Come creare una busy board per i bambini

Lunedì, 11 Settembre 2017 08:40

Photo credit: Flickr

“Busy board”: letteralmente, una “bacheca indaffarata”. Una bacheca per tenersi occupati. Una piccola parete per divertirsi.

Le busy board, semplicemente, sono delle bacheche (un po' come le sensory wall montessoriane) zeppe di elementi affascinanti per i bambini, di oggetti da toccare, da usare, da esplorare e da curiosare, creando storie, giochi e attività. Le busy board sono uno stimolo efficace e interessantissimo, e ci vuole davvero poco per realizzarle: solo un po’ di fantasia, manualità e oggetti di recupero che invece che essere gettati nel cassonetto possono trovare una nuova vita per i nostri bimbi.

Come creare una busy board per i bambini: come realizzare una bacheca per giocare e tenersi occupati, esplorando e curiosando gli oggetti quotidiani in maniera nuova

Noi genitori siamo sempre giustamente impegnati a trovare giocattoli belli, educativi e curiosi, che sappiano anche (male non fa!) tenere indaffarati, concentrati e occupati i nostri bambini. La buona notizia è che non c’è bisogno di entrare in un superstore di giocattoli per trovare qualcosa di questo genere. Tutto ciò che ci occorre è proprio davanti al nostro naso.

Ciò che dobbiamo procurarci sono semplicemente una bacheca in legno (anche di recupero: basta andare da un falegname e chiedere uno scarto di produzione), delle viti, un avvitatore e tutto ciò che abbiamo in casa e che non utilizziamo più. Ad esempio?

- Un vecchio telefono (ormai chi li usa più, con i cellulari che li hanno sostituiti?).

- Dei lucchetti

- Dei porta rotoli di carta igienica

- Delle maniglie

- Una calcolatrice malandata

- Dei piedini con rotelle

- Degli specchietti

- Vecchi interruttori

- Palline antistress

- Ciondoli (da inserire, per esempio, in una maniglia prima di fissarla alla bacheca, creando così dei manubri divertenti)

- Rotelle di vecchi mobili

- Vecchie tastiere di vecchi computer

- Lampadine a led

- Elastici per tapparelle (con la loro carrucola, per imparare anche ad usarle!)

Non c’è una regola. Semplicemente, selezioniamo ciò che troviamo in casa e che riteniamo sicuro, interessante e divertente per i bambini.

Dopodiché, prendiamo la nostra bacheca in legno e aiutandoci con le viti e l’avvitatore e un po’ di fantasia e manualità appendiamoci tutto.

Il risultato è sempre strepitoso, e mai uguale. Guardate ad esempio questa, con la carta igienica, le luci e anche una vecchia teglia utilizzata come base per appiccicare le calamite.

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(Huffington Post)

Qui, invece, troviamo anche delle zip, ottime perché stimolano la manualità (e queste sono davvero semplici da applicare, perché basta della colla liquida abbastanza forte).

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(Laughing Kids Learn)

Lo stesso discorso vale per i bottoni e i nastri, un’attività per i bambini divertente ma allo stesso tempo educativa e propedeutica alla manualità.

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(LM Shunk)

Se siamo super manuali, ecco una busy board davvero bellissima, solida e curiosa per i bambini, che ci permette di applicare molti più oggetti, triplicando quindi divertimento e concentrazione.

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(Pinterest)

Non diamo quindi limite alla fantasia e ogni volta che scoviamo in casa un vecchio oggetto senza più vita teniamolo da parte per completare la nostra busy board! Un’attività sostenibile, educativa, divertente e rilassante (per noi genitori che per un attimo possiamo dimenticarci dei bambini concentrati a studiare a fondo il loro nuovo gioco preferito!).

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(Etsy)

Giulia Mandrino

Gli oli di frutta secca

Venerdì, 08 Settembre 2017 09:51

Per condire l’insalata e tutti gli altri nostri piatti siamo soliti utilizzare l’olio di oliva (extravergine o no). E per cucinare spesso ci affidiamo agli oli di semi. In realtà però non esistono solo loro. Esistono anche quelli di frutta secca, che hanno un sapore delizioso e particolare e che sono ricchi di nutrienti diversi da quelli dei soliti oli. Se non li conoscete ancora, ecco una carrellata per presentarveli.

Gli oli di frutta secca: da quello di nocciole a quello di pistacchi, ecco gli oli derivati dalla frutta secca, ricchi di acidi grassi polinsaturi

Olio di mandorle

Il suo sapore è inconfondibile, perché ha un retrogusto che ricorda decisamente il frutto da cui deriva. Esiste in due varianti: dolce o amaro, in versione più naturale e più vicina alla mandorla. Più che per condire, questo olio ricco di proteine vegetali, di vitamina E, vitamine B, proteine, sali minerali e acidi grassi Omega3 e Omega6, è utilizzato per aromatizzare dolci e per preparare gli amaretti. È però buonissimo anche a freddo per preparare i vari pesti al posto dell’olio di oliva.

Olio di nocciole

Tra gli oli di frutta secca questo è il più conosciuto e diffuso, e non farete fatica a trovarlo nei negozi di prodotti bio. Il suo gusto è più leggero rispetto a quello dell’olio di mandorle ed è un’ottima alternativa al burro nei dolci. Ottimo anche per condire le bruschette e sulla pasta ai pomodorini e ai broccoli.

Olio di pistacchi

Se amate il pistacchio o il gelato al pistacchio, questo olio è per voi. È il più adatto per condire l’insalata, poiché la sua dolcezza si sposa benissimo con il salato. Tuttavia è giustamente utilizzato anche nei dolci, per preparare creme o nelle torte al posto del burro o dell’olio di semi.

Olio di noci

In Italia lo si conosce soprattutto in Piemonte, perché nella ricetta originale della Bagna Cauda c’è proprio un bicchierino di olio di noci. Questo olio si presta però come gli altri al condimento delle insalate, dei formaggi e delle bruschette, grazie al suo gusto molto delicato con una punta amarognola che lo rende unico.

Olio di pinoli

I pinoli, lo sappiamo, sono preziosi, e in effetti sono un po’ cari. Lo stesso vale per questo olio: meno diffuso e più difficile da trovare, è delicatissimo e delizioso come i pinoli da cui proviene. Potete utilizzarlo nelle ricette che prevedono i pinoli per aumentarne l’intensità di sapore (come i pesti o la torta della nonna), oppure azzardarlo in ricette tradizionali come la pasta al forno, quella con i broccoli, oppure, ancora, come base per il pinzimonio o come alternativa all’olio di oliva nell’hummus.

Giulia Mandrino

©Gianluca Di Ioia - La Triennale

Storia, arte, architettura, archeologia, scienza. Di musei e di mostre ce ne sono moltissimi e portare i bambini a visitarli è sempre un’idea azzeccata (soprattutto se sappiamo rendere le visite appassionanti e divertenti!). Ma dove lasciamo il design? Anche il design è super affascinante, ed è giusto avvicinare i bambini a questa arte che influenza l’estetica e la praticità del nostro quotidiano.

A Milano, in Triennale, è in programma proprio in questo periodo una mostra perfetta per questo scopo: “Giro giro tondo. Design for children” è un’esposizione pensata apposta per i bimbi, per iniziare ad interessarli all’argomento in maniera divertente, semplice e coinvolgente!

“Giro giro tondo”, la mostra di design per bambini in Triennale: un’esposizione di design fatta apposta per i più piccoli

Sarà visitabile fino al 18 febbraio 2018: la mostra di design per bambini “Giro giro tondo” è allestita alla Triennale di Milano (Palazzo della Triennale, viale Alemagna 6) ed è aperta dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30 (con biglietti che vanno dagli 8 euro per l’intero ai 5,50 per il ridotto).

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©Gianluca Di Ioia - La Triennale

Questa esposizione è una perfetta occasione per iniziare i bambini al mondo del design, l’arte applicata agli oggetti di uso comune. Non una semplice mostra di oggetti di design: la Triennale ha voluto concentrarsi sulla storia del design italiano dedicata proprio ai bambini e all’infanzia, ai designer e agli architetti che si sono messi a loro disposizione, progettando giocattoli, immagini ed edifici dedicati al loro mondo.

Come sappiamo, il design e l’architettura a misura di bambino sono molto importanti: pensiamo solo a Maria Montessori e alle sue teorizzazioni sulla necessità di fornire ai bambini arredi a loro misura, per contribuire al raggiungimento dell’indipendenza, ma che siano anche belli, per stimolare la voglia di utilizzo.

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©Gianluca Di Ioia - La Triennale

I bambini e le famiglie, entrando nel museo, si immergono così in un percorso fatto di design ludico, di arredi, di giocattoli, di fumetti, di disegni, di architetture, di animazioni, di strumenti musicali, di complementi… Tutto rievoca l’infanzia, tutto è pensato per i bambini, e tutto ha una forte componente figurativa e una spiccata anima pop. Ecco perché piace molto ai bimbi, che immersi nei colori e nelle linee diverse e variegate si trovano a stupirsi della bellezza di tutti questi oggetti.

Cosa troviamo nel percorso, in concreto? La sedia-gioco-scala K3140 di Marco Zanuso e Richard Sapper di Kartell, ad esempio; e poi i giochi di Enzo Mari, il cavallo a dondolo rivisitato H-Horse di Nendo (sempre per Kartell), i vassoi di Alessi con gli omini traforati, le versioni baby delle sedie più iconiche, come la Vanity, il cagnolino di Eeno Aarnio, l'armadio Globe by Gufram...

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©Gianluca Di Ioia - La Triennale

Accanto agli oggetti in mostra, ecco poi dei focus dedicati alle figure più importanti del panorama italiano del design, della pedagogia e dell’affabulazione. Ma si parla anche di metodi pedagogici come quello montessoriano, fino ad arrivare alla da noi tanto amata rivoluzione della Scuola senza Zaino.

È possibile anche prenotare la visita guidata, per non perdersi nulla e godersi davvero appieno l’esposizione: i “Giro giro tondo tour” si tengono il sabato e la domenica alle 15.30. Basta prenotarsi obbligatoriamente a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Giulia Mandrino 

Cosa vuol dire essere una mamma single

Giovedì, 07 Settembre 2017 14:58

Se non lo sei, non sai che vuol dire. Se non lo sei, non sai che è difficilissimo, ma che ti dona anche moltissimo. Se non lo sei, non sai quanta fatica si faccia. E se lo sei, ti impegni tantissimo, e nonostante i momenti di sconforto la gioia di vedere crescere il proprio figlio ripaga sempre ogni sforzo.

Cosa vuol dire essere una mamma single: la fatica, il dolore, i sorrisi e la gioia di crescere da sole un figlio

Cosa vuol dire essere una mamma single?

Vuol dire avere bisogno di aiuto, ma non dirlo. E non solo non dirlo. Non volerlo. Perché inizialmente l’orgoglio o la vergogna di chiedere aiuto sono troppi. Vorresti sentirti invincibile, capace, perfetta e supereroina. E preferisci arrivare esausta e sfiancata a fine giornata piuttosto di delegare.

Vuol dire chiedere aiuto, capendo alla fine che non è un delitto. Perché dopo essersi sfiancate arriva un momento di consapevolezza: chiedere aiuto è normale. È un diritto. E capisci anche che le persone che ti stanno più vicine sono contente di farlo. Perché non è né razionale né realistico, non voler chiedere aiuto. E nel momento in cui lo chiedi ti domandi perché non l’abbia fatto prima. Fa un po’ male, all’inizio. Ma poi è una bellissima sensazione, non sentirsi sole e sapere che qualcuno disposto a tendere una mano nel momento del bisogno c’è sempre!

Vuol dire impegnarsi per cercare di avere una vita sociale. Ma anche se questa non esiste e fatica a tornare, alla fine non importa, perché ciò che conta è il proprio bambino. E per avere una vita sociale, manco a dirlo, c’è bisogno di quell’aiuto che abbiamo tanto riluttato a chiedere, ma che alla fine arriva provvidenziale. Perché se anche “vita sociale” ora vuol dire una vita che include in tutti i modi nostri figlio, uscire ogni tanto solo tra adulti fa molto bene. Mooolto, bene. Sì, è solo “ogni tanto”, ma tant’è.

Vuol dire dolore ogni volta che si parla del padre assente. E questo accade soprattutto quando il bimbo inizia a crescere. Perché prima anche noi abbiamo chiuso gli occhi, tentando di pensarci il meno possibile per istinto di conservazione. Ma quando tuo figlio torna a casa da scuola e chiede spiegazioni sul perché si sia solo in due in famiglia, allora i pensieri tornano. È normale, e fa bene anche pensarci, non cacciando la testa sotto la sabbia. Fa bene a noi, e fa bene ai bambini. Che dovrebbero sempre e comunque percepire la serenità, e non la negatività della situazione. Ecco perché le risposte bisogna pensarle prima, non lasciandosi prendere alla sprovvista!

Vuol dire diventare delle maghe del risparmio. Perché ora non ci siamo solo noi, e non c’è nessun altro che ci aiuta. Quindi via con i libretti, i conti-accumulo, le polizze vita e tutto ciò che potrebbe, euro dopo euro, poco a poco, trasformarsi in un gruzzolo per il futuro. È difficile, perché i conti sono lì che ci dicono che i soldi sono pochi, che si è in due. Soprattutto perché si cerca di non fare mancare assolutamente nulla al piccolo. Ma la realtà non è da sottovalutare, e allora diventare dei criceti della finanza diventa qualcosa di imprescindibile.

Vuol dire, infine, cercare di fare spazio anche agli appuntamenti. Riuscendoci anche (qualche volta!). Non da subito, perché uscire con un nuovo partner i primi anni sembra impossibile (mentalmente, fisicamente e praticamente). Ma poi ricominciamo, ad uscire dalla nostra tana, e tutto è strano e diverso da com’era prima. Perché adesso non si può pensare solo al “mi piace?”. C’è anche la domanda più insidiosa: “Gli piacerà?”. E poi c’è il tempo, che è ridotto all’osso. E quando qualcuno ti piace davvero, allora diventa divertente anche incastrare gli sms tra una minestrina e una lettura di fiabe prima di andare a dormire.

Giulia Mandrino

I parchi più strani da visitare in Italia

Giovedì, 07 Settembre 2017 14:03

Di parchi e luoghi meravigliosi in Italia ce ne sono a bizzeffe. Basta girarsi di qua e di là per trovare siti bellissimi nei quali passare una giornata in famiglia. Se però avessimo voglia di cambiare un po’ le carte in tavola, scostandoci dalla solita rotta, potremmo scoprire che esistono anche luoghi magici, strani e bizzarri, da visitare insieme ai bambini per vederli con gli occhi sgranati.

I parchi più strani da visitare in Italia: da Bomarzo a Consonno, i luoghi più bizzarri in Italia per organizzare una giornata all’insegna delle stranezze

- Bomarzo è probabilmente il “parco strano” più famoso in Italia. Si trova in provincia di Viterbo e lo troviamo citato con vari nomi: il parco dei mostri, il Sacro Bosco o la villa delle meraviglie. Si tratta di un complesso monumentale davvero fantastico, immerso in un bosco e rappresentante animali mitologici, mostri e divinità. Tutte le sculture, in basalto, sono maestose, paurose (quanto basta!) e affascinanti, e una passeggiata in questo parco si trasforma facilmente in un’avventura con i bambini. Questo viaggio nel grottesco fu ideato addirittura nel XVI secolo, nel 1547, da Pirro Ligorio, architetto e antiquario che su commissione di Pier Francesco Orsini progettò tutta la pianta del bosco.

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- Un po’ più su, in Toscana, ecco il Giardino dei Tarocchi, un’idea della bravissima artista Niki De Saint Phalle (scomparsa nel 2002). Si trova a Capalbio, in provincia di Grosseto, e la sua costruzione è iniziata nel 1979. Dopo 17 anni il parco era completo: 22 sculture ispirate ai tarocchi (tutte in acciaio e cemento e ricoperte di vetro, specchi e ceramiche) e costruite grazie all’aiuto di vari scultori contemporanei (tra i quali il marito di Niki, Jean Tinguely, scomparso nel 1991) punteggiano questo giardino meraviglioso.

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(Il giardino dei Tarocchi)

- Pensate, poi, che a Consonno (in provincia di Lecco) esiste addirittura una città fantasma. Non è propriamente un parco, ma la si può visitare (esternamente: gli edifici sono pericolanti), facendo anche una tappa nel bar ricostruito nello stile dell’epoca. L’epoca alla quale ci riferiamo sono gli anni Sessanta, periodo nel quale il Conte Mario Bagno decise di costruire in questo paese una Las Vegas nostrana, fatta di alberghi, ristoranti, casinò, luci e attrazioni. Dopo aver raso al suolo le case esistenti (tranne l’antica chiesa del XIII secolo), costruirono così un castello medievale, un minareto, una pagoda cinese e vari alberghi. Tutti, appunto, abbandonati.

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- Torniamo in Toscana, perché a Siena, e più precisamente a Radicofani, è presente il Bosco Isabella, un parco costruito dalla famiglia Luchini a fine Ottocento, voluto da Odoardo Luchini, botanico che volle portare in questa zona varie piante provenienti da tutto il mondo creando un giardino intitolato alla moglie. Questo parco è definito romantico ed esoterico e in effetti passeggiandoci si provano proprio questi due sentimenti: ciò che ricorda l’esoterismo è in particolare una piramide a base triangolare, elemento molto massonico. Passeggiarci è molto interessante non solo perché si incontra questa piramide, ma per tutti i diversi alberi in cui ci si imbatte (sequoie del nord America, tassi, cedri del Libano, tigli, aceri…), per i resti di un fortino senese che monitorava la via Francigena e per tutta la natura che sta attorno.

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(Legendareum)

- In Sicilia, a Sciacca, ecco infine un vero Castello Incantato, quello di Filippo Bentivegna, ai piedi del monte S. Calogero. Filippo Bentivenga fu uno scultore che visse a cavallo tra Otto e Novecento. Dopo aver trascorso vari anni negli Stati Uniti (anni durante i quali un incidente alla testa durante una rissa gli causò seri danni mentali) tornò in Italia, trascorrendo una vita eremitica in questo castello e scolpendo una quantità enorme di teste, su pietre e su alberi, scavando cunicoli sotto al castello e dipingendo. Il castello e il suo giardino zeppo di queste sculture sono ora visitabili (a pagamento; sono aperti tutto l’anno) e passeggiarci con i bambini è un'esperienza davvero al limite del sogno.

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Giulia Mandrino 

Una ricetta povera che a noi, da piccoli, piaceva moltissimo e che ora amiamo proporre ai nostri bambini. Basta avere in casa del pane raffermo del giorno prima e il gioco è fatto! Una delizia semplicissima che salva spesso la cena (e gli avanzi di pane).

Polpette di pane: la ricetta della cucina povera a base di mollica di pane per polpette vegetariane deliziose nella loro semplicità

 

Avete mai utilizzato, per i vostri dolci, il riso? È un'ottima soluzione per chi vuole diminuire il glutine nella propria dieta, per i celiaci e per chi ama il sapore del risolatte! Quella che otteniamo è una torta davvero semplice ma azzeccata per tutte le occasioni, dalla colazione al dessert.

Torta di riso dolce con crema: la ricetta del dessert senza glutine dal profumo e dal sapore irresistibile

 

I parchi divertimento più belli del Nord Italia

Mercoledì, 06 Settembre 2017 14:00

Non esiste solo Gardaland, cari genitori, anche se, be’, in effetti è divertentissimo andarci in famiglia. Il Nord Italia è pieno di parchi divertimento, parchi acquatici, parchi naturali e parchi avventura, quindi perché non cambiare ogni tanto?

Ecco dunque la nostra prima selezione di parchi divertimento, quelli del Nord Italia, ai quali seguiranno quelli del Centro e del Sud. Perché il nostro Paese è grande, bello e variegato, e le proposte per le famiglie sono bellissime dappertutto.

I parchi divertimento più belli del Nord Italia: quali sono i migliori parchi del Nord Italia per passare una giornata divertente in famiglia

Parco della Preistoria: se i vostri bimbi sono appassionati di dinosauri e se avete voglia di passare una giornata immersi nel verde, nel gioco e nella storia, perfetto è il Parco della Preistoria sulle sponde dell’Adda, a soli 25 minuti dal centro di Milano. A Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, c’è infatti questo meraviglioso parco naturale dedicato alla preistoria, con le ricostruzioni dei dinosauri, dei primi uomini e dei primi animali sparse nel verde, sull’area di un milione di metri quadri che ospita questo parco avventura. Bellissimo anche per organizzare un picnic alternativo all’ombra delle fauci del T-Rex!

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Fiabilandia: attorno al Lago Bernardo, a Rivazzurra (Rimini), ecco Fiabilandia, parco tematico diviso in diverse aree (il Far West, il medioevo, l’Oriente, la Baia dei Pirati e i Borgo Magico) che vuole avvicinare i bambini in maniera giocosa alla natura e alla fauna autoctona. Anatre, germani, tartarughe, pesci, pipistrelli, pettirossi, allocchi cince… Gli animali sono quelli che vivono naturalmente nell’area, dato che il Parco, per vocazione, ha voluto ricreare il loro vero habitat naturale, rendendo discreta la presenza dei visitatori. Insomma, per vivere la natura in maniera super rispettosa.

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La città dei bambini: Il gioco, la scienza, la tecnologia sono racchiusi tutti in questa struttura dedicata interamente ai bambini e alla loro curiosità. A Genova ecco la città dei bambini, un luogo nel quale 90 attrazioni interattive, esperimenti e oggetti svelano la scienza, i fatti già strani e i segreti della tecnologia ai bimbi dai 2 ai 12 anni.

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Cermislandia: Gratuito, si trova vicino al rifugio Baita Dosso Larici, a Cavalese, all’Alpe Cermis. Il fascino delle montagne attorno dona a questo parco sicuramente una marcia in più: i bambini e le famiglie si possono divertire correndo, camminando e giocando in questo parco immerso tra gli abeti e disseminato di prati, di laghetti e pendii. Ci sono una diga, un lago artificiale, giochi in legno, percorsi avventura apposta per i piccoli. Ma soprattutto c’è la natura, tutta per loro!

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Parc Animalier: ciò che ci piace di questo parco è il rispetto per gli animali. Non è uno zoo: è una semplice area protetta nella quale vivono gli animali autoctoni, che i bambini e le famiglie possono osservare rispettosamente nel loro habitat naturale. Lo stambecco, il camoscio, la marmotta, i rapaci, gli scoiattoli… E poi le specie floreali più disparate, tutte alpine. Un’occasione per immergersi in un micro sistema alpino unico e davvero magnifico. Si trova ad Introd, in Valle d’Aosta, e vale davvero la pena fermarcisi.

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Leolandia: 40 giostre, spettacoli, una fattoria didattica e un rettilario. Ma, soprattutto, l’Italia in miniatura. Questo parco divertimenti a Capriate, in provincia di Bergamo, è perfetto per le famiglie, perché coniuga il divertimento, la natura e la passione dei più piccoli per le costruzioni in miniatura! Non è aperto tutti i giorni, quindi è consigliabile consultare sempre prima il calendario.

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Italia in miniatura: non c’è solo in Lombardia, il “minitalia”. C’è anche a Rimini, ed è altrettanto affascinante. Qui ad essere riprodotte in scala sono sia l’Italia che l’Europa, in un parco che offre anche tante altre attrattive, come giochi acquatici o una monorotaia per fare un viaggio unico, il cinema 3d e i giochi adrenalinici per tutta la famiglia. Per le tariffe, ecco la pagina.

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Parco Avventura Mont Blanc: ad Aosta, vicino a Pré Saint Didier, ecco il Parco Avventura Mont Blanc, ai piedi del Monte Bianco (come si evince dal nome!). Un bellissimo e divertentissimo parco per famiglie situato in un bosco di pini e costituito da diversi percorsi avventura per tutte le età e per tutti i livelli (sempre in sicurezza e di semplice fruizione). La carrucola, le liane, i ponti nepalesi, i tronchi, le scale flottanti… Girare per il parco è un’avventura!

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Giulia Mandrino 

I migliori armadi Montessori per i nostri bambini

Mercoledì, 06 Settembre 2017 07:18

(Photo credit)

Poche regole, ma buone: che sia in materiale naturale, che sia sicuro e che sia accessibile ai nostri bambini. Un guardaroba montessoriano non deve essere niente di esagerato, ma deve rispettare questi principi della didattica di Maria Montessori.

Come il lettino, anche il guardaroba è un oggetto d’arredamento fondamentale nella cameretta del bambino, perché anch’esso è uno strumento per raggiungere naturalmente l’indipendenza: se i bimbi sono stimolati (dalla bellezza dell’armadio e dall’altezza a loro accessibile) a maneggiare gli appendini, a scegliere i loro vestiti, a sistemarli e a utilizzare in generale il guardaroba, la strada sarà infatti molto più semplice e divertente.

I migliori armadi Montessori per i nostri bambini: i guardaroba montessoriani più belli, sicuri e in linea con la didattica della pedagogista italiana

- Partiamo dagli armadi chiusi, quelli più classici, che richiamano le linee degli armadi “adulti”. Il primo che proponiamo è Camoscio, dell’azienda Anacleto, molto bella perché attentissima sia alle linee sia ai materiali. Il prezzo non è eccessivamente alto (290 euro) e la linea pulita e geometrica ricorda un po’ le camerette scandinave.

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(Anacleto)

- Su Etsy troviamo invece questo piccolo guardaroba basso e bianco, ottimo perché contiene un’asta porta appendini e ha una serie di ripiani laterali per piegare magliette e biancheria.

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(Etsy)

- Sempre su Etsy, carinissimo è l’armadio “house”, con una linea che richiama un palazzo e una serie di ripiani comodi e utili.

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(Etsy)

- Prezzo decisamente competitivo lo hanno come sempre i mobili Ikea, sicuri, belli e dalle linee nordiche. Questo armadio fa parte della linea Stuva ed è molto comodo perché è piccolo, dotato di asta appendiabiti e di cassetti inferiori.

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(Ikea)

- Lievemente più costoso (ma sempre molto economico) è il guardaroba Busunge, sempre di Ikea, dal disegno più morbido ma molto simile allo Stuva. Bianco candido, sta benissimo praticamente in ogni cameretta.

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(Ikea)

- Altra soluzione è quella delle aste appendiabiti semplici, aperte, che stanno molto bene in cameretta. Certamente sono da tenere più ordinate, ma un po’ di disordine bambino non fa mai male. Ecco quindi questa disponibile su Etsy, per una cameretta da bambine, utile perché oltre all’asta per appendere i vestitini è presente un ripiano in stoffa inferiore sul quale appoggiare scarpe o indumenti piegati.

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(Etsy)

- Su Amazon troviamo invece questo appendiabiti in legno naturale, molto solido, che non ha il ripiano inferiore e che quindi può essere una utile soluzione da affiancare ad un classico armadio montessoriano.

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(Amazon)

- Infine, sempre su Amazon, un’altra asta, stavolta bianca ma sempre molto pulita e naturale. Questa presenta anche una comoda scarpiera inferiore, sulla quale appoggiare scarpe o scatole e contenitori.

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(Amazon)

Giulia Mandrino

A Bolzano la mostra sulla storia del rame

Martedì, 05 Settembre 2017 13:59

© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

I musei di storia naturale e di archeologia sono sempre bellissimi e piacciono molto ai bambini, che possono vedere, attraverso reperti e racconti apposta per loro, la storia dell’uomo, imparando vedendola dal vero. Già, perché la conoscenza attraverso l’esperienza diretta è molto più efficace di quella attraverso la mera teoria, e per questo noi amiamo portare i nostri bambini ad ammirare tutte le mostre più interessanti!

Fino al 18 gennaio 2018 è in programma, a Bolzano, “Heavy Metal, come il rame cambiò il mondo” e se non ci siete già stati vi consigliamo di programmare una visita: ne vale veramente la pena.

A Bolzano la mostra sulla storia del rame: perché portare i bambini a vedere la mostra sulla storia del rame presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige

Sapete quando fu scoperto il primo metallo da parte dell’uomo? Addirittura più di 10000 anni fa. E fu proprio un pezzo di rame ad attirare la sua attenzione. Un metallo malleabile, che grazie al calore si poteva modellare. Ed ecco che da lì partì davvero la storia tecnologica dell’uomo. Solo grazie a questa scoperta si iniziarono infatti a fabbricare armi, utensili, gioielli e oggetti in metallo.

La mostra temporanea (inclusa nel prezzo del biglietto di ingresso al museo) presentata presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige (in via Museo 43 a Bolzano, aperto tutto l’anno tranne 25 dicembre e l’1 gennaio, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Ingresso gratuito per bambini fino a 6 anni e 9 euro per adulti) vuole quindi proporre al pubblico la storia di questo metallo così importante per gli uomini dell’età della pietra e fondamentale anche per la nostra vita di ogni giorno (pensiamo solo ai cavi dell’elettricità, alle monete o agli smartphone).

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© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

Si parte quindi con l’esposizione delle prime lavorazioni del rame rinvenute in Medio Oriente per arrivare fino ai gruppi di umani che stanziavano proprio in terra alpina, il cui rappresentante è il famosissimo Ötzi, l’uomo dell’età del rame rinvenuto tra i ghiacci della Val Senales insieme ai suoi strumenti (tra cui un’ascia di rame) e custodito dal 1998 proprio nel Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.

La sua storia è davvero particolare e affascinante: il ghiaccio della Val Senales ha infatti conservato questa mummia in maniera straordinaria, dandoci la possibilità di capire un pochino di più circa le circostanze della sua vita e della sua morte. Circa 5300 anni fa, Ötzi (il cui nome deriva dal tenero appellativo datogli dal giornalista austriaco Karl Wendl, che lo chiamò così in onore del luogo in cui fu ritrovato, le Alpi della Ötzal) stava infatti attraversando questa valle quando venne ucciso. Visse quindi nell’ultima fase del Neolitico, utilizzando oggetti in pietra ma possedendo al contempo questa sua preziosa arma in rame.

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© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

Una volta scoperto il rame, gli uomini del Vicino Oriente perfezionarono le loro tecniche di lavorazione, e attraverso il commercio e l’attività mineraria diedero slancio alle illimitate possibilità del metallo, diffondendolo in tutto il mondo.

Attraverso 300 metri quadrati d’esposizione, le famiglie possono quindi ripercorrere la storia del metallo ammirando dal vivo numerosissimi ritrovamenti archeologici fatti proprio in area alpina e italiana. Le audio-guide accompagneranno quindi i visitatori svelando segreti, curiosità e fatti storici per immergersi completamente in questa affascinante storia.

Giulia Mandrino 

Sara

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Cecilia

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