6 attività rilassanti e anti-rabbia per i bambini

Perdere le staffe non è una prerogativa di noi adulti. Siamo esseri umani, e chi più chi meno è soggetto a momenti di rabbia. Il problema sorge semplicemente quando, grandi o piccoli, non sappiamo gestire questo sentimento. E imparare da piccoli a incanalare le sensazioni rabbiose per rispondere meglio, gestire al meglio la situazione e vivere le emozioni in maniera positiva è importantissimo.

Ecco quindi 6 attività che aiuteranno i bambini a rilassarsi, ma soprattutto ad affrontare la rabbia in maniera positiva e propositiva.

6 attività rilassanti anti-rabbia per i bambini: come combattere la rabbia dei bambini con 7 semplici ed efficaci strumenti

Riconoscere i segnali fisici

La rabbia, come tutte le emozioni, nasce dal cervello e dal cuore, ma si manifesta in determinate zone del corpo. Imparare a riconoscere le emozioni, negative o positive, vuol dire anche capire quando stanno arrivando ascoltando il nostro corpo. Insegniamo quindi ai bambini a riconoscere i segnali, prima in un momento di calma e poi durante gli sfoghi. Dove sentono la rabbia? Da dove pare avere origine? Da dove esce? Dalla bocca? Dalla testa? Possiamo anche realizzare un disegno stilizzato del corpo umano e colorare le zone in rosso, o chiedere al bambino di disegnare la rabbia sul disegno proprio come la interpreta lui.

Costruire una calming jar o una calming box

La calming jar (qui le istruzioni per costruirla) e la calming box sono due strumenti davvero efficaci. Il primo è un barattolo semplicissimo che grazie ai colori e alla fluidità riporta il bambino in uno stato di calma, mentre il secondo è una scatola contenente tutti gli oggetti che aiutano il bambino a rilassarsi, secondo la sua esperienza.

Il disegno dell’iceberg

Proprio come un iceberg, la rabbia è solo la punta di una serie di emozioni che il nostro corpo vuole proteggere, perché ci fanno stare male, perché ci vergogniamo o semplicemente perché non riusciamo ad esternarle in altro modo. Quando i bimbi perdono la calma cerchiamo di capire, dialogando insieme a loro, qual è la ragione più profonda dell’arrabbiatura, disegnando poi un iceberg. La punta sarà in superficie, mentre sotto le onde starà la parte nascosta. Scriviamo “rabbia” sulla punta e lasciamo poi che il bambino esplori le ragioni di fondo di questa rabbia (che possono essere disparate: la vergogna, la frustrazione, l’essere infastidito da qualche comportamento, la voglia di qualcosa, le preoccupazioni…) e scriviamole sulla parte profonda di questo iceberg.

Elencare le situazioni che fanno scattare

In un momento di calma può essere utile, in famiglia, fare elenchi delle situazioni che ci fanno scattare. Ognuno può avere differenti situazioni che lo mettono in uno stato di rabbia: quando qualcuno dice “no”, quando non ci fanno fare ciò che vogliamo, quando ci rubano qualcosa, quando bisogna per forza mangiare qualcosa che non ci piace, quando si perde ad un gioco… Ognuno scrive le proprie e poi le si confronta. In questo modo il bimbo indagherà le sue emozioni concretizzandole, e nel momento della rabbia potremo parlare con più cognizione.

Realizzare un angolo morbido

A volte la rabbia nei bambini si manifesta con la violenza nei confronti di se stessi e degli altri, ovvero con le mani addosso. Per incanalare questa forza fisica in maniera più sicura e positiva possiamo in casa creare un angolo morbido, con cuscini, peluche, la calming box, la calming jar… Nel momento dello scoppio della rabbia il bambino imparerà a dirigersi proprio lì, sfogando fisicamente la rabbia su qualcosa di morbido e non pericoloso (e soprattutto non su di noi o sugli altri bambini!) trovando allo stesso tempo ciò che lo fa calmare.

Personificare la rabbia

A volte la rabbia è difficile da affrontare e da incanalare positivamente perché i bambini, dopo un po’, si identificano con quel sentimento. Come quando gli si dice “Sei così”, loro si sentono così. Uno strumento, quindi, può essere quello di dare un nome alle arrabbiature: in questo modo nello scoppio della rabbia il bambino potrà parlare di “Gino”, “Lella” o qualunque nome scelga e spiegare quali sono le ragioni per cui “Gino” o “Lella” sono usciti fuori. Utile è anche descrivere fisicamente questa rabbia: può essere, ad esempio, uno stregone cattivo, una Maga Magò con i capelli spettinati, un polipo gigante che vive sotto i mari, un orso affamato… Creando una sorta di distacco tra la persona e la rabbia smetteranno, pian piano, di identificarsi con la rabbia, ma, anzi, vedranno che è possibile riconoscerne i motivi e i momenti in cui esce, incanalandoli e affrontandoli meglio.

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Sara

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Cecilia

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