Come spiega il Prof. Giuseppe di Fede, direttore sanitario Imbio ed esperto di Nutrigenomica, l'invecchiamento cellulare e le malattie degenerative possono essere in parte contrastate anche attraverso l'uso della curcuma, in particolare della curcuma longa presente nel curry. 

Ecco allora una ricetta per cucinare in maniera semplice un curry vegetale o di pollo adatto anche ai bambini, in quanto non piccante: la ricetta del curry per la famiglia. 

La scelta del tipo di curry è fondamentale: come spiegato nel nostro articolo dedicato all'uso delle spezie nella cucina dei bambini, il curry da usare è quello di Madras, perchè non piccante. Io lo acquisto qui: http://www.lafeniceoccitana.it/index.php/shop/miscele/miscele-etniche/curry-e-masala/curry-madras-detail

 



Arrivano le vacanze di Natale e non possiamo che concederci qualche colazione americana , con tovagliette e tanta voglia di stare insieme in un momento della giornata che spesso purtroppo saltiamo a pié pari. Ricordiamoci infatti che la ricetta basilare per vivere bene é antica e dice proprio così: " Colazione da re, pranzo da principe e cena da povero".
Non si può iniziare meglio la giornata che con questi dolcetti golosi!

Pancake della domenica: la ricetta della tradizione americana gustosa, sfiziosa e perfetta per la colazione in famiglia

 

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Lunedì, 17 Marzo 2014 17:02 Scritto da

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Fascia o marsupio?

Giovedì, 26 Giugno 2014 11:46

Fascia portabebè contro marsupio tradizionale: 100 a 0!

Avere un bambino in questi anni è diventato non solo motivo di gioia per il lieto evento ma anche per essere assolutamente legittimate a uno shopping senza freni. E io ne sono stata felicemente travolta...per la prima volta ero legittimata a fare shopping, uno shopping particolare perchè privo di una caratteristica che spesso ci affligge: il senso di colpa. Senza fare la polemica di turno (non è proprio il ruolo che mi si addice) ogni tanto sarebbe necessaria qualche informazione in più. E' stato scritto molto sulle fasce ma ancora oggi non sono così diffuse come dovrebbero: spesso infatti si preferisce il marsupio alla fascia. Purtroppo, purtroppo per le mamme che li comprano e i loro bimbi, il marsupio (a meno che non sia ergonomico) non è lo strumento ideale: nel marsupio tradizionale infatti il bimbo è "appeso" per i genitali e quindi tutto il peso è concentrato nella zona pubica (è abbastanza evidente che non sia qualcosa che giovi particolarmente allo sviluppo dei testicoli!). Nella fascia invece il bambino è seduto, per cui il peso è maggiormente distribuito, con grande beneficio non solo per il bimbo ma anche per la mamma. Inoltre la fascia è lo strumento ideale per il bimbo in quanto rispetta le caratteristiche anatomiche del neonato, dalla posizione delle anche e della colonna, allo sviluppo neurologico che alla nascita non è ancora completato e necessita quindi di contenimento dagli eccessivi stimoli della quotidianità. Sono ormai moltissimi gli studi che confermano che bambini prematuri portati nella fascia nei reparti di terapia intensiva neonatale hanno risultati eccellenti in minor tempo rispetto a bambini che non beneficiano della marsupioterapia (vedi http://www.ospedaleniguarda.it/content/news/MARSUPIO-TERAPIA-br-Per-essere-piu-mamma.html). Tutt'altro tema sono i benefici psicologici, anche quelli ormai accertati da psicologi e psichiatri in tutto il mondo: nella nostra cultura purtroppo si tramanda il concetto di contatto come vizio... nonostante sia stato ampiamente dimostrato che i bambini che beneficiano di prolungato contatto con la mamma sviluppino con più facilità quello che viene chiamato 'attaccamento sicuro' già negli anni 40' da Bowlby e quindi inizino il processo di costruzione dell'indipendenza in maniera più serena e veloce, tutte noi mamme siamo letteralmente bombardate da mamme e suocere che con aria compassionevole ci dicono che teniamo troppo in braccio il nostro bimbo: "vedrai che poi prende il vizio e non te lo togli più da dosso". Che fare dunque? Posso dire a conclusione che dalla mia esperienza personale sempre più genitori comprendono fortunatamente che il contatto non è un vizio ma un bisogno fisiologico, tanto quanto il latte e l'aria che respiriamo.

Quindi mettiamo nel dimenticatoio i marsupi tradizionali e optiamo per fasce e marsupi ergonomici!

Giulia Mandrino

Senza pannolino fin dalla nascita?

Mercoledì, 23 Settembre 2015 23:43

C'è un nuova corrente di pensiero riguardante la gestione della pipì e pupù del bambino che viene da lontano, da alcune zone rurali del pianeta dove l'apprendimento
all'assenza del pannolino inizia fin dalla nascita. Tre sono i concetti principali che guidano questo metodo: imparare a riconoscere i segnali di bisogno di fare pipì utilizzando segnali di mimica facciale e fornendo associazioni positive tra il bagno e l'atto della pipì/cacca. Le figure che si occupano dell'accudimento del bimbo quindi imparano a comprendere il linguaggio non verbale del bambino che anticipa la pipì e la cacca e cerca di sostenerlo maggiormente impostando una ritualità, come un  suono.

Se gli aspetti positivi sembrano evidenti (quindi grandissimo risparmio e impatto zero sull'ambiente) dobbiamo anche valutare alcune questioni: la teoria ci dice che prima dei tre anni il bambino non è normalmente in grado di riconoscere lo stimolo di andare in bagno e la richiesta da parte dei genitori di farlo è causa di frustrazione, in quanto domandiamo loro di fare qualcosa che richiede troppo sforzo o che proprio non riescono a riconoscere. Consigliamo per chi fosse interessato ad approfondire questo approccio di visitare il sito www.diaperfreebaby.org.

Giulia Mandrino

Quali vestiti per il bebè?

Domenica, 16 Marzo 2014 23:30

È importante che i vestiti dei bimbi siano il più possibile "puliti" per quanto riguarda l'inquinamento sia dei componenti - tessuti e coloranti - sia dei detersivi usati per lavarli- 

Esistono in commercio vestiti ecologici. Si trovano nei negozi specifici e in siti internet specializzati.

Ecologici sono anche i vestiti riciclati: i molteplici lavaggi hanno già eliminato la tossicità dei tanti prodotti tossici usati per confezionarli.

Abbiate solo cura di lavarli un paio di volte se chi ve li ha prestati usa detersivi tradizionali, ammorbidenti e igienizzanti: usate la sola acqua per sciacquarli perfettamente dai residui nocivi.

Scegliete vestiti di fibre naturali, scartate quelli di filati sintetici, quelli con applicazioni di materiali sintetici o stampe di plastica. Più colori e più applicazioni sui vestiti significano più lavorazioni e più inquinamento.

Più il vestito è neutro, anche nel colore, meno è inquinato e inquinante.

Lavate comunque e sempre i vestitini un paio di volte prima di farli indossare al bimbo; idem per copertine, lenzuolini e tutti i tessuti nuovi con cui il bimbo viene a contatto.

Prediligete bodini fatti a kimono, così faremo meno fatica a infilare la sua testolina all'interno del buchino preposto (i neonati sembrano non apprezzare molto in quanto
probabilmente ricorda loro il trauma non ancora passato del passaggio attraverso il canale del parto).

Auto-shiatzu in gravidanza

Domenica, 16 Marzo 2014 23:22

La pancia (hara in giapponese) è il nostro baricentro fisico e mentale ma è anche la sorgente della vita. Dall'hara parte il movimento armonico del corpo nel suo insieme e in esso si avvertono le emozioni che influenzano la mente.

Moderne ricerche sul sistema nervoso danno ragione alla tradizione orientale che vede la zona addominale come sede di un processo di elaborazione inconscio con capacità di influire sul nostro modo di pensare e agire.

ll trattamento di hara, anche detto anpuku o massaggio addominale (video), ha lo scopo di rimuovere le disarmonie energetiche eventualmente presenti che distorcono l'armonico fluire del Qi, o energia vitale.

Al centro della pancia si trova l'ombelico, il residuo del cordone ombelicale, e circa due dita al disotto di esso, si trova il Tanden, considerato il luogo ove si concentrano e originano le forze vitali (Qi, Xue, Jing) che vi fluiscono potentemente in tutto il periodo della gravidanza.

Linee generali di autotrattamento dell'hara

facendo un cerchio che si allarga partendo dall'ombelico

facendo un grande cerchio che si restringe fino all'ombelico

Tecniche

fate una pressione scivolata con l'intero palmo o con il piatto delle dita,

fate delle pressioni con le punte delle dita, scegliendo la profondità di penetrazione.

Tutt'e due le tecniche devono ricercare l'intensità di pressione, che decrescerà man mano che procede la gestazione, in base alla sensazione di rilassamento che provoca nelle zone tese o dolenti.

Respirazione

Il respiro è uno strumento importante che coadiuva la pressione, quindi è opportuno inspirare e portare la pressione del palmo o delle dita per gradi contando fino a tre.

Arrestate la pressione quando il dolore si manifesta e lentamente retrocedere espirando per lo stesso tempo intervenuto nella pressione.

Ripetete più volte per creare accettazione e sciogliere la tensione.

Tecniche di lavoro

Un approccio mirato consiste nel lavorare inizialmente sulle aree che al contatto mostrano dolore o sensazioni riflesse o intermittenti. Applicate la pressione leggera finché il dolore si rilassa.

Se la zona o il punto è molto dolente, applicare la pressione diagonalmente, come a voler scavare sotto la zona interessata.

Una situazione frequente è la percezione di una pulsazione o un battito sull'addome; questa condizione sarà di solito affiancata da una zona tesa o contratta. Trattare allora la zona riflessa (la zona tesa) vicina alla pulsazione premendo verso di essa o sotto a essa come per raggiungerla.

Potete anche individuare dei gonfiori; questi non vanno trattati direttamente ma è meglio trattare attorno ad essi finche trovate una zona sensibile. Anche in questo caso dedicare l'attenzione a questa zona fino a che si rilassa.

Man mano che la gestazione prosegue sarà possibile avvertire sempre più la pulsazione e il movimento del bambino.

Come procedere

Ponetevi in posizione supina o su di un fianco, appoggiate le mani sul ventre con attenzione e concentrate la vostra attenzione sull'ascolto. Con le mani appoggiate seguite i movimenti e le pulsazioni del feto, entrando in contatto con esso; mantenete il contatto negli spostamenti per fargli sentire la vostra presenza. L'obiettivo del lavoro è di innescare un circuito di energia in cui le mani agiscano come due poli tra cui far fluire il Qi: mentre l'una entra in contatto con l'energia del feto, l'altra fa da supporto. Si innescherà così un circuito in cui assecondare il movimento del Qi tra il feto e il vostro hara e di conseguenza rinvigorirne la qualità e la quantità. Se non vi è comodo usare due mani, potere usare una mano sola mentre l'altra rimane in contatto con il corpo.

Mantenete un contatto rispettoso, non invasivo, per il tempo necessario a sostenere l'effetto di ricarica; quando il feto rallenterà i suoi movimenti potete considerare conclusa questa parte del lavoro. L'effetto del circuito creato è di ricaricare ed equilibrare la zona.

Fate questo con l'obiettivo di raggiungere una sensazione di benessere e di collegamento con il feto.

Durante il puerperio lo stesso trattamento vi aiuterà a recuperare le forze e a mantenere la vitalità necessaria per l'allattamento.

Se invece siete alla ricerca di un figlio un buon automassaggio vi darà una chance in più

Corsi per imparare l'automassaggio o indirizzi di professionisti shiatsu esperti nel trattamento per la gestante sono reperibili al Centro Tao Network (cell. 347.4846390, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) di Torino.

articolo di Gianpiero Brusasco sul blog Shiatsu e gravidanza

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Yoga NELLA gravidanza

Domenica, 16 Marzo 2014 23:06

MATERNITÀ

Il proverbio "raccoglierai ciò che hai seminato" si adatta perfettamente alla donna in gravidanza, è auspicabile quindi che la donna incinta si preoccupi di conservare uno stato di benessere fisico e mentale per se e per il figlio che porta in grembo.

La gestazione produce nel corpo della donna un cambiamento enorme che cessa dopo il parto, ma è utile ricordare che è un fenomeno del tutto naturale come le mestruazioni. In ogni caso, nei i primi tre mesi, anche lo yoga consiglia cautela alle donne incinta. Durante la gravidanza, la madre ha bisogno di sangue ricco di emoglobina, deve mantenere la pressione normale, deve evitare un rapido aumento di peso o albumina nelle urine, tutti casi in cui le posizioni yoga (asana) diventano essenziali.

Nei primi tre mesi di gravidanza i rischi di aborto sono dovuti a difetti di formazione della placenta, aprolasso e a debolezza della muscolatura uterina, pertanto è sconsigliato sollevare oggetti pesanti e saltare. Nello yoga non ci sono però movimenti violenti, al contrario, le asana rafforzano i muscoli pelvici e migliorano la circolazione sanguigna nella regione pelvica, fortificando il sistema produttivo, esercitando la colonna vertebrale e rendendo sopportabili le limitazioni connesse a questo periodo.

In questa fase le asana più utili sono: Parvatasana – UpavistaKonasana – BaddhaKonasana – SuptaPadangusthasana, che garantiscono una buona circolazione del sangue, ampliano la cavità pelvica e favoriscono lo spazio sufficiente ai movimento del bambino. Anche le posizioni capovolte, se eseguite correttamente, procurano benefici, ma sono sconsigliate a chi ha poca pratica e in ogni caso è meglio eseguirle sotto la guida di un insegnante qualificato.

La donna in stato avanzato di gravidanza è il giudice migliore per stabilire se certe posture sono controindicate a causa della pesantezza del bacino e dell'addome e quindi preferire posture che danno leggerezza all'addome e sollievo alla schiena.

Durante la gravidanza possono presentarsi disturbi quali nausea, senso di pesantezza, debolezza o verificarsi malesseri come perdite, dolori alla regione pelvica, ingrossamento e gonfiore dei piedi, vene varicose, sciatalgie, tossiemia, mal di testa, capogiri. In ognuno di questi casi le asana possono essere di grande aiuto. Nel caso in cui il feto si trovi in posizione anomala (obliqua o capovolta) si consiglia di ricorrere alle cure mediche. La pratica yoga include anche tecniche respiratorie (pranayama) che hanno effetti positivi sul sistema nervoso, grazie alle quali si acquista coraggio, fiducia e si vince la stanchezza.

 

PARTO

Le contrazioni sono un fenomeno naturale, è il segnale lanciato ai muscoli pelvici, alle regioni circostanti e naturalmente ai muscoli dell'utero, che si preparano al parto dilatandosi. Attraverso una serie di spasmi, si producono una sequenza di contrazioni/rilassamento che favoriscono l'espulsione del bambino. La paura e la tensione mentale aggravano i dolori del travaglio e ritardano la nascita del bimbo. Le asana effettuate durante la gravidanza rinforzano i muscoli dell'utero, che sono perciò in grado di agire più validamente durante il parto. Tra le asana più indicate ci sono: UpavistaKonasana – BaddhaKonasana che allargano la regione pelvica e dilatano il collo dell'utero.

Le tecniche di pranayama donano vigore , aiutano a rilassare e ad allontanare ogni tensione dalla mente, in modo che la madre possa respirare con calma durante le contrazioni e ottenere un parto agevole. Si consiglia di riprendere asana e pranayama dopo il parto (naturale o cesareo) per irrobustire e fortificare gli organi addominali.

 

Rachele Brambilla,

insegnante di yoga, yoga in gravidanza e yoga per bambini. Lezioni di gruppo e percorsi individuali Milano e provincia di Monza e Brianza

 

Bibliografia:

Lo yoga per la donna – Gita S. Iyengar

Asana Pranayama Mudra Bandha – Swami Satyananda Saraswati

 

Immagine tratta da www.uptownyoga.com

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

"Viva" il good food

Martedì, 11 Marzo 2014 11:08
In una pausa pranzo a Milano io e la mia bimba Emma, che in quel periodo era nella piena fase svezzamento, eravamo alla ricerca di un posticino dove mangiare qualcosa di sano, energetico, gustoso (ditemi tutto ma un'insalata verde con carote e uovo sodo non può dare soddisfazione al palato) e non eravamo intenzionate a spendere 50 euro. Cosa da poco, sopratutto a Milano. 
E ci siamo imbattute in un piccolo, graziosissimo take away dove c'era la possibilità di fermarsi a mangiare; si chiamava Viva e il suo slogan era "buono, fresco, naturale". A differenza degli altri posti natural, dove gli spazi sono caratterizzati da colori chiari, pareti bianche, arredamento minimal e talvolta un'atmosfera di asetticità, in Viva si respirava un'aria accogliente, e si capiva già dalla cura degli spazi che questo piccolo take away avrebbe soddisfatto non solo gli occhi ma anche il palato. Parlava non solo di cibo sano, ma di Gusto con la G maiuscola. Dal marrone al verde acido delle pareti, dall'alternanza  del legno ferro battuto e acciaio, da piante aromatiche e piante grasse rigorosamente vere e in vendita a frutta fresca in casette di legno pronta per farsi centrifugare, si capiva subito che questo posticino proponeva uno stile di vita, fatto di piccole passioni autentiche. Dopo un centrifugato (sgolato quasi alla goccia dalla mia pupa), ho preso per me un'insalata di riso rosso con prugne, feta, zucchine grigliate, origano e mandorle (questa è un'insalata!!!). Senza parole, questo riso rosso è diventato una mia ricetta di punta per stupire gli ospiti. Per la pupa ho optato per una zuppa di zucca, a dir poco deliziosa: in Viva le zuppe vengono tenute calde all'interno di pentole di terracotta grezza, che oltre a dare un sapore molto intenso alla vellutata sono davvero belle a vedersi. 
Sparsi per tutto il negozio dolcetti, biscotti e torte handmade... non potevo uscire senza assaggiarli, così ho fatto lo sforzo e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
 
                                                                      
 
Così ho contattato l'ideatore di Viva, Corrado, al quale ho chiesto qualche informazione in più.
Ecco le sue risposte:
 
Siamo interessate a scoprire la sua storia e cosa l'ha portata a creare Viva. Come si è avvicinato a questo stile di alimentazione? 
"Il nostro stile di alimentazione è riassunto nel nostro claim "Buono, fresco, naturale", che significa semplicemente poter mangiare cose sane senza rinunciare al gusto. Un'esigenza molto sentita per chi, come molti e come me, è obbligato da anni a pranzare fuori per lavoro. Diciamo un piccolo tentaivo per risolvere il problema...."
 
Sopratutto dove ha imparato a fare dei piatti che combinano elementi così inaspettatamente deliziosi insieme? 
 
"La cucina amatoriale è sempre stata una passione. Più che altro c'è la convinzione che con un piccolo sforzo di ricerca e un po' di creatività si possa offrire qualcosa di diverso evitando di appiattirsi sul solito panino o sulla solita insalata. Diciamo che è solo una questione di volontà. Le fonti di ispirazione non mancano, le ricette nemmeno, basta applicarsi un po' con il piacere di farlo."
 
                                                                       
 
Possiamo definire davvero Viva come un naturale pret a porter, in quanto coniuga la praticità e la velocità del take away con il gusto e la varietà dell'offerta. Qual'è il progetto, quello che vuole offrire Viva?
 
"Direi che la definizione è azzeccatissima e la prenderemo a prestito. Il piatto pronto in Italia sconta sempre una sorta di prevenzione, basata sul fatto che solo ciò che è espresso è di buona qualità. Devo dire che l'offerta in generale di cibi preparati è effettivamente poco interessante e con una proposta molto lontana da quella che si può trovare in Inghilterra o anche negli Stati Uniti, dove, proprio perchè la gente ha una scarsa cultura alimentare e non cucina, il livello dii servizio e di qualità del piatto pronto è paradossalmente molto elevato."

Quali sono le caratteristiche strutturali dell'arredamento e dei materiali scelti che io trovo davvero deliziosi? Dalla terracotta delle zuppiere che realmente scaldano l'anima, ai legni...
 
"Quando abbiamo pensato a cosa chiedere agli architetti a cui abbiamo commissionato il lavoro abbiamo immaginato un locale che comunicasse il posizionamento della nostra offerta nell'utilizzo dei colori, nel protagonismo della frutta e della verdura, nel privilegiare materiali primari quali il legno, il marmo, il ferro, il vetro. Allo stesso tempo volevamo che il locale risultasse caldo, lontano da molte interpretazioni che avevamo visto attorno al concetto di natural bar con troppi bianchi, troppi verdi, troppa plastica o materiali di sintesi e, secondo noi troppa freddezza, troppa asetticità. Volevamo un locale comunque "cool" ma che fosse vissuto, saturo, colorato, insomma che esprimesse una sorta di disordine controllato."
 
                                                                   

Ci sono dei piatti o dei prodotti particolari che ci vuole raccontare?  
 
"Un prodotto che proponiamo con successo sin dall'inizio è il riso venere con feta, prugne secche, olive nere, mandorle e origano (noi acquistiamo il mazzo essicato e lo sfogliamo al momento, ha tutto un altro sapore). Un altro primo di successo è l'avena con zucchine saltate, zenzero e pinoli. A me piace tantissimo la nostra greca leggermente rivisitata con l'utilizzo del pomodoro datterino, del peperoncino verde dolce e dei pomodori secchi."
                                                                   

Si pensa che mangiare sano significhi privarsi di gusto, colore e creatività. Viva lo smentisce. Come è possibile?

"Questa è un po' la nostra sfida, parlando strettamente di cibo. La sosta da Viva non deve essere una sosta punitiva, ma innanzitutto una sosta di piacere, di gusto, di appagamento. Scoprire poi che questo gusto è anche sano, è la prerogativa che ci deve in qualche modo distinguere. Ma il punto di partenza è quello di un cibo innanzitutto buono."


Ci parli dei vostri centrifugati, frullati e smooties?
 
"Fortunatamente c'è molto poco da dire, nel senso che per i nostri frullati e centrifughe usiamo solo frutta e verdura fresche, senza aggiunta di null'altro se non un po' di poesia. Questo improvvisa moda degli smoothies (che poi non è altro che la traduzione del nostro frullato) nasconde talvolta una serie di scorciatoie come l'utilizzo di polpa di frutta surgelata, o varie forme di correttori di gusto quali addolcitori o sciroppi, snaturando il senso di questo prodotto. Un po' come sta avvenendo con lo yogurt proposto sotto forma di gelato con i vari topping. Uno pensa di mangiare uno yogurt e si ritrova in mano qualcosa di molto diverso e di molto lontano dal prodotto e dalle sue proprietà. Noi lo yogurt lo acquistiamo direttamente da un'azienda agricola di Bellinzago, naturale e probiotico. Frulliamo della frutta fresca e la aggiungiamo, tutto qui!!"
                                                                        

Ci sono iniziative che ci vuole segnalare?
 
"Un'iniziativa che sta avendo molto successo di pubblico è la vendita dalle ore 19 in poi di tutti nostri prodotti di giornata al 40% di sconto. Spesso sono prodotti che possono durare 2 o anche 3 giorni ma noi preferiamo fare così. Ormai abbiamo uno zoccolo duro di clienti che, prima di tornare a casa acquistano un primo, un'insalata o una macedonia e cenano con pochi euro."
 
                                                                         

lo definirebbe un locale più adatto a sole donne, a mamme in gravidanza, a neomamme o mamme con bambini?
 
"All'inizio il locale era frequentato prevalentemente da donne che venivano in pausa pranzo. Ancora oggi sono la maggioranza ma e' cresciuta moltissimo la quota degli uomini, forse rinfrancati dal fatto che si mangiasse anche bene. Capita sempre più spesso di vedere mamme con bambini nel pomeriggio. Un'alternativa alla classica merenda con un frullato o uno yogurt che piacciono anche ai più piccoli"

Bellezza dell'henna

Martedì, 11 Marzo 2014 04:09

L'arte dei tatuaggi all'hennè è molto antica e affonda le sue radici nella notte dei tempi. E' diffusa come rituale femminile in numerosissimi paesi e sempre più sta dilagando come moda in Occidente, ovviamente depauperato del suo significato rituale.

Abbiamo incontrato Erica Mehndi, nome d'arte di Erica Rossi, appassionata e specialista di mehndi, il cui significato ci illustrerà durante l'intervista.

Ciao Erica, come hai scoperto il mondo dei tatuaggi all'henné?

"Quattro anni fa, ho ricevuto un invito per partecipare a un matrimonio in India, nel Kerala: sono stati soltanto 8 giorni, ma molto intensi e magici. Durante una delle innumerevoli feste che precedono la cerimonia vera e propria, e che fanno parte della tradizione del matrimonio hindu, alle invitate veniva offerto da due timide e silenziose ragazze un henné (FOTO); la sposa stessa si è presentata alla serata con le braccia e le gambe completamente decorate con l'henné.(FOTO) Il giorno dopo ero già per le stradine congestionate di Kochi alla ricerca di qualche cono di henné da portare a casa, e da lì è cominciata la mia passione.

 É vero che questi tatuaggi sono presenti in tutto il mondo ma si differenziano a seconda delle culture?

"L'henné viene coltivato in vari Paesi (dall'India al Marocco), e la tradizione di decorare il corpo delle donne con la pasta ricavata dalle foglie essiccate e macinate di Lawsonia Inermis (questo il nome della pianta) è presente davvero in molti paesi: India e Pakistan, Afghanistan, Turchia, Arabia saudita, Yemen, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia, Marocco, Sudan Somalia ed Eritrea, Mauritania e Mali, fino al Senegal. Ogni area ha sviluppato stili e metodi di applicazione molto diversi, ma ovunque l'applicazione dell'henné è un rituale proprio del mondo femminile, un momento collettivo in cui le donne si dedicano alla cura e all'abbellimento del corpo, spesso legato a occasioni di festa, dai matrimoni alle festività religiose.

E l'hennè sulle pance?

"Tradizionalmente nelle varie culture le donne si decorano i piedi, le gambe dal ginocchio in giù, le mani e le braccia fin sopra il gomito. Questi sono anche i punti del corpo dove si riesce ad ottenere un colore più scuro e intenso, proprio per le caratteristiche della pelle di queste zone, più secca e spessa, che assorbe meglio l'henné. Da quando l'henné ha superato le frontiere dei paesi in cui è parte della tradizione per essere apprezzato e praticato anche al di fuori di questi, è diventato di moda, e soprattutto in America ci sono artiste meravigliose che decorano pance, schiene, spalle, teste ecc... In particolare l'henné sul pancione viene proposto come “belly blessing”, un augurio che spesso le amiche regalano alla futura mamma". 

So che lavori all'interno del settore dell'accoglienza nell'immigrazione, ti é capitato nel tuo lavoro di avere un hennè in una parte visibile e incontrare una donna indiana nordafricana e confrontarti con lei?

"E' molto interessante quando posso confrontarmi con donne per le qualin l'henné è qualcosa che parla di casa, di feste in famiglia, di ricordi di zie e sorelle che da piccole le decoravano.... spesso sono incredule quando dico che li faccio proprio io, ma poi bastano due minuti per cominciare a scambiarci ricette, a parlare di diversi disegni, polveri ecc.

Per te l'hennè è un lavoro o una passione?

"Per me l'henné è una passione, un modo per rilassarmi, un'occasione per recuperare il mio amore per il disegno, un bel modo per conoscere persone interessanti, e a volte anche un sistema piacevole per arrotondare lo stipendio! In realtà lavoro a tempo pieno come educatrice in un centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo politico, e avendo anche una famiglia (due bimbe) non è semplice trovare il tempo per tutto.

Come coniughi famiglia e lavoro?

"Non è semplice, ma cerco di ritagliarmi dei momenti (grazie anche a un meraviglioso marito che è sempre presente al 200%) per poter portare avanti questa passione: magari concentro tutto in un weekend, cerco eventi dove lavoro per tutto il giorno, o cerco di infilare gli appuntamenti privati in orari strategici, oppure nell'occasione di festival di strada diventa una bella occasione per stare insieme, per cui il marito mi aiuta a montare lo stand, e le bambine fanno le mie aiutanti!"

Anche tu hai i soliti sensi di colpa delle mamme?

"I sensi di colpa.... sì certo, ma cerco di soffocarli sul nascere! Credo che per le bimbe sia anche importante avere dei genitori che sanno coltivare i loro interessi, e trovare le loro soddisfazioni altrove.... mi spaventa un po' il rischio di dar loro l'idea che la felicità mia e di mio marito dipenda esclusivamente da loro due: una responsabilità un po' troppo grande da sopportare, no?"

Le tue figlie vogliono farsi tatuare?

"Le mie bimbe ormai sono piccole esperte in materia, e adorano sfoggiare le loro decorazioni con le amiche e le maestre, spesso quindi mi chiedono un piccolo henné: a volte lascio scegliere a loro il soggetto, ed è capitato che abbia dovuto cedere ai One Direction o alle Monster High..... ma non sempre!"

Hai qualche consiglio per le nostre amiche che ci leggono?

"Aggiungerei un piccolo WARNING per quanto riguarda la necessità di accertarsi sempre, prima di sottoporre se stesse o un bambino a una decorazione, del fatto che si tratti di henné naturale, e non sostanze chimiche spacciate per henné. Si tratta di fare un po' di educazione affinché le persone non mettano a rischio la propria salute a causa della malafede o dell'ignoranza di qualcuno."

 

 

 

Sara

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Cecilia

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