"A volte mi annoio"

Questo libro potrebbe essere scambiato per un libro contro la noia (ricordate “Ufff…”?). E potrebbe anche esserlo, in certi sensi, perché mostra ai bambini come la fantasia possa essere sfruttata in maniera naturale e veloce per riempire i momenti più noiosi delle giornate!

Tuttavia basta sfogliarne qualche pagina per capire che nasconde molto, moltissimo di più: perché “A volte mi annoio” di Juan Arjona e Enrique Quevedo è un libro che apre un mondo, che mostra la bellezza della diversità, la meraviglia della fantasia, la stupefacente forza dell'essere noi stessi, con illustrazioni magiche che aprono mondi verosimili e parole semplici e dirette che conquistano tutti i bambini.

“A volte mi annoio”: da Coccole Books un libro contro la noia che mostra ai bambini l’importanza di essere se stessi

Come si fa ad essere se stessi quando dentro di noi abbiamo mille volti? È normale! Ed è normale anche volere essere qualcun altro, di tanto in tanto. Proprio come quando il protagonista di questo libro si annoia e veste i panni di una papera, di una mucca, di un informatico, di un’ambulanza…

“A volte mi annoio”, scritto da Juan Arjona e illustrato da Enrique Quevedo, è uscito recentemente per Coccole Books e ha subito conquistato i nostri occhi dalla copertina: quanto incuriosiscono le mille facce che ci guardano come da un bizzarro album di fugurine? Be’, sono tutte le facce che ogni giorno possiamo fare quando ci annoiamo, e i nostri bimbi lo sanno bene: basta fare una faccia da mostro per essere davvero un mostro, un leone, una principessa, un camion, una ciabatta…

Nel libro, insomma, viene messo in parole e in bellissimi disegni un gioco quotidiano dei nostri bimbi: quello dei travestimenti (anche senza travestimento! Basta recitare!), che nei momenti soprattutto di noia sfrutta la fantasia un po’ per scappare dalla realtà del momento, un po’ per sperimentare il mettersi nei panni di qualcun altro (e perché no, qualcos’altro).

Scorrendo le pagine si legge quindi la storia del protagonista che ogni giorno decide di essere qualcosa di diverso, portando gli altri a dire: “Eh già, è proprio una papera, è proprio un’ambulanza, è proprio un informatico!”. Recita così bene la sua parte da confondere tutti…

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…Anche quando recita quella della “persona normale”, che legge, gioca con gli amici, va a scuola. Ma cosa significa “normale”? Basta sfogliare il libro fino alla fine. Perché la sorpresa della normalità è semplicemente non rinunciare a chi siamo davvero, con le nostre fantasie e le maschere che ci piacciono, perché è bello volere essere ciò che ci sentiamo ed è bello poterlo fare senza essere giudicati. Non servono molte parole: per questo il libro è bellissimo. Perché sfrutta moltissimo le immagini, piene di piccoli particolari, super ironiche e dettagliate, che alla fine parlano più delle parole, anche all’ultima fondamentale pagina.

“A volte mi annoio e faccio le facce. E non mi interessa”. Il “non mi interessa” si riferisce a ciò che dice la gente. Ed è bellissimo vedere quante cose possiamo fare e possiamo essere quando ce ne freghiamo del giudizio altrui. “A volte mi annoio” è quindi un libro perfetto per l’accettazione di se stessi, per imparare a non giudicare e a rispettare gli altri, per apprezzare la diversità che c’è attorno a noi.

Sara Polotti

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