Addormentare i bambini abbracciandoli non è un vizio

“No, non farlo: gli lasci il vizio”. “Lo state proprio viziando. Come puoi pretendere che impari?”. Sì, ok, i vizi esistono, ed esistono anche i bambini viziati. Ma come possiamo parlare di vizio quando si tratta di bisogni primari? La nanna è uno di questi bisogni primari. Soprattutto, la nanna con qualcuno. Insieme ai genitori. Per addormentarsi senza paura.

I bambini sono esseri umani, e questo significa che sono cuccioli di mammifero. Non dimentichiamolo. È la nostra natura, e la nostra natura ci impone di seguire i nostri istinti. Che per un bambino significano sicurezza e confortevolezza. Se, quindi, i nostri figli hanno bisogno di noi nel momento in cui si addormentano, chi ci dice che sbagliamo?

Addormentare i bambini abbracciandoli non è un vizio: la presenza dei genitori prima della nanna non è un capriccio, ma un bisogno che va assecondato

Addormentare i bambini abbracciandoli o stando accanto a loro, sul letto o in cameretta, finché non si addormentano è tipico di molti genitori. Che, tuttavia, si sentono ripetere da chiunque (zie Ignazie del mondo, amici e parenti) che “stanno sbagliando”. Ma perché sarebbe sbagliato? Secondo la credenza popolare più diffusa, lasciare che i bambini si addormentino con noi accanto sarebbe un vizio. Sarebbe un capriccio.

Ma come può essere un capriccio la voglia di una coccola o il bisogno di sentirsi protetti?

Qui non stiamo parlando di co-sleeping o di bambini che dormono fin da subito da soli. Perché non c’entra nulla. Può anche trattarsi (e spesso è così) di bimbi che dormono tranquillamente da soli nel loro lettino e che semplicemente amano addormentarsi coccolati o con accanto papà o mamma. Che è una voglia perfettamente naturale.

Spesso questo addormentarsi tra le braccia del genitore diventa un rituale, un momento rilassato e magico solo per genitore e figlio, importantissimo per il legame e per il rapporto presente e futuro.

Non si tratta di essere mamme o papà apprensivi o di avere figli “appiccicosi” e mammoni. Assolutamente. Si tratta di una coccola che entrambi ci si concede. Si tratta di un momento di conforto (soprattutto per il bambino, che potrebbe avere paura del buio, essere stressato, o semplicemente avere bisogno di un abbraccio).

Ci sono bambini che ne hanno bisogno fisicamente, psicologicamente, mentalmente, perché impauriti o effettivamente agitati. Ci sono bambini che semplicemente si godono questo contatto. E ci sono bambini che ne approfittano consapevolmente in quanto la coccola della sera è l’unico momento che hanno con i genitori. In ogni caso, perché dovrebbe essere un’abitudine terribile, deprecabile e viziosa? Non lo è.

State tranquilli: vostro figlio non arriverà all’università chiedendo ancora di noi per addormentarsi, così come non è arrivato alle scuole medie con il biberon o al liceo con il ciuccio. Pian piano anche lui vorrà staccarsi da noi, questa routine (anzi, questo rituale) gradualmente scomparirà, senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Ma se in questo momento lui e voi avete bisogno di questa abitudine, ben venga.

Perché addormentarsi insieme porta solo benefici a lungo andare. Sappiamo benissimo che un rapporto conflittuale con i genitori genera spesso adulti stressati, con difficoltà nei rapporti umani e sempre inseguiti da problemi. Mentre un rapporto equilibrato, pieno d’affetto e di vicinanza con la mamma e con il papà aiuta a crescere adulti sereni, solidi e che stabiliscono rapporti meno conflittuali.

E poi questo addormentarsi insieme ha benefici sul cervello e sull’organismo dei bambini: lo stress (soprattutto nel caso di bambini che provano stress o paura al momento della nanna) si riduce, e questo ha effetti positivi su tutta la persona, a livello fisico e a livello mentale.

Non preoccupatevi, quindi: abbracciateli finché vogliono, finché volete, finché il bisogno non cessa d’esistere. Gli state solo facendo del bene.

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Sara

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Cecilia

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