Zucca e curry abbinata vincente: ora lo sappiamo e il risotto con questi due ingredienti è diventato un must della nostra cucina. Per farlo noi utilizziamo il sistema di cottura automatico in ceramica Zisha che cuoce lentamente e a bassa temperatura per mantenere al meglio i nutrienti degli ingredienti. Ecco la nostra ricetta!

Risotto di zucca e curry: come preparare il risotto a base di zucca e spezie per tutta la famiglia

 

Non solo quelli che facevamo noi negli anni Ottanta e Novanta, ma anche quelli ancora più antichi: i giochi da cortile sembra che stiano scomparendo, lasciando un vuoto che a noi piacerebbe colmare riprendendoli e riproponendoli ai bambini, in modo che facciano loro questi giochi antichi rendendoli sempre attuali e passandoli a loro volta ai loro figli!

Non solo campana e nascondino (l’unico che - evviva! - sembra sempre e indelebilmente sopravvivere): di giochi antichi da cortile ce ne sono svariati. Noi ne abbiamo selezionati alcuni. E voi ne vengono in mente altri?

I giochi antichi da cortile che stanno scomparendo: da campana a moscacieca, le attività da giardino e cortile da proporre ai nostri figli per riscoprire la bellezza dei giochi tradizionali

CAMPANA

Un gessetto, un cortile, dei sassolini e tanta voglia di giocare: basta questo per giocare a Campana, un gioco che compare nei secoli e nelle varie aree geografiche con vari nomi ma che riconoscerete subito non appena capite di cosa stiamo parlando.

Consiste nel disegnare a terra una grande griglia con novi spazi (con i numeri in fila per due e il 9 finale sopra tutti, racchiuso in una lunetta). Il primo giocatore lancia un sassolino in uno degli spazi e inizia a saltellare su un piede solo entrando negli altri spazi, evitando quello del sasso e raccogliendolo mentre torna indietro. Se cade, perde l’equilibrio o calpesta una riga, ha perso. Vince chi completa tutto il percorso!

CORDA

Semplice semplice, il gioco del salto della corda era un must delle giornate in cortile all’aperto. Il bello è soprattutto quando si è in tre: due bimbi reggono la corda (abbastanza lunga) e la fanno girare in modo che chi è rimasto all’interno possa saltare. Ovviamente una volta presa dimestichezza con una corda se ne può aggiungere un’altra (i due bimbi esterni ne tengono una per mano) rendendo la routine più entusiasmante!

BIGLIE

Non ci si giocava solo in spiaggia, con le biglie, ma anche in cortile, quando presente un pezzo di terra. Perché basta scavare nella terra la pista, completandola con ponti e ostacoli (da fare con sassi e bastoncini) e poi tirare fuori le biglie e iniziare la corsa a chi ha le dita più forti: le biglie vanno lanciate da terra con lo schiocco di pollice e indice (un tiro alla volta, alternativamente tra i giocatori). Vince chi per primo arriva al traguardo senza mai uscire dai bordi.

STREGA COMANDA COLORE

Una strega al centro, gli altri giocatori davanti a lei, a distanza. Ad un certo punto urla: “Strega comanda coloooor….”. E sceglie un colore. I giocatori davanti a lei dovranno correre alla ricerca di un oggetto di quel colore da toccare (sarà quella la “tana”), pena l’essere acciuffati dalla strega che li trasformerà a sua volta in streghe comanda colore. In questo gioco i turni di streghe/giocatori variano spesso (un punto a suo favore, dato che alcuni bambini odiano fare il lupo/strega della situazione). E poi ad un certo punto vedrete la fantasia dei bambini, che terminati i soliti giallo, rosso e verde cominceranno a tirare fuori dal cappello termini come “magenta, fucsia, turchese, antracite“ (ovviamente suggeriti da noi genitori! Ma è benefico: una volta imparati li faranno loro).

IL LUPO MANGIA FRUTTA

Simile alla strega comanda colore, il lupo mangia frutta prevede un giocatore-lupo al centro e gli altri giocatori di fronte a lui. In un primo momento, i giocatori si sussurrano tra di loro la frutta che sono (“Io sono la banana”, “Mora”, “Fragola”). Una volta pronti, il lupo dice “Toc toc”. “Chi è?”, rispondono gli altri. “Sono il lupo mangia frutta”. “E che frutta vuoi?”. È il momento per il lupo di cominciare ad elencare i frutti: quando ne beccherà uno di quelli scelti dagli altri giocatori, i due cominceranno a rincorrersi finché: il lupo prenderà l’altro, che diventerà il nuovo lupo. Oppure il giocatore raggiungerà la “tana” (scelta prima), lasciando che l’altro rimanga ancora per un turno il lupo mangia frutta.

MOSCACIECA

Una benda abbastanza lunga e almeno tre o quattro giocatori: la prima “mosca” viene bendata e fatta girare per due volte su se stessa. Quindi comincia ad andare intorno “alla cieca”, cercando di prendere gli altri. Chi viene toccato, diventa la nuova mosca.

RUBABANDIERA

Rubabandiera è bello se a giocare sono in tanti. Si formano due squadre, mentre un bambino o un adulto farà l’arbitro. Le due squadre si posizionano una di fronte all’altra ad una distanza abbastanza ampia, tenendosi dietro due “righe” immaginarie. L’arbitro sta al centro, in fondo, reggendo un fazzoletto.

Essendo in riga, ogni giocatore da una parte e dall’altra degli schieramenti avrà un numero dall’uno in su. Ogni giocatore avrà quindi un avversario, di fronte a lui, con il suo stesso numero. L’arbitro chiamerà i numeri uno alla volta (mescolandoli). Quando chiamati, i due giocatori avversari si avvicinano al fazzoletto e si sfidano: chi lo prende dovrà tornare indietro correndo e scappare oltre alla sua linea. Se toccato dall’inseguitore, perde il fazzoletto, se arriva invece nella “tana” ha fatto punto.

 Giulia Mandrino

Potete fare in casa la base oppure comprarli confezionati: in ogni caso, il buono dei vol au vent non è solo la sfoglia! Il cuore è sempre importantissimo, e oggi vi proponiamo una ricetta per riempire i vostri vol au vent con della crema di ceci e tartufo davvero irresistibile.

Vol au vent alla crema di ceci e tartufo: la ricetta dei vol au vent naturali, veloci e deliziosi da proporre come antipasto o secondo piatto

 

I mercatini solidali sono sempre tra le nostre mete preferite. Uniscono due nostre passioni: lo shopping sostenibile e la solidarietà.

Per questo sulla nostra agenda sabato 10 marzo è già occupato: segnatelo anche voi! Sarà infatti una giornata dedicata a questi due aspetti grazie al mercatino solidale organizzato da La Soffitta di Gi e OBM Onlus Buzzi, ospitato presso l’Ospedale Vittore Buzzi di Milano.

Il mercatino solidale di La Soffitta di Gi e OBM Onlus Buzzi: sabato 10 marzo sarà una giornata dedicata ai bambini e alla solidarietà

Sabato 10 marzo 2018 dalle 10.30 alle 17.30 recatevi all’Ospedale Vittore Buzzi di Milano (che si trova in via Castelvetro 32): nell’Atrio Centrale troverete il mercatino solidale organizzato da La Soffitta di Gi e OBM Onlus Buzzi, associazione che dal 2004 si occupa di migliorare, grazie al lavoro di un gruppo di professionisti affiancati al personale dell’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, la qualità delle cure ai pazienti e quella dell’esperienza in ospedale (le donne, i genitori e i bambini).

Il Mercatino allestito durante tutta la giornata sarà accessibile a tutti e darà la possibilità di acquistare attrezzature usate per bambini. Tutto di seconda mano, quindi, ma assolutamente sicuro e di qualità. Già, perché La Soffitta di Gi ha selezionato personalmente tutti i prodotti che si potranno trovare.

Ma quali prodotti? Ci saranno passeggini, sacchi nanna, sistemi trio, tappeti gioco, giocattoli, accessori di vario tipo (potete già dare un’occhiata a ciò che ci sarà su questa pagina)… Ma non mancheranno nemmeno i bellissimi prodotti di Mustela, che per l’occasione ha donato al mercatino solidale alcune bellissime borse per viaggi, i suoi Cofanetti Dolce Momento e le Valigette Primi Giochi.

Per quanto riguarda le attività (perché non mancano nemmeno quelle!) durante la mattinata ci sarà un momento dedicato ai bambini: Kikolle Lab ha infatti organizzato due laboratori (dalle 10.30 alle 12.30) nei quali i bambini giocheranno con del didò naturale e sperimenteranno il collage creativo con tavolette di frottage.

Anche nel pomeriggio non mancheranno le attività ludiche e creative: dalle 15 alle 17 ecco il laboratorio di coroncine fiorite, ghirlande di rami, fiori e foglie con Gemma Love and Flowers.

Per merenda ci saranno poi le Torte di Simona, insieme ai biscotti e alle caramelle per tutti i bambini.

Tutto questo naturalmente ha uno scopo benefico che appoggiamo con entusiasmo. Il ricavato di tutte le vendite, infatti, sarà donato interamente al progetto di OBM Onlus Buzzi “Una culla per la vita”, che si impegna a sostenere le cure nei confronti dei bambini nati prematuri e ricoverati presso il reparto Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale dei Bambini Buzzi.

 Giulia Mandrino

Ormai non bastano più le materie tradizionali. E non parliamo solo di metodi didattici necessari che comprendano sempre più esercizi mirati all’intelligenza emotiva o sociale. Anche gli argomenti, ormai, sono sempre più vari e guardano ai nuovi lavori, alle nuove professioni meccaniche e digitali.

Il coding, ad esempio, è sempre più studiato, e non solo all’università. Programmare è una delle competenze più ricercate sul lavoro, e chi presto comincia è già a metà dell’opera. Per questo alcune scuole (già dalle elementari) si stanno adeguando e per questo nascono molti corsi per bambini che vogliono imparare a programmare robot e software.

In questo senso esiste un piccolo robot pensato proprio con questo obiettivo in testa: si chiama CoderBot, è realizzato dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e ora vuole migliorare, grazie ad una raccolta fondi online alla quale vi invitiamo a partecipare.

CoderBot, il robot per studiare il futuro fin da piccoli: perché è importante approcciarsi a questa materia fin da piccoli e come aiutare l’Università Bicocca a creare un robot perfetto per la didattica interattiva

CoderBot è un robot carinissimo. Ma non è solo carino, ma anche iper utile. Questo piccolo robot è infatti pensato per la didattica: i ragazzi dai 6 ai 14 anni possono utilizzarlo per imparare a programmare. CoderBot ha infatti una telecamera, dei sensori di distanza, un microfono e un altoparlante e può muoversi parlando ed emettendo suoni.

Sembra qualcosa di fantascientifico o troppo all’avanguardia, troppo tecnologico. Ma non lo è. È molto importante, perché attraverso il suo utilizzo i ragazzi non impareranno solo a programmare e ad usare il piccolo robot, ma utilizzandolo e ragionando attorno ad esso acquisiranno competenze di ragionamento e metodi utilissimi per l’apprendimento quotidiano in ambito scientifico (ma non solo). Strumenti che poi potranno utilizzare a scuola e nella vita in mille modi.

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A realizzarlo sono stati Edoardo Datteri (del RobotiCSS Lab dell’Universitа di Milano-Bicocca), Leonardo Mariani (docente Bicocca di Ingegneria del software) e Roberto Previtera (Project Manager, intelligenza artificiale e robotica).

CoderBot (che nella sua versione base è già operativo) ha però (per ora!) un limite: il range d’età dei possibili fruitori va dai 6 ai 14 anni. Una fascia d’età molto ampia: con esso, dunque, ora possono imparare l’ingegneria i bambini e le bambine di prima elementare e i ragazzi ai primi anni delle superiori allo stesso modo, senza distinzione.

L’obiettivo dei ricercatori è dunque quello di realizzare un nuovo robot molto più efficiente, più semplice e performante, che possa essere personalizzabile in base all’età dei ragazzi, così che gli insegnanti possano modificare i programmi a seconda della classe di insegnamento e degli obiettivi.

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Naturalmente il progetto è abbastanza costoso. Per questo gli ideatori hanno lanciato, il 19 febbraio 2018, una campagna di crowdunding, e cioè una raccolta fondi popolare online. Vogliono raggiungere l’obiettivo di 5.000 euro da investire nel nuovo software di CoderBot, e per farlo chiedono il contributo di tutti. Ognuno può versare quanto vuole, e a seconda della somma riceverà una ricompensa di ringraziamento (come una T-shirt o la possibilità di partecipare ad un workshop formativo proprio su CoderBot; addirittura, con somme più alte si riceverà in dono un CoderBot - un utile investimento!).

Per aiutare i ricercatori, basta andare sulla piattaforma di crowdfunding DeRev e seguire le istruzioni! Ad oggi hanno raccolto circa il 30% del necessario. Mancano 54 giorni al termine!

Giulia Mandrino

I progetti che vogliono trasformare la moda in qualcosa di sostenibile ci piacciono sempre moltissimo, perché contribuiscono a trasformare pian piano un mondo in cui ancora troppo spesso sono coinvolti processi industriali invasivi e fruizioni poco etiche in qualcosa di eticamente accettabile ed ecologicamente virtuoso.

Ancor di più ci piacciono se partono dal basso, dall’idea di giovani che vogliono cambiare il mondo. Proprio come Po.Etica Organic Couture, un’idea di due ragazze italiane, Cecilia e Valentina, che hanno fondato il brand con un sogno: andare alla Venice Fashion Week a settembre 2018. Noi vogliamo aiutarle!

Po.Etica, per una moda sostenibile ed attenta all’ecologia: la campagna su Kickstarter per sostenere Cecilia e Valentina ad andare alla Venice Fashion Week

Cos’è Po.Etica Organic Couture? Si tratta di un nuovo marchio italiano etico e sostenibile, eco-friendly, nato dall’idea di due ragazze che sognano di produrre abiti bellissimi a partire da materiali sostenibili ed eticamente impeccabili, come canapa, lino, cotone, bambù, ortica, seta biologica e filati riciclati.

Sulla loro pagina Instagram è possibile dare un’occhiata alle loro creazioni: colori caldi e organici, linee semplici ma ricercate… Soprattutto, dietro ai loro abiti c’è sempre uno studio meticoloso tanto dei disegni quanto della produzione.

Il sogno di Cecilia e Valentina è quello di portare la loro linea di abbigliamento sostenibile ed eco-friendly alla Venice Fashion Week, la settimana della moda ospitata a Venezia il prossimo settembre 2018. In questo modo, potranno presentare in una cornice istituzionale e tradizionale un nuovo modo di intendere l’industria della moda (che ad oggi è il secondo settore più inquinante al mondo a causa della produzione industriale, e che è eticamente inaccettabile per colpa dello sfruttamento minorile), sensibilizzando il pubblico e gli addetti del settore mostrando concretamente i bellissimi frutti di un lavoro etico, sostenibile e impeccabile.

Si può insomma dimostrare che è possibile indossare abiti sostenibili che sono allo stesso tempo bellissimi, e che soprattutto proteggono il nostro pianeta e i nostri animali.

I costi sono tuttavia molto alti e sono abbastanza fuori budget per una realtà nuova e giovane come quella di Po.Etica Organic Couture. Ecco perché le ragazze hanno deciso di sfruttare uno dei metodi più innovativi del momento per raccogliere fondi che permettano loro di presentarsi con il loro progetto alla Venice Fashion Week.

Su Kickstarter hanno dunque lanciato la loro campagna di crowfunding: chi crede nel loro progetto può ora aiutarle a proseguire, dando il proprio contributo. Il contributo è volontario, e si può donare da 1 euro in su. Con 50 euro o più si riceverà una cartolina originale di ringraziamento, con 100 euro o più sarà possibile ricevere uno sconto del 10% sulla collezione Primavera-Estate 2019, mentre donando 500 euro o più lo sconto salirà al 50%.

Al di là dei “premi” in base al contributo, ciò che ci deve spingere ad aiutare queste ragazze è la convinzione che, anche con poco, riusciremo ad aiutarle a cambiare con un piccolo passo il mondo della moda, andando in una direzione importantissima e urgente, quella della sostenibilità nel mondo del fast-fashion.

Per donare e per conoscere il progetto Po.Etica Organic Couture basta visitare la pagina dedicata su Kickstarter!

Giulia Mandrino

Ormai nella nostra merenda non manca mai: lo abbiamo sperimentato da poco ed è già diventato un must della nostra cucina naturale! Perché? Perché è fatto in casa, è proteico, è dolce, ma soprattutto è delizioso, ed è ottimo da spalmare sul pane o da spizzicare sulla punta dei grissini. Parliamo dell'hummus dolce, a base di ceci e cacao!

Hummus dolce per merenda: la ricetta della classica crema a base di ceci rivisitata in chiave dolce

 

Il Bioparco di Sicilia

Mercoledì, 28 Febbraio 2018 14:49

Sicilia: mare, sole, spiagge, città meravigliose. E poi verde, tantissimo verde. Un verde nel quale immergersi, da vivere e da conoscere. Partendo da dove? Dai 60.000 metri quadrati del Bioparco di Sicilia, a Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo.

Perché ci piace? Perché è un luogo magico nel quale vivere la natura ma soprattutto per conoscere la storia, gli animali, le specie più meravigliose della flora locale e dei seri progetti di ricerca ambientale.

Il Bioparco di Sicilia: il parco nel cuore della provincia di Palermo per passare con i bambini una giornata all’insegna del verde e degli animali

Il bioparco di Sicilia si trova a Carini (in provincia di Palermo), in via Amerigo Vespucci, ed è aperto da marzo a inizio novembre (e infatti riaprirà tra poco dopo la chiusura invernale, il 10 marzo 2018). L’ingresso costa 8,50 euro, ma i bambini fino ai 10 anni possono acquistare la tariffa ridotta a 6,50 euro (e i bimbi fino ai 2 anni non pagano!).

Questo bioparco nel cuore della Sicilia è davvero completo, poiché al suo interno comprende un giardino zoologico (molto rispettoso degli animali, come piace a noi), un giardino botanico e una selezione floreale davvero meravigliosa e un percorso safari con i dinosauri che affascina moltissimo i bambini.

Lo zoo è davvero notevole poiché non ha niente a che vedere con gli zoo ai quali siamo abituati e dei quali abbiamo in testa un’idea antiquata. Qui nel bioparco di Sicilia le sessanta specie di animali accolte sono diverse e varie per tipologia e habitat (si va dalle varie specie di scimmie alle zebre, dai suricata alle capre tibetane), e tutte sono sistemate in spazi di dimensioni molto ampie che ricordano il loro habitat naturale, in modo che possano vivere liberi e in maniera confortevole, osservando al contempo i loro comportamenti. Tutti gli animali sono seguiti da veterinari specializzati ed esperti che ne rispettano le abitudini e che cercano di rendere la loro vita il più piacevole e naturale possibile.

L’alto numero di specie animali del bioparco permette alla struttura di avere programmi molto interessanti rivolti tanto alle famiglie quanto alle scuole: gli educatori, infatti, ci tengono a spiegare a tutti in maniera molto interessante l’importanza della biodiversità. Quest’importanza riguarda dunque la conservazione di tutte le specie (soprattutto quelle in via d’estinzione), il rispetto degli habitat naturali e il reinserimento in natura di tutti questi animali.

La biodiversità sta anche alla base del rispetto e delle regole attorno alla sezione floristica, e cioè quella del giardino botanico, nato a partire dalle favolose specie vegetali contenute naturalmente nella zona verde che ospita il bioparco. Nel bioparco possiamo quindi trovare, lungo il percorso zoologico, migliaia di specie di piante e di fiori. A seconda degli animali ospitati si potranno così ammirare le piante della zona d’origine esotiche e rare (trapiantate in maniera precisa e delicata in aree che ne consentono la crescita e lo sviluppo), così come quelle autoctone della zona di Palermo.

Altra caratteristica ammirevole è la volontà del bioparco di conservare attivamente tutte le piante minacciate o rare, in modo da contrastarne l’estinzione.

E poi, naturalmente, lungo il percorso ecco i venti dinosauri a grandezza naturale che diventano occasione perfetta per interessare i bambini riguardo alla storia della nostra Terra, dall’anchilosauro fino al tirannosaurus rex, dal branchiosauro al triceratopo.

Non mancano nemmeno le aree gioco per bambini, divise per tema: troviamo l’area Peter Pan, l’area Giungla e l’area Funny Worm, tutte attrezzate con altalene e scivoli, giostrine e ambientazioni, in luoghi sicuri e recintati dove i genitori possono guardarli giocare in sicurezza.

E poi le aree picnic dislocate lungo tutto il percorso del bioparco, all’ombra degli alberi, per rendere la giornata ancora più fantastica con i panini al sacco portati da casa e mangiati sulle panchine o sulle coperte sul prato.

Giulia Mandrino

8 libri montessoriani per genitori

Martedì, 27 Febbraio 2018 14:35

Libri montessoriani: oggi vi parliamo di questo, ma non di libri per bambini. Piuttosto, vogliamo consigliarvi le letture migliori per capire meglio e a fondo il metodo pedagogico istituito da Maria Montessori.

Libri che propongono attività montessoriane, libri che parlano di come rendere la casa un ambiente perfetto in linea con i principi Montessori, libri per capire la didattica della pedagogista del secolo scorso… Tutto rigorosamente semplice e diretto, per leggerli con piacere.

8 libri montessoriani per genitori: le letture per capire a fondo il metodo di Maria Montessori, applicandolo a casa con attività e cura dell’ambiente

“La speciale saggezza dei genitori”

Come prima lettura consigliamo vivamente le parole della stessa Maria Montessori, che in questo libro del secolo scorso esprime in maniera super all’avanguardia e super innovativa il suo metodo fondato sul rispetto, sull’indipendenza, sulla libertà del bambino e sulla capacità dei genitori di diventare guide più che dittatori, accompagnatori più che autisti.

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“Il metodo Montessori”

Il sottotitolo di questo libro di Charlotte Poussin è “Per crescere tuo figlio da 0 a 3 anni e aiutarlo a essere se stesso”. Questa frase presenta il libro alla perfezione, dal momento che è una lettura ottima per i genitori che vogliono cominciare sin da subito ad applicare la pedagogia montessoriana a casa, fin dai primi anni di vita del bambino, importantissimi. E poi dice esplicitamente “aiutarlo ad essere se stesso”: gli stimoli che Montessori propone in questi primi anni, infatti, sono volti soprattutto a dargli fiducia in se stesso, a conquistare l’autonomia e ad acquisire le competenze base che gli serviranno nel corso della crescita futura.

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“Il metodo Montessori per tutti”

In questo libro di Laura Beltrami e Lorella Boccalini ciò che viene sottolineato non sono tanto le basi scientifiche del metodo quanto la spiegazione chiara di queste basi e la loro applicazione in maniera pratica (con spiegazioni ma soprattutto suggerimenti per portare il metodo, concretamente, in casa, dall’infanzia all’adolescenza).

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“Montessori per genitori”

Nel solco del precedente troviamo questo volume stavolta improntato esclusivamente sulle proposte pratiche per portare il metodo Montessori a casa per i bimbi dagli 0 ai 3 anni. Tra i principi, ne troviamo uno molto interessante: dobbiamo sempre metterci nell’ottica che nostro figlio per natura vuole misurarsi con attività più complesse e articolate di quelle che gli proponiamo, e che dunque è buona abitudine essere sempre pronti a stravolgere le cose!

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“60 attività Montessori per il mio bebè”

Molto conosciuto, questo libro ci piace perché completo e interessante e perché propone ai genitori non solo le attività ma anche i consigli per preparare la casa e la cameretta all’arrivo del piccolo, sempre in maniera montessoriana, con i materiali necessari e gli strumenti sensoriali che più lo stimoleranno. Ottimo quindi da leggere ancor prima della nascita!

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“Il metodo Montessori a casa propria”

Questo libro differisce dagli altri innanzitutto per il numero di attività proposte (più di cento) ma soprattutto perché si rivolge a genitori di bambini fino ai 6 anni (e non più quindi dagli 0 ai 3). Ci sono moltissime attività: il giardinaggio, i disegni animati, lo stimolo dei cinque sensi, la scoperta della vita pratica…

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“Imparare giocando”

Un titolo perfetto perché suggerisce tutto il succo del metodo: il bambino impara attraverso il suo lavoro, che è il gioco. Tutte le attività proposte da questo libro, dunque, sono attività ludiche e sensoriali divertenti che tuttavia aiuteranno il bimbo a crescere indipendente e preparato alla vita vera. Tutte rigorosamente da svolgere insieme ai genitori!

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“I bambini hanno bisogno di fiducia”

Un libro che aiuta i genitori a capire meglio il loro ruolo fondamentale nella crescita dei propri figli: i genitori sono anche educatori, e proprio come educatori devono essere in grado di dare ai bambini gli strumenti necessari alla crescita, fidandosi di loro, del loro istinto e delle loro capacità e guidandoli in maniera armoniosa.

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Giulia Mandrino

A loro non interessa che sia pulita, che sia in ordine, che sia impeccabile, che sia alla moda, che sia all’avanguardia, minimalista, vintage o moderna. A loro interessa l’aria che si respira: che sia buona, leggera, piena d’amore, serena.

Ai bambini non interessa la struttura. A loro interessa come usiamo questa struttura e come rendiamo confortevole questa struttura.

E per sapere se la nostra casa è diventata negli anni un ambiente sereno nel quale stare, c’è la prova del nove: arrivano i diciott’anni, arrivano i venticinque, arrivano i trenta. E i figli tornano da noi? Passano volentieri le serate dai vecchi genitori? Trascorrono volentieri il weekend da noi anche una volta usciti di casa?

Per rendere la casa un ambiente nel quale i figli ameranno tornare anche da grandi ci vuole poco (e non parliamo di arredamento!), ma dobbiamo iniziare a renderla serena, amorevole, vissuta e confortevole ora che sono piccoli, ora che siamo ancora insieme!

Costruire una casa nella quale i bambini stiano bene è molto semplice: i consigli per rendere la nostra casa un ambiente nel quale i figli vorranno tornare anche da grandi

La routine

La routine per i bambini è importante. Ma è anche giusto sovvertire le regole ogni tanto, per loro e per noi! Ecco perché un consiglio è quello di creare una routine ma poi stravolgerla ogni tanto con la spontaneità. L’ora della nanna, i vestiti preparati la sera prima ma poi scelti insieme all’ultimo minuto, la serata film improvvisata, la cena con i cibi preferiti dei bambini…

Lo spazio

Per far sì che la casa sia un luogo confortevole per tutti, è giusto che ognuno se la senta sua. Non solo nella sua totalità, ma anche negli angoli specifici e nelle stanze che ognuno sente più sue. Viviamo insieme, dunque, ma teniamo uno spazio individuale, una confort zone. Lasciamo ad ognuno il proprio spazio, lasciando però che gli altri entrino ogni tanto nel tuo, rafforzando così i legami.

Il disordine

Le pulizie vanno fatte, l’igiene deve essere sempre al primo posto. Ma da genitori possiamo chiudere ogni tanto un occhio e lasciare che il disordine invada un pochino casa, permettendo che il caos rimanga qua e là per un po’ più di tempo rispetto al solito: sarà il regno dei bambini, che si divertiranno un mondo sul tappeto pieno di giochi, sulla scrivania zeppa di acquerelli e nella cucina piena di strumenti per cucinare insieme! E poi rimettiamo a posto tutti insieme!

Gli amici

Una casa felice non è solo una casa chiusa per quanto riguarda gli affetti. C’è chi è più riservato e chi espansivo all’estremo, ma in ogni caso è bello aprire la casa agli amici, alla famiglia allargata, per vivere l’abitazione anche in maniera più divertente, per far sì che tutti sentano la casa come casa e non solo la famiglia che la abita. In questo modo i bambini (i futuri adolescenti e i futuri adulti) sentiranno di poter portare le loro persone preferite a passare del tempo con la propria famiglia! Ed è una sensazione bellissima.

La musica

La musica è sempre un legante molto forte. E può diventare qualcosa di tradizionale, di familiare. Basta “praticarla”! Mentre facciamo i mestieri, mentre leggiamo, mentre giochiamo ad un gioco di società… Ognuno può scegliere a rotazione quella che preferisce, ma se si prende l’abitudine il bello è che ad un certo punto si creerà una colonna sonora della famiglia con tutti quei pezzi amati e condivisi da tutti!

Le serate pizza e film

Anche le serate relax sul divano possono diventare una tradizione che fa sentire i bambini coccolati e amati. Sembra banale, ma è bellissimo rilassarsi insieme, sbragare un po’, senza per forza mettersi a tavola composti e ordinati come tutte le altre sere! Un'alternativa alla pizza+film? Il campeggio in salotto!

Lo shopping

Una cosa forse più tradizionalmente mamma-figlia, ma che non è per forza così. E non è per forza banale come pensiamo. Soprattutto quando i bambini iniziano a crescere, ad andare alle medie e alle superiori. Quando vi chiedono un pomeriggio di shopping insieme, non esitate e cercate di fare spazio: è un momento intimo e divertente che crea un legame molto forte e che rimarrà un punto fermo della vita familiare anche quando i figli cresceranno e se ne andranno di casa. Quindi approfittiamone e non diamo per scontato una richiesta all’apparenza inutile!

I compromessi

Non è giusto imporre solo le scelte dei genitori. E non parliamo di regole, ma di scelte e di individualità. Dopo aver dato quindi consigli e regole, direzioni e insegnamenti, rispettiamo i bambini e gli adolescenti di casa ascoltandoli e accettandoli, capendo le loro ragioni (in fatto di moda, letture, cibo, interessi…) e cercando di entrare nel loro mondo, facendoci rispettare e rispettando loro reciprocamente.

Le pulizie

Fare le pulizie insieme ai bambini è molto importante, anche per la loro crescita e la loro indipendenza. Ma è anche un modo per non farli sentire ospiti in casa loro, rendendoli più consapevoli e coinvolgendoli.

Dialogo e ascolto

Infine, una regola che deve essere sempre al primo posto: il dialogo. Creare un ambiente sereno significa costruire una casa nella quale tutti si sentano ascoltati, nella quale tutti sentano di poter dire la propria, nella quale tutti ascoltino e rispondano. Creare un ambiente nel quale sappiamo che ci sarà qualcuno pronto a consigliare, ad ascoltare e a dialogare, reciprocamente!

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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