Come conciliare lavoro e allattamento

Non parliamo solo dell’allattamento al seno, ma dell’allattamento in generale. Avere un bimbo piccolo e lavorare significa infatti anche preoccuparsi di un fatto: ce la faremo a conciliare il ritorno al lavoro con l’allattamento?

Certo, ci sono leggi e regole che fortunatamente ci consentono di farlo, ma comunque la preoccupazione rimane, perché naturalmente gli orari non saranno più come quelli del pre-maternità.

Ecco dunque qualche consiglio per affrontare i più comuni problemi e le più comuni preoccupazioni per quanto riguarda il lavoro e l’allattamento.

Come conciliare lavoro e allattamento: alcuni consigli per tornare al lavoro durante l’allattamento

Il primo possibile problema insorge quando abbiamo, sfortunatamente, un datore di lavoro non proprio accomodante. Questo è il primo pensiero di una neomamma, sfortunatamente. Non dovrebbe esserlo, ma purtroppo viviamo ancora in una società nella quale sentiamo continuamente storie riguardanti licenziamenti o mobbing a causa della maternità. Bene: che fare se il nostro datore di lavoro non sembra venirci incontro (per dirla in maniera edulcorata)?

La prima cosa da fare è consultare la legge, affidandoci ad un sindacato o a qualche persona esperta in materia. In Italia una madre ha il diritto di ridurre l’orario di lavoro per allattare il proprio figlio, e non sarà di certo il datore di lavoro a impedircelo. Basta essere preparate e mostrargli la legge che ci tutela, spiegandola in maniera semplice e senza arrabbiature. E se ancora non ne vuole sapere, possiamo anche fare notare che ormai lo smart working e il benessere sul posto di lavoro sono una realtà: quando un dipendente sta bene, è tutelato e si sente tranquillo al lavoro, è molto più produttivo. Perché quindi ostinarsi in una direzione contraria a quella del mondo?

L’importante è approcciarsi in maniera tranquilla, cercando di evitare nervosismi, ma con sicurezza: la legge è già dalla nostra parte, e l’empatia può essere la seconda arma a nostro favore.

La seconda preoccupazione di una mamma che torna al lavoro durante l’allattamento è la tranquillità del proprio bambino. Sarà felice lo stesso? Gli mancherò? Si innervosirà? Domande legittime, ma alle quali dobbiamo rispondere sempre tenendo a mente che la felicità di un bambino sta prima di tutto nella serenità dei genitori. Quindi, se dobbiamo tornare al lavoro e ce la sentiamo, perché non farlo?

L’importante è osservare i cambiamenti del nostro corpo e quelli del nostro bambino. Innanzitutto, produciamo ancora abbastanza latte? Il nostro bambino beve già dal biberon? La routine dell’allattamento, infatti, cambierà, ed è importante conoscerla e assecondarla, cominciando a “studiarla” qualche settimana prima. Così come il tempo passato con il nostro bambino, che da moltissimo si ridurrà.

Molte mamme trovano tranquillizzante, piacevole e soddisfacente mantenere l’allattamento al seno solo la mattina, appena svegli, e la sera prima di dormire. In questo modo stimolano la produzione del latte, e allo stesso tempo creano una nuova routine con il proprio bambino per legare a livello profondo e connettere in una maniera nuova.

Infine, il pensiero va certamente all’orario di lavoro. Quello di prima sarà compatibile con le poppate? L’allattamento può adattarsi all’orario di lavoro? Probabilmente l’unica cosa di cui possiamo essere sicure è il fatto che qualche aggiustamento sarà inevitabile. Basta non farsi prendere dal panico ma considerare la situazione.

Innanzitutto: posso sistemare l’orario di lavoro, magari anche grazie alla comprensione del mio datore? Perché non prendere una pausa pranzo più lunga per poter allattare? Oppure non farla del tutto e uscire prima per arrivare a casa in tempo per la poppata?

Oppure, ancora: è possibile allungare l’orario di lavoro e fare meno giorni, restando così a casa tre o quattro giorni con il bimbo (come in una sort di part-time verticale)?

E perché no? Non posso chiedere al capo di lavorare da remoto un paio di giorni a settimana? Viviamo in un’epoca in cui possiamo fare tutto online, perché quindi non sfruttare lo smartworking?

Le soluzioni potrebbero esserci, ma dobbiamo capire bene quali siano le nostre esigenze, quelle del nostro bambino e quelle del datore di lavoro. Il consiglio è quello di capire bene le nostre, dopodiché parlare con il capo, in maniera aperta, onesta e tranquilla, cercando insieme una soluzione, mostrando che la nostra produttività può essere influenzata positivamente da un orario di lavoro più flessibile.

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Sara

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Cecilia

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