisogna insegnare loro come farlo, con metodi semplici e applicabili nella vita quotidiana.
Il primo passo è sviluppare un atteggiamento critico verso le notizie. Davanti a un titolo sensazionale o a un post virale, è utile chiedersi: Chi lo dice? Dove l’ho letto? Perché mi sta venendo mostrato? Queste domande aiutano a capire se un’informazione merita fiducia o se serve approfondire.
Bisogna insegnare a riconoscere le testate giornalistiche serie e i siti istituzionali, distinguendoli da blog poco attendibili o pagine social senza alcuna credibilità. Un buon esercizio è confrontare la stessa notizia su più fonti: se viene riportata solo da siti sconosciuti o da chi ha un chiaro interesse a diffonderla, c’è un problema.
Molte fake news si diffondono attraverso contenuti visivi manipolati. Strumenti come Google Immagini o siti di fact-checking (come Bufale.net o Facta) permettono di controllare se una foto è stata modificata o se un video è stato decontestualizzato.
Le piattaforme mostrano contenuti basati sugli interessi dell’utente, non sulla loro veridicità. I ragazzi e le ragazze devono sapere che ciò che vedono non è sempre rappresentativo della realtà, ma è selezionato da algoritmi per catturare la loro attenzione.
A scuola, si possono fare esercizi pratici di fact-checking su notizie virali. In famiglia, può essere utile discutere insieme delle informazioni trovate online, mostrando come verificarle. L’obiettivo non è solo proteggere i più giovani, ma renderli capaci di difendersi da soli dalla disinformazione.
L'8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti delle donne, una ricorrenza importante e non frivola (come vorrebbe chi la chiama meramente Festa della donna), che celebra le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne e delle ragazze in tutto il mondo, ricordando al tempo stesso le discriminazioni e le violenze ancora presenti.
In Italia, uno dei simboli più riconoscibili di questa giornata è la mimosa, un fiore giallo e profumato che viene regalato come segno di riconoscimento e rispetto.
La Giornata internazionale dei diritti delle donne nasce agli inizi del Novecento, in un periodo di forte mobilitazione per i diritti delle lavoratrici e il suffragio universale. Nel 1909, negli Stati Uniti, venne celebrata una prima giornata dedicata alle donne su iniziativa del Partito socialista americano. Successivamente, nel 1910, a Copenaghen, la Seconda conferenza internazionale delle donne socialiste propose di istituire una giornata annuale per la rivendicazione dei diritti femminili. La data dell'8 marzo fu adottata ufficialmente solo nel 1921, in memoria delle proteste delle donne russe che, in quell’anno, manifestarono per la pace e il pane.
Nel corso del tempo, la giornata si è trasformata in un momento di sensibilizzazione sulle disuguaglianze di genere, promuovendo azioni concrete per garantire parità di diritti e opportunità. Dal 1977, l'8 marzo è riconosciuto ufficialmente dalle Nazioni Unite come giornata internazionale.
La tradizione di regalare mimose per la Giornata internazionale dei diritti delle donne nasce in Italia nel 1946, su iniziativa di Teresa Mattei, Rita Montagnana e Teresa Noce, tre esponenti dell'Unione donne italiane (Udi). Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l'Udi cercava un fiore che potesse rappresentare questa giornata e fosse accessibile a tuttə. La scelta cadde sulla mimosa per diversi motivi.
Fiorisce a marzo, quindi è facilmente reperibile nel periodo della festa. È economica e alla portata di tuttə, a differenza delle rose o delle orchidee, rendendola un simbolo popolare e diffuso. È resistente e cresce anche in terreni difficili, una caratteristica che si prestava bene a rappresentare la forza e la resilienza delle donne.
Negli anni, la mimosa è diventata il fiore simbolo della ricorrenza, assumendo un forte valore simbolico.
Sebbene oggi il gesto di regalare una mimosa possa sembrare un atto quasi rituale, il suo significato rimane profondamente legato alla lotta per i diritti e al riconoscimento del ruolo delle donne nella società. Non si tratta solo di un omaggio floreale, ma di un'occasione per riflettere su quanto sia stato fatto e su quanto resti ancora da fare per raggiungere la parità di genere.
La mimosa, con la sua fioritura precoce e la sua vivace tonalità, continua a essere il simbolo di una giornata che vuole ricordare l'importanza del rispetto e dell'uguaglianza, senza dimenticare che ogni giorno dovrebbe essere un giorno di impegno per i diritti di tutte le persone.