Tutto ciò che c’è da sapere sul diaframma contraccettivo

È stato tra i primi anticoncezionali femminili in circolazione, ancor prima della pillola, e le nostre nonne e mamme, probabilmente, se lo ricordano. Fino agli anni Novanta, anzi, era ancora diffuso: ricordate quando Carrie dichiara senza imbarazzo di “averlo incastrato” (pericolo molto remoto!) o quando Monica di Friends chiede a Richard se lo ha lasciato a casa sua? Il diaframma era un metodo normalissimo di contraccezione. Perché, quindi, non ne parla più nessuno?

In realtà oggigiorno ne esistono di comodissimi: ecco dunque tutto ciò che c’è da sapere sul diaframma, il metodo contraccettivo per chi non vuole o non può affidarsi alle terapie ormonali.

Cos’è il diaframma

Il diaframma contraccettivo è una sorta di disco o membrana sagomata che la donna può utilizzare come metodo anticoncezionale di barriera. È molto morbido e manipolabile, lo si infila nella vagina e va a posizionarsi proprio sotto la cervice, avvolgendola, e agganciandosi all’osso pubico (non scivola fuori, quindi, proprio come un disco mestruale).

Indossando il diaframma contraccettivo, quindi, si crea una sorta di barriera che impedisce agli spermatozoi di fare il loro ingresso nell’utero. Da affiancare alla barriera, tuttavia, vi è anche la crema spermicida, una pomata da spalmare sul bordo e all’interno del diaframma che, agendo sul pH dello sperma, lo immobilizza o lo uccide, impedendo di nuovo la risalita.

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La misura del diaframma

Fino a poco tempo fa era necessario farsi indicare (ma non prescrivere) il diaframma dal ginecologo o dalla ginecologa, che prendevano la misura del canale vaginale identificando il diaframma più adatto in base alle diverse circonferenze. Oggigiorno, tuttavia, esistono diaframmi preformati adatti a tutti i corpi (suppergiù), senza bisogno di prescrizione medica.

Quando indossare il diaframma e quando rimuoverlo

Il diaframma va indossato, spalmandolo di crema spermicida e infilandolo nella vagina aiutandosi con le dita, non prima di due ore dal rapporto sessuale. Dopodiché, va lasciato inserito per almeno sei ore (ma non più di ventiquattro). Questa finestra temporale è molto importante per far sì che il diaframma funzioni come metodo contraccettivo, facendo sì che il gel spermicida agisca al meglio. Dopodiché, lo si sfila "sganciandolo" dall'osso pubblico e sfilandolo fuori.

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I pro e i contro del diaframma contraccettivo

I pro? Non è ormonale, e quindi può essere utilizzato potenzialmente da tutte le persone che non possono ricorrere a metodi ormonali (per sovrappeso, problemi di salute o altri motivi). E può anche essere utilizzato per il sesso durante le mestruazioni come un disco mestruale per avere rapporti (anche penetrativi) senza sporcare.

I contro? Bisogna avere una certa dimestichezza con il proprio corpo (e a chi utilizza una coppetta mestruale o un disco mestruale probabilmente risulta un’operazione più semplice), “pianificare” i rapporti (anche se, una volta imparato, è questione di un minuto, un po’ come con il preservativo) e avere un partner stabile e fidato, poiché naturalmente questa barriera non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili!

La percentuale di successo

La percentuale di successo naturalmente dipende (come nel caso dei preservativi o della pillola) dalla modalità di utilizzo: se lo si usa correttamente, si parla dell’84-94% (dati SIC, Società Italiana della Contraccezione). Ma questo punteggio, chiaramente, si abbassa quando non si seguono esattamente tutte le regole. Il successo, quindi, dipenderà anche dalla dimestichezza con la quale si utilizzano diaframma e gel e aumenterà con il passare dei mesi, utilizzandolo ad ogni rapporto.

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