Come faccio a scegliere l'estrattore? Qual è il migliore? Quale si adatta di più alle mie necessità?

Le domande attorno al mondo degli estrattori sono moltissime. Ce ne sono di varie tipologie, ognuno ha una sua caratteristica principale, ce ne sono di qualitativamente altissimi e di un pochino più economici. Ma allora come deve avvenire la scelta?

Ognuno sceglierà quello che più soddisfa i suoi bisogni, è chiaro. Tuttavia vi proponiamo un bel riassunto nel quale troverete le caratteristiche principali degli estrattori, in modo da avere le idee un pochino più chiare rispetto a ciò che vi aspetta a livello tecnico.

Ecco le differenze tra gli estrattori e i consigli per comprare quello giusto: come scegliere l'estrattore, dal motore all'estrazione, come si configurano gli estrattori di succo e quali sono le caratteristiche di qualità!

- Innanzitutto partiamo dalla base: il motore. Gli estrattori ne prevedono due tipi: quello AC e quello DC.

Il motore AC è certamente il migliore, e in effetti influisce parecchio sul prezzo finale del prodotto (almeno 100-150 euro). Non prevede spazzole, ha una forza torcente superiore al DC, le sue parti meccaniche non si usurano (perché non c'è contatto), non perde potenza, è silenzioso e dura a lungo senza bisogno di alcuna manutenzione. Al contrario, il DC è un motore a spazzole la cui forza torcente è inferiore (a parità di potenza!), che è soggetto a usura, tende al surriscaldamento, richiede manutenzione ed è molto più rumoroso.

Nella pratica (ciò che interessa a noi) con il motore DC non sono possibili molte funzioni invece perfette con l'AC (che è quello montato su Estraggo Pro). L'estrazione degli ortaggi a foglia, ad esempio, ma anche quella dei latti vegetali e delle erbe di grano, così come quella dei vegetali crudi (carote, broccoli, sedano...) se non sminuzzati finemente prima.

- Altra caratteristica fondamentale dell'estrattore è il numero di giri, che naturalmente, per definizione, è basso (rispetto alle centrifughe, ad esempio, le quali hanno una velocità di circa 15000 giri al minuto). Mantenere la velocità lenta significa evitare di surriscaldare i prodotti, in modo da non uccidere gli enzimi e le vitamine. Tuttavia non è giusto pensare che più basso è il numero di giri al minuto, migliore è il risultato. Gli estrattori possono avere 40, 80 o 150 giri al minuto, ma non cambia molto: l'importante è che non si parli dei 1000-25000 giri al minuto come nel caso delle centrifughe.

- Legata al motore e alla sua potenza è la forza di estrazione: più questa forza è alta, più saranno i prodotti di cui potrete estrarre il succo. Molti vegetali, infatti, "legano" parecchio, e cioè a causa della loro collosità e delle loro fibre rischiano di bloccare l'estrattore (pensiamo agli ortaggi a foglia, alle erbe di grano, ai cereali da cui si estrae il latte...).

Ma se l'estrattore (come ad esempio il nostro Estraggo Pro) ha una forza di estrazione superiore alla media (si parla di 40 Nm, il doppio rispetto alla maggior parte degli estrattori, dati dalla potenza di 240 Watt e dall'efficiente motore AC a induzione) potrete estrarre tutto, anche le verdure a foglia e i latti vegetali, e cioè i succhi fondamentali per la salute.

- Importantissimo per la salute è poi il valore della qualità delle plastiche che vengono a contatto con il succo: assicuratevi che il vostro estrattore sia BPA free! È inutile scegliere vegetali crudi e biologici se poi la tossicità è data da tutto il resto, no?

Il Bisfenolo A è un componente utilizzato nello stampaggio delle plastiche alimentari. Molto economico, è anche molto tossico. Addirittura, è proibito nella produzione di biberon! Perché allora noi adulti dovremmo avvelenarci con questo pericolosissimo additivo?

- Quando decidete di comprare un estrattore, vi consigliamo poi di affidarvi a e-commerce dedicati, e cioè non generici. Solitamente i siti internet degli estrattori hanno anche il loro negozio online (come ad esempio questo: www.estraggo.it), ed è molto meglio affidarsi a loro: assicurano assistenza telefonica, sanno indirizzarvi, sanno chiarire i vostri dubbi.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Troppa violenza subita passivamente. Troppo poco tempo per rifletterci su. Invece di vedere il cartone Disney preferisco leggere e ascoltare le altre fiabe, quelle tradizionali, quelle scritte da geni della penna come Esopo, La Fontaine o Andersen per imparare davvero qualcosa e per imparare davvero tanto.

Le fiabe vere non sono quelle della Disney: perchè ai miei figli non propongo i cartoni Disney

Il punto focale è il come e il quando: fino ai 7 anni il bambino, come sostiene Rudolf Steiner, dovrebbe vivere nella consapevolezza che il mondo è un luogo sicuro, bello e pieno di persone buone. Successivamente saranno introdotti anche concetti negativi che nelle fiabe tradizionali sono ben presenti. 

Appunto stiamo parlando delle fiabe tradizionali non della tv: vedere scene di violenza in tv è si traumatizzante per il bambino che subisce passivamente e con forte impeto scene che sono così veloci che non riesce a rielaborare e che gli “entrano dentro” senza alternativa: per questo istintivamente spesso i bambini si coprono gli occhi, perché la vista di quella scena è troppo per loro. Cosa diversa invece se la vicenda viene letta, quindi rielaborata e poi eventualmente visualizzata, cosa differente dal “vedere”. 

I vantaggi del leggere le fiabe, quelle vere, sono innumerevoli. Prima di tutto, il retaggio culturale: le fiabe sono opere narrative, e sono uno strumento bellissimo per scoprire la cultura di un paese (non solo occidentale! Avete mai letto le mille e una notte con i bambini? Scopriranno che la vita non è uguale dappertutto).

In secondo luogo, aiutano i bambini a proiettare la fantasia. Lo sanno che i draghi o le fate non esistono, in cuor loro, ma continuano a pensare al mondo come se essi esistessero. Come sarebbe?

Da non sottovalutare, poi, è, come dicevamo, la capacità delle fiabe di aiutare i bambini a capire il mondo, anche nei suoi aspetti più spaventosi e cattivi. Le situazioni ipotizzate dalla narrazione permettono loro di sentire le situazioni che possono esistere, di ragionare su esse, di cercare di capirle e di agire e crescere di conseguenza. E i personaggi con le loro azioni e i loro tentativi di fronteggiare le situazioni più paurose sono per loro un esempio.

Non sempre il lieto fine arriva a ribaltare e sistemare la situazione. Ma nella vita capita, vero? Ecco. Sono proprio le fiabe più tradizionali a mostrare ai bambini la verità, anche se difficile. L'importante è parlarne poi insieme, per fare capire loro che ogni fiaba ha in sé un insegnamento, morale, certo, ma anche pratico: è possibile fronteggiare le situazioni tristi, anche se queste non torneranno felici al 100%!

Sì, crudezza: un termine che si appiccica benissimo alle favole tradizionali. La Sirenetta non era solo una frivola ragazza innamorata di un principe, ma una sirena che capisce che le sue azioni hanno delle conseguenze terribili; la matrigna di Biancaneve non era una matrigna: no, era la sua vera madre, ma, apriti o cielo, una madre così cattiva non può esserci, quindi meglio rendere diabolica la madre adottiva; e questi sono solo alcuni esempi.

È vero: molte delle storie sono crudeli e violente, i protagonisti sono aggressivi, la magia non sempre aiuta (ma anzi, si ritorce contro), e il lieto fine non è una sicurezza. Già. La piccola fiammiferaia muore, dopo aver passato la notte di Capodanno al freddo e al gelo. Ed è solo uno degli esempi: se leggiamo le fiabe dei fratelli Grimm, per dirne una, ci accorgeremo che molte di essere potrebbero davvero turbare!

Andate con i bambini a ricercare la storia originale e da lì partite alla scoperta delle fiabe più vere e profonde (sono anche brevi, quindi potreste sceglierne una a sera!). 

Vi stupiranno, all'inizio, ma capirete che c'è davvero molto di più di quelle così edulcorate alle quali ormai siamo abituati.

Giulia MAndrino, Sara Polotti

Spesso non è solo il cosa ma anche il come viene proposto un determinato alimento al bambino che fa la differenza: come sappiamo i bambini apprezzano molto una presentazione del cibo armonica e divertente. 

Ho quindi pensato di realizzare una scatola delle merende per i miei bimbi, all'interno della quale ho inserito tantisimi prodotti sani,vitaminici ed energetici per i miei bimbi (e anche per noi adulti!). 

E' possibile sgranocchiare la frutta secca o i superfrutti direttamente dalla scatola, oppure usarli come uno Yogurt Bar per decorare yogurt o gelati: quindi prepariamo tavola con una ciotola di yogurt o gelato che i bambini decoreranno con la frutta secca o i superfrutti appunto. 

Come costruire la scatola degli snack per bambini: la snack box perfetta per merende sane e sfiziose

Non un foulard, non una felpa, non una camicia, non un ponpon: LePezze sono tutto questo!  Nascono da un'idea tutta italiana, super fashion e a misura di mamma. Ma di cosa si tratta?

Quando il profumo della mamma inebria il bambino: i foulard LePezze pensati per coccolare mamma e bebè dalla gravidanza

In sostanza, LePezze sono colorati e comodi foulard realizzati da un lato in morbida felpa grigia, dall'altro in tessuto più leggero e vivace. Il tutto cucito lungo il perimetro con sfiziosi ponpon.

L'idea è quella di creare il connubio perfetto tra il foulard e la pezza: " LePezze nascono come un'idea rivolta alle mamme ed ai loro bambini. Il primo articolo del nostro brand è stato, infatti, l'iconico foulard, da sempre vero e proprio protagonista tra tutti i nostri prodotti. La madre, indossando la Pezza durante la gravidanza, le avrebbe trasmesso il proprio profumo, il proprio desiderio di protezione nei confronti del figlio, rendendola l'oggetto che avrebbe accompagnato il bimbo lungo ogni fase della propria vita, dalla nascita in avanti, divenendo man mano copertina, portaoggetti, sciarpina...
LePezze®, perciò, sono state concepite per durare nel tempo, essendo chiamate ad accompagnare il bambino lungo il proprio percorso di crescita. Per questo motivo, infatti, i tessuti scelti, la lavorazione, sono così fondamentali. è la qualità dei nostri prodotti a garantirne la resistenza negli anni, ad assicurare al cliente un oggetto unico, studiato, durevole.
Oggi LePezze non comprende più solamente l'idea originaria, ma è ad essa che si ispira continuamente, perseguendo i medesimi obiettivi che l'hanno caratterizzata al principio."

Soffici, colorate e multiuso, sono adatte a tutte le mamme (e perché no? Anche ai papà). Il bello è che sono cucite a mano partendo da pregiati tessuti di recupero (da qui il nome di "pezze": si tratta proprio dei ritagli di stoffa!), studiate fin nel dettaglio e realizzate al 100% in Italia.

I tessuti recuperati, con i loro variegati disegni e pattern, provengono  dai ritagli delle stoffe utilizzate da note aziende tessili italiane (Vania ci tiene al recupero e ala ecosostenibilità, così come alla valorizzazione dell'artigianato locale!), mentre la felpa grigia è selezionata tra quelle più pure ed è rifinita con la bellissima passamaneria di ponpon colorati.

Il laboratorio artigianale delle creazioni si trova sul Lago Maggiore ed è attentissimo alla qualità! Ogni prodotto è cucito a mano da espertissime sarte, ma non preoccupatevi: il prezzo è davvero accessibile senza lesinare sulla qualità.

Dal 2009 il tema giovane e dinamico tenta sempre di rinnovarsi per offrire alle mamme prodotti eccellenti e variegati. Ecco perché dopo essere partite dai foulard (che sono ancora il loro pezzo forte!) Le Pezze si sono rinnovate: sul loro sito web (www.lepezze.com) - e nei negozi che rivendono il marchio (li potete consultare qui) potrete così trovare le pezze, le maxi pezze, le sciarpe, il panierino e il cuscino.

Dai foulard più iconici (che sui corpicini dei bambini diventano comode e bellissime copertine per la nanna impregnati del suo profumo per un pisolino super rilassante e intimo!) si passa quindi ai panierini, realizzati partendo dallo stesso design ma resi più comodi grazie al bottone che sostituisce il nodo per l'allacciature.

C'è quindi la sciarpa, dalla forma più allungata, perfetta per scaldare il collo in inverno e bellissima se portata sulle spalle come una stola.

E vogliamo parlare del CuscinoCane? Disponibile su ordinazione in mille colori (quindi sempre unico!) è pensato apposta per i bambini: il morbido Fox Terrier è sagomato in modo da creare lo spazio perfetto per un pisolino (i bambini possono appoggiare la testa proprio tra le due gambe), ma la sua funzione non si esaurisce qui, e diventa amico inseparabile per i bimbi più coccolosi, che possono trascinarlo per casa tirandolo dalla coda.

Un'idea davvero unica di una mamma italiana che ha fatto della sua intuizione un'azienda fortunata: il prodotto è bellissimo e sostenibile. A noi piace un sacco, e a voi?

La redazione di mammapretaporter.it

Sembra impossibile a pensarci: come si potrebbe vivere senza tecnologia? Se molte altre invenzioni della modernità possono ritenersi superflue e quindi rinunciabili, essa è ormai talmente radicata nelle nostre abitudini che farne a meno potrebbe sembrare davvero impossibile. Addirittura da panico.

In realtà c'è chi vi rinuncia. E non parliamo di fondamentalisti o bizzarri personaggi.

Niki Boon, fotografa neozelandese, ha deciso di crescere i suoi figli liberi dalla tecnologia. Il rislutato? Un progetto fotografico intenso che mostra come la questa libertà abbia risvolti davvero positivi.

Che cosa succede quando i bambini crescono senza tablet e tv: quando i bambini crescono liberi dalle nuove tecnologie

Niki e i suoi quattro figli vivono in Nuova Zelanda, in una proprietà di dieci acri immersa nella natura. Racconta che in effetti la vita immersi nel verde è dura: bisogna accudire gli animali, mantenere il territorio. Ma ciò che una vita del genere dona è molto più di quello che toglie, assicura.

Lo scrive lei stessa sul suo sito internet (nikiboonphotos.com), in un vero e proprio manifesto in cui racconta in poche righe la vita della famiglia.

Lei e la famiglia ivono una vita rurale e semplice in una proprietà circondata da torrenti, boschi e colline; i suoi figli non vanno a scuola e vivono assolutamente senza TV o altri device elettronici. Può sembrare poco convenzionale, e in effetti lo è, ma Niki altro non desidera se non celebrare la meravigliosità del luogo in cui ha scelto di vivere.

Il suo progetto fotografico è semplice. Attraverso bellissimi scatti in bianco e nero dai forti contrasti vuole documentare le giornate dei suoi bambini in mezzo alla natura, senza inibizioni. Niki vive la fotografia come un resoconto fisico della loro infanzia, un racconto fedele; questo racconto fedele, tuttavia, si trasforma ben presto in riflessione sull'infanzia e sull'educazione.

Niki ne è convinta: i suoi bambini stanno bene proprio quando sono coperti di fango, quando corrono spensierati e quando vivono radicati nella natura. "Loro appartengono a questi luoghi, selvaggi e liberi, e sono connessi alla terra come se proprio dove inizia il paesaggio lì finisce la loro anima".

Le gabbie degli animali, i recinti, le carriole, le lavatrici staccate: i loro parchi gioco sono questi, i loro nascondigli sono ciò che trovano. Le immagini altro non propongono se non la felicità naturale dei bambini, liberi da ogni convenzione, liberi di essere ciò che sono, liberi di essere slegati dalle regole della società.

Ciò non significa zero regole, ma regole diverse, regole più umane.

Non utilizzare la tecnologia è l'unico modo per riconnettersi davvero con la terra, e le immagini di Niki Boon lo provano. Per i bambini è normale accarezzare una gallina, correre a piedi nudi, scoprire le meraviglie del terreno, passeggiare con le capre, stare in mutande quando il caldo è soffocante e utilizzare la canna dell'acqua come un condizionatore più sostenibile.

Cosa emerge dagli scatti? Solo la felicità. La felicità dei sorrisi, dei giochi; ma anche quella delle smorfie quando un graffio necessita un cerotto. Quando si è felici lo si è e basta, anche quando un problema rovina la giornata.

Dici “Nord”, e senti “benessere”. Pensare ai paesi nordici porta subito il pensiero all'organizzazione impeccabile, al design pulito, alle abitudini sane, al benessere sociale. E in effetti anche vivere la maternità e crescere in queste terre lontane (ma non troppo) non deve essere male!

La Svezia è uno di questi paesi. Sole perenne in estate, buio profondo in inverno, terre verdi e città ordinate e colorate: ce la immaginiamo così. Ma come vivono le mamme?

La maternità nel mondo: essere mamma in Svezia, tra pisolini all'aperto e giorni che durano 20 ore.

Sì, avete letto bene: pisolini all'aperto. Anche in inverno. E' una di quelle curiosità a cui si fa fatica a credere, ma che sono verissime. I genitori svedesi (ma quelli scandinavi e islandesi idem), in estate con il tepore e in inverno con il termometro che scende sotto zero, lasciano, belli imbacuccati in abiti pesanti e coperte, i bambini all'aperto, a fare il pisolino nel loro passeggino e nella loro carrozzina (fuori casa ma soprattutto fuori dai locali). 

E' un'abitudine radicata e ritenuta un vero toccasana (e in effetti i bambini stanno benissimo): basta essere vestiti adeguatamente per lasciare che l'aria fredda lasci solo il buono di sé. Si respira meglio, il sistema immunitario ne esce rafforzato. E in effetti i medici svedesi in caso di malanni stagionali hanno un solo consiglio: lasciare le finestre aperte la notte. Aria pulita!

Crescendo i bambini mantengono l'indole: tutti amano giocare all'aperto, incuranti del freddo o del buio (già, in inverno è il buio a dominare le giornate, che hanno pochissime ore di sole). Ci sono moltissimi parchi gioco, la maggior parte dei quali tematici e incentrati sulla natura. E nelle scuole e negli asili, non serve nemmeno dirlo, passare il tempo all'aperto (molto di più rispetto a noi!) è normale e necessario. Basta avere l'attrezzatura e l'abbigliamento adatto!

Ciò che affascina di più pensando alla Svezia è certamente il sistema sociale. Come si delinea allora la maternità a livello burocratico, sanitario e statale? Bimbi e mamme sono tutelatissimi per tutto l'anno successivo al parto. Le ostetriche visitano a casa nei giorni dopo il parto, e l'attenzione è rivolta tanto al bambino quanto alla mamma. Lo stesso vale durante le visite pediatriche dei primi anni: anche la mamma deve stare bene! Per non parlare dei corsi per parlare con i genitori di allattamento, alimentazione, sonno e genitorialità in genere: sono moltissimi, e anche grazie ad essi si crea un sistema di supporto tra i genitori (che si conoscono durante questi corsi) davvero solido.

I genitori hanno parecchi giorni di congedo dopo la nascita dei bambini: 480. Circa 16 mesi. E anche i papà sono incoraggiati a prendersi tutti i 90 giorni che spettano anche a loro! E conoscete il “gender equality bonus”? Se i genitori si dividono in uguale parte la maternità/paternità, il loro stipendio aumenta di qualcosina.

Il ruolo attivo dei padri non è solo una regola scritta: il prendersi i giorni di paternità è solo un piccolo segnale di una società nella quale gli uomini ricoprono finalmente un ruolo molto più attivo nell'educazione dei figli, con i quali passano davvero molto più tempo. E le distinzioni tradizionali non esistono più: sono moltissimi i papà casalinghi.

In ogni caso, già dall'anno di età i bambini vanno all'asilo. Solitamente sono asili pubblici che non costano più di 150 euro al mese (comprensivi di due pasti al giorno), e ce ne sono di ogni genere: bilingue, ecologici, gender-free...

In generale, le famiglie, le mamme e i bambini (insomma, tutti gli svedesi) seguono una filosofia carinissima. Che è quella del “cozyness”, della comodità, del confort, dell'essere a proprio agio. Gli inverni lunghi, freddi e bui portano ad avere un atteggiamento solare per contrastarli: si trova del buono in tutto. Riempiono gli ambienti di candele (comprate naturalmente all'Ikea nei giorni di pioggia! Un must), si piazzano sotto ad una coperta, mangiano caramelle (gli svedesi ne mangiano in quantità enormi!) e guardano un film.

Cosa c'è di meglio?

Sara Polotti

C'è chi usa gli usa e getta, chi i lavabili; c'è chi fa il bagnetto tutti i giorni, chi aspetta; chi usa sempre la pasta protettiva, chi la evita. Ma quali sono le abitudini migliori per assicurare al nostro bambino igiene, salute e delicatezza?

Ecco le regole d'oro per un cambio pannolino naturale e perfetto: perché la delicatezza e la naturalezza sono importantissime

Esatto, delicatezza: non serve sfregare, lavare, spalmare come se non ci fosse un domani. La pelle dei nostri bambini è già forte di suo, sa proteggere dagli attacchi esterni, quindi è sempre meglio puntare sul "meno", rispetto al "più". In sostanza: meno detergenti, meno creme, meno salviette, meno paste. Ma vediamo più in dettaglio in che modo applicare questa filosofia del "meno".

Innanzitutto, cercate di utilizzare il meno possibile le salviette. La maggior parte ha infatti contiene sostanze che possono risultare irritanti. Le maglie del tessuto, se sfregate troppo sulla pelle, possono essere la prima causa di irritazioni e arrossamenti, quando non di screpolature e microtagli; quindi è sempre meglio evitarle, lavando il piccolo sotto acqua e asciugando delicatamente il sederino del bambino con un agiugamano delicato e all'aria.

In ogni caso, siate sempre attenti che la pelle, dopo la detersione, sia sempre molto, molto, molto asciutta prima di rimettere il pannolino! I residui d'umido, se chiusi poi nei pannolini infatti, alimentano la proliferazione dei batteri che possono causare fastidiose irritazioni.

Ma vediamo nello specifico la detersione: preferite sempre l'acqua corrente, piuttosto che le salviettine detergenti, e ricordate che nella maggior parte dei casi l'acqua già da sola fa la maggior parte del lavoro (anzi, ricordate che detergere troppo significa uccidere la flora batterica buona, quella responsabile del nostro sistema immunitario!). 

Restringete a questo punto l'utilizzo dei detergenti solo in caso di effettiva necessità, come ad esempio dopo la pupù, stando sempre attenti a non eccedere nell'applicazione: il nostro preferito è il Bagno cremoso Weleda alla calendula. 

Quando tuttavia, nonostante gli accorgimenti, la pelle del bambino risulta arrossata e irritata (capita spessissimo, purtroppo), allora a quel punto cercate l'aiuto delle paste protettive (ma solo in quel caso! Non ricorretevi prima, in assenza di rossore o irritazioni: sarebbe controproducente).

Le paste protettive da scegliere, ricordate, sono sempre quelle più delicate e naturali, non troppo aggressive, in modo da aiutare l'epidermide dei piccoli senza attaccarla. La nostra preferita è la Crema Protettiva Weleda. Ma potete anche realizzare in casa una pasta protettiva all'ossido di zinco oppure un burro delicato

E i pannolini? Sì, anche quelli sono responsabili della salute o delle irritazioni della cute dei nostri bambini. Non lo neghiamo: a volte gli usa e getta, sono causa di irritazioni.

Decidere di passare ai pannolini lavabili anche solo parzialmente in sinergia con i tradizionali è quindi una scelta che può influenzera positivamente la vita del vostro bambino (e se avete bisogno di consigli, ecco la nostra introduzione). In tessuto naturale (solitamente cotone o bambù), essi sono più traspiranti, e non essendo trattati con sostanze chimiche o profumate riducono drasticamente arrossamenti e allergie.

La redazione di mammapretaporter.it

I succhi perfetti per disintossicarsi

Sabato, 28 Maggio 2016 05:19

Una dieta sana non può prescindere dall'assunzione di frutta e verdura fresche: combinate ad un'alimentazione corretta nel suo insieme, i frutti e le verdure fresche (meglio sempre di stagione) aiutano infatti l'organismo a depurarsi dalle tossine e dalle scorie, mantenendo così salute ed energia.

Per assumere in maniera ancora più mirata questi alimenti disintossicanti da qualche anno si ricorre sempre di più ai centrifugati e agli estratti, che mantengono, rispetto ai tradizionali frullati, le sostanze nutritive più preziose. Lo svantaggio rispetto ai frullati sono chiaramente le fibre, che con l'utilizzo delle centrifughe e degli estrattori vengono escluse dal succo finale; tuttavia questo non è un problema: gli scarti sono buonissimi e si rivelano perfetti per essere utilizzati poi in altre ricette quotidiane, sia nei piatti salati che nelle pietanze dolci.

Quali sono allora i mix di frutta e verdura utili alla disintossicazione e alla depurazione dell'organismo? Ve ne proponiamo 9, perfetti da realizzare con il vostro Estraggo Pro

Ecco i succhi perfetti per disintossicarsi: con l'estrattore potete realizzare bevande fresce, gustose e nutrienti che aiutano l'organismo a depurarsi in profondità.

1. Tra gli ingredienti freschi più depuranti stanno sicuramente il cetriolo e il sedano. Utilizzate 4 gambi di sedano, un cetriolo e mezzo, una mela e alcune foglie di basilico per un'azione davvero mirata ed un gusto avvolgente e molto mediterraneo.

2. Per un'altra bevanda verdissima scegliete di nuovo il cetriolo, ma stravolgete gli altri ingredienti: mezzo cetriolo, una tazza di acini d'uva verde, mezza tazza di foglie di spinaci e due kiwi: un succo ricchissimo anche di ferro e vitamina C.

(foto 1 http://stylecaster.com/beauty/green-juice-recipes-to-make-at-home/)

3. Lo zenzero è un altro ingrediente davvero utile per aiutare a depurarsi: utilizzatene una piccola porzione (grattugiatene un cucchiaio) ed estraete il succo di una barbabietola piccola, cinque gambi di sedano, tre carote e una mela. Un succo rosso davvero efficace!

(foto 2 http://www.trinityskitchen.com/ginger-power-detox-juice/)

4. Lo zenzero, dicevamo, è un ottimo disintossicante, e aiuta moltissimo il metabolismo: se associato al limone, diuretico e disinfettante naturale, e alle arance (ricche di vitamine A e C) è una bomba. Due arance, due spicchi di limone, quattro carote e tre pezzetti di zenzero: un succo arancione davvero buono.

(foto 3 http://www.likecoffeeanddoughnuts.com/recipe/orange-carrot-ginger-juice/)

5. Il limone, quindi, è davvero uno tra gli ingredienti più depurativi: il suo gusto aspro lo rende difficile da assumere da solo, ed è per questo che i centrifugati, gli estratti e frullati fanno al caso nostro. Frullare un limone con due mele e due pere (o con altri frutti dal sapore più morbido) renderà la sua asprezza molto più sopportabile.

6. Le carote danno un ottimo sapore a quasi tutte le ricette, e estrarne il succo significa mantenerne le proprietà nutritive, le molte vitamine e i sali minerali inalterati. Frullate quindi una carota, una barbabietola, una mela e una arancia, e a succo pronto spruzzate mezzo lime.

(foto 4 http://tomatoblues.com/2016/03/abc-juice-or-apple-beetroot-carrot-juice.html)

7. Anche la pelle ha bisogno di depurarsi dalle impurità? Bene. Un succo  in particolare farà al vostro caso: utilizzate una tazzina di mirtilli, 4 foglie di menta, mezzo finocchio, 2 foglie di cavolo, dieci cime di broccoli e un cetriolo.

8. Un altro frutto conosciuto per le sue proprietà disintossicanti, per il saper dare una spinta al metabolismo e per il suo sapore dolce e davvero delizioso? L'ananas. Associatelo all'altro frutto amatissimo da tutti, la fragola: sembra uno strano connubio, ma il gusto è unico. Estraete il succo di 15 fragole, mezza tazza di foglie di cavolo, una banana e mezzo ananas.

(foto 5 http://damndelicious.net/2015/05/25/strawberry-pineapple-kale-smoothie/)

9. E per una disinfezione ancora più profonda associatelo a ingredienti verdi: mezzo ananas starà benissimo frullato insieme a due mele verdi, un limone e 100 grammi di spinaci.

(foto 6 http://simpleveganblog.com/detox-green-juice/)

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Se state pensando di spostarvi un po' più a Nord per le vostre vacanze, abbandonando la solita idea del mare, sappiate che è una buonissima idea: l'aria di montagna è un toccasana, ma soprattutto le attività per la famiglia sono naturalmente infinite.

A San Sigismondo, in Trentino Alto Adige, l'aria è fresca e pulita, c'è l'imbarazzo della scelta in fatto di passeggiate e nemmeno le visite culturali scarseggiano. E, in più, c'è un bellissimo albergo fatto apposta per chi vuole sì rilassarsi in vacanza, ma senza rinunciare al benessere e alla salute!

Ecco l'Hotel Tauber's Bio Vital, per una vacanza sana e rilassante a misura di famiglia: l'alloggio ideale per dormire e mangiare a due passi dalle meraviglie delle montagne circostanti

In estate e in inverno questo albergo di San Sigismondo (o Chienes) è magico: il profumo del paesaggio lo inonda sempre, l'aria è pulita e respirare sembra ancora più magico, ma, soprattutto, la filosofia biologica e la pratica vitale si fondano con l'edificio!

Oltre alle escursioni e alle attività proposte (di cui parleremo tra poco!) il Tauber's Bio Vital Hotel gestito dalla famiglia Gertd e Margit Tauber offre ai suoi ospiti un'alimentazione buonissima e al tempo stesso sana, l'ideale per i periodi di vacanza: naturale, delicata e completa sono le parole d'ordine.

Ma i prodotti seguono anche regole più etiche, e ciò che arriverà sulle tavole sarà sempre ecocompatibile, coltivato nel segno del consapevole risparmio delle risorse e preso da coltivazioni ecologiche e biologiche al 100% dei dintorni e della regione. I piatti, ricchissimi di frutta e verdura di stagione, sono fatti apposta per tutta la famiglia e vogliono rinforzare il sistema immunitario senza appesantire. Ricercati metodi di preparazione e cucina verde permettono così risultati dal gusto delizioso e dai risvolti sempre e comunque salutari.

La saggezza salutare è tenuta in gran conto dal Tauber's: ecco perché in tavola troverete solo prodotti di stagione dal gusto molto più deciso rispetto ai soliti. Il motivo? L'altitudine, 800 metri, fa crescere in maniera più vitale frutta e verdura, nutrendole fin nel profondo.

Non solo: a colazione gli ospiti possono sentirsi liberi di uscire e cogliere i loro ciuffi di melissa, camomilla, verbena... Per tè davvero unici, fatti al momento con erbe che mantengono tutto il loro sapore a km (anzi, metro!) zero.

E se l'inverno è fatto apposta per sciate e ciaspolate, i dintorni dell'hotel offrono anche in estate attività meravigliose. L'Hotel è certificato per escursionisti, quindi i consigli del personale saranno ad hoc, pensati apposta in base ai bisogni degli ospiti.

Potete scegliere di intraprendere passeggiate più o meno impegnative, adatte agli adulti o anche ai bambini, oppure sessioni di nordic walking guidato alle altitudini più disparate, e ancora passeggiate dedicate all'energia del sole; ciò che il personale dell'hotel vi dirà è in ogni caso di pensare all'escursione come ad una esperienza personale, nella quale le percezioni fisiche e psichiche si rivelano più intense.

Con i bambini, poi, l'hotel organizza escursioni specifiche, come ad esempio quelli ai vecchi masi contadini, alle aziende agricole, al mercato contadino o ai caseifici locali, oppure le giornate di preparazione del pane e quelle dedicate al rafting e al canyoning.

E quando lo sforzo fisico vuole trovare riposo ma la mente è ancora attiva, gli innumerevoli centri culturali, i musei (siete mai stati in un museo della montagna o in uno dedicato agli usi e costumi alpini? I bambini ne rimarranno affascinati) e i centri cittadini (come ad esempio Brunico) saranno perfetti per passare giornate rilassanti con tutta la famiglia. 

Quello che le mamme blogger non dicono

Venerdì, 27 Maggio 2016 08:06

Quelle che mamme non dicono è stato meravigliosamente raccontato nel libro di Cecilia Santamaria, Blogger di Ma che Davvero? che non posso che consigliare a tutte voi. Quello che le donne non dicono ce lo ha spiegato l'intramontabile Fiorella Mannoia. 

E le mamme blogger? Vivono una vita spensierata, fortunate loro che lavorano da casa e fanno un lavoro creativo? Cii sono tante cose che le mamme blogger non dicono, e io ve le voglio raccontare tutte, perchè dietro questa schermata video ci sono mamme e donne che spesso non sono particolarmente comprese:  parenti ed alcuni amici vedono il nostro lavoro come un hobby, come un pretesto per stare a casa e passare le ore su Facebook, alternando questa attività a impegni mondani di feste e aperitivi travestiti da impegni di lavoro.

 

Quello che vorrei dire a mia mamma e a mia suocera, anzi vorrei che se lo tatuassero così da non dimenticarsi mai questi concetti:

 

1. Non sto giocando al Pc, sto lavorando

2. Non sto chiacchierando con amiche su Facebook, sto lavorando

3. Non accetto inviti segreti da sconosciuti sul web, sto rispondendo ai commenti 

4. Non sto andando a una festa con le mie amiche, sto andando a una presentazione 

5. Scrivo mail non per organizzare imperdibili te con amiche, ma per lavoro

6. Sono a casa per lavorare, ma è come se fossi in ufficio: quindi non puoi telefonarmi a qualsiasi ora "tanto sei a casa"

7. Non sono una casalinga senza figli con la passione per il pavimento lucidato con la cera il giorno 18 di ogni mese: inutile quindi avere l'aspettativa che la casa sia perfetta "tanto sei casa", perchè ho sempre e solo due mani, per cui o lavoro o faccio lavatrici, pavimenti e bagno. 

 

Alle mie amiche senza figli in carriera, che mi chiamano alle 10 di mattina, "tanto sei a casa":

Se pensi che il tuo lavoro sia stressante e che io sia quasi in vacanza per il fatto che lavoro da casa immagina di:

1. alzarti alle 5,30 per riuscire a lavorare in pace almeno un'oretta

2. essere a casa tutto il giorno da sola. E poi i pomeriggi a casa con i bambini quando piove, per non parlare di quando sono malati, in inverno... Insomma, ci sono settimane intere dove non metti quasi la testa fuori da casa e vedi solo il pc, tuo marito (generalmente incazzato per il lavoro) e i tuoi figli. Vedi un po' tu.

3. avere spesso i bimbi malati a casa causa vacanze, malattie, ponti e altri ed eventiali e dover lavorare con loro a fianco

4. non finire mai tutto quello che dovresti fare, perchè hai sempre un intoppo

5. avere gente che ti chiama a ogni ora, "tanto tu sei a casa"

6. mettiti davanti al pc con 4 risvegli notturni sul groppone!

7. non esistono le parole vacanze, mutua o ferie

8. il baratto: le aziende cercano sempre di inviarti prodotti e mai di pagarti. E se ti pagano, 9 volte su 10 sei sottopagata. Punto. 

9. la gente ti critica: qualsiasi cosa fai, nel bene o nel male, le persone ti criticano. E talvolta le frasi sono davvero brutte.

10. nel week end devi sempre buttare un occhio, perchè spesso i commenti più pesanti e le litigate furiose tra mamme commentando un post avvengono nel week end. Non smetti mai.

 

Per il resto, è il lavoro più bello del mondo!

 

 

Papavero3

Sara

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Cecilia

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