“Mamme con la partita Iva”, per vivere serenamente maternità e lavoro autonomo

Se “maternità e lavoro” è un argomento scottante, lo è ancora di più se preso dal punto di vista “maternità e libera professione”. Ma perché scoraggiarsi? Perché fermarsi solo alla percezione che abbiamo da fuori rinunciando al proprio sogno? Essere mamma e avere una partita IVA è possibile, e Valentina Simeoni ce lo mostra attraverso un libro davvero meritevole, scorrevole e delizioso: “Mamme con la partita IVA” è uscito da pochissimo ma sta già aprendo gli occhi a moltissime madri che non vogliono rinunciare ad una carriera professionale soddisfacente.

“Mamme con la partita Iva”, per vivere serenamente maternità e lavoro autonomo: il libro di Valentina Simeoni che dà speranza a tutte le mamme libere professioniste scoraggiate dal mondo del lavoro

Non ci nasconderemo dietro un dito: essere mamma e lavoratrice è difficile e può esserlo ancora di più per una libera professionista. Perché districarsi tra contributi di maternità, paternità, permessi, mobbing e quant’altro è una realtà e lo è anche nel caso delle mamme con partita IVA, che senza un “capo” devono fare i conti con la burocrazia in prima persona.

E poi c’è naturalmente il fattore denaro: se non lavoro durante la maternità come posso mantenere la mia famiglia? E se invece continuo a lavoricchiare anche nei primi mesi, mio figlio ne risentirà?

Ciò che continuamente salta fuori è la visione inconciliabile di maternità e libera professione. Pare quasi che la maternità sia un impiccio o, dall’altra parte, una dimensione che non può convivere con la carriera. Che sia un limite. Perché diventare mamma stopperebbe il percorso professionale e perché continuare la strada lavorativa impedirebbe la creazione di una famiglia.

I dubbi, insomma, sono tantissimi e ciò che ci vuole è una buona lettura. Ma non una lettura qualsiasi di un saggista qualsiasi che parla di una maternità qualsiasi. Una testimonianza diretta è quel che ci vuole, ed è proprio di questo che stiamo parlando: Valentina Simeoni è davvero una mamma con partita IVA (e l’ha piazzata anche in quarta di copertina, per essere certa che le crediamo!), una mamma che ha deciso di continuare la carriera dopo la nascita del primo figlio, una mamma che ha aperto la partita IVA nel 2013 e che è diventata madre nel 2016. "Mamme con la partita IVA" è il titolo del suo libro, edito da Sonzogno.

“Mi chiamo Valentina e sono una di voi”: la frase di apertura del libro dice tutto. Dice “solidarietà”, dice “comprensione”, ma dice anche che l’autrice ne sa, perché c’è dentro, che sa di cosa parliamo ma anche ciò di cui c’è bisogno, a livello concreto e pratico. Per farlo porta la sua esperienza, ma anche quella di tante altre donne che non hanno deciso di soccombere davanti alle minacce della società.

C’è chi apre la partita IVA e poi diventa mamma, come Valentina. C’è chi la apre dopo essere diventata madre. Chi la apre e poi la chiude ma se ne pente. Chi lavora da casa e sa quanto è difficile dividere le cose, rischiando sempre di trascurare una delle due cose (cosa che sul lavoro dipendente non viene percepita così nettamente, dato che casa e lavoro sono distinti e lontani).

Valentina parla quindi di come organizzarsi, di come trovare i propri spazi, di come concentrarsi (dato che la testa cambia moltissimo dopo la maternità), di come prendere esempio dalle mamme che, consapevoli delle interferenze e dei problemi dati dal lavorare da casa, hanno saputo prendere queste interferenze e trasformarle in opportunità per migliorarsi lavorativamente (ragazze, pensiamoci: già siamo multitasking di nostro, se riusciamo a lavorare con un bimbo piccolo a casa le nostre abilità organizzative si ampliano esponenzialmente!), della preziosità dei nonni e di come fare quando tra noi e loro ci sono migliaia di chilometri di distanza…

La scrittrice non lascia da parte nemmeno i temibili contributi: con poche parole e un pratico elenco fa capire alle madri che non tutto è perduto, ma soprattutto dà consigli reali per districarsi tra le migliaia di regole che normano l’apertura di una partita IVA e la richiesta dei contributi di maternità.

E poi dà dei consigli concreti e utili, stilando un elenco conciso e intuitivo per tutte le mamme che stanno pensando di fare questo passo, ma anche per quelle che già sono lavoratrici autonome. Tra questi consigli? La preparazione, il non aver paura a chiedere aiuto, il delegare, l’osare e il rilassarsi. Tutte azioni che alla fine della lettura ci sembreranno semplicissime e assolutamente indispensabili e che ci faranno sentire meno impaurite.

In ogni caso ciò che ne esce è semplice e diretto: certo che le difficoltà ci sono, sono moltissime. Ma a ben vedere quale professione e quale vita sono prive di difficoltà? Quindi che tu sia giornalista, illustratrice, cuoca a domicilio, orafa, comunicatrice o blogger, perché rinunciare al tuo lavoro solo perché le parole “regime, contributo di maternità, previdenza, tasse…” ti spaventano a tal punto da farti rinunciare ai sogni? Queste parole dovrebbero essere un aiuto, non qualcosa che ci dissuade.

Giulia Mandrino

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