Quando un evento ti prende il cuore non puoi farci niente. E questo ci ha proprio conquistate, per gli intenti che ha e per ciò che già sta facendo. Giovedì scorso, 22 marzo 2018, abbiamo avuto il piacere di partecipare alla presentazione dell’evento “#fattiGRANDE - Apri la porta sul futuro”, durante il quale Mission Bambini ha presentato il progetto nazionale “Servizi 0-6: passaporto per il futuro”.

Ora ve ne parliamo, perché crediamo moltissimo in questo progetto e perché speriamo che grazie all’aiuto di tutti noi potremo davvero svoltare la vita di moltissime famiglie in difficoltà. E quindi di moltissimi bambini!

#FattiGRANDE, per dare un futuro a tutti i bambini: un progetto benefico che ha bisogno del nostro aiuto per supportare 1500 bambini in difficoltà in tutta Italia

Il progetto parte da un semplice presupposto: le famiglia in difficoltà economica, in Italia, sono davvero moltissime. E a pagare le conseguenze di questa difficoltà non sono solo gli adulti, ma soprattutto i bambini, che oltre a soffrire di certe mancanze rischiano di vedere sfumare il proprio diritto all’istruzione. Come? Sin dalla scuola materna e dal nido, poiché le madri (soprattutto quelle single) sono dilaniate in una situazione che le vede impossibilitate a portare i bimbi all’asilo ma allo stesso tempo in difficoltà a lavorare. Un cane che si morde la coda, insomma. E questo è solo uno degli esempi che possiamo portare per farvi capire quanto sia importante che le scuole materne e i nidi amplino la loro gamma di servizi alle famiglie, per andare incontro davvero a tutti.

Servizi 0-6: passaporto per il futuro” vuole fare proprio questo: offrire opportunità educative (di qualità!) a più di 1500 bambini in tutta Italia, appartenenti alla fascia 0-6 e quindi fruitori potenziali degli asili e degli asili nido. Questi 1500 bambini appartenenti a famiglie in difficoltà grazie ai contributi dati alle scuole potranno così frequentare le scuole e assicurarsi un’istruzione pari a quella dei coetanei provenienti da famiglie non in difficoltà.

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Il progetto ci ha coinvolto moltissimo, soprattutto dal punto di vista emotivo, e abbiamo colto volentieri l’occasione di parlarne perché siamo convinte che per trasformare il mondo in un luogo migliore basta cominciare a fare qualcosina nel proprio piccolo. Noi ci uniamo dunque al progetto #fattiGRANDE, e speriamo che qualcuno di voi si accodi con entusiasmo a noi!

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. Partiamo da un presupposto: i numeri dicono moltissimo, perché in Italia i bambini appartenenti a famiglie così povere da non potersi permettere nulla sono addirittura 1 su 10. Dal 2006, quindi Mission Bambini con #fattiGRANDE è riuscito ad aprire le porte delle scuole materne a circa cinquemila bambini in tutta Italia. Dare l’opportunità di frequentare l’asilo (con anche un supporto concreto a livello di pappa, pannolini, cure, vestiti ed educazione) quando in casa ci sono difficoltà è essenziale: significa aiutare loro a crescere, ma soprattutto la loro famiglia a migliorare, in un circolo virtuoso che può spezzare il girotondo del cane che si morde la coda di cui parlavamo prima.

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Dare un aiuto concreto ad un bambino è quindi semplicissimo: basta supportare con ciò che abbiamo Mission Bambini. Sostenete la campagna, oppure partecipate alla Milano Marathon del prossimo 8 aprile (tutte le informazioni le trovate qui): ci sarà anche #fattiGRANDE: potrete conoscere da vicino i protagonisti in prima linea!

Insomma, tutto questo ci piace moltissimo: il progetto ha concretezza, si aiutano bambini e famiglie vere, reali. E Mission Bambini lo dimostra anche spiegando ciò che i bambini riceveranno in base al dono che facciamo loro: con 15 euro contribuiremo a dare materiali educativi alle scuole; con 30 euro i bambini riceveranno delle scorte (preziosissime!) di pannolini; con 50 euro nutriremo un bambino per un mese, con pappe complete per garantirgli una alimentazione corretta. E una volta donato riceveremo la nostra ricompensa!

Per donare basta cliccare questo link e seguire le istruzioni!

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Giulia Mandrino

Quante famiglie!

Lunedì, 09 Aprile 2018 13:24

Mamma e papà, mamma e mamma, papà e papà, mamma biologica e mamma adottiva, genitori separati, matrimoni, unioni civili, bimbi che vivono con i nonni… Di famiglia non ce n’è una sola, e noi lo sappiamo bene. “Tradizione” non è una parola che ben si applica a questo concetto, e nemmeno “normalità”, se utilizzarla significa dividere le famiglie in tante categorie nelle quali qualcuna è considerata più speciale di un’altra o più di valore di un’altra!

E i bambini lo sanno? Non è solo la società a imporre determinati valori, ma è anche il come un bambino vede la propria famiglia. Se non spieghiamo che le famiglie non sono tutte come la nostra, come quella in cui viviamo, per i bimbi sarà naturale pensare che la “normalità” effettivamente esista. Ma allora come mostrare loro la bellezza della diversità delle famiglie? Con un libro!

“Quante famiglie!”, libro sulla bellezza di tutte le famiglie: il libro di Editoriale Scienza che racconta ai bambini come sia cambiata la famiglia nel corso dei secoli

Editoriale Scienza ci piace perché propone libri che parlano di argomenti scientifici (ma anche meno settoriali!) raccontandoli ai bambini attraverso il loro linguaggio, ma soprattutto stimolandoli e incuriosendoli. E lo fa anche con “Quante famiglie!”, libro per bambini dai 9 anni che vuole spiegare loro i cambiamenti della famiglia nel corso della storia. Perché, è vero, la famiglia al tempo dei Romani non era la stessa di oggi! Ma è bellissimo così, no?

Le autrici, Delphine Godard e Nathalie Weil, hanno così scritto questo delizioso libro (illustrato da Stéphane Nicolet) per rispondere a tutte quelle domande che i bambini oggi (inevitabilmente e fortunatamente) si fanno, da quelle più scontate ma profonde (perché si vive in famiglia?) a quelle più “contemporanee”.

Perché i bimbi vivono o vedono certe situazioni e si chiedono perché i genitori a volte si separino, perché e come si adottano i bambini, perché ci si può sposare ma anche non sposare per avere dei bambini, perché ci sono bimbi che hanno due mamme o due papà e chi ha solo una mamma o un papà single, perché i genitori impongono certe regole… Un po’ di tutto, insomma, questioni che li riguardano in maniera più o meno diretta ma che in ogni caso interessano loro.

Tutto questo viene sviluppato in un libro pop-up nel quale è illustrato un palazzo come tanti, dietro alle cui finestre vivono tutte le famiglie di cui stiamo parlando, in maniera divertente, variegata, colorata e piacevole (e qui passa anche un altro messaggio, quello della conviviali e della bellezza del vivere con persone diverse da noi, tutti in armonia!).

Stefano, Bruno, Luisa, Anna, Enzo, Camilla, Sofia, Giulio, Luca, Marco e Kevin sono i bimbi che abitano questo palazzo con le loro famiglie, che sono tutte diverse (c’è chi è stato adottato, chi ha i genitori naturali, chi vive solo con mamma perché i genitori sono separati, chi con il papà e il suo compagno…).

Le risposte alle domande sono semplicissime, e per questo disarmano e fanno pensare a quanto sia stupido a volte arrampicarsi sugli specchi: ai bambini dobbiamo dare risposte vere a domande sentite, e questo basta. Perché una famiglia è un gruppo di persone che si vogliono bene e che vivono insieme, che sono unite da legami di parentela o di affetto, e questo è quanto.

La famiglia è dove c’è amore, dove c’è rispetto, dove si tramandano i valori umani, dove ci si cura l’uno dell’altro, dove ci si diverte, dove si è contenti di andare dopo una giornataccia, dove si portano i propri amici. Non esistono famiglie normali, e non esistono famiglie meno famiglie solo perché diverse dalla “solita” famiglia con mamma-papà-bambini naturali.

Ecco a che serve questo libro favoloso: a dare le risposte ai bambini (anche quelle che ci mettono in difficoltà e alle quale facciamo fatica a rispondere) con ironia e in maniera semplicissima, con parole alla portata dei bambini e con molta sincerità (che è ciò che ci vuole davvero nell’epoca in cui viviamo!).

Sara Polotti

I bambini hanno bisogno del rischio

Venerdì, 06 Aprile 2018 14:06

Attraversare la strada, non saltare da altezze troppo pericolose, stare attenti con i coltelli e le forbici: solo alcune delle situazioni che richiedono attenzione e cura. Il rischio è farsi male, molto male. E su questo non ci piove.

Ma dall’altro lato c’è un fatto, bello e buono: stiamo diventando troppo protettivi con i nostri figli. Basta andare al parco per rendersene conto: “Non saltare!”, “Non salire su quel gioco che ti fai male!”, “Stai attento!”.

La protezione non è di per sé negativa. Lo è però nel momento in cui precludiamo ai nostri figli la possibilità di crescere davvero, sbagliando e capendo davvero cosa sia il pericolo. Non solo perché “lo diciamo noi che è pericoloso!”.

I bambini hanno bisogno del rischio: perché dobbiamo lasciare che i nostri figli giochino liberamente lasciando che sperimentino il pericolo

I bambini hanno bisogno del rischio: in che senso? Nel senso che dovrebbero essere i bambini a capire i loro limiti, e non noi a imporglieli a priori. Come in tutto, noi genitori dobbiamo essere guide, e non insegnanti che impartiscono lezioni frontali e unilaterali. Per questo dovremmo accompagnarli nel gioco senza vietare nulla, ma spiegando i pericoli e lasciando che i bambini li comprendano concretamente.

Sì, sbaglieranno. Sì, cadranno e si sbucceranno un ginocchio (e, sì, magari si romperanno un braccio: lo scongiuriamo, ma è capitato a tantissimi bambini). Ma almeno impareranno.

Non stiamo dicendo di fare bungee-jumping o di gettarsi dalle finestre, anzi. Il problema è che siamo diventati iperprotettivi e anche i giochi più innocui e tradizionali sono diventati per noi spaventosi: arrampicarsi sugli alberi, saltare nelle pozzanghere, giocare in strada nel quartiere. Addirittura, è diventato spaventoso lasciare che i nostri bambini vadano in bicicletta da soli o tornino a casa a piedi. Ma pensiamoci: non l’abbiamo sempre fatto anche noi?

Vietare ai bambini di fare queste esperienze significa limitarli, e in maniera molto negativa. Primo scenario: cresceranno impauriti da tutto e tutti. Secondo scenario: cresceranno senza paura di nulla, nemmeno delle situazioni realmente pericolose, perché non hanno mai testato sulla propria pelle cosa significhi.

Lasciare che facciano tutti questi giochi spaventosi, quindi, è benefico. Primo perché insegna il senso del pericolo. Ma non solo: giocare liberamente aumenta l’autostima, immerge i bambini nella natura, fa loro apprezzare la vita, li rende propensi all’apertura. E li fa crescere, perché come sappiamo il gioco libero è fondamentale per la loro maturazione (fisica e mentale).

Fidiamoci dei bambini: magari si avventureranno in qualcosa di davvero pericoloso, e all’inizio sarà per loro divertentissimo. Ma sono esseri umani, e la paura prenderà il sopravvento. In maniera positiva, perché permetterà loro di capire quando è giusto fermarsi e fino a quando è possibile divertirsi. Tutti abbiamo un nostro istinto di sopravvivenza, e per i bambini è lo stesso: sono capaci, anche a livello inconscio, di valutare i rischi e di decidere come comportarsi.

Insomma, lasciare che i bambini non sperimentino il rischio è più rischioso del suo contrario: i bambini non capiscono i limiti, non sperimentano la paura. Soprattutto, rischiano di crescere pieni di fobie o, al contrario, incuranti del pericolo. Ma il vero nemico è la sedentarietà: se non gli permettiamo di giocare liberi all’aperto, come potranno crescere se non pigri e non amanti del movimento?

Diamogli le regole, quindi. Non vietiamo troppo le situazioni pericolose, e allo stesso tempo non spingiamo troppo i nostri bambini verso il pericolo. Troviamo il giusto equilibrio, facciamo capire che ci siamo, osserviamo.

Spieghiamo come si attraversa la strada in maniera sicura, facciamolo con loro, ma poi lasciamo che lo facciano da soli.

Giulia Mandrino

Il tavolino della pace

Venerdì, 06 Aprile 2018 13:41

Alla scuola materna, a scuola, a casa: questo tavolino potete allestirlo dove volete. A cosa servirà? Non solo a riportare la pace in classe o in casa, ma a fare crescere mentalmente e socialmente i vostri bambini, che impareranno attraverso un esercizio piacevole e pieno di pace a conoscersi, a risolvere i problemi e a ridimensionare le situazioni.

Il tavolino della pace: come un piccolo pezzo d’arredamento cambia le giornate e fa crescere i bambini

L’idea è questa: allestire un tavolino della pace in un bell’angolo della stanza. Come dicevamo, è ottimo a scuola, ma anche a casa. E non serve molto: un tavolino, qualche piccola seggiola, una lampada con luce soffusa e qualche cuscino comodo.

Piazziamo il tavolo in un angolino, e, se vogliamo, decoriamolo con tovaglie colorate o centrini sfiziosi. Qua e là sulle pareti attorno, poi, se vogliamo possiamo incollare e appicciare dei disegni fatti dagli stessi bambini. Rendiamo insomma l’angolo accogliente e rilassante. Sarà qui che i bambini potranno accomodarsi per esercitare il concetto di “pace”.

Il tavolino della pace sarà infatti il luogo in classe o a casa adibito alla risoluzione dei conflitti, un concetto che i bambini possono sperimentare fin da piccoli e che, se aiutati nella comprensione, poi aiutarli a crescere socialmente in maniera armoniosa.

Quando c’è un conflitto tra i bambini, quindi, il problema può essere spostato al tavolino. I bambini si siedono e cominciano a risolverlo. Partendo, ovviamente, dalla dichiarazione di cosa c’è che non va.

“Cosa ha fatto lui/lei per farti arrabbiare?”. “Cosa hai fatto tu di sbagliato?”. Le domande che possiamo porre (in un primo momento: poi saranno i bambini a imparare a condurre la discussione) sono infinite, ma sono importantissime perché servono sostanzialmente ad una cosa: a ragionare ad alta voce e a dare un nome hai sentimenti che i bambini hanno dentro di loro.

Dopodiché si procede cercando di capire meglio i sentimenti (“Come ti senti quando lui si comporta così? Come ti senti quando fai qualcosa che ritieni sbagliato? Come ti senti ora?”): di nuovo, sono tutti passi per ragionare insieme.

Tutto questo non serve solo a fare entrare in contatto il bambino con ciò che sente, ma serve soprattutto a farlo entrare in empatia con l’altro, capendo ciò che prova, realizzando che le azioni hanno conseguenze e mettendosi sempre nei panni dell’altro.

È un esercizio, questo, non utile sono per fare pace, quindi, ma per crescere: se i bambini non provano a capire cosa sente l’altro e non imparano ad esprimere ciò che provano (non solo quando stanno bene ma anche quando si sentono arrabbiati, frustrati, tristi, traditi o messi da parte, per dirne alcuni), cresceranno senza punti di riferimento nel mondo delle relazioni. Cresceranno egoisti, e non su un piano materiale, ma emotivo. In senso più profondo e meno tangibile, ma altrettanto importante.

Una volta che i sentimenti saranno aperti sul tavolo (metaforicamente) la pace tra i litiganti arriverà pian piano da sola. E sarà bellissimo assistere agli scambi di battute, alle condivisioni di sentimenti e alle risorse che i bambini metteranno in pratica! La maggior parte delle volte, infatti, semplicemente l’esprimere i propri sentimenti vicendevolmente aiuta a riappacificarsi. Perché i bambini, di volta in volta, imparano a capire davvero l’altro: se sto soffrendo io, anche lui sta male. Perché dobbiamo stare male insieme se c’è una soluzione semplice?

Il compromesso, la calma, l’empatia, la risoluzione dei problemi, il prendersi le proprie responsabilità, pensare a come si sente l’altro, a cosa provochiamo nell’altro: tutte capacità semplici eppure gigantesche, che i bambini imparano pian piano vivendole, e non solo attraverso mere spiegazioni!

Giulia Mandrino

Una brioche senza burro, latte e uova può essere buona? Vi assicuriamo di sì. Con questa ricetta otterrete delle brioches vegane all'acqua davvero deliziose, leggere e soprattutto naturali, per una colazione o una merenda coi fiocchi.

Brioche all'acqua: la ricetta delle brioches veg deliziose e naturali, senza burro, latte o uova

 

Cosa fare al FuoriSalone 2018 con i bambini

Giovedì, 05 Aprile 2018 14:19

Dal 17 al 22 aprile noi sappiamo già cosa fare: un giro al Salone del Mobile e, soprattutto, al FuoriSalone non ce lo toglie nessuno! E ci siamo già preparate: abbiamo segnato tutti gli appuntamenti imperdibili del FuoriSalone con i bambini, per godere dell’atmosfera super cool di Milano, scoprire le ultime novità in fatto di design per bambini e partecipare a laboratori e attività per la famiglia!

Ecco quindi la nostra agenda per andare al FuoriSalone 2018 con i bambini.

Cosa fare al Salone del Mobile e al FuoriSalone 2018 con i bambini: gli appuntamenti imperdibili per visitare Salone e FuoriSalone 2018 in famiglia

Unduetrestella

Unduetrestella è un progetto di arte e design per bambini che ci piace e ci sta a cuore. Quest’anno compie dieci anni e durante la Design Week quest’anno sarà alla bellissima Fabbrica del Vapore in via Procaccini, l’ex area industriale che ora ospita mostre e appuntamenti variegati.
Dal 17 al 22 aprile unduetrestella trasformerà questo spazio in un truck espositivo, e come in una grande recita scolastica presenterà i brand e le aziende più belle del momento in fatto di design per bambini. La mostra sarà divisa in tre aree tematiche (la storia di unduetrestella e dei suoi vecchi amici, con i suoi storici prodotti; la ricerca di unduetrestella e i suoi nuovi amici, con la presentazione di nuovi brand che si affacciano ora in Italia; e infine gli amici vecchissimi, vintage, con la presentazione del design d’autore e dei giocattoli antichi più belli).

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Casa stokke

In via Tortona, all’angolo con Via Novi (ingresso libero, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00,), durante le giornate del Salone troveremo Casa Stokke, con un’area food per la merenda dei piccoli e per il ristoro delle mamme, un’area allattamento, un’area playground per bambini di età 0-6 anni e un’area nursery e cambio. Qui sarà ospitata una bellissima mostra fotografica di Oliviero Toscani, ma soprattutto lo spazio ospiterà esperti (ostetriche, psicoterapeuti e pediatri) disponibili per incontri personalizzati con le famiglie.
Martedì 17 aprile (durante l’opening su invito) lo stesso Oliviero Toscani sarà presente a Casa Stokke, e racconterà la maternità in 40 scatti realizzati live. Dal 18 al 22 aprile saranno inoltre organizzati workshop e incontri focalizzati sulla gravidanza.

A Casa Stokke ci sarà anche Mustela: all'interno della struttura, l'azienda di prodotti per la cura della pelle organizzerà workshop e incontri sulla gravidanza e sui primi mesi di maternità, con l'ostetrica Daniela Pergola e la psicoterapeuta Sara Roveraro. Non mancherà nemmeno l'associazione Salvagente Italia, per parlare ai genitori del primo soccorso pediatrico.

KikolleLab a Casa Stokke

Sempre a Casa Stokke, da mercoledì 18 a domenica 22 aprile sarà Kikolle Lab ad animare i pomeriggi. Dalle 16.00 alle 18.00, le educatrici di Kikolle Lab coinvolgeranno i piccoli dai 0 ai 4 anni in stimolanti laboratori alla scoperta del mondo attraverso le esperienze sensoriali, secondo il Metodo Montessori. Mercoledì 18 Aprile sarà dedicato alle vasche montessoriane; giovedì a giocare con la natura; venerdì sarà organizzato un percorso sensoriale e tattile; sabato ecco le “isole Montessori”; e infine domenica è previsto il laboratorio “riconoscere essenze e profumi”.

Le Civette sul Comò

Nello showroom “Le civette sul comò” (in via Salmini 4), durante la design week (dalle 10 alle 19) le famiglie potranno godere di "Living XS - design a tutto tondo", una speciale selezione di design per bambini e di moltissime novità del settore. Non solo: special guest sarà il tavolo montessoriano DRAWIN’TABLE (sul quale i bambini possono disegnare direttamente!).

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Tu che progetto hai?

Alla Libreria Internazionale Hoepli (in via Ulrico Hoepli 5) ecco una selezione di libri per bambini dedicati ad architettura e design, per scoprire tutto ciò che sta dietro alle sedie, ai tavoli e ai mobili che abbiamo in casa. Tutti i giorni alle 10.30 sarò ospitato l’evento per bambini dai 3 ai 6 anni “Il racconto delle opere di designer storici emergenti con laboratorio creativo”, mentre alle 11.45 ecco la lezione dedicata ai bimbi dai 7 agli 11 anni “Analisi e storia dei pezzi di design innovativi con laboratorio creativo”.

Makers Hub

Delizioso e super interessante il laboratorio organizzato da Makers Hub (in via Enrico Cosenz 44/4): “Digital storytelling adventure” è un evento dedicato alle nuove tecnologie per bambini curiosi. Attraverso il gioco “Minecraft” i ragazzi impareranno l’inglese e la digital fabrication, programmando l’ultima sfida che l’eroe deve superare per riuscire finalmente nella sua impresa.

Living Suavinex Milano

Living Suavinex è un centro polifunzionale nel cuore di Milano (in via Solari 11) dedicato alle famiglie e ai bambini, creato dal brand spagnolo di articoli per la cura del bambino. Durante il FuoriSalone 2018, LivingSuavinex aprirà le sue porte a tutti i genitori e ai bebè accogliendoli in un'oasi a loro misura, con moltissimi servizi a loro dedicati. Dal 17 al 22 aprile, quindi, dalle 10 alle 19 nel centro Suavinex sarà possibile trovare uno spazio per colazioni, pranzi e merende (pranzo su prenotazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), una zona per il cambio pannolino, un'area relax, un'area gioco, un'area gattonamento, un'area per l'allattamento, degli scalda biberon, pappe bio e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per passare una giornata al FuoriSalone con il nostro bambino!

Non solo: prenotando, sarà possibile partecipare a questi eventi assolutamente imperdibili: martedì alle 12 Fitness con il bebè; martedì alle 16 Incontro con la nutrizionista alimentazione in gravidanza; giovedì alle 10.15 Yoga con il bebè; giovedì alle 11.30 Danza in fascia; e infine venerdì alle 13 Yoga per tutti!

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Boutique di Vivienne Westwood

In Corso Venezia a Milano c’è la favolosa boutique di Vivienne Westwood. Perché andarci con i bambini? Perché durante la Design Week si potrà giocare, proprio qui, sugli inediti calciobalilla Flamingo. Flamingo è un nuovo calciobalilla realizzato in collaborazione con Basaglia + Rota Nodari, pulito, ironico e davvero particolare.dalle linee pulite e dettagli di pregio. Ma non è l’unico elemento ludico ospitato presso VW: sarà infatti presentata anche la nuova collezione di accessori del designer Kenneth Cobonpue. Il gioco e l’ironia sono i temi della collezione 2018. La boutique sarà aperta dal 17 al 22 aprile, dalle 10.30 alle 19.30.

Museo della Scienza e della Tecnologia

Nel weekend del 21 e 22 aprile, durante la Design Week, al Museo della Scienza di via San Vittore 21 ci sarà un laboratorio davvero particolare per i bambini dagli 8 anni e per gli adulti: si chiama Tinkering Zone, con l'attività Automata (senza prenotazione e inclusa nel biglietto di ingresso al museo). Chi parteciperà potrà realizzare dei giocattoli meccanici con parti in movimento, come leve e pulegge, ottenendo un meccanismo complesso e curioso per raccontare storie!

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Brera design district

Si tratta della zona tutta attorno a Brera, lo storico quartiere artistico di Milano. Durante la Design Week Brera si trasformerà in uno dei cuori della città. Ecco chi troveremo.

Kids Corner Brera Rigotondo

L’asilo nido Rigotondo come ogni anno (in collaborazione con Hasbro e Peppa Pig) metterà a disposizione laboratori e work-shop stimolanti per i bambini ospiti del Fuori Salone mentre i genitori partecipano agli altri eventi della Design Week. Per segnare in agenda tutti gli appuntamenti, ecco il calendario. Il Rigotondo sarà aperto venerdì dalle 19.00 alle 22.00, mentre sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.

Buzz Italia

Al Fuorisalone 2018 Buzz Italia sarà presso l’Appartamento Lago (in via Brera 30): qui, in collaborazione con Family Welcome, le famiglie potranno scoprire le novità del design in una favolosa atmosfera domestica. Troveremo particolari d’arredo multitasking, contenitori porta gioco, il tappeto gioco di 3 Sprouts, i complementi e le decorazioni di A Little Lovely Company e il set pappa e le stoviglie in bioplastica di eKoala. 

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Isola design district

Come il Brera Design District, l’Isola Design District è un giovane circuito del Fuorisalone, quest’anno alla sua seconda design week. Si trova all’ombra del Bosco Verticale e la base sarà la Stecca 3.0 in via De Castilla 26. Ecco chi troveremo in questa zona:

Caracol Studio

Ci affascinano moltissimo e certamente non ce li perderemo: proprio alla Stecca 3.0, i Caracol Studio creeranno live e in diretta un parco giochi per bambini stampandolo in 3D con un braccio robotico. Sarà come una performance che durerà per tutto il fuori salone e alla fine il risultato sarà un parco giochi davvero all’avanguardia!
I materiali utilizzati sono al 100% riciclati e riciclabili (e questo non è da sottovalutare!) e i bambini potranno godere dei giochi fin da subito!
L’evento sarà aperto per tutti i giorni dal 17 al 22 aprile 2018 dalle 10 alle 19 (qui i dettagli per partecipare).

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Giulia Mandrino

La routine è fondamentale per i bambini, che si stressano meno e imparano di più. Ecco perché abbiamo creato queste immagini che potete scaricare e stampare, da incollare in cameretta, in bagno o in salotto per divertirsi con la routine quotidiana!

Le routine della mattina, del doposcuola, della buonanotte e le buone maniere a tavola

 

L'ordine a volte passa dalle etichette: invece di mille barattoli tutti diversi e con grafiche diversissime tra loro, noi in casa utilizziamo dispenser, barattoli e scatole tutti uguali. A volte basta questo per dare una parvenza d'ordine nel caos di una casa abitata da piccoli esseri umani! E come facciamo a distinguere tutto? Con le nostre fantastiche, favolose, bellissime etichette!

PDF scaricabili: le etichette per la dispensa, il bucato e i giocattoli

 

PDF scaricabili: il lapbook del mangiar sano

Giovedì, 05 Aprile 2018 09:14

Insegnare ai bambini a mangiare sano parte prima di tutto dalle proposte che mettiamo in tavola. Ciò non toglie che possiamo affidarci anche a giochi, lavoretti e attività ludiche e coinvolgenti: queste hanno di positivo il riuscire a imparare giocando e a fare proprie nozioni importanti in maniera divertente!

Ecco quindi i nostri materiali scaricabili (nella sezione download più in basso) per poter creare insieme ai bambini un lapbook dedicato alla cucina sana e buona!

PDF scaricabili: il lapbook del mangiar sano

 

La matematica non è per tutti. Ma non nel senso che non tutti i bambini (o gli adulti!) non ci arrivino, ma perché non tutti riescono ad amarla e apprezzarla. Forse dietro a questo odio c’è una sbagliata divulgazione della materia, forse c’è la paura che i numeri ci infondono. Ma in realtà basterebbe approcciarsi alla matematica in maniera differente e più personale per apprezzarla fino in fondo, riuscendo così a districarsi tra numeri, equazioni, frazioni e problemi!

Per farlo, noi abbiamo trovato alcuni libri davvero utili ed efficaci, che, proponendo metodi diversi rispetto a quelli tradizionali, ci avvicinano alla matematica in maniera più semplice, divertente, personale e coinvolgente.

7 libri per imparare ad apprezzare la matematica: le letture che propongono metodi diversi per approcciarsi alla matematica, per amarla, apprezzarla, capirla e viverla

Partiamo da “La linea del 20”, il primo strumento utile per imparare la matematica attraverso il metodo Bortolato, alternativo ai regoli colorati. Questo metodo si basa su e valorizza le capacità logiche e intuitive che i bambini già possiedono naturalmente, consentendo di poter essere utilizzato fin da subito, senza introduzioni troppo difficili. Attraverso la linea del venti non si imparano solo i numeri ma anche le prime operazioni (addizioni e sottrazioni, attraverso il semplice metodo dell’aggiungere e togliere). Perché è così semplice? Perché la linea rappresenta un po’ le mani dei bambini, che sono il primo strumento matematico che conoscono.

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Del “Disfaproblemi” ve ne avevamo già parlato (qui trovate il nostro articolo): noi ormai lo amiamo, perché propone ai bambini tantissimi problemi proposti in maniera tale da non fare paura. La logica, la geometria e la matematica vengono qui trasformate in giochi intuitivi, illustrazioni, sudoku e rompicapo vari, resi più comprensibili e semplici. In questo modo il bambino non solo risolve i problemi ma capisce anche che a volte per superare la paura basta prendere una strada alternativa, quella che più si confà a noi.

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Sulla stessa linea si piazza il “Disfaproblemi con la calcolatrice”: come il primo Disfaproblemi, questo propone vari problemi (risolvibili già dai primi anni di scuola, a differenza della normale matematica che viene insegnata nella primaria!) che consentono di sfruttare la calcolatrice per superare i calcoli più difficili e concentrarsi così sulla logica, abilità molto più utile (anche perché il calcolo diventerà comunque fondamentale negli anni successivi, e i bambini impareranno le operazioni, le moltiplicazioni, le tabelline e compagnia bella in ogni caso).

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E proprio per il calcolo (non con la calcolatrice!) ecco invece “Calcolare a mente”, un libro di esercizi che sfruttano il metodo analogico di Camillo Bortolato per acquisire una strategia di calcolo mentale (diverso da quello scritto!). I bambini impareranno a sviluppare una propria carta geografica che li guida nel calcolo a mente, con sottrazioni, addizioni, divisioni e moltiplicazioni. E per chi proprio fa fatica c’è anche un CD rom che rende tutto più semplice e divertente: una storia che porta il bambino, a bordo di una navicella spaziale, nel mondo del calcolo mentale, muovendosi tra le galassie per acquisire competenze relative a numeri sempre più grandi.

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Problemi per immagini” è un libro per imparare a risolvere i problemi aritmetici semplici sfruttando non solo la logica ma anche l’immaginazione. Il libro aiuta infatti il bambino a imparare a visualizzare il problema, a vederlo, attraverso l’intuizione e la percezione. Non più mille parole, quindi, ma mille immagini! Che è molto meglio, per i bambini.

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E se anche le frazioni fossero affrontate concretamente e per immagini invece che attraverso la solita maniera astratta con cui le presentano a scuola? Spesso la difficoltà dei bambini nel comprenderle sta proprio in questo. “Frazioni e numeri decimali in pratica” propone invece un approccio concreto alle frazioni, facendo capire al bambino che le frazioni fanno parte della vita e della quotidianità. E i bambini non solo le imparano, ma ne capiscono l’utilità nella vita pratica di ogni giorno.

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Infine, “Imparare le tabelline con il metodo analogico”, uno dei libri di cui non possiamo più fare a meno. Perché se prima le tabelline erano una tragedia, ora sono un gioco, sono un piacere. All’interno troviamo esercizi basati su associazioni visive e foniche, su figure di gancio, sulla disposizione spaziale e sulla memoria visiva che facilitano la comprensione delle tabelline, che diventano una sfida piacevole e gratificante.

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Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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