"Brownies senza burro": sembra un ossimoro, no? Un controsenso. Qualcosa che non può esistere. E invece noi li abbiamo provati e sono deliziosi! Vi facciamo una promessa: non vi faremo rimpiangere i soliti brownies al cioccolato ciccioni e poco sani. Anzi: godrete di tutto il loro gusto ma con meno sensi di colpa!

I brownies senza burro: la ricetta dei brownies leggeri e naturali da gustare senza sensi di colpa

 

State già pianificando le gite estive? Avete voglia di esplorare insieme ai bambini e scoprire cose nuove divertendovi in famiglia? Abbiamo un consiglio per voi: se amate la natura e la storia, a Boario Terme c’è l’Archeopark, che sorge lungo le pendici del Monticolo e che propone alle famiglie un viaggio nella preistoria!

Un viaggio nella preistoria all’Archeopark: il parco di Boario Terme dedicato alla preistoria, all’archeologia e al divertimento, per una giornata favolosa in famiglia

Se sugli adulti la storia esercita sempre un grande fascino, pensate sui bambini, che stanno iniziando ora a scoprire il mondo e a capire da dove arriviamo. I primi libri storici, soprattutto quelli sulla preistoria e sulle modalità con le quali l’uomo viveva quando non esisteva la tecnologia moderna, sono sempre super interessanti e curiosi agli occhi dei nostri figli, che si immaginano come dovesse essere vivere a quel tempo. Ora, grazie all’Archeopark, pensato e voluto dall’archeologo Ausilio Priuli, possiamo visitare la preistoria!

A Boario Terme, in provincia di Brescia, ecco l’Archeopark, parco divertimenti immerso nella natura che attraverso esperienze manuali, sensoriali e visive vuole re-immergere i visitatori nella storia più antica.

Vi troviamo una grotta esattamente identica a quelle di 10.000 anni fa, una di quelle nelle quali l’uomo preistorico dipingeva sulle pareti i bottini di caccia e nelle quali trovava riparo sottoroccia. C’è poi la fattoria neolitica, nella quale i bambini e le famiglie potranno osservare tutti gli strumenti degli antichi agricoltori, dalla zappa al falcetto. E poi c’è il magnifico villaggio di palafitte, ricreato per essere il più possibile uguale a quelli di 4.000 anni fa, appoggiato sulle rive di un lago tra canne palustri.

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Ma ci sono anche un villaggio fortificato come quelli di 3.000 anni fa (un castelliere) e un grandissimo labirinto impreziosito da incisioni rupestri sulle rocce di Luine, Capodiponte e Cimbergo.

Il parco non finisce però qui, e non sono previste solo visite a questi bellissimi e super affascinanti luoghi. I bambini possono infatti fare esperienza diretta di tutto ciò che riguarda la preistoria e le attività degli uomini antichi: ci sono laboratori di archeologia sperimentale con animatori culturali che guidano i bambini nelle attività più disparate, dall’imparare ad accendere il fuoco con gli strumenti offerti dalla natura al fondere i metalli, dal costruire i vasi in argilla al cuocere il pane, macinare il grano, tirare con l’arco, navigare il lago su una zattera…

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Con i bambini, quindi, possiamo passare una giornata sperimentando la vita vera di 10.000, 4.000 e 3.000 anni fa, mostrando la bellezza della natura, della tecnologia analogica e dell’ingegno dei nostri antenati.

Il parco è aperto dall’1 marzo fino al 30 novembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 (con qualche variazione in base alla stagione. Troviamo tutte le info sul sito ufficiale del parco). I prezzi sono super accessibili: per gli adulti il biglietto ha un costo di 8 euro, per i bimbi dai 4 ai 13 anni di 7 euro. E per le famiglie ci sono promozioni interessantissime: gli adulti pagano l’intero mentre i due o più figli 6 euro a testa (dai 4 ai 13 anni).

Giulia Mandrino

Noi li chiamiamo "Grancereale fatti in casa" perché ricordano moltissimo i classici biscotti confezionati. Ma volete mettere la soddisfazione di farli in casa con tanto, tantissimo amore? Si possono scegliere i cereali preferiti e renderli ancora più golosi con ciò che più amiamo. In questo caso abbiamo messo l'uvetta, ma sono deliziosi anche con delle gocce di cioccolato fondente!

Biscotti ai cereali e uvetta: come fare in casa i deliziosi grancereale, golosi con l'uvetta

 

Come cominciare a tenere un diario creativo

Venerdì, 01 Giugno 2018 09:52

Un diario creativo non è solo per artisti. È per tutti, e a dimostrarlo è il successo di tutti quei libri colorabili e pasticciabili per adulti che tanto vanno di moda in questi ultimi anni. Perché scarabocchiare, disegnare, colorare e lasciare che la penna segua un suo percorso slegato dai pensieri è davvero terapeutico, oltre che estetico.


Ecco perché consigliamo a tutti di provare a cimentarsi in un diario creativo: non importano le capacità tecniche, non sono importanti le competenze artistiche. Ciò che conta è la creatività, il pensiero, lo svago che segue la matita che disegna.

Ma come cominciare? Ecco qualche idea!


Come cominciare a tenere un diario creativo: gli art journal più belli e come iniziare il proprio partendo da un semplice diario, qualche matita e qualche pennarello

Innanzitutto, è bene comprare (o riciclare!) gli strumenti base che ci serviranno: un diario, un taccuino o un bloc notes a pagine bianche (o con righe e quadretti molto leggeri); delle matite colorate; dei pennarellini a punta fine; delle forbici; e poi tutto ciò che di creativo troviamo in casa (vecchie riviste, cartoncini colorati, acquerelli dei bambini…).

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Possiamo poi cominciare con dei mandala, geometrici e ripetitivi, da lasciare in bianco e nero oppure colorare all’interno degli spazi.

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Anche se non sono dei mandala veri e propri, interessanti sono anche gli sfondi scarabocchiati a linee, quadrati o triangoli: disegnandoli svuotiamo la mente e lasciamo andare la mano ed è super rilassante.

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L’importante è sbizzarrirsi. Un’idea è quella di raccogliere foglie o petali per creare dei pattern affascinanti, incollandoli direttamente alla pagina: pian piano seccheranno e lasceranno bellissimi disegni.

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Anche i collage sono ottimi per iniziare: possiamo realizzarli astratti, con le immagini che ci capitano tra le mani, oppure utilizzare biglietti aerei, del treno, stralci di giornale con parole particolarmente toccanti, fotografie…

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Nessuno vieta poi di mescolare immagini e parole, trasformando un classico diario personale in qualcosa di più artistico. Anche in questo caso le fotografie e i fiori possono essere un punto di partenza molto interessante.

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Per i più esperti di certo gli acquerelli sono una scelta azzeccatissima: sono delicati e permettono di realizzare disegni concreti o astratti, impressionisti o espressionisti, mettendo su carta lo stato d’animo del momento.

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E possiamo portare con noi il nostro diario creativo anche al museo, oppure durante la lezione di arte, replicando i nostri più amati classici.

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La parola d’ordine quindi è sbizzarrirsi e non pensare alle regole. Disegnare ciò che in quel momento ci passa per la testa. Colorare con i colori del mood del momento.

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Giulia Mandrino

Viviamo in un’epoca e in una società frenetica. Ma soprattutto viviamo in un momento storico nel quale il “fare niente” sembra essere bistrattato e giudicato inutile, e nel quale il prendersi del tempo per rilassarsi e lasciarsi andare non esista.

Viviamo in un’epoca nella quale i tempi morti sono ritenuti delle inutili perdite di tempo. La frenesia del riempire le giornate è qualcosa di ormai granitico e sicuro, ma non siamo solo noi adulti a pagarne le conseguenze: imponiamo, anche senza accorgercene, questi ritmi anche ai nostri bambini. Ma a volte anche loro vorrebbero fermarsi. E quest’estate possiamo provarci!

Il dolce far niente, un regalo per i nostri bambini: quest’estate proveremo a dedicare alcune giornate al non fare nulla, per rilassarci davvero e insegnare il valore del tempo, della pazienza, della creatività e della noia ai nostri bambini

Sport, corsi di lingua, corsi d’arte, visite al museo, campus estivi a tema (ce ne sono di tutti i tipi: scienza, danza, cinema, arte…), camminate divertenti, cacce al tesoro nella natura, visite ai musei della scienza e della storia delle città e dei paesi che visitiamo, giornate al parco acquatico, al parco naturalistico… L’estate è fatta per tutto questo ed è bellissimo programmare con la propria famiglia le attività più disparate, sia quando restiamo in città sia quando ci rechiamo nel nostro luogo di villeggiatura prediletto.

Ma fermiamoci un attimo a riflettere: questa tendenza alla programmazione è di certo positiva, perché permette di godersi appieno tutti i momenti che abbiamo per stare tutti insieme in famiglia. Ma è una tendenza data anche dalla nostra abitudine a riempire le giornate dalla punta delle dita dei pieni fino alla punta dei capelli. Normalmente, durante l’anno, non perdiamo un attimo di tempo, abbiamo schedules davvero piene, tutti hanno impegni che riempiono le giornate, e questa abitudine rimane anche l’estate. Con la conseguenza che il dolce far niente non è più contemplato.

E se ribaltassimo questa tendenza? Basterebbe prendere due giorni alla settimana tra quelli dedicati alla vacanza in famiglia e dedicarli al NULLA. Al NIENTE. Al non fare assolutamente niente. E non solo per una questione di relax e svago, ma anche per un insegnamento preziosissimo ai nostri figli.

Perché perdere tempo è importantissimo. È del tempo per noi stessi. È del tempo senza i soliti stimoli quotidiani che ci fa riconnettere con il nostro io più profondo. E non importa se ci annoiamo, perché anche la noia è fondamentale per la crescita.

Se i bambini non sperimentano la noia, come potranno affrontarla da adulti? Non sempre ci sono svaghi o attività per riempire i tempi morti, e in quel momento la creatività entra in gioco. Ma soprattutto, entra in gioco il pensiero, perché, facciamoci caso, è nei momenti più vuoti e apparentemente noiosi che pensiamo davvero.

I bambini, poi, amano non fare nulla. Quante volte alla proposta “Andiamo a vedere quella mostra”, o “Che ne dite di una passeggiata nel bosco?”, le loro facce si sono fatte scure e infastidite? Non diciamo che sia sempre giusto lasciare passare, ma in effetti quando le attività sono troppe, capiamo che un bambino possa spazientirsi. Concediamo quindi a loro e a noi il vuoto delle giornate. Concediamoci di riempirlo senza regole, senza piani, senza aspettative.

Il fare niente è rilassante: ci si può sdraiare al sole, dormicchiare, leggere (leggere moltissimo!), giocare a carte, fare passeggiate brevi, adagiare su un’amaca pensando e meditando… E tutto questo è una ricarica naturale per il nostro corpo e la nostra mente! Ecco perché diciamo che il “far niente” è un regalo per i bambini.

Ed è anche facendo niente che le giornate piene acquisteranno valore, perché state tranquilli: non è che poi i bambini vorranno sempre passare le giornate rilassandosi e crogiolandosi nella sana noia! No: le attività, poi, saranno ancora più apprezzate e attese, più piene, più familiari.

Prendiamoci quindi alcuni giorni quest’estate per non seguire il nostro calendar mentale, per svuotarci dalle nostre liste, per non sentire il fiato sul collo del “dover per forza fare, fare, andare”!

Giulia Mandrino

Sono una mamma e faccio le cose a metà

Giovedì, 31 Maggio 2018 12:35

 

Sì, faccio le cose a metà, le interrompo, non arrivo fino in fondo quasi mai. Perché sono una mamma. Ma ciò non significa che non ho voglia, che sono pigra, che sono svogliata o che non ci metto impegno.

Sono una mamma, e lasciare le cose a metà fa parte della mia vita.

Sì, sono una mamma e faccio le cose a metà: essere mamma significa essere interrotta e non arrivare mai in fondo a qualcosa, ma è solo per l’infinito amore che ci portiamo dentro

Sono una mamma, sono interrotta, lo sono continuamente. Non riesco a finire ciò che inizio, e mi sembra di sentire mia madre quando mi parlava dell’importanza dell’impegno quando cominciavo uno sport e tentavo di mollarlo non appena annusavo che non mi piaceva del tutto. Ma ora lo so: quando si è mamme le cose si lasciano a metà, ma non significa non metterci tutto l’impegno di cui siamo capaci.

Sono una mamma, e non lascio le cose a metà perché son pigra, non ne ho voglia o sono scostante in ciò che faccio volontariamente. Non è perché non mi piaccia ciò che sto facendo in quel momento o perché perda interesse nei progetti che comincio. Non è perché sia una che molla facilmente. Anzi, se ci penso non mollo mai un secondo.

Se lo faccio è perché c’è qualcun altro che mi interrompe, qualcun altro che ha bisogno della mia attenzione, qualcun altro che merita che io lo aiuti a finire il suo, di progetto.

A volte hai voglia di urlare, perché essere continuamente interrotti e non riuscire mai, e dico mai, a finire qualcosa è deleterio per i nervi: dopo anni di vita da mamma lo so già, inizio ma dopo poco devo smettere, per poi tentare di ricordarmi dov’ero, o cosa stavo facendo (e capita spesso). Così ti trovi a pascolare per casa, con un armadio aperto, una mail da mandare, un documento da compilare, il commercialista da chiamare, la lavastoviglie aperta mezza svuotata (che poi non ti ricordi più se è roba sporca o pulita e la fai ripartire.

La pila di panni da stirare resta sempre a metà, così che non arrivo mai in fondo (probabilmente c’è sotterrata la tovaglia del Natale di due anni fa, che non rivedrò mai più grazie all’accumulo costante). I piatti restano lì nel lavello con i buoni propositi della giornata.

A volte esco truccata a metà, senza il mascara o senza il mio amato blush sugli zigomi, perché i bimbi avevano versato il succo sul divano.

E quando inizio un film difficilmente lo finisco: crollo addormentata o i bimbi mi svegliano. 

E le tende del bagno? Ne ho cucita una con la mia macchina da cucire e ora la finestra è nuda per metà, perché in un anno non ho più trovato quell’oretta totalmente libera per dedicarmi alla seconda anta.

È vero, lascio tutto a metà. Ma se ci penso non è che mi interessi poi del tutto. Perché basta ragionare per un secondo di più e capire che in realtà ci sono cose che faccio fino in fondo, progetti che termino, situazioni dalle quali non mi tiro indietro e che riesco a completare, dedicandomici con tutta me stessa.

Sono le coccole mattutine, i libri che finisco leggendo ai miei bambini prima di dormire, i momenti che mi prendo da sola con mio marito (durante i quali mi godo ogni momento), i disegni dei miei bimbi che incornicio e che appendo, le colazioni lente della domenica mattina.

Perché le cose che lascio a metà sono quelle che posso lasciare a metà. E che mi fanno capire quanto siano invece importanti le altre, siano esse la recita di fine anno dei bambini o la serata relax con film e pop corn soli io e mio marito, i compiti delle elementari o la partita del sabato, il tappeto pieno di giochi o la gita in montagna tutti insieme.

Lascerò molte cose a metà, ma mi tuffo fino in fondo in tutte le altre. Godendomele. Essendo lì per me e per loro. Facendo ciò che è importante e non ciò che “dovrei, ma in fondo chissenefrega”.

L’importante? Sapere riconoscere queste priorità e non preoccuparsi quando ad essere lasciate a metà sono le cose di poco conto. Quelle che dall’esterno sembrano importanti, ma che in realtà, be’, a me sembra siano futilissime rispetto a tante altre.

Giulia Mandrino

I legumi non sono fatti solo per ricette salate o per contorni: sono deliziosi anche quando utilizzati per preparazioni dolci, che ci permettono di fare mangiare ai bambini i legumi, in modo da fare scorta di proteine vegetali. E noi li rendiamo ancora più benefici aggiungendoci qualche bacca di Goji!

Questi muffin spopolano sempre, perché sono sostanziosi e davvero gustosi e perché possiamo decorarli con le creme che preferiamo.

Muffin di ceci al cacao e bacche di Goji: la ricetta dei muffin a base di legumi e cioccolato, deliziosi e sani

 

I grissini fatti in casa sono un contorno davvero buono e semplice, ma anche un aperitivo sfizioso che noi amiamo accompagnare con salse fatte in casa, come ad esempio l'hummus o la guacamole, per spezzare la fame prima di cena senza rovinare l'appetito (i nostri bimbi arrivano affamatissimi da scuola!). Ecco quindi la nostra semplice ricetta, che possiamo realizzare con della pasta sfoglia comprata oppure fare noi da zero.

Grissini di sfoglia al pomodoro: la ricetta dei grissini per aperitivo o contorno fatti in casa con le nostre mani

 

La mente di una mamma? Non si ferma mai

Mercoledì, 30 Maggio 2018 08:56

Fermiamoci un attimo. Svuotiamo la mente. Respiriamo.

Già, probabilmente non ce la facciamo del tutto. Perché? Perché siamo madri, e anche nei momenti di totale relax qualche pensiero prende il sopravvento. Sembrano pensieri innocui: ho fatto la lavatrice? C’è da fare il cambio armadio? Quand’è la partita del cucciolo? E il saggio, invece? Ho preso tutto ciò che le maestre ci avevano detto di portare a scuola? Quella linea di febbre sarà presagio di altro?

Eppure, per quanto innocui, questi pensieri non ci abbandonano praticamente mai. Perché la nostra mente è quella di una mamma, e volenti o nolenti è sempre occupata. Ma non buttiamoci giù. Abbracciamo la nostra natura!

La mente di una mamma? Non si ferma mai: perché dobbiamo abbracciare tutte le preoccupazioni e fare nostra la natura di madre

La mente di una mamma non è disegnabile: sarebbe un groviglio infinito di informazioni, informazioni sui bambini che si mescolano a quelle del lavoro, della casa, delle discussioni di coppia, della scuola… Il carico mentale che ci portiamo addosso ogni giorno è invisibile agli occhi della gente, eppure è sempre lì.

È normale ogni tanto lasciarsi andare a pensieri negativi, lasciarsi sopraffare dagli impegni, dallo stress e dalle preoccupazioni. Ma dobbiamo sempre tenere a mente una cosa: siamo mamme e questa è la nostra natura. Anche quando sembra che tutto sia enorme e insormontabile, ce la facciamo.

Nella nostra mente c’è sempre qualche pensiero latente, anche quando siamo così brave da prenderci del tempo per noi e per la coppia, senza sensi di colpa. Riusciamo a rilassarci un attimo, ma i cassetti della nostra testa nei quali riponiamo tutti i pensieri riguardanti i nostri figli non si chiudono mai, e mai lo faranno.

Siamo davvero pazzesche: per quanto disordinate, nella nostra mente abbiamo agende, liste, reminder, cartelle sanitarie dei bambini… C’è tutto, qui dentro, e tutto è davvero molto pesante. Capita che ce ne rendiamo conto, oppure che viviamo tutto questo in tranquillità. In ogni caso c’è una spiegazione logica, se riusciamo comunque a fare tutto in un modo o nell’altro: è nella nostra natura. Perché quando nasce una mamma, quando una donna stringe il suo bambino per la prima volta tra le sue braccia, il suo essere esplode. La nostra natura più ancestrale vuole che ci prendiamo cura dell’altro, e in effetti siamo bravissime a farlo. Siamo protettrici.

È normale dimenticare qualcosa, sbagliare, arrabbiarsi, sentirsi affaticate e per questo un po’ arrabbiate. Ma se ci pensate sono solo momenti. Perché poi torniamo sempre sui nostri passi, portando a scuola e a danza i bambini, facendo la spesa, cambiando le lenzuola, dividendo i compiti con il nostro/a partner, fissando gli appuntamenti dal pediatra…

Siamo in grado di fare tutto questo perché siamo madri, e la nostra mente è incredibile. Ma soprattutto, siamo in grado di farlo non perché dobbiamo, ma perché lo vogliamo. Toglieremo tempo a noi stesse, propenderemo a passare le serate non a teatro o davanti alla tv ma finendo i compiti o giocando alle Lego, organizzeremo le nostre giornate in base agli impegni di qualcun altro… Ma non lo facciamo pesare a nessuno, no? Nemmeno a noi stesse.

Perché il peso è reale, ma siamo solo noi a sentirlo, e questa sensazione è affiancata da un altro sentimento ancora più grande: il volere il meglio per chi ci sta accanto.

Ricordiamocelo sempre quando ci sentiamo giù: siamo madri, siamo fortissime, e per quanto queste preoccupazioni sembrino essere solo nostre, in realtà non siamo sole. Non disdegniamo l’aiuto degli altri, ma soprattutto abbracciamo la nostra natura e rallegriamoci di tutto quello che siamo in grado di fare!

Perché il vedere ciò che gli altri non vedono (che sia la linea di febbre preoccupante o i kiwi che mancano in frigo) è un dono, e noi, fortissime protettrici della nostra famiglia, sappiamo esattamente cosa farne! Trasformando tutto questo in amore.

Giulia Mandrino

6 cocktail analcolici per mamme in attesa!

Mercoledì, 30 Maggio 2018 07:50

Chi ha detto che in attesa dobbiamo rinunciare a tutto? Certo, all’alcol. Ma non al sapore! E, soprattutto in estate, nessuno ci vieta di gustarci un buon cocktail analcolico con ghiaccio, ombrellino e cannuccia, in riva al mare o in terrazza in città.

Il bello dei cocktail analcolici (o “virgin”) è che possiamo preparali con gli ingredienti più disparati, a base di frutta ed erbe. Ricordiamoci solo una cosa: laviamole molto, molto bene prima di preparare il nostro cocktail, con del bicarbonato di sodio e acqua fresca. 

Ecco quindi la nostra selezione di 6 cocktail analcolici da bere come alternativa ai più classici, senza rinunciare al gusto ma, anzi, scoprendo sapori incredibili.

6 cocktail analcolici per mamme in attesa: 6 ricette per preparare drink analcolici in alternativa ai classici cocktail con alcool

Il mojito analcolico

Ormai è diventato proprio il classico dell’estate, grazie all’abbinata tra lime e menta, che lo rendono freschissimo. Il mojito possiamo prepararlo però anche in versione analcolica: basta mischiare in un bicchiere alto 20ml di succo di lime (o di limone), 2 cucchiaini di zucchero di canna integrale e qualche foglia di menta (molto ben lavata). Schiacciamo con un pestello, quindi aggiungiamo del ghiaccio tritato, della lemonsoda e dell’acqua tonica.

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Succo di arancia e menta

Semplicità a volte è la parola d’ordine: come questo cocktail analcolico assolutamente gustoso che tuttavia è semplicissimo da realizzare. In un bicchiere inseriamo qualche foglia di menta lavata e dello zucchero di canna, schiacciamo bene con un pestello quindi mescoliamo del succo di arancia bio con poca acqua tonica. Serviamo guarnendo con delle foglioline di menta aggiuntive e un paio di cubetti di ghiaccio.

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Cosmopolitan analcolico

È il nostro preferito: mescoliamo in uno shaker (o se non lo abbiamo direttamente nel bicchiere) 4 parti di succo di mirtillo, 1 parte di succo di lime, 1 parte di aranciata, 1 cucchiaino di zucchero di canna integrale e un goccio di acqua tonica. Decoriamo con dei mirtilli freschi!

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Spritz al melograno

Un po’ più autunnale è questo spritz che al posto del vino e degli alcolici sfrutta il gusto del succo di arancia e dei chicchi di melograno.

Prendiamo una manciata di chicchi di melograno e frulliamola in un mixer insieme a un cucchiaino di zucchero di canna integrale. Trasferiamo il composto in un bicchiere e aggiungiamo 100 ml circa di acqua tonica, del succo di arancia e qualche cubetto di ghiaccio.

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Ananas e zenzero

Dopo aver sbucciato e tagliato 1 ananas a tocchetti, mettiamolo in un frullatore con il succo di 3 lime, quello di un’arancia e un pezzetto di zenzero sbucciato. Frulliamo tutto quindi versiamo in una brocca lasciando colare da un colino. Aggiungiamo un po’ di acqua tonica et voilà!

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Analcolico alle carote

Dopo aver estratto il succo di qualche carota, possiamo preparare un cocktail delizioso, arancione e corposo. Noi solitamente lo prepariamo in una brocca e non nel bicchiere, in modo da averne per tutta sera!

Nella brocca versiamo il nostro centrifugato di carota (circa metà della capienza) e aggiungiamo due bicchieri di acqua gasata, il succo di mezza arancia e qualche cubetto di ghiaccio. Se vogliamo renderlo ancora più fresco, lasciamo a macerare nel drink anche qualche fogliolina di menta. Serviamo con una fetta di arancia!

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Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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