Certi paroloni spesso arrivano ad essere d’uso comune, senza tuttavia la necessaria consapevolezza. Esempio lampante e calzante è quello dei probiotici, tanto esaltati, inseguiti e consigliati quanto sconosciuti nella loro reale natura. Perché certo, sono importantissimi, ma ancora più importante è conoscerne davvero i benefici e le potenzialità, i rischi e i limiti, prima di rischiare di assumerne troppi, troppo pochi o errare nella scelta. Anche perché non esistono solo i probiotici!

Prebiotici, probiotici, simbiotici e fermenti lattici: la guida definitiva ai benefici, alle potenzialità, ai limiti e alla reperibilità

Sul sito internet della Fondazione Veronesi potrete trovare un articolo davvero esaustivo a cura del dottor Giacinto Miggiano dell’Università Cattolica di Roma. Tuttavia ci siamo qui noi per riassumervi e darvi tutte le nozioni fondamentali per imparare a conoscere queste sostanze importantissime per il nostro organismo (e per quello dei nostri bambini).

Iniziamo quindi con una macro distinzione: è bene sapere che esiste una sostanziale differenza tra probiotici (i più conosciuti) e i prebiotici. Ma di cosa si tratta?

I probiotici sono batteri e microorganismi vivi che esercitano una attività positiva sull’intestino e sull’organismo, alimentando in maniera buona l’ecosistema naturale. Si trovano in alcuni cibi e in vari integratori, e a seconda della loro natura agiscono in maniera differente e mirata. Lactobacillus casei, Johnsonii, La1, eccetera: i probiotici sono diversi, ed è importante essere consapevoli che ognuno è benefico solo per certi stati.

Solitamente l’assunzione dei probiotici è raccomandata dal medico in diversi casi di alterazione della salute, ad esempio per ristabilire l’equilibrio intestinale in seguito all’assunzione di antibiotici, allo stress, alla dieta, oppure in età pediatrica per contrastare le infezioni gastrointestinali. Anche le dermatiti atopiche, tuttavia, ne traggono beneficio, in quanto i probiotici aiutano a ristabilire la flora batterica benefica presente nel nostro organismo.

La loro efficacia la si assicura assumendone per almeno tre o quattro settimane a stomaco vuoto. La quantità ottimale è di almeno un miliardo di batteri al giorno, ed è per questo che la semplice dieta non basta: bisognerà, sotto controllo del medico, integrare questi probiotici assumendo integratori. Già, perché anche se lo yogurt e altri alimenti fermentati (il tempeh, il kombucha, il kefir o i crauti) contengono effettivamente fermenti lattici e batteri, questi ultimi sono vivi ma non vitali: non si riprodurranno quindi nell’intestino. Importanti, certo; ma per altre funzioni rispetto a quelle dei probiotici vivi e attivi.

Importante è anche non confondere i probiotici con i fermenti lattici: i primi, come abbiamo visto, sono organismi vivi e vitali, che arrivano sani fino all’intestino; al contrario i fermenti lattici sono semplicemente batteri o lieviti capaci di far fermentare il latte, metabolizzando il lattosio. I probiotici sono quindi sì fermenti, ma sono gli unici compatibili con l’intestino umano.

Ed eccoci arrivati all’altra definizione, quella di prebiotici. Ormai è chiaro che non sono proprio come i probiotici: i prebiotici sono infatti sostanze non digeribili contenute in natura in svariati alimenti che aiutano la crescita di una o più specie di batteri all’interno del colon, in modo da sviluppare la microflora batterica probiotica. 

Questi prebiotici si possono trovare nella maggior parte degli integratori di fermenti lattici, nella farina di frumento, nelle germe di grano, nel miele, nelle banane, nell’aglio e nella cipolla, nei fagioli e nei porri. Attraverso la dieta la quantità ottimale di prebiotici è già abbastanza coperta, e pertanto è inutile, o comunque non ancora dimostrato, pensare che integrarli maggiormente porti benefici, soprattutto se si soffre di sindrome dell’intestino irritabile o se si è intolleranti al lattosio.

Il mix tra probiotici e prebiotici è infine detto “simbiotico”, definizione che deriva proprio dalla loro azione sinergica nell’organismo, molto benefica. Agendo insieme, infatti, i probiotici e i prebiotici (detti appunto simbiotici) migliorano la sopravvivenza degli organismi probiotici, e allo stesso tempo favoriscono la formazione di un substrato specifico in aggiunta alla flora batterica già esistente nell’intestino.

Usandoli insieme il miglioramento per alcune patologie è provato e reale: migliora l’intolleranza al lattosio, i minerali come il calcio, il ferro e il manganese vengono meglio assorbiti, la funzionalità intestinale viene regolarizzata e l’intestino è protetto maggiormente dalle infezioni e infiammazioni più comune, come gli stati diarroici.

Dalla nostra esperienza, assumere i giusti fermenti e probiotici è di vitale aiuto per la salute dei nostri bambini, che spesso si ritrovano, nella prima infanzia, con piccoli problemi intestinali fastidiosi e ricorrenti. 

Per raggiungere l’eubiosi, e cioè la presenza di una equilibrata flora batterica intestinale, è quindi necessario affidarsi a dei buoni integratori, associandoli alla giusta dieta pensata ad hoc per ogni bambino. Tra gli integratori migliori quello che ho scelto per i miei figli è Ld1 Junior, di Named (azienda farmaceutica naturale ed affidabile).

Grazie ad una formula brevettata, Ld1 Junior contiene tutto ciò che è necessario all’intestino dei bambini nei momenti più down: fermenti lisati batterici, ma anche fragola (con un’azione antiossidante) e cranberry (che sappiamo essere fondamentale nei casi di cistite e per favorire la regolarità del transito intestinale). Non solo: la lattoferrina, una proteina globulare, favorisce il trasporto di ferro nell’organismo, mentre il lattosio, lo zucchero del latte, va in aiuto della flora batterica intestinale.

Basterà dare ai nostri bimbi un flaconcino per due volte al giorno per ristabilire la buona flora batterica e tornare a sorridere senza fastidi, irritazioni o spiacevoli sensazioni!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Il gioco libero è fondamentale per la crescita dei bambini: è attraverso il gioco inventato che i nostri figli si confrontano, creano, risolvono e si buttano verso l’indipendenza.

Lo stesso discorso può essere quindi impiegato quando si parla di giocattoli: ormai ne esistono di ogni tipo, con ogni funzione, con mille pulsanti, finalità e percorsi. Ma siamo sicuri che i giocattoli prodotti in serie siano educativi e davvero utili?

Giocattoli liberi e destrutturati il meglio per i nostri bambini: abbandoniamo i giochi funzionali e completi a favore di oggetti senza senso!

In poche parole: ai nostri bimbi non servono solo fattorie interattive, giochi di società impostati dall’inizio alla fine, aggeggi con funzionalità spaziali. O meglio: servono, ma solo ogni tanto. E soprattutto non sono essi a costruire (o ad aiutare a costruire) l’intelligenza dei piccoli.

Anzi: più che il gioco passivo, sono i giocattoli destrutturati a contribuire alla formazione di una mente attiva! Il gioco destrutturato, per intenderci, è quello dettato dai giocattoli; i giocattoli destrutturati, invece, sono gli oggetti che si piegano al volere dei bambini che ci giocano, inventando per loro storie e funzioni.

Nei paesi anglosassoni li chiamano “loose parts”. Letteralmente è difficile tradurlo, ma potremmo definire questi “giocattoli” gli oggetti di uso comune e i materiali quotidiani che nelle mani dei bambini si trasformano in giochi e attività: scatole, involucri, palline, copertoni, tappi, mollette, mestoli, bigodini, tessuti, bottoni, conchiglie e chi più ne ha più ne metta.

(foto 1 http://www.mericherry.com/2014/08/30/make-tinker-trays-kids/)

Il senso è fornire ai bambini tutti questi oggetti e lasciarli giocare come meglio credono. In questo modo i giocattoli si trasformano nell’ingrediente principale del gioco immaginativo e creativo!

Trovandosi di fronte a questi materiali (che ai loro occhi sono tanto giocosi quanto i giocattoli comprati) mette i bambini nella situazione di dover capire che fare. Li stimola cioè ad inventare le attività, a capire le funzioni, a provare a maneggiare qualcosa di sconosciuto. Capirete, allora, che rispetto ad un giocattolo fatto e finito è molto meglio scegliere questi materiali, che alla lunga aiuteranno i bambini a formare una mente attiva, aperta, curiosa e intraprendente.

I materiali possono infatti essere utilizzati in una miriade di modi: possono essere usati come costruzioni, come “cose da contare”, come pattern, come oggetti protagonisti della situazione inventata durante il gioco libero, come disegni temporanei o sculture. E soprattutto ogni giorno assumono un ruolo differente, diventando potenzialmente giocattoli dalle mille facce, dalle mille funzioni e dai mille risvolti educativi.

(foto 2 http://www.communityplaythings.com/resources/blog/2016/march/everyday-engineering)

Come fare per assicurare ai bambini questo tipo di attività? Fate in modo che nelle loro camerette e nei loro spazi gioco ci siano sempre scatole o cestini pieni di questi oggetti e materiali, sempre divisi per tipologia in modo da essere ordinati e attrattivi. Proprio come insegna Maria Montessori: tutto deve essere ordinato, raggiungibile dai bimbi e stimolante.

(foto 3 https://it.pinterest.com/pin/519884350713958024/)

10 ricette con la zucca

Venerdì, 16 Settembre 2016 13:40

Sta finalmente arrivando. E non stiamo parlando dell’autunno in generale, ma della stagione della zucca! Già lo sapete: noi di mammapretaporter amiamo consigliare sempre frutta e verdura di stagione, in modo da rispettare natura e organismo (siete già iscritte alla nostra newsletter? Ogni mese un menù e i consigli sulla stagionalità!).

E ora sta per arrivare quel momento dell’anno in cui le zucche riempiranno le nostre cucine. Niente di più bello: ai bambini, oltre che a noi adulti, piace moltissimo il sapore dolciastro di questa palla arancione. Ecco allora le nostre idee per portare in tavola la zucca in mille modi!

Ecco per voi le nostre 10 ricette con la zucca: i consigli per preparare questa verdura che piace a grandi e piccini

  • Con l’arrivo della stagione fresca giungono sulle nostre tavole anche le vellutate: avete mai provato quella arancione allo zenzero? La base sono le carote, la nostra zucca, lo zenzero e il curry. Qui la ricetta, semplice e davvero gustosa
  • Altro piatto invernale che risolve molti problemi e piace sempre è il risotto. In particolare, quello di zucca e mandorle siamo certe che diventerà uno dei vostri preferiti. Fate rosolare dello scalogno con dell’olio evo e 300 grammi di polpa di zucca; dopodiché aggiungete un cucchiaino di aceto e lasciate assorbire. Aggiungete del brodo vegetale caldo e lasciate stufare con il coperchio per 8 minuti. Aggiungete quindi 50 grammi di mandorle tostate in padella (e tritate) e 300 grammi di riso, lasciando insaporire e coprendo quindi con un mestolo di brodo. Cuocete per circa quindici minuti (aggiungendo di volta in volta il brodo) e prima di servire mantecate il vostro risotto con del parmigiano.

(foto 1 http://www.salepepe.it/ricette/primi/riso/risotto/risotto-zucca-mandorle/)

  • Un secondo semplice è veloce è il pollo alla zucca: cuocetela a fettine nel forno a 200 gradi per 15 minuti, e nel frattempo metti a rosolare con un filo d’olio del porro. Aggiungi al porro il pollo a dadini, e dopo cinque minuti aggiungi la zucca, lasciando insaporire il tutto e aggiustando di sale, pepe e erbe aromatiche.
  • Anche il cous cous si sposa benissimo con la zucca: tagliatela a pezzetti e tenetela pronta. Iniziate quindi tagliando una carota e del sedano e metteteli a rosolare in padella con della cipolla rossa. Dopo qualche minuto aggiungete la zucca (tagliata a pezzi piccoli piccoli) e fate cuocere a fuoco lento per circa 20 minuti, aggiungendo l’acqua quando serve. Nel frattempo cuocete il cous cous e a fine cottura aggiungetelo alle verdure, insaporendo con sale, pepe e un po’ di buccia di limone grattugiata. 
  • Il contorno ideale per i bimbi sono le veggie chips, e cioè le simil-patatine sane e deliziose! Oltre alle solite verdure, come patate o cavolo, provate la zucca: da leccarsi i baffi.
  • Per accompagnare queste patatine potreste realizzare anche la crema di zucca e formaggio di capra, una sopra di hummus dolce e delicato: bollite una zucca a cubetti fino a che sarà morbida, quindi frullatela insieme a del formaggio di capra, dell’olio e (se volete) della salsa tahina. Regolate di sale e pepe et voilà!

(foto 2 http://reciperunner.com/mashed-butternut-squash-goat-cheese-rosemary/)

  • Più pesante, ma buonissima, la zucca caramellata: tagliatene una a cubetti, quindi disponetela su una teglia coperta da carta da forno e irroratela con del burro sciolto (va benissimo anche vegetale) mescolato a mezza tazza di zucchero di canna integrale e un cucchiaio di sale. Fate quindi cuocere il tutto in forno a 200 gradi per 45 minuti, pepate e gustate!

(foto 3 http://www.yummyhealthyeasy.com/2016/08/caramelized-butternut-squash.html)

  • Se amate le verdure gratinate non potete non provare la zucca: tagliatela a fette lasciando la buccia ma togliendo i semi e i filamenti, quindi salatela e pepatela. In un pentolino sciogliete un panetto di margarina aromatizzandolo con salvia e rosmarino. Spennellate con questo preparato le fette di zucca e cospargetele con del pan grattato misto a parmigiano grattugiato e disponetele su una teglia. Cuocetela a 180 gradi per 30 minuti.

(foto 4 http://www.ricettedellanonna.net/zucca-gratinata/)

  • Come dessert perché non preparare dei piccoli muffin alla zucca e cannella? Resteranno anche per la colazione e la merenda, facendo contenti grandi e piccoli! 
  • Oppure, in alternativa, ecco la torta di zucca e amaretti! Fate bollire una zucca di circa un chilo tagliata a cubetti, in modo da renderla morbida, setacciatela e tenete da parte la purea. Mescolate quindi questa purea con 250 grammi di farina. Intanto sbattete 4 tuorli con 180 grammi di zucchero di canna e incorporateli alla farina. Unite 300 grammi di amaretti sminuzzati, quindi aggiungete 4 albumi montati a neve e 300 ml di latte vegetale. Mettete ora una bustina di lievito per dolci, versate il composto in uno stampo imburrato e fate cuocere per circa 40 minuti a 180 gradi.

(foto 5 http://mobileit.blogsderecetas.net/ricette-generali/torta-di-zucca-e-amaretti)

9 idee di lunch box veg per la scuola dei bambini

Giovedì, 15 Settembre 2016 08:18

Noi ormai siamo innamorate di Petit Fernand: lo conoscete? E’ un marchio francese che produce lunch box per i nostri bambini. 

Comodissimi, sicuri e soprattutto personalizzabili, i contenitori per il pranzo di Petit Fernand (utilizzabili anche semplicemente per la merenda dell’intervallo) rendono il momento della pausa dei nostri bimbi accattivante e stimolante. E’ bene sfruttare queste caratteristiche per proporre loro pranzi sani e gustosi!

Ecco 9 idee di lunch box veg per la scuola dei bambini: dai tradizionali spaghetti alle verdure fino ai risotti più sfiziosi, il pranzo a scuola diventa divertente e gustoso, oltre che sano

La semplicità ripaga sempre: ecco perché proporre ai bambini una pastasciutta facile e veloce, con ingredienti selezionati, è sempre un’ottima idea. Preparate degli spaghettini con un sugo di pomodoro fresco, come portata principale, e negli altri scomparti proponete una porzione di pisolini primavera (che ai bambini piacciono sempre!) e due pere.

La curcuma, lo sappiamo, ha tanti di quei benefici che ormai elencarli tutti è impossibile. Perché non aggiungerla ai piatti per i nostri figli? Cucinate per loro un risotto con i fagiolini, aggiungendo quindi la curcuma. Mettetelo nella lunch box e accanto ad esso mettete delle carote grattugiate e condite a piacimento e qualche grappolo d’uva

Un altro risotto, con un ingrediente che grazie alla sua dolcezza fa impazzire i palati più piccoli: la zucca. Accompagnate quindi questo risotto di zucca con un’insalata di fagioli borlotti condita con olio e sale aromatizzato alle erbe (avete già provato la nostra semplicissima ricetta?) - Basta frullare il sale con le erbe essiccate che più vi aggradano) e una mela per completare il pranzo.

Se ai vostri figli piace il ragù di carne, provate a proporre loro la versione totalmente veg, condendo dei fusilli con del ragù di seitan. Il seitan ha moltissime proprietà ed è assolutamente adatto, nelle giuste quantità, per le diete alimentari dei bambini! Aggiungete quindi un’insalata di finocchi tagliati finissimi (magari conditi di nuovo con olio e sale alle erbe) e un paio di prugne fresche.

Come i piselli, anche i ceci sono un ottimo legume dal sapore amato dai bambini. E come la curcuma il curry è un mix di spezie dalle molteplici proprietà. Condite allora della pasta con ceci e curry (qui trovate la nostra ricetta per la salsa, comodissima da versare sugli spaghetti) e quale contorno presentate dei broccoli saltati in padella, seguiti da una manciata di lamponi.

I pesti sono salse che spesso risolvono la vita: velocissimi da preparare, sono sani, gustosi e variegati. Quello di zucchine è tra i nostri preferiti: la ricetta è tratta dal nuovo “The Family Food”, e prevede 40 grammi di mandorle, 40 di pinoli, 2 zucchine cotte al vapore, 2 cucchiai di parmigiano vegetale, un mazzetto di basilico, 100 grammi di olio evo e un pizzico di sale, da frullare tutti insieme. Condite quindi una porzione di pasta con il pesto di zucchine homemade, accompagnandola con due polpette di fagioli e qualche mirtillo.

Un po’ di colore non guasta mai: provate a bollire insieme alla pasta qualche cima di cavolo viola, condendo quindi con olio e sale aromatizzato. La pasta al cavolo viola potrà essere seguita quindi da un’insalata di zucchine e ceci e da una manciata di more.

Pomodoro, melanzane, ricotta e basilico: gli ingredienti della pasta alla norma, tradizionalissima, la rendono un piatto completo e saporito. Negli altri scomparti preparate poi un paio di polpette di ceci e zucchine e date ai bimbi una mela per un pranzo perfetto.

I broccoli saltati in padella non sono solo un contorno: basta condirci delle orecchiette o degli strozzapreti per una pasta che anche da fredda è uno dei piatti più buoni del mondo. Nella lunch box andrà quindi la nostra pasta con i broccoli, seguita da del seitan alla pizzaiola (preparatelo mettendo delle fettine a cuocere in soffritto e salsa di pomodoro!) e qualche bocconcino di anguria.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Non è una novità: la vitamina D è tra le più importanti per il nostro organismo. Ma soprattutto lo è per il corpo dei bambini e degli adolescenti, che hanno bisogno di riceverne la giusta quantità per crescere sani: a ricevere il beneficio della vitamina D sono infatti le ossa, il sistema immunitario e quello cardiocircolatorio.

Ma sapete tutto su questa vitamina? E’ importante conoscere la sua funzione, la sua reperibilità e le quantità ottimali per l’organismo. Ecco allora una guida dalla A alla Z per sapere tutto (ma proprio tutto) sulla “vitamina del sole”.

Tutto quello che c’è da sapere sulla vitamina D per adulti e bambini: la guida completa per conoscere tutte le proprietà e l’importanza della vitamina del sole

Innanzitutto, è bene sapere che parlando di vitamina D si fa sempre riferimento non ad un solo elemento, ma ad un gruppo di vitamine (dalla D1 alla D5) al cui interno emergono come principali la D2 (detta anche Ergocalciferolo, di origine vegetale) e la D3 (Colecalciferolo, di origine animale). Queste vitamine sono importantissime per l’organismo: è grazie a loro che le ossa si fortificano, che il sistema immunitario si rinforza, che il diabete viene mantenuto sotto controllo e che il sistema cardiocircolatorio riceve la giusta regolazione.

Tutto questo perché la vitamina D regola i livelli di calcio e fosforo nel sangue, aiuta nella costruzione delle ossa favorendo l’assorbimento del calcio (pensate solo al passato, quando l’olio di fegato di merluzzo, ricchissimo di questo elemento, era utilizzato con efficacia per prevenire il rachitismo), regola il sistema immunitario, la pressione sanguigna, attenua le allergie respiratorie e della pelle, aiuta i diabetici e, addirittura, diminuisce la depressione. 

Ma andiamo nello specifico. L’importanza della vitamina D per lo sviluppo osseo è la più conosciuta e documentata. Un giusto apporto facilita infatti l’assorbimento del calcio a livello intestinale, stimola le cellule che costituiscono le ossa e aiuta l’organismo a produrre una proteina che lega il calcio alle stesse ossa. Esserne carenti significa quindi provocare una mancanza di calcio nel sangue (che non viene assorbito), indebolendo così le ossa e causando fratture, anche spontanee. Se pensiamo poi che lo sviluppo osseo di una persona avviene entro i venti/trenta anni di vita, capiamo allora che assumerne durante l’infanzia è fondamentale: a venti/trenta anni si ha infatti il “picco di massa ossea”, e cioè la massima riserva ossea a cui il corpo dovrà attingere in caso di necessità negli anni successivi. Certo, integrare la vitamina D è benefico a tutte le età, ma farlo preventivamente è di certo la scelta migliore.

Il sistema immunitario, poi, con un giusto apporto di vitamina D ne esce davvero rafforzato. Si possono prevenire così le malattie respiratorie, ma anche le infezioni virali (tracheiti, faringiti e raffreddori) e batteriche (come la tonsillite da streptococco). La vitamina D è quindi immunostimolante e immunomodulante: i bambini che ne assumono abbastanza tendono dunque a non cadere in recidive, soprattutto negli anni della scuola materna.

Per quanto riguarda invece le allergie, la vitamina D ha un ruolo importantissimo: recenti studi hanno dimostrato che molte disfunzioni del tratto respiratorio, tra le quali l’asma, sono strettamente correlate ad una carenza di vitamina D. Esserne carenti determina infatti una iper-responsività bronchiale, rendendo i bronchi più vulnerabili. Non solo: un giusto apporto contribuisce ad un corretto sviluppo del volume polmonare, che altrimenti ne risulterebbe diminuito, intaccando l’efficacia respiratoria. E, non ultimo, senza vitamina D le terapie antiasmatiche non sembrano avere efficacia.

Tra le allergie possiamo poi contemplare anche quelle della pelle, meglio conosciute come dermatiti atopiche o orticarie croniche. L’azione immunomodulante della vitamina D aiuta non solo nella prevenzione delle malattie alle vie respiratorie, ma anche nel contrastare le patologie della pelle. In età pediatrica e non solo, il giusto apporto di vitamina D ha un ruolo davvero terapeutico: i bambini che la integrano (anche calendarizzandone l’assunzione) beneficiano fin da subito di sollievo e non rischiano le recidive (che sono soprattutto stagionali), ed evitano finalmente la terapia antibiotica che spesso viene prescritta in caso di escoriazioni pesanti.

Da qualche tempo, inoltre, l’assunzione di vitamina D è raccomandata anche in gravidanza: oltre a proteggere dalle infezioni intime grazie all’azione antibatterica, il suo utilizzo sembra correlato alla diminuzione di parti prematuri e cesarei, probabilmente grazie al fatto che la sua protezione si estende anche alla placenta (stimolando la produzione di catelicidina, antibatterico naturale) e grazie alla sua azione regolatrice sulla pressione arteriosa e sulla forza muscolare. Insomma, la vitamina D protegge tanto all’inizio quanto alla fine della gestazione.

E, non ultimo, i benefici di questa vitamina si estendono anche alla mente: la memoria, quando i livelli sono corretti, ne risulta rafforzata, sia nel caso di persone anziane con problemi mnemonici sia negli studenti, la cui mente è sempre alle prese con le nozioni da imparare. Non ci sono studi approfonditi, tuttavia alcune statistiche mostrano che gli studenti con alti livelli di vitamina D possono contare su risultati migliori, funzioni cognitive rafforzate e regolarità di concentrazione. Pensate solo a quanto cala l’attenzione nei mesi freddi e bui, quando i raggi solari faticano a raggiungerci!

Non stupisce quindi se sempre più specialisti e pediatri raccomandano l’integrazione della vitamina D fin da subito: la sua efficacia terapeutica è sempre più rivalutata. Soprattutto, oggi non si sottovaluta più la sua carenza: lo stile di vita dei nostri giorni ci porta ad assumerne troppo poca, ed è giusto quindi tentare di assumerne le giuste quantità ogni giorno. Recenti studi condotti in alcune città italiane, fanno emergere che la carenza di Vitamina D riguarderebbe la grande maggioranza dei bambini e degli adolescenti, le fasce d’età che più necessitano di vitamina D per crescere in modo ottimale e sano. La causa di questa carenza è la poca esposizione al sole; ma lo è anche una dieta sbagliata che porta a disfunzioni intestinali che causano l’abbassamento dei suoi livelli nel sangue.

Ovviamente la carenza può essere lieve o più grave. Quando è lieve viene definita subclinica, e non ha particolari sintomi o effetti. Tuttavia, per quanto lieve, una carenza costante di vitamina D può portare a problemi metabolici e cardiocircolatori, soprattutto nelle persone sovrappeso. E’ proprio come un circolo vizioso: il grasso si comporta come una spugna che sequestra la vitamina D presente nel sangue; il colesterolo si alza e il sistema cardiocircolatorio viene compromesso.

Quando invece la carenza è grave, i problemi sono importanti. Scientificamente, si parla di carenza grave quando si ha un livello sierico minore di 20 nanogrammi per millilitro di sangue. Nei bambini questo comporta problemi scheletrici di rachitismo, mentre negli adulti si arriva alla osteomalacia. Fortunatamente il rachitismo infantile (a carico soprattutto dello sterno, del torace, delle gambe e del viso) è ormai scongiurato: le integrazioni prescritte in età postnatale risolvono il problema. Tuttavia l’osteomalacia in età adulta, e cioè l’indebolimento osseo dovuto a mancanza di calcio, è piuttosto frequente. La causa è l’iperparatiroidismo: la vitamina D regola infatti le ghiandole paratiroidee, e in caso di mancanza queste aumentano la secrezione dell’ormone PHT, responsabile dell’alterazione dei livelli di calcio e fosforo nel sangue. Ed ecco spiegata la fragilità delle ossa, che tendono a fratturarsi anche a riposo.

Ma come accorgersi che siamo un po’ carenti di vitamina D? I sintomi possono essere dolori ossei, articolari e muscolari, ma anche una tendenza ad ammalarsi spesso può indicare un apporto non corretto. L’integrazione a questo punto seguirà le dosi giornaliere raccomandate in base alle esigenze personali, qualcosina in più in età adulta, a seconda del bisogno specifico.

Dove trovare la vitamina D, quindi? La chiamiamo “vitamina del sole”, e c’è un perché: la si può infatti trovare in molti alimenti (il 20% del fabbisogno), ma soprattutto il nostro organismo la può ottenere attraverso l’esposizione ai raggi solari (l’80%). Non serve molto: quindici minuti per quattro o cinque volte alla settimana soddisfano la richiesta del nostro corpo. La difficoltà sta nel fatto che oggigiorno si passa la maggior parte del tempo seduti e al chiuso, e che per la maggior parte dell’anno siamo vestiti fino al collo. Non è sufficiente esporre solo viso e mani alla luce! E, l’estate, le creme solari filtrano proprio dai raggi ultravioletti, i responsabili dell’apporto della vitamina D. Non solo: anche il grasso contribuisce allo scorretto assorbimento, dal momento che la assorbe senza lasciarne all’organismo.

Per quanto riguarda invece gli alimenti, la vitamina D può essere ottenuta sia attraverso alimenti animali che vegetali. Le verdure a foglia verde, in particolare, sono ricche di D2, anche per il loro bisogno di essere esposte molto ai raggi ultravioletti. Via libera alle biete, dunque, alla lattuga, alle coste, agli spinaci, al radicchio verde, al cavolo. La vitamina D3, invece, è di origine animale. In questo caso ad essere pieni di vitamina D sono i pesci più grassi come i salmoni, le alici, il merluzzo (il cui olio di fegato è nuovamente riconosciuto come importantissimo per lo sviluppo osseo, a tutte le età e non solo per gli infanti), le sardine e le aringhe. Lo stesso discorso vale per il latte, il burro, i formaggi e il tuorlo d’uovo.

Quando l’alimentazione e il sole non bastano, è possibile anche affidarsi agli integratori alimentari per completare l’apporto di questa preziosa vitamina, disponibili in varie forme.

Io ho scelto per me e per i miei bambini la gamma Haliborange Dpiù, dell’azienda Eurospital, che da oltre cinquant’anni diffonde prodotti e cultura sulla vitamina D. Da settembre a maggio utilizziamo quotidiamente ingratori di vitamina D e devo ammettere che i risultati sono stati strepitosi: moccio perenne al naso un ricordo, ci ammaliamo molto meno, e il mio umore e la mia energia sono nettamente migliorati.

Il primo e il più amato tra suoi prodotti Haliborange è Haliborange Emulsione Orale, un integratore a base di olio di fegato di merluzzo, fonte naturale di Omega 3, Vitamine A e D e di succo d’arancia, il frutto della Vitamina C per eccellenza. In linea con le scoperte scientifiche più attuali, l’azienda ha poi esteso la gamma utilizzando il proprio sapere sulla vitamina D come punto di forza, offrendo ai pazienti, dall’infanzia alla terza età, prodotti specifici e sempre più efficaci.

La gamma è composta daHaliborange Emulsione Orale, un tonico ricostituente per bambini e adulti pensato per regolarizzare l’assorbimento di calcio e fosforo, per aiutare il benessere delle ossa e per rafforzare il sistema immunitario, utile anche in caso di inappetenza; Haliborange Compresse Masticabili per i bambini dai tre anni in su, per apportare il giusto fabbisogno durante la crescita, soprattutto in caso di carenza; Haliborange Gocce, composto da vitamina D3 pura disciolta in olio di mais, specifico per integrare la vitamina D3 al bisogno e particolarmente utile nei primi tre anni di vita; Haliborange Immunostimolante, pensato per aiutare nei cambi di stagione e durante i malanni invernali attraverso le vitamine D e B6, gli estratti titolati di echinacea e astragalo, i fermenti lattici tindalizzati e lo zinco; e infine Haliborange Fosfoenergy, integratore di vitamine D3, A, C, B1, B2, B3, B5, B6, B9, B12, Carnitina, Glutammina e Fosfoserina particolarmente utile nel periodo scolare quando serve molta concentrazione o energia

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Di origini Torinesi, ma anche Irlandesi. Ma anche di Milano. Insomma, una donna del mondo dalla mente molto aperta. Parla 3 lingue ed è il nuovo fenomeno del web. E’ Julia Elle, cantante, mamma e super vblogger. Da Aprile ha iniziato i suoi video di Disperatamente mamma e alcuni di questi hanno raggiunto quattro milioni di visualizzazioni e 50.000 condivisioni. 

Le sue creazioni sono divertenti, simpatici ma sopratutto reali: e noi mamme li adoriamo perché sono reali, perché ci fanno sentire meno sole. Perché le pubblicità ci veicolano una vita da mamma semplice, facile, fatta solo di gioie e quasi nessuna difficoltà: poi ti scontri con la vita reale dove non solo non è tutto rosa e fiori, ma incominci a vedere i lati oscuri, la fatica, la goffaggine, le difficoltà pratiche, le incomprensioni… E in tutto questo ti senti sola, perché sei convinta che sei solo tu ad aver difficoltà a cucinare, a far addormentare tuo figlio e ricordare il feeling con tuo marito. Julia ci fa vedere invece la reale vita da mamma, le difficoltà, le gioie, le stranezze: dai vari tipi di mamma (quella fashion e quella natura passando per quella ossessionata dall’igiene), all’uscire con i bambini quando piove, dalla dieta quando sei mamma allla relazione con le neononne che consentono tutto ai nipoti. La risata è assicurata, ma anche un senso di grande benessere e accettazione. 

Ma chi è Julia? Julia nasce a Torino nel 1988, e dopo un anno si trasferisce con la sua famiglia in Irlanda dove rimane fino a 7 anni, quando ritorna in Italia. Fin da piccola ha un sogno: vuole fare la cantante, e niente e nessuno potrà fermarla. La sua famiglia cerca di trattenerla e non sembra sostenere molto la sua scelta che già a 14 anni la fa girare l’Italia. Ma la sua bravura e la sua tenacia l’hanno portata a trasformare questa passione in lavoro e Julia diventa cantante professionista, con tour nazionali e internazionali.

Il più grande cambiamento però che come un tornado ha stravolto la sua vita è la sua piccola Chloe: come ogni mamma ha iniziato a vivere grandi momenti di gioia, ma anche forti dubbi, fatiche e dilemmi. Come tutte noi si è sentita la sola a pensare che non ne poteva più, che non era umanamente possibile impiegare 5 ore per addormentare la sua piccola, che lo spannolinamento fosse una montagna insormontabile. 

Così durante le riprese di un video con la sua band dove era presente anche la piccola Chloe che adorava girare, le è balenata un’idea vincente:  ha pensato che sarebbe stato fantastico realizzare delle clip che raccontassero la vera vita delle mamme, non quelle della pubblicità, non quella delle mamme sempre con il sorriso che hanno il bambino che mangia da solo a un anno, si addormenta da solo, non fa mai danni in casa; non quelle con la piega perfetta alle 7 del mattino, che non perdono mai la pazienza. Quelle vere, come me, come te. 

Così ha iniziato a scrivere e realizzare i video di Disperatamente mamma che stanno letteralmente conquistando il web: milioni di visualizzazioni e centinaia di mamme letteralmente impazzite per le sue clip. Perché?

Perché raccontano finalmente di noi, della vera vita di noi mamme e lo fanno con ironia, leggerezza ma anche tanta delicatezza: quante volte pensiamo di essere le sole ad avere una vita sessuale pari a zero? Quante volte abbiamo pensato di essere le uniche a non saper togliere il pannolino a nostro figlio, “porello sarà l’unico all’asilo a portare ancora il patello e rifiutare il water. Pensa se arriva a 10 anni ancora con il pannolone, pensa che trauma…tutte ci riescono tranne me” La soluzione? Sapere che questi dubbi ce li abbiamo tutte, che le piccole disavventure quotidiane in cui ci imbattiamo capitano a tutte noi mamme e che il modo migliore per superarle è riderci su. 

Si perché in questi video io vedo un messaggio che va oltre la semplice risata della classica web serie: questi video ci piacciono perché ci fanno sentire meno sole, meno sbagliate. Ci fanno capire che siamo mamme, disperatamente, meravigliosamente, incasinatamente, disperatamente, felicemente mamme. 

Trovate qui tutti i suoi video: https://www.facebook.com/juliaellesinger/

Giulia Mandrino

Oggi vi presentiamo un progetto che incarna tantissimi punti a cui noi di mammapretaporter teniamo: lo stare all’aria aperta, la naturalezza dei materiali e la creatività alternativa! Sono tutti aspetti fondamentali della vita del bambino, che per crescere sano, aperto, intelligente e indipendente ha bisogno di spendere quanto più tempo possibile nella natura, di esercitare a ruota libera la sua fantasia e di acquisire tutte le competenze per essere indipendente nella vita.

Ecco come realizzare i pennelli più naturali del mondo: con rametti, foglie, fiori e colori potrete creare degli strumenti da disegno alternativi e meravigliosi

Come? Innanzitutto andate a fare una passeggiata con i bambini, uscendo un attimo dal grigiore della città: camminate, giocate, cantate e divertitevi, e mentre approfittate del benessere infuso da Madre Natura fate un gioco con i bimbi. Gioco semplicissimo: raccogliete tutto ciò che potrebbe trasformarsi in pennelli e strumenti da disegno.

La base naturalmente saranno dei rametti, più o meno spessi e più o meno lunghi, ma di base possiamo affermare che trenta centimetri sarà la misura ideale.

Dopodiché passate a raccogliere il materiale per creare le setole: già qui la fantasia potrà navigare libera, e i bambini potranno divertirsi a individuare tutto ciò che potrà trasformarsi in pennello, cercando di variegare il più possibile in modo da avere poi il maggior numero di texture.

La texture infatti sarà data dalla trama delle “setole”: i fiori daranno un risultato a piccole macchie, i rametti di pino “a onde”, l’erba “a righe”, le foglie a campiture più piene.

Una volta a casa (ma anche direttamente nel bosco: chi ce lo vieta?) armatevi di elastici e insieme ai bimbi legate i mazzetti di fiori, foglie, rami, piume ed erette sulle estremità dei rametti. Anche questa con gli elastici è un’attività molto utile e interessante: maneggiarli aiuta i bambini ad esercitare la manualità più fine, e vi assicuriamo che è un gioco che a loro piace moltissimo, concentrandoli e impegnandoli a lungo.

Ed ecco pronti i pennelli!

(foto 1 http://www.applegreencottage.com/2016/03/DIY-nature-paint-brushes-kids.html)

Ora è tempo di sfoderare i colori: utilizzatene di naturali, magari fatti in casa (http://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/come-creare-colori-fatti-in-casa?highlight=WyJjb2xvcmkiXQ==). Meglio ancora: realizzate quelli con le spezie per assicurare ai piccoli un’arte sensoriale e davvero, davvero completa (http://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/come-dipingere-con-le-spezie-per-un-arte-sensoriale?highlight=WyJjb2xvcmkiXQ==).

Lasciate quindi galoppare la fantasia e la creatività dei bimbi: un colore alla volta oppure mischiati, un pennello solo oppure più texture mescolate a formare opere davvero astratte, disegni realistici o macchie di colore…

(foto 2 https://www.instagram.com/p/3IZb-DmFm6/)

E la sciate che insieme ai pennelli e ai fogli si sporchino anche loro: l’esperienza si farà totale, estatica e creativa al massimo!

(foto 3 http://www.messylittlemonster.com/2015/07/stick-craft-nature-paintbrushes.html)

Mai dire “di quest’acqua non bevo”

Martedì, 13 Settembre 2016 13:12

Lo diceva sempre mio nonno buonanima…e il succo è molto semplice: mai dire non farò mai questa cosa, non dirò mai così, non farò mai colà, non mi accadrà mai…perché il destino è beffardo e soprattutto perché noi esseri umani manchiamo talmente tanto di empatia, che davvero non possiamo prevedere le nostra reazioni a ipotetiche situazioni semplicemente osservando i comportamenti altrui. Devo dire che questa frase, che era il leit motiv di mio nonno, non l’ho mai capita appieno sino quando non ho avuto i miei bambini. Mi spiego.

Quando io e mio marito uscivamo fuori a cena, sempre perché il karma è in agguato dietro l’angolo h24, capitavamo sempre nel tavolo accanto alla “famigliola felice”. Mediamente 3 figli, a volte pure di più, urlanti come macachi. E noi, coppia rilassata senza pensieri, ci divertivamo a osservare quei meravigliosi ménage e Dio solo sa quanto fiato davamo alle nostre bocche. “Oddio ma li vedi, lo stanno imboccando…quanto avrà tre anni? No ma forse pure 4?....see vabbè mio figlio se vuol mangiare mangia da solo, sennò sta bene così…”. “no vabbè guaaaaarda! Gli hanno dato il telefono per giocare, così almeno sta buono! Ma che genitori! Basta perderci un po’ di tempo coi figli, i nostri staranno sicuramente buoni seduti al tavolo a chiacchierare con noi!”. Ditemi che non avete mai fatto questi pensieri quando non avevate figli! Poi io ho avuto Eleonora, e in parte so andata calla come se dice a Roma…ma dopo qualche anno, è arrivato Samuele. Ecco lui, appena è venuto al mondo, ha scardinato il mio meraviglioso castello pedagogico, messo su con tanta fatica! La sorella aveva buttato giù qualche torre qua e la…ma tutto sommato si reggeva ancora in piedi, seppur a fatica.

Lui invece ha colpito proprio alla base, le fondamenta ‘tacci sua! E sbadabam! Anni di libri letti, schemi, tabelle e puntate di sos tata buttati a calci fuori dalla finestra! Perché Samu la notte non dormiva, e quindi pur di riposare ci sono state notti nel lettone, sul divano, coi cartoni dello zecchino accesi, braccia che dondolavano, passeggini che percorrevano chilometri dalla cucina alla camera all the night! Perché Samu non mangiava! E allora via che il momento della pappa diventava un teatrino degno dei migliori attori. Con pupazzi che facevano voci, campanelli per distrarlo, cucchiaini volanti diretti a garage immaginari e la tv accesa per distrarlo e fargli ingoiare qualche boccone. Perché Samu, se usciamo a cena, non sta seduto al tavolo e bastano pochi secondi di distrazione che te lo sei perso.

Quindi gli dai pennarelli, libri da colorare, giocattoli, tablet, telefonino, tutto! Perché diciamolo, io se esco a mangiare una pizza, me piacerebbe appunto mangiarla, seduta tranquilla. Non dico tanto, ma mezz’ora è chiedere troppo? E quindi adesso dall’altra parte della barricata ci siamo noi. Adesso siamo noi ad avere addosso gli occhi delle coppie single, e se quando ti osservano mentre allatti uno scricciolo paffutello i loro occhi sono adoranti e mielosi…quando ti vedono in pizzeria a rincorrere i nani e a tenerli buoni con qualunque stratagemma possibile e immaginabile, il loro sguardo è di disprezzo, arrogante, di disappunto…com’era il mio tanti anni fa. E so che nella loro testa penseranno “ecco, escono con la famiglia, e poi li mettono a vedere un cartone”…e non sanno che a casa sei stata tutto il pomeriggio a giocare con loro seduta per terra, con piedi e gambe addormentati, a vestire bambole e costruire casette di lego. Non sanno che invece di riposare durante il pomeriggio, hai preparato un ciambellone affinchè avessero una buona merenda al loro risveglio. Non sanno che la sera leggi loro storie e storie e stai nella loro stanzetta fino che non prendono sonno, perché hanno paura dei mostri e del buio. Tutte queste cose non le sanno, e non le sapevo nemmeno io…ecco perché vi dico, imparate a non giudicare dalle apparenze. Perché la ruota gira, e gira molto in fretta, e quelli che scendono lasciano spazio a quelli che salgono. E una volta che il giro è iniziato, non si scende e non ci si ferma.

Si va fino in fondo. Arrancando e sbagliando e provando. Perché genitori non si nasce, ma si diventa. Piano piano…senza smettere mai di imparare.

Cinzia Derosas

www.pazzamentemamma.com

https://www.facebook.com/PazzamenteMamma-625010254346819/ 

E' soffice, si scioglie quasi in bocca: l'unione delle gocce di cioccolato e della banana poi gli da un gusto strepitoso. 

Ecco la ricetta del banana bread: merenda perfetta a base di banana e dell'energia del cioccolato

No cibo no party

Domenica, 11 Settembre 2016 08:05

Si sa…organizzare una festa di compleanno con tutti i Crismi e tutti i Sacramenti, è diventato un impegno davvero notevole. Quando ero piccola non esistevano (o almeno non da me nel piccolo paesino) gonfiabili, animazione, piattini delle principesse con festone e palloncini abbinati, catering e chi più più ne metta. Il compleanno si festeggiava in casa, nel giorno in cui effettivamente compivi gli anni. Se capitava nel week end tanto meglio, ma se capitava durante la settimana e non tutti potevano partecipare, pazienza. Un po di musica, il gioco delle sedie, nascondino e acchiapparella se lo spazio era sufficiente. E sennò un bel gioco da tavolo, o un film, e tutti erano felici e soddisfatti, il festeggiato in primis.

Adesso, per organizzare una festa di compleanno, ti devi organizzare almeno un mese prima. Cercare la location, comprare gli addobbi, ordinare torta e rinfresco e dare gli inviti (cartacei a scuola e via whatsapp per tutti gli altri). Nemmeno un matrimonio richiede un dispendio di energie e soldi simile! Quando su whatsapp mi appare la scritta “clorinda ti ha aggiunto al gruppo: festeggiamo i 3 anni di Teodoro”, il cuore perde un colpo. Perché quasi sicuramente col culo che ho, la festa sarà di domenica mattina alle 10 (unico giorno della settimana che uno potrebbe restare a letto a poltrire), e al 99% sarà in Fanculonia, in culo alle stelle e in braccio alla luna, che tu dici: “Cazzo! Vivi ad Acilia, perché devi festeggiare dall’altra parte del mondo, l’animaccia tua!”. Ma tant’è, alla festa ci devi andare, anche perché pure la scorsa volta hai messo su la scusa del “sai ho il piccolo che sta poco bene…devo tenerlo riguardato”, quindi inventare altri malanni è poco opportuno e soprattutto poco credibile…

Di solito poi, se la festa è di uno degli amici della mia grande (quasi 7), non andarci equivarrebbe a scatenare le ire funeste de ‘na ragazzina che pare costantemente in premestruo. I pianti e le urla si sentirebbero fino a Reggio Calabria, con quella voce martellante e lagnosa “tutti ci vanno tranne iooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”, che tu dici ok ora mi butto di sotto, almeno smetto di soffrire. Quindi la sera prima prepari i vestiti buoni, perché al compleanno, fosse pure al parco, non è che ci vai in tuta, prepari la borsa coi cambi che potrebbero servirti, appendi il regalo alla maniglia della porta per non scordarlo a casa, e metti la sveglia. Minchia, mettere la sveglia il sabato sera è ‘na cosa de ‘na cattiveria unica.

Poi quella sveglia suona, tiri giù tutti dal letto, li nutri li lavi li prepari, ti prepari pure tu e sul più bello il marito ti dice “uh caz…..avevo scordato una cosa!”…il tuo sguardo gelido lo trafigge “cosa avevi scordato, dimmi! Cosa?”….. “ho scordato che devo vedere un cliente a studio per il ritiro di un bundle…ma faccio presto…tu avviati e io ti raggiungo…”. E io già so che non verrà , o verrà quando la festa sarà sul finire. Quindi ingoio le bestemmie, carico i bambini in macchina, accendo il navigatore, e mi avvio.

Di solito l’opera viene completata da una bella scarica di pioggia a cielo terso, giusto per allietare la giornata, o dal piccolo che trenta secondi prima di uscire deve fare cacca (o peggio se la fa addosso). Dopo aver sbagliato strada una decina di volte (si lo ammetto, so ‘na pippa in macchina), riesco ad arrivare al luogo della festa. E 9 volte su 10, credetemi, è un posto dove uno non porterebbe mai un bambino di due anni a giocare, soprattutto un bambino come il mio. Gonfiabili con giochi immensi inondati da fiumi de ragazzini che corrono, urlano, se lanciano addosso agli altri. E tu già immagini la scena non appena il tuo piccolo metterà piede là dentro. Ovviamente provi a dire alla sorella “Ele per favore, gioca pure con Samu…” ma lei, arrogante e impunita sapete che risponde? “mamma te lo sei portato, te lo tieni!” 

Eccccerto! Me lo sono portato! Non è che niente niente semo venuti qua per accontentare te…noooo! Era il mio primario desiderio concludere una settimana da delirio con una bella festa alle 10 de domenica…ma ormai sto là, che faccio…spero solo che il pronto soccorso non sia troppo pieno e mi metto l’animo in pace. “Samu vai a giocare su…mamma va a spizzicare qualcosa”. 

Si perché nella corsa, io la colazione l’ho saltata. E perciò, il tavolo del buffet è la mia unica consolazione….quando becchi quelle feste dove se magna…ma ahimè, non sempre succede. E capita pure la festa quella “braccino corto”…quella che arrivi al tavolo e ce stanno 8 pizzette, 3 tramezzini, mezza bottiglia de coca cola e na manciata de pop corn..e tu pensi “è uno scherzo, mo tireranno fuori qualcos’altro, forse questo è l’antipasto!”…e invece passano i minuti, le mezz’ore…e nulla, grilli e cicale, ma di cibo nemmeno l’ombra.

E di solito, chi ha organizzato la festa, si avvicina e ti fa “allora, non mangi nulla? Da prendi qualcosa!”. Ma me stai a pijà per culo? Manco da bere ce sta, ho bevuto al bagno. Ecco. Dato che nessun medico prescrive che per la salute mentale di vostro figlio dovete fare la festa di compleanno con 800 persone, la prossima volta fateme na cortesia, nun me invitate. Perché se me devo alzà all’alba e devo fa tremila chilometri, almeno esigo de magnà! Ma no semi e lupini! Cibo vero! No cibo, no party! Grazie!

Cinzia Derosas

www.pazzamentemamma.com

Sara

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Cecilia

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