La top ten delle paure delle neomamme

Diventare genitore per la prima volta è tanto meraviglioso quanto pauroso. È normale essere terrorizzate: le neomamme si trovano in un territorio completamente inesplorato che ad una prima occhiata pare un campo minato. I bebè sono delicati, e temere di nuocere loro è un sentimento naturale, un istinto inconscio che però, quando vissuto male, può portare a risvolti davvero troppo negativi.

Ma tranquille, noi conosciamo la top ten delle paure delle neomamme: come affrontarle con serenità e non farci sopraffare da timori inutili

1. Tantissime mamme, almeno nei primi giorni, non riescono a staccare gli occhi dalla culla del loro bambino. Non per il semplice bisogno di guardare quella meravigliosa creaturina fatta tutta da loro. No. Non riescono a staccarsene per la paura che il piccolo smetta di respirare (per la Sids - la Sindrome della morte improvvisa del lattante -, per un soffocamento improvviso, eccetera eccetera). Non è paranoia: è normale. Ma basti pensare che la SIDS, ad esempio, è davvero rara, e per evitare soffocamenti basta prendere delle semplicissime precauzioni (come quelle che sicuramente avrete già preso): mettere il bimbo a dormire sulla schiena, comprare una culla sicura e robusta, evitare di mettere animali di peluches, coperte pesanti e paraurti all'interno della culla e mantenere la stanza del bambino fresca.

2. La paura più diffusa è quella di viziarlo e di educarlo in maniera impropria. Ma abbiamo una buona notizia per voi: non esistono vizi almeno nel primo anno di vita del bambino ma solo bisogni. Quindi il suo richiedere contatto, affetto, stare in baccio e dormire vicini sono bisogni innati, tanto quanto mangiare e dormire. Più di assecondano questi bisogni più il bambino crescerà in maniera equilibrata, serena e udite udite anche indipendente, in quanto sviluppa quello che viene chiamata "base sicura". 

3. Tra le paure più oscure c'è quella che gli altri bambini del nido o della materna possano mettere un dito nell'occhio del proprio bambino fino ad accecarlo, o che accada qualcosa di irrimediabile mentre mamma e papà non ci sono. È una paura innata e lecita, che deriva dal distacco: non avendo gli occhi su di lui 24 ore su 24, si teme che possa accadergli qualcosa fuori dalla nostra sorveglianza. Ma bisogna fidarsi del personale dell'asilo. Certo, botte, morsi e piccole escoriazioni sono normali quando il bimbo sta in mezzo agli altri, ed è giusto che qualche volta torni a casa con piccoli graffi; è la natura umana. Ma bisogna vivere queste cose tranquillamente, pensare che quello scolastico sia un personale qualificato e che in presenza di dubbi basta fare una telefonata o una chiacchierata con le maestre, che spiegandovi le loro competenze (anche di primo soccorso) sapranno certamente darvi più serenità.

4. Cadere dalle scale con il bimbo tra le braccia: terrore puro. Può capitare, e il da farsi dovrebbe essere riuscire a girarsi sulla schiena per evitare di cadere sul piccolo. Ma non sempre l'istinto riesce a farci compiere questa azione. Per evitare quindi del tutto il pericolo, è necessario rendere le scale di casa (almeno quelle) a prova di caduta. Delle strisce per fare attrito sui bordi, controllare (se c'è) la moquette, non lasciare mai nessun oggetto sugli scalini e adottare la regola della tranquillità e pazienza quando si fanno le scale con in braccio il piccolo.

5. Che succede se poi non si riesce a connettere con il piccolo fin da subito, creando quel legame madre-figlio di cui tutti parlano? Tranquille, è un passaggio personale. Alcune mamme sentono questo legame nascere fin da subito, quando il bebè è ancora nella pancia; altre per le prime settimane non sentono nulla (anche per colpa degli ormoni). Ma non preoccupatevi e ricordatevi che il piccolo inizia a legare con voi sin dall'utero, quando sente la vostra voce, e dai primi giorni, quando inizia a riconoscere il vostro odore. Per velocizzare il passaggio, però, ci sono alcune tecniche che fanno sicuramente bene, come il contatto fisico della pelle tra mamma e figlio, quello normale dell'essere portato in braccio spesso (o nella fascia), o il fare qualcosa insieme. Non è necessario che il legame nasca in sala parto insieme al piccolo: prima o poi lo si sviluppa, e sarà unico!

6. Non riuscire ad allattare: è molto difficile che una donna sia fisiologicamente impossibilitata ad allattare, ma se non vi sentite sicure consultate un'ostetrica al consultorio o privata. Non esitate nemmeno a iniziare un corso di allattamento già prima della nascita del bambino. Vedrete come cambia la solfa!

7. E se non si riesce a preparare tutto il necessario prima della nascita? Non tutto è indispensabile, ricordatevelo, quindi, senza fretta, preparate prima ciò di cui c'è davvero bisogno, come un buon seggiolino per l'automobile, una culla, dei vestitini, i pannolini e le salviette. Il resto non è altro che glassa sulla torta: buono, ma non necessario!

8. Partorire in macchina perché l'ospedale è distante? Se l'ospedale non è a più di cinque ore di distanza da dove siete è abbastanza improbabile! Solitamente un travaglio dura 8 ore, quindi anche se la sala parto dista da casa vostra 45 minuti non dovreste preoccuparvi di un parto in macchina. Certo, preparate prima la borsa per l'ospedale e sentite il vostro ginecologo per essere sicure di quando il travaglio è iniziato. Per il resto, relax!

9. Il terrore di veder nascere un bimbo non sano c'è sempre: ma sappiate che fare visite regolari e seguire i consigli di ostetrica e ginecologo durante la gravidanza significa essere già a un buon punto, scansando di molto la possibilità che qualcosa vada storto in sala parto.

10. La testa del neonato: questa pericolosissima sconosciuta. La sua morbidezza e i suoi punti deboli spaventano tutti. E se lo tocchiamo in maniera sbagliata? E se sbatte contro qualcosa? E se facciamo troppa pressione? Certo, è bene stare attenti a botte e cadute, ma credeteci, quei punti morbidi sulla sua testa sono in realtà molto forti: non succede niente se li tocchiamo, e sono davvero resistenti!

Sara Polotti

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Cecilia

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