Con le nostre pentole in ceramica Zisha possiamo dedicarci alle ricette che più amiamo, come le zuppe, che attraverso la cottura lenta e uniforme diventano ancora più saporite e confortevoli, sane e gustose. Questa zuppa di farro è un must: in inverno ci piace prepararla per riscaldare le serate e per coccolarci con sapori che adoriamo. E non serve nemmeno troppo tempo: tra preparazione e cottura 30 minuti basteranno.
Per variare, poi, possiamo utilizzare al posto del farro il grano saraceno oppure l'orzo, e frullare le vedure se i bambini non amano vederle.
Nell’immaginario collettivo è qualcosa di ripugnante, un cucchiaio di un liquido denso che le nostre nonne davano ai nostri genitori per guarirli da ogni male. In realtà dovremmo rivalutarlo, perché come spesso accade con i rimedi tradizionali, questi hanno fondamenti scientifici ed efficaci, e l’olio di fegato di merluzzo effettivamente è davvero un toccasana (se preso nelle giuste quantità e quando ce n’è davvero bisogno)!
Se un tempo veniva utilizzato così frequentemente, un motivo preciso e reale c’era: i bambini, fino al secolo scorso, erano più soggetti al rachitismo, una malattia dello sviluppo dovuta alla grave carenza vitaminica. L’olio di fegato di merluzzo aiutava quindi a recuperare le forze, ma soprattutto era un valido aiuto nella prevenzione, essendo ricco di acidi grassi e di, appunto, vitamine.
La sua azione è dunque innegabilmente benefica. Soprattutto, combinando l’olio di fegato di merluzzo con la vitamina D (che possiamo prendere dal sole, principalmente, da alcuni alimenti vegetali oppure attraverso integratori consigliati dal medico) avremo benefici davvero utili, poiché l’azione combinata di questi due elementi migliora l’assorbimento del calcio e del fosforo, rafforzando così le ossa e i muscoli, soprattutto in età pediatrica (nella quale, come sappiamo, la vitamina D è fondamentale, per uno sviluppo corretto e sano della struttura ossea e muscolare).
Anche gli anziani tuttavia ne possono trarre beneficio, poiché l’assorbimento del calcio favorito dall’olio e dalla vitamina D aiuta nella prevenzione dell’osteoporosi. Recenti studi, poi, hanno addirittura relazionato l’olio di fegato di merluzzo con la prevenzione di alcuni tipi di cancro, come quello al colon e al retto, e della sclerosi multipla.
In particolare, l’olio di fegato di merluzzo è conosciuto per la sua ricchezza di acidi Omega3, ovvero acidi grassi essenziali che contrastano il colesterolo e prevengono le malattie cardiovascolari. Anche le vitamine, come dicevamo, non mancano, ed è per questo che in tempi passati era utilizzato per contrastare l’ipovitaminosi (la carenza vitaminica): sono presenti la D, la A e la E, oltre allo iodio, antiossidante che protegge l’organismo e in particolare va in aiuto di intestino e tiroide.
Oltre ad una dieta equilibrata, quindi, può essere davvero benefico integrare l’Omega3 attraverso l’olio di fegato di merluzzo, fonte eccellente di questo acido grasso essenziale e di Vitamina D e Vitamina A. Come dicevamo, l’Omega 3 se associato alla vitamina D diventa ancora più performante, assicurando all’organismo il giusto apporto di vitamine ma soprattutto il corretto assorbimento del calcio.
Durante i mesi invernali, quindi, quelli nei quali fare incetta di luce solare diventa più difficile (per le condizioni atmosferiche ma anche a causa dei raggi ultravioletti, con la loro inclinazione che non permette il giusto assorbimento) è bene integrare la vitamina D e l’olio di fegato di merluzzo, che troviamo associati già in un prodotto tutto in uno, che noi usiamo da tempo e che troviamo davvero efficace e d’aiuto. Si tratta della gamma di integratori Haliborange, che noi scegliamo spesso in forma di emulsione orale ma che troviamo anche in compresse o in bustine.
Haliborange è un integratore composto da vitamina D3, olio di fegato di merluzzo, vitamina A e succo d’arancia (fonte, questo, di vitamina C): un complesso di elementi che contribuiscono in maniera efficace e potente alla salute del nostro organismo, ma soprattutto a quella dei nostri bambini, che assumendo l’emulsione secondo le dosi suggerite (e non eccedendo: anche l’ipervitaminosi può diventare un problema) potranno rafforzare il proprio sistema immunitario durante la stagione che più li indebolisce, e allo stesso tempo continuare a dare forza alle loro ossa in fase di sviluppo, quanto mai importante. Un ricostituente per eccellenza, con un gradevolissimo gusto di arancia che piace a tutta la famiglia.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Le feste natalizie non sempre sono solo una delizia, o qualcosa che attendiamo con eccitazione e voglia. Sono stupende, è vero, ma dietro l’angolo si nasconde un po’ d’ansia: i regali per tutti, il pranzo di Natale, la cena della Vigilia, i bambini che saranno a casa da scuola e che ribalteranno la casa, i biscotti da cucinare, la casa da addobbare, gli aghi di pino sparsi per tutto l’appartamento… Ognuna ha il suo incubo natalizio. Anche noi lo abbiamo. Ma da qualche anno abbiamo deciso di rallentare, e di goderci le feste di Natale con più tranquillità e piacevolezza, provando a minimizzare l’ansia grazie a poche ma semplici regole che ci ripetiamo come fossero confortanti mantra.
Innanzitutto, in questo periodo dell’anno rinunciamo un po’ a Pinterest. Lo sappiamo, anche noi la riteniamo una miniera d’oro, e adoriamo questa piattaforma social sulla quale raccogliamo idee e moodboard visive. Tuttavia social come Pinterest e Instagram spesso, anche inconsciamente, ci fanno male, perché, fateci caso, lì è tutto perfetto e impeccabile. Cosa che le nostre case (per fortuna) non sono. Lo avevamo già detto: in giro c’è troppa perfezione, e uno dei mantra per rendere il Natale migliore quindi è semplicemente sull’onda di questo pensiero: non cerchiamo la perfezione, ma la bellezza nelle cose vere e reali, vissute, quelle che ci danno la felicità. E chissenefrega se l’albero è un po’ storto o le decorazioni sono super semplici. Sono bellissime così.
La seconda regola è una parola: abbastanza. Esatto, accontentiamoci. O meglio ancora: riconosciamo quando abbiamo fatto abbastanza, senza esagerare. È bello prendersi cura degli altri e cucinare i biscotti che profumano la casa di cannella, ma non serve farli per tutto il parentado.
Il “prendersi cura degli altri” è un altro aspetto del Natale che ci piace da matti, ma che rischia di provocare ansia se vissuto nella maniera sbagliata. Ecco perché ci ripetiamo sempre di prenderci del tempo. Non solo noi, ma tutta la famiglia. Proviamo a instillare nei bambini un senso di lentezza piacevole e accogliente. Rallentiamo tutti insieme, senza fare le cose di fretta, e vedrete che prendersi cura l’uno dell’altro diventerà più semplice, piacevole e soddisfacente. Nessuno cadrà in preda allo stress o all’ansia, ma tutti si godranno lo stare insieme facendo qualcosa per gli altri.
Non dimentichiamoci poi dei regali, ma anche in questo caso ridimensioniamo le nostre aspettative. Non le aspettative dei regali che ci attendono sotto l’albero, ma le aspettative che immaginiamo i nostri figli abbiano. L’aspettativa riguarda infatti anche e soprattutto i genitori, che spesso la ingigantiscono molto più dei bambini: preferiamo il tempo ai regali. Passiamo più tempo insieme, in famiglia, un tempo di qualità. Alla lunga anche i bambini più esigenti apprezzeranno la presenza, le giornate in famiglia, i giochi insieme, molto più del pacchetto scintillante sotto l’albero.
Infine, ultima regola è creare le proprie tradizioni, non guardando a quelle “standard”, a quelle che la società sembra appiopparci. Non guardiamo agli altri, al mondo, ma solo alla nostra famiglia: se c’è qualcosa che amate fare tutti insieme e che, guarda caso, ogni anno si ripete (ad esempio una camminata la notte della Vigilia, il film sotto le coperte con la cioccolata fatta in casa, la cena intima senza i partenti, la colazione sempre tutti insieme con i biscotti speziati…) quella sarà la vostra tradizione, che rimarrà per sempre nella memoria e a cui sarà bellissimo tornare con il pensiero ogni volta che si vorrà.
Giulia Mandrino
Qual è il rapporto tra l’identità di una persona e il suo corpo? E questo rapporto com’è raccontato nel diritto, nella letteratura e nei mezzi di comunicazione d’oggi? E ancora: come possiamo riprendere possesso della nostra identità e creare attorno ad essa le competenze per diventare grandi nel mondo del lavoro? Come possiamo conoscere a fondo le nostre risorse per metterle a frutto nel mondo?
Se queste domande vi suscitano interesse, è perché sono fondamentali nella società odierna. E per rispondervi ci sono due validissimi corsi che fanno al caso nostro, entrambi offerti dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
Il primo corso che vi presentiamo è legato ad un concetto ormai fondamentale nella nostra società, e cioè quello del self-management e del self-branding. In parole nostrane: la gestione della propria attività e la capacità di rendere il proprio nome un marchio. In altre parole: renderci appetibili nel mondo del lavoro ed essere finalmente in grado di sfruttare i nostri valori applicandoli a mestieri nuovi e acquisendo nuove competenze.
I lavori, oggi, sono quanto mai diversificati e spuntano tutti i giorni nuove professioni (soprattutto legate al mondo del digital ma non solo: anche l’artigianato, ad esempio, sta vivendo una nuova era, legata sempre più all’immagine). Anche noi mamme possiamo trarne beneficio, senza avere paura di navigare in acque nuove ma trovando la professione più adatta a noi e alle esigenze della nostra famiglia. Basta essere più consapevoli di se stesse e del proprio tempo, dei propri valori e delle proprie potenzialità.
Dal 25 gennaio al 10 maggio 2018 l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma propone quindi un corso di perfezionamento davvero serio e affidabile (oltre che comodo: le lezioni si svolgono in 15 giornate, e non ogni giorno), che vuole dare agli studenti gli strumenti per essere consapevoli delle proprie risorse e dei propri talenti, e soprattutto per valorizzare e potenziare queste risorse in modo da poterle applicare in ambito lavorativo: il Corso di Perfezionamento in Self Management e Self-Branding, organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna (con, quindi, un punto di vista davvero molto interessante e pertinente).
Tra i corsi troviamo lezioni di autostima, ma soprattutto di intelligenza emotiva (un argomento a noi molto caro), di mercato del lavoro, di gestione del tempo, di genitorialità intesa come risorsa nel mondo del lavoro (già, risorsa! Finalmente), di costruzione del proprio marchio, di immagine personale, di comunicazione, di web reputation… Una gamma ampia di argomenti davvero utilissimi, quindi, da mettere nel proprio bagaglio e iniziare a mettere in pratica alla fine del corso.
Il secondo corso è altrettanto utile, soprattutto per chi vuole indagare un pochino più a fondo i concetti dell’identità e della percezione del corpo nella nostra società. Anche questo corso di perfezionamento, “Significare il corpo: limite, incontro, risorsa”, è offerto dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna.
Con una chiave psicologica ma anche teologica, il corso (che si terrà tutti i martedì dal 20 febbraio al 29 maggio 2018 dalle ore 15.30 alle 17 presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) vuole ragionare sul rapporto tra il corpo e l’identità, con lezioni storiche per capire la percezione del corpo nella letteratura e nella storia, nella psicologia e nel diritto, passando poi a incontri dedicati all’identità sessuale, alla filosofia e alla cultura, passando per le Sacre Scritture.
Due strumenti utili e preziosi per diventare sempre più consapevoli di noi stesse come donne, ma soprattutto come persone e come professioniste, come mamme e come individui ricchi e speciali.
Nelle notti stellate, una cosa sempre super affascinante da fare è guardare il cielo con i bambini e cercare di riconoscere le costellazioni. Vero? Il problema è che a volte cerchiamo semplicemente di azzeccarle, perché non è che le conosciamo proprio bene bene… Se anche voi, come noi, pensate che conoscerle sarebbe stupendo e cercate un libro bellissimo per parlare ai bambini delle stelle e delle costellazioni, da leggere insieme per imparare, abbiamo il consiglio per voi!
Lara Albanese, con le illustrazioni (deliziose) di Desideria Guicciardini, ha scritto un libro per bambini davvero fantastico, edito da Editoriale Scienza, per parlare delle costellazioni in una maniera divertente ma seria, coinvolgente e appassionante.
“Costellazioni, le stelle che disegnano il cielo” è fatto proprio come vorremmo noi: in altre parole, parla delle costellazioni partendo dai disegni che le stelle formano in cielo, quelle che conosciamo a grandi linee ma che spesso non sappiamo riconoscere proprio benissimo. Figure di donne, di uomini, di animali, di oggetti e di figure mitologiche la notte invadono il nostro cielo, illuminandolo e rendendolo super affascinante.
Lara Albanese ha così raccolto nel libro le storie di tutte queste figure, e da divulgatrice scientifica qual è le ha trasposte in maniera divertente e curiosa per i bambini (è perfetto dai 7/8 anni, questo libro!), per far sì che tanto loro quanto noi quando ci troviamo con il naso all’insù riconosciamo queste figure (grazie ai nostri occhi e alla nostra immaginazione) e di conseguenza le costellazioni e le stelle che le formano.
L’Orsa Maggiore e quella Minore, Cassiopea, i Gemelli, il Cigno, Pegaso, il Cane Maggiore… Ogni pagina racconta una costellazione, con un testo interessantissimo ma soprattutto con un disegno (di Desideria Guicciardini) che ricorda moltissimo la disposizione delle stelle e, accanto ad esso, le stelle come le vediamo in cielo. L’Orsa Minore così diventa un orso circense in bilico sulle zampe a testa in giù; quella Maggiore è intenta a tirare il carretto del circo; e poi il Leone, il Cane, Pegaso, e quelle meno conosciute ai più, come il Corvo, Lira, Auriga, Boote, Aquila e Cigno, i Gemelli e lo Scorpione.
Questo libro, quindi, unisce il piacere della scienza e il rigore delle informazioni (perché non è un libro per bambini che spiega i concetti alla leggera!) alla piacevolezza delle immagini e alla curiosità delle forme, per portare i bambini ad appassionarsi di astronomia, una scienza affascinante e misteriosa che grazie a questo volume illustrato diventerà più simpatica e meno ostica, più vicina a noi.
Le costellazioni descritte sono 16, e non solo attraverso i disegni: ci sono anche 8 mappe del cielo che aiutano a riconoscere ancora più in dettaglio le costellazioni, e che faranno sentire i bambini dei veri astronomi.
Un libro da leggere insieme o da soli, ma che certamente servirà a tutti e diventerà uno strumento per tutta la famiglia, per trasformare le sere d’estate (ma anche quelle invernali: il libro dice chiaramente quando sono visibili le forme nel cielo!) in serate ancora più intime e coinvolgenti.
Sviluppo osseo e sistema immunitario, ma non solo: la vitamina D, che conosciamo probabilmente come vitamina del sole (perché effettivamente è principalmente e quasi esclusivamente attraverso la luce solare che ne facciamo scorta), è una vitamina fondamentale per l’organismo, soprattutto in fase di crescita.
Durante l’infanzia, infatti, il corpo dei nostri bambini ha quanto mai bisogno di questo elemento, importantissimo per un corretto sviluppo osseo e per il rafforzamento di un sistema immunitario che si sta formando da zero.
Purtroppo recenti studi hanno evidenziato che i bambini che presentano una carenza di vitamina D sono molti, troppi. Vediamo nello specifico il perché e capiamo insieme come possiamo correre ai ripari per non rischiare implicazioni negative e pericolose.
Lo studio è di un paio di anni fa ma è quanto mai attuale: la Società Italiana di Pediatria (SIP) ci mette in allarme, portando alla luce il suo studio che ha rivelato che il 50-70% dei bambini italiani (il picco si raggiunge in età adolescenziale) è affetto da carenza di vitamina D. Questo studio è stato condotto in collaborazione con la SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva) e la FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), ed è raccolto nel documento Conseus sulla vitamina D.
Questo del 2015 è il primo documento in Italia che raccoglie le raccomandazioni per una corretta prevenzione dell’ipovitaminosi D (la carenza di vitamina D, appunto, che porta a problemi come il rachitismo e che non protegge da malattie quali le respiratorie, il diabete, il diabete e la dermatite atopica) in età pediatrica.
Le cause di questa carenza sono svariate, e risiedono quasi tutte negli stili di vita odierni, davvero diversi da quelli di un tempo. “Insufficiente esposizione solare, stili di vita errati, allattamento esclusivo prolungato al seno, obesità e colore della pelle sono i principali fattori di rischio”: sono molti quindi i comportamenti errati che dovremmo rivedere.
Su tutti, l’insufficiente tempo che i nostri bambini passano all’aperto. Se infatti una volta era consuetudine passare le proprie giornate all’aperto, oggi tra scuola, corsi e televisione i nostri ragazzi stanno sempre più chiusi tra quattro mura (soprattutto gli adolescenti, ma riguarda tutti i bambini). Un atteggiamento inconsapevole, anche da parte di noi genitori, ormai abituati a questo tipo di quotidianità, ma assolutamente pericoloso, perché oltre alle implicazioni psicologiche e neurologiche (il tempo passato all’aperto giocando ed esplorando è fondamentale per la crescita mentale, per il raggiungimento dell’indipendenza e per lo sviluppo di capacità logiche) ce ne sono di fisiche.
La vitamina D, infatti, viene recuperata dal nostro organismo prevalentemente e quasi esclusivamente attraverso l’esposizione al sole (attraverso la quale il nostro organismo sintetizza la vitamina D), e la prima regola deve quindi essere l’aumento del tempo passato fuori, all’esterno. “Gioco e attività fisica all’aria aperta - si legge nel comunicato della Società Italiana di Pediatria - dovrebbero essere maggiormente incoraggiati soprattutto durante la bella stagione, anche perché da novembre a febbraio l’inclinazione dei raggi ultravioletti è insufficiente a favorire la produzione di vitamina D”.
“Il consiglio - continuano i medici - è rivolto soprattutto agli adolescenti che registrano i deficit più elevati di vitamina D anche a causa di stili di vita errati, come passare molte ore chiusi in casa davanti al computer o alla tv e non fare attività fisica”.
Altri fattori di rischio, dicevamo, sono l’allattamento al seno esclusivo prolungato (oltre, quindi, i 6 mesi, tipico di alcune culture) e l’obesità dei bambini: l’allattamento al seno esclusivo è pericoloso in quanto non sempre il latte della mamma contiene adeguati livelli di vitamina D; l’obesità e il sovrappeso sono invece causa di ipovitaminosi D poiché i lipidi e l’adipe in eccesso “rubano” questo elemento . Anche il colore della pelle deve essere considerato tra i fattori di rischio, perché purtroppo una pelle più scura fa maggiormente fatica a sintetizzare la vitamina D rispetto ad una pelle più chiara (pensiamo solo alla protezione “naturale” in più che questo tipo di pelle più scura ha rispetto ad una molto chiara), ed è quindi opportuno chiedere al proprio pediatra quale sia l’atteggiamento migliore da adottare in questi casi.
Accanto alla maggiore esposizione solare possiamo tuttavia ricorrere ad altri metodi (non alternativi ma aggiuntivi), come l’integrazione di questa vitamina attraverso integratori naturali (soprattutto durante i mesi invernali, periodo durante il quale l’inclinazione dei raggi UV non permette comunque di reperire al meglio la vitamina D).
Da settembre a maggio noi da qualche anno ci affidiamo quindi ad Haliborange e ai suoi integratori di vitamina D (a base di vitamina D3, completati con vitamine, sali minerali ed altri ingredienti importanti per lo sviluppo) per aiutare i nostri bambini a fare incetta di questo elemento, in modo da assicurare loro un corretto sviluppo osseo e dare loro un aiuto nel contrasto delle malattie più comuni (soprattutto quelle stagionali, momento nel quale le difese si abbassano maggiormente), grazie alla carica che questi integratori danno al loro sistema immunitario.
In base al momento possiamo anche scegliere se dare ai nostri bambini la vitamina D di Haliborange attraverso lo sciroppo, le gocce o le compresse masticabili: tutti i prodotti hanno davvero un gusto piacevole, e ai nostri bambini ormai piace questa sanissima abitudine!
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
I viaggi in famiglia in Alto Adige sono sempre meravigliosi: tutto l’anno c’è un’atmosfera unica, data anche dalla natura che contorna ogni paese, dal profumo di legno, dalle case tipiche, dai prodotti gastronomici deliziosi, dall’ospitalità unica di ogni albergo e bed&breakfast e dalla tranquillità che si respira.
Sotto Natale diventa tuttavia tutto ancor più magnifico, grazie all’atmosfera natalizia che pervade ogni cittadina (anche la più piccola!) e grazie ai mercatini di Natale disseminati qua e là, pieni di colore, simpatia e tenerezza.
Ecco quindi la lista dei nostri mercatini preferiti, quelli a cui cerchiamo di recarci ogni anno con i bambini!
Aperto dal 24 novembre al 6 gennaio (chiuso solo il giorno di Natale), il mercatino di Natale di Bressanone è tra i nostri preferiti: lo allestiscono proprio di fronte al Duomo della città e troviamo bancarelle con presepi in legno, oggettistica tipica (e meno tipica ma super carina!) e un sacco di delizie per scaldare il palato, come le caldarroste!

Qui tutto è reso ancora più speciale dalla presenza, sotto Natale, dei Kastelruther Spatzen, il gruppo canoro dei “Passerotti di Castelrotto) che ogni anno propongono il concerto a’Avvento (quest’anno si terrà i 15 dicembre!). I mercatini sono ricchi di bancarelle di artigianato locale e non mancano i venditori dei tipici tessuti e indumenti cuciti a mano in stile altoatesino. Il mercatino di Natale di Castelrotto si tiene ogni anno nella piazza del paese dal 2 al 28 dicembre, nei fine settimana dell’Avvento (e chiusura il giorno di Natale).

(https://www.dolomiti.it/it/castelrotto/eventi/mercatino-di-natale-di-castelrotto/)
Il mercatino di Natale di Merano è un altro dei mercatini tradizionali e classici, immancabili quando si parla di questa tradizione. Merano è già bella di per sé, ma diventa ancora più affascinante dal 24 novembre al 6 gennaio, quando i mercatini invadono il centro città. Oltre ai mercatini la città offre varie attività a tema natalizio. Basta controllare il programma giorno per giorno! (http://mercatini.merano.eu).

(https://www.mercatininatale.com/italia/merano/)
Cittadina conosciuta anche con il nome tedesco (Innichen), San Candido durante il periodo natalizio (dal 24 novembre al 6 gennaio) ospita sulla piazza della chiesa di San Michele il suo mercatino di Natale, nel quale si possono trovare prodotti dell’artigianato locale, decorazioni per l’albero (rigorosamente in legno!), accessori in feltro e indumenti caldissimi, oltre ai prodotti tipici della cucina locale. E mentre i bambini si bevono una cioccolata calda, noi ci scaldiamo con del vin brulé. Oppure, tutti insieme, con il delizioso Apfelglühmix, il succo di mela, arancia e spezie bollito e caldissimo.
Infine, il mercatino di Natale di Chiusa, ai piedi del castello di Sabiona (o Castel Branzoll, che vale la pena visitare dopo una passeggiata in salita di una mezz’oretta!). Qui i mercatini, per le vie del piccolo e delizioso centro, si tengono nei weekend del mese di dicembre e si distinguono da tutti gli altri per il fatto di essere a tema medievale: perfetto, per una cittadina così carina che sorge proprio ai piedi di un castello! La bellezza di questi mercatini, poi, sta anche nell’illuminazione: quando sono allestiti, l’illuminazione delle strade viene spenta, per lasciare spazio solo alle luci delle bancarelle, che creano così un’atmosfera unica.

(http://www.klausen.it/it/piaceri-cultura/eventi/mercatino-medievale/)
Giulia Mandrino
Non nascondiamoci dietro a un dito e non andiamo per il sottile: nel corso dell’anno, noi mamme ci ritroviamo per mille motivi a dover raccogliere soldi. Che siano per il regalo all’amichetto di scuola, per il pensierino di Natale e di fine anno alle maestre, per la cena di classe, per la lezione sportiva, per il regalo alla nostra amica che sta per diventare mamma (e in questo caso: cosa regaliamo? Il dubbio di regalare qualcosa di inutile o doppio resta sempre)… Chi più ne ha più ne metta.
E i problemi non mancano mai: c’è chi non porta mai i soldi in tempo, chi non li porta proprio, chi li mette nello zaino del bambino (che puntualmente li perde), chi si dimentica, chi mette di più… Non solo: la mamma che raccoglie i contanti prende la responsabilità di girare con questi addosso per molto tempo, spesso non ha il resto, le altre mamme non restano informate sullo stato della raccolta… Un casino, insomma.
Ecco perché abbiamo cercato una soluzione. E la buona notizia è che l’abbiamo trovata. Segnatevi questo nome: “Collettiamo”!
Da quando abbiamo scoperto Collettiamo la nostra vita è cambiata. D’accordo, non esageriamo, non si è rivoluzionata. Ma di certo questo nuovo servizio online per la raccolta di collette per i regali (e per tutto ciò che ci salta in mente) ci ha facilitato le cose, perché non so voi, ma noi ci ritrovavamo sempre ad essere le mamme incaricate della raccolta soldi per regali e regalini vari.
Non solo: essendo un servizio davvero versatile, ora lo utilizziamo sempre per le buste regalo per le maestre: per evitare disordine e caos tra le mamme delle classi dei nostri bimbi, creiamo una busta e poi, quando tutte hanno partecipato, utilizziamo i soldi per il regalo che abbiamo deciso insieme, senza il rischio di perdere i soldi, dimenticarsi di contribuire o di litigare per chi li deve raccogliere.
Ma vediamo meglio di cosa si tratta: Collettiamo è un servizio online che permette di raccogliere soldi virtualmente, proprio come faremmo fisicamente, ma in maniera molto più sicura (non c’è il rischio di perdere le banconote!) e veloce (perché bastano davvero pochi clic).
Quando vogliamo raccogliere soldi per un motivo o per l’altro, basta creare una busta: le attribuiamo un titolo, mettiamo (se vogliamo) una foto e descriviamo il motivo della raccolta di denaro.

Subito dopo impostiamo se la partecipazione debba essere libera, fissa o suggerita (ovvero quanti soldi ognuno potrà mettere: il contributo può essere uguale per tutti, suggerito dall’organizzatore o libero).

Dopodiché inseriamo i nostri dati (nome, cognome ed indirizzo email) per registrarci sul sito e terminiamo la creazione della busta. Otterremo così un link, da inviare ai nostri amici o a tutte le persone che devono partecipare al regalo: in maniera molto intuitiva Collettiamo spiegherà come versare il proprio contributo (la propria “busta” o “quota”, insomma).

Alla fine, chi ha creato la busta potrà decidere se girare il contributo totale ai festeggiati oppure se ritirare via bonifico la somma, per comprare poi il regalo scelto (con un’unica commissione del 2.9%: tutto il resto è gratuito!).
Semplice, no? In questo modo terremo una nota scritta ufficiale su chi ha già contribuito e su chi manca e non terremo per giorni e giorni i soldi nascosti nel barattolo dei biscotti. Ed è anche molto carino per non fare confusione con il biglietto di auguri: tutti i partecipanti possono infatti lasciare un messaggio per chi riceverà il regalo, e noi dovremo solo stamparlo; e, successivamente, la maestra che avrà ricevuto il regalo (o l’amica, o la coppia di amici che si sposano, o la nonna…!) potrà ringraziare tutti coloro che hanno partecipato con un solo clic!
Per noi di Mamma Pret a Porter, inoltre, c’è un codice promozionale: Mammapret_10. Inseritelo quando richiesto: vi darà diritto a 10€ accreditati gratuitamente per creare la vostra prima busta (condizioni di attivazione: raccogliere almeno 50€ da almeno 5 partecipanti; valido fino a dicembre 2018).
Ogni bambino (così come ogni essere umano adulto) per imparare utilizza diversi canali, anche se siamo abituati a pensare al semplice studio sui libri. Ognuno di noi, in altre parole, preferisce istintivamente l’approccio allo studio che più gli confà, quello che più gli riesce meglio.
Questi tipi di approccio sono stati individuati dallo psicologo americano Howard Gardner, che ha teorizzato il concetto di intelligenze multiple e le ha suddivise per categorie.
Ci sono:
- l’intelligenza logica (quella a cui solitamente ci si riferisce parlando di “intelligenza” - e in effetti è quella attraverso cui viene misurato il Q.I. - e che prevede una forte capacità a ragionare per deduzioni, per logica e per immaginazione. Certo, è un’intelligenza molto utile e performante, che caratterizza molti matematici e ingegneri, ma che, appunto, non è la sola);
- l’intelligenza linguistico/verbale (che è quella che preferiscono le persone brave a scrivere, parlare, giocare con le parole, comunicare…);
- quella visiva e spaziale (che prevede l’essere abili ad immaginare spazi e concetti anche senza averli davanti, e che riesce semplice a coloro che sanno muoversi tra forme, linee e colori);
- quella musicale (tipica delle persone a cui riesce facile leggere la musica, i timbri, le pause, i suoni, il modo di parlare degli altri…);
- quella intrapersonale (tipica di coloro che sanno riconoscere a fondo le proprie emozioni e la propria persona e che sanno ragionare su di esse inserendole nel contesto);
- quella interpersonale (quella di coloro che sanno capire benissimo gli altri, e che quindi hanno anche capacità da leader);
- quella cinestetica (grazie alla quale si capisce e percepisce perfettamente il proprio corpo, e grazie alla quale si sviluppa una forte coordinazione).
Ogni intelligenza, dunque, ha propri strumenti prediletti per imparare. Chi è cinestetico impara attraverso il corpo, la memoria muscolare e l’esperienza diretta, così come attraverso la sensorialità tattile; chi è linguistico/verbale non fa per niente fatica sui libri; chi possiede intelligenza musicale troverà la sua mente stimolata attraverso la musica, le canzoni, le lezioni con uno strumento; e così via…
Per quanto riguarda gli intelligenti visivi (ma non solo, come vedremo insieme!), c’è uno strumento davvero utile e divertente, molto classico ma quanto mai efficace, che permette non solo di imparare la geografia (come penseremmo) ma anche di implementare le proprie capacità mentali.
Non saranno solo i bambini che possiedono un’intelligenza visiva e spaziale a trarne beneficio: il mappamondo, un “giocattolo” educativo che poi giocattolo non è, è uno strumento che stimola moltissimo, in vari modi, e ai bambini piace sempre tanto, perché in effetti è divertente e affascinante.
In primo luogo il mappamondo è quindi un canale visivo per imparare la geografia: attraverso la vista e la lettura (quindi è ottimo anche per i bambini con forte intelligenza verbale) si imparano i luoghi, le distanze (qui gli intelligenti spaziali ci sguazzano), ma è anche esperienziale, poiché grazie ai nuovi mappamondi interattivi i bambini possono vivere un’esperienza ancora più immersiva e concreta della geografia.
I mappamondi interattivi, ad esempio quelli di Oregon Scientific, trasformano così una lezione di geografia (a quanto pare considerata spesso noiosa dai bambini) in qualcosa di molto più coinvolgente e divertente, qualcosa in cui avranno voglia di immergersi, facendo esperienza dei luoghi, delle distanze, capendo il fascino della lontananza tra i luoghi, l’immensità del nostro pianeta e la meraviglia delle diversità ambientali e culturali.
Oregon Scientific, dicevamo, è leader nel settore dei giocattoli educativi, scientifici ed interattivi intelligenti. Coniuga sempre la qualità dei prodotti con una seria linea educativa e didattica, e per questo i loro giocattoli sono da noi considerati un regalo sempre azzeccato. Anche per quanto riguarda i mappamondi, quindi, hanno sempre una scelta variegata e di qualità. Noi ve ne consigliamo due modelli.
Il primo è il più basilare, anche se di basilare non ha proprio nulla, perché è un mappamondo completo, bello, interattivo e coinvolgente, grazie alle mille funzioni e al suo aspetto accattivante per i bambini. Si chiama Smart Globe Infinity, e comprende addirittura 30 attività didattiche, contenuti da ascoltare, giochi interattivi, sfide per più giocatori e tante curiosità sul mondo.
Questo mappamondo contiene al suo interno una smart pen, con incorporato un microfono. Con la smart pen i bambini (a cui piace moltissimo utilizzarla, per l’aura super tecnologica e adulta di questo strumento!) possono toccare ogni punto sul mappamondo, che racconterà loro la storia del luogo selezionato. Con il microfono potranno invece registrare la loro voce, con gli appunti e i pensieri che vogliono appuntare.
Essendo smart, questo mappamondo rimarrà sempre aggiornato (mica come i nostri mappamondi degli anni Ottanta con l’URSS e i vari paesi ormai scomparsi!): basta collegare la penna interattiva al proprio computer per aggiornare tutte le informazioni. Non solo: è possibile anche aggiornare le informazioni che la penna “dirà” in base all’età del bambino, per accompagnarlo nella crescita (dagli 8 ai 14 anni). Non è da sottovalutare: il mappamondo, in questo modo, stimolerà sempre la curiosità, poiché non sarà mai ripetitivo.
Ma il modello certamente più figo è lo Smart Globe Adventure AR, il mappamondo con realtà aumentata. Come diciamo sempre, la tecnologia è abbastanza pericolosa, ma solo quando si tratta di restare incollati al tablet, al pc e al cellulare tutto il giorno. In questo caso è come manna dal cielo: un mappamondo con realtà aumentata è davvero stimolante, educativo, performante e immersivo, e permette al bambino di incuriosirsi e di soddisfare la sua curiosità in modi prima inimmaginabili. Come? Facendo esperienza dei luoghi, che grazie a questo mappamondo con realtà aumentata si materializzeranno di fronte agli occhi dei bambini, facendogli fare il giro del mondo.
Vedranno (in 3D) i monumenti più spettacolari, le capitali, gli animali che vivono oggi nelle foreste e i dinosauri ormai scomparsi, i cibi, le culture, le caratteristiche di ogni paese, le monete, i leader politici, i climi, le lingue… Basta collegare al mappamondo Smart Globe Adventure uno smartphone, scegliere il luogo e lasciarsi trasportare dalle immagini.
Non solo: come il primo, anche questo mappamondo contiene vari giochi e sfide (molto stimolanti, per apprendere in maniera differente), e, di nuovo come il mappamondo Smart Globe Infinity, parla anche in inglese.
Giulia Mandrino
BrightSide ha recentemente pubblicato una gallery che ci ha fatto emozionare moltissimo, e come noi ha fatto commuovere un sacco di persone in giro per il mondo.
La gallery è apparentemente molto semplice, ma racchiude in sé una profondità unica: raccoglie immagini da tutto il mondo, e queste immagini sono accomunate da una sola cosa. La bellezza della maternità.
“28 foto che provano che essere mamma è il lavoro più importante del mondo”: la gallery si intitola così, e il titolo è davvero evocativo e azzeccatissimo. Le mamme sono importantissime. Le mamme sono dolcissime. Le mamme sono fondamentali. Le mamme sono stanche, ma trovano sempre un sorriso.
Dal Camerun all’India, dal Vietnam a Cuba, dalla Cina alla Birmania, dal Kenya al Gambia… Paesi per noi lontani, esotici, sconosciuti, ognuno con le sue tradizioni, i suoi costumi, i suoi usi, eppure tutti accomunati dall’impegno che le mamme ci mettono nel crescere i loro figli.
Si vedono mamme che portano i bimbi in fascia, mamme che giocano con i bambini travestiti (proprio come i nostri quando si mettono il mantello da supereroe e la gonna da ballerina!), mamme che proteggono dal freddo, mamme che lasciano giocare con il proprio portafoglio, mamme che sorridono, baciano, tengono per mano, tengono in braccio… Tutti gesti che pur eseguiti così lontano da noi ci riportano nel nostro cuore, perché sono i gesti delle nostre mamme, e sono i gesti che noi riserviamo ai nostri bambini.
Pensiamo a questi paesi come a paesi del Terzo Mondo, ed è vero, non sono così induistrializzati, cementizzati e pervasi dalla tecnologia come i luoghi in cui viviamo noi. Ma l’amore è sempre lo stesso, il senso di protezione è il medesimo (anzi, a volte è anche più forte), l’affetto rimane invariato. E vedendo i sorrisi di queste donne ci sentiamo tutte uguali, tutte facenti parte della stessa, meravigliosa categoria: le mamme.
Ecco alcune delle immagini, che siamo certe strapperanno anche a voi un sorriso d’amore e di felicità.

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Giulia Mandrino