La spesa del sabato mattina

Venerdì, 15 Maggio 2015 13:44

Fare la spesa non è solo buttare della "roba" nel carrello: è inserire qualcosa all'interno della nostra vita, è scambiare il nostro lavoro con il lavoro altrui, è scegliere con che cosa vogliamo nutrire quindi "costruire" il nostro corpo e quello dei nostri figli. Le nuove generazioni non hanno assolutamente idea da dove venga il cibo, per cui la pasta viene dal supermercato, la carne dal banco frigorifero, il gelato dal gelataio. 

Tra i ricordi più belli che ho della mia infanzia c'è quello nella cascina di un'amica di mia nonna: lei mi portava con sè e io giocavo interi pomeriggi con il fieno, gli animali, era meraviglioso aiutare nel nostro piccolo i contadini o semplicemente osservare le stagioni e i frutti della terra. 

Così sono sempre alla ricerca di fattorie, poissibilmente che non sfruttino animali, dove portare i miei bambini a giocare. Non solo il sabato mattina ci rechiamo in fattoria a giocare ma anche ad acquistare frutta e verdura: il sapore delle carote raccolte al momento in un terreno sano e nutrito in maniera naturale è qualcosa che cerco di far comprendere ai miei bimbi.

Spero che imparino fin da piccoli a comprendere il gusto del vero cibo autentico e a distinguerlo da surrogati di esso; ma ancor più voglio che tocchino con mano che le carote non sono quelle che si comprano al supermercato nella busta tagliate alla julienne, che i pomodori crescono in estate, che il riso non nasce al supermercato ma nelle risaie. Che la terra ci dona i suoi frutti ma che questo processo è lungo e richiede tanto impegno e sudore. Che la terra ci dona frutti se si rispettano i suoi tempi e se a sua volta viene nutrita. 

"Ma non trovo tanta varietà di prodotti" lcune di voi potrebbero dire. Certo, perchè la terra ci offre i frutti di cui abbiamo bisogno esattamente in quella stagione, quindi frutta e verdura molto rimineralizzante e ricca di acqua in estate non a dicembre. Se acquistiamo prodotti a km 0 potremo mangiare i vegetali di cui ha bisogno il nostro corpo in quel momento. E i nostri figli impareranno che a novembre non ci sono le fragole. 

Così il nostro sabato mattina trascorre così, correndo nei campi, aiutando il nostro contadino a raccogliere frutta e verdura: non so voi ma io da piccola non andavo ai parchi giochi perchè il cortile di casa mia era il mio parco giochi, non andavamo a fare le vasche nei centri commerciali per farci fare movimento perchè i campi e i prati erano i luoghi in cui ci sfogavamo e la sera alle 9 eravamo davvero stanchi e non soffrivamo di insonnia o di iper attività. Di estate come di inverno giocavamo all'aperto e sinceramente ci ammalavamo molto meno rispetto ai bambini di oggi che riescono a fare 3 cicli di antibiotici consecutivi. 

Giulia Mandrino

La montata lattea

Venerdì, 15 Maggio 2015 13:36

Come abbiamo visto nell'articolo dedicato al colostro, la prima sostanza che la mamma produce per nutrire il proprio bambino subito dopo la nascita si chiama appunto colostro. L'ostetrica Angela Dinoia nel suo Libro Il neonato e i suoi segreti edito da Mental Fitness Publishing ci da qualche informazione in più su questo prezioso liquido e sulla montata lattea:
"È un liquido giallo, denso, molto zuccherino. È ricco di anticorpi che serviranno al bambino per proteggersi e ha un effetto stimolante sull'intestino del piccolo, che deve prepararsi per iniziare ad assorbire e digerire il latte maturo. Il colostro è sufficiente per soddisfare il fabbisogno nutritivo del bambino nei primi giorni di vita. La mamma offre piccole quantità di questo liquido prezioso per ogni poppata: circa 8-10 grammi. Sembrerebbe poco! Invece la quantità è assolutamente adeguata, poiché il bambino non sarebbe in grado di assimilare quantità di latte maggiori nelle prime 48-72 ore di vita.

Il colostro consente al bambino di eliminare completamente il meconio, termine specifico per indicare le prime feci, di colore verde scuro, che emette. Dopo aver eliminato tutto il meconio, il neonato inizia a ingerire quantità maggiori di latte. Le donne devono sapere che è importante che il bambino assuma il colostro e non farsi scoraggiare da frasi poco opportune, come per esempio: "Signora è logico che il suo bambino abbia fame, ha solo colostro e non è sufficiente per sfamarlo".

Purtroppo capita ancora di sentire queste frasi anche all'interno dei reparti di maternità. Sono scorrette e possono insinuare dubbi che non hanno senso di esistere nella testa della mamma che sta avviando il suo primo allattamento.
Le poppate frequenti dei primi giorni consentono infatti al bambino di succhiare molto colostro e imparare a poppare correttamente. Inoltre, consentono alla mamma e al bambino di stare vicini per iniziare a conoscersi e costruire le basi del loro legame.

Tra i 2 e i 5 giorni dopo la nascita, il colostro si trasforma lentamente in “latte maturo”, dando inizio alla fase della montata lattea. La celerità dell’arrivo della montata lattea dipende anche da quante volte il bambino si è attaccato al seno. Più volte si è attaccato, più precocemente in genere arriva. Alla comparsa della montata lattea, la produzione di latte aumenta velocemente. Dopo alcuni giorni la mamma inizia a produrre circa 500 grammi di latte quotidiani per poi stabilizzarsi, al compimento del primo mese e fino allo svezzamento, intorno ai 700-800 grammi di latte al giorno. Ecco qualche curiosità dal mondo animale, per renderci conto della proporzionalità rispetto ad altre creature: una mucca può produrre oltre 30 litri di latte al giorno, mentre il cucciolo della balenottera azzurra, in un solo giorno, può arrivare a bere circa
400 litri di latte. La quantità prodotta in un giorno da quasi 14 mucche: incredibile, no?
 
Durante la montata lattea, i seni solitamente diventano turgidi, congestionati, caldi e spesso dolenti. È possibile che la mamma avverta dei brividi e un leggero rialzo della temperatura. Non bisogna preoccuparsi. Il latte inizialmente viene prodotto in dosi abbondanti, spesso superiori
al fabbisogno del bambino: per questo motivo i seni possono essere troppo pieni. Per rendere meno fastidiosa la montata lattea, la mamma deve attaccare il bambino al seno frequentemente, anche cercando di svegliarlo se tende a dormire.
 
È molto utile e consigliabile, in questa fase, consultare la propria ostetrica, che mostrerà alla donna come praticare impacchi caldi, massaggi e soprattutto la spremitura manuale del seno. Sono rimedi indispensabili per superare questo momento delicato, in particolar modo per tutte quelle mamme che durante la montata lattea abbiano seni molto voluminosi, duri e piuttosto doloranti.
Vi sono situazioni, invece, in cui la montata lattea può ritardare ed arrivare anche al 5°, 6° o 7° giorno. Diverse possono essere le cause di questo ritardo:
 
– un parto lungo e faticoso;
 
– lo stress;
 
– un taglio cesareo d’emergenza;
 
– una pesante emorragia post partum;
 
– il vizio del fumo nei primi giorni dopo il parto;
 
– lo stress emotivo per la mamma e il suo bambino.
 
Come comportarsi in questi casi? Bisogna assicurarsi che la mamma e il bambino stiano insieme il più possibile, favoriscano reciprocamente il contatto pelle a pelle e che le poppate siano frequenti. Se il bambino ancora non riesce ad attaccarsi, la mamma deve praticare la spremitura del latte (magari con il tiralatte) con la stessa frequenza con cui attaccherebbe il bambino al seno perlomeno sei volte nelle 24 ore e offrire al
bambino il latte raccolto. Nell’arco di qualche giorno il latte arriverà. State tranquille. L’importante è che la mamma non si scoraggi e che chieda un valido supporto, qualora si senta in difficoltà."
 
Angela Dinoia, atricolo tratto da Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing
 
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Part time: diritto oppure no?

Venerdì, 15 Maggio 2015 13:10

Molte di noi vorrebbero richiedere il part-time ma è sicuro che l'azienda ce lo conceda? Risponde alla nostra domanda l'avvocato Chelo Rescalli nel nostro libro Mamme pret a porter, edito da Mental Fitness Publishing. 

"E' possibile richiedere il part-time ai sensi della L.53/2000 come misura volta a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Non esiste un obbligo di legge che imponga all'azienda di concedere il part-time, ma, qualora non venisse concesso, il papà e la mamma possono rivolgersi alle Consigliere di Parità, in modo tale da poter tentare una mediazione con l'impresa nella quale lavorano. Fino ad ora sono stati ottenuti buoni successi, anche grazie ai finanziamenti previsti per le aziende che introducono forme o strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
È possibile comunque chiedere all'azienda in cui si lavora se ha introdotto strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e/o forme di flessibilizzazione dell'orario che potrebbero rivelarsi molto interessanti!
Ormai sono molte le esperienze al riguardo, anche perché sono previsti numerosi incentivi per le imprese che promuovono questo tipo di iniziative, a partire dall'art. 9 della legge 53/2000, al Fondo Sociale Europeo. Se l'azienda non ne avesse ancora introdotti, il genitore può promuoverne l'introduzione mettendo l'azienda in contatto con le Consigliere di Parità per ricevere tutte le informazioni necessarie."
Nel caso ci fossero precise motivazioni che spingono alla scelta del part time o qualora ci fossero malesseri sul posto di lavoro in merito alla maternità possiamo rivolgerci alla Consigliera di Parità. 

Avv. Chelo Rescalli in Mamme pret a porter, Mental Fitness Publishing

Quando finiscono i 5 mesi di maternità obbligatoria cosa succede? Ce lo spiega l'avvocato Chelo Rescalli nel nostro libro "Mamme pret a porter" edito da Mental Fitness Publishing: "se la mamma o il papà hanno un lavoro dipendente, dopo l'astensione per maternità/paternità, possono, infatti, richiedere l'astensione facoltativa  dal lavoro, che si chiama congedo parentale.
Mamma e papà possono usufruire del congedoanche contemporaneamente.
Il diritto può essere esercitato fino agli 8 anni di età del bambino e per un periodo continuativo o frazionato per la durata massima di 6 mesi. Questo significa che si può prendere anche per un solo giorno. Nel caso in cui la mamma o il papà siano soli (unico genitore), essi hanno entrambi diritto a usufruire di un periodo di congedo continuativo o frazionato per la durata massima di 10 mesi. In ogni caso, se il padre chiede almeno 3 mesi consecutivi, la durata massima arriva a 11 mesi. È importante ricordarsi di preavvisare il datore di lavoro almeno 15 giorni prima della data in cui si vuole iniziare l'astensione dal lavoro. Nota importante è la retribuzione per tutto il periodo di astensione facoltativa per maternità. Infatti, la legge prevede che al genitore che usufruisce del congedo parentale sia riconosciuto un trattamento economico pari al 30% dello stipendio. Una retribuzione
misera considerando tutte le spese da affrontare!

Successivamente non è prevista alcuna retribuzione, a meno che il reddito del richiedente (madre o padre) sia inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione. Il periodo di congedo viene calcolato in base all'anzianità di servizio. Le mamme lavoratrici autonome e le mamme con figli nati a decorrere dal 1° gennaio 2000 hanno diritto al congedo parentale comprensivo di trattamento economico limitatamente a 3 mesi ed entro il primo anno di età.

Le lavoratrici a progetto o categorie assimilate, iscritte alla gestione separata INPS, hanno diritto a una indennità per congedo parentale per un periodo di 3 mesi entro il primo anno dalla nascita del bambino.
Sono esclusi dal diritto al congedo parentale i lavoratori e le lavoratrici addette ai servizi domestici, i lavoratori e le lavoratrici a domicilio e coloro che sono iscritti alla gestione  separata dell'INPS, i cosiddetti parasubordinati (es. co.co.pro.).
Se i bimbi sono 2 o più, è possibile usufruire dei mesi di congedo previsti per ciascuno.

Avv Chelo Rescalli in Mamme pret a porter, Mental Fitness Publishing

Il primo incontro

Venerdì, 15 Maggio 2015 12:15

La prima relazione che la donna instaura con proprio il bambino inizia in gravidanza. Avvenuto il concepimento, il test di gravidanza positivo, il primo movimento, la prima ecografia, le prime sensazioni: tutti momenti significativi che precedono e preparano il loro incontro.
Ma, una volta venuto al mondo, di che cosa ha bisogno il neonato? I film e le immagini stereotipate che ci propongono i media ci presentano una mamma che, appena vede il suo bambino, si innamora di lui. È vero, a volte questo accade, ma la realtà può presentarsi con sfaccettature diverse: ogni mamma ha bisogno del suo tempo per incontrare il suo piccolo.
Oggigiorno, sin dalle prime ore in sala parto, si cerca di creare una situazione che agevoli l'incontro tra il neonato e la propria madre. Il contatto degli occhi, la vicinanza, il calore del corpo, il tocco della mamma rassicurano il piccolo, che ha lasciato da poco lo spazio conosciuto, per una nuova esperienza. Lì, accanto a sua madre, se lasciato tranquillo, il neonato posto sulla sua pancia comincia a strisciare verso il seno e magari a succhiare.
Inizia l'avventura dell'allattamento! La bocca è per lui uno strumento importante, sia per le prime esperienze sensoriali, sia per conoscere il corpo materno. Le labbra, infatti, contengono un'altissima concentrazione di recettori tattili: attraverso la suzione il bambino si tranquillizza, si nutre, conosce il mondo e prova piacere.
Alla nascita, il piccolo è dotato di numerosi riflessi, utili per la sua sopravvivenza e per stimolare nella sua mamma un adeguato sentimento di attaccamento.

E il padre? No, non ci siamo dimenticati di lui! Nelle prime settimane di vita il neonato vive una condizione di totale simbiosi con la propria madre. In questa fase la figura paterna è importante perché sostiene la mamma nella fatica della fase iniziale, mentre dovrà favorire, più tardi, la separazione del bambino dalla mamma e il suo ingresso nel mondo sociale.
Tutti i genitori desiderano che i loro figli siano sereni, in buona salute e felici. Vogliono che siano in grado di instaurare relazioni significative, dal punto di vista affettivo, con altri individui, che stiano bene con se stessi e nel mondo, godendo delle relazioni che sono riusciti a crearsi sia in ambito amicale, sia in ambito più intimo.
 
Attraverso le cure, l’accudimento amorevole che riceve fin dalla nascita dai suoi genitori, il bambino interiorizza gradualmente una forma di attaccamento stabile, che porrà buone basi per la sua vita affettiva futura.
 
Il comportamento di cura materno si può attivare in maniera significativa attraverso il contatto e si manifesta concretamente nei seguenti comportamenti:
 
– baciare il bambino;
– tenerlo in braccio;
– guardarlo negli occhi;
– parlargli;
– accarezzarlo;
– toccarlo;
– massaggiarlo;
– coccolarlo;
– cambio del pannolino con affetto.
 
Nella mia esperienza con le mamme e i neonati (soprattutto nelle prime 6-8 settimane di vita) il contatto è uno degli strumento più efficaci per tranquillizzare il bambino.
La mamma può ricreare nella culla del piccolo una specie di nido dove accoglierlo. In questo rifugio tranquillo, caldo, lontano da troppi stimoli, sarà tranquillo.
 
Ostetrica Angela Dinoia in Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

 

Il neonato deve essere rispettato

Venerdì, 15 Maggio 2015 11:14

Nella cultura popolare ancora oggi il neonato viene ritenuto da molti come un esserino privo di competenze e di memoria, una sorta di tabula rasa che va semplicementre nutrita e pulita. In realtà la scienza moderna ha dimostrato che il neonato ha numerose competenze innate e bisogni primari non solo fisici ma anche emotivi.

Ancor peggio a volte si ritiene che il neonato non abbia competenze se non quella di tiraneggiare sui genitori e di prendere brutti vizi: appurato che i nostri figli non sono nè despoti nè tiranni, ci chiediamo da dove venga questo retaggio di concepire il neonato come un esserino che non deve passare troppo tempo con la mamma e che la separazione debba avvenire quanto prima; ce lo spiega l'ostetrica Angela Dinoia nel suo libro Il neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing: "In Europa, dal Medioevo fino all'inizio del secolo scorso, il periodo di vita più rischioso per un bambino andava da 0 a 2 anni. I neonati non desiderati venivano abbandonati sulla ruota degli, allontanati dalle famiglie e a volte perfino uccisi. Queste pratiche, per noi oggi inaccettabili, erano frutto non solamente di un atto di crudeltà, bensì di una cultura che non riconosceva all'individuo appena nato il diritto alla vita, il diritto di esistere. Il fenomeno del baliatico (dare a balia i propri figli) era in uso non solo tra le famiglie più agiate, ma anche tra la popolazione più povera. In questo modo, le nobildonne potevano dedicarsi alla vita sociale e le altre ritornare ai lavori pesanti. Non si credeva fosse importante per il bambino stare con la propria madre. Pertanto i nuovi nati venivano sottoposti a una precoce esperienza di separazione dai genitori e, spesso, il reinserimento nella famiglia di origine avveniva dopo molti anni. Oggi invece è risaputo che, nella vita di ogni individuo, l'aver instaurato, subito dopo la nascita, una relazione di attaccamento valida con la la propria madre è garanzia di una condizione di salute fisica e mentale. Ben sappiamo, inoltre, che il neonato non è un adulto in miniatura, bensì un individuo con specifiche peculiarità: per riuscire a conoscerlo meglio e a rispettarlo dobbiamo in parte abbandonare il nostro punto di vista di adulti ed entrare nel suo mondo. Un mondo speciale che, non dimentichiamolo, a suo tempo è appartenuto ad ognuno di noi."

Angela Di Noia, Il neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

7 idee per una colazione natural

Giovedì, 14 Maggio 2015 14:41

Ecco 7 idee di colazioni complete e sane sviluppate dalla nutrizionista Antonella Alfieri con le ricette del mio libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, edito da Mental Fitness Publishing.

La colazione è importantissima, come sappiamo, e bilanciarla con alimenti sani, naturali e nutrienti è fondamentale. Non serve strafare: basta semplicemente abbinare cereali integrali (perfette sono lefette biscottate davvero integrali), proteine, grassi buoni (come quelli della frutta secca) e carboidrati, avendo cura di inserire frutta in modo da assicurarci le vitamine necessarie per affrontare la giornata.

 1. 

1 tazza di latte di mandorle homemade
1 caffè d'orzo piccolo
1 yogurt naturale bio con fiocchi di mais e farro soffiato e un cucchiaino di semi misti
1 muffin ai mirtilli

2.

Infuso esplosione di vitamina C
1 fetta di torta coccosa
1 frutto fresco a scelta
8 noccioline

3.

1 tazza di bevanda vegetale a scelta (riso, avena, kamut...)
3-4 fette biscottate con crema di ricotta al cacao o con marmellata o con malto
2 noci

4.

50 gr di farinata mattutina
Caffè al ginseng
1 Centrifugato di frutta e verdura
7 mandorle

5.

125 gr di Yogurt naturale bio con 2 cucchiai di muesli homemade
1 caffè verde
2 biscotti friabili natural
1 dattero o 1 albicocca secca

6.

1 tazza di latte di farro
2 fette di pane di segale spalmate con la crema al cioccolato o il burro di frutta fresca
1 cucchiaino di uvetta sultanina

7.

1 tazza di the chai
1 pancake
2 cucchiai di crema di ricotta e cacao spalmata su 3 gallette di cereali misti
1 frutto fresco o una spremuta d'arancia

L'olivello spinoso è un campione di sopravvivenza, una pianta dalle proprietà straordinarie, utilizzata da WELEDA da molto tempo: il succo delle bacche dell'olivello spinoso permette di preparare, da più di 50 anni, la bevanda fortificante "Sciroppo di Olivello". Fino a circa il 1980, i raccolti delle bacche di olivello spinoso nei siti montagnosi e inesplorati del Friuli, nella valle del Mesocco o sulle Alpi mediterranee francesi, erano molto abbondanti. Lo sviluppo dei centri abitati, l'estensione selvaggia delle costruzioni fino alle regioni montagnose hanno reso questi raccolti di frutti selvatici molto difficili. WELEDA s'è quindi messa alla ricerca di un partner in grado di coltivare l'olivello spinoso, trovandolo nella persona di Kurt Künzi. Non solo questi è un pioniere in materia di colture biodinamiche dell'olivello spinoso, ma conosce anche la pianta e i suoi segreti in maniera ammirabile. Stabilendosi con la sua famiglia nella sua proprietà di San Mario in Toscana, egli ha realizzato un sogno che coltivava da lungo tempo, ovvero la messa a coltura di una pianta selvatica. Osservando con attenzione i processi di crescita e analizzando costantemente i componenti di 120 varietà selvatiche, K. Künzi e il suo gruppo sono riusciti a selezionare, per moltiplicazione vegetativa, le varietà adatte al loro sito. K. Künzi e i suoi collaboratori hanno dovuto dare prova di grande pazienza e perseveranza. Oggi gli arbusti di olivello spinoso della migliore specie si dondolano al vento sugli 80 ettari, sotto il cielo sempre radioso della Maremma nei pressi di Pisa. WELEDA è felice di poter trasformare in elisir e in prodotti per la cura del corpo queste bacche di olivello spinoso d'eccellente qualità.

La bacca di olivello spinoso sprigiona calore nutrendo in profondità l'epidermide che appare rinvigorita e tonica poiché questa pianta è ricchissima di vitamine che in combinazione all'arancia permette di sprigionare una profumazione intensa richiamando alla mente le tipiche piantagioni degli agrumeti siciliani.

Ecco le sue proprietà:

- Ricco di vitamine, restituisce nuova vitalità.
- La ricca formula con l'estratto radice di malva dalle proprietà emollienti è stata arricchita con il prezioso olio dai semi di olivello spinoso per un'azione nutriente ancora più efficace sulle pelli particolarmente secche.

Olivello spinoso: crema fluida trattamento nutriente

Nutre intensamente le pelli particolarmente secche grazie all'alto contenuto di acidi grassi. La composizione con olio di olivello spinoso bio, ricco di vitamine, protegge la pelle dalla disidratazione e ne sostiene l'equilibrio.

Olio trattante all'olivello spinoso
Un olio rivitalizzante ricco di vitamine naturali e di acidi grassi insaturi che dona morbidezza ed elasticità anche a pelli secche e spente. Ottimo nella stagione estiva per far risaltare l'abbronzatura.

Giulia Mandrino

Congedo di maternità

Mercoledì, 13 Maggio 2015 07:58

Ecco tutto ciò che dovete sapere sul mondo della maternità con il contributo dell'avvocato Chelo Rescalli sul mio libro Mamme pret a porter, edito da Mental Fitness Publishing: "Ogni donna, durante il lungo e delicato periodo della gravidanza, dovrebbe conoscere i propri diritti al fine di affrontare la maternità con serenità e poter accedere alle forme di tutela previste dal nostro ordinamento. Esistono leggi nazionali e regionali che tutelano la maternità e garantiscono il diritto del bambino a una adeguata assistenza: dopo la nascita di un bimbo e fino all'ottavo anno di età, a ciascun genitore è riconosciuta la possibilità di valutare, con serenità, le varie modalità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, al fine di seguire il proprio figlio durante la crescita.
Le disposizioni di legge in materia di lavoro, previste dalla Legge 53/00, tutelano la donna lavoratrice con il c.d. diritto al congedo di maternità: ogni donna, infatti, secondo tale normativa ha la possibilità di assentarsi dal lavoro, per un periodo che dura 2 mesi prima della nascita del figlio e 3 mesi dopo oppure 1 mese prima della nascita e 4 dopo.


Se il bambino è nato prematuro, rispetto alla data prevista, la donna può scegliere di stare a casa anche per il periodo di giorni che non ha usufruito prima del parto. Per poter usufruire del congedo di maternità è necessario presentare al datore di lavoro il certificato di nascita o una dichiarazione sostitutiva entro 30 giorni dalla nascita del bambino. Così facendo, ogni donna riceve l'80% dello stipendio (molti contratti di lavoro prevedono l'integrazione al 100%). Tale periodo di assenza conta sia come anzianità di servizio che per il calcolo della 13ª e delle ferie. Inoltre la donna può richiedere,se lo ritiene necessario, ferie o permessi in aggiunta al congedo di maternità.


Per la donna in mobilità, il periodo di congedo non riduce il periodo di permanenza nelle liste e continua ad essere pagata l'indennità di mobilità per il periodo massimo previsto. La donna non viene cancellata dalla lista se, durante il congedo, rifiuta un'offerta di lavoro o di avviamento a corsi di formazione.

Se invece la donna venisse licenziata per cessazione dell'attività dell'azienda o alla scadenza non le venisse rinnovato il contratto a termine, riceverebbe ugualmente l'indennità di maternità.

Per quel che concerne la mamma disoccupata, la normativa vigente riconosce il diritto all'indennità di maternità se, all'inizio del periododi congedo, aveva diritto all'indennità di disoccupazione. Per le donne che non lavorano o che, pur lavorando, non hanno raggiunto i requisiti minimi per usufruire del congedo di maternità, sono previste altre forme di sostegno, a seconda delle Regioni e dei Comuni di residenza, i quali riconoscono differenti forme di tutela economica sia con riferimento all'assegnazione di assegni di maternità, sia con riferimento all'assegnazione di assegni alle famiglie con minori (sul punto, risulta utile rivolgersi agli Uffici delle Politiche Sociali del proprio Comune e richiedere informazioni relative ad iniziative in merito).

La mamma libera professionista, invece, suo malgrado, gode di una tutela ridotta: quest'ultima, infatti, può utilizzare il congedo di maternità e richiedere al suo ente previdenziale l'indennità di maternità, il cui importo varia a seconda della sua attività, e la mamma imprenditrice ha diritto al congedo di maternità previa domanda all'INPS. La mamma lavoratrice autonoma, invece, gode di una indennità per i 2 mesi prima e i 3 mesi dopo il parto, ma non ha l'obbligo di astenersi dal lavoro, come invece avviene per le lavoratrici dipendenti.

Anche per le collaboratrici domestiche è previsto il diritto al congedo di maternità ma, per ottenere l'indennità di maternità, la lavoratrice deve avere almeno 6 mesi di contributi settimanali nell'anno precedente oppure un anno di contributi nel biennio precedente.

Le mamme con un contratto a progetto co.co.co., associate in partecipazione o titolari di reddito autonomo occasionale, di cariche societarie, iscritte alla gestione separata INPS, possono chiedere il congedo di maternità e la relativa indennità per 180 gg complessivi, purché si astengano dal lavoro per un periodo complessivo non inferiore a 3 mesi."

Articolo tratto da Mamme pret a porter, Mental Fitness Publishing

 

Mangiare biologico può avere effetti concreti e tangibili sul nostro corpo? Questa domanda ha spinto un team di ricercatori a intraprendere uno studio commissionato dalla catena alimentare svedese Coop e realizzato in collaborazione con lo Swedish Environmental Research Institute IVL. L'obiettivo è stato comprendere l'impatto che ha il cibo biologico sul nostro organismo già in un lasso di tempo relativamente breve. 

L'esperimento ha coinvolto una famiglia di cinque persone, due adulti e 3 bambini, che non consumava cibo biologicoa causa del costo maggiore di questo: per due settimane i membri della famiglia hanno consumato solo cibo biologico. Per valutare l'impatto di un'alimentazione 100% biologica sono stati effettuati esami delle urine all'inizio e al termine dell'esperimento: le prime analisi hanno rivelato la presenza di sostanze chimiche come insetticidi, funghicidi, sostanze utilizzate per potenziare la crescita delle piante. Ma dopo appena due settimane di dieta esclusivamente biologica,lo stesso esame delle urine svela che i livelli sono nettamente diminuiti.

"Vogliamo – spiegano i responsabili di Coop Svezia - che la gente capisca perchè vale la pena di mangiare biologico, fa bene alla salute e all'ambiente. Lo studio ha dimostrato che mangiare cibo bio può riduorre i livelli di pesticidi nel corpo.
Quando la famiglia selezionata ha cambiato alimentazione, i livelli di pesticidi e il loro numero si sono ridotti, come risulta dai campioni biologici. Speriamo che questo studio e questo filmato possano incoraggiare la discussione e il confronto sui benefici del cibo biologico". cit da Informa Salus

Giulia Mandrino

immagine tratta da wikimedia.org

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Sara

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Cecilia

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