Cosa deve sapere una futura e una neomamma

Vorrei parlarvi di quello che secondo me è "un concetto basilare nell'approccio al bambino, un principio fondamentale che deve essere sempre ben chiaro nella nostra mente, soprattutto quando ci troveremo a leggere tabelle o grafici che presentano la "normalità" della crescita dei bambini, o ad ascoltare i consigli (anche non richiesti) di altre mamme che sanno sempre esattamente che cosa dovremmo fare con il nostro bambino! Il concetto di "normalità" richiama semplicemente a "ciò che è nella norma", e un bambino è nella norma sia che cominci a parlare a 9 mesi, così come se lo fa a 18 mesi! Un bambino è nella norma sia che dorma tutta notte fin da subito, sia che si risvegli tutte le notti fino a 3 anni! Ogni bimbo ha proprie competenze che sviluppa prima di altre ed è meno predisposto allo sviluppo precoce di alcune rispetto ad altre.

Ogni neonato è prima di tutto una persona con un proprio modo di comunicare, propri sentimenti e uniche caratteristiche di personalità.

Conoscere il proprio bambino e rispettare i suoi tempi e i suoi talenti è il compito principale dei genitori di neonati. Rischiamo altrimenti di non rispondere in modo appropriato ai suoi comportamenti, rischiamo di uniformare la nostra relazione a uno standard preimpostato, invece di renderla unica, rischiamo
di non evidenziare i suoi particolari talenti e predisposizioni, ma di tarpargli le ali in nome dell'una o dell'altra teoria educativa di riferimento. Stampiamocelo bene nella mente: ogni bambino è UNICO, ha suoi propri competenze, abilità, talenti, ritmi e tempi: questa unicità merita rispetto:

Se vi ricorderete di pensare al vostro bambino come a una persona vi sarà facile avere per lui il rispetto che si merita.

Inoltre, ogni coppia madre-bambino è UNICA, ha suoi propri stili comunicativi, modalità relazionali,
dinamiche comportamentali. Il bambino si deve "sentire", si deve vivere, non si può apprendere, non c'è un manuale d'istruzioni da consultare. Il bambino si deve accompagnare nella scoperta della sua vera, autentica, originale natura.
Nessuno conosce il bambino meglio della sua mamma, nessuno sa meglio di lei che cosa è bene per lui. La relazione che dall'inizio avete costruito con lui vi permetterà di interpretare e capire sempre più i suoi bisogni e le modalità che utilizza per esprimerli. Mi raccomando, quindi: alla larga dalla zia Ignazia che sa sempre che cosa vuole il vostro bambino, che non approva il vostro modo di essere mamme e che vi fa sentire inadeguate!
Quando vi sentirete dire (perché capiterà di sicuro!) che il vostro bambino piange perché non è abbastanza sazio, perché ha sonno, perché lo tenete troppo in braccio, perché... chi più ne ha più ne metta, ricordate a voi stesse che nessuno può conoscere bene il vostro bambino perché lui è unico, e
voi siete l'unica mamma che ha, la persona che veramente lo conosce meglio di qualsiasi altro. State lontano da pregiudizi, dicerie e anche da impostazioni educative rigide e intransigenti che vorrebbero insegnarvi a fare la mamma.
Il neonato merita rispetto, allo stesso modo di un adulto. Meglio chiedere aiuto se sentiamo le nostre energie venir meno. Non esistono formule magiche generalizzabili a tutti i bambini e da applicare in un determinato periodo della vita dei bambini, che vi garantiscano una crescita sana, serena ed equilibrata del bimbo e magari anche il raggiungimento in breve tempo di quelle tappe evolutive così importanti di questi tempi. Deve dimostrare di riuscire a parlare, a camminare, ad afferrare, a comprendere (magari sia in italiano che in inglese!), a giocare in modo costruttivo (non sia mai che distrugga la torre di mattoncini!)... se no penseranno che non è abbastanza intelligente.
E poi non deve giocare in modo aggressivo, non deve far rumore, dare fastidio, muoversi continuamente... se no penseranno che è un bambino disturbato o non educato... e che figura ci faccio?"

articolo tratto da Mandrino-Contiero, Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing

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