Tutti noi vorremmo mangiare solo bio ma... i costi sono proibitivi! Nasce allora a Padova un'iniziativa davvero fantastica nata da tre realtà venete: consorzio Sefea (Società europea Finanza etica e alternativa), gruppo EcorNaturaSì spa (la più importante azienda di distribuzione prodotti biologici in Italia) e la società agricola Kilometri Zero. Ultimo minuto bio è un negozio di alimenti biologici e naturali a prezzi bassi (sconti fino al 70%)ma prossimi alla scadenza, per cui è necessario consumarli in fretta. Infatti i prodotti di EcorNaturaSì rimasti invenduti o con scadenza ravvicinata vengono selezionati e venduti nel negozio Ultimo Minuto Bio.
«Il nostro obiettivo» spiegano il direttore generale di Sefea Fabio Salviato, il presidente di EcorNaturaSì spa Fabio Brescacin e Francesco Carraro, socio fondatore di Kilometri Zero «è quello di promuovere il consumo dei prodotti biologici e i valori dell'alimentazione sana, ma anche di agire concretamente nella lotta allo spreco e di ridurre i costi della spesa quotidiana per le famiglie, ora più che mai attente ai consumi».
Nel caso avanzi qualcosa le rimanenze saranno donate alle mense popolari e ad associazioni del territorio.
Ottima iniziativa davvero, non solo per rendere accessibile il mondo del biologico a tutti ma anche per evitare inutili sprechi di cibi davvero preziosi.
Giulia Mandrino
Questa è una ricetta fantastica! Ho provato questa deliziosa cremina al mio aperitivo preferito all'Hafa Cafè di Torino, nel quale propongono sfiziosissime salsine vegan tra cui una alle carote, una alle zucchine e una ai ceci, l'hummus appunto! I benefici dei ceci e in generale dei legumi sono moltissimi e sempre più fonti autorevoli nel campo scientifico consigliano di diminuire in maniera consistente la quantità di proteine animali a favore di quelle vegetali, in particolare con i legumi.
Ho utilizzato come titolo di questo post "la scoperta della farinata" perchè per noi mamme la farinata è davvero una cosa spaziale! I bambini normalmente la adorano, fa un gran bene in quanto è fatta di ceci e acqua, con gli amici si fa sempre una bella figura e si presta a tantissime personalizzazioni, sia a livello di ingredienti, sia a livello di forme (basta utilizzare delle formine sulla farinata cotta per ottenere magnifiche stelline o animali).
Domenica sera sono andata con un'amica a vedere la presentazione del libro Las Vegans di Paola Maugeri; lei bravissima a intrattenere il pubblico ma sopratutto davvero preparata in temi di alimentazione naturale e benessere. Alle sue spalle c'era la chef Karin Ranzani, naturopata, allieva dello chef vegano stellato Simone Salvini,specializzata in alimentazione naturale ed energetica, titolare con la dott.ssa Raffaella Ravasso di Vegusto.it, azienda che produce e vede meravigliosi formaggi veg e molti altri sfizietti naturali.Ma torniamo a noi. Durante la presentazione Karin ha preparato numerosi assaggini tra cui una crema di tofu e rape rosse che ci ha servito spalmata su crostini decorati con erba cipollina. Deliziosa, tanto che oggi ho deciso di provarla, modificandola un po' per renderla più gradevole al mio palato super goloso: gli ingredienti base sono comunque Tofu sbollentato e poi frullato con sale, rapa rossa cotta (barbabetola) e decorata con erba copollina. Nella mia variante invece gli ingredienti sono:
- 2 pezzi di tofu al naturale
- 2/3 di rapa rossa (le trovate già cotte al supermercato)
- 1 cucchiaio di acidulato di umeboshi (varietà di albicocca giapponese molto benefica)
- 3 cucchiai di yogurt di soia
- due cucchiai di formaggio No-muh crema http://vegusto.it/shop/it/no-muh-formaggio-vegetale-fomaggio-vegan/8-no-moo-sauce-7640144054090.html
-erba cipollina fresca
Sbollento il tofu e poi lo frullo con tutti gli altri ingredienti ad eccezione dell'erba cipollina: travaso il composto e aggiusto di sale. Trito finemente l'erba cipollina e la metto sopra la cremina.
Ottima abbinata ai crostini ma anche con verdura cruda. Le bimbe adorano questo rosa intenso (e anche le loro mamme)!
Enjoy
Giulia Mandrino
Non avevo mai sentito parlare delle bambole empatiche, così quando mi è stata svelata la loro esistenza sono subito andata ad informarmi ed, ovviamente, me ne sono innamorata!
Sono giocattoli? Sì e no. Sono strumenti per imparare a relazionarsi con gli altri, oggetti morbidi a cui affezionarsi ed anche cura per chi ha bisogno di rimanere agganciato ad una piccola porzione di sé.
Cosa vuol dire?
Facciamo un passo indietro, negli anni 90, in Svezia. La terapista Britt-Marie Egedius-Jakobsson capisce che la terapia della bambola o "dolltherapy", aiuta a migliorare il benessere delle persone che hanno difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno, affette ad esempio da autismo, demenza senile o da alcune gravi patologie psichiatriche.
L'accettazione e l'accudimento di queste bambole, portava i suoi pazienti a migliorare il loro stato di salute, a gestire meglio i loro stati di stress ed a diminuire sensibilmente il ricorso ai farmaci.
Per questo motivo Britt-Marie Egedius-Jakobsson contribuì ad ideare la linea Joyk, costituita da bambole di diverse misure ma tutte con le medesime caratteristiche di base. Una lunghezza tra i 34 ed i 50 cm, un peso che varia dai 700 ai 1000 grammi, ben bilanciato su tutto il corpo, tanto da permettere alle bambole di stare sedute senza sostegno, una morbidezza che richiama quella della pelle di un bambino, tratti aperti e guance paffutelle, gambe morbide ed un po' arcuate che non intralcino in fase di abbraccio, capelli morbidi da accarezzare, mani con cinque dita che le bambole possono mettersi in bocca e organi genitali rispondenti al vero, nonché, nella versione "neonato" una testolina che necessita di essere sorretta. Il tutto fatto a mano, così che, pur nel medesimo modello, non ci siano due bambole perfettamente identiche, al contrario di quanto succede con le classiche bambole provenienti dalle catene di produzione.


Alcuni modelli di Joyk hanno anche una taschina nel pancino nella quale inserire erbe aromatiche od un accessorio che riproduce il suono del battito cardiaco, per aumentare la sensazione di benessere che si percepisce tenendole in braccio e renderle ancora più simili a dei bambini veri.

Oltre alle Joyk, con le medesime caratteristiche possiamo trovare le bambole Rubens Barn, sempre svedesi e forse create più rivolte ai bambini che pensate per essere usate come bambole terapeutiche. Sembrano anche più “modaiole”, nel senso che dal loro sito emerge una maggior ricerca sull’abbigliamento delle bambole proposte nonché la disponibilità di vestiti di ricambio, ma il concetto è il medesimo, anche qui abbiamo neonati e bimbi più grandicelli. Sul loro sito, per ogni modello è possibile vedere “l’effetto che fa” la bambola in braccio ad un bimbo vero, così da poter percepire le reali dimensioni dell’oggetto che stiamo andando ad acquistare. Trovo che sia molto utile!

I prezzi sono abbastanza allineati tra le due aziende, si parte da un minimo di circa 40 euro per le bambole più piccole fino ad un massimo di 65 euro per le più grandi e pesanti. Non pochissimi, ma non distanti dai vari Cicciobello & co.

In che cosa può fare la differenza un giocattolo del genere in mano alle nostre bambine ed ai nostri bambini? Perchè dovremmo preferirlo ad altre tipologie di bambole?
Perché sembrano vere, mettono allegria, sono morbide e, soprattutto, aiutano i nostri piccoli ed esternare le proprie emozionied a meglio gestirei propri sentimenti. E questo è tanto utile in quei passaggi della vita già per loro complicati per via di un grande cambiamento, come l'arrivo di un fratellino, o nelle fasi come i "terribletwo", i difficili due anni (sia per loro che per noi genitori!). I piccoli si immedesimano nelle bambole più grandi e si prendono cura di quelle che rappresentano un neonato, arrivando istintivamente a capire concetti complicati da spiegare a parole.
Si tratta di una bambola pensata realmente per tutti, senza limiti di età né di sesso. Viene utilizzata sia dai piccolissimi che dagli anziani, da maschietti e femminucce, così come da donne o da uomini e tutti ne traggono beneficio, ciascuno a seconda della propria necessità del momento. Ci sono anche in Italia molti centri geriatrici che ne fanno uso con successo per i propri pazienti, così come migliaia di bambini che ci giocano quotidianamente e questa transgenerazionalità, così come la sua adattabilità alle esigenze del suo utilizzatore, rendono queste bambole uniche nel loro genere.
Ecco perché me ne sono innamorata e vi consiglio di pensare a questa alternativa la prossima volta che i vostri figli vi chiederanno una bambola.
So Mummy
Per le nostre serate con pochi o zero caroidrati le nostre polpettine di ceci sono una vera delizia!
Ecco la mia ricetta per una meravigliosa bevanda di ispirazione indiana da abbinare al nostro menu etnico. Quando la faccio è davvero un successone!
Ingredienti:
1 rametto di menta
1 cucchiaino di zucchero integrale di canna o due cucchiaini di scirippo d'acero
1 cucchiaino abbondante di cardamomo
1 cucchiaino abbondante di cumino
1 lime (succo ottenuto dalla spremitura) oppure 4 fettine sottili di zenzero
1 litro d'acqua
Procedimento:
Spremiamo il succo di un lime (anche il limone va bene) oppure tagliamo le fettine di zenzero. Inseriamo tutti gli ingredienti all'interno di una caraffa d'acqua o di una bottiglia possibilmente di vetro; lasciamo macerare per almeno 4 ore, poi coliamo e ri-travasiamo in una bottiglia in vetro o in una caraffa. In estate possiamo aggiungere qualche cubetto di ghiaccio, senza esagerare. E' possibile modificare le dosi a seconda dei propri gusti, ricordiamoci solo di non esagerare con lo zucchero!
Giulia Mandrino
Nel suo post "Ten alternatives to calling your doaughter a Princess" quindi "10 alternative per non chiamare tua figlia Principessa", la blogger Carla Molina scrive riguardo alla sua decisione di evitare di chiamare sua figlia principessa: questo termine infatti, per la super blogger di allofmenow.com scrive che secondo lei l'appellativo principessa, pur essendo positivo, non rispecchia esattamente l'intelligenze e le qualità di sua figlia; non solo, l'obiettivo è quello di comunicare a sua figlia il concetto che lei la ama esattamente per quello che è, quindi è importante utilizzare termini che rispecchino questo concetto di essere un dono meraviglioso e di essere grati per essere madri di una bimba come lei.
Molina inoltre dice di non ritenersi una anti-principesse, ma di essere una mamma super selettiva in termini di molelli di genere e sull'influenza che questi hanno sule bimbe: dice quindi di non sentirsi di deprivare sua figlia di un pezzo di vita o di qualche fondamentale esperienza se non sostiene il processo di glorificazione di tutte le principesse Disney.
Potete leggere l'intero post di Carla Molina su http://bit.ly/1kJNtdE.
Forse in effetti potremmo utilizzare più termini come intelligente, coraggiosa, forte, intraprendente oltre che bella ed elegante..
Esiste un bellissimo e-commerce in lingua inglese http://www.amightygirl.com/ che vende libri, film, giochi, magliette e libri per bambini interamente dedicato al mondo del femminile visto nei suoi lati forti, tenaci e coraggiosi:for smart, confident and courageus girl.
Forse anche in Italia qualcuno dovrebbe aprire un e-commerce di questo tipo. Sono sicura che con mamma pret a porter semineremo una grande quantità di self-confidence alle donne e mamme Italiane che spesso si sottovalutano, si sminuiscono e pensano che tutto agli altri sia dovuto, mentre per loro non rimane che spartirsi le ultime briciole in silenzio.
Papavero3
Immagine tratta da boxfullofbeauty.blogspot.com
Non si nasce imparati, questo è vero, ma è anche vero che si hanno delle predisposizioni. Capita di vedere qualcuno fare qualcosa e di pensare: "impossibile"! Mentre per quel qualcuno non dico sia un gioco da ragazzi, ma quasi. Ecco, a me capita quotidianamente quando vedo la tata che si occupa di mia figlia per mezza giornata, che nei ritagli di tempo (ebbene sì, ci mette un attimo) riesce a dare un aspetto lindo ed ordinato alla mia casa super-incasinata.
"Tutto a vista" è stato l'imperativo che da donna priva (o quasi) di senso pratico, mi sono scelta per arredare la casa nuova... Eh, già, mi piacciono quelle case che sanno di campagna, confetture sulla dispensa, vasetti di tutte le forme e misure che sorridono gonfi di cereali... Mi piaceva l'idea di avere tutto a portata di mano e che la cucina potesse straripare e parlare con i suoi mille ingredienti capaci di sussurrare un tramezzino oppure suggerire una torta di nonna Papera, oppure urlare cereali e legumi multicolori... Tutto moooolto romantico, ma bisogna saper gestire le idee romantiche con altrettanta praticità.
L'imperativo che ha fatto seguito a questa idea romantica è stato: ogni cosa ha il suo posto... La dispensa è divisa in modo quasi scientifico ed ogni cosa ha un suo posto preciso. Altrimenti il caos ci sommerge in un attimo. Se fossi stata da sola forse mi sarei detta: la casa è un casino perché non ho spazi adeguati... Invece, guardando Roberta sistemare le cose e dare alla casa un aspetto accogliente mi sono detta: "Yes, we can!"
Ecco allora che ho chiesto a lei e ad altre massaie quale fosse il metodo. Di metodo si deve trattare visto che ad alcune riesce e ad altre no.
Qui elencherò i segreti e le mosse che sono riuscita a carpire in giorni di paziente osservazione, domande da demente tipo: "Hai un metodo per sistemare casa??"
Con Roberta che mi guarda imbarazzata come se fossi sbarcata da un'astronave verde piena di lucine rosa... "Cooosa?" è stata la risposta
Per la serie: "sei proprio fuori dal mondo!" Beh, effettivamente, non so neppure se qualcuna di voi riterrà banali le mie indicazioni, ma per me sono state salvifiche!
1. Non farti impressionare il casino cerca di intimidirti, ma è tutto fumo e niente arrosto! comincia da piccoli passi e pensa alla piccola porzione di cui ti stai occupando.
2. Ogni cosa ha il suo posto. Assegna alle cose una collocazione precisa, cercando di trovare un ordine. Es. Le cibarie dei bimbi in uno spazio dedicato. I giochi dei bimbi in uno spazio diverso dalle altre cose tipo dvd, cd etc. etc... In questo caso la creatività non serve! Lo dico perché un giorno particolarmente caotico sono riuscita a mettere il telefono in frigorifero e cercarlo poi dappertutto senza trovarlo... "OoooK!"
3. Comincia con lo sgomberare lo spazio. Le cose in giro creano disordine. Un tavolo sgombro dà subito l'impressione che la casa sia più ordinata.
4. Dopo che hai tolto di mezzo le cose più ingombranti, occupati di quelle piccole. Oppure, come fa Antonella, la mia vicina di casa super-efficiente: comincia da un angolo e vai in senso orario; eviterai di continuare a fare avanti-indietro come una folle.
5. Affidati al tuo senso estetico; come dice Roberta: "Le cose in giro sono "brutte"!"
6. Non aspettare molto per riordinare, altrimenti il lavoro sarà sempre più difficile ed avrai sempre meno voglia di sbrigarlo.
7. Quando pulisci comincia dall'alto. Lo sporco che cade per terra verrà tolto alla fine.
8. Una volta acquisite queste poche regole, sii meccanica, non serve a molto pensare. Operativa e sbrigativa! "Yes, we can!"
9. Utilizza questi spazi per lasciare fluire i pensieri, guardali senza giudicarli, come durante la pratica della meditazione... Questo creerà un senso di rilassatezza interiore.
10. Essere soli quando si mette a posto è ideale, ma se non lo siete puntate sulle vostre doti ascetiche ed un buon accompagnamento musicale... BUON LAVORO!!!
Sara Donati
illustrazione di Sara Donati
saradonatifilmaker.com