La storia di Paola, storia di una donna

Mercoledì, 22 Aprile 2015 10:29

Non era stato facile lasciarsi convincere che lui fosse l'uomo con il quale avrebbe diviso la vita. No. Non ci credeva, le sembrava un passo al limite della devozione.. Per lei il matrimonio doveva significare "per sempre" ed a quel "for ever" si sarebbe votata proprio come prendendo i voti. Paola stasera è in vena di verità. Sarà la primavera, l'aria tersa, il cielo così sgombro di nubi che alle 8.30 di sera sembra ancora pomeriggio... un aperitivo tra vecchie amiche. Amiche di infanzia, che in fondo, conoscendoci da sempre, abbiamo sempre avuto quella distanza che si crea quando ti frequenti più per circostanza che per reale interesse. Quella sera, però un'intimità nuova aveva acceso le nostre amicizie. Un buon bicchiere di vino rosso, corposo e denso che colora labbra e denti. Qualche risata, una manciata di ricordi e qualche scherno sul look anni ottanta che ci vedeva protagoniste dei nostri raduni adolescenziali. Ed eccoci un po' più nude del solito, ad avere voglia di conoscerci veramente, dopo trent'anni di frequentazioni, ce lo dovevamo!
Per me Paola è sempre stata un esempio di rettitudine; quella persona che quando imbocca la strada guarda solo ed unicamente davanti a sé. Sposata da dieci anni, Mai un ripensamento o qualcosa che potesse somigliare ad un dubbio, un'incertezza.... Se imboccava un tunnel guardava dritta al puntino di luce in fondo, cercando di raggiungerlo, senza mai voltarsi. Ambivo a quella sua forza granitica. Mi sentivo un po' cucciola di fronte alle sue certezze. Spesso le esponevo i miei dubbi sentendomi rassicurare fermamente rispetto a ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per me era una specie di bussola, quando credevo di avere imboccato il verso sbagliato la chiamavo perchè mi riportasse sulla strada maestra. Negli ultimi tempi le nostre frequentazioni si erano diradate. Lei con un marito e due bambine, io con una bimba ed un quasi marito, ogni volta che cercavamo di incontrarci dovevamo poi desistere sommerse dalle scuse per rimandare. Lei in fondo mi sembrava si sottoponesse volentieri a maratone davanti alla tv che la sera era diventata come un incantesimo ammaliatore. In fondo la pigrizia si era trasformata in una pigrizia esistenziale e di fatto il quotidiano con i suoi tempi stringenti non aiutava.
Paola prima di sposarsi lavorava come segretaria. Era energica e vitale e non si lasciava sfuggire un'occasione per stare insieme e raccontarsela. Quando conobbe suo marito decisero che sarebbe rimasta a casa. Lui avvocato, riteneva superfluo che dovesse lasciare casa per andare a guadagnarsi uno stipendio risibile. Paola in un primo momento si era sentita sminuita. Poi aveva accettato, incalzata da molte donne intorno a lei... "ma scherzi? Ti prendi i tuoi tempi, dai una sistemata alla casa ed il resto del tempo è tutto per te e per i bambini." E con la nascita della prima bimba non aveva nemmeno più avuto tempo per pensarci. Le sembrava di avere fatto la scelta giusta, in fondo l'unica possibile in quel momento. In due anni ebbe la seconda bimba e le giornate scorsero come gocce d'acqua sul marmo, apparentemente innocue, ma, nella sua vita, pesantemente solitarie. A volte, quando portava le bambine a scuola, le guardava sparire dietro la porta a vetri dell'ingresso e restava un momento immobile come paralizzata da un senso di vuoto. Allora un fremito la scuoteva. Quando entrava in contatto con quel vuoto si sentiva persa, ma in fondo, scoprì poi, era la parte più profonda di se stessa che chiedeva di riemergere. Paola mi parla un po' commossa. Ogni tanto sorseggia il vino nervosamente, come ingoiando un singhiozzo. Quando ha capito che da sola non ce l'avrebbe fatta ne ha parlato con Fausto, suo marito, ma la distanza era diventata atroce, irrecuperabile. A lui piaceva ritrovarsi la sera con la casa linda, un piatto fumante ed una donna sorridente. "che cosa chiedo di impossibile?" domandava inebetito. E Paola non riusciva a rispondergli... Che a lui di che cosa piacesse fare a Paola non importava un fico secco... Che stesse vivendo la vita di qualcun'altra, annullandosi, non gli importava nulla. "ma insomma, se non sai stare al mondo non è colpa mia!" le aveva sibilato. E Paola lì per lì, ferita mortalmente dal suo egoismo si era detta, "in fondo ha ragione, se non sono io responsabile per me stessa, chi dovrebbe esserlo?" era così in effetti, ma un po' di comprensione l'avrebbe aiutata, se non altro a non sentire la terra rompersi tra loro e creare un solco irrimediabilmente profondo. Non gli chiese più nulla. Ma non sorrideva volentieri quando la sera rincasava e tutto era perfetto come lui si aspettava. Non si metteva più quel sorriso falso e reverenziale di chi Sa di dipendere da qualcun'altro. Paola temeva per sé e per le bambine che non riusciva più a vedere come unica ragione di vita, ma come parte di un percorso che la vedeva ancora in cerca di se stessa. Spesso si ritrovava ad aprire il frigorifero ed ingurgitare cibo per sentire del suo corpo solo il gusto, solo quell'inebriante sensazione di sazietà. Il peso crescente la portava ancora più distante da quella se stessa che, in passato, la aveva fatta sentire bene. Si trovava ad un bivio, sentiva come se in quel momento avesse dovuto scegliere se perdersi definitivamente, oppure, se lottare per ritrovarsi. Paola vacillò a lungo su quel confine labile e limaccioso. Poi decise. Tornare ad essere se stessa. Cercò un lavoro, una amica che entrava in maternità lasciava un posto come segretaria. La avrebbe sostituita. Si lasciò convincere dall'idea che fosse un periodo circoscritto, divorata dai dubbi e dai sensi di colpa. Fausto era furente, si sentiva tradito. E Paola non capiva più cosa fosse meglio per sé e cosa lo era per Fausto. A volte guardandosi allo specchio aveva l'impressione di vedere un'estranea. Allora scelse di cercare nuovamente una via di riconoscimento personale. Accettò quel lavoro. Paola, si sentì di nuovo un essere sociale, una persona con una propria vita al di fuori delle mura domestiche. Le piacque molto. Le sembrò di riappropriarsi di se stessa. Il mondo ricominciò a piacerle e la sua certezza granitica: che tutto ruotasse intorno alla felicità di suo marito, era finalmente scalfibile. Si sentiva piena di spirito di avventura e così, si apriva al mondo, alle cose belle, che le piacevano. Una sera della settimana adesso, con grande sforzo per oraganzzarsi, si concedeva una serata con il gruppo del teatro della piccola cittadina. Si divertiva e si sentiva finalmente di nuovo viva e capace di insegnare ai propri figli la gioia di stare al mondo. I conflitti con Fausto si inasprirono. Sempre più di frequente Fausto rimaneva in ufficio fino a tardi. fisicamente si era innescata una sorta di indifferenza. Eppure Paola non voleva deporre la sua voglia di intimità. Non voleva smettere di sentirsi desiderata. A volte si sorprendeva a sognare una relazione fatta di complicità e comprensione, ingredienti che erano assenti nella relazione con Fausto. Una sera, nella cassetta delle lettere trovò un biglietto con una locomotiva. Aprendolo, si vedevano i vagoni del treno e dai finestrini spuntavano le fotografie dei compagni di classe delle scuole superiori. Volti irriconoscibili. Dalla fine delle sueperiori erano passati vent'anni. Il suo volto mancava. Qualcuno era riuscito a raggiungerla dopo lunghe ricerche. Paola Istintivamente lo accartocciò. Poi, come se un attimo dopo se ne fosse pentita, cercò di ridargli la forma originaria e lo appese come promemoria sul frigorifero. Una settimana dopo incontrò i vecchi compagni di classe. Nel corso degli anni Paola aveva cambiato tre città diverse, trasferendosi per il lavoro di Fausto. Quella sera fece molti chilometri. E quando la videro rimasero tutti sorpresi. Alle riunioni annuali Paola non aveva mai partecipato. Riconobbe immediatamente Giulio, suo amore di quei tempi lontani. Riconobbe nei suoi occhi uno svavillìo che le era sempre stato familiare. Quella sera parlarono a lungo. Si trovarono nei giorni seguenti altre volte, entrambi con la voglia di chiacchierare con qualcuno che comprendesse i reciproci affanni, gioie e dolori. Da quel momento Paola si sentì meno sola e capì che quello che aveva vissuto fino a quel momento era una sorta di parentesi dentro alla vita che doveva essere più ricca e sorprendente. Solo allora si rese conto che spesso sopportava, come se la sua felicità fosse stato un obiettivo di secondo ordine. Fausto vedeva in quei suoi cambiamenti solo aspetti negativi. Non gli piaceva che Paola sapesse ciò che era meglio per sé. Fausto cercò come sempre di convincere Paola che avesse delle colpe a cercare del tempo da dedicare a se stessa ed ai suoi interessi. Paola adesso si sentiva più forte e consapevole e non si lasciava più ingannare dai suoi tentativi di moritificarla e farla sentire in colpa. Una notte si svegliò. Aveva il batticuore. Scese in salotto. Le camere si trovavano al piano superiore. Si sentiva strana. In cuor suo era scombussolata dal cambiamento che stava avvenendo e che ancora non sapeva dove l'avrebbe portata. Si mise sul divano a leggere un romanzo, per cercare una distrazione dalle sue voci interne così in contrasto tra loro. Ad un tratto una delle bimbe la chiamò. Lei attese un attimo, magari si sarebbe riaddormentata. Poi salì. Il giorno dopo in auto Fausto la rimproverò per essere rimasta sul divano. Le disse che stava trascurando le sue figlie per delle inutili paturnie. Le bambine erano in auto e potevano sentire quei commenti. Per Paola fu una ferita al cuore. Dopo tutto ciò che era stata disposta a fare per loro e ciò che continuamente faceva, era davvero ingiusto che venisse strumentalizzato un episodio per instillare questo dubbio nelle sue figlie. Quel giorno per Paola fu davvero straziante. Non sopportava più che Fausto usasse le bambine in modo ricattatorio, per annullare Paola, i suoi desideri e le sue inclinazioni. Da quel momento Paola decise che non avrebbe più accettato questo tipo di comportamenti.
Qualche tempo dopo rivide Giulio. Giulio le confessò di non averla mai dimenticata. "paola, io sono convinto che noi abbiamo qualcosa di profondo che ci accomuna". Le sussurrò Giulio un po' imbarazzato. Giulio non sapeva della crisi che stava vivendo Paola ed il suo intervento gli sembrò un vero azzardo. Paola si sentiva lusingata, ma non era pronta ad assecondare quel desiderio che in fondo provava anche lei. Il desiderio più grande in quel momento era di stare bene ed essere finalmente felice con se stessa. "giulio" gli disse Paola, "sto cercando un po' di serenità e mi sembra che per la prima volta sia vicina ad una consapevolezza. Non mi sento di vivere un amore clandestino, mi metterebbe in agitazione". Giulio comprese. "Credo che il nostro rapporto non necessiti vincoli. Siamo due anime che si riconoscono e che potrebbero non vedersi per anni come è successo fino a poco tempo fa. Sono fiducioso. Un giorno forse potremo vivere questa relazione, ma fino ad allora a me basta pensare che tu esista." Paola era felice e confusa da quell'amore incondizionato che la vita le stava mettendo sulla strada. Mai pensava di poter essere amata a quel modo. Forse, pensò, "solo nel momento in cui hai rispetto per te stesso, la vita ti regala ciò che meriti".
In quel momento viveva con grande preoccupazione l'idea di tradire le sue figlie. Il fatto stesso di avere trovato un uomo che l'amasse e che non fosse il padre delle sue figlie, la faceva sentire inadeguata. "Eppure non faccio nulla di male" ripeteva dentro di sé. Una voce però continuava a farla sentire colpevole. Un giorno una delle sue bambine le chiese "mamma, tu pensi che nella vita si debba essere felici?" Paola rispose piena di entusiasmo, celando i dubbi che le affioravano riguardo al perché sua figlia le rivolgesse quella domanda: "certo, essere felici è un diritto ed un dovere di ciascuno di noi". La bimba la squadrò, poi le chiese: "tu sei felice mamma?" paola sorrise e rispose "ci sto lavorando sù!" e poi pensò che tutta la fatica che impiegava a mostrarsi felice davanti alle proprie figlie era uno sforzo vano ed insensato. Doveva esserlo e basta! Stare bene era l'unico obiettivo che avrebbe dovuto avere presente, il resto sarebbe venuto di conseguenza! Quello scambio con la propria figlia era stato più chiarificatore di qualsiasi riflessione. Paola nel tempo decise di separarsi gradualmente da Fausto. Cercando un quotidiano in grado di farla sentire tranquilla, spesso ricercava degli spazi per sé e per le sue figlie. Dedicava alle proprie figlie dei momenti di serenità, senza sforzarsi di apparire in un certo modo.... Tanto, aveva capito, era inutile! A poco a poco si permise anche di vivere quella relazione che sembrava impossibile concedersi. E con Fausto fece prevalere i propri desideri all'accondiscendenza. Fausto la rispettava di più ed imparò ad accettare le sue distanze. Con le bimbe ora vive un rapporto molto sincero. Può dire loro quando si sente e quando non si sente di fare una cosa. E loro la amano per ciò che è...
Nella luce soffusa della sera, guardo Paola mentre sorseggia il vino rosso e penso di avere davanti una persona che non avevo mai visto, proprio come forse Fausto aveva visto, nel tempo, schiudersi la crisalide che la conteneva.

Sara Donati, saradonatifilmaker.it 

Il metodo Feuerstein è una via per educare al ragionamento, superare le difficoltà di apprendimento e potenziare il funzionamento cognitivo di bambini e ragazzi.

CHE COS'E' ESATTAMENTE IL METODO FEUERSTEIN?

E' un metodo di intervento inventato dal Professor Reuven Feuerstein, studioso di psicologia e di metodologia dell'apprendimento.
Tale programma è attualmente in uso in sessanta paesi del mondo.
Il metodo si pone l'obiettivo di potenziare le abilità cognitive dell'individuo – di qualunque individuo – in base alla convinzione che esista sempre uno scarto tra le potenzialità individuali e l'effettiva realizzazione di tali potenzialità, una zona di ulteriore sviluppo, sulla quale sia possibile influire costruttivamente. Il vantaggio del Metodo Feuerstein è che non lavora sui contenuti specifici (come storia o matematica), ma su i processi che sono necessari per imparare i contenuti specifici. Il metodo si focalizza sul come si utilizza la mente. Le difficoltà scolastiche sono, pertanto viste come qualcosa su cui si può intervenire, aiutando il bambino a utilizzare la mente in modo migliore, ovvero "imparando ad imparare". In questo modo, una volta che si è imparato ad usare una strategia cognitiva per risolvere un problema, questa può essere utilizzata anche in altri ambiti. Lo scopo di Feuerstein é stimolare le risorse che l'individuo ha dentro di sé.

A CHI PUO' ESSERE UTILE? Ambiti di applicazione

Occupandosi dell'incremento di strategie, il trattamento con il metodo Feuerstein è applicato con successo in ambiti e con problemi diversi:
Difficoltà scolastiche
Prestazioni inferiori alle potenzialità
Ritardo nelle prestazioni
Disturbi specifici dell'apprendimento
Sindrome di Down o altri deficit congeniti

E' applicato anche alla formazione dei dirigenti di azienda.

OBIETTIVI

Nel dettaglio, il programma si propone di :

Identificare e favorire il recupero di funzioni cognitive carenti o poco esercitate
Favorisce l'acquisizione di un corretto metodo di studio autonomo e personale
Incrementare la motivazione intrinseca all'esecuzione del compito, all'accettazione di sfide cognitive (il piacere di imparare)
Acquisire un senso di autoefficacia, incrementare l'autostima personale, guidando il soggetto a divenire sempre più consapevole delle proprie capacità.
Favorisce il riconoscimento delle emozioni connesse all'apprendimento (motivazione, interesse, curiosità...)
Previene disfunzioni cognitive e allontana i fattori di rischio delle difficoltà di apprendimento
Insegna i pre-requisiti scolastici

IN CHE COSA CONSISTE? Feuerstein in pratica

Per Feuerstein l'apprendimento avviene attraverso esperienze di apprendimento mediato, cioè attraverso l'azione di un mediatore, e dunque all'interno di una relazione educativa coinvolgente ed efficace.
Il PAS consta di 14 strumenti ( raggruppati in tre livelli di difficoltà crescenti), aventi carattere operativo. Ciascuno di essi è centrato su precise funzioni cognitive, operazioni mentali e una serie specifica di obiettivi, che richiama sempre gli obiettivi degli strumenti precedenti. La ripetizione continua abitua ad applicare modalità di pensiero adeguate per affrontare situazioni nuove.

Gli interventi sono condotti da una pedagogista, applicatrice del metodo, possono essere individuali, svolgersi in gruppo o in classi.
L'applicazione prevede un minimo di 15 incontri di un'ora e mezza.

Per ricevere informazioni o fissare un appuntamento con uno specialista formato al metodo Feuerstein contattare : 

Dott.ssa Amadei Ilaria
cell.: 328/84 20 503 oppure e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giulia Mandrino

"Chiunque affermi di non avere problemi di soldi vi sta mentendo, oppure semplicemente si illude." dice la dott.ssa Kate Northrup autrice di Soldi, una storia d'amore. "Il denaro è onnipresente nella nostra vita, ma raramente se ne discute con serietà e profondità, tanto che non ci rendiamo nemmeno conto dell'influenza che ha su di noi.
Il problema del denaro è che è il sostituto di qualcos'altro. In sostanza, lo scambiamo per ottenere ciò che vogliamo avere, per cose che, ai nostri occhi, hanno un certo valore. L'economia non è altro che un sistema di scambio di valore. Tutto qui. Di per sé, il denaro non è nulla: è quello che rappresenta a rendere la faccenda un tantino complicata.
Per alcuni, il denaro è il sostituto dell'amore. Per altri è il sostituto del benessere, o della gioia, o del piacere. Per altri ancora, è il sostituto della felicità. E questa assegnazione di valore porta con sé tutte le emozioni presenti in qualsiasi rapporto. È per ciò che ho intitolato il mio libro Soldi: una storia d'amore.
Leggendo questo titolo, alcune persone saranno senz'altro rimaste inorridite dal fatto che abbia avuto il coraggio di usare le parole "soldi" e "amore" nella stessa frase. Anche solo suggerire che il denaro sia collegato all'amore ha la capacità di offendere una buona fetta della gente comune. Eppure, sono talmente sicura che districare le difficoltà finanziarie abbia tantissimo a che vedere con l'amore (e pochissimo con altro), che ho voluto metterlo sulla copertina di questo libro.
Devo ancora conoscere qualcuno che non abbia una carica emotiva legata al denaro. Il denaro è qualcosa che pesa molto per quasi tutti coloro che vivono nella cultura occidentale, che possiedano milioni di euro o di dollari, o pochi spiccioli. In ogni caso, nonostante il denaro sia una questione così faticosa per alcuni, nella gran parte del pianeta non è possibile sopravvivere senza partecipare in qualche modo all'economia. E allora è arrivato il momento di chiarire bene la nostra storia con il denaro.
La maggior parte delle persone che ammettono di avere problemi di soldi pensa che per iniziare a risolverli debba imparare quali sono i modi corretti di agire con il denaro. Queste persone credono che se solo potessero leggere il libro giusto di finanza personale, investire nelle azioni giuste o assumere il commercialista giusto, tutto andrebbe a posto. Invece, in base a quello che ho scoperto, questo tipo di approccio è del tutto errato.
Dalla mia esperienza di passaggio dai debiti alla libertà finanziaria, e da quelle di altre persone che ho incontrato e conosciuto, mi sono resa conto che il punto più importante da cui cominciare è anche quello più spesso trascurato: noi stesse. Capacità di introspezione e autoanalisi sono fondamentali per poter avere un legame sano con i soldi e il loro mondo. Infatti, come in ogni vera storia d'amore, anche il nostro rapporto con il denaro ha i suoi alti e bassi e i suoi colpi di scena. Ne siamo innamorate, siamo infatuate. Lo odiamo con tutte le nostre forze e giuriamo che non faremo mai più gli errori che, invece, torniamo puntualmente a commettere. Litighiamo. Facciamo pace. Cediamo troppo in fretta alle sue tentazioni o vi resistiamo troppo a lungo.
Come in tutte le relazioni, il segreto per gestire le difficoltà finanziarie sta dentro di noi. Non consiste nel criticarsi duramente, nell'autoflagellarsi o nel definire rigide linee guida su ciò che si può o non si può acquistare. Consiste nel riconoscere il nostro ruolo nella relazione. Consiste nell'identificare il valore delle cose nella nostra vita. Consiste nel vedere chi siamo realmente nei confronti del denaro. Per avere un buon rapporto con il denaro, dobbiamo sapere chi siamo e che scopo abbiamo in questo mondo.
Tutto ciò mi è risultato particolarmente chiaro l'altro giorno, mentre stavo intervistando l'autrice e motivatrice canadese Danielle LaPorte e la sua amica Navjit Candola, direttrice della Nizhoni School for Global Consciousness. Alla fine del nostro video (che potete vedere su www.moneyalovestory.com/glimpse), Navjit mi ha posto una domanda enigmatica e affascinante, che mi ha spinta a riflettere: «A che futuro appartieni?». In sostanza mi stava chiedendo quali fossero quelle cose che riuscivano a trasmettermi abbastanza energia ed entusiasmo per amare la vita. Quella sua domanda si era rivelata l'opportunità per dare un volto reale al mio desiderio di raggiungere lo
scopo della mia vita. Quella stessa domanda sottolineava, ancora una volta, come la mia capacità di sentirmi a mio agio in questa vita fosse inestricabilmente legata al denaro e al mio rapporto con esso. E lo stesso vale per tutti. Svegliarsi ogni mattina e fare quello che si ha voglia di fare non è un'utopia ma è strettamente collegato alla propria capacità di sentirsi liberi dalle tensioni finanziarie e di essere aperti a quello che dice il proprio cuore.

Prima di passare a parlare con schiettezza e franchezza del denaro, voglio chiarire bene che la mia filosofia non risponde all'equazione: soldi = libertà finanziaria. Non è assolutamente così. La maggior parte della gente commette un grave errore: quando parla di libertà finanziaria la immagina per sé, non sa che cosa significhi o pensa che abbia a che vedere con l'accumulare milioni. Sono stati pubblicati centinaia di libri, anzi probabilmente migliaia, su come guadagnare di più, preferibilmente anche molto di più. Ne ho letti tanti e, devo essere sincera, ne ho ricavato grande saggezza e meravigliosi consigli che ho applicato alla mia vita. 

Voglio però ribadire con decisione che questo libro non tratta di come accumulare ricchezza. Questo libro parla di come organizzare la vostra vita in modo da avere quello che volete davvero. Vi accompagnerò nelle strategie che vi aiuteranno a chiarirvi meglio le idee circa la vostra situazione finanziaria, a uscire dall'indebitamento e ad avviarvi verso la libertà finanziaria, concentrandovi sia sulla vostra vita emotiva sia sulle vostre pratiche finanziarie che, alla fine, sono anch'esse collegate alla vostra vita emotiva.

Non pretendo di sapere quale sia il vostro scopo nel mondo, ma so che per raggiungerlo dovete essere totalmente consapevoli di voi stesse. Ed è molto più facile esserlo se non avete interferenze nella vostra vita finanziaria, che possono impedirvi di pensare apertamente, in grande, sulle condizioni del mondo e su quello che avete da offrire, oltre a impedirvi di assaporare i momenti deliziosamente banali dell'accompagnare il vostro bimbo a scuola a piedi o guardare il fuoco che brucia nel camino. Quando siete consapevoli di voi stesse, riuscite anche ad ascoltarvi meglio. E allora potete essere più utili e donarvi totalmente: mente, corpo e anima. In The Fire Starter Sessions, la mia amica Danielle LaPorte scrive: «Il vostro scopo è diventare voi stessi».

In poche parole, è più facile diventare voi stesse, nella modalità più sicura, se non siete tutto il tempo nel panico per i soldi! Dato che è praticamente impossibile evitare di relazionarsi in qualche modo con il denaro, perché non farne un cardine del vostro approccio alla vita, addirittura incorporandolo nella vostra filosofia e pratica spirituale? Io l'ho fatto negli ultimi anni e i risultati sono stati miracolosi: sono passata dall'avere 20.000 dollari di debiti alla totale libertà finanziaria. Ho imparato molto nel mio viaggio e non vedo l'ora di condividere con voi i consigli e le tecniche che mi hanno spianato la strada.

La vostra strada verso un buon rapporto con il denaro sarà unica e speciale e diversa dalle altre, proprio come capita in tutti i rapporti. Questo libro è strutturato per pas- sare dagli aspetti interiori della vostra relazione con il denaro a quelli esteriori, ossia a come interagiamo quotidianamente con il denaro, ma non mi aspetto che questo corrisponda al modo in cui imparerete a conoscere voi stesse rispetto alle vostre finanze. Gli esercizi che troverete nel libro sono collegati l'uno all'altro e vi aiuteranno a capirvi meglio: potrà accadere che vi soffermiate su una prova anche per diverse settimane, mentre per un'altra vi ci voglia un attimo.

Fidatevi dei vostri ritmi e concedetevi tutto il tempo che vi serve. L'unico consiglio che vi do è di non saltare a piè pari nessun capitolo. Se sentite resistenza o incontrate difficoltà in alcuni esercizi, è possibile che alla fine proprio quel capitolo o quell'esercizio si rivelino i più importanti per il vostro percorso di crescita con il denaro.
Testate quello che ho scritto e mettetelo alla prova nella vostra vita. Vi garantisco che qualcosa cambierà in meglio. Non sono in grado di dirvi con esattezza che cosa o in che modo, ma so che l'attenzione positiva a qualsiasi settore della vostra vita dà risultati eccezionali e so anche, per esperienza, che quest'attenzione all'area finanziaria ha un enorme valore.
Solo un piccolo consiglio prima che iniziate. Lo strumento più utile per dedicare un po' di attenzione amorevole al vostro denaro è un diario, anche perché molti degli esercizi in questo libro vi chiederanno di mettere per iscritto i vostri pensieri e annotare a che punto sono le vostre finanze. Quindi prendete un quaderno vuoto ed eleggetelo a diario "Money Love". A parte questo, vi basteranno una penna e un cuore e una mente pieni di buona volontà. Allora, che ne dite di cominciare?"

Dott.ssa Christiane Northrup, autrice di Soldi, Una Storia d'amore, Mental Fitness Publishing

Denti and co: istruzioni per la salute

Lunedì, 20 Aprile 2015 12:51

Le domande sul mondo dell'igiene orale fin dalla gravidanza sono molto nebulose e se ne sentono davvero di ogni: dall'intergratore di calcio e fluoro in gravidanza per uno sviluppo sano dei denti del bambino, a controlli dal dentista appena spuntano i primi dentini. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Carlotta Tanteri, odontoiatra, di rispondere alle nostre domande di mamme naturali.

Secondo la tua esperienza é consigliabile assumere integratori di fluoro in gravidanza per preparare giá i denti del bambino?

"Quello del fluoro è un tema "scottante". Secondo le raccomandazioni Ministeriali reperibili nelle Linee Guida Nazionali, "la fluoroprofilassi deve essere consigliata per tutti i soggetti in età evolutiva che vivono in aree con acqua a basso contenuto di fluoro (< 0,6 ppm)". Secondo alcune fonti non è invece da somministrare nei bambini che già utilizzano dentifrici al fluoro. Manca una forte evidenza a dimostrare invece la validità dell'assunzione di fluoro in gravidanza. Considerando che i denti del bimbo si formano tra il terzo ed il sesto mese di gravidanza, è fondamentale che la mamma abbia una dieta equilibrata che contenga il calcio ed il fluoro necessari. Alcuni esempi di cibi che contengono fluoro: the, aneto, cetrioli, succo d'uva. Per chi volesse comunque assumere fluoro in gravidanza, l'indicazione è quella di iniziare dal terzo mese con la somministrazione alla madre di 1 mg al giorno, ma è importante ricordare che la fluoroprofilassi raggiunge la massima efficacia dopo l'eruzione dei denti. E' infatti la presenza di adeguate concentrazioni di fluoro all'interno del cavo orale a ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare carie."

É vero che in gravidanza e allattamento siamo più soggette a carie? Se si cosa consiglia a tal proposito?

"Le donne in gravidanza sono facilmente soggette a carie e problemi gengivali. Il primo consiglio deve essere quello di prevenire. Questo vuol dire sottoporsi a visite regolari prima di una gravidanza, far curare dal nostro dentista eventuali carie già presenti, sostituire vecchie otturazioni non più adeguate e curare le gengive. Infatti, i cambiamenti ormonali e immunitari che si verificano in gravidanza fanno in modo che situazioni "limite" che il nostro organismo riusciva a tenere sotto controllo, diventino invece ingestibili. Bisogna considerare inoltre che molte donne soffrono di nausea, rigurgito o vomito nei primi mesi. Questi fenomeni abbassano il pH dell'ambiente orale che diventa più acido e quindi vi è maggior rischio di sviluppare demineralizzazioni, erosioni, sensibilità dentale e carie. E' quindi imperativo mantenere una scrupolosa igiene orale e, dopo il primo trimestre, valutare con il dentista se è il caso di eseguire una seduta di igiene professionale. Sciacquate sempre la bocca dopo un rigurgito. Fate inoltre attenzione alla dieta, limitate la frequenza di assunzione di zuccheri ad un solo momento della giornata, lavando i denti subito dopo. Sappiate inoltre che una scarsa cura della bocca da parte della mamma e la parodontite (la forma avanzata di malattia gengivale), sono state correlate a nascite premature o sottopeso e a maggior incidenza di carie nel bimbo. Sarà il vostro odontoiatra di fiducia a consigliarvi i prodotti migliori per aiutarvi in questo periodo."

É utile che il bambino assuma integratori per la dentizione? Se si a che etá?

"Queste sono indicazioni che vanno ponderate a seconda del caso. In linea generale possiamo dire che dal primo mese e nel primo anno di vita potrebbe essere utile discutere con il pediatra l'assunzione di Vitamina D, che il nostro oprganismo non può produrre da solo, e che è utile per ossificazione e dentizione. Questa indicazione è valida sia per i bimbi allattati al seno che per quelli allattati al biberon. L'assunzione può essere sospesa nei mesi estivi o al sud, ovvero quando vi è adeguata esposizione al sole. Per chi desiderasse somministrare fluoro, si può fare dal primo mese di vita fino a quando non si cominciano ad usare dentifrici al fluoro. Non è necessario se la mamma che allatta assume fluoro."

Quando é utile far eseguire un primo controllo da un odontoiatra ai nostri bimbi?

"Considerando che tra i 6 ed i 10 mesi compaiono i primi dentini, noi consigliamo una prima visita già all'età di un anno. Questo permetterà l'instaurarsi di un rapporto con il pedodonzista (l'odontoiatra che si occupa della cura dei denti dei pazienti in età pediatrica) che saprà dare consigli sull'igiene e la dieta ai genitori. E' inoltre opportuno che i bimbi, già da piccoli, si abituino all'ambiente dello studio odontoiatrico perché faciliterà le visite future."

Da cosa sono causate le carie dei denti da latte?

"Le carie dei denti da latte, i 20 dentini decidui, sono causate dagli stesi fattori che causano le carie nell'adulto. Purtroppo constatiamo spesso che sono le abitudini scorrette e la disinformazione a creare i danni maggiori. Non appena il dentino erompe in bocca, viene a contatto con la saliva, i cibi e la flora batterica del cavo orale. Questo vuol dire che, se non lavato, è un dente a rischio di cariarsi. Molto genitori credono invece che nei bimbi piccoli i denti non possano cariarsi. Attenzione inoltre a non dare al bimbo abitudini dannose per i denti e per la salute, come il ciuccio imbevuto nello zucchero, le caramelle "premio" se si comportano bene, sostanze zuccherine nel biberon prima di dormire."

Qual'é la prassi di una corretta igiene orale per i bambini?

"Ancor prima che i denti erompano può essere utile una garzina imbevuta nell'acqua e strofinata delicatamente sulle gengive. Lo stesso procedimento può essere eseguito durante le prime fase di eruzione dentale. E' inoltre utile cominciare a far giocare il bimbo con uno spazzolino sotto la supervisione degli adulti, anche se inizialmente lo tiene in bocca solo per morsicchiarlo. Quando i denti erompono vanno lavati dopo ogni pasto principale, per almeno tre minuti, con una dose minima di dentifricio, che non va ingoiato. Saranno i genitori a dover lavare accuratamente i denti del piccolo o della piccola. Non appena il bimbo sarà in grado, potrà essere reso più indipendente con il lavaggio dei denti, ma è utile che almeno una volta al giorno uno dei genitori controllo che i denti siano stati puliti. Utilissime le pastiglie rivelatrici di placca, acquistabili in farmacia, che colorano lo sporco dei denti rendendolo più facilmente identificabile per il bimbo che poi lo asporterà con lo spazzolino."

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Concerto "in babywearing"

Domenica, 19 Aprile 2015 07:07

Un'orchestra straordinaria si riunisce per celebrare la meraviglia di essere genitori attraverso un concerto un po' insolito: i musicisti portano infatti sulla scena i loro piccoli in fascia, utilizzando un volume tale da non danneggiare il loro delicato udito. 

Come possiamo vedere nel video i bambini sono davvero sereni ed estasiati dallo stare a contatto con le loro mamme e i loro papá e allo stesso tempo godere del piacere della musica che sappiamo essere uno stimolo molto interessante per loro.

Una vera e propria dimostrazione di come il babywearing, ossia portare in fascia i propri bambini, non sia solo benefico per i piccoli ma anche una pratica che consente a noi adulti di coltivare i nostri interessi e avere le mani libere di fare.

Lunedì in libreria un nuovo libro sul Babywearing edito dalla mia casa editrice, Mental Fitness Publishing!

A breve tutte le news! 

Giulia Mandrino

Inizia la bella stagione e la vita all'aria aperta che ristora il nostro corpo e la nostra mente di mamme, ma ancor più i nostri pupetti. Se ci liberiamo degli ingombranti indumenti invernali le nostre borse diventano delle maxi-bag volenti e nolenti per far spazio a salviette, antizanzare, e creme solari. Eh si, perchè prima di tutto dobbiamo pensare a come proteggerci dagli effetti nocivi di questo, senza "ma" e senza "se".

"L'incidenza del melanoma negli ultimi 30 anni è quintuplicata - ha osservato il prof. Leonardo Celleno, presidente AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia)in occasione del 2° convegno Sole Sicuro alla Casa del Cinema di Villa Borghese. "In Italia si contano circa 2 mila nuovi casi di melanoma ogni anno. Mentre sono 100 mila gli italiani che ogni anno sono colpiti dal tumore epiteliale in una regione foto-esposta, meno aggressivo del melanoma ma comunque da non sottovalutare. Proprio per questo motivo è fondamentale intervenire per tempo con azioni preventive: a parte i rischi connessi al calore, l'azione del sole rappresenta un pericolo per scottature ed eritemi, che possono danneggiare in modo permanente la pelle e causare alterazioni precancerose, insorgenza prematura di rughe e altri segni di invecchiamento cutaneo".

 

Alla luce delle nuove ricerche scientifiche i raggi solari non sono solo dannosi, anzi come preziosi alleati della nostra salute se gestiti in maniera consapevole. La vitamina D è da considerare non solo come vitamina, ma come un vero e proprio ormone che svolge funzioni fondamentali: una sua carenza può inluire negativamente sull'assorbimento del calcio, deficit del sistema immunitario, maggiore predisposizione ad alcuni tipi di tumori ma anche ad alterazioni dell'umore. 

 

E' importante quindi saper sfruttare i benefici del sole ma anche proteggersi dai possibili effetti negativi, ormai troppo sottovalutati:  "La campagna Sole Sicuro - spiega il Prof. Celleno - si rivolge ai giovani perché sono i più sensibili a questo tipo di tematiche e possono farsi promotori di un corretto stile di vita anche tra gli adulti".

L'iniziativa - lanciata ufficialmente nel 2014 e supportata da OMIA, specializzata nella produzione in prodotti naturali ed eco-biologici per la cura della persona - giunge quest'anno a un importante traguardo con l'apertura alle scuole, con lo scopo di informare i giovani e sensibilizzarli verso una corretta esposizione.

La campagna Sole Sicuro, patrocinata da Roma Capitale, sarà divulgata a partire da metà maggio nelle scuole medie inferiori del Lazio, grazie alla collaborazione del Comune e dell'USRL (Ufficio Scolastico Regionale del Lazio) del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: un filmato della durata di circa 50 minuti spiegherà rischi e benefici dei raggi solari, mostrando l'importanza di scegliere la giusta protezione per ciascun tipo di pelle. Se i giovani cresceranno consapevoli dei rischi che la foto-esposizione comporta - suggeriscono gli esperti dell'Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia - questo si tradurrà anche in una minore ripercussione nell'età adulta di danni e tumori per la pelle. Durante il convegno è stato presentato in anteprima il trailer del filmato che sarà divulgato nelle scuole medie inferiori italiane, a partire dal Lazio.

Di seguito il link per visualizzare il trailer http://bit.ly/trailer_SoleSicuro

Giulia Mandrino

 

 Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

 

Integratori per bambini Cristalfarma

Lunedì, 13 Aprile 2015 14:43

Quest'anno davvero ci siamo ammalati tantissimo: i miei piccoli, che normalmente sono due rocce, si sono presi diverse influenze ed entrambi la varicella. Nulla di grave che abbia richiesto l'utilizzo di farmaci, ma comunque io e il mio lavoro ne siamo rimasti provati (credo che mi capiate!).

Negli ultimi due mesi ho avuto il piacere di testare quattro prodotti Cristalfarma e devo dire che ci siamo trovati davvero bene con tutti. Ecco quindi la mia selezione per voi:

Imoviral Junior: ho utilizzato questo prodotto durante la varicella dei miei piccoli per stimolare le loro difeste immunitarie impegnate nel "combattere" il virus. Imoviral junior è un integratore naturale a base di estratti naturali di Echinacea, pianta benefica per stimolare le naturali difese immunitarie dell'organismo, Acerola, grande fonte di vitamina C, Arabinogalattano, e Beta-Glucano. Contiene inoltre una idonea quantità dell'oligoelemento Zinco e di vitamina C (di origine totalmente naturale) corrispondente alle dosi quotidiane raccomandate per i bambini, secondo le tabelle LARN. Io le ho utilizzate in associazione alla terapia consigliatami dal mio medico omeopata. 

Consigli d'uso: 
coadiuvante nella profilassi delle infezioni virali e batteriche
coadiuvante nella profilassi delle infezioni respiratorie ricorrenti
In associazione alla terapia antibiotica per migliorare la risposta immunitaria

Modalità d'uso:
CICLI PREVENTIVI: 1 bustina al giorno per 14 giorni (da ripetersi per 2-3 mesi)
COADIUVANTE IN TERAPIA: 1 bustina al giorno per 14 giorni

 

Vagostabil junior: A Natale abbiamo deciso di lasciare a Babbo Natale i ciucci che erano una manna dal cielo per l'addormentamento. E' stato quindi difficile trovare altre modalità per facilitare la nanna serale, sopratutto con il mio bimbo grande, un piccolo cinghialotto pieno di energia; ho deciso di utilizzare Vagostabil prima della nanna nei giorni in cui non riuscivo a farlo "sfogare" per bene ai giardinetti e quindi non crollava alle 9,00 sul divano stravolto. Vagostabil junior è un integratore naturale a base di estratti di piante officinali quali la Passiflora (Passiflora incarnata), Escolzia (Eschscholtzia californica). 

Modalità d'uso:
Per favorire il riposo si consiglia di assumere 0,5 ml per ogni Kg di peso corporeo preferibilmente mezz'ora prima di coricarsi o suddiviso in due somministrazioni (mattino e sera).

 

Relaxcol junior: durante la varicella entrambi i bimbi hanno rifiutato il cibo per alcuni giorni. Ovviamente la loro evacuazione ne ha risentito; ho deciso di non somministare loro il probiotico che utilizzo normalmente e ho optato questa volta per Relaxcol Junior: per tutti e due i bambini il beneficio è emerso già dopo le 24 ore. Relaxcol unisce le note proprietà antigonfiore e miorilassanti delle piante carminative (finocchio e melissa) a quelle assorbenti dell'argilla verde; inoltre fornisce anche un apporto integrativo di fruttoligosaccaridi che favoriscono la crescita della flora "saprofitica", partecipando alla normalizzazione della funzionalità intestinale. Grazie a questo "mix" di componenti riduce la produzione di bio-gas intestinale dando sollievo a quei disturbi legati a gonfiore e meteorismo intestinale nel bambino. Inoltre regolarizza peristalsi e frequenza evacuativa.

Consigli d'uso:
Gonfiore e tensione addominale
Coliche gassose
Meteorismo e flatulenza

Modalità d'uso:
Iniziare il trattamento somministrando 1 o 2 bustine di Relaxcol® junior al dì per 6 giorni, prima dei due principali pasti giornalieri, per poi passare ad una solo bustina al giorno prima del pasto serale. Se una sola bustina non fosse sufficiente è possibile continuare con le due bustine quotidiane fino alla scomparsa dei sintomi. La bustina deve essere sciolta in acqua o in bevanda gradita (anche latte vegetale o latte formulato) fino a completa dispersione.

 

Cutamir: sempre durante la varicella ho testato e apprezzato davvero la crema Cutamir, prodotto specifico per pelli irritate e sensibili. Il sollievo era immediato e perdurava per circa due ore. Credo quindi che la utilizzerò quest'anno nella mia borsa vacanze. Cutamir è utile quando compaiono problemi tipici delle pelli sensibili e irritabili: arrossamento, irritazione, prurito, e secchezza, anche a seguito di eritemi, dermatiti comuni o anche cause quali:
Sudorazione
Eccessiva esposizione ai raggi solari (UV)
Pannolino
Stress ambientali ed atmosferici
Reazioni allergiche da contatto

http://www.cristalfarma.it/

Giulia Mandrino

 

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Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Mamma Antonella, mamma musulmana

Mercoledì, 08 Aprile 2015 15:09

In questo periodo sentiamo molto parlare di religione Islamica, spesso sovrapponendo atti violenti e gruppi armati a questa. La mia prima laurea è in comunicazione interculturale e il filone che ho seguito in quei tre anni e che mi ha appassionato è quello proprio del mondo arabo-islamico per la sua ricchezza di contenuti, la storia, la lingua, la letteratura e la stessa antropologia: mi preme sottolineare ciò perchè la religione islamica è praticata anche da popolazioni non arabe, come per esempio in gran parte del Pakistan; così come in stati arabi come l'Egitto sono presenti importanti minoranze Cattoliche. Quindi prima di tutto è importante chiarire che l'Islam è una religione. In secondo luogo come ogni religione l'Islam ha numerosissime ramificazioni, in primis religione Islamica Sunnita, e religione islamica Sciita, che a loro volta si dividono in correnti. Non solo, la religione Islamica, come per altro quella Cristiana, è un complesso sistema professato da persone, a loro volta influenzate dalla cultura locale, dalle tradizioni e da altri numerosi meccanismi: possiamo pensare di paragonare la religione Cristiana Cattolica professata da un avvocato penalista di New York con quella di una donna semi-analfabeta di 70 anni di un paesino del sud Italia? Sono importanti queste precisazioni perchè è fondamentale comprendere come l'universo umano sia variegato, complesso e quanto sia impossibile effettuare categorizzazioni. 

Nel mio piccolo vorrei quindi mostrare come l'universo musulmano sia caratterizzato da persone he credono nella pace, nella tolleranza e percepiscano la violenza solo come legittima difesa, mai come attacco. Ecco l'intervista ad Amal Antonella Amatullah, che ci racconta il suo vissuto di donna, mamma, italiana e credente musulmana. 

Raccontaci la tua storia, sei mamma, musulmana sunnita praticante, moglie. Italiana e credi nella pace. Ti andrebbe di raccontaci la tua storia di donna musulmana in italia?

"Assalamu 'aleykum (il nostro saluto, ossia "la pace sia con voi")... Mi presento brevemente: sono Amal AmatuLLah (nome islamico scelto da me, che significa "Speranza e serva di Dio"), il mio nome di battesimo è Antonella. Ho 23 anni, sono sposata da quasi 4 anni con un uomo nord-africano. Ho conosciuto l'Islam all'età di 17/ 18 anni, ma in maniera molto distaccata. Allora ero in una fase un po' complessa, mi definivo agnostica, ero ancora alla ricerca delle origini del mio cuore, la religione ereditata dai miei (la cristiana) non mi bastava più. Avevo ancora troppe domande senza risposte. Comunque, all'età di 17 anni ho conosciuto colui che sarebbe diventato mio marito, abbiamo discusso un po' di religione e varie tematiche abbastanza serie. Dopo un paio di anni di letture ed approfondimenti, e soprattutto di risposte, ho deciso di fare ritorno all'Islam, di definirmi Musulmana. A 20 anni mi sono sposata. Vivo felicemente ora con lui e il nostro piccolo che ha da poco 1 anno. Come hai detto, sono sunnita e praticante, seguo la Sunnah del nostro amato Profeta (pace e benedizioni su di lui) e quello che il Corano indica, inoltre credo in tutti i profeti monoteisti, presenti anche nella religione cristiana (come Abramo, Gesù, Isacco, Giacobbe, Giovanni etc, la benedizione di Allah sia su di loro).La vita da Musulmana in Italia non è semplice. Troppi pregiudizi, troppa ignoranza. La gente non sa cos'è l'Islam, non conosce i suoi precetti; sa solo giudicare secondo i parametri imposti dai mass-media. La tv e i giornali fanno grande pressione sulle menti di chi non approfondisce da solo ed ignora la realtà.Spesso ho ricevuto insulti, leggere forzature da sconosciuti a rimuovere il velo ed enormi da parte dei miei genitori, che ultimamente iniziano a comprendere che l'Islam non è quello che fanno vedere in tv.Grande sforzo è stato per me continuare a studiare nell'università, mi sentivo un pesce fuor d'acqua, soprattutto dopo aver indossato il velo. Credo che la maggior parte delle mie sorelle musulmane abbia provato questo disagio in diverse occasioni, impariamo con pazienza a far scivolar giù ogni tipo di insulto e a concentrarci sulla ricompensa che avremo nel non esserci afflitte davanti al giudizio umano, perché è quello divino che per noi conta."

Come coniughi la tua fede musulmana con l'essere mamma?

"Già prima del concepimento inizia la relazione tra la mia fede e il nascituro, infatti il marito prima di ogni relazione intima con la propria moglie dovrebbe pronunciare un'invocazione, una protezione per l'eventuale nascituro. (L'invocazione: Nel Nome di Allah. Oh Allah, allontana Satana da noi e allontanalo da ciò che Tu provvedi per noi)Inoltre durante tutta la gravidanza è consigliato alla donna fare invocazioni di protezione nei confronti del piccolo, leggere tanto il Corano per "abituare" il cuore del piccolo al ricordo di Allah e per evitare qualsiasi possibile avvicinamento di Satana al piccolo, ma anche alla donna.Vorrei anche aggiungere che nel momento del parto la donna è considerata una mujahida, cioè una persona che compie una jihad, visto il grandissimo sforzo che ella compie nel portare il piccolo alla luce. Se ella dovesse morire durante il parto o nei seguenti 40 giorni dopo il parto, verrebbe considerata martire. Da mamma, nella mia ancora piccola esperienza, e da papà spesso leggiamo il Corano al piccolo, dai primi mesi con dolcezza per farlo addormentare o per intrattenerlo con saggezza. Ora che comprende un po' di più (ha 12 mesi e 2 settimane) inizia anche a copiare i nostri movimenti durante la preghiera, una grande soddisfazione per noi, in quanto i figli devoti sono coloro che , se Dio vuole, faranno fruttare delle buone azioni sul nostro conto nel Giorno del Giudizio. Quindi per noi genitori musulmani è molto importante educarli alla religione e soprattutto un dovere far loro conoscere il Creatore.
Riguardo alla relazione dei figli con i genitori, tengo a sottolineare che fa a parte dei doveri piu' importanti il fatto di dimostrare della gratitudine nei confronti della madre, di essere buoni con lei e di mantenere con lei dei buoni rapporti. E su questo punto le viene riconosciuta priorita' rispetto al padre.
Allah l'Altissimo dice: Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo porto' sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzo' dopo due anni: "Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo e' verso di Me..." (Corano XXXI. Luqman, 14). Abbiamo ordinato all'uomo la bonta' verso i genitori: sua madre lo ha portato con fatica e con fatica lo ha partorito. Gravidanza e allattamento durano trenta mesi...(Corano XLVI. Al-Ahqaf, 15)"

 

Cosa vorresti spiegare alle donne italiane che vedono nell'indossare il velo una prigione per la donna?

"Per me è una liberazione, nel senso che non sono più "vittima" degli occhi maliziosi degli uomini. Prima mi bastava mettere una maglietta un po' troppo aderente per essere sminuita, disturbata da commenti di ragazzi, molto fastidiosi. Mio marito ha accennato al velo rarissime volte, ma avevo già deciso da tempo di indossarlo. Purtroppo, devo anche ammettere che in alcuni paesi un po' arretrati le donne vengono forzate a vestirsi, quando in realtà nell'Islam, non ci dovrebbero essere costrizioni, sarà ad Allah il Giudizio. Le donne italiane, per il 99% credo e Dio ne sa di più, indossano il velo per libera scelta, è una liberazione dagli standard imposti dalla società che segue la moda ciecamente. Io mi vesto per compiacere Dio prima di tutto e poi me stessa, mostrando solo quel che voglio far apparire del mio corpo.Mi chiedo solo che pensano queste donne, che credono che il velo sia una prigione, del vestiario della Vergine Maria, o delle suore!?"

 

Cosa vorresti spiegare alle donne italiane che ritengono che essere donna musulmana sia sottomissione?

"Ebbene sì, essere donna Musulmana vuol dire sottomissione A DIO! Anche gli uomini Musulmani sono sottomessi a Dio. Nell'Islam l'uomo e la donna sono diversi, hanno doveri e diritti diversi, ma uguali, nel senso che sono giusti per il loro genere.Non è disparità tra i sessi, ma giustizia. Per il resto, credo sia molto esplicativo questo verso del Corano:Sura 33: Verso 35: In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa.Come si legge Allah fa riferimento ai credenti uomini e donne allo stesso modo, ciò non toglie che ognuno di loro ha diversi diritti e doveri, l'uno verso l'altro, ed entrambi verso la società."

 

Ti senti libera di fare le tue scelte di donna oppure senti delle limitazioni?

"Grazie a Dio sono molto libera, i limiti che mi sono imposti sono quelli provenienti da Allah, limiti che anche mio marito deve rispettare, ma da musulmani devoti e credenti lo facciamo senza peso... Per ogni limite che Allah l'Altissimo ha posto c'è un bene, a volte noi umani non riusciamo a comprenderlo, ma quello che Allah ha imposto per noi è solo per il nostro bene, per non farci andare in rovina.Alcuni dei limiti di cui parlo sono: il non bere, il non drogarsi, non avere relazioni extraconiugali, non parlare male degli altri, non mentire, non maltrattare i genitori, non rubare, non uccidere, non mangiare cibo proibito, etc... Cose che avrei evitato anche da non musulmana. Quindi, dopo tutto, non ci sono dei veri e propri limiti per me, sono regole che fanno parte della mia morale di vita."

 

Vorrei che ci spiegassi che Islam non significa violenza

"Se dobbiamo guardare alla parola "ISLAM" in sé, vuol dire "sottomissione", obbedienza all'unico Dio, uno dei grandi comandamenti anche dati a Mosè nell'antico Testamento della Bibbia. L'Islam è contrario alla violenza, si oppone alla violenza, al terrorismo.Le guerre giustificate dal Corano sono quelle fatte per difesa, o per contrattacco, mai per attaccare. Dice Allah l'Onnipotente nel Sacro Corano: "combatteteli dove vi hanno combattuti." o "Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah", quindi gli ordini di Allah vengono in questi versi relativamente alle vicende storiche avvenute ai primi gruppi di musulmani, e che ovviamente potrebbero essere ri-applicati in caso la storia si dovesse ripetere, e, purtroppo, si ripete. Basti vedere quello che accade oggi in molti dei paesi Islamici, ormai schiavizzati dall'occidente. Il Profeta Muhammed, pace e benedizioni su di lui, ha proibito in caso di queste guerre di far del male a donne, bambini, anziani, disabili, animali o piante. Quindi se un musulmano dovesse trovarsi in una guerra (parlo sempre di difesa o contrattacco) dovrebbe stare attento a non far del male agli innocenti, ma solo a uomini armati che potrebbero ucciderli (legittima difesa la chiamano). Se andiamo a vedere quello che accade oggi in Palestina, si può dire che è un conflitto anti-islamico al massimo. Vengono lanciati da Israele droni esattamente sulle moschee (luogo di culto, disarmati quindi) e sulle scuole (dove vi sono bambini, innocenti).Chiedo di non considerare l'ISIS uno stato islamico, perché di islamico hanno ben poco. Quello che fanno è terrore, e nell'Islam non è contemplato. Non sono questi i modi insegnati dal Profeta. La misericordia è inesistente nei cuori di questi impostori che cercano di infangare il nome dell'islam."

 

Quali sono i valori che cerchi di trasmettere a tuo figlio?

"Sono tanti i valori che vorrei trasmettergli, spero solo di esserne in grado. Vorrei prima di tutto insegnarli a non fare troppo affidamento sulle persone, perché le persone cambiano sempre, di confidarsi spesso con Dio, e di avere pazienza in momenti difficili, perché ogni avvenimento è destinato da Dio. Un buon musulmano deve aver pazienza e fede in quello con cui Allah ci mette alla prova. Vorrei insegnargli ad essere sempre gentile e sorridente, ad allontanarsi da ciò che potrebbe fargli male, come le cattive compagnie. Ad essere sempre sincero, con Allah, con se stesso e con noi, con le persone che lo circondano. Vorrei che le persone che lo conoscono si fidassero di lui, perché è un uomo onesto che voglio crescere. Vorrei che trattasse noi genitori sempre con rispetto, come insegna l'Islam, ad onorarci e comportarsi con rispetto verso i più anziani e più giovani di lui. Gli insegnerò ad amare la sua futura moglie (anche se credo che questo lo fa già papà ogni giorno, attraverso la nostra relazione), a non essere violento con nessuno. Ad abbandonare le discussioni quando iniziano a diventare inutili o troppo violente e corrotte. Vorrei solo che avesse pace e serenità nel cuore, ecco, solo questo... Spero che Dio mi aiuti, e aiuti ogni mamma a raggiungere questo. Loro sono il futuro della società."

 

Ti senti discriminata come mamma musulmana in Italia? hai timore che tuo figlio lo possa essere?

"Talvolta mi sento discriminata, ma ormai quasi non ci penso più... Finchè sono parole mi scivolano addosso. Temo solo che possa esserci violenza, soprattutto per i miei figli, non vorrei si dovessero mai sentire stretti su questo mondo, perché è un diritto di tutti avere la propria fede e il proprio culto. Potranno intrappolare i nostri corpi, ma i nostri cuori sono liberi."

 

Credo che noi mamme siamo davvero i possibili motori della società perchè siamo coloro che generano la vita e la nostra impronta nell'educazione del bambino è importante. Cosa pensi possiamo fare per promuovere la creazione di una società davvero interculturale basata sul rispetto?

"Uno dei nostri grandi sapienti, Ibn Qayyim, ha detto: Le donne sono metà della società e danno la vita all'altra metà, quindi è come se rappresentassero la società intera". Noi diamo loro la vita e l'educazione, sì è così.Credo che l'unico modo per far rispettare ai nostri figli l'altro è facendogli conoscere l'altro, non facendogli avere paura dell'altro. Quello che vedo oggi in Italia è questo, c'è troppa paura del diverso, bisogna aprire un po' la mente e conoscere. Conoscere non vuol dire condividere le stesse idee, ma vuol dire dare spazio a quelle altrui pur mantenendo le proprie."

 

Giulia Mandrino

Aromadiffusione per gli stati emotivi

Giovedì, 02 Aprile 2015 14:39

L'olfatto dell'uomo occidentale è assolutamente tra i 5 sensi quello meno sviluppato: siamo una società che utilizza prevalentemente la vista, "se non vediamo con i nostri occhi, non ci crediamo" giusto?. 

L'essere umano nasce con un olfatto molto sviluppato che lo guida alla ricerca del seno e in generale della sua mamma. Questo senso è primitivo e potente, infatti i sentimenti e le emozioni condividono con questo senso la stessa zona cerebrale, quella del sistema limbico: il profumo di una persona cara si imprime nella nostra mente e permane per tempi davvero lunghi, può stimolare attrazione o al contrario avversione e mantenere lo stesso effetto evocativo per decenni, ricordando un avvenmento, una sensazione, un sentimento, un luogo. Un odore può interferire in maniera preponderante sul nostro stato emotivo, può infatti avere effetti eccitanti o rilassanti, può facilitare l'abbandono oppure far scantare il campanello di allarme. 

L'olfatto è un senso da allenare fin da piccolissimi: già quando il bimbo tiene la testa dritta possiamo sottoporgli da annusare i profumi della cucina, dalle spezie, alle verdure crude, alle erbe aromatiche. Dai 3 anni in avanti è davvero delizioso il gioco di riuscire a indovinare gli alimenti che si hanno davanti solo in base al prufumo, quindi con gli occhi bendati. E' interessante stimolare l'utilizzo di termini inerenti all'olfatto più complessi rispetto al classico buono o cattivo: quindi per esempio dolce, pungente, agrumato, acido, fiorato... E' stato osservato che i bambini nei primi anni di vita sono naturalmente attratti dai gusti dolci, probabilmente perchè il senso dell'olfatto è strettamente connesso a quello del gusto. 

Utilizzare quindi l'aromadiffusione con un criterio "emozionale" è davvero utile, perchè lo stimolo prodotto arriva direttamente al sistema limbico. Il mio consiglio è di usare un diffusore di essenze ad ultrasuoni, assolutamente non il bruciaoli che emette fumi tossici. Ecco le miscele che potete diffondere 2 volte al giorno nell'ambiente a seconda dell'emozione preponderante presente in casa.

Ecco le principali miscele di oli essenziali per gli stati emotivi: come usare l'aromaterapia per lo stress, l'ansia, la solitudine e l'insicurezza

Stress: 2 gocce di olio essenziale di mandarino, 4 gocce di bergamotto, 2 gocce di lavanda. 

Ansia e attacchi di panico, tachicardia: 4 gocce di geranio d'egitto, 3 gocce di ylang ylang, 2 gocce di niaouli, 4 gocce di lavanda, 2 di lime.

Irritabilità e impazienza: 4 gocce di lavanda, 3 gocce di mandarino, 3 gocce di ylang ylang. Ottima anche da sola la camomilla blu, 8 gocce. 

Solitudine (ottimo per noi mamme e per adolescenti in crisi sentimentali): 4 gocce di mandarino, 3 gocce di lime, 3 gocce di arancio dolce, 1 goccia di cannella.

Insicurezza (adatto anche per insicurezze in ambito lavorativo e scolastico, prima di verifiche ed esami): 4 gocce di lime, 3 gocce di bergamotto, 1 goccia di sandalo. 

Equilibrio femminile, sindrome premestruale: 4 gocce di geranio d'Egitto, 2 di palmarosa, 2 di legno di rosa, 1 di lime. 

Rabbia: 4 gocce di bergamotto, 2 di ylang ylang, 1 di arancia dolce.

Paura: 4 gocce di salvia sclarea, 3 gocce di sandalo, 2 di lime. 

Tristezza: 4 gocce di lime, 2 di arancio dolce, 1 di sandalo. 

 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale. 

Mini week end a Londra

Giovedì, 02 Aprile 2015 14:37

Vorrei innanzitutto puntualizzare che io parlo della mia esperienza, di come Cucciola si rapporta alle cose e di come io interpreto i suoi stati d'animo: non tutti i conigli sono uguali, non tutti gli animali sono uguali, questa è la mia esperienza e non è detto che debba essere così anche per voi.
Dopo un annetto dal suo arrivo, intorno ai primi di dicembre, abbiamo deciso di partire per un week-end a Londra, una mini vacanzina tra noi due, mia sorella ed il suo moroso.
Più che organizzare il viaggio la cosa che mi premeva era che Cucciola sarebbe logicamente rimasta a casa e dovevo minimizzare lo stress per lei, per me, per lei e me. Sembravamo le uniche preoccupate. A dire il vero ero io quella più agitata ma devo confessare che anche Cucciola il giorno prima della nostra partenza sembrava si accorgesse che qualcosa non andava, era agitata, sembrava disorientata.
Decisi che la cosa meno traumatizzante per lei sarebbe stata restare nel suo ambiente piuttosto che spostarla a casa di mia mamma dove, non solo non ci sarei stata io ma sarebbe stata anche in un ambiente nuovo. La cosa mi sembrava che funzionasse, dopotutto Cucciola conosceva sia mia mamma che mia suocera...
Stabilii che la mattina mia suocera andasse a casa nostra, le aggiungesse il fieno, le cambiasse l'acqua e le desse la verdura fresca, restando da noi almeno un'ora per farle compagnia e lasciarla girare un po' per casa, nel tardo pomeriggio o verso sera sarebbe stato il turno di mia mamma che aveva i medesimi compiti (fieno, acqua, giretto) e si sarebbe dovuta occupare della pulizia della lettiera. Logicamente non potevo lasciarla da sola libera in casa, troppi rischi per lei e per la casa (!) ma la gabbietta sempre aperta nel bagno le dava la possibilità di poter muoversi un po' anche se in ambiente relativamente piccolo.
Fatta scorta di premietti, fieno e verdura, istruite le mamme adottive e spiegato a Cucciola che saremmo tornati presto tutto mi sembrava abbastanza al suo posto.
Partenza sabato nel primissimo pomeriggio, io avevo il cuore a pezzi lui con l'unica preoccupazione di salire in auto per arrivare all'aeroporto.
Io – Ciao amorino, torniamo presto
Lui – Dai facciamo tardi
Io – Hai presto tutto?
Lui – Ho soldi e documenti è più che sufficiente
Io – bene allora al posto delle mutande pulite domani mettiti una banconota...
Lui – Beh avrai preparato i bagagli no?
Io – Sì certo per me, per te e tutte le cose per Cucciola
Lui – Allora partiamo? Dai, starà bene, si tratta di tre giorni... mmm come la meni
Io – E' che mi pare non giusto, sono agitata, lei mi sembra agitata e se qualcosa va male e se è triste e se gli manchiamo e se le viene da piangere e se mia mamma e tua mamma le stanno sulle balle ... cosa non del tutto improbabile... e se
Lui – E se mio papà era un merlo volavo... dai quanti problemi, starà bene, è la tua fantasia che gira più veloce di una trottola...
Pronti, partenza e via, sabato pomeriggio volo Milano / Londra: arrivo, cena, giri vari, pranzi, altri giri, visita questo vedi quello, cammina tanto, freddo becco, visita quello, mangia dove capita e tanti tantissimi messaggini a mia mamma del tenore: noi bene, qui ok, Cucciola? Mangia? Dorme? Caga?...
Non è stata una grande vacanza né per me che avevo sempre il pensiero a casa con lei, né per chi mi stava vicino perchè non avevo l'entusiasmo del turista ma di chi sta quasi cercando di dimenticare un lutto, ma è quella cosa che senti dentro, i messaggi che ricevevo mi dicevano di stare tranquilla ma io in cuor mio avevo una sensazione non giusta...
Allora partenza sabato a pranzo, ritorno martedì sera ... alla fine poco più di tre giorni... entriamo in casa, io mi scapicollo, apro la porta e la chiamo, arrivo al bagno, spalanco la porta e la vedo in un angolino che trema un pò, lei mi vede e spalanca gli occhi, mi corre incontro e mi lecca le scarpe come fossero fatte di biscotto... Era visibilmente più magra ma così eccitata di vedermi che non riuscivo nemmeno ad accarezzarla, quando allungavo una mano metteva sotto il musino la appena ceravo di toccarla mi leccava alla più non posso e mi girava intorno come impazzita. Aveva lo sguardo illuminato e mi si è stretto il cuore.
Sentita mia mamma e mia suocera (che non hanno avuto il coraggio di dirmelo al telefono) mi hanno confessato che quando andavano a trovarla lei spaurita (cosa mai capitata con loro), trovavano intatto il fieno e la verdura, nemmeno i premietti avevano effetto, li annusava ma non li mangiava; questo da domenica mattina... ottimo direi!!!
E' stato lì che ho deciso che mai mi sarei allontanata da lei per una vacanza o un week-end e non le avrei mai più fatto provare l'ansia dell'abbandono: Cucciola 1 – Vacanza 0!
E' stato lì che mio marito ha capito che le mete esotiche da noi tanto sognate erano ben lontane dall'essere visitate: pazienza arriveranno anche le Maldive...
A volte mi immagino che portiamo Cucciola ai caraibi e rido pensandola con un bikini arancione (color carota), un mini asciugamanino in spalla, occhialini da sole che si sdrai sotto una palma, gusta un mojito e già che c'è scava una decina di tunnel nella sabbia e rosicchia le infradito del vicino di ombrellone...

 

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

Sara

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Cecilia

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