La sigaretta elettronica

Mercoledì, 29 Aprile 2015 09:28

Molti di noi hanno smesso di fumare proprio grazie alla sigaretta elettronica ma se può essere uno strumento utile proprio per perdere il vizio della sigaretta, che sappiamo essere dannosa sotto innumerevoli punti di vita, possiamo affermare con certezza che sia innocua per la nostra salute? E per i bambini ci sono rischi se vivono in ambienti con adulti che utilizzano la sigaretta elettronica?

Ma andiamo con ordine. Che cos'è la sigaretta elettronica? La sigaretta elettronica è un dispositivo progettato per simulare e sostituire, sia nell'utilizzo che nell'aspetto, i sistemi tradizionali per fumare derivati del tabacco, come le sigarette o i sigari.
Le sigarette elettroniche possono contenere una quantità variabile di nicotina, che racchiudono in apposite cartucce assieme ad una miscela chimica tipicamente composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo ed altre sostanze.
Tale miscela viene fatta vaporizzare, passando dallo stato liquido a quello di vapore, per effetto del calore.
Le singole cartucce contengono, in genere, tra 6 e 24 mg di nicotina, mentre altri modelli possono esserne privi e rilasciare solo un vapore aromatizzato. 

I componenti comuni della sigaretta elettronica includono: una soluzione liquida, una cartuccia, un atomizzatore (vaporizzatore) ed una fonte di alimentazione (batteria ricaricabile e circuito elettronico interno). Molte sigarette elettroniche sono composte di parti sostituibili, mentre i dispositivi monouso combinano tutti i componenti in una singola parte che viene scartata quando il liquido contenuto si esaurisce. 

Cartuccia: generalmente funge sia da serbatoio di liquido che da filtro. La soluzione racchiusa nella cartuccia può contenere diverse concentrazioni di nicotina (alte, medie, basse o assenti). Inoltre, sono disponibili diversi aromi che simulano il sapore del tabacco o riproducono un'ampia gamma di gusti (esempio: menta). La cartuccia è progettata per consentire il passaggio del liquido nell'atomizzatore e il vapore alla bocca dell'utente. Quando il liquido è esaurito, gli utenti possono ricaricare o sostituire la cartuccia. Una ricarica è equivalente a circa 7-25 sigarette normali, a seconda del contenuto di nicotina, ma la sua durata dipende ovviamente da come si utilizza il dispositivo. 

Atomizzatore: è il componente centrale della sigaretta elettronica. Si compone generalmente di un piccolo elemento riscaldante responsabile della vaporizzazione del liquido. 

Batteria: la maggior parte dei dispositivi portatili contiene una batteria ricaricabile, che tende ad essere il più grande componente di una sigaretta elettronica. La batteria può contenere un sensore di flusso elettronico che viene attivato dall'inspirazione dell'utilizzatore attraverso il dispositivo; altri modelli, invece, utilizzano un pulsante di alimentazione che deve essere premuto durante il funzionamento. Può anche essere impiegato un LED per indicare l'attivazione. Alcuni produttori offrono anche una ricarica portatile a forma di pacchetto di sigarette contenente una batteria più grande. I dispositivi poi possono disporre di funzionalità aggiuntive e del supporto di una vasta gamma di batterie interne, accessori ed atomizzatori.

Pe approfondire l'argomento ho quindi intervistato il dott. Angelo Travaglia, medico chirurgo del centro Antiveleni dell'ospedale Niguarda di Milano.

Buongiorno dott. Travaglia. Ci può spiegare come funziona la sigaretta elettronica?

"L'atomizzatore riscalda una soluzione liquida contenente percentuali variabili (a seconda del modello) di nicotina, aromi ed altri prodotti chimici; per effetto del calore, tale miscela viene trasformata in vapore, il quale, una volta inalato dall'utilizzatore, consente di provare una sensazione simile a quella associata all'uso delle sigarette o di altri metodi tradizionali per fumare il tabacco.
L'utente inala attraverso il filtro.
Il flusso d'aria aziona un sensore presente nella batteria, che così viene attivata.
Il vaporizzatore riscalda la soluzione liquida contenuta nella cartuccia.
Contemporaneamente, si attiva un led all'estremità della sigaretta elettronica per simulare il colore della combustione di una sigaretta convenzionale.
L'utente ottiene uno sbuffo di gas caldo, che inala come fosse fumo di tabacco.
Durante l'espirazione, il vapore, grazie alla presenza del glicole propilenico (PEG), simula la sensazione visiva che si ottiene fumando le sigarette tradizionali.
Il vapore emesso dal dispositivo si disperde rapidamente."

Che vantaggi ha per la nostra salute la sigaretta elettronica?

"L'assoluta sicurezza delle sigarette elettroniche non è ancora stata scientificamente dimostrata, e non mancano studi preliminari che dimostrano il contrario.
Ad ogni modo, è presumibile che questi prodotti presentino meno effetti tossici rispetto a sigari, sigarette e simili.
Tuttavia, le conferme cliniche sono insufficienti per trarre conclusioni definitive, anche se alcune prove sperimentali sono promettenti e suggeriscono che questi dispositivi risultano più sicuri rispetto alle sigarette tradizionali.
Generalmente, le sigarette elettroniche sembrano apportare meno nicotina rispetto al fumo di tabacco."

Quindi possibili connessioni con il tumore al polmone a altri tipi di tumore?

"Il più importante fattore di rischio per il tumore del polmone è rappresentato dal fumo di sigaretta (e questo vale anche per il fumo passivo). Ciò significa che più si è fumato (o più fumo si è respirato nella vita), maggiore è la probabilità di ammalarsi.
Solo in Italia vi sono ogni anno 37.000 nuovi casi di tumore del polmone, che è responsabile di 30.000 morti l'anno. La percentuale di decessi per tumore del polmone dovuti al fumo di sigaretta è circa il 90% negli uomini e il 70% nelle donne.
Nella sigaretta elettronica, non essendovi combustione vengono a mancare i residui tossici dovuti a questo processo (catrame, idrocarburi policiclici aromatici ecc.), quindi le sigarette elettroniche sono probabilmente più sicure dei prodotti tradizionali utilizzati per inalare il fumo."

Possiamo quindi consigliarle come strategia per smettere di fumare?

"Le diverse strategie di marketing relative alla sigaretta elettronica sottolineano diversi (presunti) vantaggi:
* Per i fumatori che non intendono smettere di fumare tabacco, la sigaretta elettronica rappresenta un modo per riuscire a "fumare" anche in ambienti dove vige un divieto per il fumo convenzionale, come aerei, ristoranti e luoghi di lavoro.
* Per i fumatori che non vogliono rinunciare alla dipendenza da nicotina, alcuni studi suggeriscono che il passaggio alla sigaretta elettronica riduce il potenziale danno attribuibile alla loro abitudine.
* Per le persone che vogliono smettere, alcuni suggeriscono che le sigarette elettroniche possono aiutare nella transizione da fumatori a non fumatori. Tuttavia, i benefici per la salute associati a queste affermazioni possono essere basati su informazioni inesatte, incomplete o fuorvianti. Nel luglio 2013, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha preso posizione in merito, dichiarando che non sono ancora stati condotti studi rigorosi per determinare se le sigarette elettroniche sono realmente efficaci per aiutare le persone a smettere di fumare. Anche se il "fumo" artificiale delle sigarette elettroniche sembra contenere meno tossine rispetto a quelle presenti nel fumo di sigarette tradizionali, l'impatto sulla salute a lungo termine deve essere ancora approfondito."

Che tossicità ha la sigaretta elettronica?

"La Food and Drug Administration (FDA) ha messo in dubbio la sicurezza di questi prodotti dopo aver rilevato quantità di nicotina diverse rispetto a quanto dichiarato, e tracce di sostanze chimiche tossiche tra cui noti componenti cancerogeni (come le nitrosammine) in campioni di due marche molto popolari. Ciò ha indotto la FDA ad emettere un avvertimento sui potenziali rischi per la salute associati alle sigarette elettroniche.
La nicotina inalata, ingerita o posta a diretto contatto con la pelle, può essere particolarmente pericolosa per la salute e la sicurezza di alcune categorie di persone, come i bambini, i giovani, le donne incinte o che allattano, i soggetti con malattie cardiache e gli anziani.
Le sigarette elettroniche, le loro cartucce di nicotina e gli accessori di ricarica devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini, per scongiurare il rischio di soffocamento o avvelenamento da uso improprio in età infantile. Poiché le sigarette elettroniche non generano fumo mediante la combustione del tabacco, il loro uso è comunemente ritenuto più sicuro da parte dei consumatori. Tuttavia, i prodotti chimici utilizzati nelle sigarette elettroniche non sono stati pienamente studiati e regolamentati. La sperimentazione di alcuni di questi prodotti suggerisce la presenza di sostanze chimiche tossiche. Negli USA la FDA ha analizzato gli ingredienti in un piccolo campione di cartucce di due marchi leader di sigarette elettroniche. In un campione, le analisi hanno rilevato glicole dietilenico, una sostanza chimica tossica per gli esseri umani, utilizzata solitamente come additivo per i liquidi antigelo. In molti altri campioni, le analisi hanno rilevato sostanze cancerogene, tra cui nitrosammine specifiche del tabacco (TSNAs) e formaldeide. Infine, le analisi hanno rilevato nicotina in alcune cartucce dichiarate esenti dalla sostanza. In Italia sono state intercettate partite di ricariche per sigarette elettroniche contenenti benzene. Acroleina e formaldeide sono altre sostanze rilevate che destano preoccupazione."

E' vero che contengono metalli pesanti?

"Recentemente anche residui di metalli pesanti sono stati rilevati in campioni di liquidi di ricarica per sigarette elettroniche.
Cromo, arsenico, cadmio, piombo e altri metalli pesanti, tossici o cancerogeni, sono stati rilevati in sei liquidi per sigarette elettroniche che il settimanale il Salvagente ha fatto analizzare dal dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II di Napoli.
I valori sembrerebbero molto elevati, in special modo in un campione, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l'acqua potabile."

Cosa si prospetta per il futuro?

"E' presumibile che in futuro - grazie alla regolamentazione e alla stretta sorveglianza sui processi produttivi, unitamente all'uso di sostanze chimiche e materiali più sicuri per la salute del consumatore - le sigarette elettroniche divengano un'alternativa sempre più sicura al fumo di tabacco. Nel frattempo è buona regola diffidare dai prodotti più economici ed evitare di approvvigionarsi di sigarette elettroniche e/o ricariche tramite canali a rischio (mercatini, siti internet sospetti ecc.).
Mancando dati certi sull'efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica, fino a quando non si svolgeranno studi indipendenti a medio e lungo termine, non sarà possibile prendere una netta posizione in merito ai suoi effetti sulla salute. Nel frattempo, a scopo cautelativo, le sigarette elettroniche dovrebbero essere evitate perlomeno dai giovani e dalle donne in gravidanza. I benefici ed i possibili rischi associati a questi dispositivi sono molto discussi in termini di sicurezza, efficacia e qualità accettabile. A causa della relativa novità della tecnologia, delle leggi relative al tabacco e delle politiche di somministrazione dei farmaci, le indagini sulla salute pubblica e le leggi che regolano la vendita e l'uso della sigaretta elettronica sono attualmente oggetto di accesi dibattiti in molti Paesi, inclusa l'Italia. Secondo l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) le sigarette elettroniche dovrebbero essere considerate medicinali e proibite ai minori di 18 anni, mentre la sicurezza di quelle prive di nicotina deve essere ancora approfondita. In particolare è indispensabile definire le quantità di nicotina, unica sostanza farmacologicamente attiva tra quelle presenti nelle cartucce di ricarica, in quanto anche se riportata tra gli ingredienti come "conforme alla Farmacopea internazionale" da alcuni controlli non risulta esserlo. E tutto ciò che contiene materie prime farmacologicamente attive dovrebbe essere considerato farmaco e regolamentato secondo la Direttiva 2001/83/CE del D.L.vo 219/2006 concernente i prodotti medicinali. L'Agenzia considera, inoltre, indispensabile stabilire delle specifiche qualitative minime per il dispositivo, poiché le sostanze inalate variano non solo in base al liquido inserito ma anche alla composizione del materiale plastico e alla temperatura raggiunta dal dispositivo stesso, basti pensare alla possibile produzione di ftalati come residui della combustione, e le particelle formate penetrano negli alveoli polmonari raggiungendo diversi livelli di profondità a seconda delle loro dimensioni."

E quelle prive di nicotina?

"Anche le e-cig prive di nicotina potrebbero provocare problemi di sicurezza: per i prodotti della combustione e anche per lo stimolo verso comportamenti che possono riattivare e/o incrementare l'abitudine al fumo e favorire l'utilizzo del dispositivo come nuova via di assunzione di sostanze da abuso.
Tuttavia l'Aifa ritiene che, rispetto alle sigarette classiche, quelle elettroniche, se opportunamente regolamentate, possiedano un minor rischio per la salute qualora utilizzate per la disassuefazione medica del fumo."

Ci sono rischi riguardo il fumo passivo di sigaretta elettronica?

"Occorre cautela per quanto riguarda il fumo passivo. E' giusto che ci sia prudenza nell'uso di queste sigarette negli ambienti chiusi finché non abbiamo dati sicuri della loro assoluta innocuità. Un conto è il singolo che fuma e si autoespone a questo inquinamento, altro è chi si ritrova involontariamente a respirarne i vapori."

Sono stati evidenziati rischi per i bambini che vivono con utilizzatori di sigaretta elettronica?

"Nei derivati del tabacco, la nicotina è la principale sostanza chimica che in quantità eccessive può risultare tossica se assunta in quantità superiori a 0,5-1mg/kg.
La concentrazione di nicotina contenuta nelle cartucce può quindi rappresentare un rischio di l'avvelenamento soprattutto nei bambini.
Solo nel 2013 sono stati oltre 1.300 i casi negli USA di avvelenamento da nicotina liquida, fra cui si sono registrati oltre 300 casi gravi ed un decesso. Fra le principali vittime ci sono bambini di età inferiore a 4 anni, che spesso per sbaglio si trovano ad ingerire queste sostanze, a volte anche in grande quantità, dai dispositivi di ricarica.
I liquidi incriminati vanno quindi considerati come veri e propri agenti tossici, pericolosi anche in piccole quantità.
Se assorbiti attraverso la pelle o ingeriti queste sostanze (contenenti oltre alla nicotina anche solventi e aromi vari, da quello della fragola al cioccolato, particolarmente attraenti per i più piccoli) possono causare vomito e convulsioni.
Come rischio immediato la nicotina liquida è molto più pericolosa di quella contenuta nel tabacco perché è assorbita più velocemente dal corpo.
A volte il pericolo derivante dal lasciare in giro per casa questi liquidi non è neanche avvertito dai genitori, che si accorgono del potenziale tossico dei liquidi solo quando i bambini cominciano a vomitare. La quantità ingerita in grado di causare problemi dipende dalla concentrazione di nicotina nei liquidi; la maggior parte è compresa tra l'1,8% e il 2,4%. e a queste concentrazioni possono essere raramente letali per i bambini, ma a concentrazioni più elevate, come 7% - 10% (facilmente acquistabili su internet con l'e-commerce), possono esserlo anche in piccole quantità. Ecco perché regolamentazioni quali sicurezza sugli standard di produzione (soprattutto per i prodotti importati), bottiglie a prova di bambino ed etichette di avvertimento sono più che auspicabili."

Qual è la normativa attuale in vigore in Italia riguardo la sigaretta elettronica?

"Il nostro Paese ha una propria regolamentazione circa i liquidi delle sigarette elettroniche dal 2010 che detta in maniera chiara le disposizioni da seguire per la commercializzazione in Italia.
Nel febbraio 2010 il Ministero della Sanità italiano, con nota protocollata DGPREV 0006710-P-11/02/2010, relativa all'etichettatura di preparati contenenti nicotina e sostanze pericolose (riportate nelle direttive 2001/95/CE e 1999/45/CE, adottate con Dlg 52/97) in base ai criteri richiesti dal DM del 28 aprile 1997 e suoi aggiornamenti ha chiesto a tutti i produttori di sigarette elettroniche di evidenziare su tutti i prodotti, la concentrazione di nicotina e, in caso di presenza, di apporre i necessari simboli di tossicità. È stato inoltre richiesto di evidenziare la frase "Tenere lontano dalla portata dei bambini" su tutti i prodotti posti in vendita. Con Ordinanza del Ministro della Salute 4 agosto 2011 (G.U. Serie Generale n. 232 del 5 ottobre 2011) è stato disposto il divieto di vendita a soggetti minori di anni 16 di sigarette elettroniche contenenti nicotina. Il 28 settembre 2012 (G.U. Serie Generale, n. 248 del 23 ottobre 2012) il ministro Balduzzi ha prorogato il divieto di fumo per i minori di anni 18. Con il DL 76/2013 (Lavoro – IVA). Per ora quindi i liquidi delle sigarette elettroniche sono considerati come prodotti di libera vendita e devono avere solo avere il marchio Ce. Quelli alla nicotina in Italia sono vietati ai minori di 16 anni. I flaconi prodotti in Italia e regolarmente in commercio devono essere a prova di bambino, le avvertenza di rischio devono apparire tanto sulle etichette quanto sui foglietti illustrativi, così come tutte le indicazioni utili per un uso consapevole della sigaretta elettronica."

Giulia Mandrino

 

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In molte case il rumore di sottofondo della tv è sempre presente perchè la televisione accesa è un must come il tavolo o il frigorifero. 

Numerose ricerche hanno però fatto emergere possibili relazioni tra difficoltà di apprendimento e situazioni in cui la televisione in casa è sempre accesa: infatti non è solo questione che il bambino stia o no fermo a guardare la tv, è il rumore di sottofondo che disturba i processi di apprendimento. Così L'america Academy of Pediatrics consiglia di non far vedere la tv ai bambini al di sotto dei 3 anni. 

Se per molti di noi questo è assolutamente irrealistico, se non impossibile, sarebbe importante utilizzare la tv come uno dei tanti strumenti di apprendimento: per cui possiamo guardare un cartone o un programma, ma poi spegnere e far si che si dedichi a un'altra attività. Nel mio caso per esempio la tv viene accesa sopratutto d'inverno intorno alle ore 18, quando i bimbi incominciano a essere stanchi (e io anche) e ho la necessità di mettere a posto un attimo e preparare la cena: generalmente si fermano 15-20 minuti a guardare un cartone poi hanno piacere di cucinare con me: così spengo la tv e proseguiamo la nostra serata. 

Un'altra cosa da fare è stimolare lo spirito critico (in senso lato) nei confronti della tv e la capacità di rielaborazione: per cui domandiamo cosa è successo nel cartone, chiediamo la loro opinione; se abbiamo tempo sediamoci vicino a loro e guardiamo insieme il programma. In questo modo daremo l'opportunità al bambino di sviluppare le capacità di apprendimento e promuovere uno scambio di idee. 

Giulia Mandrino

Un bambino è in continua crescita e la naturalità del suo sviluppo non deve essere assolutamente forzata. La colonna vertebrale, organo forte ma allo stesso tempo molto delicato, va protetta: gli effetti di abitudini sbagliate pos- sono manifestarsi in modo grave anche dopo tanto tempo e saranno più dannosi se i problemi sono stati trascurati.
Il Dr. Jean Pierre Meersseman, uno tra i massimi esperti di chiropratica e kinesiologia, ricorda a questo proposito che la colonna di un neonato è lunga il 40% del suo corpo, e questa proporzione verrà mantenuta anche da adulto.
Alla nascita misura circa 24 cm e crescerà del 50% nel primo anno di vita. Nei quattro anni successivi, la colonna continuerà a crescere di circa 15 cm fino ad arrivare a una lunghezza media di 51 cm. Tra i 5 e i 10 anni crescerà an- cora di 10 cm. Una volta arrivata la pubertà e sino all'età di 18 anni, si allungherà in media di altri 20 cm nei ragazzi e 15 cm nelle ragazze. Ne deduciamo che la formazione della colonna vertebrale è più significativa in un periodo di tempo limitato: nei primissimi anni di vita.
Non sono solo le dimensioni a mutare nel tempo, anche la forma della colonna varia molto nei primi mesi: nella fase di gestazione il bambino è in posizione curva, e lo è anche la sua colonna vertebrale che assume la forma della lettera C. Alla nascita inizia una trasformazione che si concluderà in età adulta, per cui gradualmente la curvatura a C della colonna vertebrale si orienterà nella forma di doppia S. Il supporto scelto deve sostenere il vostro bambino in modo uniforme, rispettando quindi la naturale curvatura, e per nessun motivo egli deve sembrare "appeso": come si può leggere nel capitolo 5 del mio libro Lasciati Abbracciare,Mental Fitness Publishing, essere dannoso per le sue anche. Tra i vari portabebè a disposizione (si veda il capitolo 7 del mio libro Lasciati Abbracciare dedicato alla descrizione dei modelli), la fascia — che permette di avvolgere e sostenere bene il bambino — è sicuramente un buon supporto nella prima fase di crescita.


L'immagine qui sopra ritrae il tenero approccio tra due bam-bini nell'indifferenza degli adulti; è una sintesi di ciò che NON va fatto: il bambino a sinistra è visibilmente apppeso, quello a destra è a probabile rischio caduta. Inoltre, in questa posizione i genitori non hanno diretto controllo su ciò che accade ai loro figli.
Nella foto qui sotto, invece, l'approccio gioioso tra le due bambine avviene sotto lo sguardo vigile dei genitori e in una postura corretta.

 


Le naturali curvature della spina dorsale.

La colonna del bambino cresce, dunque, rispettando diverse fasi. Le sue trasformazioni avvengono grazie allo sviluppo motorio e mu- scolare: verso i 3 mesi il bebè inizia a sollevare la testa, e la porzione cervicale della colonna comincia ad assumere la sua forma a C rovesciata, chiamata "lordosi cervicale". Secondo la Dr.ssa Evelin Kirkilionis, autrice del libro A Baby Wants to be Carried, un bambino "indossato" in posizione verticale mentre viene portato fa esercizio e sviluppa i muscoli del collo più velocemente. Verso i 6 mesi, il bambino inizia ad adottare una posizione seduta (in cifosi) e stira le vertebre dorsali, poi progressivamente prova a stare in piedi, formando una lordosi della parte lomba- re spostando il bacino. Quest'ultimo processo inizia quando il bambino fa i suoi primi tentativi per tenersi diritto e si completa quando riesce a camminare. Il portabebè deve accompagnare e non contrastare tale naturale sviluppo.


Mi preme precisare, onde evitare confusione, che quando parliamo di "curvatura a C" non intendiamo la "posizione a C", che è la postura totalmente innaturale assunta dal bambino in un portabebè quando (ad esempio, portato non correttamente nella cosiddetta "posizione a culla orizzontale") il suo corpo si chiude e il mento arriva a premere sul petto, schiacciandone potenzialmente il diaframma. Questa postura viene anche detta "a banana" e può essere molto pericolosa.

La testa di un bebè, infatti, è pesante e fino a circa 4 mesi il bambino non ha ancora sviluppato bene la muscolatura per riuscire a sostenerla da solo. Attenzione, quindi, anche ai portabebè (chiamati pure babybag, "borse per bambini") che possono farlo scivolare in questa posizione: rischierebbe di soffocare, soprattutto se soffre di difficoltà all'apparato respiratorio. Approfondiremo il tema nel capitolo 8 di Lasciati Abbracciare, dedicato alla sicurezza."

Licia Negri, Lasciati Abbracciare, Mental Fitness Publishing

I miti da sfatare

Martedì, 28 Aprile 2015 13:03

La nostra alimentazione, spesso a causa di una comunicazione pubblicitaria invasiva, è ricca di falsi miti. Ecco i temi principali da sapere tratti dal mio libro The Family Food, Mental Fitness Publishing

1. CAMOMILLA E FARAI SONNI TRANQUILLI!
Il fatto che abbia un effetto "rilassante" è uno dei miti per eccellenza. Ha, infatti, proprietà digestive, ovviamente fondamentali per un buon riposo, ma può essere fortemente stimolante se tenuta in infusione a lungo e assunta in grandi quantità. In soggetti particolarmente sensibili e facilmente ipereccitabili è stimolante anche se viene lasciata in infusione per poco tempo. Per aiutare il sonno del bambino, può essere utile piuttosto una tisana di tiglio e melissa.


2. MANGIA LA PASTA BIANCA CHE FA BENE!
Il grano che troviamo nella pasta in commercio è selezionato per
essere altamente produttivo per l'industria alimentare, ma risulta dannoso per il nostro organismo e soprattutto davvero povero di nutrienti. Il grano, o per meglio dire "i grani" vista la grande varietà presente in natura, è naturalmente soggetto ad abbattimento ossia, data la conformazione della spiga alta, il vento e in generale gli agenti atmosferici tendono a farlo chinare a terra, quindi diventa più difficile da prelevare. Inoltre i grani tradizionali hanno una lavorazione più dif- ficile rispetto a quello commerciale, perché più densi e ricchi di nutrienti. Ma proprio eliminando questa parte per rendere prima la materia più resistente e produttiva abbiamo ottenuto del grano poco nutriente ed estremamente allergizzante (vedi l'esplosione di celiaci nel mondo). Pensate che la perdita di vitamina E durante il processo di raffinazione del grano è stimata in media del 92 %! Dobbiamo quindi utilizzare cereali differenti da quelli della classica pasta bianca.

3. LATTE E FORMAGGINO RINFORZANO LE OSSA!

La zia Ignazia dice: “ma neanche un po’ di formaggino sulla pasta? Che cosa gli metti sennò povera anima?”. Ebbene “il valore nutritivo dei tanto diffusi formaggini è inferiore a quello degli altri formaggi, perché le materie prime impiegate sono più scadenti. È assurdo ricorrervi per il bambino, in quanto per la loro produzione sono impiegati scarti e rese, trasformati in pasta omogenea con l’aggiunta di polifosfati e citrati, additivi che riducono l’assimilazione del calcio. I formaggini, inoltre, sono trattati ad alta temperatura, contengono un’enorme quantità di acqua e spesso risina, un antibiotico che altera gli equilibri della flora intestinale”. E se vi fanno venire dubbi se allattare o meno il vostro bambino perché il latte vaccino è ricco di calcio, sappiate che “il latte di mucca è il nutrimento naturale del vitello e il suo contenuto proteico è il triplo rispetto al latte della donna; infatti il vitello ha una crescita molto più rapida del bambino, a poche ore dalla nascita si regge già in piedi e ha l’aspetto di un animale adulto. In altre parole per crescere un vitello occorre una maggiore quantità di proteine che per far crescere un bambino”. Ciò significa che la regola generale da seguire è quella di evitare di mangiare quotidianamente formaggi vaccini, soprattutto stagionati, preferendo sempre latti e formaggi di capra e di pecora, quando non quelli di origine vegetale.

4. MANGIA IL PARMIGIANO E TI RIEMPI DI CALCIO!

Un altro classico della zia Ignazia è “Mangia un quadratino di parmigiano, che fa bene! Ti serve per il calcio”. Il parmigiano, però, non è l’unica fonte di calcio. “Possiamo trovare i suoi stessi nutrienti in cibi vegetali che non provocano acidosi e consentono quindi di assorbire meglio i cibi senza compromettere il nostro equilibrio di pH. Paradossalmente il parmigiano e i formaggini, che se analizzati singolarmente contengono moltissimo calcio, possono essere le concause di un malassorbimento di calcio: ‘l’acidità urinaria favorisce la calciuria, cioè l’eliminazione di calcio nelle urine, impedendone il riassorbimento e il deposito nelle ossa’”.

Giulia Mandrino

Dieta anti-infiammazione: le basi

Sabato, 23 Maggio 2015 04:55

Oggi vi voglio parlare di uno stile alimentare davvero interessante che sto sperimentando con grande beneficio: sono stata infatti vegana per circa sei mesi ma il risultato sul mio corpo è stato davvero disastroso purtroppo. E dico purtroppo perchè a livello etico la condivido pienamente e ritengo possa essere per molti una soluzione eccezionale a livello di salute. Sempre più fonti autorevoli dimostrano che vegetariani e vegani si ammalano meno e in generale sono meno predisposti a contrarre malattie degenerative importanti come il cancro. Allora, perchè io sto sempre peggio?" mi sono chiesta; "perchè ho sempre una sorta di bruciorino fastidio a livello di esofago e più mangio carboidrati (ad eccezione della quinoa) e più ne mangerei? Perchè persino il riso integrale mi fa questo effetto?". 

Dopo una serie di esami clinici è emerso che la mia risposta insulinica era alterata e avevo la necessità di aumentare la quantità giornaliera di proteine e di limitare i carboidrati: così ho aumentato legumi ma la situazione non è variata allora cosa fare dovendo ridurre drasticamente anche il seitan? Nel mio caso credo di averle davvero tentate tutte e il mio stato di salute, oltre che il peso, sono arrivati a un punto davvero di non ritorno: dopo aver raggiunto un perso di 82 kg ho inizato a confrontarmi con colleghe naturopate e heath coach che sapevo essere diventate vegane anni orsono: alcune di loro come me avevano dovuto reintrodurre alcune proteine di origine animale.

Ho passato un periodo molto difficile, in cui mi sono messa in discussione come professionista perchè mi domandavo come potessi aiutare le persone a trovare la loro via per il benessere quando io non avevo trovato la mia. Ma è proprio in questa fase che ho trovato la mia risposta, o meglio era sempre stata davanti ai miei occhi ma non riuscivo a vederla su di me, perchè avevo sposato uno stile alimentaren non adatto al mio corpo.

Mettermi in discussione è stata dura ma dai periodi di grande crisi si rinasce in maniera davvero superlativa se si ha l'umiltà di aprire il vaso di Pandora e affontare i fantasmi nascosti. Ho quindi iniziato a studiare e valutare stili nutrizionali differenti che fossero in linea con il mio approccio all'alimentazione connesso con la PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) e con l'alimentazione anti-cancro a base vegetale. Dopo mesi di ricerche ho scoperto l'approccio del dott. Sears e dell'alimentazione anti-infiammatoria che ho reinterpretato e devo dire che sto riscontrando degli effetti davvero eccellenti su di me. Ecco su cosa si basa:

"Il vero obiettivo della medicina del 21esimo secolo non sarà quello di trattare i sintomi di malattie croniche ma quello di comprendere le cause, come l'incremento dell'infiammazione cellulare. La nutrizione anti-infiammatoria è basata sul concetto che la nostra dieta possa alterare il nostro assetto genetico, in particolare quei cibi che sono connessi con la risposta infiammatoria. Esistono tre meccanismi nutrizionali che sono coinvolti per ottenere questo obiettivo: nessuno di questi è efficace in sè, ma l'applicazione di tutti e tre insieme crea simultaneamente una potente sinergia che infulenza in maniera benefica lo stato di infiammazione cellulare per tutta la vita. Ecco i tre punti che definiscono l'alimentazione anti-infiammatoria:

- Dieta anti-infiammatoria: questo stile alimentare è l'unico che riduce l'inizio dello stato infiammatorio. In questo modo la dieta raggiunge due obiettivi metabolici simultaneamente: il primo è la stabilità insulinica. Questo obiettivo è raggiunto grazie al costante bilanciamento di proteine al carico glicemico di ogni pasto; se applicato correttamente questo metodo fa sì che per 5 ore dopo il pasto l'insulina sia stabilizzata. Questa è la base dell'alimentazione anti-infiammatoria. Il secondo obiettivo è quello di controllare che l'apporto di grassi nella dieta sia povero di omega 6 e di grassi saturi che possono attivare la risposta infiammatoria. 

- Grande apporto di omega 3: acidi grassi omega 3 come EPA e DHA sono molecole che bloccano la produzione di uno specifico gruppo di ormoni conosciuti come "eicosanoidi" che svolgono un ruolo chiave nei meccanismi infiammatori. Senza un adeguato livello di acidi grassi omega 3 nel sangue è impossibile avere un adeguato livello di eicosanoidi che riporti il corpo indietro a uno stato di equilibrio dopo l'inizio dello stato infiammatorio. Se l'inizio del processo infiammatorio è troppo forte o la fase di ri-equilibrio è troppo debole, il risultato sarà uno stato cronico di infiammazione cellulare. Per avere un adeguato livello di formazione di eicosanoidi, una persona sana richiede un minimo di 2.5 grammi al giorno di EPA e DHA. Per coloro che sono affetti da malattie croniche, i livelli di EPA e DHA richiesti per incrementare il processo di eliminazione dell'infiammazione cellulare può essere considerevolmente più alto. Sono contenuti in abbondanza non solo nel pesce ma anche nei semi e nelle alghe. 

- Grande apporto di polifenoli: i polifenoli hanno un effetto dose-dipendente. Basse dosi (approssimatamente 0,5 g al giorno) hanno un grande potere antiossidante e possono attivare i fattori di trascrizione genetica che incrementano la sintesi degli enzimi anti-ossidativi. Un alto livello di polifenoli, circa 1 grammo al giorno,  attiva i fattori genetici responsabili dell'eliminazione dello stato infiammatorio che appunto inibiscono l'infiammazione delle cellule. Un livello alto, circa 1,5 grammi al giorno di polifenoli, attivano il gene SIRT1 che aumenta la produzione di AMPK, responsabile del controllo del metabolismo. Sono contenuti in frutta e verdura fresca di stagione, tè verde ed olio di oliva extra vergine per esempio.

Così nasce la dieta a Zona, uno stile alimentare basato su più pasti al giorno di dimensioni ridotte, con grandi effetti benefici a livello di benessere.

Ma per il mio modo di intendere l'alimentazione ci sono due problemi:

1. sovrabbondanza di proteine animali che non condivido a livello generico di stato di salute ed etico (non solo per gli animali, ma anche per il benessere del pianeta)

2. dispendio enorme di risorse economiche e di tempo: le soluzioni sono fondamentalmente due, o comprare i loro snack ricchissimi di latte e derivati a cui sono intollerante, oppure prepararsi a casa i pasti, che credo sia impossibile per qualsiasi mamma lavoratrice. E' necessario infatti pesare meticolosamente le porzioni di cereali, proteine e grassi. 

Cosa fare allora?

Ho deciso di inserire all'interno della mia alimentazione i principi di questo stile nutrizionale:

- grande quantità di omega 3: sto integrando la mia alimentazione con Trialgal della Named e sto utilizzando un cucchiaino al giorno di olio di semi di lino.

- utilizzo prevalentemente cereali senza glutine e altamente proteici come quinoa e riso integrale. Solo due volte la settimana mangio cereali con glutine e una volta alla settimana una pizza, preferibilmente di farina integrale

- quando mangio un cereale cerco sempre di abbinare una proteina: quindi non solo proteine animali ma anche semi, legumi (non li utilizzo più di tre volte a settimana e ho escluso i ceci), e tanta verdura verde. Come proteine animai utilizzo 3 volte a settimana 1 uovo bio (ho la fortuna di avere uno zio che ha le galline e le tratta in maniera umana), 1 volta alla settimana vongole e 1 volta a settimana 1 pesce azzurro. Non mangio latticini nè carne. 

- 5 frutti a giorno

- almeno una insalata verde al giorno

- verdura cruda prima di iniziare ogni pasto

- 20 minuti al giorno di bici o camminata veloce

- integrazione serale di sali alcalinizzanti: nel mio caso ho deciso di utilizzare Basenpulver della Named.

Dopo solo 3 giorni ho iniziato a sentirmi molto meglio e ad eliminare pian piano il gonfiore. Non è semplice lavorare, prendersi cura dei bambini e cucinare ma ce la sto mettendo tutta per eliminare questi 12 kg che mi porto ancora dietro dalle gravidanze (e dai lunghi inverni chiusa in casa con i pupi).

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Storia di mamma, storia di famiglia

Domenica, 26 Aprile 2015 17:09

E questo mese un'altra donna, e mamma, ci racconta la sua esperienza....

Ho sempre sognato di essere madre. Sempre! Da quando mi ricordo, dai giochi dell'infanzia, alle conversazioni con le amiche in adolescenza.

Ed io, sognatrice, avevo già programmato tutto: mi sarei innamorata follemente di un principe misterioso, sarei rimasta incinta e sarei stata una donna incinta piena di desideri, coccolata dalla famiglia e dagli amici. Persino il nome del cucciolo già lo sapevo: Pedro. Ho scelto questo nome per conto di una canzone di Raul Seixas "Il mio amico Pedro" che diceva "Dove tu vai, vengo anch'io"  e quando il mio bambino sarebbe arrivato, io gli avrei cantato questa canzone come un ninna nanna per farlo addormentare ogni notte, gli avrei raccontato delle storie ogni giorno e sarei diventata la mamma più brava del mondo.

Ma la vita confonde e ingarbuglia sempre i nostri piani, ma è per questo che è così eccitante! Quello che è successo in realtà, è che il mio principe è sempre stato vicino a me, e non è mai stato cosi misterioso . . . dopo circa 15 anni di amicizia ho sposato il mio migliore amico!

Nel 2008 ci siamo trasferiti in Inghilterra, una terra lontana per chi ha sempre pianificato di fare crescere il proprio bambino in una specie "tribù" familiare. Dopo 3 mesi sono rimasta incinta!! La nostra felicità era così grande, non pensavamo che sarebbe stato tanto veloce. In un primo momento è stato difficile essere cosi distante dal mio paese, della mia madre lingua, della famiglia e degli amici. Ma l'Inghilterra mi dava la possibilità di vivere la mia gravidanza in modo molto più naturale che come sarebbe stato nel mio paese, e questo mi ha aiutata ad essere più coraggiosa, nonostante la distanza dai miei affetti.

In Inghilterra, chi segue da vicino la donna incinta è la "Midwife", il medico viene coinvolto soltanto se qualcosa non va bene, ma fortunatamente, ho avuto una gravidanza abbastanza tranquilla, tolta la sensazione di malessere e la mancanza della mia famiglia. Una gravidanza completata da belle esperienze: il corso prè parto per le coppie (che ci "insegnava" il parto naturale), il corso per imparare a controllare il respiro durante il parto, l'acqua gym (dove ho conosciuto delle amiche per la vita), lo yoga e tante letture sulla gravidanza.

È stata una ecografia a svelarmi che quel Pedro che avevo tanto sognato stava per arrivare. E così, il 4 luglio 2009, dopo un paio di ore di travaglio, tanto dolore e tanto gas esilarante, è nato il mio piccolo Pedroca. Bello e tranquillo, l'ho allattato da subito, e una pioggia di ormoni mi ha riempito di felicità assoluta per i primi sei mesi. Poi, però, è arrivata la parte "difficile" della fiaba, quella in cui il bel bambino non dorme, non si ferma mai ad ascoltare le storie, e la gente del paese in cui vivi non vede bene le donne che allattano in pubblico. Mio marito (che considero un eroe) ed io ci siamo fatti in mille per riuscire a realizzare le cose più elementari e avremmo dato non so cosa per avere un aiuto. Ma questo caos dei primi anni, così lontani da chi avrebbe potuto aiutarci, ci ha soltanto rafforzato, ed ha unito la nostra famiglia. Ringrazio sempre per aver vissuto questa esperienza e ringrazio Pedro che ci ha insegnato tanto.

Nel 2011 siamo tornati in Brasile e nel 2013, il nostro piccolo João è nato, con vicine tutte le persone che abbiamo sempre sognato. Adesso stiamo già pensando ad una nuova avventura, in un'altra cultura, in un altro paese. Ora con loro due più grandi, stiamo pazientemente aspettando dove la vita ci porterà!

Carola Corsi, 35, Brasiliana, mamma di Pedro (5 anni) e João (2 anni).
onna, e mamma, ci racconta la sua esperienza....

Tathi Saraiva

Essendo lo yoga una disciplina olistica,si intende sensibilizzare la donna su tutti gli aspetti della maternità, fisico - mentale ed emozionale per passare il significato di evoluzione personale che porta con sé la maternità. Quasi tutto il percorso è volto al rilassamento e ad un lavoro dolce sulle addominali e alla cura delle pelvi per proteggere l'utero e per prevenire anche dopo la nascita sgradevoli effetti come il prolasso dell'utero, incontinenza urinaria ed emorroidi che spesso si presentano quando non si mantiene elastico il pavimento pelvico. Mentre si lavorerà sul pavimento pelvico la donna acquisirà consapevolezza e controllo dello stesso e impererà di conseguenza a rilassarsi durante il parto, per lasciare che esso avvenga.

Inoltre la pratica dello yoga, attraverso posture,respirazioni, visualizzazioni e rilassamenti aiuta a portare una buona circolazione che di solito viene a mancare con il peso dell'utero e offre un'opportunità di ascolto interiore e di valorizzazione del significato trascendentale di maternità: portare una nuova vita sulla terra, un'anima unica e irripetibile.

Yoga in gravidanza può aiutare la donna a rilassare l'utero e le pelvi attraverso la tecnica dello yoga nidra, un particolare e profondo rilassamento psicofisico che in questa fase della vita si concentrerà soprattutto sul rilassamento del volto. Il volto è connesso alle pelvi, rilassando il volto la donna rilasserà il suo addome e di conseguenza l'utero.

Proporre un percorso di supporto della maternità per accompagnare la donna in questa fase della vita può contribuire :

-ad un sentire profondo rispetto all'anima che sta crescendo nel suo corpo;

-ad una comprensione scientifica rispetto alla nuova situazione psicofisica(fasi gravidanza, parto,cambiamenti psicologici),

-alla sperimentazione di tecniche di respirazione, rilassamento, visualizzazione e semplici posture yoga;

-alla sensibilizzazione rispetto all'importanza di una sana alimentazione e ad un equilibrato stile di vita in questa fase della vita;

-alla condivisione e rielaborazione in gruppo dei vissuti esperiti utizzando anche proposte artistico-creative.

Il gruppo è una delle esperienze più affascinanti, più facilitanti,più impegnative e soprattutto efficaci nell'aiutare l'essere umano a fare un percorso di crescita e sviluppo sia a livello personale che relazionale. Il gruppo è un'esperienza che, nella sua unicità, permette a chiunque decida di farne parte di poter rispondere ai propri bisogni più profondi: il bisogno di sentirsi sicuro, il bisogno di appartenenza, il bisogno di essere riconosciuto, di sperimentare il proprio valore personale. E ancora il bisogno di essere ascoltato, accolto e compreso, bisogni che oggi ancor di più sono attuali nella nostra società. Il gruppo nella sua essenza è una palestra, che permette di allenarsi nel mettersi in gioco nella relazione con l'altro e con gli altri. Un'altra grande opportunità del gruppo è entrare in contatto con diversi profili di persone, che costituiscono lo stimolo per entrare in contatto con sé stessi e con la propria modalità di stare con l'altro. Luogo di incontro e di scambio, l'esperienza della gruppalità può aiutare le persone a "donarsi" in modo autentico e ad "accogliere"in modo aperto abbassando sempre di più le proprie difese. Nel gruppo si sperimenta e si entra in contatto con i due poli estremi di un unico aspetto: da un lato la ricerca di stare comodi nel mantenere la propria modalità di essere, dall'altro l'importanza di andare a contattare la scomodità per trovare-scoprire l'evoluzione e la crescita, accogliere il punto di vista e le idee diverse dell'altro e nello stesso tempo la lealtà e la forza di portare le proprie idee e punti di vista.

Anche dopo il parto, la disciplina dello yoga proposta nei gruppi di donne può fungere da contenitore emotivo di questa delicata fase e può offrire un inizio di lenta e graduale accettazione del nuovo ruolo di madre, attraverso il continuo confronto con le altre figure femminili, per evitare episodi di solitudine che uniti alla fragilità emotiva ed agli sbalzi umorali ed ormonali può portare la donna a rimanere nella condizione di depressione post parto fisiologica, più del dovuto. Attraverso sequenze dinamiche come il saluto al sole la donna lentamente e gradualmente riprende tono muscolare e con tecniche di respirazioni e rilassamenti si ricarica per affrontare con serenità la settimana condividendo e rielaborando i vissuti nel contesto prezioso del gruppo.

 

Ostetrica Daniela Pergola

ostetricadanielapergola.blogspot.com

 

immagine tratta da http://www.mama-toto.co.uk/wp-content/uploads/2013/05/YogapregnantIIlowres-2.jpg

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Morte in culla: strumenti di prevenzione

Domenica, 26 Aprile 2015 16:00

Purtroppo ci sono ancora molte idee errate in merito alla morte in culla: sarà causata dal rigurgito durante la notte? E' causa di distrazione da parte dei genitori?

Prima di tutto comprendiamo cosa si intende per Sids, facendo riferimento al sito dell'associazione Semi per la sids: "la SIDS, Sudden Infant Death Syndrome, comunemente conosciuta come "morte in culla", è stata definita come entità nosologica a sé stante nel 1969. Questo è il nome dato alla morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano, che rimane inspiegata anche dopo l'esecuzione di un'indagine post-mortem completa, comprendente: l'autopsia, l'esame delle circostanze del decesso e la revisione della storia clinica del caso. Ciò significa che quella di SIDS è una diagnosi di esclusione e che non sappiamo ancora con esattezza perché questi bambini muoiono. L'incidenza media della SIDS nei paesi industrializzati è di circa un caso ogni 2000 bambini nati vivi e ciò equivale, in Italia, a circa 300 bambini l'anno. La SIDS è tutt'ora la prima causa di morte tra l'età di un mese e un anno; questo perché altre malattie altrettanto pericolose e potenzialmente fatali vengono prevenute o curate con successo. La SIDS è più frequente tra i 2 e i 4 mesi di vita e, dei bambini che muoiono, circa il 60 % sono maschietti. È una morte che si verifica rapidamente, durante il sonno, sia di giorno che di notte, sia in culla che nel passeggino, sia nel seggiolino della macchina che in braccio ai genitori, senza segni di sofferenza.".

Un figlio morto è sempre e comunque un figlio morto, ne consegue un grande lutto che deve essere rielaborato e prima di ogni cosa merita rispetto: frasi del tipo "meglio prima che dopo" sono davvero dettate dalla dilagante ignoranza sul tema. Fortunatamente esistono Associazioni come Ciao Lapo Onlus e Semi per la SIDS che stanno effettuando sul territorio Italiano degli importanti lavori di sensibilizzazione non solo tra genitori ma anche tra personale sanitario, spesso impreparato ad accogliere tali lutti. Le stesse associazioni offrono supporto ai genitori che si trovano di fronte a questi grandi dolori.

Ma ci sono buone notizie a livello di prevenzione: in alcuni paesi infatti sono state effettuate potenti campagne mediatiche al fine di informare quali pratiche siano utili per scogiurare l'evento, e sembra che in tali paesi ci sia stata una riduzione di casi di SIDS fino al 50-60%.

Ma iniziamo dall'inizio:  Quali sono le cause? Le risposte sono quelle del sito Semi per la SIDS.

"Le cause sono ancora sconosciute, ma sono ben conosciuti alcuni comportamenti che ne riducono il rischio."

Il bambino può morire soffocato?

"Spesso i bambini vengono trovati distesi nella stessa posizione in cui erano stati messi a dormire, senza presentare alcun tipo di ostacolo alla respirazione; altre volte vengono ritrovati sotto le coperte, ma altrettanto spesso sono scoperti. Sebbene sia possibile che un bambino soffochi accidentalmente, per definizione la morte per soffocamento non è la SIDS."

Soffocato dal vomito dopo l'ultimo pasto?

"In alcuni casi viene ritrovata della schiuma color sangue attorno alla bocca del bimbo o sul cuscino. Altre volte vengono ritrovate tracce di vomito nelle vie aeree, ma, in tutti i casi in cui viene eseguita un'autopsia, risulta che questi sono reperti normali durante o subito dopo la morte e non la causa stessa della morte."

Il bambino ha sofferto?

"Sono descritti numerosi casi di bambini morti in presenza dei genitori o di altre persone come medici, nurse o baby-sitter. Da queste testimonianze emerge che la morte avviene rapidamente; apparentemente il bambino semplicemente impallidisce e muore, durante il sonno, senza piangere e senza emettere alcun suono, senza segni di dolore o di sofferenza. In alcune morti improvvise, qualunque ne sia la causa, possono essere presenti dei movimenti del corpo durante o subito dopo la morte. Questi possono spiegare perché le lenzuola sono spostate o perché il corpo del bambino viene trovato in una posizione inusuale. A causa della posizione possono comparire anche macchie al volto o sul corpo. Queste normalmente sbiadiscono nel giro di un giorno ed è raro che siano ancora visibili se i genitori decidono di rivedere il bambino."

Come possiamo prevenire la morte in culla secondo Semi per la SIDS?

"Nanna sicura: la posizione più idonea per dormire è quella sulla schiena, su materasso rigido e senza cuscino, è inoltre importante che il bambino dorma nella stessa stanza, ma non nello stesso letto dei genitori.

Non fatelo fumare: durante la gravidanza e quando è nato, non fumate e non tenete il bambino in ambienti dove si fuma.

Fresco è meglio: non copritelo troppo, non evvolgetelo stretto nelle coperte, tenetelo lontano da fonti di calore: la temperatura ideale è di 18-20° C, se ha la febbre può aver bisogno di essere coperto di meno, mai di più.

Il succhiotto: anche l'uso del succhiotto durante il sonno può ridurre il rischio di SIDS, è tuttavia importante introdurlo dopo il primo mese di vita, non forzare se il bambino lo rifiuta, se lo perde non va reintrodotto, evitare di immergerlo in sostanze edulcoranti, sospenderne l'uso entro l'anno di vita.

Elettrocardiogramma: il prolungamento dell'intervallo "QT" è un'alterazione evidenziabile con un semplice elettrocardiogramma, che è associata ad un aumento del rischio di SIDS. Ai genitori che desiderino effettuare questo esame ricordiamo di farlo dopo la terza settimana di vita."

La comunità internazionale è in disaccordo su un punto, quello del co-sleeping, ossia la nanna condivisa: alcuni infatti sostengono che la condivisione del letto materno sia da considerare un'abitudine preventiva, priva di correlazioni con la SIDS.

Il dott. Sears elenca i suoi 7 consigli per prevenire la Sids, alcuni uguali a quelli precedenti, altri differenti. Ecco cosa scrive:

"Le cause della SIDS devono essere ricondotte alla combinazione di una serie di fattori in particolare uno sviluppo immaturo dell'apparato cardio-respiratorio e un sistema di difficoltà respiratorie che si manifestano durante il sonno. Ci sono alcune pratiche che consentono di abbassare il rischio di SIDS:

1. Far crescere tuo figlio in un ambiente sano e amorevole
2. Evitare il fumo (anche quello passivo) in gravidanza e dopo la nascita
3. Mettiamolo a dormire sempre a pancia in su.
4. Allattalo
5. Fai dormire tuo figlio in un abiente sicuro
6. Evita di sovralimentarlo durante le ore notturne
7. Pratica uno stile di allattamento ad alto contatto."

Recentemente anche il dott. Abraham B. Bergman colui che ha ricorperto l'incarico di primo presidente del National SIDS Foundation in USA, ha pubblicato un editoriale nella rivista di settore JAMA Pediatrics, intitolato "Bed Sharing per se Is Not Dangerous".: il dottore afferma che non ci sono evidenze scientifiche per affermare la pericolosità di tale pratica. E' importante infatti ricordare secondo il pediatra i benefici del co-sleeping, come la possibilità di allattare più agevolmente, rimettere il ciuccio in bocca quando cade e non ultimo la miglior qualità del riposo dei genitori.

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Earth day per mamme

Mercoledì, 22 Aprile 2015 10:42

Il 22 aprile si celebra l'Earth Day, un giorno speciale per soffermarsi e comprendere come ogni giorno la Terra ci ospita e noi, in quanto ospiti, abbiamo l'obbligo di prenderci di cura di questa Grande Madre, messa a dura prova dalle marachelle di noi figli. Nel 2015 questa giornata compie 45 anni e sembra essere particolarmente importante rispetto agli anni precedenti come sostiene l'Onu, che definisce il 2015 come "l'anno più eccitante nella storia dell'ambiente, l'anno in cui crescita economica e sostenibilità si danno la mano, l'anno in cui i leader del mondo finalmente stabiliranno un patto vincolante sul clima".

L'obiettivo dell'Earth Day è quello non solo di creare consapevolezza ma di mettere in movimento milioni di persone verso progetti concreti e petizioni.

Interessante l'iniziativa della Nasa, che proprio il 22 aprile lancia il progetto#NoPlaceLikeHome: l'iniziativa mira a sensibilizzare ancor più l'opinione pubblica per far si che si diffonda la consapevolezza che la Terra sia la nostra Casa, e che come ogni casa necessiti di cura, pulizia e e rispetto. Ecco allora che la Nasa ci invita a condividere sui social network foto e video che rappresentino il nostro amore per la Terra, scattando foto e video dei nostri luoghi del cuore. La Nasa così ci ricorda che il sistema solare è composto da tanti pianeti, ma solo la Terra è così meravigliosamente variegata e speciale da poter accogliere l'uomo. 

Ma cosa possiamo fare nel concreto noi mamme per contribuire al benessere del nostro pianeta e lasciare un luogo più sicuro ai nostri piccoli? Ecco alcune azioni davvero green:

- insegnamo ai nostri bambini a reciclare e a fare la raccolta differenziata: per loro è un gioco ma pian piano comprenderanno che nulla o quasi si deve buttare via ma il più possibile reciclato appunto.

- proponiamo piccole attività con oggetti reciclati, come i rotoli di carta igienica: stimoleremo la loro creatività in senso lato, insegnando loro a sviluppare progetti con materiale destrutturato.E' un grande insegnamento a prescindere dalla tematica ambientale.

- impariamo a chiudere il rubinetto dell'acqua quando non la utilizziamo e insegnamo al nostro bimbo a fare lo stesso: ne beneficierà il nostro portafoglio ma anche Madre Terra

- utilizziamo pannolini lavabili o biodegradabili se possibile

- usiamo la bicicletta: anche qui il nostro portafoglio ne trarrà gran beneficio ma anche l'aria che respiriamo. Ci sono tante soluzioni per noi mamme, dalla Tagabike ad altri modelli meno conosciuti ma comunque molto interessanti. Una spesa iniziale che ammortizzeremo di sicuro!

Giulia Mandrino

La storia di Paola, storia di una donna

Mercoledì, 22 Aprile 2015 10:29

Non era stato facile lasciarsi convincere che lui fosse l'uomo con il quale avrebbe diviso la vita. No. Non ci credeva, le sembrava un passo al limite della devozione.. Per lei il matrimonio doveva significare "per sempre" ed a quel "for ever" si sarebbe votata proprio come prendendo i voti. Paola stasera è in vena di verità. Sarà la primavera, l'aria tersa, il cielo così sgombro di nubi che alle 8.30 di sera sembra ancora pomeriggio... un aperitivo tra vecchie amiche. Amiche di infanzia, che in fondo, conoscendoci da sempre, abbiamo sempre avuto quella distanza che si crea quando ti frequenti più per circostanza che per reale interesse. Quella sera, però un'intimità nuova aveva acceso le nostre amicizie. Un buon bicchiere di vino rosso, corposo e denso che colora labbra e denti. Qualche risata, una manciata di ricordi e qualche scherno sul look anni ottanta che ci vedeva protagoniste dei nostri raduni adolescenziali. Ed eccoci un po' più nude del solito, ad avere voglia di conoscerci veramente, dopo trent'anni di frequentazioni, ce lo dovevamo!
Per me Paola è sempre stata un esempio di rettitudine; quella persona che quando imbocca la strada guarda solo ed unicamente davanti a sé. Sposata da dieci anni, Mai un ripensamento o qualcosa che potesse somigliare ad un dubbio, un'incertezza.... Se imboccava un tunnel guardava dritta al puntino di luce in fondo, cercando di raggiungerlo, senza mai voltarsi. Ambivo a quella sua forza granitica. Mi sentivo un po' cucciola di fronte alle sue certezze. Spesso le esponevo i miei dubbi sentendomi rassicurare fermamente rispetto a ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per me era una specie di bussola, quando credevo di avere imboccato il verso sbagliato la chiamavo perchè mi riportasse sulla strada maestra. Negli ultimi tempi le nostre frequentazioni si erano diradate. Lei con un marito e due bambine, io con una bimba ed un quasi marito, ogni volta che cercavamo di incontrarci dovevamo poi desistere sommerse dalle scuse per rimandare. Lei in fondo mi sembrava si sottoponesse volentieri a maratone davanti alla tv che la sera era diventata come un incantesimo ammaliatore. In fondo la pigrizia si era trasformata in una pigrizia esistenziale e di fatto il quotidiano con i suoi tempi stringenti non aiutava.
Paola prima di sposarsi lavorava come segretaria. Era energica e vitale e non si lasciava sfuggire un'occasione per stare insieme e raccontarsela. Quando conobbe suo marito decisero che sarebbe rimasta a casa. Lui avvocato, riteneva superfluo che dovesse lasciare casa per andare a guadagnarsi uno stipendio risibile. Paola in un primo momento si era sentita sminuita. Poi aveva accettato, incalzata da molte donne intorno a lei... "ma scherzi? Ti prendi i tuoi tempi, dai una sistemata alla casa ed il resto del tempo è tutto per te e per i bambini." E con la nascita della prima bimba non aveva nemmeno più avuto tempo per pensarci. Le sembrava di avere fatto la scelta giusta, in fondo l'unica possibile in quel momento. In due anni ebbe la seconda bimba e le giornate scorsero come gocce d'acqua sul marmo, apparentemente innocue, ma, nella sua vita, pesantemente solitarie. A volte, quando portava le bambine a scuola, le guardava sparire dietro la porta a vetri dell'ingresso e restava un momento immobile come paralizzata da un senso di vuoto. Allora un fremito la scuoteva. Quando entrava in contatto con quel vuoto si sentiva persa, ma in fondo, scoprì poi, era la parte più profonda di se stessa che chiedeva di riemergere. Paola mi parla un po' commossa. Ogni tanto sorseggia il vino nervosamente, come ingoiando un singhiozzo. Quando ha capito che da sola non ce l'avrebbe fatta ne ha parlato con Fausto, suo marito, ma la distanza era diventata atroce, irrecuperabile. A lui piaceva ritrovarsi la sera con la casa linda, un piatto fumante ed una donna sorridente. "che cosa chiedo di impossibile?" domandava inebetito. E Paola non riusciva a rispondergli... Che a lui di che cosa piacesse fare a Paola non importava un fico secco... Che stesse vivendo la vita di qualcun'altra, annullandosi, non gli importava nulla. "ma insomma, se non sai stare al mondo non è colpa mia!" le aveva sibilato. E Paola lì per lì, ferita mortalmente dal suo egoismo si era detta, "in fondo ha ragione, se non sono io responsabile per me stessa, chi dovrebbe esserlo?" era così in effetti, ma un po' di comprensione l'avrebbe aiutata, se non altro a non sentire la terra rompersi tra loro e creare un solco irrimediabilmente profondo. Non gli chiese più nulla. Ma non sorrideva volentieri quando la sera rincasava e tutto era perfetto come lui si aspettava. Non si metteva più quel sorriso falso e reverenziale di chi Sa di dipendere da qualcun'altro. Paola temeva per sé e per le bambine che non riusciva più a vedere come unica ragione di vita, ma come parte di un percorso che la vedeva ancora in cerca di se stessa. Spesso si ritrovava ad aprire il frigorifero ed ingurgitare cibo per sentire del suo corpo solo il gusto, solo quell'inebriante sensazione di sazietà. Il peso crescente la portava ancora più distante da quella se stessa che, in passato, la aveva fatta sentire bene. Si trovava ad un bivio, sentiva come se in quel momento avesse dovuto scegliere se perdersi definitivamente, oppure, se lottare per ritrovarsi. Paola vacillò a lungo su quel confine labile e limaccioso. Poi decise. Tornare ad essere se stessa. Cercò un lavoro, una amica che entrava in maternità lasciava un posto come segretaria. La avrebbe sostituita. Si lasciò convincere dall'idea che fosse un periodo circoscritto, divorata dai dubbi e dai sensi di colpa. Fausto era furente, si sentiva tradito. E Paola non capiva più cosa fosse meglio per sé e cosa lo era per Fausto. A volte guardandosi allo specchio aveva l'impressione di vedere un'estranea. Allora scelse di cercare nuovamente una via di riconoscimento personale. Accettò quel lavoro. Paola, si sentì di nuovo un essere sociale, una persona con una propria vita al di fuori delle mura domestiche. Le piacque molto. Le sembrò di riappropriarsi di se stessa. Il mondo ricominciò a piacerle e la sua certezza granitica: che tutto ruotasse intorno alla felicità di suo marito, era finalmente scalfibile. Si sentiva piena di spirito di avventura e così, si apriva al mondo, alle cose belle, che le piacevano. Una sera della settimana adesso, con grande sforzo per oraganzzarsi, si concedeva una serata con il gruppo del teatro della piccola cittadina. Si divertiva e si sentiva finalmente di nuovo viva e capace di insegnare ai propri figli la gioia di stare al mondo. I conflitti con Fausto si inasprirono. Sempre più di frequente Fausto rimaneva in ufficio fino a tardi. fisicamente si era innescata una sorta di indifferenza. Eppure Paola non voleva deporre la sua voglia di intimità. Non voleva smettere di sentirsi desiderata. A volte si sorprendeva a sognare una relazione fatta di complicità e comprensione, ingredienti che erano assenti nella relazione con Fausto. Una sera, nella cassetta delle lettere trovò un biglietto con una locomotiva. Aprendolo, si vedevano i vagoni del treno e dai finestrini spuntavano le fotografie dei compagni di classe delle scuole superiori. Volti irriconoscibili. Dalla fine delle sueperiori erano passati vent'anni. Il suo volto mancava. Qualcuno era riuscito a raggiungerla dopo lunghe ricerche. Paola Istintivamente lo accartocciò. Poi, come se un attimo dopo se ne fosse pentita, cercò di ridargli la forma originaria e lo appese come promemoria sul frigorifero. Una settimana dopo incontrò i vecchi compagni di classe. Nel corso degli anni Paola aveva cambiato tre città diverse, trasferendosi per il lavoro di Fausto. Quella sera fece molti chilometri. E quando la videro rimasero tutti sorpresi. Alle riunioni annuali Paola non aveva mai partecipato. Riconobbe immediatamente Giulio, suo amore di quei tempi lontani. Riconobbe nei suoi occhi uno svavillìo che le era sempre stato familiare. Quella sera parlarono a lungo. Si trovarono nei giorni seguenti altre volte, entrambi con la voglia di chiacchierare con qualcuno che comprendesse i reciproci affanni, gioie e dolori. Da quel momento Paola si sentì meno sola e capì che quello che aveva vissuto fino a quel momento era una sorta di parentesi dentro alla vita che doveva essere più ricca e sorprendente. Solo allora si rese conto che spesso sopportava, come se la sua felicità fosse stato un obiettivo di secondo ordine. Fausto vedeva in quei suoi cambiamenti solo aspetti negativi. Non gli piaceva che Paola sapesse ciò che era meglio per sé. Fausto cercò come sempre di convincere Paola che avesse delle colpe a cercare del tempo da dedicare a se stessa ed ai suoi interessi. Paola adesso si sentiva più forte e consapevole e non si lasciava più ingannare dai suoi tentativi di moritificarla e farla sentire in colpa. Una notte si svegliò. Aveva il batticuore. Scese in salotto. Le camere si trovavano al piano superiore. Si sentiva strana. In cuor suo era scombussolata dal cambiamento che stava avvenendo e che ancora non sapeva dove l'avrebbe portata. Si mise sul divano a leggere un romanzo, per cercare una distrazione dalle sue voci interne così in contrasto tra loro. Ad un tratto una delle bimbe la chiamò. Lei attese un attimo, magari si sarebbe riaddormentata. Poi salì. Il giorno dopo in auto Fausto la rimproverò per essere rimasta sul divano. Le disse che stava trascurando le sue figlie per delle inutili paturnie. Le bambine erano in auto e potevano sentire quei commenti. Per Paola fu una ferita al cuore. Dopo tutto ciò che era stata disposta a fare per loro e ciò che continuamente faceva, era davvero ingiusto che venisse strumentalizzato un episodio per instillare questo dubbio nelle sue figlie. Quel giorno per Paola fu davvero straziante. Non sopportava più che Fausto usasse le bambine in modo ricattatorio, per annullare Paola, i suoi desideri e le sue inclinazioni. Da quel momento Paola decise che non avrebbe più accettato questo tipo di comportamenti.
Qualche tempo dopo rivide Giulio. Giulio le confessò di non averla mai dimenticata. "paola, io sono convinto che noi abbiamo qualcosa di profondo che ci accomuna". Le sussurrò Giulio un po' imbarazzato. Giulio non sapeva della crisi che stava vivendo Paola ed il suo intervento gli sembrò un vero azzardo. Paola si sentiva lusingata, ma non era pronta ad assecondare quel desiderio che in fondo provava anche lei. Il desiderio più grande in quel momento era di stare bene ed essere finalmente felice con se stessa. "giulio" gli disse Paola, "sto cercando un po' di serenità e mi sembra che per la prima volta sia vicina ad una consapevolezza. Non mi sento di vivere un amore clandestino, mi metterebbe in agitazione". Giulio comprese. "Credo che il nostro rapporto non necessiti vincoli. Siamo due anime che si riconoscono e che potrebbero non vedersi per anni come è successo fino a poco tempo fa. Sono fiducioso. Un giorno forse potremo vivere questa relazione, ma fino ad allora a me basta pensare che tu esista." Paola era felice e confusa da quell'amore incondizionato che la vita le stava mettendo sulla strada. Mai pensava di poter essere amata a quel modo. Forse, pensò, "solo nel momento in cui hai rispetto per te stesso, la vita ti regala ciò che meriti".
In quel momento viveva con grande preoccupazione l'idea di tradire le sue figlie. Il fatto stesso di avere trovato un uomo che l'amasse e che non fosse il padre delle sue figlie, la faceva sentire inadeguata. "Eppure non faccio nulla di male" ripeteva dentro di sé. Una voce però continuava a farla sentire colpevole. Un giorno una delle sue bambine le chiese "mamma, tu pensi che nella vita si debba essere felici?" Paola rispose piena di entusiasmo, celando i dubbi che le affioravano riguardo al perché sua figlia le rivolgesse quella domanda: "certo, essere felici è un diritto ed un dovere di ciascuno di noi". La bimba la squadrò, poi le chiese: "tu sei felice mamma?" paola sorrise e rispose "ci sto lavorando sù!" e poi pensò che tutta la fatica che impiegava a mostrarsi felice davanti alle proprie figlie era uno sforzo vano ed insensato. Doveva esserlo e basta! Stare bene era l'unico obiettivo che avrebbe dovuto avere presente, il resto sarebbe venuto di conseguenza! Quello scambio con la propria figlia era stato più chiarificatore di qualsiasi riflessione. Paola nel tempo decise di separarsi gradualmente da Fausto. Cercando un quotidiano in grado di farla sentire tranquilla, spesso ricercava degli spazi per sé e per le sue figlie. Dedicava alle proprie figlie dei momenti di serenità, senza sforzarsi di apparire in un certo modo.... Tanto, aveva capito, era inutile! A poco a poco si permise anche di vivere quella relazione che sembrava impossibile concedersi. E con Fausto fece prevalere i propri desideri all'accondiscendenza. Fausto la rispettava di più ed imparò ad accettare le sue distanze. Con le bimbe ora vive un rapporto molto sincero. Può dire loro quando si sente e quando non si sente di fare una cosa. E loro la amano per ciò che è...
Nella luce soffusa della sera, guardo Paola mentre sorseggia il vino rosso e penso di avere davanti una persona che non avevo mai visto, proprio come forse Fausto aveva visto, nel tempo, schiudersi la crisalide che la conteneva.

Sara Donati, saradonatifilmaker.it 

Sara

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Cecilia

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