Da anni e anni (se non secoli) siamo abituati a immaginare le lezioni in classe con un’impostazione standard, e cioè la frontalità: l’insegnante che spiega l’argomento alla cattedra o alla lavagna e gli alunni che ascoltano dal loro banco, in una relazione quasi univoca.

Qual è il limite di questo metodo? Certamente questa univocità, che implica l’insegnamento uguale per tutti, un insegnamento che passa dalla maestra agli alunni senza differenza. Tuttavia i bambini sono tutti differenti, hanno esigenze diverse, personali; ognuno ha i suoi tempi, i suoi interessi, i suoi punti forti e le due difficoltà.

Come dicevamo siamo abituati da troppo tempo a considerare questa didattica come standard e insostituibile, ignorando come invece esistano altri metodi più inclusivi, pensati con un occhio rivolto agli alunni! Uno di questi metodi è il Circle Time. Di cosa si tratta? Eccovelo spiegato.

Il Circle Time, un metodo educativo che stimola l'inclusione: una metodologia davvero utile ed efficace contrapposta alle solite lezioni frontali

Questo metodo, ovvero il Circle Time, non è nuovo, ma è già adottato (fortunatamente) da molte scuole italiane, essendo stato ideato durante gli anni Settanta nell'ambito della psicologica umanistica. Non solo: spesso quando le maestre optano per la disposizione dei banchi a ferro di cavallo forse non sanno che stanno già sperimentando un metodo molto vicino a quello del Circle Time!

Nello specifico, il Circle Time è un momento di lezione durante il quale gli alunni si dispongono con le loro sedie in cerchio. In questo cerchio ci sarà anche l’insegnante, allo stesso livello degli alunni, poiché lo scopo è proprio quello di suggerire una visione d’insieme che sia di parità tra tutti i componenti del cerchio. In questo modo ognuno può esprimere i suoi dubbi, le sue riflessioni e tutto ciò che vuole.

Questo del Circle Time dovrebbe essere un appuntamento a cadenza fissa durante la settimana scolastica, e gli insegnanti dovrebbero prepararlo come si deve, in modo da sfruttarne tutte le potenzialità. Ma vediamo quali sono questi benefici!

Innanzitutto, durante l’ora del Circle Time possono essere affrontati gli argomenti più disparati, da quelli sociali a quelli ecologici, da quelli sulle materie didattiche a quelli più “liberi”. L’insegnante ne propone uno (anche in base a ciò di cui la classe ha bisogno in quel dato momento) e da lì, fungendo sempre da mediatore, fa partire la discussione, alla quale ogni bambino può dare il suo contributo con pensieri, dubbi, proposte, critiche e così via.

Prendendo questa abitudine i bambini, pian piano, inizieranno a sviluppare capacità di problem solving, di empatia, di indipendenza, di cooperazione, di autostima e di confronto, tutte skill utili nella vita reale e adulta. E, allo stesso modo, impareranno a gestire le situazioni difficili, anche quelle tra gli alunni stessi (bullismo, incomprensioni, gelosie), che in questo modo potranno essere affrontate con più calma e tranquillità in un luogo nel quale ognuno può sentirsi protetto.

Non solo: per sua conformazione il cerchio mette tutti l’uno di fronte all’altro, e quando un bambino parla tutti lo ascoltano (con più attenzione rispetto a quando i banchi sono disposti “normalmente”, in maniera frontale). Di conseguenza nella classe si creerà una consapevolezza delle differenze di ognuno, che possono essere valorizzate.

Ma soprattutto si capiranno i punti forti e i punti deboli del gruppo e di ognuno, anche in relazione alle materie (non solo alle tendenze comportamentali), e questa consapevolezza potrà essere sfruttata tanto dall’insegnante quanto dagli stessi bambini durante le lezioni “normali”: i bambini tenderanno più facilmente ad aiutarsi a vicenda, creando un circolo virtuoso ed empatico di scambio di competenze e arricchendosi a vicenda; e gli insegnanti, dal canto loro, sapranno creare percorsi didattici migliori, che non siano meramente univoci e uguali per tutti.

10 ricette ispirate ai prodotti Lush

Lunedì, 27 Febbraio 2017 15:42

Avete presente quando si passa accanto ai negozi Lush e si viene inebriate dai profumi esplosivi? I loro prodotti sono super pop, profumati, colorati e soprattutto utili. Noi a casa ne vorremmo moltissimi, ma spesso le tasche ci vietano di svaligiare i negozi!

Ecco perché a volte ci piace ricreare questi prodotti in casa, con le nostre mani! E oggi vi sveliamo le nostre ricette.

10 ricette ispirate ai prodotti Lush: come ricreare a casa i prodotti profumatissimi per il bagno e per la cura della persona

Iniziamo con il must quando si parla di Lush, e cioè delle bombe da bagno, le palline da sciogliere sul corpo e nell’acqua per idratare, tonificare, colorare il bagno e profumarlo.

Mettete in una ciotola una tazza di bicarbonato e mezza di sali di Epsom, mescolando bene. In un altro recipiente più piccolo mescolate invece mezza tazza di acido citrico, un cucchiaio di acqua, 2 di oli essenziali, 3 di olio di oliva e qualche goccia di colorante alimentare. Ora, un cucchiaio alla volta, versate la parte colorata nella prima bacinella, mescolando bene con una frusta fino a che i due composti saranno uniti. Otterrete una consistenza granulosa. Prendete quindi una vecchia confezione delle bombe da bagno (la pallina di plastica, insomma), e versateci dentro il composto. Schiacciate bene, chiudete la pallina e lasciate asciugare un attimo. In alternativa, potete fare delle “mezza bombe” utilizzando gli stampi di silicone per le tortine a mezza sfera. Il composto piano piano si asciugherà, quindi lavorate velocemente per fare più palle possibile!

Seconda proposta è la maschera al cupcake: Lush realizza sempre maschere per il viso, idratanti e purificanti, ispirate dalla natura o dal cibo.

La nostra ricette prevede di mischiare in un barattolo 5 o 6 foglie di menta (precedentemente frullate con un goccio di acqua, in modo da ottenere una cremina), un cucchiaino di polvere di cacao amaro, un cucchiaio di burro di cacao, mezzo cucchiaino di glicerina, 4 gocce di olio essenziale di sandalo, mezzo cucchiaino di miele e acqua di rose (la cui quantità varia in base alla consistenza che si ottiene!).

“Rub rub rub” è uno scrub per la doccia, azzurrissimo e molto efficace. Volete replicarlo a casa? Nessun problema! Prendete 3 cucchiai di sale fino e aggiungeteli in una tazza con un cucchiaio di olio di mandorla, mescolando molto bene. Aggiungete un cucchiaio di succo di limone, mescolate, quindi versate dell’acqua di rose fino a che la consistenza è morbida e spalmabile. Aggiungete del colorante alimentare (noi lo usiamo azzurro in questo caso), mescolate nuovamente e versate in un barattolo da chiudere ermeticamente.

Utilizzate questo esfoliante sotto la doccia, passandolo bene dappertutto per togliere le cellule morte, idratare la pelle e ritrovarla liscia e tonificata.

Gelatine da doccia? Semplicissimo! Aggiungete una bustina di gelatina, mezza tazza di doccia schiuma e del colorante alimentare in una tazza di acqua bollente. Versate in due contenitori per cubetti di ghiaccio e lasciate che le gelatine si solidifichino, aspettando qualche ora. Utilizzatele poi come saponette più divertenti!

Nello shampoo volumizzante di Lush c’è anche il sale. E funziona! Per ricrearlo a casa, fate sciogliere un cucchiaio di olio di cocco e aggiungetegli un cucchiaio di succo di limone e tre cucchiai di sale grosso marino. Mettete il composto in un barattolo e riempitelo fino all’orlo con il vostro shampoo abituale, quindi utilizzatelo una volta a settimana per sgrassare i capelli e renderli in questo modo più voluminosi.

Il trattamento contro i capelli crespi da Lush si chiama R&B e consiste in una crema da spalmare sulle punte prima dell’asciugatura.

Prendete un bel cucchiaio di burro di karité e scioglietelo bene in un pentolino. Aggiungete quindi mezzo cucchiaio di olio di cocco e mescolate bene. Togliete dal fuoco e aggiungete mezzo cucchiaio di olio di jojoba e mezzo di olio di oliva. Il burro comincerà a solidificarsi di nuovo: a questo punto potete versare tre gocce del vostro olio essenziale preferito. Aggiungete infine 6 cucchiai di gel di aloe vera per ottenere la crema completa.

Lo scrub non è solo per il corpo: avete mai provato quello per le labbra? Semplicissimo! Stendetelo sulle labbra, fregate bene e sciacquate: rimarranno morbidissime e anche più rimpolpate! Ecco come prepararlo: mescolate un cucchiaio di zucchero di canna grosso con mezzo cucchiaio di olio di oliva e una goccia di estratto di vaniglia. Mettete il composto in un piccolo contenitore e il gioco è fatto. In questo caso il colorante è da evitare, a meno che non vogliate una sorta di rossetto incorporato, dal momento che lascia facilmente il colore sulle labbra!

Per ultime, due ricette della nostra Giulia Mandrino per due prodotti che in bagno non dovrebbero mai mancare e che se fatti in casa si rivelano ancora più efficaci: il burro corpo compatto tonificante e snellente, che ricorda moltissimo i blocchi solidi di Lush; e lo scrub anti cellulite profumatissimo e (finalmente!) economico, a base di sale rosa dell'Hymalaya.

Il riso jasmine è tra i più saporiti, con il suo profumo inconfondibile. Cuocerlo è semplice e portandolo in tavola otterrete sempre il risultato di proporre una cucina etnica che piace un po' a tutti. A noi piace cuocerlo con il latte di cocco (ricco di antiossidanti, grassi "buoni", vitamine C ed E, e ottimo contro il reflusso gastroesofageo) per aggiungere ancora più sapore, abbinandolo ai deliziosi gamberi e alla frutta secca.

Riso jasmine al latte di cocco con gamberi e mandorle: la ricetta per il riso orientale dal gusto etnico

 

La vita è fatta di momenti speciali. Indossali!”: un motto carinissimo che nasconde tutto il concetto di Clyck, un prodotto che ci ha colpito perché pensato per raccogliere e conservare i nostri ricordi in un periodo storico nel quale il rischio di perderli è sempre più concreto. Non stampiamo più le nostre immagini, le guardiamo solo sui nostri device, le perdiamo in cartelle che in un nonnulla potrebbero cancellarsi. Tuttavia tornare alla creazione di ricordi fotografici come una volta si può. Anche con lo smartphone, ma bisogna impegnarsi!

Bene: quest’idea del braccialetto ci viene in aiuto e ci permette inoltre di portare sempre con noi questi ricordi fotografici!

Clyck, il braccialetto per portare sempre con noi i nostri ricordi: una forma nuova e originale che ci permette di indossare le nostre immagini del cuore

Ricodate i vecchi frame dei cinema analogici o i provini ottenuti dallo sviluppo dei vecchi rullini? Quella striscia con i bordi neri bucati e le immagini una accanto all’altra a formare una storia... “Clyck”, con un design retrò assolutamente affascinante, è proprio questo: una vecchia pellicola che raccoglie nove immagini e che grazie alla chiusura può essere indossata come un braccialetto.

L’album di famiglia si fa quindi fashion e originale: non più stivato nelle credenze, oggi è indossabile. La procedura è semplicissima: basta andare sul sito, seguire le istruzioni, scegliere il colore preferito, caricare le nove immagini preferite della nostra famiglia (prendendole dal computer, da Facebook o da Instagram, ribadendo così la possibilità di stampare e rendere meno volatili fotografie - anche in bassa definizione - che altrimenti perderemmo!), mettere - a piacimento - un filtro in stile Instagram (Love, Color e Classic) e ordinare il braccialetto così composto (a 18.90 euro comprensivi di tutto, braccialetto e spese di spedizione).

Clyck vi invierà poi direttamente a casa il braccialetto, richiuso in una simpaticissima fialetta, nella cassetta delle lettere e non tramite corriere (in questo modo è molto più comodo: non dovete organizzarvi stando a casa ad aspettarlo!).

Non preoccupatevi: anche se è in PVC (con chiusura nickel-free, disponibile nei colori rosa, verde o argento) il braccialetto è morbidissimo e possiede tutte le certificazioni di atossicità, che ne affermano la totale sicurezza.

Se volete un po’ di ispirazione, il bello è che potete andare sulla loro pagina Instagram o sulla bacheca di Clyck e dare un’occhiata ai prodotti selezionati da loro oppure condivisi direttamente dai clienti!

L’idea, in conclusione, è perfetta per non perdere i propri ricordi, ma è assolutamente sfruttabile anche per regali che saranno, siamo certe, graditissimi: donare un braccialetto pieno di ricordi è un pensiero personale, fatto con il cuore, e le neomamme, le mamme, le nonne, le sorelle, i fratelli, gli zii e tutti gli amici ne rimarranno certamente colpiti!

Per fare mangiare i legumi in famiglia le proviamo proprio tutte! E trovare forme nuove è sempre eccitante, anche per i bambini, che magari non rimpiangeranno così tanto l'assenza di hamburger di manzo nella loro dieta settimanale! Già, perché questi hamburger sono vegetariani, senza carne, ma super nutrienti e dal sapore esplosivo.

A noi piace mangiarli nel panino proprio come un vero hamburger, con qualche fettina di cipolla rossa di Tropea, conditi con della crema di avocado oppure della salsa allo yogurt.

Hamburger di ceci: la ricetta per il burger vegetariano che non farà rimpiangere la carne e che ci darà tutti i benefici dei legumi

 

Vi avevamo già parlato di come utilizzare gli oli essenziali, di dove comprarli e di come diffonderli. Oggi però vogliamo entrare proprio nello specifico della diffusione, spigandovi nel dettaglio di cosa si tratta quando parliamo di diffusori elettrici: come funzionano? Quali sono le tipologie? Quale scegliere?

Ecco la guida ai diffusori elettrici di oli essenziali: quali esistono in commercio e come funzionano i diffusori per l’aromaterapia

Come vi avevamo già accennato, i bruciatori di oli essenziali (e cioè le “casette” per candele sovrastate dalla vaschetta per le gocce) non sono il massimo, poiché, appunto come dice il nome, bruciano gli oli, rendendo inefficiente l’aromaterapia. Sempre meglio quindi scegliere diffusori specifici, elettrici, fatti apposta per rendere al meglio.

Ma partiamo con ordine, cercando di capire cos’è questa diffusione e come funziona. La diffusione è per definizione quel processo nel quale le particelle degli oli vengono disperse e sparse nell’ambiente, passando da uno stato molto concentrato ad uno più basso. Le molecole degli oli essenziali vengono quindi distribuite nell’aria e in questo modo possiamo sentirne l’aroma. È un processo naturale (è lo stesso principio per il quale se avviciniamo il naso alla bottiglietta sentiamo il profumo, ma nel caso della diffusione artificiale questo viene sprigionato anche nell’ambiente).

I diffusori, quindi, sono macchine che permettono di eseguire questo processo facilmente e in maniera efficace. E una volta che le molecole degli oli sono diffuse nell’aria, queste possono entrare finalmente nel nostro corpo in maniera armoniosa e omogenea, attraverso la respirazione o la pelle.

Solitamente i metodi di diffusione sono quattro (vaporizzazione, nebulizzazione, vibrazione e calore), e i device utilizzano uno o più di questi metodi (combinati). I principali macchinari che eseguono queste operazioni sono essenzialmente quattro: il diffusore per umidificazione, quello per nebulizzazione, quello per vaporizzazione e quello ad ultrasuoni.

I diffusori per umidificazione ( i pratici umidificatori, che allo stesso tempo danno il beneficio del rendere l’aria che respiriamo più umida, e quindi più sana) usano una combinazione di vibrazioni e aria per trasformare gli oli in piccole particelle perfette per la respirazione. Come dicevamo, oltre a provvedere all’aromaterapia gli umidificatori (http://www.mammapretaporter.it/salute/salute-ben-essere-mb/l-umidificatore-imprescindibile-strumento-per-le-neomamme) (nei quali le gocce di oli vengono aggiunte all’acqua nella riserva superiore) rendono più umida l’aria e sono perciò perfetti per chi soffre di problemi respiratori e quando le stanze sono troppo secche.

I diffusori per nebulizzazione sono solitamente i più costosi. Lavorano seguendo lo stesso principio dei nebulizzatori per profumo (insomma, le boccette con lo spray): l’olio essenziale che versate viene, appunto, nebulizzato in una nuvola d’aria e si trasforma in una piccola “nebbia” di piccole molecole che si diffonde così nell’ambiente.

Il fatto che siano più costosi del resto dei diffusori ha un motivo: la nebulizzazione, infatti, è il metodo più efficace a livello terapeutico per beneficiare delle proprietà degli oli, perché le molecole, che vengono ridotte in dimensioni minuscole, sono più facilmente assimilabili dall’organismo. Inoltre l’olio non viene diluito in acqua, assicurandone così l’inalterazione della sua chimica.

Il vaporizzatore è detto anche diffusore a ventilazione, poiché disperde gli oli essenziali nell’aria soffiandoli fuori. L’olio solitamente si applica versando qualche goccia su un pezzo di carta assorbente e l’aria, una volta acceso il diffusore, passa proprio attraverso questa barriera, disperdendo gli oli nella stanza.

La particolarità del diffusore a ventilazione è che non è previsto l’utilizzo del calore né dell’acqua e quindi è molto sicuro, anche in caso di bambini che giocano lì intorno. Un po’ meno benefici del nebulizzatore, quindi, ma più sicurezza.

Ultimo ma non per importanza il diffusore a ultrasuoni, detto anche “a freddo”. Solitamente è quello più consigliato poiché il processo sei diffusione così particolare permette di non alterare minimamente le proprietà delle essenze: il diffusore lavora infatti attraverso piccole vibrazioni (gli ultrasuoni) che permettono all’acqua di evaporare a freddo e in maniera immediata. Si crea così una sottile nebbia di micro particelle facilmente assorbite dai polmoni. E, come gli umidificatori, utilizzando l’acqua i diffusori a ultrasuoni umidificano molto bene la stanza, rendendoli strumenti perfetti per contrastare e prevenire i disturbi respiratori.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Imparare le tabelline con un’App

Giovedì, 23 Febbraio 2017 15:00

Per imparare le tabelline ci sono molti metodi. Quello logico. E poi quello mnemonico. Che a quanto pare è ancora il più efficace! Ricordate quando ce le facevano imparare a memoria e ci venivano in mente rime o canzonette che riuscivano a farci rimanere in mente più cose? Otto per otto quarantotto; sei per sette quarantadue (“Più due quarantaquattro”); cinque per cinque venticinque... E poi quelle nel mezzo, che dovevamo sapere per forza a memoria per dirle al volo!

Non a tutti i bambini piace questo esercizio. Perché allora non renderlo più giocoso?

Imparare le tabelline con un’App: con Turutu sarà più semplice conoscerle a memoria, grazie ad un metodo certificato e divertente

Come dicevamo, non a tutti i bambini piace impararle. Alcuni sono dei genietti in matematica, ma altri fanno più fatica, e ci crediamo se ci dite che le avete provate tutte, ma proprio tutte.

Bene. Il nostro consiglio è di prendere lo smartphone o il tablet e di cercare nell’app store Apple o in quello Android l’applicazione Turutu, “Tabelline Parlanti”. Troppa tecnologia fa certamente male, ma in questo caso è davvero, davvero utile. Perché se il digitale può aiutare nell’apprendimento, ben venga qualche minuto al giorno davanti al device.

“Tabelline parlanti” è essenzialmente un personal trainer per l’apprendimento delle tabelline, che permette di impararle a memoria coinvolgendo il bambino in giochi ed esercizi divertenti e semplici. Nessun libro, nessuna biro. Solo l’app, che permette di studiare senza accorgersi.

L’app sfrutta il riconoscimento vocale (e quindi è adattissima anche a bambini ipo o non vedenti!), fa domande e ascolta le risposte, interroga, aiuta nell’apprendimento e segnala i miglioramenti. E grazie all’intelligenza artificiale l’app riesce a riconoscere le difficoltà, proponendo così ripassi o continuando a fare domande laddove serve più concentrazione. Insomma, anche le tabelline più difficili, con molto esercizio, verranno ricordate con più semplicità.

L’apprendimento non è casuale, ma ragionato: il bambino sceglie la tabellina da studiare e l’app ne enuncia pian piano le operazioni. Dopodiché interroga in ordine crescente, e poi casuale (proprio come durante le interrogazioni o le verifiche a scuola). Per ricordare meglio il risultato, ci sarà un disegno che aiuterà il bambino a risalire meglio all’operazione.

Dopodiché l’”interrogazione” dell’app sarà pian piano più difficile: se inizialmente si chiederà al bambino di ricordare le operazioni casuali in una stessa tabellina (5x5=25, 5x8=40,
5x2=10...), successivamente gli verranno chieste in maniera casuale tutte le tabelline da 1 a 10. In generale, poi, l’app di volta in volta, durante le interrogazioni, proporrà prima sempre le tabelline meno chieste e quelle in cui il bambino fa più errori, in modo da stimolare e aiutare.

Non solo: se il bambino vuole, se è interessato o se ha bisogno di ferrarsi anche in un’altra lingua, Tabelline Parlanti dà la possibilità di impostare l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il russo e il polacco!

L’app è a pagamento, ma, diciamolo, il prezzo è davvero accessibile e accettabile, se pensiamo al valido aiuto che dà ai genitori. Costa 1.99 euro, e la decisione è stata presa dai suoi creatori in maniera ragionata: Zofia e Paolo sono prima di tutto genitori e per evitare di mettere link, pubblicità e pop up all’interno dell’app (pericolosi per i bambini!) preferiscono mettere al sicuro i loro piccoli utenti!

Per altre informazioni vi rimandiamo al loro sito, dove potrete trovare tutto ciò che volete sapere su Tabelline Parlanti e su tutte le altre app di apprendimento che mettono a disposizione!

In inverno scaldano mani, pancia e cuore: parliamo dei canederli, le polpette di pane raffermo servite con formaggio o in brodo tipiche dell'Alto Adige! A noi piacciono moltissimo con gli spinaci, e quindi in versione vegetariana. Ecco quindi la nostra ricetta.

Canederli agli spinaci in brodo: come preparare le polpette di pane tipiche dell'Alto Adige

 

5 risposte a 5 miti sulla febbre dei bambini

Mercoledì, 22 Febbraio 2017 11:29

La febbre è un semplice meccanismo di difesa da parte dell’organismo, il quale, per contrastare infezioni o per combattere agenti esterni, alza la temperatura del corpo. Niente di allarmante, quindi, nei casi di influenza “semplice”, e quando la febbre non è eccessivamente alta solitamente non c’è bisogno di preoccuparsi troppo.

Tuttavia, la febbre è uno di quegli argomenti attorno ai quali aleggia sempre un senso di paura, e i miti non tardano ad arrivare. Soprattutto nei primi anni di vita del bambino, quando tutti sembrano avere consigli e convinzioni da condividere con i neo-genitori, che si trovano così ad annegare in un mare di leggende metropolitane che sarebbe meglio smontare.

(Thermokit Miniland Baby)

Ecco 5 risposte a 5 miti sulla febbre dei bambini: capiamo insieme una volta per tutte quali sono le verità e le falsità sullo stato febbrile nei più piccoli

In effetti, può essere vero, ma ciò che dobbiamo sfatare è la convinzione per la quale questo fatto sia un pericolo. Non lo è. Semplicemente, i bambini che cominciano ad andare al nido (quindi prima di quelli che vanno direttamente alla scuola materna) hanno più possibilità di venire a contatto con microbi che prima non avevano conosciuto, essendo stati a contatto perlopiù solo con i familiari. I virus vivono infatti negli organismi delle persone, e non nell’aria, e venire a contatto con altri esseri umani significa avere la possibilità di entrare in contatto con nuovi microbi. Questo, però, significa sì prendere la febbre (a volte), ma vuol dire anche sviluppare, da quel momento in poi, un sistema immunitario più preparato.

Uscire con il freddo fa ammalare e fa venire la febbre.

Falsissimo! Noi da sempre raccomandiamo la regola “non esiste cattivo tempo, ma solo cattivo abbigliamento”, poiché siamo certe dei benefici che il passare le giornate all’aperto porta ai bambini, anche in caso di freddo. Nello specifico del mito da sfatare, diciamo subito che portare al parco o a passeggiare i bambini quando fa freddo non è un pericolo per la salute. Anzi. E’ molto più probabile che i bambini prendano virus e batteri in ambienti chiusi e poco areati.

La febbre fa crescere in altezza.

Sembra strano, ma - fino ad un certo punto - è vero. La spiegazione è semplice, e non è dovuta tanto alla febbre (che non fa crescere di per sé), quanto alla posizione assunta durante la malattia, e cioè lo stare sdraiati in orizzontale. In più, negli anni dell’infanzia il bambino cresce costantemente, quindi, dopo qualche giorno a letto, misurandolo sarà davvero un po’ più alto: un po’ è dovuto allo stare sdraiato (che “allunga” le ossa e la muscolatura), un po’ alla crescita fisiologica, che in questo periodo corre veloce.

Per abbassare la febbre bastano gli antipiretici.

Non è così, poiché non sempre le soluzioni antifebbrili abbassano la temperatura. Ogni bambino è diverso e ogni febbre è diversa, di conseguenza potrebbe darsi che la febbre non scenda (o che si mantenga solo allo stesso livello, almeno senza innalzarsi). Se quindi, come dicevamo, la febbre non è così alta (dai 38.5 in su) non c’è bisogno di preoccuparsi, poiché essendo uno stato fisiologico è anche opportuno che faccia il suo corso.

Se non c’è il pediatra, bisogna correre subito al PS.

Dal punto di cui prima passiamo a questo, poiché spesso i genitori, non vedendo abbassarsi la febbre, corrono dal medico, o ancora peggio al pronto soccorso. Certo, quando la febbre è alta e non si abbassa è doveroso andare in una struttura preparata, ma se la febbre non è troppo alta e non si innalza bruscamente potete stare tranquilli, senza correre e senza preoccuparvi.

Detto questo, l’importante è monitorare sempre la temperatura: solo in questo modo potrete capire se l’innalzamento è brusco, se la febbre è alta o se è fisiologica e non c’è bisogno quindi di allarmarsi. Per farlo, non risparmiate su termometri e kit per la misurazione, ma scegliete la qualità di prodotti che possano essere sempre affidabili (ci sono moltissimi termometri che sbagliano, e da un momento all’altro, se ci fate caso, danno risultati di temperatura differenti, anche a pochi secondi di distanza).

Noi ci affidiamo da tempo al Thermokit di Miniland, il set completo di tre termometri per la misurazione veloce e soprattutto precisa della temperatura, sia corporea che dell’acqua del bagnetto.

(Thermokit Miniland Baby)

Questo Thermokit (che è disponibile sia rosa che blu) è davvero completo poiché dispone di termometro classico corporeo con punta flessibile (comodo per la misurazione ascellare), di quello a succhiotto (comodissimo con i bambini, poiché si presenta come un ciuccio - lavabile sotto l’acqua - sul cui dorso compare la temperatura) e di quello, utile tutti i giorni e non solo durante le malattie, per l’acqua del bagnetto, a forma di pinguino in modo da trasformarsi in giocattolo per i bimbi.

(Thermokit Miniland Baby)

E non sottovalutiamo la praticità: i tre termometri Thermokit sono venduti nel loro pratico astuccio, rosa o blu, capiente ma non scomodo e completamente in PVC e quindi impermeabile.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Tra le tapas spagnole che troviamo nei locali più tipici ci sono sempre le tortillas. Che non sono le patatine o le piadine di mais che siamo abituati a chiamare con questo nome (si chiamano così in Messico; in Spagna è diverso). Somigliano piuttosto alle nostre frittate (ma il vantaggio è che sono senza glutine, essendo prive di pan grattato), e quella più tradizionale è quella alle patate.

Tortilla spagnola di patate: la ricetta della frittata tipica della Spagna farcita con un ripieno di patate

 

Sara

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Cecilia

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